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Il mito e la leggenda - Istituto Scolastico Comprensivo Lorenzo Lotto ...

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di:MavalePERCORSI DIDATTICI<strong>Il</strong> <strong>mito</strong> e <strong>la</strong> <strong>leggenda</strong>scuo<strong>la</strong>:Cremonaarea tematica:Lingua italianapensato per: 8 - 11 anni scheda n°: 1INDICATORE DI COMPETENZA: leggere e comprendere testi di diverso tipoTIPOLOGIA TESTUALE: il <strong>mito</strong> e <strong>la</strong> <strong>leggenda</strong>.TEMPI: 6 ore circa.PERCORSO DIDATTICO:- Lettura testi tipo: LA NOTTE E IL GIORNO da I MITI DEL NORD, ed. Acquerelli (scheda)- Individuazione delle caratteristiche del <strong>mito</strong> (scheda)- Lettura testi tipo: PERCHÉ L’ORSO HA LA CODA MOZZA di P. C. Asbjornsen- J.Moe, FIABENORVEGESI, Einaudi ed. (scheda)- Individuazione delle caratteristiche del<strong>la</strong> <strong>leggenda</strong> (scheda)- Lettura e individuazione delle caratteristiche di un <strong>mito</strong> (scheda)- Lettura e individuazione delle caratteristiche di una <strong>leggenda</strong> (scheda)- Esercitazione per riconoscere ed individuare le caratteristiche del <strong>mito</strong> e del<strong>la</strong> <strong>leggenda</strong> (schede):1. il <strong>mito</strong> di RE MIDA (da MITI E LEGGENDE DA TUTTO IL MONDO, di A. Pillino, Val<strong>la</strong>rdi I.G. editore)2. <strong>la</strong> <strong>leggenda</strong> de LE TARTARUGHE ( da E QUEL GIORNO…, di E. Nava, Giunti ed.)PERCORSI DIDATTICI E' UN PROGETTO PROPOSTO DAISTITUTO SCOLASTICO COMPRENSIVO JESI CENTROPER METTERSI IN CONTATTO CON NOI POTETE:SCRIVERCI IN C.SO MATTEOTTI 46 60035 JESI ANTELEFONARCI ALLO 0731 57652INVIARCI UNA MAIL A PERCORSIDIDATTICI@JESICENTRO.IT


LA NOTTE E IL GIORNO(I MITI DEI VICHINGHI)Nott, figlia del gigante Narfi, era una donna bellissima,Nott, scura figlia di pelle del gigante e con i Narfi, capelli era corvini. una donna Molti bellissima, <strong>la</strong> volevano scuradi come pelle moglie e con e i capelli lei ebbe corvini. tre mariti. Molti <strong>la</strong> volevano come mogliee L’ultimo lei ebbe marito tre mariti. fu Dellingr, sicuramente appartenente al<strong>la</strong>L’ultimo stirpe degli marito dei, e fu con Dellingr, lui ebbe Dagr, sicuramente “Giorno”. appartenente al<strong>la</strong>stirpe <strong>Il</strong> bimbo degli prese dei, e dal con padre lui ebbe <strong>la</strong> bellezza, Dagr, “Giorno”. i capelli biondi e <strong>la</strong><strong>Il</strong> carnagione bimbo prese bianca. dal padre <strong>la</strong> bellezza, i capelli biondi e <strong>la</strong>carnagione Gli dei diedero bianca. al<strong>la</strong> madre scura e al figlio biondo deiGli cavalli dei perché diedero si al<strong>la</strong> rincorressero madre scura attorno e al figlio al<strong>la</strong> terra. biondo dei cavalliperché <strong>Il</strong> cavallo si rincorressero di Nott si chiamava attorno al<strong>la</strong> “Criniera terra. di brina” ed è <strong>la</strong><strong>Il</strong> sua cavallo bava mentre di Nott morde si chiamava il morso,a “Criniera produrre di brina” <strong>la</strong> rugiada ed è <strong>la</strong> chesuabava <strong>la</strong> mattina mentre bagna morde <strong>la</strong> terra. il morso a produrre <strong>la</strong> rugiada che <strong>la</strong>mattina bagna <strong>la</strong> terra.FATTO REALEAlternarsi del giorno e del<strong>la</strong> notte.SPIEGAZIONE FANTASTICASono Nott e Dagr che si rincorronoattorno al<strong>la</strong> terra.<strong>Il</strong> MITO è una narrazione fantastica, nata in tempimolto antichi, che par<strong>la</strong> degli dei, degli eroi edell’origine di un popolo.www.jesicentro.itpercorsididattici@jesicentro.it


§ 1 VertragspartnerDer Kollektivvertrag wird abgeschlossen zwischen dem Fachverband der holzverarbeitenden IndustrieÖsterreichs einerseits und dem Österreichischen Gewerkschaftsbund, Gewerkschaft Bau-Holz, andererseits.§ 2 Geltungsbereich1. Räumlich: für das Gebiet der Republik Österreich.2. Fachlich: für alle Betriebe und selbständigen Betriebsabteilungen, die der im § 1 genannten Arbeitgeberorganisationangehören. Bei Betrieben, die gleichzeitig auch nicht vertragsschließenden Arbeitgeberorganisationenangehören, ist in Zweifelsfällen die Vertragszugehörigkeit nach den Grundsätzendes Arbeitsverfassungsgesetzes zu beurteilen.3. Persönlich: für alle in den Betrieben beschäftigten Arbeiter und Arbeiterinnen einschließlich derLehrlinge, mit Ausnahme der kaufmännischen Lehrlinge.§ 3 Geltungsdauer1. Dieser Kollektivvertrag tritt in der vorliegenden Fassung am 1. Mai 1994 *) in Kraft und gilt auf unbestimmteZeit. Er ist eine Wiederver<strong>la</strong>utbarung des Kollektivvertrages vom 20. März 1948, wirksamab 1. Mai 1948, hinterlegt beim Einigungsamt Wien am 11. Juni 1948 unter der Nr. KE 13/48,und seiner Ergänzungen.2. Jede einzelne der im § 1 genannten vertragschließenden Organisationen kann die Lohnordnung mitvierwöchiger Kündigungsfrist, die Rahmenbestimmungen mit dreimonatiger Kündigungsfrist, mittelseingeschriebenen Briefes zum Letzten eines Kalendermonates jederzeit kündigen. Während derKündigungsfrist sind die Verhandlungen wegen Erneuerung der Lohnordnung bzw. des Rahmenvertragesaufzunehmen.§ 4 Arbeitszeit1. Die wöchentliche Norma<strong>la</strong>rbeitszeit beträgt 38,5 Stunden. Eine bereits bestehende kürzere wöchentlicheNorma<strong>la</strong>rbeitszeit bleibt aufrecht.Die Arbeitszeit soll in der Regel auf nicht weniger als 5 Tage aufgeteilt werden. Die Einteilung derwöchentlichen Arbeitszeit ist zwischen Arbeitgeber und Betriebsrat zu vereinbaren.2. Die Wochenarbeitszeit der Jugendlichen kann entsprechend der betrieblichen Arbeitszeiteinteilunggemäß § 11 Abs. 2 Kinder- und Jugendlichenbeschäftigungsgesetz auf die einzelnen Werktage derWoche aufgeteilt werden.3. Die Arbeitszeit der Wächter und Portiere beträgt in der Regel 46,5 Stunden in der Woche.Sie haben nach 6 aufeinanderfolgenden Arbeitstagen einen Ruhetag, das ist eine 36stündige Arbeitsruhe.Jeder dritte Ruhetag muss ein Sonntag sein.Eine Ausdehnung auf eine regelmäßige 48stündige Arbeitszeit ist ab 1.7.1993 weiterhin möglich, wobei,wenn keine andere Verteilung der Arbeitszeit nach § 4A vorliegt, auf die Abgeltung der Differenzzwischen 48 und 46,5 Stunden pro Woche § 4A Ziffer 8 anzuwenden ist.20031997Gemäß § 5 Absatz 2 AZG kann durch Betriebsvereinbarung für Wächter und Portiere bei Vorliegenvon Arbeitsbereitschaft die wöchentliche Norma<strong>la</strong>rbeitszeit auf bis zu 60 Stunden und die täglicheNorma<strong>la</strong>rbeitszeit auf bis zu 12 Stunden verlängert werden.4. Für Beifahrer kann im Sinne des § 7 Abs. 2 AZG innerbetrieblich eine Überstundenleistung von8 Stunden je Woche vereinbart werden.Gemäß § 14 AZG (BGBl. I Nr. 46/97) wird zuge<strong>la</strong>ssen, dass die Gesamtwochenarbeitszeit (also aucheinschließlich der Arbeitsbereitschaft) der Lenker durch die Vereinbarung von weiteren Überstundenauf bis zu 60 Stunden in der Woche ausgedehnt werden kann.*) in der vorliegenden nicht hinterlegten Textfassung sind alle KV-Änderungen seit 1994 eingearbeitet3


IL RE MIDA (ANTICA GRECIA)Mida, re di Macedonia, era molto ricco. Col suo denaro comprava magnifiche cose, riempiendo <strong>la</strong>reggia di tesori e il suo giardino di fiori e piante di grande bellezza. Amava passeggiarvi al mattinopresto, pensando a come diventare ancora più ricco, così da comperare cose ancora più belle perriempire i suoi scrigni già rigonfi di denaro.<strong>Il</strong> suo maggiore tesoro era tuttavia sua figlia, che non dava importanza al<strong>la</strong> ricchezza del padre.Quello che le piaceva di più era giocare nei giardini del<strong>la</strong> reggia e cogliere mazzi di fiori. Le roseerano i suoi preferiti e ogni mattina raccoglieva il bocciolo più perfetto del giardino e lo metteva sulpiatto per <strong>la</strong> co<strong>la</strong>zione del padre.Un mattino, mentre faceva <strong>la</strong> solita passeggiata, Mida udì uno strano russare provenire da sotto unasiepe. Avanzando lentamente, le diede una scossa per vedere di cosa si trattava. Prima apparve unapicco<strong>la</strong> gamba pelosa, poi un'altra, poi una coda.."Bah!" disse il re fra sé e sé. "È entrata nel mio giardino una capra sporca e puzzolente. Devoassicurarmi che non vi siano buchi nelle siepi, altrimenti tutte le mie belle piante saranno mangiate.Ora vattene!" e le diede un calcio.La cosa sotto <strong>la</strong> siepe smise di russare, poi lentamente si stirò e squadrò il re terrorizzata. Non eraaffatto una capra, era un satiro, metà animale e metà uomo. <strong>Il</strong> suo nome era Sileno e Mida loconosceva molto bene."Che cosa stavi facendo qui?" disse il re, tirandolo per <strong>la</strong> barba, "stai schiacciando i miei fiori coltuo pancione? Perché non sei col tuo padrone?".<strong>Il</strong> padrone del satiro era Dioniso, il dio del vino, e il vecchio Sileno aveva evidentemente bevutotroppo durante una festa. Aveva <strong>la</strong> faccia rossa come una bacca di agrifoglio e le aiuole ben tenutedi Mida erano cosparse di otri di vino, vuoti.'Per favore, signore", farfugliò, "stavamo tutti tornando da un banchetto e gli altri sono andati a casasenza di me. Sono vecchio e loro andavano troppo in fretta. Mi sono perduto. Per favore, signore,perdonatemi ..." e una grossa <strong>la</strong>crima cadde sul<strong>la</strong> sua guancia. Aveva molta paura di Mida. Tuttisapevano quanto fosse avido e come niente gli impedisse di ottenere quello che desiderava,specialmente se si trattava di danaro. L’oro era il suo dio.Ma con sorpresa di Sileno il volto del re si addolcì.”1n piedi, vecchio furfante", disse con unsorriso. È un mattino troppo bello per una lite, e io voglio <strong>la</strong> mia co<strong>la</strong>zione. Andiamo,è meglio cheanche tu mangi qualcosa".<strong>Il</strong> satiro si trattenne nel pa<strong>la</strong>zzo reale per cinque giorni e cinque notti. <strong>Il</strong> re aveva pochissimi amici,era troppo superbo e avaro, così si divertì molto ad ascoltare le storie del vecchio, tenendolod'occhio quando mangiava piatti enormi di cibo e beveva il miglior vino delle cantine del pa<strong>la</strong>zzo.Ogni sera i giardinieri portavano ghir<strong>la</strong>nde di rose e gliele ponevano attorno al collo. <strong>Il</strong> vecchioSileno si sentiva come un re, e non riusciva a ringraziare Mida a sufficienza.Poté invece farlo il suo padrone, Dioniso, che infine arrivò per riportare a casa il satiro e recò aMida un dono. "Poiché sei stato molto gentile verso il mio servo” disse, "soddisferò ogni tuodesiderio”.Gli occhi di Mida luccicarono. Non dovette riflettere per dare una risposta. "Mio signore" disse,"concedimi che qualunque cosa io tocchi diventi oro". Sarebbe così certamente diventato l'uomo piùricco del mondo."Così sia!" disse Dioniso e, prendendo Sileno per un braccio, ritornò nel suo regno. Ma Mida notòche il suo passo era lento e il suo volto preoccupato.www.jesicentro.itpercorsididattici@jesicentro.it


<strong>Il</strong> giorno dopo il re si svegliò molto presto. Non vedeva l'ora di verificare se Dioniso avessemantenuto <strong>la</strong> sua promessa. Ma nel poco tempo che impiegò per vestirsi seppe che era vero: ognicosa che toccava, <strong>la</strong> coppa vicino al letto, il piatto per l'uva, il catino d'acqua, tutto diventava solidoe duro sotto le dita, e luccicava meravigliosamente nel<strong>la</strong> luce mattutina. Era vero. Aveva il toccod'oro!Si precipitò nel suo amato giardino di rose, camminando con passo malfermo perché <strong>la</strong> sua tunica ei calzari d'oro adesso erano molto pesanti, e cominciò ad aggirarsi tra le aiuole di fiori. L’aria erapiena del canto degli uccelli e del fragrante profumo delle rose. Dappertutto le api ronzavanoindaffarate. Mida allungò una mano e toccò il fiore più vicino. Una so<strong>la</strong> rosa poteva valere unafortuna; ora egli aveva il tocco d'orol Immediatamente fu colpito da una sorta di pazzia, ecamminando avanti e indietro trasformò tutti i fragili fiori rosa, gialli e crema in oro puro.Quando ebbe finito ritornò felice al suo pa<strong>la</strong>zzo. Ora aveva piuttosto fame e aveva bisogno di unabuona co<strong>la</strong>zione prima di apprestarsi a realizzare <strong>la</strong> maggior fortuna che il mondo avesse maiconosciuto. Era troppo eccitato per notare che le pesanti corolle d'oro delle rose erano cadute a terracon fracasso, che tutti gli uccelli avevano cessato di cantare e che anche le api erano vo<strong>la</strong>te via.Mida ordinò un'abbondante co<strong>la</strong>zione e, mentre aspettava trasformò in oro il piatto, <strong>la</strong> coppa, iltavolo e <strong>la</strong> sedia. Queste sole cose valevano già una fortuna ma l'avido Mida voleva ancor di più...Ma cosa stava succedendo? <strong>Il</strong> delizioso pane caldo che il servo gli aveva posto davanti si eratrasformato in una fredda, dura massa appena l'ebbe accostato al<strong>la</strong> bocca; le pesche, i fichi e l'uvaerano diventati solidi non appena aveva tentato di mangiarli; il miele luccicava dorato nel favo e <strong>la</strong>brocca di <strong>la</strong>tte andò in pezzi, perché troppo fragile per il peso dell'oro contenuto.Ora sì, re Mida era davvero ricco ma era anche affamato, e in lui un piccolo tarlo di paura cominciòa contorcersi e a rodere. <strong>Il</strong> tocco d'oro era un meraviglioso dono ma era pericoloso. Da questomomento sarebbe stato molto attento prima di toccare le cose. Forse avrebbe dovuto chiamare unservo perché l'imboccasse.Mida sedeva ora a una tavo<strong>la</strong> d'oro, su una sedia d'oro, incapace di mangiare il solido pane e <strong>la</strong>frutta d'oro o di bere il <strong>la</strong>tte trasformato in oro. Vi era molto silenzio. Dalle finestre non entrava ilcanto degli uccelli, il ronzio delle api, e il profumo delle rose era scomparso per sempre. Le rose oraerano d'oro, cadute a terra sui loro steli spezzati. Oggi anche sua figlia era infelice; invece del<strong>la</strong> suasolita risata il re udiva singhiozzi diffondersi nei corridoi del grande pa<strong>la</strong>zzo.“Padre", disse piangendo mentre correva da lui, "è avvenuta una cosa terribile. Le rose sonoamma<strong>la</strong>te, non hanno più colore né profumo, sono sparse per tutto il giardino e i cespugli sono tuttirovinati. Ero andata per cogliere un bocciolo per te ma io…".'Fermati!" Mida fu sopraffatto dal<strong>la</strong> paura e allungò le mani. "Non venirmi vicino, ti prego!" <strong>Il</strong> soloessere vivente in questo odioso regno inanimato adesso era <strong>la</strong> figlia, dal<strong>la</strong> bel<strong>la</strong> capigliatura corvina;per lui era più preziosa del<strong>la</strong> vita. “Fermati!" gridò di nuovo, ma lei non gli diede retta. Era moltogiovane, <strong>la</strong> madre era morta e una terribile magia era comparsa sul giardino di rose. Aveva bisognodi essere abbracciata dal padre e così si attaccò alle sue ginocchia.Non appena le dita di padre e figlia si toccarono, questa si trasformò in una picco<strong>la</strong> statua d'oro conle braccia tese a cercare affetto, i capelli sparsi sul volto e le <strong>la</strong>crime sulle guance. Anche Midavedendole pianse.1 giorni passavano e nessuno gli si avvicinava. Nel pa<strong>la</strong>zzo reale si erano diffuse dicerie che il refosse maledetto e anche più avido di quanto si credeva. Non aveva forse trasformato ogni cosa inoro, compresa <strong>la</strong> propria figlia?www.jesicentro.itpercorsididattici@jesicentro.it


LE TARTARUGHEAl tempo delle tartarughe senza guscio, una tartaruga andò al mercato, comprò <strong>la</strong>ttuga fresca epomodori maturi. Quindi tornò a casa. Era una bel<strong>la</strong> giornata di sole e lungo <strong>la</strong> strada senti ilprofumo dei nasturzi in fiore.Si fermò, osservò il volo rapido delle api.Colse da un cespuglio una fragolina di bosco. Piano piano, guardò, annusò, osservò.Camminava lenta, perché a ogni passo era attratta da uno spettacolo nuovo.Cosi venne sera e poi notte. E vennero anche le stelle. E al<strong>la</strong> tartaruga piacquero così tanto che restòlì col naso all'insù a mirarle e rimirarle, finché non si addormentò. Allora sognò di essere <strong>la</strong> primatartaruga del<strong>la</strong> storia a salire sul<strong>la</strong> luna.Al<strong>la</strong> mattina quando si svegliò, fece co<strong>la</strong>zione con l'insa<strong>la</strong>ta e si incamminò di nuovo verso casa.Ma a metà strada c'era un campo di girasoli.Che panorama meraviglioso!La tartaruga restò incantata e si mise a imitare i movimenti delle corólle. Così: girava lentamente <strong>la</strong>testa come un girasole che segue il sole.E gira e rigira venne sera e poi notte. Ma quel<strong>la</strong> volta le stelle non vennero. Al loro postospuntarono nel cielo i nuvoloni neri. E soffiò il vento del<strong>la</strong> luna di traverso, e scoppiò una bufera.La tartaruga si inzuppò così tanto che sembrava una tartaruga in brodo.Ah, se avessi avuto <strong>la</strong> mia casa per ripararmi! Non mi sarei certo conciata in questo modo! -esc<strong>la</strong>mò. E appena spuntò il sole corse subito a casa a passi svelti, con <strong>la</strong> testa china, senza guardarené di qua, né di là. E quando finalmente arrivò, prese il guscio robusto dove abitava, se lo mise sullespalle e sorrise come può sorridere una tartaruga, con <strong>la</strong> bocca sdentata bene in evidenza.- Da oggi - disse - andrò sempre in giro con <strong>la</strong> mia casa. Perché non mi piacciono i temporali eneppure le corse veloci dei conigli.E da allora fa proprio così, perché <strong>la</strong> tartaruga vuole essere libera di andare lentamente dove le paree piace.Emanue<strong>la</strong> NavaCOMPLETA LA TABELLAFATTO REALESPIEGAZIONE FANTASTICALe tartarughe hanno il guscioSecondo te si tratta di un <strong>mito</strong> o di una <strong>leggenda</strong>?www.jesicentro.itpercorsididattici@jesicentro.it

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