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Completate le Linee Guida sul calcestruzzo ... - Conpaviper

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36pavimenti in <strong>calcestruzzo</strong>Prof. Ing. Giovanni Plizzari, Università degli Studi di BresciaIng. Luca Cominoli, Università degli Studi di Brescia<strong>Comp<strong>le</strong>tate</strong> <strong>le</strong> <strong>Linee</strong> <strong>Guida</strong><strong>sul</strong> <strong>calcestruzzo</strong>fibrorinforzato per pavimenti1. IntroduzioneIl <strong>calcestruzzo</strong> fibrorinforzato (Fiber ReinforcedConcrete, FRC) è un materia<strong>le</strong> compositoa base cementizia al qua<strong>le</strong> viene aggiuntoun rinforzo diffuso rappresentato da fibredi varia natura. Le proprietà del compositodipendono dal<strong>le</strong> caratteristiche dei singolicomponenti e dai loro dosaggi, ma anchedall’interazione tra fibra e matrice [1-2]. Diconseguenza, per ottenere un <strong>calcestruzzo</strong>fibrorinforzato a prestazioni garantite, nonbasta aggiungere del<strong>le</strong> semplici fibre ad unamatrice di <strong>calcestruzzo</strong>, ma la miscela delcomposito deve essere opportunamenteprogettata.L’utilizzo di un rinforzo fibroso permette dilimitare la fragilità intrinseca della matricecementizia, dando origine a compositi caratterizzatida maggiore resistenza, da miglioredurabilità, ma soprattutto da una maggioretenacità, intesa come la resistenza oppostaall’avanzamento del processo di propagazionedella fessurazione [3].Fra <strong>le</strong> diverse tipologie di fibra, alcune consentonodi incrementare sensibilmente la tenacitàdel <strong>calcestruzzo</strong> e sono per queste definitefibre “strutturali”; altre tipologie sonoparticolarmente efficaci nel limitare la fessurazioneda ritiro e nel migliorare la resistenzaal fuoco e sono definite “non strutturali”.Le fibre strutturali fungono da e<strong>le</strong>mentoresistente diffuso con azione di cucitura trai <strong>le</strong>mbi del<strong>le</strong> fessure; è pertanto evidentecome divengano efficaci e migliorino <strong>le</strong> prestazionidel materia<strong>le</strong> solo ad avvenuta fessurazionedella matrice di <strong>calcestruzzo</strong> (Fig. 1).L’aggiunta del<strong>le</strong> fibre conferisce al <strong>calcestruzzo</strong>una significativa resistenza residua a trazionein fase post-fessurativa (Fig. 2).Negli ultimi anni si sono progressivamentediffuse diverse applicazioni strutturali deicalcestruzzi fibrorinforzati [4]. L’utilizzo delrinforzo fibroso, in molti casi, è infatti economicamenteconveniente rispetto all’armaturaordinaria, grazie soprattutto all’eliminazionedei tempi di posa dell’armatura stessa.Le pavimentazioni industriali, in particolare,rappresentano una del<strong>le</strong> principali applicazionidel <strong>calcestruzzo</strong> fibrorinforzato. Inqueste strutture, infatti, <strong>le</strong> fibre possonosostituire (almeno parzialmente) l’armaturaconvenziona<strong>le</strong>, fornendo una buonaresistenza ai carichi statici e dinamici [4] egarantendo un rinforzo anche in quei puntidove la rete e<strong>le</strong>ttrosaldata difficilmente puòrimanere nella corretta posizione durante <strong>le</strong>operazioni di getto.La progettazione di pavimenti in <strong>calcestruzzo</strong>è stata per troppo tempo re<strong>le</strong>gata in secondopiano: non sempre, infatti, <strong>le</strong> figureprofessionali coinvolte nella realizzazionedei pavimenti pongono l’attenzione progettua<strong>le</strong>ed esecutiva che viene riservata ad altrie<strong>le</strong>menti strutturali veri e propri quali travie pilastri, più importanti dal punto di vistastatico. In genere, sono realizzate con <strong>calcestruzzo</strong>privo di alcun rinforzo oppure conl’aggiunta di una rete e<strong>le</strong>ttrosaldata avente lafunzione di controllare i cedimenti differenzialigenerati da fenomeni di natura termoigrometrica.I carichi generalmente applicatial<strong>le</strong> pavimentazioni industriali comportanostati di sforzo piuttosto comp<strong>le</strong>ssi. I carichimobili, per esempio, provocano del<strong>le</strong> azionicicliche variabili, per cui la pavimentazioneri<strong>sul</strong>ta sottoposta ad azioni f<strong>le</strong>ttenti consforzi di trazione che possono sol<strong>le</strong>citaresia l’intradosso che l’estradosso della piastra.In questo contesto ri<strong>sul</strong>ta quindi necessariol’utilizzo di un’armatura tradiziona<strong>le</strong> posizionatasia in corrispondenza del <strong>le</strong>mbo inferioreche di quello superiore. Le fibre, essendoFigura 1. E<strong>le</strong>mento in <strong>calcestruzzo</strong> fibrorinforzato con fibre che attraversano i <strong>le</strong>mbi dellafessura.Pavimenti e Superfici Continue - N°8


37uniformemente distribuite nella matrice cementizia,rappresentano invece un’armaturaidea<strong>le</strong> in grado di garantire la presenza di unrinforzo in tutti i punti della pavimentazione.Il ri<strong>sul</strong>tato della scarsa attenzione progettua<strong>le</strong>,ma soprattutto esecutiva, rende <strong>le</strong>pavimentazioni strutture caratterizzate danumerosi difetti ed in particolare da ampiefessurazioni, che possono diventare unavera e propria via preferenzia<strong>le</strong> ad attacchichimici da parte degli agenti esterni (fenomenidi corrosione).Al fine di fare un po’ di chiarezza <strong>sul</strong> comportamentodel<strong>le</strong> pavimentazioni in FRC, dicaratterizzare opportunamente il materia<strong>le</strong>e di stabilire valide rego<strong>le</strong> di progettazione edi realizzazione, il CONPAVIPER ha attivatoil Gruppo di Lavoro Calcestruzzi Fibrorinforzati.Ta<strong>le</strong> gruppo ha recentemente ultimatoi lavori giungendo alla stesura di “<strong>Linee</strong><strong>Guida</strong> per la prescrizione di calcestruzzi fibrorinforzatiper la realizzazione di pavimentazioni”.L’obiettivo primario del gruppo di lavoroè stato quello di introdurre il concetto diprestazione del <strong>calcestruzzo</strong> fibrorinforzatonel processo di realizzazione di un pavimentoindustria<strong>le</strong>.Nel seguito vengono sinteticamente presentatii principi che governano <strong>le</strong> <strong>Linee</strong> <strong>Guida</strong>CONPAVIPER.2. Approcci progettualiLe pavimentazioni sono strutture su appoggiocontinuo sottoposte a sol<strong>le</strong>citazioni f<strong>le</strong>ssionalie di taglio che nascono nel trasferirei carichi superficiali al sottofondo. Il supportoreagisce a tali sol<strong>le</strong>citazioni subendo deicedimenti i quali devono essere di modestaentità in modo da non comprometterne lafunzionalità.Si deve considerare che <strong>le</strong> normative nazionalied internazionali prevedono la verificadel<strong>le</strong> strutture nella duplice condizione: distato limite di esercizio (SLE) e di stato limiteultimo (SLU). Non vi sono dubbi <strong>sul</strong>la necessitàdi garantire un buon funzionamentodel<strong>le</strong> pavimentazioni nel<strong>le</strong> condizioni di servizioin quanto un’eccessiva fessurazione potrebbecomprometterne l’estetica e la durabilità,mentre un’eccessiva deformazionepotrebbe creare prob<strong>le</strong>mi al<strong>le</strong> scaffalatureed al transito dei mezzi. Sono proprio <strong>le</strong> verifichenel<strong>le</strong> condizioni di esercizio a causarecontenziosi tra Committente e Costruttore.La verifica del<strong>le</strong> pavimentazioni dovrebbecomunque riguardare anche gli stati limiteultimi che, per il recente D.M. 14/01/2008riguardano: “la capacità di evitare crolli, perditedi equilibrio e dissesti gravi, totali o parziali,che possano compromettere l’incolumità del<strong>le</strong>persone ovvero comportare la perdita di beni,ovvero provocare gravi danni ambientali e sociali,ovvero mettere fuori servizio l’opera” [5].È quindi evidente che <strong>le</strong> pavimentazioni,essendo soggette a possibili meccanismi dicollasso struttura<strong>le</strong>, sono interessate anchedalla verifica agli stati limite ultimi. Ciononostante,allo stato attua<strong>le</strong>, la scelta dell’armaturae dello spessore del<strong>le</strong> pavimentazioniviene spesso affidata all’”esperienza del costruttore”,senza coinvolgere un progettistastruttura<strong>le</strong> vero e proprio.Un pavimento può essere progettato adottandodifferenti ipotesi di comportamentostruttura<strong>le</strong>:1. pavimentazione priva di armatura (Fig.3a), la cui capacità portante è affidataesclusivamente alla resistenza a trazionedel <strong>calcestruzzo</strong>; la progettazione avvieneseguendo <strong>le</strong> classiche rego<strong>le</strong> del calcoloelastico per il qua<strong>le</strong>, ove possibi<strong>le</strong>, sipossono utilizzare <strong>le</strong> formu<strong>le</strong> di Westergaard[6];2. pavimentazione con armatura convenziona<strong>le</strong>(Fig. 3b), la cui progettazione avvieneaffidando totalmente <strong>le</strong> sol<strong>le</strong>citazionidi trazione alla rete e<strong>le</strong>ttrosaldata, postageneralmente su uno strato inferiore (peril momento positivo) e/o su uno stratosuperiore (per il momento negativo);3. pavimentazione in FRC con armaturaconvenziona<strong>le</strong> (Fig. 3c) la cui resistenzaa trazione dovuta al momento positivo(fibre inferiori tese) è preva<strong>le</strong>ntementeaffidata alla rete e al<strong>le</strong> fibre, mentre laresistenza a trazione dovuto al momentonegativo (fibre superiori tese) è affidataal<strong>le</strong> fibre;4. pavimentazione in FRC senza armaturaconvenziona<strong>le</strong> (Fig. 3d) dove la resistenzaa trazione, sia per il momento positivoche per il momento negativo, è affidataal<strong>le</strong> so<strong>le</strong> fibre che hanno quindi funzionestruttura<strong>le</strong>.Dall’e<strong>le</strong>nco precedente si evince come l’armaturadi una pavimentazione possa esserecostituita da uno o più strati di rete e/o dafibre “strutturali”. Tra i metodi di analisi ingrado di tenere in considerazione il comportamentonon lineare del materia<strong>le</strong> fibrorinforzato,quelli già presenti nel<strong>le</strong> varie normative[7, 8] sono basati <strong>sul</strong>la teoria del<strong>le</strong> lineedi plasticizzazione o di rottura (Yield-LineMethod) [9] e <strong>sul</strong>la Meccanica della FratturaNon Lineare (NLFM) [10].Figura 2. Tipica risposta di un <strong>calcestruzzo</strong>di riferimento e fibrorinforzato sottopostoa trazione. 8Pavimenti e Superfici Continue - N°8


38pavimenti in <strong>calcestruzzo</strong>Figura 3. Diverse tipologie di rinforzo nel<strong>le</strong> pavimentazioni: a) pavimentazione senza armatura;(b) pavimentazione con armatura convenziona<strong>le</strong>; (c) pavimentazioni in FRC conarmatura convenziona<strong>le</strong>; (d) pavimentazioni in FRC senza armatura convenziona<strong>le</strong>.fessura.3. Classi prestazionali del <strong>calcestruzzo</strong>fibrorinforzatoAll’interno del<strong>le</strong> <strong>Linee</strong> <strong>Guida</strong> CONPAVIPER,la classificazione del <strong>calcestruzzo</strong> fibrorinforzatoè basata <strong>sul</strong>la tenacità, cioè <strong>sul</strong>laresistenza opposta dal materia<strong>le</strong> all’avanzamentodel processo di frattura, che rappresentauna proprietà intrinseca del materia<strong>le</strong>.Quando il fibrorinforzo è utilizzato in sostituzionedell’armatura convenziona<strong>le</strong> la tenacitàè il vero parametro prestaziona<strong>le</strong>.La progettazione del<strong>le</strong> pavimentazioni ègovernata principalmente dal<strong>le</strong> condizionidi esercizio (SLE), per cui la resistenza chemaggiormente influenza il comportamentogloba<strong>le</strong> del pavimento è quella relativa al<strong>le</strong>picco<strong>le</strong> aperture di fessura (rappresentatadal parametro f R,1della UNI EN 14651[11]). Per caratterizzare il comportamentoallo Stato Limite Ultimo (SLU) si può fareinvece riferimento alla resistenza residuafR,3 come previsto dal documento tecnicoCNR DT 204 [12]. A supporto di ta<strong>le</strong> sceltasi deve anche considerare il limitato valoredell’apertura di fessura ri<strong>le</strong>vato nel<strong>le</strong> pavimentazioniin condizioni di SLU.La presenza del fibrorinforzo tende a farperdere lavorabilità all’impasto di base, percui il preconfezionatore dovrà intervenirenel mix design (con la percentua<strong>le</strong> dei finie/o additivi) al fine di garantire la classe diconsistenza richiesta. Particolare attenzionedeve essere prestata alla progettazionedella miscela per garantire la pompabilità delabcdcomposito; nel caso in cui fosse richiesta, ilproduttore deve proporzionare adeguatamente<strong>le</strong> materie prime, in funzione del<strong>le</strong>loro caratteristiche, in modo da mantenerela conformità del prodotto agli altri parametriprogettuali.4. Quadro normativoLa progettazione e la realizzazione dei pavimentitrova spazio nel Codice di Buona PraticaCONPAVIPER [13] e nella normativa UNI11146 [8].Relativamente al<strong>le</strong> pavimentazioni in <strong>calcestruzzo</strong>fibrorinforzato, rego<strong>le</strong> di progettazionesono disponibili nel<strong>le</strong> <strong>Linee</strong> <strong>Guida</strong> dellaRILEM [14, 15], nella UNI 11188 [16] e nel<strong>le</strong>Istruzioni CNR DT 204 [12]. Il <strong>calcestruzzo</strong>fibrorinforzato ha trovato ampio spazio nellanuova edizione del Codice Modello del fib[17]. Purtroppo, tutte queste normative sonorelativamente recenti e non sono ancoraentrate nella pratica della progettazione. Laconseguenza è che, anche in presenza di unprogettista, <strong>le</strong> pavimentazioni in <strong>calcestruzzo</strong>fibrorinforzato vengono spesso dimensionatecon <strong>le</strong> stesse rego<strong>le</strong> adottate per il <strong>calcestruzzo</strong>armato tradiziona<strong>le</strong>, basate su un comportamentoelastico del materia<strong>le</strong> e della struttura.Questo approccio non ri<strong>sul</strong>ta corretto per<strong>le</strong> strutture in <strong>calcestruzzo</strong> fibrorinforzato, inquanto il composito, dopo lo sviluppo dellaprima fessurazione (quando il fibrorinforzoinizia ad attivarsi), mostra un comportamentodecisamente non lineare (Fig. 2).Il comportamento rea<strong>le</strong> del<strong>le</strong> pavimentazionisu suolo elastico è stato messo in evidenza dastudi sperimentali di Falkner [18], di Beckett[19] e Kukreja [20]. La sperimentazione haevidenziato come il carico ultimo possa esseresuperiore di circa 4-5 volte al carico diprima fessurazione, che rappresenta un limitedi carico nel calcolo elastico.Il comportamento sperimenta<strong>le</strong> di piastresu suolo elastico (alla Wink<strong>le</strong>r) è stato studiatoin [4] ed è stato riprodotto utilizzandometodi numerici basati <strong>sul</strong>la Meccanica dellaFrattura Non Lineare (NLFM) in [4, 21, 22].Pavimenti e Superfici Continue - N°8


39Figura 4. Geometria del provino da sottoporre a prova di f<strong>le</strong>ssione in accordo alla UNI EN14651 [11].6. Prestazioni minimedel materia<strong>le</strong>Le <strong>Linee</strong> <strong>Guida</strong> CONPAVIPER specificano <strong>le</strong>prestazioni minime del FRC per <strong>le</strong> applicazionistrutturali e, di conseguenza, un valoreminimo di tenacità. L’impiego di dosaggi difibra contenuti o di fibre non idonee all’impiegostruttura<strong>le</strong> potrebbero infatti nonconsentire al composito di raggiungere prestazionisufficienti per la sostituzione dell’armaturatradiziona<strong>le</strong>.I parametri che meglio si prestano al controllodel<strong>le</strong> prestazione minime sono espressi intermini di:f R,1m/ f Lmf R,3m/ f LmFigura 5. Tipica curva carico – apertura di fessura (CMOD) per un <strong>calcestruzzo</strong> fibrorinforzato[11].5. Caratterizzazione del FRC per <strong>le</strong>pavimentazioniI parametri prestazionali (in termini di tenacità)del <strong>calcestruzzo</strong> fibrorinforzato nonpossono essere determinati a partire dallaconoscenza del<strong>le</strong> caratteristiche meccanichedel<strong>le</strong> fibre o della matrice di <strong>calcestruzzo</strong>, inquanto i due materiali interagiscono tra lorooriginando un composito <strong>le</strong> cui proprietàmeccaniche devono essere appositamentevalutate con specifiche prove di frattura.Attualmente sono disponibili normative checonsentono di determinare la tenacità di un<strong>calcestruzzo</strong> fibrorinforzato con semplici provedi f<strong>le</strong>ssione: in Italia è stata pubblicata, nel2003, la normativa UNI 11039 [23], mentrea livello europeo è disponibi<strong>le</strong> la normativaUNI EN 14651 [11].In accordo con la UNI EN 14651 [11], i proviniprismatici, intagliati in mezzeria, sono soggettiad una prova di f<strong>le</strong>ssione su tre punti di caricoin controllo di apertura di fessura alla basedell’intaglio (CMOD, Crack Mouth OpeningDisplacement; Fig. 4).Il <strong>calcestruzzo</strong> fibrorinforzato viene classificato<strong>sul</strong>la base di valori puntuali della tensionenomina<strong>le</strong> f R,jcorrispondenti a prefissati valoridi CMOD ie derivati dal carico F j(Fig. 5).Un aspetto particolarmente significativo riguardail punto convenziona<strong>le</strong> di prima fessurazione(f L) in corrispondenza del qua<strong>le</strong> <strong>le</strong>fibre iniziano ad esercitare la loro azione.Più del valore assoluto della resistenza residua(f R,1per lo SLE e f R,3per lo SLU), è uti<strong>le</strong>verificare come questi parametri si rapportanoalla resistenza a trazione per f<strong>le</strong>ssione(f L) al fine di evitare un comportamentotroppo fragi<strong>le</strong> del materia<strong>le</strong>. Nel<strong>le</strong> applicazionistrutturali generiche questo rapportoè di solito riferito ai valori caratteristici del<strong>le</strong>grandezze in gioco. Nel caso specifico del<strong>le</strong>pavimentazioni, cioè di strutture dotate digrandi possibilità di ridistribuzione degli sforzi,il rapporto può essere benissimo riferitoai valori medi che meglio rappresentano ilrea<strong>le</strong> comportamento della struttura.7. Classificazionedei pavimenti in FRCLe classi di tenacità del materia<strong>le</strong>, genericamenteindicate nel<strong>le</strong> <strong>Linee</strong> <strong>Guida</strong> con <strong>le</strong> <strong>le</strong>tterea, b, c, d, e (in ordine crescente di tenacità),sono associate al<strong>le</strong> diverse tipologie di pavimentazionicosì come individuate nella UNI11146 [8]. In tal modo si possono avere classidi resistenza che rispondono al<strong>le</strong> esigenze siadel<strong>le</strong> pavimentazioni meno impegnate, per <strong>le</strong>quali sono sufficienti classi di tenacità più basse,sia del<strong>le</strong> pavimentazioni più importanti dalpunto di vista dei carichi applicati.8Pavimenti e Superfici Continue - N°8


40pavimenti in <strong>calcestruzzo</strong>La Tabella 1, estratta dal<strong>le</strong> <strong>Linee</strong> <strong>Guida</strong>CONPAVIPER, propone una suddivisione inclassi di prestazione per alcune tipologie ricorrentidi pavimentazione [8]; in ogni caso,la struttura adottata dovrà essere calcolatae verificata rispetto al<strong>le</strong> effettive esigenzerichieste dalla Committenza e, comunque,la classe prestaziona<strong>le</strong> adottata dovrà tenerconto del<strong>le</strong> effettive condizioni di carico edella portanza del sottofondo.8. Controllo della fessurazioneda ritiroIl controllo della fessurazione da ritiro è particolarmenteimportante nella fase di progettazionedella miscela da utilizzare per la realizzazionedi pavimenti. La fessurazione causata dalritiro in fase plastica è <strong>le</strong>gata principalmenteal comportamento della matrice cementiziaed al<strong>le</strong> condizioni ambientali. Il fenomeno puòessere opportunamente contrastato grazieall’utilizzo di rapporti acqua/cemento contenutie/o di microfibre. Il contributo offertodal<strong>le</strong> microfibre alla fessurazione da ritiro puòessere valutato attraverso prove sperimentalidi ritiro impedito, come specificato da ASTMC1579-06 [24] e da AASHTO PP34 [25].Al fine di contenere al meglio i rischi <strong>le</strong>gati allafessurazione da ritiro plastico in fase indurita,rivestono particolare importanza <strong>le</strong> modalitàdi maturazione del <strong>calcestruzzo</strong>, per <strong>le</strong> qualisi può far ricorso all’utilizzo di agenti di stagionatura.9. DurabilitàLa durabilità di una struttura è funzionedell’ambiente, della progettazione, dell’esecuzione,dei materiali utilizzati e della sua manutenzione.In accordo con il D.M. 14/01/08[5], il concetto di vita uti<strong>le</strong> di una strutturapuò essere esteso anche al<strong>le</strong> pavimentazioni.Le Norme Tecniche definiscono infatti la durabilitàcome: “conservazione del<strong>le</strong> caratteristichefisiche e meccaniche dei materiali e del<strong>le</strong>strutture, proprietà essenzia<strong>le</strong> affinché i livellidi sicurezza vengano garantiti durante tutta lavita uti<strong>le</strong> di progetto. La vita uti<strong>le</strong> di progettoTabella 1. Classificazione dei pavimenti industriali e relative classi di tenacità(<strong>Linee</strong> <strong>Guida</strong> CONPAVIPER).CLASSIFICAZIONE DEI PAVIMENTI INDUSTRIALI IN BASE ALL’UTILIZZO (UNI 11146:2005)Tipo Campi di impiego preva<strong>le</strong>nti Condizioni di carico più frequenti1Uffici, marciapiedi, cantineDisimpegni(vita nomina<strong>le</strong>) è il periodo di tempo (numerodi anni) nel qua<strong>le</strong> la struttura, purchè soggettaalla manutenzione ordinaria, deve poter essereusata per lo scopo al qua<strong>le</strong> è destinata”.Per i pavimenti valgono <strong>le</strong> stesse rego<strong>le</strong> applicabilial<strong>le</strong> strutture in <strong>calcestruzzo</strong> considerandola classe di esposizione, la tipologiadel rivestimento superficia<strong>le</strong> e la presenza diarmature tradizionali in aggiunta al fibrorinforzo.Favorendo la riduzione dell’ampiezza del<strong>le</strong>microfessure, <strong>le</strong> fibre, disperse in maniera uniformenell’impasto cementizio, incrementanola durabilità dei pavimenti in FRC. Occorreràtuttavia prevedere, nella vita uti<strong>le</strong> del pavimento,un adeguato piano di manutenzionedei giunti e del rivestimento.10. Controllo di qualitàLa realizzazione di pavimenti in <strong>calcestruzzo</strong>fibrorinforzato va sottoposta costantementead un controllo che assicuri la conformità deiprodotti ai requisiti di funzionalità, durabilitàe di resistenza richiesti. Poiché la resistenzaa compressione del <strong>calcestruzzo</strong> rinforzatoStatiche e dinamiche non comprese nei tipi successiviClassi diTenacitàconsigliate2 Autorimesse, piazzali Automezzi su pneumatici di massa tota<strong>le</strong> ≤ 3,5 t b,c,d345Magazzini e industria con usooccasiona<strong>le</strong> di transpal<strong>le</strong>tspresenza di scaffalature<strong>le</strong>ggere.Piazzali autorimesseMagazzini grande distribuzionee industria con usointensivo di carrelli e<strong>le</strong>vatori epresenza di scaffalatureIndustria, scaffalature, molie banchine portuali e carichispeciali, piazzali.Carrelli e<strong>le</strong>vatori con pneumatici di massa tota<strong>le</strong> ≤ 2,5 tScaffalature aventi carico massimo ≤ 30 kN per appoggioAutomezzi su pneumatici di massa tota<strong>le</strong> ≤ 13 tCarrelli e<strong>le</strong>vatori con pneumatici di massa tota<strong>le</strong> >2,5 tTranspal<strong>le</strong>t con massa tota<strong>le</strong> ≤ 11 tCarrelli e<strong>le</strong>vatori con ruote piene di massa tota<strong>le</strong> ≤ 4,5 tScaffalature aventi carico massimo ≤ 30 kN/appoggioAutomezzi su pneumatici di massa tota<strong>le</strong> ≤ 30 tTranspal<strong>le</strong>ts con massa tota<strong>le</strong> >11 tCarrelli e<strong>le</strong>vatori con ruote piene di massa tota<strong>le</strong> >4,5 tScaffalature aventi carico massimo >30 kN/appoggioAutomezzi su pneumatici di massa tota<strong>le</strong> >30 ta,b,cc,d,econ i dosaggi di fibre normalmente adottatiper i pavimenti (V f< 0,5%) è poco influenzatadalla presenza del fibrorinforzo, per ladeterminazione della resistenza a compressionesi può fare riferimento al<strong>le</strong> modalitàutilizzate per il <strong>calcestruzzo</strong> ordinario. Perla valutazione della tenacità del materia<strong>le</strong>fibrorinforzato si deve invece fare riferimentoal<strong>le</strong> prove di frattura su campioni di travecome specificato nella UNI EN 14651 [11].Per la determinazione del contenuto di fibrenel <strong>calcestruzzo</strong> allo stato fresco la norma diriferimento è la UNI EN 14721 [26], anchese esplicitamente riferita alla fibre metalliche.Per la tenacità del <strong>calcestruzzo</strong> fibrorinforzato,il controllo di conformità deve prevedereun prelievo di almeno tre campioni ditrave ogni 1000 m 3 , con un minimo di trecampioni.Il controllo di conformità ri<strong>sul</strong>ta soddisfattose, per ogni prelievo, ri<strong>sul</strong>tano verificatealcune condizioni <strong>le</strong>gate ai valori medi ed aivalori caratteristici dei parametri descritti inprecedenza.d,eePavimenti e Superfici Continue - N°8


4111. Considerazioni conclusiveLe pavimentazioni in <strong>calcestruzzo</strong> fibrorinforzatosono da anni una realtà nel mercatoitaliano. Finora sono purtroppo mancate adeguatedisposizioni normative ma soprattuttola volontà di considerare i pavimenti strutturevere e proprie. Parlare di progettazione diun pavimento significa si fare riferimento allaprogettazione “statica”, ma necessariamenteanche “tecnologica” in quanto la pavimentazionerichiede un’attenta progettazione dellamiscela di <strong>calcestruzzo</strong>, per il controllo sia del<strong>le</strong>prestazioni meccaniche sia del ritiro.Ora che <strong>le</strong> normative per la progettazionedel<strong>le</strong> strutture in <strong>calcestruzzo</strong> fibrorinforzatosono finalmente disponibili, è possibi<strong>le</strong> regolamentareanche <strong>le</strong> pavimentazioni in FRC,come già succede in diversi paesi del mondo.Questo orienterà anche <strong>le</strong> scelte dei progettistiche oggi, in assenza di rego<strong>le</strong> certe che limettano in condizione di assumere consapevolmente<strong>le</strong> loro responsabilità, preferisconoancora adottare pavimentazioni in <strong>calcestruzzo</strong>armato ordinario o senza armatura.Operando con la convinzione di offrire unservizio a tutti gli operatori coinvolti nella progettazionee realizzazione del<strong>le</strong> pavimentazioniindustriali, cioè i Committenti, i Progettistie i Costruttori, il CONPAVIPER ha attivatoun Gruppo che ha recentemente conclusoi propri lavori, arrivando alla stesura di apposite<strong>Linee</strong> <strong>Guida</strong> (www.conpaviper.com).Queste garantiranno una maggior qualità deipavimenti con la conseguente riduzione deicontenziosi aperti, promuovendo l’utilizzo delcomposito FRC con i ben noti vantaggi strutturalie costruttivi.Bibliografia[1] J.P. 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