Orig<strong>in</strong>al Article. Davide Croce 85zienda, gestendo ad esempio, <strong>in</strong> maniera efficiente e f<strong>in</strong>alizzataal miglioramento dei servizi offerti, il patrimonioimmobiliare non direttamente imputato all’attivitàdi pubblico servizio dell’Azienda Sanitaria.La Fondazione a Supporto si collocherebbe a metà stradatra le Fondazioni di Erogazione e le Fondazionid’Impresa. Le prime <strong>in</strong>fatti, raggiungono lo scopo istituzionale<strong>in</strong>direttamente, erogando sussidi e contributiad altri soggetti che, a loro volta, <strong>in</strong>tervengono con lapropria struttura per offrire beni/servizi alla collettività.Le seconde, quelle d’Impresa appunto, si caratterizzanoper il fatto di perseguire l’<strong>in</strong>teresse di pubblica utilità attraversol’esercizio di una o più imprese. In merito allafattibilità del ricorso allo strumento della Fondazione,questo è ammesso dal riconoscimento della capacitàgiuridica di diritto privato agli enti pubblici che possonoricorrere a strumenti privatistici per il perseguimentodelle proprie f<strong>in</strong>alità istituzionali. La Fondazioneprospettata, differentemente dalle Fondazioni IRCCSammesse dalla legislazione, rientrerebbe a pieno titolotra le Fondazioni di diritto civile, sarebbe “aperta” allapartecipazione di diversi soggetti oltre a quelli fondatorie non sarebbe soggetta a quelle forme di controllo aggravatopreviste dal D.Lgs. 288/2003.La Fondazione tende a recuperare il ruolo che alcuneAziende Sanitarie, soprattutto nei presidi ospedalieri,avevano con il territorio, nei rapporti anche affettivi coni residenti. Nel passato, ma disponibili anche oggi, moltedonazioni, di varia forma, natura e sostanza, sonotransitate tra il territorio e il presidio ospedaliero. Si potrebbedunque recuperare uno strumento <strong>in</strong> grado effettivamentedi garantire ai residenti il reale utilizzo peril loro territorio di risorse <strong>in</strong> qualsiasi maniera <strong>in</strong>dirizzatealla Sanità. Gli ambiti di <strong>in</strong>tervento potrebbero esserediversi. Tra gli altri, possiamo ad esempio citare pianidi <strong>in</strong>tervento organizzati e studiati <strong>in</strong> un’ottica di mediolungoterm<strong>in</strong>e quali:– l’acquisto e la gestione di nuove apparecchiature edattrezzature;– la formazione del personale sanitario e amm<strong>in</strong>istrativo;– la realizzazione/ristrutturazione di reparti o serviz<strong>in</strong>ella prospettiva di non <strong>in</strong>crementare i costi ricorrentiper l’Azienda;– la realizzazione di progetti e di programmi sanitari (adesempio di assistenza psicologica ai malati term<strong>in</strong>ali);– la realizzazione di campagne di educazione e prevenzione.Allargando la visione, la Fondazione a Supporto potrebbe<strong>in</strong>oltre essere <strong>in</strong> grado di creare e controllare, avalle di sé, una struttura operativa pura, <strong>in</strong>serita direttamentenel “mercato”, i cui utili tornerebbero nella suadisponibilità e, qu<strong>in</strong>di, utilizzabili per altri progetti dimiglioramento del servizio.Rispetto alle Fondazioni derivanti dalla trasformazionedi Aziende Sanitarie preesistenti, erogatrici direttamentedi servizi sanitari, la Fondazione di Supporto si presentastrumento più flessibile e vic<strong>in</strong>o agli scenari ambientali.Attraverso la Fondazione l’azienda sanitariaavrebbe la possibilità di istituzionalizzare i rapporti conla comunità territoriale, co<strong>in</strong>volgendola e rendendolamaggiormente partecipe alle proprie scelte di <strong>in</strong>dirizzoe di gestione. Il co<strong>in</strong>volgimento rappresenterebbe qu<strong>in</strong>diun utile strumento di responsabilizzazione delle comunitàlocali che sarebbero poste nelle condizioni di <strong>in</strong>cidere,mediante un cont<strong>in</strong>uo contemperamento degli<strong>in</strong>teressi <strong>in</strong> gioco, sulle scelte aziendali. In s<strong>in</strong>tesi il modelloconiuga e separa gli aspetti lucrativi da quelli nonlucrativi dell’attività sanitaria e delle attività connesse,coniuga i soggetti privati <strong>in</strong>teressati <strong>in</strong> due diversi livellidi partecipazione, la Fondazione e le società, consentedi canalizzare verso f<strong>in</strong>alità di pubblica utilità il ritornoeconomico anche delle attività lucrative, <strong>in</strong>dirizza versoattività di pubblico <strong>in</strong>teresse risorse private derivanti daatti di liberalità e da capitali di rischio, accompagnatedall’apporto, <strong>in</strong> quest’ultimo caso, di professionalità daparte del partner privato.I risultati dell’adozione di un simile sistema di governance,generando consenso verso l’Azienda non solo daparte dei fruitori diretti dei servizi ma anche da parte ditutti coloro che, a vario titolo, nutrono attese ed <strong>in</strong>teressi<strong>in</strong> essa, potrebbe condurre alla creazione di quel sistemavirtuoso, precedentemente descritto, capace di attivareed alimentare nuove forme di collaborazione s<strong>in</strong>ergicatra Azienda Sanitaria e territorio.ConclusioniIn conclusione dobbiamo precisare che, ovviamente, lostrumento della Fondazione di Supporto di un’AziendaSanitaria non è unico e si colloca <strong>in</strong> una condizione distaticità nel breve/medio periodo del Sistema SanitarioNazionale/Regionale. La revisione dell’ord<strong>in</strong>amento generalepotrebbe <strong>in</strong>globare la necessità di co<strong>in</strong>volgimentodel livello locale almeno nell’<strong>in</strong>dirizzo delle attività diproduzione di servizi sanitari. Ed <strong>in</strong> questo caso non èdetto che la Fondazione sia la miglior soluzione per l’organizzazionedel sistema sanitario.Sistema che come già precisato richiede anche un cambiodi struttura per una sanità maggiormente orientataalla cura del paziente al suo domicilio con conseguenti<strong>in</strong>vestimenti ad esempio <strong>in</strong> telesorveglianza e <strong>in</strong> assistenzadomiciliare con le relative tecnologie sanitarie. Occorreaffrontare adeguatamente il nodo storico del rapporto© Punto Effe, 2006
86JOURNAL OF MEDICINE & THE PERSON. JUNE 2006, VOL. 4 NUMBER 2fra ospedale e territorio. La cont<strong>in</strong>uità nell’erogazione diprestazioni non va ricercata e assicurata solo all’<strong>in</strong>ternodi ogni area assistenziale (l’assistenza ospedaliera, quellaspecialistica convenzionata e quella di medic<strong>in</strong>a generale),ma deve essere coord<strong>in</strong>ata ed <strong>in</strong>tegrata fra di esse.In altri term<strong>in</strong>i i bisogni futuri della popolazione assistitasembra sp<strong>in</strong>gere il sistema sanitario verso la “territorializzazione”dell’ospedale, con (pochi) ospedali ad altaspecializzazione, o verso la “ospedalizzazione” delterritorio. E questo per garantire il tanto auspicato, sianell’<strong>in</strong>teresse del cittad<strong>in</strong>o che dei conti pubblici, “cont<strong>in</strong>uum”dell’assistenza.Abbiamo qui proposto uno strumento, parziale nel suoraggio d’azione ed <strong>in</strong>termedio per ubicazione istituzionale,che si colloca tra il cittad<strong>in</strong>o utente e l’organizzazionedel sistema sanitario e che permetta un riavvic<strong>in</strong>amentotra loro. Preme sottol<strong>in</strong>eare, <strong>in</strong> chiusura, come sisia perso nel corso della pur breve storia del nostro sistemasanitario nazionale il rapporto tra territorio edospedale. Oggi gli utenti non riescono a considerare“della comunità” il presidio ospedaliero dell’area come<strong>in</strong>vece la storia della loro nascita e del loro sviluppo dovrebbe<strong>in</strong>segnare. La costruzione di queste opere daparte della comunità è attualmente percepita come partedella storia passata del loro territorio ma che ha pochissimilegami con il tempo presente. Con tutte le ricaduteche tale atteggiamento segnala per il futuro. Conseguentementea ciò si sono persi elementi di partecipazioneanche <strong>in</strong> donazioni limitate negli ammontari cheimpoveriscono la realtà sanitaria (occorre ricordare chemolte strutture sanitarie pubbliche, soprattutto nellecittà, detengono <strong>in</strong>genti patrimoni immobiliari, derivantida lasciti e donazioni voluti da benefattori locali).e chesarebbe opportuno a nostro avviso recuperare per il futurodel nostro Sistema Sanitario Nazionale.Indirizzo per la corrispondenza:Davide CroceCREMSUniversità Carlo Cattaneo LIUCC.so Matteotti 2221053 Castellanza (VA)e-mail: dcroce@liuc.itBIBLIOGRAFIAA. Ardigò, Società e salute. L<strong>in</strong>eamenti di sociologia sanitaria, Angeli,Milano, 1997S. Leonzi, La salute tra norma e desiderio, Meltemi, Roma, 1999G. Rebora, Un decennio di riforme, Guer<strong>in</strong>i e associati, Milano,1999P. Dunleavy, C. Hood, From old public adm<strong>in</strong>istration to <strong>new</strong> publicmanagement, <strong>in</strong> Money and management, 3/1994, p. 9-16M. Moore, La creazione di valore pubblico, Guer<strong>in</strong>i e associati, Milano, 2003.AA.VV., Il f<strong>in</strong>anziamento delle attività Cap. 5, <strong>in</strong> Educazione Cont<strong>in</strong>ua <strong>in</strong>Medic<strong>in</strong>a, IReF, Milano, 2004.F. Angel<strong>in</strong>i, E. Porazzi, Le fondazioni a supporto dell’azienda sanitaria perun nuovo rapporto con il territorio, <strong>in</strong> Sanità Pubblica e Privata, Maggioli,Rim<strong>in</strong>i, 2005