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Propagazione di pacchetto d'onde

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6 Capitolo 1. <strong>Propagazione</strong> del <strong>pacchetto</strong> d’ondeL’ultima eguaglianza <strong>di</strong>scende dalla definizione <strong>di</strong> funzione <strong>di</strong> un operatore. Si sottolineala questione importante che la (1.13) non si può risolvere come se fosse unaequazione <strong>di</strong>fferenziale per funzioni; in altri termini l’operatoree − i ∫ tt 0H(τ)dτ(1.18)non è in generale la soluzione della (1.13). Questo perché in generaleddu eA(u) ≠ dA(u)du eA(u) . (1.19)Dalla (1.17) si ricava che nel caso particolare <strong>di</strong> un sistema fisico conservativo l’operatoreevoluzione U (t0+∆t,t 0) che fa evolvere il sistema da un generico istante t 0 perun lasso <strong>di</strong> tempo ∆t non <strong>di</strong>pende da t 0 ma solo da ∆t. Per semplicità <strong>di</strong> notazionedefiniremodef∆t −iU ∆t := U (t0+∆t,t 0) = e H . (1.20)Dall’equazione (1.14) si ricava la seguente interessante proprietà:U n ∆t = U n∆t . (1.21)Questa proprietà mostra che data la funzione d’onda iniziale ψ(r, 0), si può ottenere lafunzione d’onda all’istante t n = n∆t attraverso la applicazione reiterata dell’operatoreevoluzione.Dalla equazione (1.17) si possono avere approssimazioni dell’operatore evoluzione.In particolare l’approssimazione al primo or<strong>di</strong>ne per l’evoluzione nell’intervallotemporale [t, t + dt] restituisce la (1.16).1.4 Funzione d’onda nella rappresentazione degli impulsiNella prima sezione abbiamo mostrato che lo stato del sistema può essere descritto inun istante t da una funzione d’onda ψ(x, t) delle coor<strong>di</strong>nate. Lo stato del sistema puòcomunque essere descritto equivalentemente da una funzione d’onda ˜ψ(p x , t) nella rappresentazionedei momenti. Tale rappresentazione si ottiene attraverso la trasformata<strong>di</strong> Fourier Quantistica:˜ψ(p x ) = F[ψ(x)](p x ) = √ 1 ∫ +∞ψ(x)e −ipxx/ dx . (1.22)2π−∞Si <strong>di</strong>mostra che per una data la funzione ˜ψ(p x ), la funzione d’onda ψ(x) che la generasecondo la trasformazione (1.22) si ottiene attraverso un operatore, la trasformatainversa <strong>di</strong> Fourier Quantistica:ψ(x) = F −1 [ ˜ψ(p x )](x) = 1 √2π∫ +∞−∞˜ψ(p x )e ipxx/ dp x . (1.23)Poiché stiamo trattando il caso uni<strong>di</strong>mensionale, “alleggeriremo” la notazione sostituiremoil simbolo p x con il simbolo p.


1.4. Funzione d’onda nella rappresentazione degli impulsi 7La definizione della (1.22) ha la seguente importante interpretazione fisica. Siconsideri l’osservabile P x del momento lungo x. L’equazione agli autovalori per questaosservabile è, nella rappresentazione delle coor<strong>di</strong>nate,iddx ρ p(x) = pρ p (x) , (1.24)ove ρ p (x) è l’autostato con momento ben definito p. La soluzione <strong>di</strong> questa equazioneèρ p (x) = Ae ipx/ p ∈ R , (1.25)ove A è una costante moltiplicativa arbitraria; poniamoA = 1 √2π. (1.26)Questa scelta fa sì che la norma della funzione trasformata ˜ψ(p) sia eguale alla normadella funzione trasformanda ψ(x). Il generico autostato (1.25) per qualsivoglia p èdetto onda piana.Si <strong>di</strong>mostra che l’insieme degli ρ p (x) è una base ortonormale per lo spazio L 2 (R),per cui lo stato del sistema può essere rappresentato da una sovrapposizione lineareinfinita <strong>di</strong> onde piane. Per ottenere tale rappresentazione si ricorre alla proiezione <strong>di</strong>ψ(x) sugli autostati <strong>di</strong> P x , ovvero(ρ p (x), ψ(x)) =∫ +∞−∞ρ ⋆ p(x)ψ(x)dx = √ 1 ∫ +∞ψ(x)e −ipx/ dx , (1.27)2πche è proprio la trasformata <strong>di</strong> Fourier Quantistica definita all’inizio della sezione.Quin<strong>di</strong> la trasformata <strong>di</strong> Fourier della funzione d’onda è la rappresentazione dello statodel sistema sulla base degli autostati dell’operatore P x . Dai postulati della MeccanicaQuantistica si ricava inoltre che | ˜ψ(p)| 2 è la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> probabilità che un atto<strong>di</strong> misura sul sistema fisico restituisca l’autovalore p.La trasformata <strong>di</strong> Fourier Quantistica definita nella (1.22) ha molte proprietà dalsignificato fisico notevole. Ne citiamo due:• Chiamati σ x lo scarto quadratico me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> |ψ(x)| 2 e σ p lo scarto quadraticome<strong>di</strong>o <strong>di</strong> | ψ(p)| ˜ 2 , vale la <strong>di</strong>sequazioneσ x σ p ≥ 2 . (1.28)Tale importante <strong>di</strong>sequazione è chiamata principio <strong>di</strong> indeterminazione <strong>di</strong> Heisenberg.−∞• La trasformata ˜ψ(p) <strong>di</strong> ψ(x) ha la stessa norma <strong>di</strong> ψ(x):∫ +∞−∞|ψ(x)| 2 dx =∫ +∞−∞Tale equazione è detta formula <strong>di</strong> Parseval-Plancherel.| ˜ψ(p)| 2 dp . (1.29)Da notare che questa ultima relazione vale se è presente la costante moltiplicativa1/ √ 2π nella definizione, ovvero se si compie la sostituzione dell’equazione (1.26). Si


8 Capitolo 1. <strong>Propagazione</strong> del <strong>pacchetto</strong> d’onde<strong>di</strong>mostra che tale costante viene ricavata dall’estensione della serie <strong>di</strong> Fourier <strong>di</strong> unafunzione in un intervallo limitato alla trasformata <strong>di</strong> Fourier su tutto R.Lo stato del sistema fisico può essere descritto sia nella rappresentazione dellecoor<strong>di</strong>nate che in quella dei momenti. L’evoluzione temporale della funzione d’onda˜ψ(p, t) è regolata dall’equazione <strong>di</strong> Schrö<strong>di</strong>nger nella rappresentazione dei momenti.Ricavaremo adesso questa equazione, <strong>di</strong> cui faremo nel secondo capitolo nella sezione2.5 e <strong>di</strong> cui si calcolerà la soluzione numerica nel terzo capitolo.Per ottenere tale equazione, applichiamo la trasformata <strong>di</strong> Fourier su entrambi imembri della equazione <strong>di</strong> Schrö<strong>di</strong>nger (1.4). Si ha al primo membroF[i ∂ ]∂t ψ(x, t) (p) = i ∂ ∂t ˜ψ(p, t) . (1.30)Al secondo membro della (1.4) figurano due adden<strong>di</strong>; per il primo si haF[− 2∂ 2 ]2m ∂x 2 ψ(x, t) (p) = p22m ˜ψ(p, t) . (1.31)Per il secondo addendo si haF [V (x)ψ(x, t)] (p) = F [ V (x)F −1 [ ˜ψ(p ′ , t)](x) ] (p) == √ 1 ∫ (+∞ ∫ )+∞˜ψ(p ′ e −ix(p−p′ )/, t)√ V (x)dx dp ′ =2π 2π−∞−∞= √ 1 ∫ +∞Ṽ (p − p ′ ) ˜ψ(p ′ , t)dp ′ . (1.32)2πAssemblando questi risultati si ottiene l’equazione <strong>di</strong> Schrö<strong>di</strong>nger per la funzioned’onda nella rappresentazione dei momenti:i ∂ ∂t ˜ψ(p, t) = p22m ˜ψ(p, t) + √ 1 ∫ +∞2π−∞−∞Ṽ (p − p ′ ) ˜ψ(p ′ , t)dp ′ . (1.33)Si nota che è una equazione integro-<strong>di</strong>fferenziale. Otterremo la soluzione numerica <strong>di</strong>questa equazione con un metodo che esporremo nella sezione 2.5.1.5 Pacchetto d’onde gaussiano ed evoluzione in potenzialenulloIn questa sezione si riportano alcuni risultati riguardanti la propagazione del <strong>pacchetto</strong>d’onda gaussiano in potenziale nullo, compresa la soluzione analitica della sua evoluzione.Tale risultato ha un duplice fine: da un lato è un esempio pratico <strong>di</strong> risoluzionesecondo il metodo presentato nella sezione 1.2; dall’altro la soluzione analitica dell’evoluzioneψ(x, t) sarà utilizzata nella sezione 2.4 per effettuare dei test sulla bontà delmetodo numerico.Consideriamo la seguente sovrapposizione <strong>di</strong> onde piane a un istante posto egualea 0:ψ(x, 0) = C∫ +∞−∞g(k)e ikx dk (1.34)


1.5. Pacchetto d’onde gaussiano ed evoluzione in potenziale nullo 9oveg(k) = e − a2 4 (k−k0)2 (1.35)con a parametro reale e C una costante che si dovrà calcolare per normalizzare a 1il modulo quadro <strong>di</strong> ψ(x, 0). g(k) è la <strong>di</strong>stribuzione dei pesi <strong>di</strong> ogni onda piana; èuna funzione gaussiana e per questo “l’inviluppo” dato dall’integrale (1.34) è detto<strong>pacchetto</strong> d’onde gaussiano. Il parametro a è connesso, come si vedrà, con lo scartoquadratico me<strong>di</strong>o della <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> probabilità della posizione e quello degliimpulsi.Per calcolare l’integrale (1.34) si fa uso del seguente risultato:∫ +∞−∞e −α2 (x+β) 2 dx =√ παα ∈ C, β ∈ C, R { α 2} > 0 (1.36)ove la con<strong>di</strong>zione R { α 2} > 0 assicura la convergenza dell’integrale; il parametro adella funzione g(k) sod<strong>di</strong>sfa questa con<strong>di</strong>zione per ogni valore in R. Per sfruttarequesto risultato occorre riscrivere l’esponente dell’equazione (1.34) in modo che iltermine <strong>di</strong>pendente da k(la variabile <strong>di</strong> integrazione) sia un quadrato perfetto; lo sipuò fare attraverso le seguenti eguaglianze:= a2a 24 (k − k 0) 2 − ikx + (ik 0 x − ik(0 x) = )4 (k − k 0) 2 x− i(k − k 0 )x − ik 0 x +2a− x22 a=(1.37)( ) 2= a24 k − k0 − 2ix 2a − 2 ik0 x + x2a 2per cui si calcola che la funzione d’onda all’istante iniziale t = 0 èψ(x, 0) = C 2√ πa eik0x e −x2 /a 2 . (1.38)Imponendo la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> normalizzazione a 1 del modulo quadro otteniamo il valoredella costante C:∫ +∞|ψ(x, 0)| 2 dx = 1 → |C| 2 2√ 2π √ √πa= 1 → C = . (1.39)a(2π)3/4−∞Nell’ultimo passaggio si è posto arbitrariamente I {C} = 0, essendo il vettore <strong>di</strong>stato determinato a meno <strong>di</strong> un fattore <strong>di</strong> fase arbitrario. Trovata la costante <strong>di</strong>normalizzazione C, si ha la funzione d’ondaψ(x, 0) =( 2πa 2 ) 1/4e ik0x e −x2 /a 2 (1.40)e la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> probabilità sulla misura <strong>di</strong> posizione√2|ψ(x, 0)| 2 /a=2 πa 2 e−2x2 . (1.41)Si nota che è una funzione gaussiana normalizzata con valore me<strong>di</strong>o sullo zero; perottenerne una con valore me<strong>di</strong>o x 0 <strong>di</strong>verso da 0 basta effettuare nella (1.34) la sostituzionex → x − x 0 . Si ottiene così che la funzione d’onda è la trasformata <strong>di</strong> Fourier <strong>di</strong>una funzione g(k) non puramente reale ma complessa. Nel seguito si tratterà, senzaperdere <strong>di</strong> generalità, |ψ(x, 0)| 2 centrata nello zero.


10 Capitolo 1. <strong>Propagazione</strong> del <strong>pacchetto</strong> d’ondeLa funzione d’onda (1.40) può essere scritta comeconeψ(x, 0) = 1 √2π∫ +∞˜ψ(p, 0) =−∞˜ψ(p, 0)e ipx/ dp (1.42)√ aa2(2π 2 e− 4)1/4 2 (p−p0)2 (1.43)p 0 = k 0 . (1.44)L’equazione (1.42) ha la forma della trasformata inversa <strong>di</strong> Fourier dell’equazione(1.23).Quin<strong>di</strong> la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> probabilità <strong>di</strong> misurare un impulso p per la particella èdata da| ˜ψ(p, 0)| 2 =aa2√ e− 2 2 (p−p0)2 . (1.45)(2π2 )Da notare che sia |ψ(x, 0)| 2 che | ˜ψ(x, 0)| 2 sono normalizzati a 1, come ci si potevaaspettare dalla formula <strong>di</strong> Parseval-Plancherel(equazione (1.29)).Si evince dalle proprietà <strong>di</strong> una funzione gaussiana che nella (1.41) si ha uno scartoquadratico me<strong>di</strong>o sulla posizione <strong>di</strong>σ x = a 2(1.46)e nella (1.45) si ha uno scarto quadratico me<strong>di</strong>o sull’impulso <strong>di</strong>σ p = a . (1.47)Si ha così l’interessante relazioneσ x σ p = 2(1.48)che ha la peculiarità <strong>di</strong> minimizzare l’indeterminazione prevista dal principio <strong>di</strong> Heisenberg.Si calcola adesso l’evoluzione del <strong>pacchetto</strong> d’onda nel tempo in potenziale nullo.Applicando l’operatore evoluzione sul <strong>pacchetto</strong> <strong>di</strong> onde definito in (1.34), si haψ(x, t) = e − it H ψ(x, 0) == C∫ +∞−∞√ ∫ a +∞=(2π) 3/4g(k)e − it H e ikx dk =−∞e − a2 4 (k−k0)2 e i (kx− k22m t )dk .(1.49)Trasformando, come prima, l’esponente della funzione integranda in un quadrato perfettorispetto alla variabile <strong>di</strong> integrazione k e applicando l’integrale <strong>di</strong> Gauss si trovache( ) 2a2 1/4[ψ(x, t) = e iϕ(t) −a 2 (exp x − k ) ] 20πa 4 + 42mt 2 m t (1.50)2


1.6. Matrice <strong>di</strong> trasmissione, coefficienti <strong>di</strong> trasmissione e riflessione 11ove(1ϕ(t) =a 4 k 0 x + 2tx2a 4 + 42mt 2 m2− a4 k0t2 )− 1 ( ) 2t2m 2 arctan ma 2. (1.51)Da questo si ricava che[|ψ(x, t)| 2 1= √ √ exp −2πa 24 + 2a 2 mt 2 2(x −k 0m t) 22 ( a 24 + 2a 2 m 2 t 2) ]. (1.52)Da questa equazione si nota che il punto me<strong>di</strong>o della <strong>di</strong>stribuzione si muove con velocitàcostante pari aV = k 0m(1.53)e lo scarto quadratico me<strong>di</strong>o della posizione si evolve secondoσ x (t) = a 2√1 + 42 t 2m 2 a 4 . (1.54)Per quanto concerne la <strong>di</strong>stribuzione dei numeri d’onda, dalla (1.49) si nota che lafunzione d’onda ψ(x, t) è la trasformata <strong>di</strong> Fourier(a meno della costante C dellafunzioneg ′ k2 −i(k, t) = e 2m t g(k) (1.55)per cui |g ′ (k, t)| = |g(k)| in ogni istante t. Quin<strong>di</strong> la <strong>di</strong>stribuzione dei numeri d’onda(equella degli impulsi) non variano nel tempo. Questo risultato ha un significato fisico:in un potenziale nullo, in accordo con la fisica classica, l’impulso rimane costante.1.6 Matrice <strong>di</strong> trasmissione, coefficienti <strong>di</strong> trasmissionee riflessioneNei problemi <strong>di</strong> particelle che devono superare una barriera <strong>di</strong> potenziale si possonodefinire delle quantità che risultano molto utili e <strong>di</strong> significato fisico imme<strong>di</strong>ato: icoefficienti <strong>di</strong> riflessione e trasmissione e la matrice <strong>di</strong> trasmissione. Come avvienesoventemente, queste quantità sono state coniate in Fisica Classica in seno all’Ottica,ma sono state poi mutuate nella Meccanica Quantistica con una prospettiva <strong>di</strong>interpretazione molto <strong>di</strong>versa.In questa sezione definiremo i suddetti coefficienti in un sistema fisico uni<strong>di</strong>mensionalecon potenziale <strong>di</strong> qualsivoglia forma all’interno <strong>di</strong> un intervallo [0, l] e nulloall’esterno. Un caso particolare che tratteremo in questo ambito è la barriera quadrata<strong>di</strong> potenziale, nella prossima sezione.Consideriamo un potenziale del tipo⎧⎪⎨ 0 x < 0 (regione I)V (x) = ¯V (x) 0 ≤ x < l (regione II)(1.56)⎪⎩0 x ≥ l (regione III)


12 Capitolo 1. <strong>Propagazione</strong> del <strong>pacchetto</strong> d’ondeove ¯V (x) è una funzione arbitraria. Si tratta quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> una barriera <strong>di</strong> potenziale<strong>di</strong> qualsivoglia forma localizzata nell’intervallo [0, l] . L’equazione agli autovalori checonsente <strong>di</strong> trovare gli stati stazionari è− 2∂ 22m ∂x 2 ϕ k(x) + V (x)ϕ k (x) = E k ϕ(x) . (1.57)Nella regione I due soluzioni(non le più generali) della (1.57) sono e ikx e e −ikx .Sia χ k (x) la soluzione che è identica a e ikx nella regione I :{e ikx x ≤ 0χ k (x) =F (k)e ikx + G(k)e −ikx . (1.58)x ≥ lÈ importante ricordare che un teorema <strong>di</strong> Analisi Matematica sulle equazioni <strong>di</strong>fferenzialiassicura per l’equazione (1.57) che per una data una soluzione nella regioneI ne risultano F (k) e G(k) nella regione III univocamente determinati. Si definiscaanalogamente ξ k (x) la soluzione che nella regione I sia eguale a e −ikx{e −ikx x ≤ 0ξ k (x) =¯F (k)e ikx . (1.59)+ Ḡ(k)e−ikx x ≥ lLa soluzione più generale è data da una combinazione lineare <strong>di</strong> χ k (x) con ξ k (x); piùprecisamente, combinando con pesi A I e B I , si ha{A I e ikx + B I e −ikx x ≤ 0ϕ k (x) = A I χ k (x) + B I ξ k (x) =A III (k)e ikx + B III (k)e −ikx(1.60)x ≥ loveA III (k) = A I F (k) + B I ¯F (k)B III (k) = A I G(k) + B I Ḡ(k) . (1.61)Si possono scrivere queste due relazioni in notazione matriciale:( ) ( )AIIIAI= M(k)B III B I(1.62)ove la matrice M(k), detta matrice <strong>di</strong> trasmissione del potenziale, è( )F (k) ¯F (k)M(k) =. (1.63)G(k) Ḡ(k)Si possono <strong>di</strong>mostrare le seguenti due proprietà per la matrice <strong>di</strong> trasmissione(siconsulti [Coh05]:• Per le componenti <strong>di</strong> M(k) si haF ⋆ (k) = Ḡ(k)G ⋆ (k) = ¯F (k)per cui si può riscrivere( F (k) GM(k) =⋆ (k)G(k) F ⋆ (k)(1.64)). (1.65)


1.7. Coefficiente <strong>di</strong> trasmissione per una barriera quadrata 13• Il determinante della matrice <strong>di</strong> trasmissione è eguale a 1:det M(k) = |F (k)| 2 − |G(k)| 2 = 1 . (1.66)Nel secondo membro si è fatto uso della prima proprietà.Dalle componenti della matrice <strong>di</strong> trasmissione si possono ricavare due importantiquantità, il coefficiente <strong>di</strong> trasmissione e il coefficiente <strong>di</strong> riflessione. Consideriamoun problema fisico <strong>di</strong> una particella con energia ben definita(quin<strong>di</strong> un’onda piana)che viene da −∞ e incontra la barriera <strong>di</strong> potenziale nell’intervallo spaziale [0, l].Inquesto caso il coefficiente B III della (1.60) è nullo, non essendovi alcuna particella cheviene da +∞. In un stato dato da ϕ k (x) dell’equazione (1.60) non si può calcolare laprobabilità <strong>di</strong> trovare la particella in un intervallo spaziale finito, in quanto |e ikx | = 1 equin<strong>di</strong> ϕ k (x) non è una funzione a quadrato sommabile. Tuttavia in ϕ k (x) si possono<strong>di</strong>stinguere le intensità <strong>di</strong> tre onde piane, associate a una particella che giunge da −∞,una che viene riflessa e una che viene trasmessa attraverso la barriera <strong>di</strong> potenziale.Da queste si può calcolare la probabilità che la particella venga riflessa dalla barriera,il coefficiente <strong>di</strong> riflessione:∣ R(k) =B I ∣∣∣22∣ =G(k)A I∣F (k) ∣(1.67)e la probabilità che la particella venga trasmessa, il coefficiente <strong>di</strong> trasmissione:∣ T (k) =A III ∣∣∣22∣ =1A I∣F (k) ∣ . (1.68)Dalla proprietà sul determinante <strong>di</strong> M(k) se ne ricava l’importante equazioneT (k) + R(k) = 1 (1.69)il cui significato fisico è che il flusso <strong>di</strong> particelle è conservato. È importante notare chese si considera il problema fisico <strong>di</strong> una particella che viene invece da +∞ i coefficienti<strong>di</strong> trasmissione e riflessione non cambiano. Infatti ponendo nella (1.60) il coefficienteA I = 0 si haA III = G⋆ (k)F ⋆ (k) B IIIB I = 1F ⋆ (k) B III(1.70)e dalla prima proprietà su M(k) si evince che i due coefficienti in questione noncambiano.La matrice M(k) è <strong>di</strong>pendente dal numero d’onda k; la sua <strong>di</strong>pendenza dal momentop si ottiene effettuando la sostituzione secondo la relazione <strong>di</strong> De Brogliek = p/.1.7 Coefficiente <strong>di</strong> trasmissione per una barriera quadrataIn questa sezione calcoleremo il coefficiente <strong>di</strong> trasmissione per una barriera quadrata<strong>di</strong> potenziale. Tale coefficiente ritornerà utile quando nel terzo capitolo si effettuerannodelle simulazioni <strong>di</strong> urto <strong>di</strong> <strong>pacchetto</strong> d’onde gaussiano contro una barriera quadrata.


14 Capitolo 1. <strong>Propagazione</strong> del <strong>pacchetto</strong> d’ondeSi consideri un sistema fisico con una particella che viene da x = −∞ con unabarriera <strong>di</strong> potenziale(si veda figura 1.1):⎧⎪⎨ 0 x < 0 (regione I)V (x) = V 0 0 ≤ x < l (regione II) . (1.71)⎪⎩0 x ≥ l (regione III)V(x)V00lxFigura 1.1: Barriera quadrataL’equazione agli autovalori è− 2∂ 22m ∂x 2 ϕ k(x) + V (x)ϕ k (x) = E k ϕ(x) . (1.72)Si considererà dapprima il caso E ≥ V 0 ; il caso E ≤ V 0 verrà facilmente calcolatoattraverso delle sostituzioni.Gli stati stazionari che risolvono la (1.72) si ottengono trovando le soluzioni dell’equazione<strong>di</strong>fferenziale nelle tre regioni e raccordandole per continuità <strong>di</strong> ϕ k (x) e delladerivata prima ϕ ′ k(x). Le soluzioni nelle tre regioni sono:oveϕ I (x) = A I e ik1x + B I e −ik1x (1.73)ϕ II (x) = A II e ik2x + B II e −ik2x (1.74)ϕ III (x) = A III e ik1x + B III e −ik1x (1.75)k 1 =√ √2mEk2m(Ek − V 0 ) 2 k 2 = 2 . (1.76)Per il problema fisico considerato, ovvero <strong>di</strong> una particella che viene da −∞, ilcoefficiente B III è nullo. Dalle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> raccordo si ottiene il sistema:⎧⎪⎨⎪⎩A I + B I = A II + B IIe ik2l A II + e −ik2l B II = e ik1l A IIIA I − B I = k2k 1(A II − B II ). (1.77)e ik2l A II − e −ik2l B II = k1k 2e ik1l A III


1.7. Coefficiente <strong>di</strong> trasmissione per una barriera quadrata 15Si tratta <strong>di</strong> un sistema lineare <strong>di</strong> 4 equazioni in 5 incognite; è un caso previstodalla teoria, ove una delle incognite viene fissata come coefficiente <strong>di</strong> normalizzazione(ricor<strong>di</strong>amoche l’equazione agli autovalori è omogenea). Per semplicità <strong>di</strong> calcolofissiamo il coefficiente A III , da cui <strong>di</strong>penderanno gli altri 4 coefficienti A I , B I , A II , B II .Si ricava che la soluzione del sistema è[A I = cos(k 2 a) − i k2 1 + k22 ]sin(k 2 a) e ik1a A III (1.78)2k 1 k 2B I = i k2 2 − k 2 12k 1 k 2sin(k 2 a)e ik1a A III . (1.79)Da questi risultati si può ottenere il coefficiente <strong>di</strong> riflessione∣ R(k) =B I ∣∣∣2(k1 2 − k∣ =2) 2 sin 2 (k 2 l)A I 4k1 2k2 2 + (k2 1 − k2 2 )2 sin 2 (k 2 l)(1.80)e il coefficiente <strong>di</strong> trasmissione∣ T (k) =A III ∣∣∣24k∣ =1k 2 22A I 4k1 2k2 2 + (k2 1 − k2 2 )2 sin 2 (k 2 l) . (1.81)La <strong>di</strong>pendenza <strong>di</strong> R e T da k è data dalle sostituzioni (1.76). Si fa notare che lesoluzioni trovate sod<strong>di</strong>sfano la con<strong>di</strong>zione R + T = 1 . Esplicitando le quantità k 1e k 2 si ottiene il coefficiente <strong>di</strong> trasmissione in funzione dell’energia della particella edell’energia potenziale:T (E) =4E(E − V 0 )(√ ) E ≥ V 0 . (1.82)4E(E − V 0 ) + V0 2 sin2 2ml 2 (E−V 0) 2Il caso E ≤ V 0 può essere trattato facendo la seguente sostituzione nei calcoliprecedenti:√2m(V0 − E)k 2 → −iρ 2 , ρ 2 = 2 . (1.83)L’espressione del coefficiente <strong>di</strong> trasmissione in funzione dell’energia e dell’altezza dellabarriera <strong>di</strong> potenziale è in questo caso4E(V 0 − E)T (E) =(√ ) E ≤ V 0 . (1.84)4E(V 0 − E) + V0 2 sinh2 2ml 2 (V 0−E) 2Conviene riscrivere il coefficiente <strong>di</strong> trasmissione <strong>di</strong>videndo numeratore e denominatoreper V 20 , ottenendo⎧⎪⎨T (η) =⎪⎩4η(1−η)4η(1−η)+sinh 2 (√2ml 2 V 0 2 √(1−η)) 0 ≤ η ≤ 14η(η−1)4η(η−1)+sin 2 (√2ml 2 V 0 2 √(η−1)) 1 ≤ η(1.85)


16 Capitolo 1. <strong>Propagazione</strong> del <strong>pacchetto</strong> d’ondeove η = E/V 0 è una quantità a<strong>di</strong>mensionale. In η = 1 la funzione non è definita maprolungabile per continuità; il calcolo del limite restituiscelim T (η) = 1η→1 1 + ml2 V 02. (1.86)La figura 1.2 è un grafico della funzione (1.85) con il fattore √ 2ml 2 V 0 / 2 postoa √ 40, circa eguale a 2π. Nella sezione 3.1 si simulerà l’urto <strong>di</strong> un <strong>pacchetto</strong> d’ondegaussiano contro una barriera per cui √ 2ml 2 V 0 / 2 = √ 40 ≈ 2πFigura 1.2: Coefficiente <strong>di</strong> trasmissione per barriera quadrata <strong>di</strong> potenzialeIn questo grafico è <strong>di</strong>segnata la funzione (1.85), con impostato√2ml2 V 0 / 2 = √ 40 ≈ 2π. La parte in blu mostra il coefficiente <strong>di</strong> trasmissione perE < V 0 (effetto tunnel).In contrasto con la meccanica classica, i coefficienti <strong>di</strong> trasmissione e riflessionemostrano che vi è sempre una probabilità che la particella venga riflessa o trasmessa,a prescindere che l’energia della particella sia maggiore o minore della barriera <strong>di</strong>potenziale. In particolare vi è anche la possibilità che una particella con energiaminore <strong>di</strong> quella della barriera riesca a oltrepassarla; questo fenomeno è chiamatoeffetto tunnel.


Capitolo 2Meto<strong>di</strong> numerici2.1 Risoluzione numerica dell’equazione <strong>di</strong> Schrö<strong>di</strong>ngerIn questa sezione <strong>di</strong>scuteremo sul metodo numerico(implementato in un algoritmoscritto in linguaggio MatLab) usato per la risoluzione dell’equazione <strong>di</strong> Schrö<strong>di</strong>nger auna <strong>di</strong>mensione spaziale con potenziale in<strong>di</strong>pendente dal tempo:i ∂ 2ψ(x, t) = −∂t 2m∂ 2ψ(x, t) + V (x)ψ(x, t) . (2.1)∂x2 Per trattare il problema numericamente si deve procedere con alcune approssimazioni:• L’insieme R × R <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nate spazio-temporali su cui è definita la soluzioneanalitica ψ(x, t) è sostituito da un insieme finito <strong>di</strong> punti che prende il nome <strong>di</strong>griglia. I punti della griglia saranno in<strong>di</strong>cizzati con una coppia <strong>di</strong> in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong>screti(j, n) j ∈ {1, ..., N x } , n ∈ {1, ..., N t } (2.2)e avranno coor<strong>di</strong>natex j = x 1 + (j − 1)∆x t n = t 1 + (n − 1)∆t , (2.3)ove ∆x è il passo <strong>di</strong> <strong>di</strong>scretizzazione spaziale, ∆t è il passo <strong>di</strong> <strong>di</strong>scretizzazionetemporale. Nel seguito il punto t 1 verrà posto eguale a zero, ponendo nel problemafisico il sistema <strong>di</strong> riferimento temporale in modo che lo stato iniziale da cuisi evolve il sistema sia all’istante t 1 = 0. Il numero <strong>di</strong> punti totale della grigliaè N x N t .• La funzione ψ(x, t) è sostituita da una matrice Ψ <strong>di</strong> numeri complessi; gli elementiψjn <strong>di</strong> Ψ rappresentano la soluzione numerica calcolata in corrispondenzadei punti della griglia (x j , t n ). Nel seguito si in<strong>di</strong>cherà con il simbolo ψ nil vettore-colonna numerico ψ n = ( )ψ1 n , ..., ψN n Txche rappresenta la funzioned’onda nell’istante t n . Il vettore numerico ψ 1 rappresenta la funzione d’ondaall’istante iniziale, dal quale verranno calcolati gli istanti successivi col metodonumerico che esporremo. Precisiamo che con il termine “vettore numerico”intenderemo nel seguito un insieme finito or<strong>di</strong>nato <strong>di</strong> numeri reali.17


18 Capitolo 2. Meto<strong>di</strong> numerici• La funzione del potenziale V (x) è sostituita da un vettore numerico V jcontiene il valore del potenziale nei punti x j .che• Gli operatori lineari su funzioni saranno sostituiti da matrici che operano suivettori numerici attraverso il noto prodotto matriciale. Useremo i simboli incalligrafia(ad esempio H e U) per in<strong>di</strong>care gli operatori che agiscono su funzioni;in maiuscolo corsivo(ad esempio H e U) in<strong>di</strong>cheremo le matrici che agiscono suivettori numerici.Cerchiamo una approssimazione dell’operatore hamiltoniano. Per il calcolo numericodella derivata seconda spaziale si userà una espressione a 3 punti che si ricavacome segue. Si considerino i seguenti sviluppi in serie <strong>di</strong> Taylor della funzione d’ondaa un istante fissato t 0 intorno al punto x:ψ (x + ∆x, t 0 ) = ψ (x, t 0 ) + ∂∂x ψ (x, t 0) ∆x+∂ 2∂ 3+ 1 2 ∂x 2 ψ (x, t 0) ∆x 2 + 1 6 ∂x 3 ψ (x, t 0) ∆x 3 + O ( ∆x 4) (2.4)ψ (x − ∆x, t 0 ) = ψ (x, t 0 ) − ∂∂x ψ (x, t 0) ∆x+∂ 2∂ 3+ 1 2 ∂x 2 ψ (x, t 0) ∆x 2 − 1 6 ∂x 3 ψ (x, t 0) ∆x 3 + O ( ∆x 4) (2.5). Sommando membro a membro la (2.4) con la (2.5) e tenendo conto delle coor<strong>di</strong>natedei punti della griglia(equazione (2.3)) si ottiene, con semplici passaggi algebrici,∂ 2∂x 2 ψ(x j, t n ) = ψn j+1 − 2ψn j + ψn j−1∆x 2 + O(∆x 2 ) . (2.6)Approssimeremo per il calcolo numerico l’operatore <strong>di</strong> derivazione seconda con lamatrice D 2 che agisce su ψ n tale che la j-esima componente <strong>di</strong> D 2 ψ n sarà(D 2 ψ n ) j = ψn j+1 − 2ψn j + ψn j−1∆x 2 . (2.7)Dalla (2.6) si nota che con questa approssimazione si commette un errore <strong>di</strong> troncamentoO(∆x 2 ).Trovata l’approssimazione dell’operazione <strong>di</strong> derivata seconda, l’operatore hamiltonianoche agisce su ψ(x, t) viene sostituito quin<strong>di</strong> dalla matrice H c che agisce sulvettore numerico ψ n tale che la j-esima componente <strong>di</strong> H c ψ n è data da(H c ψ n ) j = − 22m( ψnj+1 − 2ψj n + )ψn j−1∆x 2 + V j ψj n . (2.8)Il pe<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> H c sta per computazionale. Per i punti spaziali in<strong>di</strong>cizzati da j = 1 ej = N x la formula (2.8) ha bisogno <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni al contorno che specifichino i valori<strong>di</strong> ψ0n e ψN n x+1 , che non appartengono alla matrice Ψ. Porremo come con<strong>di</strong>zioni alcontorno:ψ n 0 = ψ n N x+1 = 0 ∀n ∈ {1, ..., N t } . (2.9)Le con<strong>di</strong>zioni (2.9) hanno un significato fisico. Esse stabiliscono che il metodo numericocalcola l’evoluzione in modo che in qualunque istante t n la soluzione si annulli ai lati


2.1. Risoluzione numerica dell’equazione <strong>di</strong> Schrö<strong>di</strong>nger 19dell’intervallo spaziale. Il metodo numerico tratta quin<strong>di</strong> il sistema come se fosse in unascatola <strong>di</strong> potenziale a pareti infinite che contiene l’intervallo spaziale [x 0 , x Nx+1] edentro la quale è presente un potenziale dato da V (x). Questa si tratta <strong>di</strong> una ulterioreapprossimazione <strong>di</strong> cui si dovrà tener conto nella risoluzione numerica. Si noti che sipossono costruire altre approssimazioni H c dell’operatore H usando approssimazionidella derivata a più <strong>di</strong> 3 punti.Trovata l’approssimazione dell’operatore hamiltoniano, cerchiamo l’approssimazionedell’operatore evoluzione stu<strong>di</strong>ato nella sezione 1.3. Dall’equazione (1.20) si ha chel’approssimazione più semplice <strong>di</strong> U ∆t è quella al primo or<strong>di</strong>ne:U ∆t = I − i∆t H . (2.10)Sostituendo H con H c si ottiene la formulaψ n+1 =(I − i∆t ) H c ψ n . (2.11)Attraverso l’applicazione reiterata n volte <strong>di</strong> questo operatore si può trovare il vettoreψ n+1 dalla con<strong>di</strong>zione iniziale ψ 1 . Tuttavia l’uso dell’espressione (2.11) presentadue problemi: il primo è che l’espressione al secondo membro nella (2.10) non è unoperatore unitario, come invece lo è U ∆t , quin<strong>di</strong> non conserva la norma del vettore<strong>di</strong> stato. Il secondo problema è che il metodo numerico dato dall’equazione (2.11)presenta problemi <strong>di</strong> instabilità numerica dovuti alla crescita degli errori <strong>di</strong> troncamento.Conviene procedere invece con l’approssimazione nella cosiddetta forma <strong>di</strong>Cayley [Gol67]:U ∆t = U ∆t2(U −∆t2) −1≈(I −i∆t2 H)(I +i∆t2Usando questa espressione e l’operatore H c si ottieneH). (2.12)(1 + 1 ) (i∆t2 H c ψ n+1 = 1 − 1 )i∆t2 H c ψ n (2.13)e tenendo conto della (2.8) si giunge, per n fissato, al sistema <strong>di</strong> equazioni seguente:P ψ n+1j−1 + Q jψ n+1j + P ψ n+1j+1 = P ⋆ ψ n j−1 + Q ⋆ j ψ n j + P ⋆ ψ n j+1 j ∈ {1, ..., N x } (2.14)ove si è definitoeP = −i∆t4m(∆x) 2 (2.15)Q j = 1 − 2P + i∆t2 V j . (2.16)e dove ψ0 n , ψN n , x+1 ψn+1 0 , ψ n+1N x+1sono stabiliti dalle con<strong>di</strong>zioni al contorno (2.9).


20 Capitolo 2. Meto<strong>di</strong> numericiSi può scrivere il sistema (2.14) in notazione matriciale:⎛⎞ ⎛Q 1 P 0 0 · · · 0 ψ n+1 ⎞P Q 2 P 0 .1.0 P Q 3 P ... =0 0 P Q .. 4 ..⎜⎝.... . ⎟ ⎜ ⎟.. P ⎠ ⎝ . ⎠0 · · · · · · · · · P Q Nx ψ n+1N x⎛⎞⋆ ⎛Q 1 P 0 0 · · · 0 ψ n ⎞1P Q 2 P 0 ..=0 P Q 3 P ... 0 0 P Q .. 4 ..⎜⎝.... . ⎟ ⎜ ⎟.. P ⎠ ⎝ . ⎠0 · · · · · · · · · P Q Nx ψN n x(2.17)ove le incognite sono ψ1 n+1 , ..., ψ n+1N x. Per risolvere numericamente tale sistema si èfatto uso <strong>di</strong> un metodo <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>zione e sottrazione delle equazioni che <strong>di</strong>agonalizza A;tale metodo è spiegato nella prossima sezione.2.2 Risoluzione <strong>di</strong> un sistema Ax = y con A matricetri<strong>di</strong>agonaleNel metodo numerico per la risoluzione dell’equazione <strong>di</strong> Schrö<strong>di</strong>nger <strong>di</strong>pendente daltempo(esposto nella sezione 2.1) occorre risolvere un sistema <strong>di</strong> equazioni del tiposeguente:⎧⎪⎨⎪⎩Q 1 ψ n+11 +P ψ n+12 = Q ⋆ 1ψ n 1 +P ⋆ ψ n 2P ψ n+11 +Q 2 ψ n+12 +P ψ n+13 = P ⋆ ψ n 1 +Q ⋆ 2ψ n 2 +P ⋆ ψ n 3· · · = · · ·P ψ n+1N x−2+Q Nx−1ψ n+1N x−1+P ψ n+1N x= P ⋆ ψ n N x−2 +Q ⋆ N x−1 ψn N x−1 +P ⋆ ψ n N xP ψ n+1N x−1+Q Nx ψ n+1N x= P ⋆ ψ n N x−1 +Q ⋆ N xψ n N x(2.18)ove ψ n+1j con j ∈ {1, ..., N x } sono le incognite. Si mostra in questa sezione un metodoper risolverla. Conviene riscrivere i termini noti del sistema semplificando la notazione⎧⎪⎨⎪⎩Q 1 ψ n+11 + P ψ n+12 = W n 1P ψ n+11 + Q 2 ψ n+12 + P ψ n+13 = W n 2· · · = · · ·P ψ n+1N x−2+ Q Nx−1ψ n+1N x−1+ P ψ n+1N x= W n N x−1P ψ n+1N x−1+ Q Nx ψ n+1N x= W n N x. (2.19)Si effettua ora una combinazione lineare delle equazioni con l’obiettivo <strong>di</strong> eliminare daogni equazione una incognita. Più precisamente


2.2. Risoluzione <strong>di</strong> un sistema Ax = y con A matrice tri<strong>di</strong>agonale 21• La prima equazione non viene manipolata.• Dalla seconda equazione si sottrae la prima moltiplicata per P/Q 1 ; si ottienecosìoveQ ′ 2ψ n+12 + P ψ n+13 = W ′ n2 (2.20)Q ′ 2 = Q 1 − P 2Q 1(2.21)W ′ n2 = W n 2 − P Q 1W n 1 . (2.22)Si è così eliminata una incognita dalla seconda equazione.• L’equazione (2.20) testé ottenuta ha una forma analoga alla prima. Si può ripeterequin<strong>di</strong> lo stesso proce<strong>di</strong>mento combinando linearmente la terza equazionecon la (2.20).• Si ripete la procedura finché si ottiene il sistema <strong>di</strong> equazionioveQ ′ jψ n+1j + P ψ n+1j+1 = W ′ nj , j ∈ {1, ..., N x } (2.23)Q ′ j = Q j − P 2Q ′ j−1(2.24)conW ′ nj = Wj n − PQ ′ W ′ nj−1 (2.25)j−1Q ′ 1 = Q 1 (2.26)W ′ n1 = W ′ n1 (2.27)L’ultima equazione è quin<strong>di</strong>Q ′ N xψ n+1N xda cui si ricava l’incognitaψ n+1N x= W ′ nN x. (2.28)= W ′ nN xQ ′ N x. (2.29)Sostituendo questo valore nell’equazione N x −1 si ottiene il valore <strong>di</strong> ψ n+1N x−1; si procedeallora con questa serie <strong>di</strong> “sostituzioni a cascata” e risolvendo, in or<strong>di</strong>ne da j = N x − 1a j = 1, l’equazioneψ n+1j= W ′ nj − P ψ n+1j+1Q ′ j. (2.30)


22 Capitolo 2. Meto<strong>di</strong> numerici2.3 Criteri per la scelta dei parametri <strong>di</strong> calcoloIn questa sezione si <strong>di</strong>scuterà degli errori numerici che l’algoritmo presentato nellasezione 2.1 genera nel calcolo dell’evoluzione del <strong>pacchetto</strong> d’onde. Gli errori <strong>di</strong> calcolonumerico hanno due origini:1. Errori <strong>di</strong> <strong>di</strong>scretizzazione, che nascono dall’approssimazione dell’equazione<strong>di</strong>fferenziale in una equazione alle <strong>di</strong>fferenze finite.2. Errori <strong>di</strong> arrotondamento, che nascono dall’arrotondamento che effettua ilcalcolatore in ogni operazione a causa del numero <strong>di</strong> cifre significative che essopuò trattare o, in altri termini, dalla limitata precisione macchina.La precisione macchina si definisce come il più piccolo numero razionale q tale che il risultatodella somma 1.0+q eseguita dal calcolatore sia maggiore <strong>di</strong> 1.0. Nel programmausato per il calcolo, MatLab, la precisione macchina viene restituita dall’invocazionedel comando eps. La precisione macchina per i calcoli numerici effettuati consta inq = 2.220446049250313 × 10 −16 , che in<strong>di</strong>cano |log 2 (q)| + 1 = 53 cifre significative.L’errore <strong>di</strong> arrotondamento su un risultato <strong>di</strong>pende in maniera preponderante dalnumero <strong>di</strong> operazioni <strong>di</strong> macchina effettuate per giungere al risultato stesso. Se ci sipone in una visione pessimistica che ad ogni operazione elementare si compie un erroresul bit meno significativo, dopo M operazioni si ha un errore <strong>di</strong> arrotondamento checorrompe i ⌊log 2 (M)⌋ bit meno significativi. Questa considerazione pone quin<strong>di</strong>, peruna data precisione macchina, a un limite superiore al numero <strong>di</strong> calcoli elementari chesi possono effettuare che consta in 2 S , ove S è il numero <strong>di</strong> cifre binarie con cui vienememorizzato un numero; nel caso particolare della precisione macchina dell’ambienteMatLab si ha un numero massimo <strong>di</strong> operazioni <strong>di</strong> macchina che consta in 2 53 ≈9.00 × 10 15 . Attraverso stime <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> grandezza si può asserire a larghe linee cheun computer con un processore <strong>di</strong> 1GHz impiega almeno 100 ore per effettuare questonumero <strong>di</strong> calcoli.Nel seguito della trattazione si considereranno gli errori <strong>di</strong> arrotondamento ininfluentirispetto a quelli <strong>di</strong> <strong>di</strong>scretizzazione e non saranno <strong>di</strong>scussi. A sostenere questaasserzione vi è da un lato il fatto che il numero <strong>di</strong> operazioni effettuate in ogni processo<strong>di</strong> calcolo con l’algoritmo in<strong>di</strong>cato nella sezione 2.1 è <strong>di</strong> gran lunga minore del limitein<strong>di</strong>cato nel paragrafo precedente 2 53 .Prima <strong>di</strong> iniziare il processo <strong>di</strong> calcolo numerico della matrice-soluzione Ψ sullagriglia occorre stabilire i seguenti parametri:• L’intervallo spaziale [x 0 , x Nx ] su cui effettuare la computazione. Per il significatodella notazione si veda l’equazione (2.3).• L’intervallo temporale [0, t Nt ] su cui effettuare la computazione.• Il passo <strong>di</strong> <strong>di</strong>scretizzazione spaziale ∆x.• Il passo <strong>di</strong> <strong>di</strong>scretizzazione temporale ∆t .La scelta dei primi due parametri è dettata anche pragmaticamente da quale regionedel piano R × R, su cui è definita la funzione d’onda ψ(x, t), è <strong>di</strong> interesse per l’analisidel problema fisico. Tuttavia bisogna tenere conto <strong>di</strong> alcune limitazioni. Tra questela principale è che l’algoritmo accumula errori <strong>di</strong> <strong>di</strong>scretizzazione ad ogni passo temporaleche avanza, quin<strong>di</strong> per intervalli <strong>di</strong> tempo “lunghi” si ha un accumulo <strong>di</strong> erroretale che la soluzione ottenuta numericamente si <strong>di</strong>scosta sempre più da quella analitica


2.3. Criteri per la scelta dei parametri <strong>di</strong> calcolo 23verso la fine dell’intervallo temporale <strong>di</strong> evoluzione [t 1 , t Nt ]. Si precisa che il significatoquantitativo del termine “<strong>di</strong>scostamento” nella precedente frase sarà specificato nellasezione (2.4). Per ovviare all’accumulo <strong>di</strong> troncamento si potrebbe <strong>di</strong>minuire il passospaziale e temporale(ovvero aumentare i punti della griglia), ammesso che l’algoritmosia convergente[Qua97]. Tuttavia questa scelta comporta per l’esecuzione dell’algoritmoun aumento dei tempi <strong>di</strong> computazione e dello spazio <strong>di</strong> memoria necessaria; inoltreper passi <strong>di</strong> <strong>di</strong>scretizzazione troppo piccoli si ha un aumento dell’influenza degli errori<strong>di</strong> approssimazione data dalla precisione macchina. Come sovente nell’ambito dellaFisica e della Matematica Computazionale occorre cercare un giusto compromesso.Nell’ambito <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>scussione sulla scelta degli intervalli spaziale e temporaleper il calcolo occorre fare la seguente considerazione per il metodo numerico presentatonella sezione 2.1. In questa sezione si è mostrato che la con<strong>di</strong>zione (2.9) fa sì chel’algoritmo calcoli l’evoluzione della funzione d’onda come se fosse in un pozzo infinito<strong>di</strong> potenziale <strong>di</strong> intervallo [x 1 , x Nx ] con ivi definito il potenziale del problema V (x).Questo fa sì che quando il <strong>pacchetto</strong> d’onde urta gli estremi dell’intervallo, questoviene totalmente riflesso. Ma nella vera soluzione dell’equazione <strong>di</strong> Schrö<strong>di</strong>nger il<strong>pacchetto</strong> d’onde non viene riflesso ma continua il suo moto verso <strong>di</strong>stanze infinite.Detto questo, è quin<strong>di</strong> necessario che si scelga l’intervallo spaziale “largo abbastanza”affinché la soluzione numerica non urti gli estremi x 1 e x Nx dell’intervallo.Cerchiamo ora <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are gli effetti degli errori <strong>di</strong> troncamento che si compaiononelle approssimazioni dell’operatore derivata seconda con la (2.7), dell’operatorehamiltoniano con la (2.8) e dell’operatore evoluzione con la (2.13). La strada chesi seguirà a tal proposito consta nel considerare gli effetti delle approssimazioni(cheincorrono nella (2.8)) sui singoli autostati dell’energia. Il calcolo verrà qui effettuatodapprima per un sistema fisico con potenziale nullo e in seguito per uno con barriera<strong>di</strong> potenziale costante a V 0 .Si consideri a tal proposito un problema con un potenziale nullo; gli stati stazionariϕ k (x) <strong>di</strong> energia E k per una particella <strong>di</strong> massa m sono:conϕ k (x) = e ±ikx , k ∈ R (2.31)k =√2mE 2 . (2.32)Come già sottolineato nella sezione 1.4, il generico stato stazionario <strong>di</strong> un potenzialenullo è detto onda piana. La derivata seconda <strong>di</strong> un’onda piana èd 2 ϕ k (x)dx 2 = −k 2 ϕ k (x) (2.33)mentre nel calcolo numerico si è invece usata una approssimazione a tre punti delladerivata seconda(si vedano le equazioni (2.6) e (2.8)) che agisce sullo stato stazionariocomeϕ k (x + ∆x) − 2ϕ k (x) + ϕ k (x − ∆x)∆x 2= −2(1 − cos(k∆x))∆x 2ϕ k (x) ≈≈ −k 2 (1 − k2 ∆x 212)ϕ k (x) . (2.34)L’effetto dell’operatore <strong>di</strong> derivazione seconda sull’autostato ϕ k (x) (equazione (2.33))è <strong>di</strong>verso da quello dell’approssimazione a 3 punti(equazione (2.34)); si può stimare


24 Capitolo 2. Meto<strong>di</strong> numericil’errore <strong>di</strong> troncamento commesso, sottraendo la (2.34) dalla (2.33) e facendo il modulo:d 2 ϕ k (x)∣ dx 2− ϕ k(x + ∆x) − 2ϕ k (x) + ϕ k (x − ∆x)(∆x) 2 ∣ ∣∣∣== k2 (∆x) 212= 2m E 2 (∆x) 2 2 12. (2.35)Questa quantità da una stima dell’errore che si commette nell’approssimazione dell’operatore<strong>di</strong> derivazione quando questo agisce su un autostato del potenziale nullo. Sinoti che, in accordo con la (2.6), l’errore tende a 0 come un infinitesimo <strong>di</strong> secondoor<strong>di</strong>ne.Si consideri ora un sistema fisico in cui figura un pozzo <strong>di</strong> potenziale o una barriera,come quello mostrato in sezione 1.7. Nelle regioni esterne in cui il potenziale è nullocontinua a valere quanto detto nel precedente paragrafo. Nella regione II, ovveronell’intervallo [0, l] in cui il potenziale è costante <strong>di</strong> valore V 0 (V 0 < 0 per un pozzo,V 0 > 0 per una barriera), le soluzioni dell’equazione agli autovalori sonoϕ II (x) = e ±ik2x (2.36)ove stavolta k 2 è√2m(E − V0 )k 2 = 2 . (2.37)Si sottolinea che con questa trattazione si tiene anche conto della possibilità che E V 0 si ha infatti che il numero <strong>di</strong> oscillazioni per unità <strong>di</strong> spazioè proporzionale a √ E − V 0 (si veda la figura 2.1). La (2.35) e la (2.38) quantificanoproprio questa interpretazione. Inoltre tale interpretazione ci permette <strong>di</strong> estendereil <strong>di</strong>scorso a una barriera <strong>di</strong> potenziale V (x) <strong>di</strong> qualsivoglia forma(quella presentatanella sezione 1.6). Se si considera un autostato <strong>di</strong> energia E, la (2.38) si può estenderecome∣∣d 2 ϕ II (x)dx 2− ϕ II(x + ∆x) − 2ϕ II (x) + ϕ II (x − ∆x)(∆x) 2 ∣ ∣∣∣


2.3. Criteri per la scelta dei parametri <strong>di</strong> calcolo 25Figura 2.1: Autostato in potenziale a gra<strong>di</strong>niNei paragrafi precedenti si è valutato l’errore <strong>di</strong> troncamento sugli stati stazionari;per valutare l’errore <strong>di</strong> troncamento quando si agisce invece su un <strong>pacchetto</strong> d’onde cisi può rifare alle quantità (2.35) e (2.38) considerando lo sviluppo in stati stazionaridel <strong>pacchetto</strong> d’onde. Sia infatti la seguente sovrapposizione <strong>di</strong> stati stazionari:ψ(x, 0) =∫ +∞−∞g(k)ϕ k (x)dk . (2.40)Si definisca ora E m come l’energia dello stato stazionario ϕ m (x) per cui nell’intervallodato da m < k si ha g(k) trascurabile; intuitivamente, il valore <strong>di</strong> energia più bassotale cheE m tale che∫ +∞m|g(k)|2 dk


26 Capitolo 2. Meto<strong>di</strong> numericiSi consideri ora l’applicazione dell’operatore evoluzione approssimato dalla (2.12) dellasezione 2.1 su ogni autostato, in modo da farlo evolvere dall’istante t a t + ∆t; si haallora(1 − iE k ∆t/21 + iE k ∆t/2 ϕ k(x) = e −2i arctan Ek ∆t2)ϕ k (x) . (2.44)La <strong>di</strong>screpanza tra l’evoluzione esatta (2.43) e quella approssimata della (2.44) si puòinterpretare fisicamente come una <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> fase che si accumula col tempo tral’evoluzione analitica e quella numerica su ogni autostato; questa <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> fase αviene incrementata ad ogni passo temporale della quantitàα = E k∆t(1 − 2 ( ))E k ∆t arctan Ek ∆t≈ E3 k ∆t32 12 3 , (2.45)quin<strong>di</strong> se ne ricava una ulteriore con<strong>di</strong>zione, simile alla (2.42):E 3 k ∆t312 3 ≪ 1 . (2.46)Anche in questo caso occorre effettuare dei test che confrontino i risultati analitici coni risultati numerici per ottenere una in<strong>di</strong>cazione quantitativa sul passo ∆t da usare.2.4 Simulazione per un <strong>pacchetto</strong> d’onde gaussianoin potenziale nulloIn questa sezione si simula con l’algoritmo presentato nella sezione 2.1 la propagazione<strong>di</strong> un <strong>pacchetto</strong> d’onde gaussiano in potenziale nullo. Di questo problema e’ nota lasoluzione analitica, e questo ci permette <strong>di</strong> quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> effettuare dei confronti con lasoluzione numerica al fine <strong>di</strong> testare la bontà dell’algoritmo usato. Per la definizione del<strong>pacchetto</strong> d’onde gaussiano e la risoluzione del problema della propagazione si consultila sezione 1.5. Per poter fare un confronto tra soluzione analitica e computazionaleoccorre prima definire una quantità che permetta <strong>di</strong> valutare la <strong>di</strong>fferenza tra i risultati.A questo scopo definiamo la quantitàē(N x , N t ) = 1N x N t∑N t N x∑∣ ψnj − ψ(x j , t n ) ∣ , (2.47)n=1 j=1ove ψjn è la soluzione numerica sul punto (x j, t n ) della griglia e ψ(x j , t n ) è la soluzioneanalitica sullo stesso punto. Per come è definita, la quantità ē(N x , N t ) rappresentala stima del valor me<strong>di</strong>o dell’errore <strong>di</strong> <strong>di</strong>scretizzazione che si commette in ogni puntodella grigliaIl problema risolto analiticamente con cui si è effettuato il confronto è la propagazionedel <strong>pacchetto</strong> gaussiano(si veda l’equazione dell’evoluzione (1.50)). La funzioned’onda iniziale èconψ(x, 0) =( 2πa 2 ) 1/4e ik0x e −x2 /a 2 (2.48)• Posizione me<strong>di</strong>a iniziale x 0 = 0.


2.4. Simulazione per un <strong>pacchetto</strong> d’onde gaussiano in potenziale nullo 27• Impulso me<strong>di</strong>o iniziale p 0 = k 0 = 0• Parametro a = 1, ovvero scarto quadratico me<strong>di</strong>o iniziale della posizione σ x =a/2 e scarto quadratico me<strong>di</strong>o dell’impulso pari a σ p = /a.Si sottolinea che nel test saranno usate quantità a<strong>di</strong>mensionali, prescindendo quin<strong>di</strong> dalsignificato strettamente fisico del problema per focalizzare l’attenzione sulla questionedell’errore numerico.Per effettuare i test si è scritto un algoritmo che1. Costruisce una griglia in un dominio dato da [−L, L] × [0, t max ], ove [−L, L] èl’intervallo spaziale, [0, t max ] è l’intervallo temporale. Il parametro t max vienestabilito in funzione <strong>di</strong> L secondo un criterio che sarà specificato fra poco.2. Calcola numericamente la soluzione analitica della propagazione sui punti dellagriglia.3. Calcola la soluzione numerica della propagazione con l’algoritmo presentato.4. Effettua il confronto calcolando la quantità ē(N x , N t ).5. Ripete queste operazioni dal punto 1 per varie combinazioni <strong>di</strong> N x e N t .6. Presenta con un grafico i risultati delle varie combinazioni <strong>di</strong> N x e N t .Gli intervalli spaziale e temporale vengono stabiliti in base in modo da evitare “l’urtoai bor<strong>di</strong>” menzionato nella sezione 2.1. In questa sezione è stato infatti esposto cheper via delle con<strong>di</strong>zioni nell’equazione (2.9) l’algoritmo calcola l’evoluzione temporaledel <strong>pacchetto</strong> gaussiano come se fosse in un box <strong>di</strong> potenziale <strong>di</strong> intervallo [−L, L].Bisogna quin<strong>di</strong> imporre una limite all’intervallo <strong>di</strong> temporale in modo che la funzioned’onda non urti le pareti riflettendosi e “auto-interferendo”(si veda la figura 2.2). Pertrovare un criterio si consideri l’evoluzione temporale dello scarto quadratico me<strong>di</strong>odella posizione:σ x (t) = a 2√1 + 42 t 2m 2 a 2 . (2.49)Si è allora imposto un estremo superiore t max per l’intervallo <strong>di</strong> tempo in modo che gliestremi dell’intervallo spaziale fossero <strong>di</strong>stanziati dal centro x 0 della gaussiana almeno<strong>di</strong> 5σ x (t), ovvero che sui lati la funzione d’onda valesse al massimo |ψ(5σ(t), t| ≈ 0.012.t max si trova esplicitando la (2.49):√σ x (t) ≤ L 5 → t max = a2 m 4L 22 (5) 2 a 2 − 1 . (2.50)Si specifica che il (5) nella parentesi è proprio il numero scelto <strong>di</strong> scarti quadraticime<strong>di</strong> che deve <strong>di</strong>stare il centro x 0 dai bor<strong>di</strong>. Si potrebbe incrementare ulteriormentequesta <strong>di</strong>stanza per <strong>di</strong>minuire ulteriormente l’effetto dell’urto ai bor<strong>di</strong>; prove computazionalihanno comunque mostrato che non si hanno miglioramenti apprezzabili neitest. Il parametro L conviene dunque sceglierlo piuttosto grande in modo che t maxpure sia grande; in questo modo il test si effettua su un intervallo più ampio e acquistaun maggiore significanza in seno alla questione della propagazione degli errori <strong>di</strong>troncamento.


28 Capitolo 2. Meto<strong>di</strong> numericiFigura 2.2: Evoluzione <strong>di</strong> <strong>pacchetto</strong> d’onde gaussiano in un box <strong>di</strong> potenziale.Si noti che tra un fotogramma e un altro non passa sempre lo stesso intervallo <strong>di</strong>tempo. Questo al fine <strong>di</strong> evidenziare gli stati stazionari della buca <strong>di</strong> potenziale percui passa l’evoluzione della funzione d’onda. Su ogni figura sono in<strong>di</strong>cati l’in<strong>di</strong>cedell’istante e l’istante corrispondente a tale in<strong>di</strong>ce.


2.4. Simulazione per un <strong>pacchetto</strong> d’onde gaussiano in potenziale nullo 29Si sono quin<strong>di</strong> scelti come ultimi parametri = 1, massa m = 1, L = 100 da cuit max ≈ 20.I grafici <strong>di</strong> livello in figura 2.3 mostrano ē(N x , N t ) e l’equivalente ē(∆x, ∆t). Afianco <strong>di</strong> questi grafici vi è una legenda <strong>di</strong> colori che in<strong>di</strong>ca che le regioni segnate dacolori cal<strong>di</strong> sono costituiti da punti per cui la quantità ē ha valore più elevato; le regionicon colori fred<strong>di</strong> sono quelle che per contro hanno un valore <strong>di</strong> ē più basso. Come cisi aspetta, all’aumentare del prodotto N x N t si ha una <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> ē(N x , N t ) eviceversa. Si nota anche come la stabilità dell’algoritmo usato permette qualsiasicombinazione <strong>di</strong> ∆x e ∆t. Si nota inoltre come ē <strong>di</strong>penda “più fortemente” dal passo<strong>di</strong> <strong>di</strong>scretizzazione spaziale.Dai grafici in figura 2.3 si possono ricavare con<strong>di</strong>zioni quantitative più precise <strong>di</strong>quelle delle <strong>di</strong>sequazioni (2.42) e (2.46). Occorre però stabilire la quantità E m definitanella 2.41. A tal proposito, la <strong>di</strong>stribuzione degli impulsi del <strong>pacchetto</strong> gaussiano usatoper la simulazione è (si veda la (1.45))con| ˜ψ(p, t)| 2 =1√ e − p22σp 2 (2.51)(2πσp)2σ p = a . (2.52)È importante sottolineare che la <strong>di</strong>stribuzione dei momenti e dell’energia è costante neltempo, quin<strong>di</strong> la quantità E m che si cerca può essere cercata nella con<strong>di</strong>zione inizialee rimane valida per tutta l’evoluzione. Considerando che nel caso <strong>di</strong> una particellalibera si ha E = p 2 /2m si trova una <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> probabilità <strong>di</strong> energia data daoveP (E) =1√ 2πE0e − E E 0E(2.53)E 0 = σ2 pm =2a 2 m . (2.54)Da questa funzione appare ragionevole porre E m = 5E 0 , con P (E) ≈ 5.3 × 10 −4 . Datii parametri del problema, si ha E m = 5Trovati E m e i grafici <strong>di</strong> ē si può finalmente dare una stima quantitativa più precisaper le relazioni (2.42) e (2.46). Nel problema dato con i parametri dati, per avere unerrore globale <strong>di</strong> <strong>di</strong>scretizzazione me<strong>di</strong>o ci circaē ≈ 0.05 (2.55)occorre un passo spaziale <strong>di</strong> almeno ∆x ≈ 0.1 e un passo temporale <strong>di</strong> almeno ∆t ≈ 0.1,quin<strong>di</strong>e2m E m (∆x) 2 2 ≈ 4.2 × 10 −5 (2.56)12E 3 m(∆t) 312 3 ≈ 0.01 . (2.57)


30 Capitolo 2. Meto<strong>di</strong> numerici(a) ē(N x, N t).(b) ē(∆x, ∆t).Figura 2.3: Andamento dell’errore <strong>di</strong> <strong>di</strong>scretizzazione me<strong>di</strong>o


2.5. Funzione d’onda nella rappresentazione dei momenti 31Questo risultato della simulazione è indubbiamente legato ai parametri iniziali delproblema. Tuttavia questo non vuol <strong>di</strong>re che tali test siano fini a se stessi; questipossono invece essere usati per valutare l’errore che si commette nel calcolo numericodell’evoluzione <strong>di</strong> un <strong>pacchetto</strong> d’onde <strong>di</strong> qualsiasi forma e in qualsiasi potenziale, aprescindere dalla conoscenza della soluzione analitica. Infatti si può• Formulare il problema A <strong>di</strong> cui si cerca la soluzione numerica.• Impostare i parametri per il calcolo numerico(valori delle costanti, intervallispaziale e temporale, passi <strong>di</strong> <strong>di</strong>scretizzazione)• Valutare la quantità E m e maxx∈R |E m − V (x)|• Effettuare dei test con un problema B <strong>di</strong> cui si ha la soluzione analitica con stessiparametri per il calcolo numerico e stessa maggiorazione dell’energia cineticamaxx∈R |E m − V (x)|.I risultati del test daranno un errore <strong>di</strong> <strong>di</strong>scretizzazione globale me<strong>di</strong>o ē sul problema Bche sarà circa eguale a quello del risultato del calcolo numerico effettuato sul problemaA. Ad esempio i risultati ottenuti in questa sezioni possono essere usati per calcolarel’evoluzione in potenziale nullo <strong>di</strong> un <strong>pacchetto</strong> d’onde <strong>di</strong> qualsiasi forma con stessiparametri per il calcolo numerico e stesso E m .2.5 Funzione d’onda nella rappresentazione dei momentiIn questa sezione esporremo un metodo per calcolare numericamente la funzione d’onda˜ψ(p, t) nella rappresentazione dei momenti dalla funzione d’onda ψ(x, t) nella rappresentazionedelle coor<strong>di</strong>nate ricavata con il metodo numerico <strong>di</strong> sezione 2.1. Inquesto modo si potrà stu<strong>di</strong>are l’evoluzione temporale del sistema nelle due rappresentazioni.Presentiamo prima una operazione su vettori numerici, la Discrete Fourier Transform,che è una “versione al <strong>di</strong>screto” della trasformata <strong>di</strong> Fourier. Consideriamo ilvettore numerico a = (a 1 , ..., a j , ..., a N ) <strong>di</strong> valori complessi. Si definisce Discrete FourierTransform l’operazione che trasforma il vettore a in un vettore b = (b 1 , ..., b l , ...b N )secondo l’equazioneb l = DF T (a) =N∑j=1Questa definizione è il prodotto scalare <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne 2(u l , a) =a j e − 2πiN (j−1)(l−1) l ∈ {1, 2, ..., N} . (2.58)N∑(u l ) ⋆ j a j (2.59)j=1ove il vettore u l , per l fissato, ha componenti(u l ) j = e 2πiN (j−1)(l−1) j ∈ {1, 2, ..., N} . (2.60)


32 Capitolo 2. Meto<strong>di</strong> numericiSi può notare che vettore u l è una versione “al <strong>di</strong>screto” <strong>di</strong> un’onda piana con variabilej e avente numero d’ondak l = 2π (l − 1) . (2.61)NPer una maggiore chiarezza nei calcoli che seguiranno definiamo j ′ = j − 1 e l ′ = l − 1.È importante notare la seguente relazione:(u l , u m ) =N−1∑j ′ =0e 2πiN (m−l)j′ ={Nl = m0 altrimenti . (2.62)La trasformazione (2.58) può essere eseguita tramite calcolo matriciale; tuttavia esisteun algoritmo più veloce che esegue tale trasformazione che prende il nome <strong>di</strong> FastFourier Transform(FFT). Il funzionamento <strong>di</strong> questo algoritmo esula dall’intento <strong>di</strong>questa sede.Consideriamo ora la trasformata <strong>di</strong> Fourier Quantistica della funzione d’onda a undato istante t n appartenente alla griglia:˜ψ(p, t n ) = √ 1 ∫ +∞ψ(x, t n )e −ipx/ . (2.63)2π−∞Approssimiamo tale integrale in modo da esprimerlo rispetto alla soluzione numericadata dal vettore ψ n ; utilizzando il metodo dei trapezi si ottiene˜ψ n p =N∑x−1j=1∆x√2πe −ipxj+1/ ψ n j+1 + e−ipxj/ ψ n j2= √ ∆x ∑N xe −ipxj/ ψj n − 1 ∆x√ (e −ipx1/ ψ1 n + e −ipx N / ψN n2π 2 2πx) ≈j=1=≈ √ ∆x ∑N xe −ipxj/ ψj n . (2.64)2πL’approssimazione della sommatoria nell’ultimo passaggio è ragionevole per N x grandee una funzione d’onda numerica ψjn localizzata al centro dell’intervallo spaziale,per cui gli elementi ψ1 n e ψN n xsono trascurabili. Le simulazioni <strong>di</strong> evoluzione del <strong>pacchetto</strong>verificheranno questa con<strong>di</strong>zione, dacché si eviterà l’urto ai bor<strong>di</strong> spaziali dellasoluzione numerica(si veda la sezione 2.1).Per calcolare la sommatoria all’ultimo membro della (2.64) si può far uso dellaDFT. In questo modo si ha il vantaggio <strong>di</strong> calcolare la sommatoria (2.64) attraversol’algoritmo FFT, ricavando una maggiore velocità <strong>di</strong> calcolo. Attraverso alcune sostituzionisi <strong>di</strong>mostra che si può calcolare il vettore numerico ˜ψ n che rappresenta lafunzione d’onda dei momenti con˜ψ n l= e 2πix 1 lN∆x (DF T ( ¯ψn )) j∆x√2π(2.65)j=1ove il vettore ¯ψ n è definito da¯ψ n j = ψ n j e −iπ(j−1) j ∈ {1, ..., N x } . (2.66)


2.5. Funzione d’onda nella rappresentazione dei momenti 33La componente l-esima del vettore ˜ψ n è il valore numerico della funzione d’onda nellarappresentazione dei momenti sul momento p l dato da:p l = − π∆x + 2π (l − 1) . (2.67)N x ∆xLa soluzione numerica è quin<strong>di</strong> definita su un vettore p limitato e <strong>di</strong>scretizzato <strong>di</strong>momenti p l . Più precisamente si hanno le seguenti proprietà:• L’insieme dei momenti p l ha N x elementi.• Il momento minimo èp 1 = − π∆ . (2.68)• Tra un momento p l e il successivo p l+1 si ha un passo <strong>di</strong> <strong>di</strong>scretizzazione delmomento pari a∆p =• Il momento l-esimo èp l = −π∆p• Il momento massimo èp Nx2πN x ∆x . (2.69)+ (l − 1)∆p (2.70)= p 1 + (N x − 1)∆p = π − ∆p . (2.71)∆xL’insieme dei momenti non è quin<strong>di</strong> perfettamente simmetrico.È interessante sottolineare che queste proprietà del vettore p <strong>di</strong>pendono solo dallalunghezza dell’intervallo spaziale, che vale (x Nx − x 1 ) ≈ N x ∆x, e dal passo <strong>di</strong><strong>di</strong>scretizzazione spaziale ∆x.


Capitolo 3Risultati3.1 Barriera quadrata <strong>di</strong> potenzialeLa prima applicazione del metodo numerico che esporremo sarà la propagazione <strong>di</strong> un<strong>pacchetto</strong> d’onde gaussiano che urta contro una barriera quadrata <strong>di</strong> potenziale. Peruna <strong>di</strong>squisizione sugli autostati e sul coefficiente <strong>di</strong> trasmissione si può consultare lasezione 1.7.Per poter fare una simulazione numerica occorre prima determinare i parametri delproblema fisico e quelli del calcolo numerico(si veda (2.3)). Alcuni <strong>di</strong> questi parametrisono stati impostati arbitrariamente; altri invece devono essere impostati in modo daottimizzare alcune con<strong>di</strong>zioni per calcolo numerico. I parametri scelti arbitrariamentesono:• La costante <strong>di</strong> Planck ridotta: = 1.• La massa della particella: m = 1.• L’intervallo spaziale. Si è posto [x 1 , x Nx ] = [−30, 30]. Tale scelta influenzail passo <strong>di</strong> <strong>di</strong>scretizzazione ∆p del momento per la funzione d’onda nellarappresentazione dei momenti(equazione (2.69) nella sezione 2.5).• La posizione e la larghezza della barriera. Si è scelto <strong>di</strong> porre la barriera quadratasull’intervallo [x a , x b ] = [0, 1]. Come in sezione 1.7 chiameremo regione I l’intervallo[x 1 , x a ], regione II l’intervallo [x a , x b ], regione III l’intervallo [x b , x Nx ]. Siveda la figura 3.1.• L’energia potenziale della barriera V 0 è stata scelta in modo tale che il coefficiente<strong>di</strong> trasmissione dell’equazione (1.85) presentasse alcune oscillazioni. A talproposito si è quin<strong>di</strong> impostato V 0 = 20, in modo che il coefficiente √ 2ml 2 V 0 / 2dell’equazione (1.85) fosse circa eguale a 2π. Il grafico del coefficiente <strong>di</strong> trasmissionecon √ 2ml 2 V 0 / 2 = √ 40 è mostrato nella figura 1.2 nella sezione1.7.• Lo scarto quadratico me<strong>di</strong>o sulla posizione è stato posto a σ x = 1.• Il passo <strong>di</strong> <strong>di</strong>scretizzazione spaziale e temporali sono stati impostati a ∆x =0.0005 e ∆t = 0.0005, in modo da sfruttare al meglio le capacità <strong>di</strong> calcolo dellamacchina. Da ∆x e dall’intervallo spaziale [x 1 , x Nx ] si ricava che N x = 120001.35


36 Capitolo 3. RisultatiFigura 3.1: Grafico della barriera <strong>di</strong> potenziale V (x) per la simulazione.• Si è posto il valore me<strong>di</strong>o del momento p 0 a 8. Per tale valore si ha η = 1.6 eT (η) ≈ 0.8. Nei pressi <strong>di</strong> questo valore, come si nota dal grafico in figura 1.2, viè un punto <strong>di</strong> minimo relativo <strong>di</strong> T (η).Dati questi parametri, gli altri sono stati scelti <strong>di</strong> conseguenza:• La me<strong>di</strong>a spaziale x 0 del <strong>pacchetto</strong> gaussiano a x 0 = −6. In questo modo x 0<strong>di</strong>sta almeno 6σ x dalla barriera.• Si è fatto evolvere il sistema in modo da evitare l’urto ai bor<strong>di</strong>. Si è ottenutocosì nel processo <strong>di</strong> calcolo numerico un numero <strong>di</strong> punti temporali N t pari a6001. Dato ∆t = 0.0005, si ha così che l’estremo superiore t max dell’intervallotemporale [0, t max ] è t max = 3.Prima <strong>di</strong> eseguire la simulazione dell’urto contro una barriera quadrata si è eseguitauna simulazione <strong>di</strong> propagazione <strong>di</strong> <strong>pacchetto</strong> d’onde gaussiano in potenziale nullo,come quello della sezione 1.5, in modo da valutare l’errore <strong>di</strong> calcolo. Il risultato èstato un errore <strong>di</strong> troncamento globale me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> ē = 0.00005. Tale errore è maggioreo comparabile con quello della simulazione dell’urto contro la barriera quadrata chesi effettua in questa sezione; infatti dall’equazione (2.38) nella sezione 2.3 si ha chel’errore <strong>di</strong> troncamento su ogni autostato <strong>di</strong>pende da2m |E − V 0 |(∆x) 2 2 12. (3.1)Quin<strong>di</strong> l’errore <strong>di</strong> troncamento su ogni autostato è maggiore nel caso della particellalibera che nel caso della particella che urta contro una barriera <strong>di</strong> potenziale.La figura 3.2 mostra una successione <strong>di</strong> vari fotogrammi dell’evoluzione <strong>di</strong> |ψ(x, t)| 2ottenuta numericamente. Si sottolinea che per como<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> visualizzazione l’intervallospaziale graficato non è sempre lo stesso.Il primo fotogramma(all’instante t 1 = 0) mostra |ψ(x)| 2 all’istante iniziale, impostatocon i parametri sopra esposti. Nel secondo fotogramma(istante t 721 = 0.36) il<strong>pacchetto</strong> d’onde si è avvicinato alla barriera. Dal terzo fotogramma(t 1081 = 0.54)


3.1. Barriera quadrata <strong>di</strong> potenziale 37Figura 3.2: Fotogrammi dell’urto <strong>di</strong> <strong>pacchetto</strong> contro barriera quadrata <strong>di</strong> potenzialeSi noti che l’intervallo spaziale non è uguale per tutte le figure, per migliorare lavisualizzazione del fenomeno. Inoltre il lasso <strong>di</strong> tempo tra un fotogramma e quellosuccessivo non è costante. In alto a ogni fotogramma si possono leggere le varieinformazioni a riguardo.


38 Capitolo 3. Risultatiall’un<strong>di</strong>cesimo (t 2521 = 1.26) avviene la collisione del <strong>pacchetto</strong> d’onde con la barriera.Il comportamento oscillatorio <strong>di</strong> |ψ(x)| 2 a sinistra della barriera è provocato dallainterferenza della parte del <strong>pacchetto</strong> d’onde riflessa con quella che ancora deve raggiungerela barriera. Tale comportamento non è invece presente nel <strong>pacchetto</strong> che staoltrepassando la barriera. Durante tutto il processo dell’urto, una parte del <strong>pacchetto</strong>rimane imprigionata nella barriera formando ivi un massimo relativo; questa partesi <strong>di</strong>sperde col passare del tempo, formando le code del <strong>pacchetto</strong> riflesso e <strong>di</strong> quellotrasmesso. Dal do<strong>di</strong>cesimo fotogramma(t 2701 = 1.35) all’ultimo(t 4501 = 2.25) il <strong>pacchetto</strong>riflesso e trasmesso lasciano la barriera; nel contempo la parte rimasta dentrosi “esaurisce”. Sottolineiamo che i due pacchetti non hanno più la forma gaussiana <strong>di</strong>quello iniziale.Calcoliamo adesso numericamente la probabilità <strong>di</strong> trovare la particella in qualsivogliadelle tre regioni in ogni istante <strong>di</strong> tempo. A tal proposito definiamo:1. La probabilità P I (t) <strong>di</strong> trovare la particella nell’istante t nella regione I. Questaquantità è data daP I (t) =∫ xax 1|ψ(x, t)| 2 dx . (3.2)2. La probabilità P II (t) <strong>di</strong> trovare la particella nell’istante t nella regione II, datadaP II (t) =∫ xbx a|ψ(x, t)| 2 dx . (3.3)3. La probabilità P III (t) <strong>di</strong> trovare la particella nell’istante t nella regione III,data daP III (t) =∫ xNxx b|ψ(x, t)| 2 dx . (3.4)Queste tre quantità possono venir calcolate numericamente utilizzando il metodo deitrapezi sui moduli quadri delle componenti del vettore ψ n che rappresenta la funzioned’onda all’istante t n .Il grafico in figura 3.3 mostra il risultato della suddetta integrazione numerica. Siha• In blu il grafico <strong>di</strong> P I (t)• In verde il grafico <strong>di</strong> P II (t)• In rosso il grafico <strong>di</strong> P III (t).• In celeste il grafico dell’integrale numerico su tutto l’intervallo spaziale [x 1 , x Nx ] =[−30, 30] in ogni istante t. Questo grafico è la somma su ogni istante <strong>di</strong> dei tregrafici precedenti.Si noti come il grafico in celeste, che è l’integrale numerico su tutto l’intervallo spaziale,rimane eguale a 1; questo mostra che l’approssimazione dell’operatore evoluzionein forma <strong>di</strong> Cayley nell’equazione (2.12) conserva la norma della soluzione numerica.Dall’altro lato si è sperimentato che effettivamente l’approssimazione dell’equazione(2.10) non conserva la norma e presenta maggiore instabilità numerica. Verso la fine


3.1. Barriera quadrata <strong>di</strong> potenziale 39Figura 3.3: Integrazione numerica <strong>di</strong> |ψ(x, t)| 2tempo.sulle tre regioni spaziali in funzione deldella simulazione, quando t si avvicina a t max , i grafici <strong>di</strong> P I (t),P II (t),P III (t) siappiattiscono. Questa parte del grafico corrisponde in effetti all’intervallo <strong>di</strong> tempodopo il completamento dell’interazione tra la funzione d’onda e la barriera. In questointervallo temporale il <strong>pacchetto</strong> d’onde è scisso in una parte riflessa che viaggia verso−∞ e l’altra trasmessa che viaggia verso +∞, lasciando la barriera <strong>di</strong> potenziale. Daquesto si ricava che P I (t) e P III (t) per t → t max sono rispettivamente la probabilità<strong>di</strong> misurare la riflessione della particella e la probabilità <strong>di</strong> misurare la trasmissionedella particella. Il calcolo numerico restituisce che• La probabilità <strong>di</strong> trasmissione è P III (t max ) = 0.851.• La probabilità <strong>di</strong> riflessione è P I (t max ) = 0.149.Sottolineiamo che il coefficiente <strong>di</strong> trasmissione per uno stato stazionario con momentoben definito p 0 = 8, ovvero eguale al momento me<strong>di</strong>o del <strong>pacchetto</strong>, è T = 0.8.Passiamo ora all’analisi dell’evoluzione della funzione d’onda nella rappresentazionedei momenti ˜ψ(p, t), ottenuta tramite l’uso della DFT sui vettori ψ n (si veda la sezione2.5). Dai parametri <strong>di</strong> calcolo scelti, si ha che• I vettori ˜ψn che rappresentano la funzione d’onda dei momenti all’istante t nhanno N x elementi.• Il passo <strong>di</strong> <strong>di</strong>scretizzazione del momento è∆p =2π ≈ 0.1047 . (3.5)N x ∆x• Il momento minimo p 1 e quello massimo p Nxin modulo e valgonosono approssimativamente egualip 1 = − π∆x ≈ −6.28 × 103 (3.6)p 2 ≈ −p 1 . (3.7)


40 Capitolo 3. RisultatiFigura 3.4: Evoluzione temporale <strong>di</strong> | ˜ψ(p, t)| 2Il grafico mostra una successione <strong>di</strong> istanti della funzione d’onda nellarappresentazione dei momenti. La successione degli istanti è eguale a quella deigrafici in figura 3.2; in questo modo si può confrontare l’evoluzione <strong>di</strong> |ψ(x, t)| 2 e| ˜ψ(p, t)| 2 .


3.1. Barriera quadrata <strong>di</strong> potenziale 41(a) | ˜ψ(p, 0)| 2(b) | ˜ψ(p, t max)| 2 .Figura 3.5: Istante iniziale e finale della <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> probabilità del momento


42 Capitolo 3. RisultatiLa figura 3.4 mostra l’evoluzione temporale della <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> probabilità delmomento p data da | ˜ψ(p, t)| 2 . La successione <strong>di</strong> istanti mostrata è eguale a quella dellafigura 3.2. In questa maniera possiamo confrontare l’evoluzione del sistema nella rappresentazionedelle coor<strong>di</strong>nate e in quella dei momenti. Sottolineiamo che l’intervallodei momenti visualizzato è una piccola parte dell’intervallo totale che rappresenta ilvettore ˜ψ n (si vedano le equazioni (3.6) e (3.7)). Al <strong>di</strong> fuori dell’intervallo mostrato lafunzione d’onda nello spazio dei momenti è quasi nulla.Si noti come prima che la funzione d’onda delle coor<strong>di</strong>nate |ψ(x, t)| 2 raggiunga labarriera(figura 3.2) la funzione d’onda dei momenti | ˜ψ(p, t)| 2 non subisca variazioni,egualmente a quanto avviene in fisica classica. Nell’intervallo temporale in cui si hal’interazione con la barriera si ha una evoluzione che termina con la “scissione in due”della | ˜ψ(p, t)| 2 (si vedano gli ultimi tre fotogrammi in figura 3.4). Una parte piccata sitrova nella regione delle p negative, l’altro nella regione delle p positive. Queste particorrispondono rispettivamente al <strong>pacchetto</strong> riflesso e a quello trasmesso.È interessante stu<strong>di</strong>are nel dettaglio il primo e l’ultimo istante della simulazione.Il grafico (a) della figura 3.5 mostra la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> probabilità del momento all’istanteiniziale, il grafico (b) la mostra all’istante finale. Si noti che, in accordo conquanto stu<strong>di</strong>ato nella sezione (1.5) e i parametri inseriti all’inizio <strong>di</strong> questa sezione,all’istante iniziale la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> probabilità del momento è una gaussiana conme<strong>di</strong>a su p 0 = 8 e scarto quadratico me<strong>di</strong>o sul momento σ p = 1/2.Dalle <strong>di</strong>stribuzioni <strong>di</strong> probabilità del momento all’istante finale e a quello iniziale sipuò ottenere il coefficiente <strong>di</strong> trasmissione T (η) del grafico 1.2 in un intervallo intornoal valore η 0 = p 2 0/2mV 0 . Infatti il <strong>pacchetto</strong> d’onde che all’istante iniziale viaggiada −∞ verso la barriera è una sovrapposizione infinita <strong>di</strong> onde piane con pesi datidalla ˜ψ(p, 0). Dalla figura (a) della 3.5 si nota che la parte significativa <strong>di</strong> ˜ψ(p, 0)è per p > 0. Ognuna <strong>di</strong> queste onde viene in parte riflessa e in parte trasmessa.Più precisamente, l’intensità <strong>di</strong> ogni onda trasmessa è data dall’intensità dell’ondaincidente(nella regione a sinistra della barriera) per un coefficiente C complesso ilcui modulo quadro è il coefficiente <strong>di</strong> trasmissione. Succede quin<strong>di</strong> che alla fine delprocesso <strong>di</strong> urto la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> probabilità del momento dell’onda trasmessa(quin<strong>di</strong>per p > 0) è data da| ˜ψ(p, t max )| 2 = T (p)| ˜ψ(p, 0)| 2 p > 0 , (3.8)riscrivibile comeT (p) = | ˜ψ(p, t max )| 2| ˜ψ(p, 0)| 2 . (3.9)Dall’equazione (3.9) si deduce che dal modulo quadro del rapporto momento per momentodei valori della funzione nel grafico (b) con quelli del grafico (a) si ottiene ilcoefficiente <strong>di</strong> trasmissione in funzione del momento. Facendo questo calcolo numericoed esprimendo il risultato in funzione <strong>di</strong> η = p 2 /2mV 0 abbiamo ottenuto il grafico infigura 3.6. Gli asterischi in verde rappresentano invece il risultato analitico, ovvero unramo del grafico 1.2. Il grafico blu è stato ottenuto numericamente facendo il rapportodelle due <strong>di</strong>stribuzioni nell’intervallo dei momenti p 0 ± 5σ p = 8 ± 5 × 1/2. Si nota cheal <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> questo intervallo il coefficiente <strong>di</strong> trasmissione ottenuto numericamentenon segue il risultato analitico. Questo avviene perché il valore delle due <strong>di</strong>stribuzionifuori dall’intervallo è dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> grandezza dell’errore <strong>di</strong> troncamento globaleme<strong>di</strong>o ē. L’errore relativo sui valori delle <strong>di</strong>stribuzioni per un dato momento <strong>di</strong>vienecosì ingente, e il rapporto per ottenere il coefficiente <strong>di</strong> trasmissione ne viene affetto.Sottolineiamo che il grafico 3.6 è un ramo del grafico 1.2.


3.2. Doppia barriera quadrata 43Figura 3.6: Coefficiente <strong>di</strong> trasmissione per stati stazionari.In blu è rappresentata la soluzione ottenuta numericamente dai risultati <strong>di</strong> figura3.5. Gli asterischi in verde rappresentano la soluzione analitica, calcolata nellasezione 1.7.All’interno <strong>di</strong> queste considerazioni si può spiegare anche la forma della <strong>di</strong>stribuzioneall’istante finale(grafico (b) della figura 3.5) per p < 0. Si nota un nodo al valore<strong>di</strong> circa p ≈ 7.07. A tale valore del momento corrisponde un valore <strong>di</strong> η ≈ 1.25, peril quale il coefficiente <strong>di</strong> trasmissione è quasi pari a 1(si veda la figura 3.6). Quin<strong>di</strong> leonde piane che hanno momento circa eguale a p ≈ 7.07 non vengono trasmesse senzasubire la riflessione, ragion per cui la <strong>di</strong>stribuzione ha tale nodo.3.2 Doppia barriera quadrataSi possono estendere i risultati della sezione precedente al caso <strong>di</strong> due barriere quadrate.Consideriamo il potenziale definito da⎧0 x < 0⎪⎨ V 0 = 20 0 ≤ x < 1V (x) = 0 1 ≤ x < 2 . (3.10)V 0 = 20 2 ≤ x < 3⎪⎩0 x ≥ 3Il coefficiente <strong>di</strong> trasmissione per gli stati stazionari della barriera doppia è, infunzione del momento p, graficato nella figura 3.8. Tale risultato è stato ottenuto


44 Capitolo 3. RisultatiFigura 3.7: Potenziale a doppia barriera quadrata.esattamente da una soluzione analitica. Il metodo per trovarlo è esposto nell’appen<strong>di</strong>ceC.Si nota una accentuazione della intensità delle oscillazioni che erano già presentinel grafico del coefficiente <strong>di</strong> trasmissione della barriera singola(1.2). Tale fenomenoviene ulteriormente accentuato con l’aumento del numero <strong>di</strong> barriere; per un numero <strong>di</strong>barriere molto gran<strong>di</strong>, il coefficiente <strong>di</strong> trasmissione tende a una funzione <strong>di</strong>scontinua incui si alternano intervalli <strong>di</strong> p ove T (p) = 1(trasmissione totale) a intervalli ove T (p) =0(riflessione totale). A questi intervalli del momento corrispondono rispettivamente lecosiddette bande permesse e proibite <strong>di</strong> energia.Nel grafico in figura 3.8 si notano in particolare tre punti ove T (p) è piccata.Caratterizziamo la larghezza e la posizione <strong>di</strong> questi picchi attraverso l’intervallo incui T (p) ≥ 0.5. Il primo picco è situato nell’intervallo p = [4.6369, 4.6375], il secondonell’intervallo p = [6.405, 6.465] e il terzo nell’intervallo p = [6.9, 7.6]. Il primo piccopresenta notevoli peculiarità. Una <strong>di</strong> queste è che si trova in una regione proibitaclassicamente, quin<strong>di</strong> si tratta <strong>di</strong> trasmissione per effetto tunnel. La seconda è che èestremamente stretto, e non si può risolvere con i meto<strong>di</strong> numerici esposti.Stu<strong>di</strong>eremo l’urto contro questa barriera <strong>di</strong> un particolare <strong>pacchetto</strong> d’onde, <strong>di</strong>versoda quello gaussiano usato nella sezione precedente. Il vantaggio del <strong>pacchetto</strong> d’ondeche useremo è che permette un confronto migliore con il coefficiente <strong>di</strong> trasmissione.Inoltre potremo così usare il metodo numerico su un <strong>pacchetto</strong> d’onde <strong>di</strong>verso.Allo stato iniziale imporremo la seguente funzione d’onda nella rappresentazione


3.2. Doppia barriera quadrata 45Figura 3.8: Coefficiente <strong>di</strong> trasmissione per doppia barriera data dall’equazione (3.10).dei momenti:˜ψ(p, 0) = 12 √ [erf( p − p0 + b2s)+ erfove erf(u) è la funzione errore, definita come( )]p − p0 − b2s(3.11)erf(u) = √ 2 ∫ ue −u2 du . (3.12)π0Lo stato nella rappresentazione delle coor<strong>di</strong>nate è dato da:√2ψ(x, t) = bπ 2 sinc(bx x 2 / 2 )e−s2 e ip0x . (3.13)Sottolineiamo che la (3.11) non è normalizzata a 1 e lo stesso vale per la funzioned’onda delle coor<strong>di</strong>nate (3.13), come si deduce dalla relazione <strong>di</strong> Parseval-Plancherel<strong>di</strong> equazione (1.29).Il grafico in figura 3.9 mostra il modulo quadro della (3.11) con i parametri =1, p 0 = 8, b = 3, s = 0.5, usati per impostare la con<strong>di</strong>zione iniziale della simulazioneesposta in questa sezione. La funzione ha un valore circa costante a 1 nell’intervallop = [−6, 10]. Lo stu<strong>di</strong>o della funzione (3.11) mostra che il parametro b stabilisce lalarghezza della funzione, p 0 il valore me<strong>di</strong>o e s la ripi<strong>di</strong>tà delle code.Il fatto che la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> probabilità del momento in figura 3.9 sia circa unonell’intervallo p = [−6, 10] permette uno stu<strong>di</strong>o agevolato del coefficiente <strong>di</strong> trasmissione.Si consideri infatti il problema della sezione precedente <strong>di</strong> trovare il coefficiente<strong>di</strong> trasmissione in funzione <strong>di</strong> un intervallo del momento [p a , p b ] dal rapportoT (p) =∣˜ψ(p, t max )˜ψ(p, 0)∣2p ∈ [p a , p b ] . (3.14)Impostando come funzione d’onda iniziale la (3.11) si può scegliere un intervallo deimomenti [p a , p b ] in cui | ˜ψ(p, 0)| 2 sia circa eguale a una costante C(ad esempio a 1


46 Capitolo 3. RisultatiFigura 3.9: Grafico <strong>di</strong> | ˜ψ(p, 0)| 2 , con ˜ψ(p, 0) data dalla (3.11).I parametri del grafico sono = 1, p 0 = 8, b = 3, utilizzati per la simulazione espostain questa sezione.nella figura 3.9), sicchè dalla (3.14) si ha che T (p) ≈ C| ˜ψ(p), t max | 2 in [p a , p b ]. Inoltrela forma particolare della <strong>di</strong>stribuzione permette <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere facilmente l’intervallodei momenti in cui l’errore relativo <strong>di</strong> troncamento globale è minore, che provoca glierrori numerici evidenziati dagli estremi del grafico 3.6. Un compito analogo potevaanche essere assolto dalla funzione⎧⎪⎨ 0 p < p 0 − b˜ψ(p, 0) = 1 p 0 − b < p < p 0 + b(3.15)⎪⎩0 p 0 + b < ptuttavia la funzione d’onda nella rappresentazione dei momenti sarebbe stata:2ψ(x, 0) = b√sinc(bx) (3.16)πche tende a 0 troppo lentamente(come 1/x), accentuando il problema dell’urto agliestremi dell’intervallo spaziale. Il problema è stato così risolto “arrotondando” le<strong>di</strong>scontinuità della (3.15) in p = p 0 − b e in p = p 0 + b con l’utilizzo della funzione(3.11). Gli svantaggi principali <strong>di</strong> questa scelta sono però essenzialmente 2. Unoè che non vale la minimizzazione del principio <strong>di</strong> indeterminazione: in questo casoσ x σ p > /2. L’altro è che il fenomeno della <strong>di</strong>spersione viene accentuato, ovvero laσ x (t) soprattutto se la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> probabilità dei momenti risulta larga.La simulazione è stata effettuata con i seguenti parametri:• = 1, m = 1, b = 3, p 0 = 8, s = 0.5, come anticipato sopra. Con questeimpostazioni si può stu<strong>di</strong>are bene la <strong>di</strong>stribuzione dei momenti nell’intervallop = [6, 10].• Potenziale descritto dalla (3.10). Con tali parametri si calcola numericamenteuno scarto quadratico me<strong>di</strong>o nella <strong>di</strong>stribuzione del momento σ p = 2.59 e unosulla coor<strong>di</strong>nata x <strong>di</strong> σ x = 0.79.


3.2. Doppia barriera quadrata 47• Intervallo spaziale [x 1 , x Nx ] = [−400, 400]. La scelta <strong>di</strong> un intervallo spazialecosì grande rispetto alla lunghezza della barriera permette alla funzione d’onda<strong>di</strong> evolvere per più tempo e lasciare la barriera. Inoltre permette una maggiorerisoluzione della <strong>di</strong>stribuzione dei momenti(equazione (2.69)).• Passo <strong>di</strong> <strong>di</strong>scretizzazione spaziale ∆x = 0.004. Dato l’intervallo spaziale delpunto precedente, si ha N x = 200001. Ne consegue inoltre, dalla equazione(2.69), che ∆p ≈ 0.008.• Passo <strong>di</strong> <strong>di</strong>scretizzazione temporale ∆t = 0.004 e N t = 7001, sicché si ha lasoluzione numerica nell’intervallo temporale [0, t max ] con t max = 28. Il numero<strong>di</strong> punti temporali è stato scelto in modo da avere l’intervallo <strong>di</strong> tempopiù largo possibile ed evitando che la funzione d’onda ottenuta numericamenteraggiungesse gli estremi dell’intervallo spaziale.Per valutare l’errore computazionale abbiamo eseguito una simulazione-prova <strong>di</strong>propagazione <strong>di</strong> un’onda gaussiana in potenziale nullo. In tale simulazione-prova abbiamoimpostato gli stessi parametri per la griglia sopra presentati per la simulazione<strong>di</strong> questa sezione. La funzione d’onda iniziale della simulazione-prova è un’onda gaussiana(descritta nella sezione 1.5) con impostati gli stessi parametri m = 1, = 1, p 0 =8, σ x = 2.59 della simulazione <strong>di</strong> questa sezione. Il risultato della simulazione-prova èun errore <strong>di</strong> troncamento globale me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> ē = 0.011.La figura 3.10 mostra una successione <strong>di</strong> fotogrammi dell’evoluzione della <strong>di</strong>stribuzione<strong>di</strong> probabilità della coor<strong>di</strong>nata x. I primi sei fotogrammi(da t 1 = 0 a t 401 = 1.6)mostrano l’evoluzione del <strong>pacchetto</strong> prima dell’urto con la doppia barriera. I successivisei fotogrammi mostrano l’urto del <strong>pacchetto</strong> contro la barriera(da t 441 = 1.76 at 1401 = 5.6). Da notare che il primo <strong>di</strong> questi sei fotogrammi ha un intervallo spazialemostrato <strong>di</strong>verso. Gli ultimi tre fotogrammi mostrano l’evoluzione del <strong>pacchetto</strong>d’onde rimasto imprigionato tra le due barriere che si <strong>di</strong>sperde.Nella figura 3.11 vi sono 4 fotogrammi dell’evoluzione delle <strong>di</strong>stribuzione dei momenti| ˜ψ(p, t)| 2 nell’intervallo p = [6, 10]. Sottolineiamo che a <strong>di</strong>fferenza della sezioneprecedente, agli istanti temporali dei fotogrammi del grafico 3.11 non corrispondonoquelli del grafico 3.10. Di preciso, i primi quin<strong>di</strong>ci fotogrammi del grafico 3.10 sonocirca situati nell’intervallo temporale delimitato dai primi due fotogrammi della figura3.11.Più precisamente, i primi due fotogrammi della figura 3.11 sono nell’intervallo <strong>di</strong>tempo dei quin<strong>di</strong>ci fotogrammi della figura 3.10. Il primo è un ramo della <strong>di</strong>stribuzioneall’istante iniziale, quin<strong>di</strong> un ingran<strong>di</strong>mento del grafico in figura 3.9. Gli altri tremostrano il graduale avvicinamento <strong>di</strong> | ˜ψ(p, t)| 2 alla funzione T (p)| ˜ψ(p, 0)| 2 (si vedal’equazione (3.14)). Si noti come la barriera abbia effettuato un “filtraggio” sulla<strong>di</strong>stribuzione dei momenti, analogamente a quanto succede in certi circuiti elettronici,lasciando passare le onde con frequenze intorno ai picchi e riflettendo quelle nelle valli.L’evoluzione della <strong>di</strong>stribuzione dei momenti risulta piuttosto lenta. Infatti i primidue fotogrammi della 3.11 corrispondono ai quin<strong>di</strong>ci fotogrammi della 3.10. Questovuol <strong>di</strong>re che nonostante la maggior parte del <strong>pacchetto</strong> ψ(x, t) si sia evoluto scindendosiin parte riflessa e trasmessa, la funzione d’onda nella rappresentazione deimomenti ˜ψ(p, t) non si è ancora evoluta completamente. Occorre un ulteriore lasso <strong>di</strong>tempo affinché l’andamento “vibratorio” del secondo e terzo fotogramma della figura3.11 <strong>di</strong>minuisca fino a <strong>di</strong>venire trascurabile(quarto fotogramma).La concordanza dell’evoluzione <strong>di</strong> |ψ(p, t)| 2 con il risultato previsto dal coefficiente<strong>di</strong> trasmissione <strong>di</strong>mostra che il calcolo numerico si rivela affidabile.


48 Capitolo 3. RisultatiFigura 3.10: Evoluzione <strong>di</strong> | ˜ψ(x, t)| 2 .Si noti che per como<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> visualizzazione l’intervallo spaziale mostrato e il lassotemporale tra un fotogramma e un altro non sono costanti.


3.2. Doppia barriera quadrata 49Figura 3.11: Evoluzione <strong>di</strong> | ˜ψ(p, t)| 2 .


Capitolo 4ConclusioniNel corso <strong>di</strong> questa tesi abbiamo sviluppato un metodo numerico per calcolare l’evoluzionedella funzione d’onda in un sistema mono<strong>di</strong>mensionale con potenziale in<strong>di</strong>pendentedal tempo(sezione 2.1). Ne abbiamo poi testato la convergenza con simulazioniprovain cui risultati numerici sono stati confrontati con quelli analitici. Dopo<strong>di</strong>chéabbiamo sviluppato nella sezione 2.5 un altro metodo numerico che riutilizza i risultatidel primo per poter ottenere l’evoluzione della funzione d’onda nella rappresentazionedei momenti.Nel terzo capitolo i meto<strong>di</strong> numerici <strong>di</strong> cui sopra sono stati applicati a due problemi<strong>di</strong> urto <strong>di</strong> <strong>pacchetto</strong> d’onde contro una barriera <strong>di</strong> potenziale. Prima <strong>di</strong> eseguire questesimulazioni abbiamo effettuato delle simulazioni-prova con stessi parametri <strong>di</strong> calcoloper ottenere una stima dell’errore numerico in cui si incorre. Lo stu<strong>di</strong>o della funzioned’onda nella rappresentazione dei momenti all’istante finale delle simulazioni(una voltaconcluso il processo <strong>di</strong> urto) ha mostrato che il calcolo numerico porta a risultaticompatibili con le previsioni teoriche, date dal coefficiente <strong>di</strong> trasmissione. Con ilmetodo dei trapezi si è riuscito inoltre a ottenere la probabilità, <strong>di</strong>pendente dal tempo,<strong>di</strong> misurare la particella trasmessa o riflessa.Le verifiche fatte con il confronto con i risultati analiticamente noti, in<strong>di</strong>cano chel’implementazione dell’algoritmo e’ solida dal punto <strong>di</strong> vista del controllo degli errorinumerici. Per questo motivo riteniamo che l’algoritmo possa essere applicato consuccesso per qualsiasi tipo <strong>di</strong> barriera <strong>di</strong> potenziale.Rimangono le seguenti questioni aperte, che l’Autore <strong>di</strong> questa tesi desidera stu<strong>di</strong>arein futuro. Una <strong>di</strong> queste è l’estensione dei meto<strong>di</strong> numerici mostrati a sistemi apiù <strong>di</strong>mensioni, a più particelle e con potenziale <strong>di</strong>pendente dal tempo.51


Appen<strong>di</strong>ce ACo<strong>di</strong>ci in MatLabIn questa appen<strong>di</strong>ce presentiamo alcuni co<strong>di</strong>ci in linguaggio MatLab usati per l’implementazionedel metodo numerico della sezione 2.1. Non tutti i co<strong>di</strong>ci usati per lacreazione <strong>di</strong> questa tesi sono stati riportati, dacché alcuni <strong>di</strong> questi presentano accorgimentiper <strong>di</strong>minuire la quantità <strong>di</strong> calcoli e <strong>di</strong> memoria da usare che però rendonoil co<strong>di</strong>ce stesso meno leggibile. Invece il fine <strong>di</strong> questa appen<strong>di</strong>ce è <strong>di</strong> presentare alcunico<strong>di</strong>ci facilmente leggibili per mostrare come implementare il metodo numericoesposto, prescindendo dai problemi strettamente informatici.Il linguaggio MatLab presenta i seguenti vantaggi:• Possibilità <strong>di</strong> scrivere ed eseguire script senza necessità <strong>di</strong> compilazione <strong>di</strong> unco<strong>di</strong>ce.• Gestione built-in <strong>di</strong> variabili complesse.• Gestione semplificata dei file attraverso function già implementate nell’ambienteMatLab• Gestione potente delle matrici e del calcolo matriciale.Queste agevolazioni però si pagano con una richiesta maggiore <strong>di</strong> memoria e una lentezzamaggiore <strong>di</strong> calcolo rispetto ai linguaggi compilativi(come ad esempio il linguaggioC e Fortran).I co<strong>di</strong>ci che presenteremo salvano i risultati del calcolo numerico su file. Il vantaggioè da un lato quello <strong>di</strong> liberare la memoria volatile dai risultati dei calcoli. L’altrovantaggio è quello <strong>di</strong> poter riutilizzare facilmente i risultati per svariate operazioni.Infatti in Meccanica Quantistica lo stato del sistema è dato dalla funzione d’ondaψ(x, t); per avere informazioni che riguardano le grandezze fisiche bisogna manipolareψ(x, t) attraverso svariati operatori, ad esempio l’integrazione o la trasformata <strong>di</strong>Fourier.Nei co<strong>di</strong>ci che presenteremo si terrà conto che un file che contiene i risultatisull’evoluzione della funzione d’onda ha la seguente struttura1. Informazioni sui parametri fisici e del calcolo. In or<strong>di</strong>ne, il file contiene i valorinumerici <strong>di</strong> N t , N x , ∆t, ∆x, x 1 , m, .2. Il vettore del potenziale V.53


54 Appen<strong>di</strong>ce A. Co<strong>di</strong>ci in MatLab23. La funzione d’onda istante per istante. Per ogni istante n viene scritta prima laparte reale <strong>di</strong> ψ n e poi la parte immaginaria. Le prime due righe sono quin<strong>di</strong>rispettivamente la parte reale e immaginaria della funzione d’onda all’istanteiniziale.Lo script gen_file.m nel listato A.1 esemplifica pragmaticamente come generare unfile con questa struttura. Questo script come funzione d’onda allo stato iniziale un<strong>pacchetto</strong> gaussiano. I commenti nel co<strong>di</strong>ce spiegano la funzione delle variabili.Listing A.1: gen_file.m%% Creazione del file funzione d’ onda <strong>pacchetto</strong> gaussiano%% Impostazione dei parametri4 h_t = 1; % Costante h tagliatom = 1; % Massa della particella6 x_0 = 0; % Valore aspettato della posizionep_0 = 0; % Valore aspettato del momento8 k_0 = p_0 / h_t ;a = 1; % Doppio SQM della posizione ( DELTA_X (t =0) = a /2)10 N_t = 1; % Numero <strong>di</strong> righe ( sola con<strong>di</strong>zione iniziale )Dt = 0.01; % Passo <strong>di</strong> integrazione temporale12 Dx = 0.01; % Passo <strong>di</strong> integrazione spazialex_min = -5; % Estremo inferiore dell ’ intervallo spaziale14 N_x = 1001; % Numero <strong>di</strong> punti spazialix = x_min : Dx : ( x_min + (N_x -1)* Dx );16 %x e’ il vettore <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nate spazialiV = zeros (1 , N_x ); % Vettore che definisce il potenziale18 nome_file = ’ gaussiana_in_box . bin ’;phi_0 = (2/( pi*a ^2))^(1/4)* ...20 exp (i* k_0 *(x-x_0 )).* exp ( -(x-x_0 ).^2/ a ^2);% phi_0 e’ la funzione d’ onda all ’ istante iniziale22%% Scrittura del file24 file_punt = fopen ( nome_file , ’w’);% fopen apre un file e assegna un puntatore26 % Inizio <strong>di</strong> scrittura dei parametri fisici e <strong>di</strong> calcolofwrite ( file_punt , N_t , ’uint32 ’);28 fwrite ( file_punt , N_x , ’uint16 ’);fwrite ( file_punt , Dt , ’double ’);30 fwrite ( file_punt , Dx , ’double ’);fwrite ( file_punt , x_min , ’double ’);32 fwrite ( file_punt , m, ’double ’);fwrite ( file_punt , h_t , ’double ’);34 % Fine <strong>di</strong> scrittura dei parametri fisici e <strong>di</strong> calcolofwrite ( file_punt , V , ’double ’); % Scrittura del potenziale36 % Inizio <strong>di</strong> scrittura della funzione d’ onda a t=0real_phi = real ( phi_0 );38 imaginary_phi = imag ( phi_0 );fwrite ( file_punt , real_phi , ’double ’);40 fwrite ( file_punt , imaginary_phi , ’double ’);% Fine <strong>di</strong> scrittura della funzione d’ onda a t=042 fclose ( file_punt ); % Chiusura del fileclear % Liberazione della memoria


55Una volta scritto un file con la funzione d’onda all’istante iniziale, si può calcolarenumericamente l’evoluzione attraverso l’utilizzo della function evoluzione.m, nel listatoA.2. Per usarla basta invocare in MatLab il comandoevoluzione(nome_file,N_ist)ove il primo parametro è il nome del file che contiene la funzione d’onda, il secondoparametro è il numero <strong>di</strong> istanti da calcolare. Una volta calcolati il numero <strong>di</strong> istantirichiesto, la function salva i risultati sul file stesso.%% Funzione evoluzioneListing A.2: evoluzione.m2 % Questa function legge un file <strong>di</strong> funzione d’onda , ne calcola% l’ evoluzione e scrive il risultato sul file stesso .4function evoluzione ( nome_file , N_ist )6 %Le variabili <strong>di</strong> entrata sono il nome del file e%il numero <strong>di</strong> istanti <strong>di</strong> evoluzione da calcolare8%% Parte 1: caricamento delle variabili dal file10 ticfile_punt = fopen ( nome_file , ’r+’);12 N_t = fread ( file_punt , 1, ’uint32 ’);N_x = fread ( file_punt , 1, ’uint16 ’);14 Dt = fread ( file_punt , 1, ’double ’);Dx = fread ( file_punt , 1, ’double ’);16 x_min = fread ( file_punt , 1, ’double ’);m = fread ( file_punt , 1, ’ double ’);18 h_t = fread ( file_punt , 1, ’double ’);V = fread ( file_punt , N_x , ’double ’);20 % Lettura all ’ ultima riga ove e’ scritta la funzione d’ onda%all ’ ultimo istante calcolato22 fseek ( file_punt , -8* N_x *2 , ’eof ’);real_phi = fread ( file_punt , N_x , ’double ’);24 imaginary_phi = fread ( file_punt , N_x , ’ double ’);% Fine lettura dell ’ ultima riga26% La seguente istruzione riabilita gli fwrite che seguono .28 % Leggere nota specifica su fopen in MatLabfseek ( file_punt , 0, ’cof ’);30%% Parte 2: definizione delle variabili per la computazione32 % Funzione d’ onda iniziale da cui iniziare il calcolophi_iniz = real_phi + i* imaginary_phi ;34 clear real_phi imaginary_phi% Funzione d’ onda nell ’ istante successivo a quello sotto analisi36 phi_succ = zeros (N_x ,1);%La matrice U e’ l’ analogo dell ’ operatore evoluzione38 U = zeros (N_x , N_x );% Fine inizializzazione delle variabili4042%% Parte 3: evoluzione% Preparazione della matrice evoluzione44 A = zeros (N_x , N_x ); % Matrice provvisoria per il calcoloP = -i*Dt*h_t /(4* m*Dx ^2);


56 Appen<strong>di</strong>ce A. Co<strong>di</strong>ci in MatLab46 Q = 1 - 2*E + i*Dt*V/( h_t *2);A = <strong>di</strong>ag (P* ones (N_x -1 ,1) ,1) + <strong>di</strong>ag (Q ,0) + <strong>di</strong>ag (P* ones (N_x -1 ,1) , -1);48 U = A^-1 * conj (A);clearA P Q50 for i_t = 1 : N_istphi_succ = U* phi_iniz ;52 fwrite ( file_punt , real ( phi_succ ) , ’double ’);fwrite ( file_punt , imag ( phi_succ ) , ’double ’);54 phi_iniz = phi_succ ;end5658 %% Parte 4: chiusura del filefrewind ( file_punt );60 % Aggiornamento del numero <strong>di</strong> istanti nel filefwrite ( file_punt , N_t + N_ist , ’uint32 ’);62 % Chiusura del filefclose ( file_punt );64 <strong>di</strong>sp (’Operazione ␣ terminata .␣ Tempo ␣ impiegato :␣’)toc2Con i due script gen_file.m e evoluzione.m si può scrivere su file la funzione d’ondaallo stato iniziale e calcolarne l’evoluzione per il numero <strong>di</strong> istanti voluto. Questi datisalvati poi possono essere manipolati per estrapolare altre informazioni.Ad esempio, la function prob_spaz(nome_file,x_a, x_b) grafica in funzione deltempo il valore numerico dell’integraleP [xa,x b ](t) =∫ xbx a|ψ(x, t)| 2 dx , (A.1)ovvero la probabilità <strong>di</strong> trovare in una misura a un istante t la particella nell’intervallospaziale [x a , x b ]. L’integrale è calcolato tramite il metodo dei trapezi, analogamente aquello <strong>di</strong> equazione (2.64). Il listato A.3 mostra il co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> prob_spaz(nome_file,x_a, x_b).%% Calcolo <strong>di</strong> integraleListing A.3: prob_spaz.mfunction prob_spaz ( nome_file , x_a , x_b )4 %% Parte 1: caricamento del filefile_punt = fopen ( nome_file , ’r+’);6 N_t = fread ( file_punt , 1, ’uint32 ’);N_x = fread ( file_punt , 1, ’uint16 ’);8 Dt = fread ( file_punt , 1, ’double ’);Dx = fread ( file_punt , 1, ’double ’);10 x_min = fread ( file_punt , 1, ’double ’);m = fread ( file_punt , 1, ’double ’);12 h_t = fread ( file_punt , 1, ’double ’);V = fread ( file_punt , N_x , ’double ’);14 t = 0: Dt:Dt *( N_t -1);% Calcolo dell ’ in<strong>di</strong>ce per x_a e x_b16 j_a = floor (( x_a - x_min )/ Dx );j_b = ceil (( x_b - x_min )/ Dx );18%% Parte 2: caricamento della funzione d’ onda


5720 % Dichiarazione <strong>di</strong> ’<strong>di</strong>str ’, matrice che contiene%la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> probabilita ’ sulla posizione22 <strong>di</strong>str = zeros (N_t , N_x );phi_real = zeros (1 , N_x );24 phi_imag = zeros (1 , N_x );for i_t = 1: N_t26 phi_real = fread ( file_punt , N_x , ’double ’);phi_imag = fread ( file_punt , N_x , ’double ’);28 <strong>di</strong>str (i_t ,:)= phi_real .^2 + phi_imag .^2;end30%% Parte 3: calcolo integrale32 integ = zeros (1 , N_t );integ_ist = 0;34 for i_t = 1: N_tfor i_x = j_a : j_b36 integ_ist = integ_ist + <strong>di</strong>str (i_t , i_x )* Dx;end38 integ_ist = integ_ist -Dx *( <strong>di</strong>str (i_t , j_a )+ <strong>di</strong>str (i_t , j_b ))/2;integ ( i_t )= integ_ist ;40 end42 %% Graficazioneplot (t,i_t )44 clear phi_real phi_imag integ_ist j_a j_bfclose ( nome_file )L’evoluzione del modulo quadro della funzione d’onda può essere caricato in memoriae visualizzato attraverso una animazione. Il listato A.4 mostra la functionfilmato(nome_file) che compie questo lavoro, caricando i risultati dal file specificatodalla stringa nome_file.%% Filmato2 function filmato ( nome_file )Listing A.4: filmato.m4 %% Parte 1: caricamento del filefile_punt = fopen ( nome_file , ’r+’);6 N_t = fread ( file_punt , 1, ’ uint32 ’);N_x = fread ( file_punt , 1, ’ uint16 ’);8 Dt = fread ( file_punt , 1, ’ double ’);Dx = fread ( file_punt , 1, ’ double ’);10 x_min = fread ( file_punt , 1, ’ double ’);m = fread ( file_punt , 1, ’ double ’);12 h_t = fread ( file_punt , 1, ’ double ’);V = fread ( file_punt , N_x , ’ double ’);14 phi_real = zeros (1 , N_x );phi_imag = zeros (1 , N_x );16 <strong>di</strong>str = zeros (N_t , N_x );for i_t =1: N_t18 phi_real = fread ( file_punt , N_x , ’double ’);phi_imag = fread ( file_punt , N_x , ’double ’);20 <strong>di</strong>str (i_t ,:)= phi_real .^2 + phi_imag .^2;end


58 Appen<strong>di</strong>ce A. Co<strong>di</strong>ci in MatLab22 fclose ( nome_file );x = x_min :Dx:Dx *( N_x -1)+ x_min ;24%% Parte 2: filmato26 ymax = max ( max ( <strong>di</strong>str ));%[0 , ymax ] e’ il range delle or<strong>di</strong>nate da visualizzare28 figurefor i_t = 1: N_t30 plot (x, <strong>di</strong>str (i_t ,:));gridon32 xlabel (’x’)ylabel (’\ psi ␣(x,t)’);34 ylim ([0 ymax ]);end


Appen<strong>di</strong>ce BDettagli <strong>di</strong> calcolo per il<strong>pacchetto</strong> gaussianoIn questa appen<strong>di</strong>ce specificheremo i dettagli <strong>di</strong> calcolo per risolvere l’integrale (1.49).Cerchiamo come trasformare un trinomio <strong>di</strong> secondo grado rispetto a una variabile kin un quadrato perfetto più una costante.ConsideriamoAk 2 + Bk + C .(B.1)In primis riduciamo il problema raccogliendo A:A(k 2 + B )A k + C = A(k 2 + B )A k + C . (B.2)Aggiungendo e sottraendo B ′2 /4 al polinomio in parentesi tonde si haA(k 2 + B )A k + B24A 2 + C −(k B24A = A + B ) 2+ C − B22A 4A .(B.3)Applichiamo ora questa formula per calcolare l’integrale (1.49). Sviluppando l’argomentodella funzione esponenziale integranda(− a24 (k−k 0) 2 +ikx− ik22m t = − a24 − it ) ( ak 2 2 ) (k 0+ + ix k+ − a2 k 2 )02m 24(B.4)ove le quantità tra parentesi svolgono la funzione <strong>di</strong> A, B, C dell’equazione (B.1).Allora dall’equazione (B.3) si ha(( a2−4 + i ) ( ) 2 a 22m t k 2 + B2− a2 k02 k 0+ ( 2 + ix2A 4 a2 + 2i . (B.5)mt)59) 2


60 Appen<strong>di</strong>ce B. Dettagli <strong>di</strong> calcolo per il <strong>pacchetto</strong> gaussianoLa costante B non è stata esplicitata, in quanto scompare nell’operazione <strong>di</strong> integrazioneed è quin<strong>di</strong> ininfluente; più utile sviluppare gli ultimi due termini:− a2 k 2 04+(a 2 k 0) 22+ ix( a 24 + i2m t) =[1=− a6 k02 − a2 2 k0t 2 2a 4 + 42mt 2 4 m 2 + a6 k0242+i(a 4 k 0 x + 2tx2m− a4 k0t2 )]=2m−a 2 (=x − k ) 20a 4 + 42mt 2 m t i+a 4 + 422Allora l’integrale (1.49) ha per risultatoψ(x, t) =√ a(2π) 3/4√ π√ expa 24 + i2m t− a 2 x 2 + 2a2 k 0 txm +(a 4 k 0 x + 2tx2mt 2 m2− a4 k0t2 )2m. (B.6)[ (ia 4 k 0 x + 2tx2a 4 + 42mt 2 m− a4 k 2 ) ]0t×2m2[−a 2 (× expx − k ) ] 20a 4 + 42mt 2 m t . (B.7)2Rappresentando in forma esponenziale il numero complesso al denominatore e semplificandole costanti, si giunge alla soluzione data in equazione (1.50).


Appen<strong>di</strong>ce CCoefficiente <strong>di</strong> trasmissioneper più barriereIn questa appen<strong>di</strong>ce mostriamo come calcolare il coefficiente <strong>di</strong> trasmissione per unpotenziale dato da una successione <strong>di</strong> barriere quadrate.Più precisamente consideriamo il potenziale dato dalla successione <strong>di</strong> Q barrierequadrate <strong>di</strong> lunghezza l e <strong>di</strong>stanza a:⎧⎪⎨ V 0 0 + na ≤ x < l + naV (x) = 0 l + na ≤ x < a + na n ∈ {1, 2, ..., Q} .(C.1)⎪⎩0 x < 0 ∧ (Q + 1)a ≤ xL’equazione agli autovalori d’energia per una barriera quadrata è stata <strong>di</strong>scussanella sezione (1.7). L’equazione agli autovalori per un sistema con potenziale datodalla (C.1) si risolve raccordando gli stati stazionari ϕ k (x) delle varie barriere percontinuità <strong>di</strong> ϕ k (x) e della derivata prima ϕ ′ k (x). Si <strong>di</strong>mostra, esprimendo questecon<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> raccordo in notazione matriciale, che la matrice <strong>di</strong> trasmissione M Q (k)delle Q barriere è dato daM Q (k) = M(k)(D(k)M(k)) Q−1(C.2)ove M(k) è la matrice <strong>di</strong> trasmissione <strong>di</strong> una singola barriera e D(k) è data da( )eika0D =0 e −ika . (C.3)La matrice <strong>di</strong> trasmissione M(k) <strong>di</strong> una singola barriera <strong>di</strong> potenziale è data daoveM(k) =((cosh(ρl) + ik 2 −ρ 22kρ sinh(ρl))e−ikl −i k2 02kρ sinh(ρl))i k2 02kρ sinh(ρl) (cosh(ρl) − i k2 −ρ 22kρ sinh(ρl))eikl,(C.4)k =√2mE 2(C.5)61


62 Appen<strong>di</strong>ce C. Coefficiente <strong>di</strong> trasmissione per più barriereρ =√2m(V0 − E) 2(C.6)k 0 =√2mV0 2 . (C.7)Una volta trovata la matrice <strong>di</strong> trasmissione M Q (k), si può ricavare il coefficiente <strong>di</strong>trasmissione secondo quanto esposto nella sezione 1.6.Un notebook in Mathematica permette <strong>di</strong> effettuare il calcolo simbolico <strong>di</strong> M Q (k).Il vantaggio dell’uso <strong>di</strong> Mathematica rispetto a MatLab per questa operazione è unamaggiore stabilità numerica(dovuta proprio al fatto che il calcolo è simbolico e nonnumerico).1.01.00.80.80.60.60.40.40.20.20.07 8 9 10(a) Q = 1.7 8 9 10(b) Q = 2.1.01.00.80.80.60.60.40.40.20.27 8 9 10(c) Q = 5.7 8 9 10(d) Q = 15.Figura C.1: Coefficiente <strong>di</strong> trasmissione al variare del numero <strong>di</strong> barriere QIn ascissa vi è l’intervallo dei numeri d’onda k = [6, 10], in or<strong>di</strong>nata il coefficiente <strong>di</strong>trasmissione T (k). I parametri impostati sono V 0 = 20, l = 1,a = 2.


Bibliografia[Coh05] C. Cohen-Tannoudji, B. Diu, F. Laloë, Quantum Mechanics,J. Wiley &Sons(New York), 2005[Lan04] L. D. Landau, E. M. Lifšits, Meccanica Quantistica, teoria non relativistica,E<strong>di</strong>tori Riuniti(Roma), 2004[Gol67] A. Goldberg, H. M. Schey, J. L. Schwartz, Am. J. Phys. 35,177 (1967)[Qua97] A. Quarteroni, Elementi <strong>di</strong> Calcolo Numerico, Progetto Leonardo(Bologna),1997[Com95] V. Comincioli, Analisi Numerica, McGraw-Hill Libri Italia(Milano), 199563

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