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Progetto di restauro architettonico nella cripta

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Ilaria Pecoraro 9vicende che hanno interessato la chiesa legandole a quelle, più generali, concernenti il contesto regionale talché lamonografia non interpreta mona<strong>di</strong>camente l’assunto.Le proposte d’uso del sacro e<strong>di</strong>ficio, le sue reinterpretazioni progressive, possono conseguentemente legarsi alrapporto fra città e territorio, al progressivo espandersi dell’abitato <strong>nella</strong> fascia suburbana dei giar<strong>di</strong>ni.Questo progetto <strong>di</strong> <strong>restauro</strong> <strong>architettonico</strong> e <strong>di</strong> recupero funzionale degli ambienti della <strong>cripta</strong> dell’arch. Pecorarodelinea, sotto altro aspetto, il nuovo profilo pubblico del bene culturale ecclesiastico; se esso serveesclusivamente alla comunità ecclesiale, la quale ne resta arbitra assoluta, è <strong>di</strong>fficile pensare che la comunità localedebba annoverarlo fra le istituzioni cui dare il necessario sostegno. Se invece la chiesa, pur rimanendoneproprietaria e responsabile, ne apre l’uso a quanti intendono avvalersene, sembra legittimo che tale apporto <strong>di</strong>strumenti e animazione culturale venga computato fra i beni culturali cui prestare il dovuto sostegno economicoe organizzativo.Relativamente ai criteri generali, Ilaria Pecoraro propone la chiesa-e<strong>di</strong>ficio quale spazio identificato tantodall’esterno quanto all’interno perché connotato come cristiano, riferendosi a uno stile congruo alla cultura localee alla tipologia sociale della collettività per evitare colonizzazioni indebite. La <strong>cripta</strong> si definisce nel sensodell’accoglienza per la comunità dei fedeli, configurando un ambiente idoneo e proponendosi al contempo persemplicità, decoro, bellezza ai non cristiani; ciò lasciando percepire il senso della pacificazione e della tolleranza,evitando il carattere tronfio e il sincretismo religioso.Ilaria Pecoraro, con un progetto che renderà alla pubblica fruizione un compen<strong>di</strong>o “unico <strong>nella</strong> provincia <strong>di</strong>Brin<strong>di</strong>si per forma, tipologia e maestria costruttiva”, inaugura nell’archi<strong>di</strong>ocesi una nuova impostazione dellemetodologie <strong>di</strong> <strong>restauro</strong>. L’intervento su Santa Maria sarà exemplum per un futuro che fon<strong>di</strong> sulla capacità <strong>di</strong>lettura e sul <strong>di</strong>svelamento <strong>di</strong> ciò che è nel manufatto capacità d’interazione col presente del passato.Brin<strong>di</strong>si, 22 febbraio 2006Giacomo Carito

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