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il ruolo dell'infermiere. - Casettagiovanni.it

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INDICE♣ INTRODUZIONE pag. 3♣ CAPITOLO 1: LE UROSTOMIE:DEFINIZIONE, pag. 4CARATTERISTICHE, INDICAZIONI ALCONFEZIONAMENTO♣ CAPITOLO 2: ASSISTENZA PRE-OPERATORIA: pag. 8SCELTA DEL SEGMENTO INTESTINALE,PREPARAZIONE DELL’INTESTINO EDISEGNO PRE-OPERATORIO.♣ CAPITOLO 3: ASSISTENZA INFERMIERISTICA pag. 14E FUNZIONI DELL’INFERMIERE/STOMATERAPISTA IN FASE DIPRE-DIMISSIONE EDIMISSIONE♣ CAPITOLO 4: ASPETTI PSICOLOGICI E pag. 22COMPORTAMENTALI DEL PAZIENTESTOMIZZATO E DELLA SUA RIABILITAZIONE♣ CAPITOLO 5: GESTIONE INFERMIERISTICA pag. 34DEI PROBLEMI PSICOLOGICI RELATIVIALL’UROSTOMIA♣ CAPITOLO 6: POSSIBILI COMPLICANZE E pag. 39RELATIVA PREVENZIONE E TRATTAMENTO:IL RUOLO DELL’INFERMIERE♣ CAPITOLO 7: I DIRITTI DELLO STOMIZZATO: pag. 48PRINCIPALI NORMATIVE♣ CAPITOLO 8: VITA CONTINUA: pag. 50UN’ASSOCIAZIONE IN AIUTO AGLISTOMIZZATI♣ CONCLUSIONI pag. 52♣ BIBLIOGRAFIA pag. 532


CAPITOLO 1LE UROSTOMIE: DEFINIZIONE,CARATTERISTICHE E INDICAZIONI ALCONFEZIONAMENTOCon <strong>il</strong> termine di urostomie si intendono quelleoperazioni chirurgiche che permettono la fuoriusc<strong>it</strong>aall’esterno dell’urina, creando una continu<strong>it</strong>à con l’esternodel bacinetto renale (nefrostomia) o della via escretrice(uretere) direttamente o indirettamente medianteinterposizione di un tratto intestinale. Nel primo casoprendono <strong>il</strong> nome di ureterocutaneostomia e nel secondo diureteroenterocutaneostomia.La vescica e l’uretra possono a loro volta essereanastomizzate alla cute, creando rispettivamente unaepicistostomia o una uretrostomia.Lo scopo di queste derivazioni urinarie esterne è quellodi deviare <strong>il</strong> flusso dell’urina all’esterno quando una noxapatogena impedisce <strong>il</strong> fisiologico deflusso della stessa oquando <strong>il</strong> tratto vescicale dell’apparato urinario è statorimosso.Le derivazioni urinarie esterne più comuni sono leureterocutaneostomie e le uretero-enterocutaneostomie. Leprime consistono nell’abboccamento diretto alla cutedell’uretere, isolato in genere nel tratto lombo <strong>il</strong>iaco,monolateralmente o b<strong>il</strong>ateralmente. L’abboccamento allacute è garant<strong>it</strong>o dalla presenza di due cateterini o tutori, che4


devono essere sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i periodicamente ogni 40 giorni circa.Questo tipo di intervento viene riservato ai casi in cuiprevale la necess<strong>it</strong>à di una derivazione urinaria semplice,che possa essere esegu<strong>it</strong>o anche in pazienti con condizionicliniche compromesse.Le uretero-enterocutaneostomie sono state proposte perla prima volta da Bricker, e per tale ragione ne portano <strong>il</strong>nome, per lim<strong>it</strong>are quelli che possono essere i maggioriinconvenienti delle stomie dirette, ovvero stenosi einfezioni. In questo tipo di intervento si ut<strong>il</strong>izza un tratto diintestino, per lo più <strong>il</strong>eo o sigma, che viene opportunamenteisolato assieme al suo peduncolo vasculo-nervoso. Insegu<strong>it</strong>o viene reciso a formare un condotto c<strong>il</strong>indrico a cui sianastomizzano gli ureteri. Un capo di tale c<strong>il</strong>indro entericoverrà chiuso e l’altro verrà abboccato alla cute. Lo scopo d<strong>it</strong>ale c<strong>il</strong>indro enterico è solo quello di condotto e non diserbatoio.Per quanto riguarda le indicazioni al confezionamento diuna o dell’altra derivazioni urinarie, queste sono uguali perentrambe. Le patologie che ne implicano la confezionesono: neoplasie o infiammazioni croniche a carico dellavescica che ne obblighino la sua completa asportazione,malformazioni congen<strong>it</strong>e, neurologiche (vescicaneurologica), traumi vescicali e/o uretrali.5


Figura 1 : uretero – enterocutaneostomiaIn alternativa alle derivazioni urinarie esterne, vi sono lederivazioni urinarie interne (DUI). Queste possono esseresuddivise in due gruppi:1) ureterosigmoidostomia, che anastomizza l’uretere conl’intestino mantenendo la continu<strong>it</strong>à intestinale2) neo-vescica ortotopica, che anastomizza l’uretere con untratto di intestino isolato dal trans<strong>it</strong>oL’ureterosigmoidostomia prevede l’anastomosi degliureteri nell’ultimo tratto dell’intestino, per cui questo giocaanche <strong>il</strong> <strong>ruolo</strong> di reservoir urinario, con lo sfintere anale chene controlla la continenza. Questo tipo di DUI è stata quasidel tutto abbandonata a causa delle numerose e importanticomplicanze che ne derivano: urosepsi, predisposizione atumori del sigma-retto, problemi metabolici (acidosimetabolica e intossicazione ammoniemica).Pertanto oggi la scelta ricade o su una neovescicaortotopica, quando l’uretra è integra, o in caso contrario unaneovescica eterotopica con stomia cutanea continente ecateterizzab<strong>il</strong>e. L’intervento di confezionamento di unavescica ortotopica consiste nell’ut<strong>il</strong>izzo di un trattointestinale escluso dal normale trans<strong>it</strong>o alimentare, <strong>il</strong> cuisvuotamento all’esterno avviene obbligatoriamente6


attraverso l’uretra. Deve avere una capac<strong>it</strong>à di 300/400 cc diH2O e la pressione al suo interno deve rimanere attorno ai20 cc di H2O. L’intestino ut<strong>il</strong>izzato dovrà esseredetubulizzato per abolire o lim<strong>it</strong>are al massimo lecontrazioni peristaltiche.Per neovescica eterotopica si intende un serbatoiourinario cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da un tratto di colon (Indiana), ceco(M<strong>it</strong>rofanoff) o <strong>il</strong>eo (Kock) detubulizzato che permette unafac<strong>il</strong>e cateterizzazione.Figura 2:Urostomia b<strong>il</strong>ateraleCondotto <strong>il</strong>eale diBricker7


CAPITOLO 2ASSISTENZA PRE-OPERATORIA:SCELTA DEL SEGMENTO INTESTINALE,PREPARAZIONE INTESTINALE,DISEGNO PRE-OPERATORIO.Nella preparazione ad un intervento di confezionamentodi un’ureteroenterocutaneostomia, una fase importanteriveste la scelta del segmento intestinale da ut<strong>il</strong>izzare. Essadeve basarsi sulle condizioni del paziente, sulla suafunzional<strong>it</strong>à renale, sull’anamnesi di pregressi interventiaddominali e sul tipo di derivazione o sost<strong>it</strong>uzionenecessaria.Lo stomaco, <strong>il</strong> digiuno, l’<strong>il</strong>eo e <strong>il</strong> colon presentanoparticolari proprietà più o meno vantaggiose. L’ut<strong>il</strong>izzodello stomaco per le derivazioni urinarie con intestinopresenta diversi vantaggi: è meno permeab<strong>il</strong>e ai solutiurinari, acidifica l’urina, ha una netta secrezione di cloro eprotoni e secerne meno muco. Da un punto di vistaurodinamico si comporta come gli altri segmenti intestinali.L’ut<strong>il</strong>izzo dello stomaco è necessaria quando l’uso di altrisegmenti in pazienti con una quant<strong>it</strong>à di intestino inferiore8


alla norma può causare gravi problemi nutrizionali e in casodi cattiva funzional<strong>it</strong>à renale. Complicanze specifiche sonola sindrome da ematuria-disuria e un’alcalosi metabolicaincontrollab<strong>il</strong>e in pazienti con insufficienza renale cronica.Il digiuno non è quasi mai ut<strong>il</strong>izzato per le ricostruzionidel tratto urinario poiché è spesso causa di grave squ<strong>il</strong>ibrioelettrol<strong>it</strong>ico. In rari casi può cap<strong>it</strong>are che <strong>il</strong> digiuno sial’unico segmento enterico disponib<strong>il</strong>e.L’<strong>il</strong>eo e <strong>il</strong> colon sono i segmenti intestinali più ut<strong>il</strong>izzatiper ogni tipo di ricostruzione del tratto urinario .L’<strong>il</strong>eo èmob<strong>il</strong>e, ha un diametro piccolo e un’irrorazione sanguignacostante, è inoltre adeguato a sost<strong>it</strong>uire gli ureteri e formarecondotti. La perd<strong>it</strong>a di ingenti porzioni di <strong>il</strong>eo provocaproblemi nutrizionali a causa del mancato assorbimentodella v<strong>it</strong>amina B12,diarrea dovuta a mancato riassorbimentodei sali b<strong>il</strong>iari e malassorbimento dei lipidi.L’ut<strong>il</strong>izzo del colon nelle ricostruzioni urinarie richiedela sua mob<strong>il</strong>izzazione dalle inserzioni fisse; ha un diametromaggiore dell’<strong>il</strong>eo e normalmente si mob<strong>il</strong>izza con fac<strong>il</strong><strong>it</strong>à.La rimozione di segmenti di colon dal tratto entericoprovoca minori problemi nutrizionali.Generalmente l’<strong>il</strong>eo e<strong>il</strong> colon sono comparab<strong>il</strong>i e presentano poche differenze.La preparazione meccanica e antibiotica dell’intestinoassume grande importanza negli interventi urologiciricostruttivi. Mentre lo stomaco ha una carica battericarelativamente bassa, <strong>il</strong> resto dell’intestino presenta un’altacarica batterica. Da alcuni studi comparati tra anastomosicon intestino preparato e non, si evidenzia una maggiorepercentuale di fer<strong>it</strong>e infette, ascessi intraper<strong>it</strong>oneali e9


deiscenze anastomotiche in pazienti sottoposti a interventiintestinali senza previa preparazione. Le complicanzeprovocate dalla contaminazione batterica sono la principalecausa di morb<strong>il</strong><strong>it</strong>à e mortal<strong>it</strong>à nei pazienti sottoposti ainterventi urologici.Esistono due tipi di preparazione:meccanica che siprefigge di ridurre la quant<strong>it</strong>à di feci e antibiotica che riducela carica batterica. La flora intestinale è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a damicrorganismi aerobi i più comuni dei quali sonoEscherichia coli e Streptococcus faecalis e da microrganismianaerobi quali Bacteroides e Clostridium.La preparazione meccanica riduce <strong>il</strong> numero totale deibatteri ma non la loro concentrazione. Nel corso degli annisi è visto che <strong>il</strong> ricorso a diete elementari, al fine di pulire <strong>il</strong>colon dalle feci senza compromettere lo stato nutrizionaledel paziente, non si è dimostrato ut<strong>il</strong>e. L’irrigazione totaledell’intestino è stata ut<strong>il</strong>izzata sempre più spesso; in questomodo si riducono i problemi legati all’insufficiente apportocalorico e si lim<strong>it</strong>ano i costi riducendo l’ospedalizzazioneprima dell’intervento. Originariamente l’irrigazione dieseguiva posizionando un sondino nasogastrico einfondendo da 9 a 12 l<strong>it</strong>ri di Ringer lattato o soluzionefisiologica, poi sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i con soluzioni di mann<strong>it</strong>olo al 10%che però è un nutrimento batterico e fac<strong>il</strong><strong>it</strong>a la cresc<strong>it</strong>amicrobica .Attualmente la soluzione più usata è quellaelettrol<strong>it</strong>ica di glicole poliet<strong>il</strong>enico. Negli adulti se nesomministrano 20-30 ml/min per 3 ore oralmente o tram<strong>it</strong>eSNG. La somministrazione si sospende quando le fecievacuate sono chiare e prive di scorie; comunque non si10


somministrano oltre 10 l<strong>it</strong>ri di soluzione. E’ controindicatain pazienti con sistema cardiovascolare instab<strong>il</strong>e e inpazienti con cirrosi, gravi patologie renali, cardiopatiecongestizie o ostruzioni intestinali. La preparazione vienepreferib<strong>il</strong>mente effettuata prima del ricovero: nei tre giorniprecedenti <strong>il</strong> paziente assume una dieta liquida; quindi duegiorni prima assume 30-60 ml di sodio fosfato oralmente e30 ml <strong>il</strong> giorno prima. Qualora <strong>il</strong> materiale non sia ancorachiaro si somministrano per via orale 3 l<strong>it</strong>ri di soluzioneelettrol<strong>it</strong>ica di glicole poliet<strong>il</strong>enico.Preparazione antibiotica. L’uso degli antibiotici è statofonte di notevoli discussioni:l’aspetto controversoriguardava l’efficacia degli antibiotici nel ridurresignificativamente la morb<strong>il</strong><strong>it</strong>à e la mortal<strong>it</strong>à. L’evidenzatuttavia dimostra che la preparazione antimicrobicadell’intestino riduce le complicanze post-operatorie. In unostudio, la percentuale di complicanze settiche è stata ridottadal 68% nel gruppo di controllo all’8% nel gruppo trattatocon antibiotici (Washington e coll.).Gli antibiotici più usatiper la preparazione intestinale sono la kanamicina, che èl’agente singolo migliore, o l’associazione di neomicina coner<strong>it</strong>romicina base o metronidazolo. Gli antibiotici sistemicidevono essere somministrati prima dell’intervento peressere efficaci; sembra che esplichino la loro azioneprincipalmente contro la flora anaerobica. Gli svantaggidegli antibiotici includono l’aumento dell’incidenza postoperatoriadi infezioni da candida che possono provocarestomat<strong>it</strong>i, mughetto e diarrea e malassorbimento di proteine,lipidi e carboidrati in caso di terapie prolungate.11


Disegno pre-operatorio o preposizionamento.Il preposizionamento dello stoma rappresenta uno deimomenti determinanti dell’intervento se si considera che lasua omissione condizionerà negativamente l’intero <strong>it</strong>erriab<strong>il</strong><strong>it</strong>ativo del paziente, ponendo nel contempo le premessealla comparsa di complicanze stomali. Spesso <strong>il</strong>preposizionamento viene “dimenticato” o per inosservanzadei problemi concernenti la riab<strong>il</strong><strong>it</strong>azione del pazientestomizzato da parte del medico o per motivi contingenti,quali interventi esegu<strong>it</strong>i in urgenza, o ancora per cause dicarattere organizzativo rappresentate <strong>il</strong> più delle voltedall’assenza in reparto di personale specializzato in grado dieseguire correttamente la procedura.Il disegno pre-operatorio deve essere effettuatodall’enterostomista o da un infermiere adeguatamenteaddestrato allo scopo. Esso consiste nell’individuare <strong>il</strong> puntoideale sulla parete addominale dove verrà abboccata l’ansaintestinale. E’ stato provato che se effettuato troppo tempoprima dell’intervento chirurgico procura al paziente ansia eangoscia quindi si preferisce effettuarlo <strong>il</strong> giorno prima dientrare in sala operatoria. Dopo aver osservato l’addome delpaziente in posizione supina, si traccia una lineaimmaginaria tra <strong>il</strong> margine superiore della cresta <strong>il</strong>iaca el’ombelico; a metà di questa linea si traccia un primodisegno. Successivamente si posiziona <strong>il</strong> paziente seduto esi valuta se <strong>il</strong> punto segnato precedentemente scompare trale pliche adipose o se rimane ben visib<strong>il</strong>e.Calcolando la fer<strong>it</strong>a laparotomia, la linea v<strong>it</strong>a, leab<strong>it</strong>udini vestiarie del futuro portatore di urostomia, le12


salienze ossee (quali arcate costali, cresta <strong>il</strong>iaca e ossopubico), eventuali cicatrici di pregressi interventi, si tracceràun disegno circolare della grandezza di una moneta con unamat<strong>it</strong>a demografica.Nella terza e ultima fase <strong>il</strong> paziente in posizioneortostatica controlla un<strong>it</strong>amente all’enterostomista <strong>il</strong> puntoscelto. La stomia deve essere sempre visib<strong>il</strong>e in tutte e tre leposizioni. Per sicurezza viene applicata una placca e siinv<strong>it</strong>a <strong>il</strong> paziente ad eseguire qualche movimento pervalutare la posizione della futura stomia. La sede presceltasarà la fossa <strong>il</strong>iaca destra se verrà ut<strong>il</strong>izzata un’ansa <strong>il</strong>eale ola fossa <strong>il</strong>iaca sinistra se verrà ut<strong>il</strong>izzata un’ansa colica.13


CAPITOLO 3ASSISTENZA INFERMIERISTICA EFUNZIONIDELL’INFERMIERE/STOMATERAPISTA INFASE DI PRE-DIMISSIONE E DI DIMISSIONEPRE-DIMISSIONE: PRIMA VISITA ECOINVOLGIMENTO DEL FAMILIARENei giorni che seguono immediatamente l’interventochirurgico <strong>il</strong> paziente si imbatte con la nuova e drammaticarealtà rappresentata dall’urostomia e può assumere per lopiù un atteggiamento passivo, rifiutando non solo di curarela propria stomia ma addir<strong>it</strong>tura di guardarla. Nel periododella pre-dimissione <strong>il</strong> paziente si reca alla prima vis<strong>it</strong>anell’ambulatorio dell’A.I.STOM, se presente nell’ospedaledove è ricoverato. Sol<strong>it</strong>amente alla prima vis<strong>it</strong>a è richiesta lapresenza di un parente, se <strong>il</strong> paziente lo permette, o di chi sioccuperà di lui dopo la dimissione. Questo coinvolgimentodel fam<strong>il</strong>iare ha fondamentalmente due scopi: <strong>il</strong> primo èquello di far prendere confidenza al parente con l’urostomiae con <strong>il</strong> nuovo aspetto del partner per cercare se possib<strong>il</strong>e diprevenire un suo totale distacco dalla nuova s<strong>it</strong>uazione. Ilsecondo motivo, più pratico, è quello di poterlo addestrarealla gestione dell’urostomia, nel caso in cui <strong>il</strong> paziente nonsia in grado di farlo autonomamente.Durante la prima vis<strong>it</strong>a lo stomaterapista mostra alpaziente come deve eseguire <strong>il</strong> cambio della sacca di14


accolta e l’igiene dell’urostomia, inoltre istruisce <strong>il</strong>paziente e <strong>il</strong> fam<strong>il</strong>iare sull’ut<strong>il</strong>izzo dei presidi, sullemodal<strong>it</strong>à di reperimento delle sacche e dei presidi e da inomaggio una certa quant<strong>it</strong>à di materiale. Questo permetteallo stomaterapista di valutare se <strong>il</strong> materiale è ben accetto ose conviene attuare qualche modifica.CAMBIO DELLA PLACCA E IGIENEDELL’UROSTOMIALo stomaterapista istruisce <strong>il</strong> paziente sul modo piùcorretto di cambiare la placca e pulire la cute peristomale.La placca deve essere rimossa delicatamente, aiutandosi conuna spugnetta bagnata o una pezzuola di stoffa morbida econ movimenti dall’alto verso <strong>il</strong> basso. La cute attorno allastomia deve essere detersa con una spugna morbida bagnatacon acqua e sapone neutro. La cute peristomale dovrà poiessere asciugata con una pezza di stoffa morbida.Successivamente si deve r<strong>it</strong>agliare la placca delledimensioni dello stoma; la si scalda quindi leggermente ocon un phon o sfregandola tra le mani la placca in modo daassicurare una migliore adesione alla cute. Dopodiché siapplica <strong>il</strong> nuovo sacchetto.Durante queste operazioni si deve istruire <strong>il</strong> paziente adosservare la propria urostomia e la cute circostante. Eglidovrà essere in grado di riconoscere segni di irr<strong>it</strong>azionecutanea e complicanze stomali per poter sub<strong>it</strong>o avvertire lostomaterapista.15


Bisogna spiegare al paziente l’importanza di unacorretta igiene della cute peristomale che deve essereesegu<strong>it</strong>a esclusivamente ut<strong>il</strong>izzando acqua e sapone neutro.Altri materiali quali ETERE, ALCOOL, EUCLORINA,ACQUA OSSIGENATA devono essere vietati perché <strong>il</strong>loro ut<strong>il</strong>izzo potrebbe provocare lesioni cutanee. Aprotezione della cute da eventuali irr<strong>it</strong>azioni, possono essereapplicate sulla cute peristomale ad esatta delim<strong>it</strong>azionedell’orifizio, delle creme o barriere, composte da materialeresinoso o sintetico fabbricate sotto forma di creme, anelli opiastre. Sopra questi materiali è poi possib<strong>il</strong>e applicare lesacche di raccolta.Altra nozione fondamentale per <strong>il</strong> paziente è <strong>il</strong> r<strong>it</strong>agliodella placca. Questa presenta un foro centrale che deveessere tagliato a seconda delle dimensioni della stomia .E’importante spiegare al paziente che <strong>il</strong> foro non deve esserené troppo piccolo né troppo grande; questo perché un forotroppo piccolo potrebbe causare una stenosi della stomiacon tutte le complicanze che ne derivano (ischemia, necrosi)e d’altra parte un foro troppo grande porterebbe adinf<strong>il</strong>trazione delle urine al di sotto della placca conconseguente dermat<strong>it</strong>e e distacco della stessa.Se <strong>il</strong> paziente urostomizzato presenta dei peli nella zonaintorno alla stomia, gli si deve insegnare a raderli con unrasoio elettrico e dopo la rasatura applicare un disinfettante;questo per permettere una migliore adesione della placca.16


CAMPIONATURAPer quanto riguarda la campionatura, lo stomaterapistafornisce al paziente un certo quant<strong>it</strong>ativo di presidi didiverso tipo, tra i quali <strong>il</strong> paziente dovrà scegliere quello piùidoneo e pratico per le sue esigenze. Durante <strong>il</strong> periodo diprova l’assist<strong>it</strong>o viene inv<strong>it</strong>ato a osservare alcuni segni chepotrebbero rivelare la non idone<strong>it</strong>à del materiale forn<strong>it</strong>o.Questi sono:- alla rimozione della sacca monopezzo o della placca la pellerimane rossa per oltre mezzo minuto- <strong>il</strong> paziente avverte bruciore o prur<strong>it</strong>o- la placca non rimane in sede <strong>il</strong> tempo dovuto (2 giorni)- <strong>il</strong> paziente trova difficoltà nel rimuovere la placca o saccamonopezzo (lascia anche pezzettini di colla sulla pelle)In questi casi <strong>il</strong> paziente dovrà rivolgersi allostomaterapista che apporterà le modifiche necessarie.PRESIDIParlando di presidi non si può non fare riferimento ainotevoli progressi che sono stati fatti in 30 anni. L’enormeprogresso è misura della maggiore attenzione che, da partedegli specialisti, è stata dedicata a questi pazienti e ai loroproblemi.Inizialmente infatti era presente sul mercatosoltanto un tipo di apparecchiatura cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da una sacca diplastica trasparente rettangolare, a bordi taglienti e a marginiappunt<strong>it</strong>i, con larga superficie adesiva. Questo tipo di saccaportava a lesioni cutanee provocate dall’adesivo, dalloscarso effetto barriera, dalla plastica sulla cute, dai decub<strong>it</strong>icausati dai bordi taglienti.17


Oggi è disponib<strong>il</strong>e una vastissima gamma di prodotti perl’assistenza allo atomizzato classificab<strong>il</strong>i in apparecchiaturedi raccolta e presidi per l’assistenza.Apparecchiature di raccolta:sacche con adesivo: è la prima e più semplice sacca diraccolta. I bordi non sono taglienti e i margini non appunt<strong>it</strong>i,l’adesivo è anallergico e devono essere sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e soloquando sono colme.sacche con barriera e adesivopresentano un primo anello periorifizialecost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da materiali resinosi o sintetici, iquali hanno <strong>il</strong> doppio effetto di sbarrare lastrada in maniera ottimale ai materiali escretie curare le dermat<strong>it</strong>i peristomali di lieve ent<strong>it</strong>à; un secondoanello, quando presente, cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da adesivo anallergico euna sacca con saldature efficaci, margini arrotondati erivestimento della faccia interna in tessuto.sistema a due pezzicost<strong>it</strong>uiscono la generazione piùrecente.Sono formati da una piastra inmateriale resinoso o sintetico dotate diforo centrale di diametro variab<strong>il</strong>e,applicab<strong>il</strong>e direttamente sulla cuteperistomale e sost<strong>it</strong>uib<strong>il</strong>e ogni 3/5 giorni.Posseggono la doppia efficacia di proteggere e curare la cuteperistomale ev<strong>it</strong>andole i traumi causati dalla continuamanipolazione. L’altro pezzo è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da una sacca diraccolta uniformata ad un sistema di raccordo “a tenuta” con18


la piastra.In tal modo si sost<strong>it</strong>uisce la sacca senza rimuoverela piastra.Tra questi tre tipi di apparecchiature, ut<strong>il</strong>izzate peraltroanche per le <strong>il</strong>eo e colostomie, i più indicati per le urostomiesono <strong>il</strong> sistema a due pezzi (di prima scelta) e le sacche conadesivo e barriera. Per <strong>il</strong> soggetto urostomizzato è statocreato un sistema di raccolta notturno. Esso è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o daun sacchetto con un rubinetto al fondo che permettefrequenti drenaggi e <strong>il</strong> collegamento a un raccogl<strong>it</strong>ore perl’urina. Questo per non creare al paziente disagi dovuti alfrequente svuotamento della sacca di raccolta durante alnotte.DIMISSIONEAl momento della dimissione lo stomaterapista ha giàavuto modo di valutare <strong>il</strong> grado di autonomia dell’assist<strong>it</strong>o edi istruire lui o l’eventuale care-giver sulla corretta gestionedella stomia.Un’importante funzione svolta dallo stomaterapista èquella di indirizzare <strong>il</strong> paziente urostomizzato verso lasoluzione dei più immediati problemi di ordineamministrativo, economico e pratico. Questo perché <strong>il</strong>soggetto portatore di stomia, oltre a dover superare ledifficoltà di adattamento alla nuova condizione, deve sub<strong>it</strong>oconfrontarsi con la normativa in fase di evoluzione, con lanon uniforme interpretazione ed applicazione delle leggi daparte delle amministrazioni pubbliche e con la peculiar<strong>it</strong>àdella propria condizione, non sempre riconosciuta oagevolmente riconducib<strong>il</strong>e alle previsioni normative.19


L’infermiere stomaterapista deve contribuire a rendereconsapevole <strong>il</strong> paziente e i fam<strong>il</strong>iari che ricevere l’assistenzastab<strong>il</strong><strong>it</strong>a dalla legge dello Stato è un DIRITTO. Per quantoriguarda la forn<strong>it</strong>ura dei presidi lo stomaterapista devespiegare al paziente le modal<strong>it</strong>à di richiesta e far conoscerequali sono i suoi dir<strong>it</strong>ti al riguardo.Attualmente <strong>il</strong> riferimento normativo è <strong>il</strong> DM 31 maggio2001, n° 321. Secondo questa normativa hanno dir<strong>it</strong>to a talipresidi, specificamente i soggetti <strong>il</strong>eo-colostomizzati eurostomizzati previa presentazione di certificazione medica.Per i suddetti soggetti, la prescrizione, redatta da unospecialista del SSN, competente per la menomazione inoggetto, indica i dispos<strong>it</strong>ivi protesici necessari e appropriatiper <strong>il</strong> periodo intercorrente fino alla successiva vis<strong>it</strong>a dicontrollo e comunque per un periodo non superiore ad unanno. Nell’indicazione del fabbisogno, la prima prescrizionetiene conto dell’eventuale necess<strong>it</strong>à di verificarel’adattab<strong>il</strong><strong>it</strong>à del paziente allo specifico dispos<strong>it</strong>ivoprescr<strong>it</strong>to. Il portatore di stomia ha <strong>il</strong> dir<strong>it</strong>to di riceveregratu<strong>it</strong>amente gli aus<strong>il</strong>i nel numero prestab<strong>il</strong><strong>it</strong>o, aumentab<strong>il</strong>eper chi è reduce dall’intervento chirurgico, per 6 mesi finoal 50%. L’ASL di residenza dell’assist<strong>it</strong>o autorizza laforn<strong>it</strong>ura dei dispos<strong>it</strong>ivi per <strong>il</strong> periodo indicato dal medicoprescr<strong>it</strong>tore, prevedendo idonee modal<strong>it</strong>à di consegnafrazionata.Per ottenere gli aus<strong>il</strong>i l’interessato deve consegnareall’Ufficio Riab<strong>il</strong><strong>it</strong>azione della propria ASL <strong>il</strong> modulocomp<strong>il</strong>ato e sottoscr<strong>it</strong>to dal medico, un certificato diresidenza e la fotocopia del verbale della Commissione20


Medica per l’invalid<strong>it</strong>à civ<strong>il</strong>e che attesta <strong>il</strong> grado diinvalid<strong>it</strong>à.Per quanto riguarda i tempi, l’ASL deve pronunciarsisulla richiesta di autorizzazione alla forn<strong>it</strong>ura dell’aus<strong>il</strong>iotempestivamente e comunque, in caso di prima forn<strong>it</strong>ura,entro 20 giorni dalla richiesta. In caso di s<strong>il</strong>enzio da partedell’ASL, trascorso tale periodo l’autorizzazione si intendeconcessa.Nel caso in cui la richiesta venga disattesa <strong>il</strong> soggettopuò fare ricorso all’Autor<strong>it</strong>à Giudiziaria e segnalarloall’A.I.STOM per agevolare l’ opera di vig<strong>il</strong>anza di taleassociazione.21


CAPITOLO 4ASPETTI PSICOLOGICI ECOMPORTAMENTALI DEL PAZIENTESTOMIZZATO E DELLA SUARIABILITAZIONEINTRODUZIONEL’intervento di stomia rappresenta nella v<strong>it</strong>a di unpaziente un evento di estrema r<strong>il</strong>evanza per <strong>il</strong> tipo e lagrav<strong>it</strong>à delle conseguenze che può comportare circa <strong>il</strong>benessere e l’adattamento alle problematiche della v<strong>it</strong>aquotidiana. Per tale motivo <strong>il</strong> successo di un interventochirurgico deve essere valutato non solo in terminisemplicemente tecnici di superamento del trauma chirurgicoe di durata della sopravvivenza del paziente operato, maanche prendendo in considerazione l’efficienza del ripristinodelle condizioni di normale adattamento alla v<strong>it</strong>a quotidiana.Da stime presenti nella letteratura internazionale, circa <strong>il</strong>25% dei pazienti operati di stomia presenta una forteriduzione dell’efficienza personale a causa di problematichesorte in occasione dell’intervento chirurgico. Taliproblematiche hanno un’origine prevalentemente22


psicologica ed interferiscono, tra l’altro, con <strong>il</strong>comportamento quotidiano e diventano fortementeinvalidanti. I sintomi più comunemente riportati sono quellidella depressione maggiore, dell’ansietà e di disturbidell’adattamento. I pazienti possono anche manifestaredisturbi sessuali come dispareunia o disfunzione erett<strong>il</strong>e.Quando i problemi di comportamento si cronicizzanoprovocano una condizione stab<strong>il</strong>e di invalid<strong>it</strong>à che non ègiustificab<strong>il</strong>e con le modificazioni anatomo-funzionalidovute all’intervento, ma è invece conseguenza diretta delleproblematiche non risolte nella preparazione all’intervento enella riab<strong>il</strong><strong>it</strong>azione dopo di esso. In pratica una serie moltobanale di errori e di omissioni, prima e dopo l’interventochirurgico, possono far correre <strong>il</strong> rischio al pazientestomizzato di essere lasciato senza nessun supporto e senzauna fonte attendib<strong>il</strong>e di informazione.Per <strong>il</strong> paziente diventa così sempre più bassa laprobab<strong>il</strong><strong>it</strong>à che si risolva spontaneamente la naturalereazione di disadattamento emotivo e comportamentaleconseguente l’intervento.Sono naturalmente sottoposti ad un rischio maggiore dicronicizzazione delle problematiche di adattamento queipazienti con un’eventuale presenza di precedenti difficoltàdi ordine psicologico o ambientale. L’aggiunta ad esse diquelle conseguenti all’intervento può rappresentare unafatale spinta verso <strong>il</strong> defin<strong>it</strong>ivo isolamento e la totaleautoesclusione dall’ambiente esterno e dalla partecipazionealla comune attiv<strong>it</strong>à quotidiana, anche a livello fam<strong>il</strong>iare. Lareazione dei fam<strong>il</strong>iari stessi può contribuire alla23


cronicizzazione delle problematiche del pazienteatomizzato. Atteggiamenti più o meno velati di rifiuto e diallontanamento sono fac<strong>il</strong>mente evidenziab<strong>il</strong>i quando non sisia operato preventivamente ad informare ed orientare <strong>il</strong>nucleo fam<strong>il</strong>iare più immediato del paziente circa le realicaratteristiche e conseguenze dell’intervento di stomia.Nel processo di riab<strong>il</strong><strong>it</strong>azione alla malattia cronica ocome nel caso della urostomia, alle conseguenze invalidantidi un intervento chirurgico, una delle maggiori difficoltà chepossono essere presentate dai pazienti può essere cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>adalla sensazione di dipendenza con cui <strong>il</strong> paziente vive leconseguenze della malattia. Tale dipendenza deriva daun’inadeguata risposta da pare degli altri e dell’ambientesan<strong>it</strong>ario rispetto alle esigenze sent<strong>it</strong>e dal paziente. Glielementi che dinamicamente influenzano le aspettativeassistenziali e di sostegno del paziente sono cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e dallesue opinioni, dal tipo di informazioni che è in grado diricevere dalla rete di sostegno sociale e dagli operatorisan<strong>it</strong>ari. A questa formulazione dei bisogni percep<strong>it</strong>i devecorrispondere una comparab<strong>il</strong>e risposta da partedell’ambiente san<strong>it</strong>ario e fam<strong>il</strong>iare. In caso di inadeguatezzadi tale risposta <strong>il</strong> paziente reagisce con un’alterata rispostaemotiva che può assumere la forma di un’esageratasensazione di invalid<strong>it</strong>à ed una accentuata dipendenza dalsostegno degli altri. Inoltre le modal<strong>it</strong>à di adattamento ed <strong>il</strong>loro opposto, le problematiche psicologiche ecomportamentali che emergono nelle s<strong>it</strong>uazioni di carenteintervento assistenziale, risentono nel modo in cui possono24


manifestarsi sia delle caratteristiche socio-culturali che dietà dei pazienti.IL PROCESSO DI ADATTAMENTOPer comprendere meglio la meccanica dell’insorgere deiproblemi di adattamento all’intervento chirurgico di stomiaè ut<strong>il</strong>e prendere brevemente in esame <strong>il</strong> concetto psicologicodi adattamento.Tradizionalmente <strong>il</strong> concetto di adattamento si riferiscead un processo nel corso del quale un individuo stab<strong>il</strong>iscecon <strong>il</strong> suo ambiente, in particolare con quello sociale, unacondizione di equ<strong>il</strong>ibrio o di mancanza di confl<strong>it</strong>to. Taleconcetto include anche un tipo particolare di adattamentoche è rifer<strong>it</strong>o all’equ<strong>il</strong>ibrio emotivo e delle risorse personalidel singolo individuo che viene ad essere raggiunto con lamessa in atto di opportuni meccanismi di difesa e dicontrollo volti ad ev<strong>it</strong>are s<strong>it</strong>uazioni spiacevoli e a favoriresoluzioni pos<strong>it</strong>ive. Implic<strong>it</strong>a nel concetto di adattamento, èla capac<strong>it</strong>à di saper fronteggiare e risolvere s<strong>it</strong>uazioni nuove,impreviste, o comunque non sottoposte ad una precedentepreparazione.L’adattamento è definib<strong>il</strong>e come processo proprioperché richiede un’accomodazione dinamica dellecaratteristiche individuali al modificarsi della s<strong>it</strong>uazione incui l’individuo viene a trovarsi di volta in volta. Nel casodel paziente stomizzato, quanto più l’evento chirurgico conle sue drammatiche conseguenze arriva improvviso einaspettato, tanto più interferisce con le capac<strong>it</strong>à di25


adattamento alla nuova s<strong>it</strong>uazione e tanto più provoca unariduzione delle capac<strong>it</strong>à di autonomia e di fiducia.IL PROCESSO DI ADATTAMENTO E LARIABILITAZIONE DEL PAZIENTE PORTATORE DISTOMIANel caso del paziente stomizzato <strong>il</strong> processo diadattamento si integra con la riab<strong>il</strong><strong>it</strong>azione del paziente. Lariab<strong>il</strong><strong>it</strong>azione è un processo di risoluzione dei disturbicausati dalla condizione patologica post-operatoria ed ha <strong>il</strong>fine di portare <strong>il</strong> paziente a mettere in atto una soluzione d<strong>it</strong>ali problemi socialmente ut<strong>il</strong>e e soddisfacente.La riab<strong>il</strong><strong>it</strong>azione comprende due principali componentiche sono quella psicologica, soprattutto di tipo cogn<strong>it</strong>ivo(apprendimento di nuove tecniche di igiene personale) equella fisica (stab<strong>il</strong>izzazione della funzione eliminazione ecura dello stoma).PROBLEMATICHE DELL’ADATTAMENTOIl fine principale quindi del paziente stomizzato è, sub<strong>it</strong>odopo l’intervento, di raggiungere <strong>il</strong> suo adattamentoattraverso l’apprendimento di nuovi metodi di regolazionedell’eliminazione e di igiene personale.Sub<strong>it</strong>o dopo l’intervento chirurgico <strong>il</strong> paziente,specialmente se non è stato adeguatamente preparato edinformato prima dell’intervento, si troverà ad affrontare unas<strong>it</strong>uazione drammatica. Molto probab<strong>il</strong>mente saranno messiin atto meccanismi di rifiuto dell’intervento e di negazionedella sua necess<strong>it</strong>à. Il paziente tenderà ad assumere un26


atteggiamento confl<strong>it</strong>tuale e di ambivalenza nei confrontidel chirurgo cercando di colpevolizzarlo circa leconseguenze dell’intervento e nello stesso tempo nonpotendo rinunciare ad una dipendenza emotiva nei suoiconfronti, specialmente se la necess<strong>it</strong>à dell’intervento è statacausata da una patologia tumorale a es<strong>it</strong>o probab<strong>il</strong>menteinfausto (di cui tra l’altro <strong>il</strong> paziente non sempre è statomesso al corrente in modo adeguato, rispettando sia i suoidir<strong>it</strong>ti a conoscere la propria condizione e sia ad esserepreparato e sostenuto ad affrontare i problemi che tales<strong>it</strong>uazione comporta).L’elemento fondamentale di cui <strong>il</strong> personale san<strong>it</strong>ariodeve tenere presente in questa fase è di ev<strong>it</strong>are ogn<strong>it</strong>endenza all’assunzione da parte del paziente di unatteggiamento fatale di invalid<strong>it</strong>à e di rifiuto sia di quanto èaccaduto e sia delle problematiche che si delineanoall’orizzonte del suo futuro. Il paziente va rassicurato econvinto che le conseguenze dell’intervento non sono tali dagiustificare un’invalid<strong>it</strong>à di fatto che ridurrebbe in manieradrammatica la sua efficienza personale e sociale.Contemporaneamente va addestrato e preparato adadoperare con convinzione e competenza le procedure e leprotesi che la tecnica gli mette a disposizione.Risulta molto importante per la credib<strong>il</strong><strong>it</strong>à che dàall’intero processo di rieducazione, l’intervento di altripazienti già riab<strong>il</strong><strong>it</strong>ati e adattati i quali in incontri di gruppocon pazienti operati più di recente possono confermare conla prova concreta delle loro esperienze la valid<strong>it</strong>à di quantoviene insegnato ai nuovi pazienti e nello stesso tempo27


fungono da esempio rassicurante e pos<strong>it</strong>ivo nel processo diadattamento.ANDAMENTO DEL PROCESSO DI ADATTAMENTOLa fase cr<strong>it</strong>ica di adattamento psicologico postoperatorioha normalmente una durata di circa 3 mesi. Ingenere allo scoraggiamento ed al profondo stato reattivodepressivo conseguente l’intervento si sost<strong>it</strong>uisceprogressivamente, con <strong>il</strong> rafforzarsi della nuova sicurezzaderivante dalla riab<strong>il</strong><strong>it</strong>azione, una condizione di ripresa dellafiducia in sé e di nuova fiducia circa <strong>il</strong> proprio valore e leproprie capac<strong>it</strong>à di auto-affermazione basate sull’evidenzadi aver superato quelle difficoltà iniziali che sembravanocosì drammatiche.Il raggiungimento di questo stato di adattamento non èperò stab<strong>il</strong>e ed irreversib<strong>il</strong>e; nella gran parte dei pazienti,infatti, manca una convinta e defin<strong>it</strong>iva accettazione dellanecess<strong>it</strong>à dell’intervento chirurgico di stomia. Tale riservanei confronti dell’intervento e l’ambivalenza che continua apermanere nei confronti del chirurgo affioranocontinuamente al colloquio con tali pazienti anche adistanza di anni.E’ esperienza clinica comune l’evidenziarsi di notevoliregressioni circa lo stato psicologico di adattamento diquesti pazienti all’insorgere di fatti anche del tutto estraneial problema stoma.Un lutto fam<strong>il</strong>iare, un aggravarsi della condizione fisicao psichica, o altri eventi con una valenza traumatica per <strong>il</strong>paziente lasciano quest’ultimo in una condizione che pareva28


superata anche ormai da lungo tempo. Tale cr<strong>it</strong>ic<strong>it</strong>àdell’adattamento di questi pazienti richiede quindi unperiodico controllo delle loro condizioni proprio perché cosìè possib<strong>il</strong>e intervenire in modo da sostenerli e rassicurarliprima che <strong>il</strong> nuovo stadio di regressione dell’adattamento sicronicizzi e praticamente annulli in tutto o in parte iguadagni ottenuti fino a quel momento. In questo senso èfondamentale poter fornire un’assistenza ist<strong>it</strong>uzionale a talipazienti che possa configurarsi come uno stab<strong>il</strong>e e costantepunto di riferimento ai loro problemi, in cui si svolga operadi consulenza tecnica circa le caratteristiche e disponib<strong>il</strong><strong>it</strong>àdi materiale protesico; controllo medico e chirurgico circa lacura dello stoma e circa l’eventuale patologia tumoraleoriginaria; consulenza e orientamento psicologico in mer<strong>it</strong>oalle varie problematiche che insorgono nel contatto con glialtri e con <strong>il</strong> mondo esterno e, non ultimo in ordine diimportanza, informazione e preparazione dei fam<strong>il</strong>iari piùprossimi per ottenere una valida collaborazione da parte loronell’opera di sostegno e di stimolo per <strong>il</strong> paziente.PROBLEMATICHE POST-OPERATORIEL’andamento della fase post-operatoria è legato ad unquadro più articolato e differenziato di fattori che possonoessere elencati come segue: rapporti fam<strong>il</strong>iari, sociali elavorativi, o problemi di tipo alimentare, sessuale e di igienepersonale.29


Rapporti Fam<strong>il</strong>iariPer quanto riguardi i rapporti fam<strong>il</strong>iari, da parte delpaziente, nella maggioranza dei casi, si passa da unatteggiamento di aumentata dipendenza, che può esserepresente nella fase iniziale post-operatoria, ad unaacquisizione progressiva di maggiore autonomia e sicurezza.In un’altra consistente percentuale di pazienti può essereinvece presente una inibizione a cercare sostegno erassicurazione da parte dei propri fam<strong>il</strong>iari. Anche in questocaso con <strong>il</strong> progredire del periodo post-operatorio taleinibizione diventa meno frequente.Per quanto riguarda la risposta presentata dai fam<strong>il</strong>iariessa è meno articolata rispetto a quella dei pazienti e vienerifer<strong>it</strong>a o in termini di intensificazione dei rapporti o diindifferenza.In entrambi i casi tale tipo di risposta, adifferenza di quanto evidenziato nei pazienti, rimane stab<strong>il</strong>enel tempo. Questi risultati mostrano come sia fondamentaleintervenire a livello fam<strong>il</strong>iare nelle primissime fasi delperiodo post-operatorio o meglio ancora, durante <strong>il</strong> periodopre-operatorio, con un’opera di informazione e di adeguatoorientamento che deve essere svolta dal chirurgo edall’infermiere stomaterapista. Infatti, mentrel’atteggiamento circa i rapporti fam<strong>il</strong>iari nel paziente evolvea seconda dell’andamento dell’adattamento, tra i fam<strong>il</strong>iariun eventuale modifica di tale atteggiamento appare pocoprobab<strong>il</strong>e e rimane pressoché fissato secondo le modal<strong>it</strong>àiniziali.30


Risposta emotivaLa risposta emotiva dei fam<strong>il</strong>iari appare differenterispetto a quella dei pazienti.Infatti si ha una diminuzionedella depressione e del rifiuto iniziali con <strong>il</strong> progredire delperiodo post-operatorio e aumentano d’altra parte in ugualmodo sia l’indifferenza che l’accettazione.Rapporti sociali e di lavoroPer quanto riguarda i rapporti con gli altri e conl’ambiente di lavoro si assiste dopo <strong>il</strong> periodo iniziale postoperatorioad una ripresa che è sufficientemente elevata perquanto riguarda i rapporti lavorativi (solo <strong>il</strong> 15% circa deipazienti riferisce di avere abbandonato <strong>il</strong> lavoro anche dopopiù di un anno dall’intervento) mentre per quanto riguarda irapporti sociali vi è una ripresa, ma non completa (circa <strong>il</strong>30% dei pazienti afferma di aver diminu<strong>it</strong>o i rapporti socialianche ad oltre un anno dall’intervento). Tale modificazionedei rapporti sociali è soprattutto dovuta ad una riduzione deirapporti extrafam<strong>il</strong>iari rispetto a quelli con i fam<strong>il</strong>iari.Attiv<strong>it</strong>à sessualeUn’altra area di particolare problematizzazione cherimane pressoché stab<strong>il</strong>e anche dopo oltre un annodall’intervento, è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a dall’attiv<strong>it</strong>à sessuale che risultasostanzialmente modificata, ridotta o assente nel 40% deipazienti.31


Stima di séLa cr<strong>it</strong>ic<strong>it</strong>à dell’adattamento post-operatorio viene ancheevidenziata dall’andamento della valutazione soggettiva chei pazienti danno di se stessi durante <strong>il</strong> periodo postoperatorio.Se da un lato i pazienti si ab<strong>it</strong>uano a piùappropriate ab<strong>it</strong>udini igieniche personali e di v<strong>it</strong>a quotidianae ad una migliore ut<strong>il</strong>izzazione della protesi, riacquistandocosì un sufficiente grado di autonomia ed efficienza nellavoro e nelle attiv<strong>it</strong>à quotidiane, d’altro lato tale recuperonon è mai completo e passata la reazione catastroficainiziale, spesso favor<strong>it</strong>a da una mancata informazione epreparazione prima dell’intervento, resta un residuo senso divalutazione pessimistica ed un senso svalutativo nei riguardidella propria condizione personale.Ab<strong>it</strong>udini igienicheUn’analisi più dettagliata delle problematiche relativealle ab<strong>it</strong>udini igieniche personali evidenzia che esse sonosostanzialmente ricollegate dai pazienti alla mancanza diadeguata preparazione e informazione, aspetto questo delprocesso di riab<strong>il</strong><strong>it</strong>azione che non dovrebbe esaurirsi conuna più o meno episodica e superficiale spiegazioneeffettuata in reparto sub<strong>it</strong>o dopo l’intervento operatorio.In effetti le conseguenze di un’efficiente guida e di unorientamento diventano più evidenti e più prevalenti proprionel periodo post-operatorio iniziale. Allorché <strong>il</strong> paziente s<strong>it</strong>rova a dover fronteggiare in maniera spesso inaspettata unaserie di s<strong>it</strong>uazioni di v<strong>it</strong>a reale alle quali non sa far fronte inmodo autonomo. Nei primi tre mesi circa la metà dei32


paziente riferisce di essere stata in grado di modificare leproprie ab<strong>it</strong>udini igieniche personali. L’altra metà invecepresenta maggiori difficoltà, anche perché, in mancanza diun intervento di guida dall’esterno, è molto diffic<strong>il</strong>e per essiriuscire con i propri mezzi a sapersi organizzare in modoefficace.33


CAPITOLO 5GESTIONE INFERMIERISTICA DEIPROBLEMI PSICOLOGICI RELATIVIALL’UROSTOMIAIl nursing oggi si è orientato verso una visione olisticadelle problematiche relative all’aspetto psicologico. Per ipazienti urostomizzati ci sono diverse aree in cui prendere inconsiderazione gli ovvi cambiamenti fisici e i problemi chequesti potrebbero comportare. Il bagaglio culturale delpaziente gioca un <strong>ruolo</strong> importante, comprese le suecredenze personali, le sue percezioni, <strong>il</strong> modo dicomportarsi di fronte alla malattia e al dolore.I pazienti che necess<strong>it</strong>ano di una urostomia sonosol<strong>it</strong>amente di età superiore ai 50 anni circa; è stimato che cisono circa 7000 persone portatrici di urostomia e altre 1000operate ogni anno.Inoltre è stimato che più del 20% di questi pazientipresenteranno dei sintomi psicologici nel post-operatorio.Questi sintomi variano dall’ansietà fino alla depressione.L’infermiere può spesso identificare i problemi preoperatorie i pazienti possono discutere con lostomaterapista per risolvere alcune delle loro paure.La gestione infermieristica dei problemi relativi allagestione dell’urostomia può essere più difficoltosa quandoci si trova di fronte a 2 categorie di pazienti: gli anziani e lepersone appartenenti a gruppi etnici minor<strong>it</strong>ari. Per quantoriguarda gli anziani ci sono diversi problemi da affrontare,34


sia riguardo alla v<strong>it</strong>a quotidiana che all’accettazionedell’immagine corporea.Alcune patologie che possono essere presentinell’anziano (Alzheimer, Parkinson, incidenticerebrovascolari, vista diminu<strong>it</strong>a) aumentano le difficoltàpratiche e cogn<strong>it</strong>ive. Alcuni dei problemi immediati chel’infermiere può incontrare nel prendersi cura delle personeanziane è l’aumentata paura di dipendenza e la mancataaccettazione del paziente da parte dei fam<strong>il</strong>iari. Non bisognamai dare per scontato che <strong>il</strong> partner si prenderàautomaticamente cura della stomia se <strong>il</strong> paziente non è ingrado di farlo da sé. La s<strong>it</strong>uazione può essere pienamentediscussa col partner in anticipo; spesso un aiuto guidato daiservizi sociali può aiutare un anziano portatore di urostomia.Questo può includere vis<strong>it</strong>e domic<strong>il</strong>iari effettuate da unterapista.Per quanto riguarda la società multiculturale in cui gliinfermieri lavorano, questi devono essere in grado diriconoscere i valori, le credenze e le pratiche san<strong>it</strong>arie dipersone di differenti culture. Alcuni pazienti appartenenti agruppi etnici minor<strong>it</strong>ari hanno costumi e religioni chepotrebbero influenzare <strong>il</strong> loro modo di percepire le cure.Ad esempio, i pazienti musulmani che seguono lareligione dell’Islam e <strong>il</strong> libro sacro, <strong>il</strong> Corano, si aspettanodi pregare ogni giorno ogni 5 ore; durante la preghiera essidevono eseguire un bagno r<strong>it</strong>uale conosciuto come alwadhu.Il bagno significa pulizia del corpo dentro e fuori equesto può rivelare un’area di dissonanza cogn<strong>it</strong>iva per <strong>il</strong>musulmano portatore di stomia. Il paziente deve avere35


un’apparecchiatura pul<strong>it</strong>a a ogni preghiera, quindi unsistema a 2 pezzi è <strong>il</strong> più indicato perché permette dicambiare <strong>il</strong> sacchetto sette volte al giorno senza doverstaccare la placca dalla cute.Identificazione dei problemi psicologiciLa conoscenza dei fattori associati alla morbos<strong>it</strong>àpsicologica può aiutare gli infermieri a identificareprecocemente i problemi psicologici tra i pazientiparticolarmente a rischio. L’accertamento infermieristicopotrebbe quindi mirare a proteggere questi pazienti nel preoperatorio.Alcuni infermieri possono sentirsi a disagionell’investigare sulla storia di problemi di salute mentale deipazienti; domande quali “è mai stato turbato da sensazionidi ansietà, nervosismo o depressione?” possono mettere adisagio l’infermiere. Tuttavia essi possono trovare dellealternative, magari ut<strong>il</strong>izzando una terminologia menodiretta, come “voglio aiutarla a rendere <strong>il</strong> suo ricovero postoperatoriopiù completo possib<strong>il</strong>e, quindi sarebbe ut<strong>il</strong>e perme saper se ha mai sofferto di nervosismo o depressione”.Pazienti con un passato psichiatrico possono discuterecon un membro del team infermieristico se credono che cisono particolari aspetti dell’intervento che potrebberoaumentare <strong>il</strong> rischio di ricadute. L’identificazione preoperaroriadei fattori di rischio in questo modo, significa cheparticolari pazienti possono essere segu<strong>it</strong>i nel postoperatorioper accertare l’insorgenza di problemipsicologici.36


Lo screening pre-operatorio può anche mirare adaccertare <strong>il</strong> grado di soddisfazione del paziente riguardo alleinformazioni forn<strong>it</strong>egli. L’insoddisfazione sembraaumentare particolarmente <strong>il</strong> rischio di insorgenza diproblemi psicologici nel post-operatorio; se la fontedell’insoddisfazione può essere identificata sarà possib<strong>il</strong>eper lo staff medico e infermieristico effettuare delle strategiepreventive. Inoltre è importante che tutti i membri dellostaff siano a conoscenza dei bisogni dei pazientiparticolarmente a rischio, per poter fornire un’assistenza <strong>il</strong>più possib<strong>il</strong>e adeguata.Sebbene sia possib<strong>il</strong>e identificare segni e sintomi, puòessere diffic<strong>il</strong>e per lo staff infermieristico distinguerecaratteristiche che fanno parte di un disordine mentale dacaratteristiche proprie di reazioni che fanno parte delnormale adattamento. La differenza è evidente invece neltrattamento: mentre i primi sono trattatifarmacologicamente, i secondi necess<strong>it</strong>ano di supportogenerale. Questi pazienti possono essere aiutati a capire <strong>il</strong>loro modo di adattarsi al cambiamento attraverso ab<strong>il</strong><strong>it</strong>à dicounselling generale, cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o principalmente dallacapac<strong>it</strong>à di ascoltare e riflettere.Strategie per gestire le preoccupazioni dei pazientiQueste strategie sono basate sulla letteraturaconcernente sia l’adattamento psicologico alla chirurgiadello stoma, che le strategie cogn<strong>it</strong>ivo-comportamentali perproblemi psicologici.37


- Soddisfazione del paziente. E’ basata sulla convinzioneche aumentare la soddisfazione tram<strong>it</strong>e l’informazione puòconferire un effetto protettivo e minimizzare i problemipsicologici post-operatori. I pazienti possono accertare laloro soddisfazione per le informazioni ricevute, scrivendo iproblemi e le risposte che essi stessi avrebbero piacere dirisolvere.- Pianificazione avanzata. Alcuni paziente possono esserepreoccupati per la possib<strong>il</strong><strong>it</strong>à di incontrare problemi infuturo e non essere in grado di vederne una soluzione. Unatecnica che può essere usata è quella di inv<strong>it</strong>are <strong>il</strong> paziente apensare e descrivere con termini concreti una s<strong>it</strong>uazionepotenziale. Un esempio di s<strong>it</strong>uazione potrebbe essere:”Potrei vivere un momento terrib<strong>il</strong>e se sono da un mio amico;la mia stomia potrebbe perdere e la gente ridere di me”. Aquesto punto l’infermiere è in grado di collaborare con <strong>il</strong>paziente per escog<strong>it</strong>are possib<strong>il</strong>i soluzioni. Il problemapotenziale potrebbe anche non comparire e far scoprire alpaziente la sua tendenza a vedere <strong>il</strong> futuro in modo negativo.- Adattamento graduale. Molti soggetti sv<strong>il</strong>uppano unprocesso di adattamento alla chirurgia graduale. Secondoquesta tecnica <strong>il</strong> paziente è sottoposto ad affrontare diversistage nei quali sono riportate le principali s<strong>it</strong>uazioni di v<strong>it</strong>ache egli dovrà affrontare una volta dimesso. Il successo diquesta tecnica è la ripetizione di ogni passo fino a che <strong>il</strong>paziente si sente confortato abbastanza per procedere nellostage successivo. Alcuni pazienti amano coinvolgere lafamiglia in questa graduale esposizione e gradualmentelavorare per farcela da soli.38


CAPITOLO 6POSSIBILI COMPLICANZE E RELATIVAPREVENZIONE E TRATTAMENTO:IL RUOLO DELL’INFERMIERE.L’intervento di confezionamento di un’urostomiacomporta, come qualsiasi tipo di intervento chirurgico, lapossib<strong>il</strong><strong>it</strong>à di insorgenza di complicanze stomali. Purtroppo,per quanto riguarda questo tipo di intervento, esiste un tassodi complicanze molto elevato: nelle casistiche piùaccred<strong>it</strong>ate arriva fino al 30%, <strong>il</strong> che significa che unostomizzato su tre presenta una stomia che funziona male. Lecomplicanze post-operatorie sono le stesse sia per leurostomie, soprattutto per le ureterocutaneostomie, che perle enterostomie.Considerando che le complicanze sono spesso legate aduna tecnica chirurgica non corretta, la prevenzione iniziaproprio con la sensib<strong>il</strong>izzazione sull’importanza del disegnopre-operatorio.Complicanze precociPer quanto riguarda le complicanze precoci nelleurostomie si verificano più frequentemente retrazione,alterazioni della giunzione muco-cutanea e stenosi.39


Retrazione:si intende l’affondamento della mucosa stomale al di sottodel piano cutaneo. Può essere siaprecoce che tardiva e riconosce comefattori causali rispettivamente:precoce, errata tecnica chirurgica etardiva, errata mob<strong>il</strong>izzazionedell’ansa intestinale con eventuale aumento del tessutoadiposo addominale del paziente. Il processo di retrazioneinizia sol<strong>it</strong>amente nell’immediato post-operatorio e può inbreve tempo arrestarsi, nel caso la fissazione visceroparietalesia stata esegu<strong>it</strong>a correttamente; in caso contrario <strong>il</strong>viscere può staccarsi completamente dalla pareteaddominale. Il trattamento è in genere di tipo stomaterapico,riservando la correzione chirurgica alla comparsa di lesionigravi o stenosi secondarie. La stomaterapia consistenell’ut<strong>il</strong>izzo di placche convesse e anelli convessi cheapplicati all’interno della placca , favorisconol’abbassamento del piano cutaneo e l’esteriorizzazione diquello mucoso.Alterazioni della giunzione muco-cutanea: sono cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>edal sanguinamento, dalle fistole (superficiali e profonde) masoprattutto da distacco. Esso è un r<strong>it</strong>ardo dellacicatrizzazione tra cute e mucosa causato da vari fattori, tra iquali si possono annoverare l’errata tecnica chirurgica nelconfezionamento della stomia, la rimozione precoce deipunti di sutura, la macerazione del bordo da cattiva40


apparecchiatura, la trazione da cambio frequente dellaplacca. La cicatrizzazione viene favor<strong>it</strong>a dall’applicazione diidrocolloidi, di pasta barriera e di protesi appropriate.Stenosi: raramente si presenta precocemente e comparequasi sempre a livello cutaneo; è causa della necrosi e dellaretrazione della stomia. Per stenosi si intende la riduzioneanelastica del calibro dello stoma tale da compromettere unanormale funzione evacuativa.Complicanze tardiveA partire dal 15° giorno dopo <strong>il</strong> confezionamento di unaurostomia, inizia <strong>il</strong> cosiddetto periodo post-operatoriotardivo; tale periodo viene frequentemente complicato dauno o più eventi patologici, di ent<strong>it</strong>à spesso lieve e daltrattamento semplice, ma talora gravi al punto da doveroptare per una completa revisione chirurgica della stomiastessa, fino alla sua completa trasposizione in altra sede.La comparsa di tali complicanze è favor<strong>it</strong>a da molteplicifattori che singolarmente o in associazione, determinanodelle alterazioni alla struttura anatomica dell’apparatostomale e conseguentemente della sua fisiologia, mettendocosì a rischio l’intero processo riab<strong>il</strong><strong>it</strong>ativo, impedendo difatto la corretta apparecchiatura della stomia.Ecco che alla formazione di complicanze tardiveconcorreranno quindi le condizioni del paziente, la sua età,la malattia di base, l’accettazione psicologica o meno dellastomia, le altre patologie concom<strong>it</strong>anti, <strong>il</strong> correttoposizionamento della stomia, la gestione più o meno41


corretta delle varie procedure igieniche e stomaterapiche,fattori sociali, fam<strong>il</strong>iari, religiosi e culturali.Le complicanze stomali tardive sono: retrazione, stenosi,prolasso, ernia parastomale e dermat<strong>it</strong>i peristomali.Per quanto riguarda la stenosi in fase tardiva, essa è tale daridurre o impedire la fuoriusc<strong>it</strong>a di urina con conseguenteidronefrosi. Le cateterizzazioni possono rappresentare unavalida alternativa alla correzione chirurgica sebbene abbianoeffetti di breve durata. Come meccanismo patogeneticoall’origine della stenosi, è quasi costantemente identificab<strong>il</strong>ela formazione di tessuto di granulazione in esubero e laconseguente intensa reazione cicatriziale dei tessutiperistomali. Inoltre un’inadeguata valutazioneintraoperatoria della vascolarizzazione del tratto intestinaleprescelto per <strong>il</strong> confezionamento della stomia può portare afenomeni di ischemia con i suddetti es<strong>it</strong>i cicatriziali.Il prolasso consiste nella protrusione anomala dell’ansaabboccata alla cute; può essere totale, se comprende tutti glistrati della parete intestinale o parziale, se comprende solola mucosa. L’abnorme lass<strong>it</strong>à tissutale individuale, <strong>il</strong>malposizionamento o una tecnica chirurgica errata (conbreccia fasciale troppo ampia), un<strong>it</strong>i all’eccessivo aumentodella pressione addominale (tosse, vom<strong>it</strong>o), rappresentano lecause determinanti l’insorgenza di questa frequentepatologia che tende progressivamente a renderel’apparecchiatura sempre più difficoltosa, causando a suavolta altre complicanze quali dermat<strong>it</strong>i, strozzamento,necrosi, ecc… L’apparecchiatura va fatta con presidiatraumatici con flangia a protezione totale e <strong>il</strong> foro della42


sacca deve essere almeno un centimetro più largo rispetto aldiametro della stomia. E’ opportuno apparecchiarsi dadistesi e usare applicazioni fredde per ridurre la congestione.L’ernia parastomale è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a dalla dislocazionedell’ansa intestinale dal piano fasciale, in corrispondenza diuna stomia. Il paziente sipresentacon un gonfiore di variaent<strong>it</strong>à che si accentua dalclino- all’ortostatismo, conla flessione anteriore del tronco e con la tosse. Localmentevi è la difficoltà di apparecchiare la stomia, specie seconcom<strong>it</strong>a un prolasso della stessa e l’insorgenza dicomplicanze come le irr<strong>it</strong>azioni cutanee. Per quantoriguarda l’apparecchiatura, possono essere ut<strong>il</strong>izzate dellepancere con un orifizio confezionato su misura e sacche diraccolta con cinta.Le dermat<strong>it</strong>i peristomali sono senz’altro lecomplicanze più frequenti, e possono raggiungere stadi digrav<strong>it</strong>à tali da rendere necessario <strong>il</strong> riconfezionamentochirurgico. Pur essendo considerate delle patologie“minori”, spesso determinano gravi problemi sia fisici chepsicologici, in quanto ostacolano l’adeguata gestione dellastomia e l’attuazione dei protocolli riab<strong>il</strong><strong>it</strong>ativi, peggiorandola qual<strong>it</strong>à di v<strong>it</strong>a e determinando una ulteriore causa didepressione per <strong>il</strong> paziente. Pertanto necess<strong>it</strong>ano di uncorretto inquadramento, un rapido trattamento e laddove èpossib<strong>il</strong>e, un’attenta prevenzione.43


Le dermat<strong>it</strong>i riconoscono molteplici cause e possonoessere determinate da agenti di varia natura. Possono esseresu base infettiva e quindi sostenute da virus, batteri ofunghi. In tutti questi casi <strong>il</strong> trattamento è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dallarisoluzione della patologia di base e dalla specifica terapia,condotta sia a livello locale che sistemico.Le dermat<strong>it</strong>i peristomali di maggior riscontro sonoriconducib<strong>il</strong>i, da un punto di vista eziopatogenetico, a tretipi principali:1. di natura allergica, cosiddetta “da contatto”. Sono dovuteall’impiego di materiale protesico al quale i pazientirisultano allergici, sensib<strong>il</strong>i o intolleranti2. da agenti irr<strong>it</strong>anti. Sono determinate dall’effetto lesivo edirr<strong>it</strong>ante delle deiezioni a contatto con la cute peristomale3. da errato stoma-care. Dovute all’errata scelta di modal<strong>it</strong>à emateriali per l’igiene dello stomaNel gruppo delle dermat<strong>it</strong>i “da contatto” rientrano ledermat<strong>it</strong>i sostenute da un errato impiego dei materiali.Bisogna sempre ricordare che ciascun paziente ha unapropria e particolare sensib<strong>il</strong><strong>it</strong>à cutanea e non sempre <strong>il</strong>primo presidio ut<strong>il</strong>izzato può essere quello idoneo. Si puòinfatti sv<strong>il</strong>uppare un’allergia sia a breve che a lungotermine. Nell’immediato post-operatorio <strong>il</strong> paziente deveavere a disposizione una vasta gamma di prodotti, tra lorodiversi, per poter provare e trovare <strong>il</strong> presidio più idoneoalla propria cute, maneggevole e non irr<strong>it</strong>ante. Lo stessofenomeno si può verificare in un paziente stomizzato ormaida tempo, che abbia impiegato sempre lo stesso tipo dipresidio ed improvvisamente sv<strong>il</strong>uppi una dermat<strong>it</strong>e.44


Nelle dermat<strong>it</strong>i da agenti irr<strong>it</strong>anti le principali cause sono:Dermat<strong>it</strong>e su erniaparastomaleerrato posizionamento chirurgico e la presenza di altrepatologie stomali come ernia, prolasso stenosi e retrazione.Se la stomia è posizionata in prossim<strong>it</strong>à di salienze ossee,cicatrici, punti di aggancio di cinture, pieghi cutanee, èmolto difficoltosa la perfetta aderenza della placca alla cutecon possib<strong>il</strong><strong>it</strong>à quindi di inf<strong>il</strong>trazione di urine e distaccodella placca con conseguente irr<strong>it</strong>azione. Ciò comporta per <strong>il</strong>paziente la necess<strong>it</strong>à di continui e frequenti cambi di pacca,con microtraumatismi da strappamento che determinano <strong>il</strong>danno. La presenza di altre patologie stomali è anch’essafonte di possib<strong>il</strong>i dermat<strong>it</strong>i. La presenza di un’ernia, più omeno voluminosa, non consente l’aderenza della placca equindi favorisce <strong>il</strong> frequente distacco della stessa e <strong>il</strong>contatto diretto della cute con le urine e <strong>il</strong> cambio continuo.I prolassi sono senza dubbio un fattore di irr<strong>it</strong>azione. Ilpaziente r<strong>it</strong>aglia la placca secondo <strong>il</strong> diametro dell’ansaintestinale prolassata, che è superiore al suo punto di entrata45


nella cute. In questo modo le urine vengono sempre acontatto con la cute, che si irr<strong>it</strong>a. La retrazione pone lastomia in un piano inferiore rispetto a quello cutaneo,creando un dislivello responsab<strong>il</strong>e della continuainf<strong>il</strong>trazione del materiale urinario e del suo contatto con lacute.Le dermat<strong>it</strong>i da errato stoma-care sono le più numerose.L’igiene peristomale, se mal condotta, rappresenta unafrequente causa di dermat<strong>it</strong>e. Per molto tempo è stataconvinzione comune che la cute peristomale e la stomiaandassero trattate come una fer<strong>it</strong>a e avessero pertantobisogno, per la detersione, di sostanze quali l’etere, l’acquaossigenata, l’alcool e lo iodio. Per fortuna attualmente sonomolto rari i casi in cui si osserva l’uso di queste sostanze peruna sede che normalmente necess<strong>it</strong>a per la detersione solo diacqua tiepida e blandi detergenti e saponi neutri. Inoltrel’ut<strong>il</strong>izzo di materiali monouso previene l’insorgenza didermat<strong>it</strong>i in quanto non permette, come ad esempio laspugna, la colonizzazione batterica.Per quanto riguarda le manifestazioni cliniche delledermat<strong>it</strong>i, si possono avere diversi gradi di grav<strong>it</strong>à:- semplice er<strong>it</strong>ema cutaneo- er<strong>it</strong>ema con erosioni superficiali- er<strong>it</strong>ema con ulcerazioni e perd<strong>it</strong>a di materiale siero-ematico- er<strong>it</strong>ema con vescicole ripiene di siero- er<strong>it</strong>ema con sovrainfezione batterica o micoticaLa sintomatologia varia in base alla grav<strong>it</strong>à e sicaratterizza soprattutto per <strong>il</strong> bruciore, <strong>il</strong> prur<strong>it</strong>o, <strong>il</strong>sanguinamento e <strong>il</strong> dolore in sede peristomale.46


Il trattamento delle dermat<strong>it</strong>i prevede accorgimenti divario tipo:1. immediato allontanamento dalla fonte di irr<strong>it</strong>azione esost<strong>it</strong>uzione del tipo di presidio2. ist<strong>it</strong>uzione di un’adeguata igiene locale3. corretto apparecchiamento: si deve r<strong>it</strong>agliare <strong>il</strong> foro dellaplacca secondo l’esatto diametro dello stoma ed è erroremolto diffuso tra i pazienti praticare fori con diametrimaggiori per <strong>il</strong> timore che le urine non si depos<strong>it</strong>inoall’interno del sacchetto4. impiego di f<strong>il</strong>m protettivi, paste o creme barriera e senecessario antibiotici sotto forma di gel ed antimicotic<strong>il</strong>ocali5. sospensione di qualsiasi trattamento farmacologico topicor<strong>it</strong>enuto non idoneo6. correzione chirurgica della patologia stomale associataBisogna infine ricordare che ogni patologia stomale puòessere anche sostenuta e mantenuta da s<strong>it</strong>uazioni diimmunodepressione, iponutrizione, terapie concom<strong>it</strong>anti eda difficoltà personali di comprensione e manual<strong>it</strong>à, che nonconsentono l’esecuzione di un corretto stoma-care.La presenza di una patologia stomale peggiora sempre lav<strong>it</strong>a del paziente e pregiudica la corretta ed efficaceattuazione del processo riab<strong>il</strong><strong>it</strong>ativo.47


CAPITOLO 7I DIRITTI DELLO STOMIZZATO:PRINCIPALI NORMATIVESuperata la fase chirurgica, gli urostomizzati devonoavere la forza d’animo di non fermarsi tra le mura di unasala operatoria, ma con un gesto d’amore devono superare lavergogna, l’isolamento e la diffusa cultura del “non farsapere”. Il voler nascondere a tutti i costi <strong>il</strong> proprio disagio ele nuove condizioni di v<strong>it</strong>a, certamente non giovaall’aggregazione sociale ed alle possib<strong>il</strong>i soluzioni delproblema.Durante le vis<strong>it</strong>e mediche collegiali bisogna esternare ipropri disagi e necess<strong>it</strong>à, chiedendo da un lato maggioreattenzione e dall’altro leggi ad hoc ai differentirappresentanti pol<strong>it</strong>ici. Infatti spesso le leggi soffrono dicarenze espos<strong>it</strong>ive che portano ad una disomogeneaapplicazione delle stesse da regione a regione, da ASL adASL.Tra le più importanti normative riguardanti la tutela e lariab<strong>il</strong><strong>it</strong>azione dei disab<strong>il</strong>i vi sono la 833/78, ist<strong>it</strong>utiva delSSN e la Lettera-Circolare del Ministro della San<strong>it</strong>à,n°100/SCPS del 5/8/97.Secondo la 833/78 l’ASL provvede alla riab<strong>il</strong><strong>it</strong>azione,ad erogare prestazioni di prevenzione e cura. In particolarel’art.26 prevede che “le prestazioni san<strong>it</strong>arie dirette alrecupero funzionale e sociale dei soggetti affetti daminorazione fisiche, psichiche e sensoriali, sono erogate48


dalle ASL attraverso i propri servizi. Sono altresì garant<strong>it</strong>ele prestazioni protesiche”.Secondo la Lettera-Circolare, al fine di garantire aglistomizzati una “migliore qual<strong>it</strong>à della v<strong>it</strong>a”, le protesi, insintonia con la normativa europea, devono possedere leseguenti principali caratteristiche:- essere confortevoli- essere maneggevoli- essere resistenti e leggere- non devono essere chimicamente dannose alla salute- devono essere compatib<strong>il</strong>i con l’epidermide- devono agevolare al massimo la libertà personale dispostamento- senza irr<strong>it</strong>are devono avere una buona tenutasull’epidermide- devono garantire la massima igiene- devono garantire la massima sicurezza- non devono essere maleodoranti49


CAPITOLO 8VITA CONTINUA: UN’ASSOCIAZIONE INAIUTO AGLI UROSTOMIZZATIL’associazione V<strong>it</strong>a Continua è un’associazione diut<strong>il</strong><strong>it</strong>à senza scopo di lucro che persegue final<strong>it</strong>à disolidarietà sociale, assistenza sociale e socio-san<strong>it</strong>aria.Essa è nata nel 1999 dall’esperienza diretta di chi, inprima persona, ha sperimentato su di sé le problematicherelative ad un intervento chirurgico di cistectomia pertumore vescicole o di prostatectomia radicale. Infatt<strong>il</strong>’associazione è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a oltre che da un presidente e da unvice-presidente, da tutte quelle persone che hanno sub<strong>it</strong>oquesto tipo di intervento.V<strong>it</strong>a Continua svolge un’intensa attiv<strong>it</strong>à di assistenzasocio-san<strong>it</strong>aria al malato uro-oncologico, sia in fase preoperatoria,tram<strong>it</strong>e assistenza specifica ed organizzazionedel percorso diagnostico-strumentale e di laboratorio, sia infase post-operatoria, per quanto riguarda <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o medicoinfermieristicoe in generale l’aspetto psicologico legato allaripresa di una v<strong>it</strong>a normale.I problemi sottoposti all’attenzione dei volontari di V<strong>it</strong>aContinua sono soprattutto di natura psicologica; si pensi adun soggetto giovane, con i suoi progetti, le ab<strong>it</strong>udini di ognigiorno, che di punto in bianco viene messo di fronte ad unas<strong>it</strong>uazione “catastrofica” quale è <strong>il</strong> tumore. Egli subisce uncrollo psicologico, cadendo in un baratro apparentementesenza fine.50


La prospettiva di non poter più condurre una normalev<strong>it</strong>a sessuale, è la problematica di maggior riscontro. Infatti,durante l’intervento chirurgico, vengono inev<strong>it</strong>ab<strong>il</strong>menteresecati i nervi erettori.La funzione di V<strong>it</strong>a Continua in questi casi è di <strong>il</strong>lustrareal paiente le alternative che, grazie alla ricerca, permettono<strong>il</strong> recupero di una v<strong>it</strong>a sessuale normale. Esistono duealternative principali:1. <strong>il</strong> paziente prima di iniziare <strong>il</strong> rapporto sessuale si praticauna iniezione sottocutanea nei corpi cavernosi del pene diun farmaco vasod<strong>il</strong>atatore (prostaglandina). Questo permettel’erezione del pene per una durata di circa 2-4 ore.2. al paziente viene inser<strong>it</strong>a chirurgicamente una protesiall’interno del pene; tram<strong>it</strong>e un “interruttore” posto nelloscroto questa può essere azionata protesi per ottenerel’erezioneL’attiv<strong>it</strong>à di assistenza socio-san<strong>it</strong>aria è svolta anchetram<strong>it</strong>e colloqui collettivi con una psicologa-sessuologa; inquesti gruppi viene coinvolto sempre <strong>il</strong> partner. Durantequesti colloqui ogni paziente parla dei propri problemi e siconfronta con gli altri pazienti per cercare una possib<strong>il</strong>esoluzione.Questa associazione si occupa anche di prevenzione:grazie ad una campagna informativa sulla macroemataturiaè riusc<strong>it</strong>a nel 2001 a smistare 400 nuovi pazienti, a cuihanno fatto segu<strong>it</strong>o 14 ricoveri per cistectomia oprostatectomia. Quattordici persone che oggi possonor<strong>it</strong>ornare a vivere.51


CONCLUSIONINella stesura di questa tesi ho potuto appurarel’importanza del <strong>ruolo</strong> svolto dall’infermiere. In unas<strong>it</strong>uazione così particolare, come l’essere portatori diurostomia, l’infermiere diventa un punto di riferimento siaper quanto riguarda l’aspetto tecnico della gestionedell’urostomia, sia sotto l’aspetto relazionale.Da questo approfondimento è emersa la notevoleimportanza rivest<strong>it</strong>a dal disegno pre-operatorio, senza <strong>il</strong>quale <strong>il</strong> paziente rischia di dover affrontare numerosecomplicanze nel post-operatorio; <strong>il</strong> malposizionamento puòportare infatti a una cattiva qual<strong>it</strong>à di v<strong>it</strong>a, e adun’aumentata probab<strong>il</strong><strong>it</strong>à di sv<strong>il</strong>uppo di patologie stomaliquali retrazione, stenosi, dermat<strong>it</strong>i, ernia e prolassoperistomale.Altro aspetto molto importante è l’informazione preoperatoria;dalla letteratura è infatti evidente l’aumentodell’insorgenza di problemi psicologici e gestionali inpazienti che non hanno ricevuto un’adeguata informazione.L’infermiere assume una posizione r<strong>il</strong>evante instaurandoun rapporto di fiducia col paziente e può essere moltod’aiuto nel chiarire tutti gli eventuali dubbi e preoccupazionie nell’istruire correttamente <strong>il</strong> paziente, e l’ipotetico caregiver,riguardo la gestione dell’urostomia.52


BIBLIOGRAFIA_ Autori: F<strong>il</strong>ippo La TorreT<strong>it</strong>olo: Nuovo trattato delle stomieCasa Ed<strong>it</strong>rice: Scientifica InternazionaleAnno di pubblicazione 2002Cap<strong>it</strong>olo 5: “Gli stomi: definizione, classificazione epatologia stomale”; autori Iavarone, Forte; pag.134-144Cap<strong>it</strong>olo 9: “Complicanze delle stomie cutanee”; autoriLandolfi, Di Grezia, Di Nardo, D’Alelio, Brescia, Scala;pag: 157-165Cap<strong>it</strong>olo 10: “Retrazione e stenosi delle stomie”; autoriCrepelio, De Murtas; pag. 167-171Cap<strong>it</strong>olo 11 : “ Le dermat<strong>it</strong>i peristomali “ ; autoriNicolai ; pag. 173-179Cap<strong>it</strong>olo 13: “L’ernia parastomale e <strong>il</strong> prolasso stomale”;autori Mancini; pag. 187-190/192-193Cap<strong>it</strong>olo 18: “La stomaterapia, i materiali e i consigli perl’uso”; autori La Torre; pag. 259-264Cap<strong>it</strong>olo 22: “Aspetti psicologici e comportamentali delpaziente stomizzato e della sua riab<strong>il</strong><strong>it</strong>azione”; autoriFioravanti, Gualano, Lazzari; pag. 329-339Cap<strong>it</strong>olo 32: “I dir<strong>it</strong>ti dello atomizzato”; autoriDiomede; pag. 443-44653


_ Autore: Graham SamT<strong>it</strong>olo: Chirurgia UrologiaCasa Ed<strong>it</strong>rice: Antonio Delfino Ed<strong>it</strong>orialeAnno di pubblicazione 2000Cap<strong>it</strong>olo 14; pag. 3156-3158/3177-3180/3182-3183_ Rivista: Nursing StandardVolume 12 (36)T<strong>it</strong>olo: “Psicological management of stoma-relatedconcerns”27 maggio- 3 giugno 1998; pag. 35-38_ Rivista: Nursing StandardVolume 14 (41)T<strong>it</strong>olo: “Practical Stoma Care”28 giugno 2000; pag. 47-55_ Rivista: RNVolume 63 (11)T<strong>it</strong>olo: “A practical ostomy guide”Autore: Julia ThompsonNovembre 2000; pag. 61-64/66-68_ Rivista: American Journal of NursingVolume 97 (7)T<strong>it</strong>olo: “Essential elements of ostomy care”Autori: Bradley Marianne, Pupiales MagdalenaLuglio 1997; pag. 38-4554


_S<strong>it</strong>o: http://www.gol.grosseto.<strong>it</strong>/urologia/derurest.htmT<strong>it</strong>olo: “ Guida pratica per <strong>il</strong> paziente urostomizzato”Autori: Marosi, Paciotti, Bellia_ Depliant informativo: Stoma-care: la gestionedell’urostomia.Disponib<strong>il</strong>e presso Ambulatorio A.I.STOM., OspedaleMaggiore S.Giovanni Battista, Molinette_ Autori: Francesco DiomedeT<strong>it</strong>olo: “I dir<strong>it</strong>ti dello atomizzato”Casa Ed<strong>it</strong>rice: Segreteria Nazionale A.I.STOM.Novembre 2000_ Opuscolo informativo: “Conoscere le procedureamministrative”Forn<strong>it</strong>o da Convatec, disponib<strong>il</strong>e presso AmbulatorioA.I.STOM., Ospedale Maggiore S.Giovanni Battista,Molinette55

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