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320 VED BOLZANO DEF 01-08 - Il Giornale dell'Arte

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Vedere a Bolzano4Per Patrizia Trincanato, Assessore alla Cultura, alla Convivenza,all’Ambiente e alle Pari Opportunità il punto di forzadella vita culturale di Bolzano è il pluralismo:«qui trovi tutto quello che in Italia non c’è»È forse giunto anche per il Sudtirolo il momento di riconoscersi in un’identità e in un’appartenenza plurimae cosmopolita anche nell’ottica del progetto Nord-Est Capitale Europea della Cultura 2<strong>01</strong>9Abbiamo incontrato Patrizia Trincanato, Assessorealla Cultura e alla Convivenza del Comunedi Bolzano dal 2<strong>01</strong>0 che, così come ElsaFornero preferisce essere chiamata «Ministra»,predilige l’appellativo «Assessora».Con l’«Assessora» abbiamo esplorato le peculiaritàculturali di una città come Bolzano, caratterizzatada un bipolarismo culturale fra cultura di matriceitaliana, più recente, e cultura di matrice austro-tirolese,più antica. Nel percorso che contraddistinguela storia di ogni terra, il nostro territorio iniziail suo viaggio attraverso i secoli con unbagaglio di peculiarità uniche, che l’hannoresa per vocazione naturale luogo ditransito e punto d’incontro fra le popolazioni appartenenti alledue grandi aree culturali situate a nord e a sud delle Alpi. Terradi frontiera dunque, che vede da sempre un confronto tra linguee culture diverse, ma anche terra che ha saputo mantenerenei secoli un’unità culturale e di costume che l’hanno portataall’attuale forma di autonomia che la governa. Chi vieneper la prima volta a Bolzano si stupisce nel trovare tutto quelloche il Bel Paese non ha: ordine, efficienza, fiori e aiuole curate,un’urbanizzazione adeguata. Tutti i turisti amano l’Alto Adige-Südtirol, ma è difficile, per chi arriva, comprendere l’affascinantecomplessità che sta nelle pieghe della vita delle donne e degliuomini di questa terra. La convivenza tra italiani, sudtirolesi eladini è figlia di un faticoso cammino che oggi rende il nostro territorioculturalmente ponte tra nord e sud, laboratorio interculturalemitteleuropeo.Quali sono le ripercussioni pratiche di tale multipolarismo etnoculturalesulla vita culturale della città?La convivenza è figlia di un faticoso cammino: dall’annessioneal Regno d’Italia alla brutale italianizzazione della popolazionetedesca da parte del fascismo, dalle «opzioni» per Hitler alle bombedegli anni Sessanta, dall’autonomia compiuta fino al cosiddetto«complesso di minoranza» della popolazione italiana. Manella storia dell’Alto Adige-Südtirol è cristallizzata esemplarmentela storia del Novecento europeo come secolo delle passioniidentitarie, dei nazionalismi, dell’avvento dei regimi totalitarie della rinascita di un’Europa dell’integrazione e della convivenzatra lingue e culture diverse. Gli anni delle dittature hannolasciato in questa provincia di confine tracce profondissime,sedimentate nelle memorie collettive e leggibili ancora oggi nellesopravvivenze architettoniche di quel periodo. Soprattutto leopere ieri elevate a simboli di un regime dittatoriale che ha negatola libertà e la democrazia, oppresso minoranze linguistiche,celebrato la superiorità di un popolo sugli altri, e che nell’immediatodopoguerra non sono state rimosse, si sono prestate a facilistrumentalizzazioni politiche e all’«uso politico» della storia,inteso come ricostruzione polemica di eventi a partire dalla memoriadi gruppo, ed ha così alimentato ricorrenti contrasti frai gruppi etnoculturali, rafforzando la percezione di avere passatidifficilmente conciliabili. Di conseguenza sono state resepiù fragili le ragioni della pacifica convivenza e le identità culturalisono state costrette a chiudersi sul terreno più ideologicoed esclusivo dell’appartenenza.Nel 1926-1928 fu eretto a Bolzano il Monumento allaVittoria, voluto dal regime fascista per celebrarela vittoria italiana sull’Austria-Ungheria nella Primaguerra mondiale (considerata dagli Irridentisti e Interventistila «Quarta Guerra d’Indipendenza») e affermarela presunta italianità della parte meridionaledel Tirolo, territorio annesso all’Italia nel 1919 eda allora chiamato Alto Adige. <strong>Il</strong> Monumento segnòanche l’avvio dell’espansione e trasformazione urbanisticadella città volta a modificarne radicalmentel’aspetto e renderla idonea ad accogliere l’immigrazioneitaliana, fortemente sostenuta dal regime.<strong>Il</strong> Monumento è creazione di Marcello Piacentini(1881-1960), creatore di quel neoclassicismo architettonicosemplificato, connubio fra il classicismodel Gruppo Novecento di Giovanni Muzio, Lancia,Gio Ponti, e il razionalismo del Gruppo 7 poiMIAR (Movimento italiano architettura razionale) diGiuseppe Terragni, Giuseppe Pagano, Adalberto Libera,in cui Piacentini li fuse creando uno stile autonomoed eclettico benché nell’ambito della monumentalitàtipica dell’estetica fascista. <strong>Il</strong> Monumentoa Bolzano prende infatti ad esempio gli archidi trionfo romani e poggia su 14 colonne a formadi fasci littori. Da sempre oggetto di aspre controversie,subì un attentato negli anni settanta e fudotato di una cancellata che ne preclude tuttoraIn questa prospettiva così complessa, può descrivere lavita culturale cittadina e del territorio altoatesino?Posso sintetizzare in una frase: dalla complessità nasconola varietà e la qualità. Nel panorama culturaleBolzano sta assumendo a livello europeo un ruolo semprepiù significativo. Sicuramente la città ha goduto negliultimi anni di investimenti molto importanti: nelcampo formativo (LUB), della ricerca (Eurac TIS),dello spettacolo (Nuovo teatro Comunale, AuditoriumHaydn, Teatro Cristallo, Teatro San Giacomo) deimusei (Museion, Museo Archeologico, Museodelle Scienze e della Montagna). Lapresenza quindi di grandi istituzioni e ilconsistente numero di associazioni cheoperano sul nostro territorio hanno portato negli ultimi anni risultatilusinghieri sul grado di soddisfazione, maturità e consapevolezzaculturale.Quali sono gli obiettivi centrali del suo mandato?La sfida sarà nei prossimi anni riuscire a conciliare lo sguardo sudi sé con l’ispirazione dall’altro, il locale con il globale. <strong>Il</strong> rischiodi provincialismo va evitato con l’incontro-confronto fra lacultura locale con quella europea. La peculiare ricchezza culturaledi Bolzano è proprio la mescolanza delle provenienze, unpiccolo cosmopolitismo che ha dato il meglio di sé nelle occasionidi dialogo. La ricchezza culturale ed economica, dell’AltoAdige deriva dal suo pluralismo. Perderlo significherebbe perdernei benefici. È forse giunto anche per il Sudtirolo il momento diriconoscersi in un’identità e in un’appartenenza plurima in cui l’identitàcon la «patria» sudtirolese non sia vista in contrapposizionecon la fedeltà verso lo Stato italiano ed europeo. È venuto il momentodi riflettere sulle «modalità della differenza» sudtirolese,scegliendo fra la differenza inquieta, esasperata, revanchista, legatapiù all’«ingiustizia storica» del 1919 che alle contemporaneesfide dell’Europa senza confini, e la differenza intesa come pluralitàdi spunti, contenuti e ricchezze, come modello di pluralismoculturale realmente vissuto.Quali sono i progetti culturali che sta realizzando in città?<strong>Il</strong> filo conduttore è qualificarela domanda di storia comeelemento centrale e strategicodelle vocazioni della città: dalnovembre 2<strong>01</strong>1 è parzialmenteriaperto il Museo Civico, nell’otticadella ristrutturazione erestituzione di questa istituzionealla città. Risolvere per la primavera2<strong>01</strong>3 l’annoso problemadel Monumento alla Vittoria,realizzando al suo internoun centro di documentazionesulla storia del monumento,delle sue intenzionalità celebrativee storiche nel quadro dellastoria della città di Bolzano dal1928 al 1945. <strong>Il</strong> Monumento al-Monumento alla Vittoria, monumento della discordia<strong>Il</strong> Monumento alla Vittoria appena ultimato (1928), Archivio StoricoCittà di Bolzano, Fondo Lavori pubblicil’accesso. <strong>Il</strong> 3 gennaio 2<strong>01</strong>2 è stato siglato un accordodi programma fra lo Stato, proprietario, laProvincia Autonoma di Bolzano e il Comune di Bolzanoper la creazione, all’interno della cripta, di unpercorso espositivo permanente dedicato alla storiadel Monumento nella prospettiva delle vicendelocali e internazionali dal 1918 al 1945, in primisle dittature fascista e nazista che a Bolzano e in regionesi sono avvicendate.<strong>Il</strong> restauro strutturale della cripta è quasi conclusomentre l’apertura al pubblico del percorso espositivoè prevista per giugno 2<strong>01</strong>3.HANNO SCELTOThomas SeeberDirettore artisticodel Teatro diBolzanoMariaNiederstätterimprenditrice,titolare dellaNiederstätter spa,e mecenate diartisti emergentiAlexander GrafMeraviglia-CrivelliSegretariogenerale dellaGustav MahlerJugend Orchesterla Vittoria potrà finalmente diventare il luogo dell’incontro dellestorie della nostra terra e della nostra città, un luogo di conoscenzae di pace. Realizzare dal 2<strong>01</strong>4 un Festival della Storia, sul modellodel Festival della Letteratura di Mantova e di quello della Filosofiadi Modena. Si rafforzerà la vocazione di Bolzano città dellaMusica e Gioventù con il Bolzano Festival Bozen che portanella nostra città le grandi orchestre giovanili europee, i giovani delConcorso Pianistico Internazionale Ferruccio Busoni, la musicabarocca di Antiqua, l’offerta di spazi pubblici alla produzionee fruizione artistica e culturale dei giovani di Musica Dop. <strong>Il</strong> sistemabibliotecario comunale, articolato nella Biblioteca Civica enelle sei succursali rappresenta un contatto diretto ed importantecon la cittadinanza, coinvolto nello sforzo di valorizzare le culturein un’ottica di convivenza: entro il 2<strong>01</strong>7 sarà ristrutturato nelnuovo Polo Bibliotecario, che sarà nel prossimo futuro il principaleinvestimento culturale della Provincia Autonoma: non solouna nuova grande sede per le tre biblioteche comunale e provinciali,ma una biblioteca tecnologicamente all’avanguardia e completaper dare risposta unica alle diverse esigenze linguistiche escientifiche di tutta la cittadinanza. <strong>Il</strong> Polo Bibliotecario, che sorgeràfra la città nuova e quella vecchia, vuole ricordarci da doveveniamo ma soprattutto dove vogliamo andare. Altro progettoche ho molto a cuore è l’Accademia per le Arti della Diversità,che nell’autunno 2<strong>01</strong>3 formalizzerà un programma avviato già dal2<strong>01</strong>0 con la rassegna di teatro e danza sulla «alterità». Unica rassegnache presenta spettacoli di lingua italiana e lingua tedesca,Arte della Diversità mette in rete strutture e programmazionidi diversi teatri della città di Bolzano per raccontare la diversitàe come questa sia capace di farsi arte. Da ultimo ma non ultimo ilprogetto Nord-Est Capitale Europea della Cultura 2<strong>01</strong>9, in collaborazionecon la Provincia e con il Comitato Scientifico per lacandidatura di Venezia e del Territorio del Nord-Est, in un percorsoprogettuale teso a definire la vocazione culturale europea diBolzano e quanto della nostra città vogliamo far conoscere all’Europae al mondo. Un programma variegato e ricco di sfaccettaturea sottolineare la mia profonda convinzione che cultura e arte, raggiungendole corde più profonde degli esseri umani in ciò cheli può unire, sono premessa indispensabile a una cittadinanzaconsapevole e di conseguenza più felice.La mostra L’artista <strong>Il</strong> libro <strong>Il</strong> museo <strong>Il</strong> dopomostraArt=Life=Art.Dada>Fluxusal Museiondi Bolzano.Bellissimainiziativache valorizzala collezionedel museo conl’esposizionedi più di centoopere,collegandoil dadaismodegli anni ventie trentaal movimentoFluxusGina Pane,attualmenteal MARTdi RoveretoNon sono statoin Italia negliultimi mesi,quindi nonposso dareesempi dimostre recentia Bolzano o inItalia. Ho moltoapprezzatola mostraGesichter derRenaissance, alBode Museumdi Berlino,nel 2<strong>01</strong>1, suiritratti delRinascimentoGerhardRichter: micolpiscono isuoi fotodipinti,e la radicalitàdelle sue opereastratte.Caravaggio: èun personaggioambiguo,estremo e permolti versimoderno. Perme le sue opererispecchianol’antagonismotra crudeltàe sensualitàJoseph Beuys,perchérivoluzionòl’arte, e tuttii giovani artistidi oggi chenonostante laloro situazionespesso precariasi impegnanonel crearenuove idee ea portare avantila culturacontemporaneaPierre Boulezcui devol’impressioneartisticae umana piùforte. Lavorarecon lui è statocome incontrareLeonardoo Cocteau... Ecome ci si puòimmaginare diessere europeosenza Leonardo,genio universaledi un’epocanon poveradi genialità?Siddharta, diHermann Hesse,un libro legatoai miei ciclidi vita.Ad ogni grandecambiamentolo rileggoe ne trovofaccettature einterpretazionidiverse.Museion,il museo d’artemodernadi Bolzano.Tante cittàci invidianoper questaistituzioned’avanguardia,mentre noilocali spessonon loapprezziamonella giustamisuraFrancesco <strong>Il</strong> MuseionBonami, di Bolzano«Lo potevofare anch’io.Perché l’artecontemporaneaè davvero arte»,edito daMondadorinel 2009La Bibbia,che ho anchestudiatoe tradottodall’ebraico,dal grecoe dal latinoA Bolzano,il Museion.In Italia houna predilezionespecialeper il PalazzoSchifanoiaa Ferrara e perBrera a Milano,non solo per inumerosi quadridi Carlo CrivelliEnoteca Pillhof:un bellissimolocale in unantico podere,appena fuoricittà con pochipiatti moltofantasiosie una grandeed eccellentescelta di viniNadamas, il barin Piazza Erbe aBolzano, dove siincontra gentedi età, lingue eculture diverseSono moltolegatoal ParkhôtelLaurin e al suogiardino storico,alla sua terrazzae al bar conil suo servizioleggendario.<strong>Il</strong> mio ristorantepreferitosi trovaad Appiano:Zur Rose,segnalato dallaGuida MichelinLa personaLetizia Ragaglia,direttricedel Museiondi Bolzanoche dopouna partenzaburrascosa,causatada chi l’avevapreceduta,sta ridandovita e fiduciaall’istituzionePeter PaulKainrath,curatoredi Transarte commissariodi Venezia-Nordest-2<strong>01</strong>9Una personache ha avutoun ruoloimportantenella vitamusicalein Italia degliultimi anni:Lorenzo Fasolo,ex direttoreartistico diFerrara Musicae dell’OrchestraSinfonicaNazionaledella RAI


5Vedere a BolzanoMusik!Musik! Una città invasa di suoniEcco l’anteprima dell’edizione 2<strong>01</strong>2 del Bolzano Festival BozenLa musica classica vive dell’eccellenza di grandi maestri edell’entusiasmo dei giovani talenti della scena internazionale.Bolzano Festival Bozen ha conquistato un posto dirilievo grazie al binomio Musica e Gioventù: da qui partonole tournée estive dell’Orchestra Giovanile Europea(Euyo) e della Gustav Mahler Jugendorchester; qui giovanipianisti vengono consacrati a una carriera mondiale. PerchéBolzano ospita nei mesi di agosto e settembre un calendariodi eventi musicali che rifrange come in un caleidoscopio musicaantica e jazz, sinfonica ed esecuzioni cameristiche. Bolzano èun musicista che sente l’imperativo categorico di suonare: una necessitàdi esprimersi, di scoprire e confrontarsi non solo con nuovirepertori ma pure con le nuove generazioni di strumentisti inun’alchimia che solo in questa città ogni estate si rinnova. Dall’1agosto al 29 settembre Bolzano torna, come ogni estate, una capitaledella musica: il centro storico medioevale e barocco, le saleda concerto antiche e moderne, le residenze storiche, i parchiarcheologici, i musei divengono il «golfo mistico» della musicaclassica in ogni sua declinazione. L’eccellenza di interpreti già acclamatiunita alla vitalità delle nuove generazioni di strumentisti«dànno la tonalità» al Bolzano Festival Bozen che, sotto l’egidadel Comune di Bolzano, riunisce le eccellenze nelle sue diversesezioni e coinvolge l’intera città.Le orchestre: musica e gioventùUna vera «affinità elettiva» lega Bolzano alle grandi orchestregiovanili: non solo esecuzioni dal programma di tournée ma anteprimemondiali al pubblico bolzanino del repertorio che verràeseguito ai Salzburger Festspiele, al Festival di Edimburgo e aiProms di Londra. Quest’anno la Gustav Mahler Jugendorchesterdiretta da Daniele Gatti si presenta con il violinista PeterZimmermann in un repertorio fra Wagner e Ravel, mentre la EuropeanUnion Youth Orchestra diretta da Gianandrea Nosedapresenterà al Teatro Comunale in prima assoluta la prima tappadella sua tournèe con Garrick Ohlsson, star del pianismo mondiale,in collaborazione con il Festival Pianistico InternazionaleFerruccio Busoni, a cui il pianista americano è strettamente legato:la vittoria nel 1966, a soli 18 anni, fu per Ohlsson il «la» allasua strepitosa ciarriera concertistica. E come omaggio a Busoniun’autentica rarità completa il programma: il Coro maschile diBressanone affiancherà Ohlsson nel titanico Concerto per pianofortee orchestra di Ferruccio Busoni.<strong>Il</strong> Festival pianistico internazionale BusoniNell’anno delle preselezioni della sua 59 a edizione, il ConcorsoInternazionale Ferruccio Busoni presenta il suo VI Festival riunendoeccellenze come Grigorij Sokolov, i due Premi BusoniMichail Lifits e Louis Lortie e Daniil Trifonov, nuova star pianisticadopo la conquista del primo Premio al Concorso Tchai-HANNO SCELTOSimonaAltichieriKettmeirPresidente FAITrentino-AltoAdigeBrunamariaDal LagoVeneriScrittriceLa mostra L’artista <strong>Il</strong> libro <strong>Il</strong> museo <strong>Il</strong> dopomostraArtemisiaGentileschia Palazzo Realea Milano,baroccae sensuale.A Bolzano, allaGalleria Goethe,la personale diAron Demetz,scultoredi corpi umanisu tronchiconsumatidal fuocoEduardHabicher: nellesue sculturein acciaio siavverte lo sforzoper dominarela materia,ne escono opereche quasigalleggiano,molto spirituali.Marcello Joriper le foresteoniriche, ritrattidi figurestoriche localiscompostein cristalli.Michael Pacherper il realismodelle sue figurereligiosenell’oro in untripudio di rossi,verdi, azzurri eviolettiHo appenafinitolo straordinarioraccontoautobiograficodella famigliavon Ephrussi,ebrei di Odessa,L’ereditàdi avorio e diambra (Edmundde Waal):Parigi, Vienna,Tokio, Odessachiarezzanella storiaspesso velatadi nostalgia neiricordi di tempidiversi,con un’ottimatraduzione.Ho imparatomolto sulcollezionismod’arteAttualmente lamostra dedicataa Willy Valier,Karl Plattner,pittore moltoaltoatesino maPaolo Rumiz,La cotognadi Istanbul.alla GalleriaGoethe,e la mostra diUberto Bonetti,futurista,conprofondolegame conil territorio, alladi fama europea Ballata per treuomini e unadonna (Milano,Feltrinelli,2<strong>01</strong>0):una ballataveramentemitteleuropeaGalleria civica.Due diverselinee di pensieroma in ambedueil coraggiodella ricerca edell’elaborazionedella memoriain una terradi confineDal 20<strong>08</strong>abbiamoa Bolzanoil Museion,dall’architetturaaffascinantee leggera chesi fonde con lacittà medievale,quella barocca,quellaottocentescae quellarazionalista<strong>Il</strong> Museo diScienze naturalicon tutte leimplicazionidi scienza edelaborazionedi pensiero delmoderno, e ilMuseo Civico,dedicato alleopere cheillustranola storia dellacittà e delsuo territorioL'Orchestra Haydn al Parco delle Semiruralikovskij. Alfred Brendel sarà come sempre docente del workshop,quest’anno riservato ad Anna Bulkina, Antonii Baryschevskyie Tatjana Chernichka, primi classificati dell’edizione 2<strong>01</strong>1.Aperto agli uditori, il laboratorio d’eccezione sarà ospitato ancheal Klavierfestival di Ruhr e all’Harpa di Reykjavik. In collaborazionecon il Jazzfestival Alto Adige il pianista Stefano Bollani incontragiovani talenti del pianoforte, con i quali lavorerà a jamsessions creative fra jazz e musica classica. E ancora giovani: ipianisti del Conservatorio di Bolzano festeggiano i 100 anni diJohn Cage il 5 settembre 2<strong>01</strong>2; la vincitrice del Concorso Pianisticodi Montreal Beatrice Rana omaggia Ignaz Friedman a Siusinell’Istituto Musicale a lui dedicato, mentre il pianista islandeseVikingur Olafsson guida alla scoperta di Glenn Gould e dellasua «Idea of North».AntiquaSofisticata per vocazione, la rassegna Antiqua propone per la sua21 a edizione «Dialogus», programma dedicato all’intreccio musicalefra epoche e stili differenti, che celebrerà in particolare i400 anni della nascita di Arcangelo Corelli, il violinista che pubblicòla più famosa raccolta di Sonate per violino Op. 5, pubblicataa Roma nell’anno 1700 e la più ristampata nei due secoli successivi.«The Corelli Connection» sarà il dialogo ideale fra i membridell’Accademia dell’Arcadia: Corelli, Stradella, Händel ecc.,a cui daranno voce Michala Petri, definita dalla critica «la piùdotata flautista dolce di tutti i tempi», con Claudio Astronio al clavicembalo.<strong>Il</strong> tradizionale concerto d’organo sarà impostato suidiversi corpi d’organo, dallaletteratura francese fino a quellaitaliana tra XVII e XIX secolo.<strong>Il</strong> RistoranteBelle Époquedell’HôtelLaurin: raffinatoe alta cucina<strong>Il</strong> Bar dell’HôtelLaurin con lesplendide seratedi musica jazzLa personaLetizia Ragaglia,direttricedi Museion:coraggiosa,informatissima,brillante,meritevole.Josef Zoderer:scrittoree romanziere.Un osservatoreprofondodella societànon solo locale,un criticoobbiettivoe senza illusioniClaus Gattere,scrittore,storico,giornalistache in SchöneWelt Böse Leute(Bel paese,brutta gente),ha descritto lospirito di questanostra città.Anita Pichler,che vienefinalmentetradotta anchein italianoArnaldo Loner,avvocatoe uomodi cultura,che si batteper la giustiziae la bellezzaL’AccademiaGustav MahlerPensati per preparare i giovanistrumentisti al professionismo,i Corsi di Alto Perfezionamentodell’Accademia GustavMahler prevedono lezioni individuali,di interpretazione cameristicae di musica sinfonica.Allo studio si accompagnala prassi esecutiva e l’attivitàconcertistica. Seguendo l’insegnamentodi Claudio Abbado,suo fondatore, l’AccademiaMahler ha fatto dell’impegnosociale uno dei tratti distintividell’attività musicale: concertiin ospedale, nell’ambitodel progetto Donatori di Musica,e nelle carceri.Bfb PlusUna sezione speciale riservataai partner che condividono il binomioMusica & Gioventù.L’Accademia d’Archi di Bolzano,fucina di talentuosi violinistilocali, presenta un programmatutto dedicato a Mozart eHaydn con la guida di GiulianoCarmignola. Musica in Aulispresenta il già celebre violinistabolzanino Markus Placci.L’Associazione Mozart Italia diBolzano festeggia l’ingressonella vita musicale locale conl’esibizione di una famigliastraordinaria: l’OrchestraHaydn di Bolzano e Trento accompagnaal pianoforte il PremioBusoni Lilya Zilberstein ei due figli in concerti mozartianida uno a tre pianoforti.Info:www.bolzanofestivalbozen.it© GREGOR KHUEN-BELASIL’eco di Ignaz Friedmanall’Alpe di SiusiUn gigante del pianismo a Siusi alloSciliar. L’ebreo polacco IgnazFriedman, nato a Cracovia nel1882 e morto nel 1948 a Sydney,pianista bambino prodigio e poi allievodi Ferruccio Busoni, è consideratoancor oggi una delle personalitàpiù importanti della scenamusicale del XX secolo. Negli annicompresi fra la Prima e la Secondaguerra mondiale, la famigliaFriedman trascorreva lunghiperiodi di vacanza in una villa ottocentescaa Siusi. Allo scoppiodella Seconda Guerra Mondiale,Friedman si trovava ancora in Europama riuscì a fuggire con la famigliada Copenhagen, dove risiedevaquando non era a Siusi, graziea una tournée in Australia cheIgnaz Friedmangli fu offerta immediatamente prima dell’avvio dell’occupazione nazistadella Danimarca nell’aprile 1940. Stabilitosi a Sydney, lì appreseanche la notizia della requisizione della sua casa di Siusi quandol’Alto-Adige, dopo l’armistizio dell’8 settembre, entrò a far partedel III Reich nazista. Ignaz Friedman tenne a Sydney il suo ultimoconcerto il 24 luglio 1943, ritirandosi poi a causa di una nevritealla mano sinistra. <strong>Il</strong> prossimo 2 settembre il Festival PianisticoInternazionale Ferruccio Busoni, in collaborazione con il Comune diCastelrotto, celebrerà il ricordo di questo fuoriclasse del pianofortecon un’iniziativa speciale riservata agli Amici della FondazioneConcorso Pianistico Internazionale Ferruccio Busoni: un incontrorecitalcon il musicista ed esperto di storia del pianismo PeterFroundjian, direttore artistico del Festival Pianistico di Husum, nellavilla che fu del pianista. Seguirà, aperto al pubblico e nella saladell’Istituto Musicale «Ignaz Friedman», il concerto di Beatrice Rana,giovane vincitrice del Concorso Pianistico Internazionale di Montréal,che vede in programma opere composte da Friedman alternatea brani di Chopin, Clementi e Skrjabin.28 volte Danza: in luglio,11 giorni di FestivalIn preparazione la XXVIII edizionedi Bolzano Danza (dal 16 al27 luglio). Ancora un volta il capoluogoaltoatesino diventa la«città che danza»: uno sloganche riflette la vivace realtà tersicoreadella città, da quasi untrentennio madrina del FestivalBolzano Danza, attesa vetrinainternazionale di danza contemporaneache si contraddistingueper il binomio tra performancee corsi formativi. Autoridi riferimento per la scena mondiale,compagnie nazionali eprogetti speciali hanno permessoal festival di diventare neglianni un punto di riferimento importantenel panorama festivalieroeuropeo.Negli undici giorni di programmazionesaranno a Bolzano stardella scena mondiale: un nomefra tutti, Carolyn Carlson. Fulcrodi questa edizione, dedicataal rapporto generazionale edenominata «Crossing Generations»,la Carlson è attesa al festivalcon la sua ultima creazioneispirata al «Libro tibetanodella vita e della morte» e alconcetto di sincronicità di CarlGustav Jung. Dallo psicanalistasvizzero la coreografa mutua il titolo della nuova pièce per novedanzatori ospitata in esclusiva nazionale: «Synchronicity». <strong>Il</strong> filorosso generazionale inteso come filiazione artistica, discendenzaparentale, gap culturale, si dispiega anche nell’ospitalità di allievistorici della Carlson, come Michele Abbondanza, e di spettacoliin cui bambini, adolescenti e anziani sono chiamati a parteciparee interagire.Frequentato sia da professionisti e appassionati di ogni stile di danzache dal un pubblico generalista incuriosito dalle proposte, seguitocon attenzione dalla stampa specializzata, Bolzano Danza nonsi identifica solo cono il suo programma di spettacoli ma realizzauna manifestazione corale attenta all’arte, alla città e alle sue attrazionituristiche, al sociale e alla tutela dell’ambiente. Orientatoalla sostenibilità e alla creazione di sistemi antiesclusione, con iniziativemirate al risparmio energetico, alla riduzione di materiali discarto, al consumo di prodotti biologici e a chilometro zero, all’incontrocon le minoranze e l’area del disagio, il Festival porta consé un bagaglio culturale che va oltre l’evento e l’intrattenimento.Ai laboratori per i più piccoli, agli incontri con gli artisti, alle lunghenotti danzanti aperte a tutti, nonché al lounge bar all’apertonella piazza del Teatro il compito quindi di aprire il confronto e lasciarespazio alla socializzazione. <strong>Il</strong> programma ufficiale del Festivalsarà presentato il 24 maggio.Info: Bolzano Danza, www.bolzanodanza.itFOTO LAURENT PHILIPPEFOTO FRÉDÉRIC IOVINO


Vedere a BolzanoUn Museo dalla storia travagliata<strong>Il</strong> Civico di Bolzano, pur in restauro dal 2003, resta un punto d’attrazione<strong>Il</strong> Museo Civico di Bolzano-Stadtmuseum Bozen,in restauro dal 2003 per un ampliamentoche permetta la valorizzazione delle collezionipermanenti, è il principale dell’Alto Adige. Organizzatotradizionalmente in aree tematiche(archeologia, arte altomedioevale, gotica e barocca,cultura popolare tirolese con opere provenientisoprattutto dalla Collezione Karl Wohlgemuth,a cui si affianca la biblioteca specializzatain archeologia e in arte locale), ha avutouna vita travagliata.Fu istituito nel 1905 come sede delle collezionidi documenti e opere d’arte localiraccolte dalla Società del Museo-Museumsverein, fondata nel 1883, conlo scopo di salvaguardare la tradizioneculturale sudtirolese. Ovvio perciò chedurante il Fascismo le sue attività, simbolodella germanità locale, venisserostrettamente controllate e che il Museorischiasse la chiusura. ma certamente ilventennio fascista ne ha straziato lastruttura architettonica, impostata tra1902 e 1904 dall’architetto localeKarl Delug che intervenne radicalmentesul medioevale e preesistentePalazzo Hurlach, rileggendolain stile storicista. L’edificio presentava gli elementi architettonicitipici tirolesi: la torre merlata, l’Erker (equivalentearchitettonico tedesco del Bay-Window = finestra agolfo, da non confondersi con il Bow-Window = finestra adarco: il primo è una sorta di balcone finestrato quadrangolareo poligonale, il secondo una semplice finestra a forma arcuatao semicircolare) e il grande portale. Fra 1934 e 1937subì un intervento di «italianizzazione», che lo mutilò dellaNato sotto la protezionedell’ArciducaGottfried Hofer (Bolzano 1858 - Berlino1932), Ritratto dell’Arciduca Enrico d’Austria,olio su tela in cornice dorata, 1891-1892Così come era uso dei vari reggimentidell’esercito imperial-regiovantare un colonnello onorariomembro della famiglia imperiale,anche le istituzioni culturali o filantropichericercavano un patronoasburgico che stendesse lasua ala protettiva su di loro e sulleloro attività. A facilitare la sceltaera spesso la residenza dei varimembri della casa d’Asburgo-Lorena e così fu per la Società delMuseo di Bolzano che già al momentodella sua fondazione, nel1882, trovò il legame privilegiatocon la famiglia imperiale nellapersona dell’arciduca Heinrichd’Asburgo-Lorena che non solosostenne i suoi progetti, ma contribuì,più in generale, allo sviluppodi Bolzano, dove aveva stabilitola sua residenza. Da generalein pensione, l’arciduca, nato a Milano nel 1828 e morto a Viennanel 1891, visse a Bolzano dal 1872 fino a poco prima della morte, inun palazzo dove, dal 1848, erano vissuti anche i genitori: l’arciducaRanieri (1783–1853), fratello minore dell’imperatore Francesco I eprimo viceré del regno Lombardo-Veneto dal 1818 al 1848, e l’arciduchessaElisabetta (1800-1856), nata principessa di Savoia-Carignano,sorella di Carlo Alberto Re di Sardegna. I re sabaudi creatoridell’Italia unita erano infatti legati a doppio filo alla casa d’Austria ingenerale e a questo ramo in particolare: non solo infatti la sorella diCarlo Alberto sposò l’arciduca Raineri, ma la loro figlia Maria-Adelheidfu moglie del cugino Vittorio Emanuele II e madre del futuro UmbertoI. L’arciduca Enrico si trovò così ad essere nipote, cugino e ziodegli arcinemici italiani della Casa d’Austria, contro i quali combattétutte le guerre d’Indipendenza. Enrico preferì nozze non dinastiche e,contro la volontà di Francesco Giuseppe, quarantenne, sposò morganaticamenteproprio a Bolzano il 4 febbraio 1868 la venticinquennecantante lirica Leopoldine Hofmann (1842–1891) che solo nel 1878fu creata dall’imperatore baronessa von Waideck: dal matrimonio nacqueun’unica figlia, Maria Raineria Contessa von Waideck (1872-1936) che andò in sposa a Enrico Lucchesi-Palli principe di Campofranco.Enrico e Leopoldine morirono a Vienna nel 1891, l’uno a ungiorno di ditsanza dall’altra, il 29 e il 30 novembre. I due arciduchi«bolzanini» preferirono la sepoltura nella città amata dove avevanovissuto gli anni sereni della maturità a quella tradizionale nella Kapuzinergruftdi Vienna, la Cripta dei Cappucini resa celebre dal romanzodi Joseph Roth che celebra la Finis Austriae, e con le loro consortisono sepolti nella cripta sotto il coro del Duomo di Bolzano.Enrico si adoperò costantemente per la Società del Museo-Museumsverein,da cui nacque il Museo Civico di Bolzano, che sostenne donandoopere e finanziandola personalmente.Nel museo si conserva, oggi esposto in uno dei nuovi percorsi espositivi,il «Drago» dedicato alla storia dell’istituzione e della culturadel capoluogo altoatesino, il suo ritratto che fu forse diretta commissionepostuma della Società al pittore bolzanino Gottfried Hofer, artistatenuto in gran conto dalla buona società cittadina e a cui si deveanche la successiva decorazione della Sala del Consiglio nel Palazzodel Comune, realizzata nel 1907.Hans Klocker (doc. 1482-1500), «Cristo sull’asina», 1498 circa, legno intagliatoe dipinto, Provenienza: Caldaro, Chiesa parrocchialetorre merlata, ricostruita tra 1993 e 1994, e dellacaratteristica cupola «a cipolla».Comunque, pur faticosamente, sopravisse,tanto che in una visita negli anni CinquantaPier Paolo Pasolini ne rimase affascinato.Benché oggi aperto solo inparte per ospitare periodicamente alpiano rialzato mostre temporanee e a temae una selezione delle opere tuttoraconservate in deposito, il Museo resta unpunto di attrazione culturale: di pochemesi fa sono le due iniziative Un salotto per lacittà e L’Oggetto del Mese. <strong>Il</strong> primo è un’ideadell’assessore Patrizia Trincanato: un luogo specialeper leggere, approfondire, rilassarsi, perchéla malattia sociale dello stress colpisce anche gliabitanti di una città dall’apparenza idilliaca comeBolzano, fra libri, riviste, pubblicazioni fra cui laserie I Luoghi della Memoria, volumi riguardantila storia di Bolzano. <strong>Il</strong> secondo è invecela presentazione mensile di pezzitratti dalle varie sezioni della collezionecivica, dettagliatamente presentataal pubblico nei suoi aspetti epeculiarità storico-artistici: a febbraio la pietramiliare dell’imperatore Claudio; a marzo, all’info-pointdell’Archivio storico, il documento commerciale del 1569;ad aprile la documentazione sull’arresto, nel 1942, della famigliaebrea di Olimpia Carpi (1940-1944); a maggio sono invecetre tavole, la 1, la 2 e la 15, dalla collezione di disegnidi Albert Stolz, «I miei dolori e affanni negli Standschützena Tombio sotto il capitano Krahovetz» (1918).<strong>Il</strong> miliarium di Rablà, un cippodi settanta centimetriLa pietra miliare dell’Imperatore Claudioè uno dei principali monumenti risalenti alperiodo romano presenti in Alto Adige. L’iscrizione,in latino, riporta che Claudio,imperatore dal 41 al 54 d.C., nel 46 fecerafforzare e riparare la via Claudia Augusta,prima strada che congiungeva il fiumePo al Danubio e voluta già dal padredell’imperatore, Druso.La dimenzione del cippo è imponente: circa70 cm di diametro, che indica come nonsia stato sottoposto a successive erosioniper l’avvicendarsi degli imperatori. <strong>Il</strong> materialescelto, un prezioso marmo bianco Miliarium Rablàcristallino probabilmente proveniente dallaVal Venosta, e la solennità del testo che celebra anche il padre Druso,morto prematuramente, esaltano l’importanza di questo miliariumquale emblema della grande rete viaria creata dalla dinastia Giulio-Claudia. Rinvenuto a Rablà, in bassa Val Venosta nel 1552, è stato aBolzano (dal 1570), a Castel Mareccio, per essere poi spostato nelparco di Palazzo Toggenburg nel 1868. Nel 1933, in piena «italianizzazione»fascista dell’Alto Adige, il conte Friedrich Toggenburg donòil cippo al Museo Civico di Bolzano, dove avrebbe dovuto fungereda simbolo storico della «romanità» altoatesina.I dolori di Albert Stolze i soprusi del capitanoA. Stolz, «I miei dolori e affanni»,Tavola 15A maggio sono tre tavole, la 1, la 2 e la 15,dalla collezione di disegni di Albert Stolz,«I miei dolori e affanni negli Standschützena Tombio sotto il capitano Krahovetz»(1918), 39 fra acquarelli, carboncini, gessetti,tutte a tema umoristico e militare,disegnate su carta da pacco marrone,ognuna delle dimensioni 44,5x63 cm.Dal 2003, il Museo Civico possiede, acquistatedagli eredi dell’autore, 34 tavole,mentre le 5 mancanti, raffigurate nel volumedi Karl-Theodor Höniger «SüdtirolerVolksleben», fanno parte di una collezioneprivata.Albert Stolz (Bolzano, 1875-1947), esponentedella nota famiglia bolzanina di pittori,prese parte alla Prima Guerra mondiale, assegnato, da fine maggio1915, sul fronte del Lago di Garda a Forte Tombio come addettoai lavori di mimetizzazione e trinceramento, insieme al fratello Rudolfe ad Albin Egger-Lienz. La serie di immagini ci mostra Stolz nel suoruolo di gaio narratore popolare, che può sorridere compiaciuto anchedella propria piccola statura, che rivaleggiava verso il basso conquella del comandante supremo delle truppe nemiche, il re d’ItaliaVittorio Emanuele III. Le tavole sono tutte numerate e sul retro dellaprima è visibile la scritta: «I miei dolori e affanni negli Standschützena Tombio sotto il capitano Krahovetz». La 15, qui riprodotta, recita:«Qui sono stato introdotto a sua Eccellenza, che dopo avere presoinformazioni su di me, mi ha detto “Bravo Stolz!” schiacciandomiil capello sul naso».Come i Musicantidi BremaDall’Asina al Cammello, i sei nuovipercorsi dell’attuale allestimentoSi è ispirato alla fiaba animalier deiFratelli Grimm «I Musicanti di Brema»il direttore Stephan Demetzper le sezioni in cui viene propostaal pubblico una selezione delleopere appartenenti al Museo Civico:a novembre 2<strong>01</strong>1 si è infatti giuntia un’apertura, forzatamente limitatae provvisoria ma che comunqueesprime al pubblico le sue potenzialità.E la stessa presentazione delle operevuole sottolineare questo aspetto ancoraindeterminato, nell’allestimento volutamenteprecario, nel corredo difogli volanti per gli apparati di informazionee nella modalità di comunicazione,mentre il rigore scientificoè riservato alla qualità dellescelte per l’esposizione transitoria.Tra stucchi, affreschi staccati, statuee altari lignei, dipinti ad olio,oreficerie, stufe e formelle da stufa,costumi popolari e opere grafiche,in tutto circa dueceno opererealizzate tra l’VIII e il XXsecolo, sono organizzati sei nuovipercorsi, ciascuno identificatoda un animale simbolico dei contenuti.Si parte con l’Asina dellascultura di «Cristo sull’Asina cheentra in Gerusalemme», opera del1498 di Hans Klocker (doc. 1482-1500) in legno intagliato e dipintoproveniente dalla Chiesa par-rocchiale di Caldaro, che dà titoloalla sezione dedicata alleopere dal Medioevo al Cinquecento,in cui spiccano gli altaria predella (retablo), produzionetipica dell’arte tardogoticadi questa zona fra Austria eBaviera. L’Oca, chiamata invecea figurare l’età barocca dalSei al Settecento, è presente nel«San Martino Vescovo», olio su6Stufa a formelle in maiolica dipinta, ambitobolzanino, 1750-1775 circa. Importantestufa con dipinti blu di grande qualità,raffiguranti scene del Nuovo Testamento.La formella con motivo a graticcio di rose(1730-1750), situata sul retro nella partedestra, proviene da un’altra stufa.Qui sopra, particolare del «San MartinoVescovo di Tours» di Francesco Unterperger(Cavalese, 1706-1776). A sinistra, particolaredella cintura alta del tradizionale abitomaschile (pelle con rachidi di penna dipavone, fibbia in metallo giallo), prima metàXIX sec.tela degli anni 1750-1760 di Franz Unterperger (Cavalese, 1706-1776) pittore di qualità non mediocre stilisticamente influenzatodalla pittura veneta del Settecento da cui deriva il ricercato usodel colore. L’oca è volatile spesso affiancato al santo Vescovo diTours perché legata alla leggenda della sua elezione e alla datadell’11 novembre, che sovrappone le feste del santo e d’inizioinverno del mondo agricolo medioevale in cui era uso ucciderele oche e portarle come decima ai feudatari e scadevano per tradizionei contratti agrari. Per le opere provenienti dalla FondazioneSocin, nata nel 2<strong>01</strong>0 dalla volontà di Maria Pia Socin(1923-2009), sorella e cognata rispettivamente della pittrice TulliaSocin (Bolzano, 1907-1995) e dello scultore, grafico e ceramistaEnrico Carmassi (nato a La Spezia nel 1897 e scomparsoa Torino nel 1975) è stato scelto il Levriero, gesso dipinto del1953 della coppia di artisti Carmassi-Socin perché le sculture natedalla loro collaborazione esprimono la sintesi artistica dei lorodiversi linguaggi: ideati e modellati dallo scultore e poi trattatiper cromatismi e patine dalla pittrice. <strong>Il</strong> Drago è chiamato asimboleggiare il battagliero percorso della cultura sudtirolese negliultimi 130 anni mentre il Camoscio evoca il patrimonio etnoantropologicodella regione. <strong>Il</strong> Cammello, infine, è chiamatoa rappresentare la spettacolarità delle stufe in maiolica dipintadella seconda metà del Settecento.Enrico Carmassi e Tullia Socin, «Levriero», gesso dipinto,1953; Pittore bolzanino dell’inizio del XVI secolo,«San Giorgio e il Drago», tavola di un altare a portelle,tempera su legno, 1510 circa;


Chi e dove a Bolzano8Le sedi istituzionali Le gallerie private Gallerie e musei in provincia F3 Museo Civico Via Cassa di Risparmio 14, tel. 0471 997960www.comune.bolzano.it F3 Galleria Civica piazza Domenicani18, tel. 0471 997855 www.comune.bolzano.it F2 PiccolaGalleria via Dr. Streiter 25 (passaggio Antico Municipio), tel 0471997588 www.comune.bolzano.it F2 Museo di Scienze Naturalidell’Alto Adige via Bottai 1, tel. 0471 412969 www.museonatura.it F3 Museo Archeologico dell’Alto Adige via Museo43, tel. 0471 <strong>320</strong>100 www.iceman.it F3 Museo PalazzoMercantile via Portici 39, tel. 0471 945702 www.camcom.bz.it F3 Centro Trevi Bolzano via Cappuccini 28, tel. 0471 300980www.provincia.bz.it/centrotrevi E3 Museion via Dante 6, tel.0471 223411 www.museion.it G1 Castel Roncolo via S. Antonio15, Sentiero Imp. Francesco Giuseppe; tel. 0471 3298<strong>08</strong> www.roncolo.info A4 Messner Mountain Museum Firmian viaCastel Firmiano 53, tel. 0471 655844 www.messner-mountain-museum.it F3 Antonella Cattani Contemporary Art via Rosengarten 1a,tel 0471 981884 www.accart.it F3 Galleria Goethe via della Mostra1, tel 0471 975461 www.galleriagoethe.it F3 Galleria Goethe2via dei Cappuccini 26, tel 0471 323938 www.goethe2.191.it F3 AR/GE KUNST Galerie Museum via Museo 29, tel 04719716<strong>01</strong> www.argekunst.it F2 Galleria foto forum Galerie piazzettaMaria Delago 6, tel 0471 982159 www.foto-forum.it F2 GalleriaPrisma Galerie via Weggenstein 12, tel 0471 977<strong>01</strong>6www.kuenstlerbund.org Museo provinciale del vino Caldaro vicolo dell’oro 1, tel. 0471963168 www.museo-del-vino.it Museo dell’uomo nel tempoCortaccia Ansitz am Orth, via Botengasse 2, tel. 0471 880267www.museumzeitreisemensch.it Museo Civico Merano Aquilarossa, via delle Corse 42, tel 0473 270038 www.comune.merano.it Museo della Donna Evelyn Ortner Merano via Mainardo 2,tel. 0473 239553 www.museia.it Kunst Merano Arte MeranoEdificio Cassa di Risparmio, via Portici 163; tel 0473 212643www.kunstmeranoarte.org Touriseum Museo Provinciale delTurismo e Giardini Castel Trauttmansdorff Merano via sanValentino 51a, tel. 0473 235730 www.touriseum.it Museo storico-culturaleprovinciale di Castel Tirolo Tirolo, via del Castello24, tel. 0473 220221 www.schlosstirol.it Museo dell’Abbaziabenedettina di Montemaria Malles Venosta Slinigio 1 tel0473 835654 www.marienberg.it Museum Mansio SebatumSan Lorenzo di Sebato via J. Renzler 9, tel. 0474 474092 www.mansio-sebatum.it Museo Diocesano Hofburg Bressanone PiazzaPalazzo Vescovile 2, tel 0472 830505 www.diozesanmuseum.bz.it Galleria Civica Bressanone Portici Maggiori 5, tel 0472 062140www.bressanone.it Museo Civico Brunico via Bruder Willram 1;tel. 0474 553292 www.stadtmuseum-bruneck.it Museo Passiria– Andreas Hofer San Leonardo in Passiria Maso Sand, viaPassiria 72; tel 0473 659<strong>08</strong>6 www.museum.passaier.it Museoprovinciale delle Miniere Ridanna Predoi Cadipietra, GranaioCadipietra, Cadipietra 99, Valle Aurina, tel 0474 651043www.museominiere.it Museo Mineralogico Tiso; tel. 0472844522 www.mineralienmuseum-teis.it Parco dello Stelvio,Centro visite Aquaprad Prato allo Stelvio, via Croce 4c, tel 0473618212 www.aquaprad.comNessuno sa di arte tutto quello che sanno i lettori diIL GIORNALE DELL’ARTEÈ il mensile d’informazione di riferimento per il mondo dell’arte concepito comeun quotidiano. Seleziona e riferisce con criteri giornalistici i fatti rilevanti dell’arteche avvengono in tutto il mondo.Ogni anno, 11 numeri, oltre 1.000 pagine. Ogni numero comprende:■■■«Vernissage», la fotorivista che ci porta dentro gli avvenimenti«<strong>Il</strong> <strong>Giornale</strong> delle Mostre» la guida commentata delle mostre da vedereogni mese in tutta l’Italia, in tutto il mondoe periodicamente il «Rapporto Annuale» su un tema specialisticoCome abbonarsiVIA INTERNETwww.allemandi.comVIA MAILgda.abb@allemandi.comVIA POSTAVIA FAXvia Mancini 8, 1<strong>01</strong>31 Torino <strong>01</strong>1 8193090VIA TELEFONO<strong>01</strong>1 8199157


11Un crocevia europeo<strong>Il</strong> Museo Civico di Brunico con Antico e Moderno fra Nord e Sud<strong>Il</strong> Museo Civico di Brunico-Stadtmuseum Bruneck ha sede dal1995 nelle scuderie dell’antica Stazione di Posta della città, riportatain vita dal restauro e riconversione ideata dall’architettoWerner Franz. Là dove nei secoli passati carrozze e cavallifacevano parte della vita quotidiana, si svolge oggi l’attivitàculturale sviluppata da un lato sulla Collezione permanente, laraccolta storica di opere tardogotiche di Michael Pacher (1430ca.-1498 ca.), del suo collaboratore Friedrich Pacher (1440 ca.-15<strong>08</strong> ca.) e dei suoi allievi Simon e Veit von Taisten o da Tesido,del Maestro di Uttenheim e del Maestro delle Chiavi di Voltadi Kematen, dall’altro sull’ideazione e presentazione di mostrededicate all’arte contemporanea, allestite su tre piani diversi. Tresono le mostre della primavera-estate 2<strong>01</strong>2 dedicata a MauroReggiani, fra i più importanti rappresentantidell’arte astratta econcreta italiana, dal 7 luglioal 28 ottobre, ilMuseo Civico di Brunicopresenta altredue mostre: «TempiModerni», finoal 20 maggio e,dal 26 maggio al1° luglio «TraNord e Sud».La mostra «TempiModerni» dàespressione allacreatività della parteorientale della ProvinciaAutonoma diBolzano, che negli ultimidecenni ha prodotto un grannumero di artisti ormai attivi e affermatia livello sovranazionale. Per dare visibilità a questo positivosviluppo, il Südtiroler Künstlerbund in collaborazione conl’Associazione Pro Museo di Brunico propone per la prima voltauna mostra antologica come panorama concentrato di questenuove tendenze di creatività e innovative strategie di trasposizione.Tema della mostra, e quindi minimo comune denominatoredelle artiste e degli artisti presenti, è la suddivisionedell’esistenza universale in sistemi temporali e la lorosperimentabilità artistica individuale.<strong>Il</strong> fisico Julian Barbour dice in proposito: «Non é il tempo la misuradegli eventi, ma gli eventi sono la misura del tempo». Ognifase temporale nella storia ha un suo culmine, costituito dal sommarsidegli eventi, per poi avviarsi ad un lento declino. <strong>Il</strong> passaggioda un periodo di tempo a quello successivo può avvenire improvvisamente,prodotto da un unico evento, o lentamente in seguitoad un succedersi di circostanze e l’espressione artistica èil termometro della tensione umana, che negli artisti trova vocee sfogo privilegiati. Gli eventi di attualità del nostro tempo qualila crisi finanziaria, le sollevazioni popolari, i flussi migratori, ladigitalizzazione, la ricerca genetica, il riscaldamento del pianeta,e non ultima una profetizzata fine del mondo, fanno da cornice auna nuova finestra temporale che in futuro sarà codificata retrospettivamente.Questa mostra fa dunque riferimento alla scena artisticacontemporanea e alle sue modalità di contesto e contenitorestorico e temporale: se, e in che forma, reagisce agli eventie soprattutto in che misura i modelli concettuali visionari dell’artesono in grado di intervenire sul fluire del tempo. Questa la«BZ Active»: visite e giteper turisti (e cittadini) attiviPer il 2<strong>01</strong>2 l’Azienda di Soggiorno e Turismo con il sostegno della Cassadi Risparmio di Bolzano propone un rinnovato programma di visiteguidate, escursioni e gite culturali, quest’anno per tutti i giorni dellasettimana. Numerose sono le novità che concorrono a rendere il capoluogodell’Alto Adige sempre più interessante sia per i cittadini sia pergli ospiti: quest’anno il programma di visite guidate della città si arricchiscedi appuntamenti nella «Bolzano sotterranea» e all’interno dellemura di antichi palazzi e di Castel Mareccio, dove si potrà partecipareanche ad una degustazione commentata di vini, di visite guidatespecifiche al Complesso dei Domenicani, di escursioni guidate alla scopertadi chiesette nell’immediata periferia della città e di camminatefloristiche lungo le passeggiate della conca bolzanina. È stato inoltreampliato il Bacchus Urbanus, una sorta di trekking urbano lungo percorsiche attraversano le zone produttive dei due vini autoctoni di Bolzano,il Sankt- Magdalener e il Lagrein, con visita e degustazione commentatapresso una cantina vinicola. Bolzano si conferma inoltre luogodi partenza ideale per una grande varietà di escursioni nel territorioaltoatesino: novità di quest’anno è la proposta di escursioni che abbinanoalla classica passeggiata in montagna la scoperta della tradizioneculinaria locale, con la possibilità di cimentarsi ai fornelli o di gustareun picnic all’aria aperta con le specialità sudtirolesi; è stato inoltrepotenziato il programma delle già testate escursioni botaniche durantele quali viene rivolta una particolare attenzione alle erbe selvatichee officinali per il benessere del corpo e dello spirito; prosegue anchela collaborazione con i Parchi naturali dell’Alto Adige che propongonoescursioni negli angoli più suggestivi della Provincia di Bolzano;le classiche escursioni in montagna con le qualificate guide alpine professionaliche quest’anno propongono anche itinerari particolari per famiglie;sulla scia del successo degli scorsi anni l’Associazione delleGuideTuristiche di Bolzano ha inoltre studiato interessanti gite culturaliin Alto Adige e fuori provincia. Info: Azienda di Soggiorno e Turismo Bolzano,tel. 0471.307043, www.bolzano-bozen.itVedere a Bolzanotematica delle opere presenti in mostra: lavori attuali di Gino Alberti,Artbrothers Kraxentrouga, Oswald Auer, Claudia Barcheri,Julia Bornefeld, Peter Chiusole, Isolde Christandl, Paul SebastianFeichter, Annemarie Ferrari Trenta, Irene Hopfgartner, ThomasJakob, Wil-ma Kammerer, Martin Kargruber, Franz Kehrer, GeorgKrautgasser, Annemarie Laner, Albert Mellauner, Sissa Micheli,Christian Piffrader, Sylvie Riant, Carlo Speranza, Alois Steger,Felix Tschurtschenthaler, Linda Wolfsgruber e Andreas Zingerle.Tra Nord e Sud, invece, presenta dal 26 maggio al 1° luglio unaselezione di opere dei più importanti artisti atesini del XX secolo:Karl Plattner (1919-1986), Hans Ebensperger (1929-1971),Peter Fellin (1929-1999), Paul Flora (1922-2009), Willy Valier(1920-1968) e Markus Vallazza (1936). Autori di assoluta autonomiae individualità espressiva, con le loro opere sono i più idoneia documentare le innovazioni artistiche introdotte nel do-Sopra, Shipwreck Rossville Boatyard di Sissa Micheli, 2<strong>01</strong>0, china su carta millimetrata.A sinistra, il Martirio di Santa Caterina di Friedrich Pacher, olio su tavola, fine XV secolopoguerra nella scena culturale locale. Con le loro visioni dell’arteaperte alle commistioni con altre correnti e culture, questiartisti hanno partecipato in modo determinante al rinnovamentodel panorama culturale atesino e alla sua apertura alletendenze dell’arte contemporanea, collaborando nel contempoa formarne l’identità caratteristica e riconoscibile. <strong>Il</strong> contattocon le naturali aree di riferimento poste a nord e a sud è stato diprimaria importanza in questo processo e ha reso possibile un vivacescambio di idee artistiche e di possibilità d’espressione. Perquesto motivo alle opere degli artisti atesini viene accostata unaselezione di opere di personalità artistiche provenienti dalleconfinanti aree culturali: per il versante settentrionale Max Weiler(1910-20<strong>01</strong>), Lyonel Feininger (1871-1956) e ChristianRohlfs (1849-1938) e per quello meridionale Afro (1912-1976),Gino Severini (1883-1966), Fortunato Depero (1892-1960),Marino Marini (19<strong>01</strong>-1980), Fausto Melotti (19<strong>01</strong>-1986) e altri.Un confronto da cui emergono quei collegamenti trasversalicon posizioni artistiche di portata internazionale e vengonosottolineate le peculiarità espressive di un’area che da secoli sipresenta come crocevia di culture diverse.Info: Museo Civico di Brunico, tel: 0474.553292, info@stadtmuseum-bruneck.it,www.stadtmuseum-bruneck.itTra nord e sud26/05 - <strong>01</strong>/07/2<strong>01</strong>2Museo Civicodi BrunicoVia BruderWillram, 1Brunico (BZ)Orari d’apertura: ma-ve: ore 15.00-18.00 sa-do: ore 10.00-12.00tel: 0474/553292www.stadtmuseum-bruneck.itinfo@stadtmuseum-bruneck.itReggiani: la forma e il coloreLa grande mostra estiva delMuseo Civico di Brunico-Stadt Museum Bruneck, dal7 luglio al 28 ottobre, è dedicataa Mauro Reggiani, trai più importanti rappresentantidell’arte astratta econcreta italiana. Nato nel1897 a Nonantola, in provinciadi Modena, la sua formazionescolastica avviene nell’ambientemodenese e successivamentea Firenze. Nel1924 Reggiani si trasferiscea Milano ed esordisce comepittore figurativo d’ambitonovecentista. Nel 1926 e nel1930 compie due importantiviaggi a Parigi, dove ap-Mauro Reggiani, Composizione geometricaprende la lezione cubista ed entra in contatto con le composizioni diKandinskij e Mondrian, che orienteranno durevolmente la sua ricercapittorica in senso astratto. Solo pochi anni più tardi, nel 1934, Reggianiè tra i firmatari del Primo manifesto dell’Astrattismo italiano,presentando le proprie opere alla Galleria del Milione a Milano e nel1935 aderisce al movimento internazionale Abstraction-Création, impostandola sua ricerca pittorica verso un rigoroso astrattismo geometrico.Dopo la forzata parentesi d’inattività, per il richiamo alle armi,il pittore modenese riprende nel secondo dopoguerra la pitturaastratta in modo sperimentale e partecipa alle mostre del Movimentod’Arte Concreta, del quale è presidente nel 1954-1955, anno dellafusione con il gruppo francese Espace. Gli anni Sessanta e Settantarappresentano un momento di gloria per Reggiani. Numerose mostrein Italia e all’estero lo consacrano a livello internazionale comepadre dell’astrattismo geometrico italiano. Così nel 1960 Reggianipartecipa alla mostra storica dell’astrattismo Construction and Geometryin Painting tenutasi a New York, nel 1965 ottiene il primo premiodella Biennale di Venezia e il primo premio della Quadriennale diRoma, mentre rispettivamente nel 1973 e nel 1977 la Galleria Civicad’Arte Moderna di Torino e il Palazzo dei Diamanti di Ferrara gli dedicanole prime grandi personali. Parallelamente alla sua attività artistica,Mauro Reggiani ricopre anche importanti incarichi come docentealla Scuola Superiore degli Artefici dell’Accademia di Brera ealla stessa Accademia di Brera. Mauro Reggiani muore il 20 maggio1980 a Milano. La mostra Reggiani. Forma e Colore focalizza e ripercorre,con una selezione concisa ma esauriente di opere, soprattuttodi grafica, lo sviluppo dell’artista dai suoi esordi figurativi fino all’approdoall’astrattismo geometrico. Le opere astratte oscillano da unastrattismo geometrico, dove campiture di colore si dispongono sullasuperficie del dipinto con ritmi dinamici, ad opere dove si avvertel’insistenza dell’alternarsi tra positivo e negativo, in un gioco di lineecurve ed elementi cellulari. Con questa pittura Reggiani ha perseguitocoerentemente una visione artistica legata a una ricerca formale,che rifiuta ogni compiacimento decorativo, ma che si concepisce comemezzo per rendere esplicita l’essenza della pittura, incentrata sullaforma e sul colore.La mostra, promossa dall’Associazione Pro Museo di Brunico, rendeomaggio a questo grande protagonista della stagione astratta che fufautore appassionato di nuove aperture dell’arte e di nuovi rapporticon la cultura straniera d’avanguardia. Una mostra che vuole ancheessere occasione d’approfondimento di un tema dell’arte contemporaneaspesso superficialmente percepito come ostico o , in paradossalecontrario, semplicemente decorativo dal grande pubblico.MauroReggianiForma e colore07/07 - 28/10/2<strong>01</strong>2Museo Civico di BrunicoVia Bruder Willram, 1Brunico (BZ)Orari d’apertura:dal 07/07 al 31/<strong>08</strong>/2<strong>01</strong>2 ma-do: ore 10.00-12.00 & 15.00-18.00In agosto aperto tutti i giornidal <strong>01</strong>/09 al 28/10/2<strong>01</strong>2 ma-ve: ore 15.00-18.00sa-do: ore 10.00-12.00tel: 0474/553292www.stadtmuseum-bruneck.it info@stadtmuseum-bruneck.it


13Vedere a Bolzano<strong>Il</strong> grande Alpinista aveva un sogno: 5 museiSono finalmente aperti i castelli del Messner Mountain MuseumReinhold Messner, nato nel 1944 in Alto Adige, ha sempreaperto nuove frontiere, come scalatore, alpinista,esploratore delle regioni polari e dei deserti. Le esperienzevissute nel corso di quattro decenni nelle estremeregioni del mondo sono confluite oggi nella sua ideadi museo della montagna, il Messner Mountain Museum, il suo«15° Ottomila». Con l’apertura nel luglio 2<strong>01</strong>1 della quinta e ultimasede nel Castello di Brunico, Reinhold Messner ha conclusoil suo progetto museale che con le cinque sedi, ognuna dedicataa un tema specifico e ubicata in un particolare contesto di interessestorico e geografico, costituisce un polo culturale tematicounico al mondo e un’importante attrazione turistica per l’AltoAdige. <strong>Il</strong> Messner Mountain Museum è il luogo in cui ReinholdMessner rende visibile e fruibile la propria eredità: le conoscenze,le emozioni, le storie di uomini che insieme hanno dato e dannovalore all’alpinismo e alla vita delle popolazioni che abitanole montagne del mondo. <strong>Il</strong> progetto museale MMM è il raccontodell’incontro fra l’uomo e la montagna e si sviluppa oggi sucinque musei in altrettanti luoghi-simbolo delle Dolomiti. MMMFirmian: tra le antiche mura di Castel Firmian a Bolzano, reseaccessibili da una struttura moderna in vetro e acciaio, batte il cuorecreativo di tutto il sistema museale. <strong>Il</strong> percorso espositivo sisnoda tra le torri, le sale, i cortili e offre al visitatore una visioned’insieme dell’universo montagna. Opere, quadri, cimeli, repertinaturali raccontano lo stretto rapporto che unisce l’uomo alla montagna,l’orogenesi delle catene montuose, il legame tra montagnae religione, la maestosità delle vette più famose del mondo, la storiadell’alpinismo e l’odierno turismo alpino. Nelle sere d’estateFirmian diventa palcoscenico per importanti rappresentazioni musicali,di danza e di teatro. MMM Juval: il castello di Juval a Castelbello,arroccato sulla collina all’imboccatura della Val Senales,accoglie il museo dedicato al mito della montagna. Per moltipopoli in tutto il mondo la montagna è sacra, dall’Olimpo all’Ararat,dal Sinai al Kailash, dal Fujiama in Giappone all’AyersRock in Australia. <strong>Il</strong> museo custodisce una raccolta di dipinti convedute delle grandi montagne sacre, una collezione di antichi cimelitibetani, maschere provenienti dai cinque continenti, la stanzaTantra e gli equipaggiamenti delle spedizioni di Messner.MMM Ortles si trova a Solda a 1900 m di altitudine, alle pendicidell’Ortles, e richiama nella sua struttura architettonica i cre-pacci di un ghiacciaio: è infatti dedicato all’elemento ghiaccioed espone la più vasta collezione di dipinti con vedute dell’Ortles.MMM Dolomites sorge sul Monte Rite (2181 m) nel cuoredelle Dolomiti, a Cibiana di Cadore fra Pieve di Cadore e Cortinad’Ampezzo. Allestito in un forte della Grande Guerra e dedicatoall’elemento roccia, racconta la storia dell’esplorazione edell’alpinismo dolomitico. Nella galleria trovano spazio quadri eopere sulle Dolomiti, dal Romanticismo fino all’arte contemporanea,provenienti dalla collezione Reinhold Messner, in un alternarsidi vedute pittoriche e paesaggi panoramici naturali delle vettecircostanti. MMM Ripa, il quinto museo, dedicato ai popolidelle montagne: il nome del museo, Ripa, significa «uomo dimontagna» in lingua tibetana. È allestito nel Castello di Brunicoin Val Pusteria: museo interattivo e luogo d’incontro e scambioculturale fra la popolazione rurale autoctona e gli ospiti provenientidalle altre regioni montane del mondo comprende operee oggetti d’uso quotidiano delle diverse culture di montagna:sherpa, tibetani, mongoli, hunza… Lo sguardo sui grandi temiche definiscono la vita di questi popoli, come natura, religione,tradizioni, cultura e anche turismo ci permette di osservarne le caratteristichecomuni e le differenti peculiarità. Per la visita a tuttii musei è disponibile il Tour Ticket MMM, biglietto cumulativoche consente un singolo accesso in ognuna delle cinque sedi,Firmian, Juval, Ortles, Ripa, Dolomites ed è valido per un annoa partire dalla data di emissione. Per informazioni: info@messner-mountain-museum.it,www.messner-mountain-museum.itNel castello Firmian il buddhismo e dieci grandi alpinistiMMM Castel Firmian, Torre Nord, internoA sinistra, esterno del MMMDolomites. Qui sopra, ReinholdMessnerMessner Mountain Museum Firmian è stato realizzato sulle rovine diCastel Firmiano a Bolzano e al museo si accede proprio dal portalesituato sul lato sud del maniero. <strong>Il</strong> restauro e il riutilizzo del castelloai fini espostivi e celebrativi sono stati la sfida principale che Messnerha dovuto affrontare in quest’impresa, trovando però nell’architettoWerner Tscholl uno spirito affine per procedere nel risanamentodel maniero e nell’allestimento degli spazi espositivi. A CastelFirmiano la sfida si approfondiva nel tutelare la sostanza storica enell’intervenire in modo tale che lo stato originario del maniero potessee possa essere ripristinato in qualsiasi momento. I nuovi elementiarchitettonici si collocano quindi in secondo piano e costituisconosolo un palcoscenico.Storicamente il maniero è citato per la prima volta con il nome diFormicaria e più tardi Formigar nel 945. Nel 1027 l’imperatore CorradoII affidò il castello al vescovo di Trento e nel XII secolo il manierovenne infeudato a ministeriali che presero nome von Firmian,dai quali discende una famiglia ancora esistente in Austria. Nel 1437venne acquistato dal conte del Tirolo Sigismondo il Danaroso che lotrasformò in una fortezza col nome di Sigmundskrone, cioè la «coronadi Sigismondo». Dopo Sigismondo, tuttavia, il maniero caddesempre più in abbandono. Alla fine del XVIII secolo appartenne aiconti Wolkenstein, dal 1807 al 1870 ai conti di Sarentino, poi finoal 1994 ai conti Toggenburg.Castel Firmiano resta un simbolo politico storico per i sudtirolesi: nel1957 si tenne, sotto la guida di Silvius Magnago, la più grande manifestazionepubblica di protesta nella storia dell’Alto Adige: oltre30.000 sudtirolesi si radunarono nel maniero per dichiarare la propriacontrarietà per il mancato rispetto del Trattato di Parigi e per reclamare,al grido di «Los von Trient», il diritto all’autonomia.Dalla Torre Bianca il sentiero conduce alla Torre Nord, dedicata aifondatori delle varie religioni delle montagne e ai loro discepoli, inprimo luogo al Buddhismo: al centro del piano si trova un mulino dipreghiera tibetano, mentre nelle nicchie delle finestre sono collocate18 statue di Buddha in legno dipinto, realizzate in Tibet nel XVIIIsecolo. Al piano interrato, raggiungibile attraverso il Giardino Zen,vengono ospitati i grandi filosofi delle montagne. Su tre thangka, dipintiper la meditazione che si possono arrotolare, sono raffiguratiGuru Rimpoche, in quello centrale, il più datato e proveniente dalmonastero Sera di Lhasa, Milarepa (1052-1135), a sinistra, monaco,poeta, filosofo, uno dei santi lamaisti più conosciuti in Tibet, checavalca un raggio di sole sulla vetta del Kailash, la montagna sacratibetana, e, a destra, Gesar Ling, guerriero e re tibetano, mentre meditain una caverna. Anche i bronzi, le sculture in legno e gli oggettidi culto appartengono tutti alla tradizione e alla cultura tibetana.<strong>Il</strong> percorso guida poi i visitatori fino al teatro scavato nella roccia,che può ospitare fino a 200 persone e che può essere utilizzato perconferenze, letture, spettacoli teatrali e concerti. Nel cortile del castellosono state sistemate diverse sculture, come l’uomo di pietrarealizzato da Reinhold Messner, ispirato a un Inuksuk, che in linguaInuit significa «simile ad un uomo» e una scultura contemporanea,ispirata alla bandiera del Tirolo, di Eduard Habicher. Segnata da duetigri in ottone una scala invita a raggiungere la Grotta di Laurino dovesono esposte, fra pietre e cristalli, le figure delle saghe sudtirolesi:sei donne di Fanes e una ceramica di Traudi Erckert.Alla storia dell’evoluzione dell’arrampicata, che prende l’avvio proprionelle Alpi con la prima ascensione del Monte Bianco nel 1786da cui il nome universale di «alpinismo», Messner ha riservato il corpocentrale e più alto dell’intero complesso, il Palas, in cui è narratala storia della disciplina tramite dieci personaggi: dal fondatoredell’alpinismo, lo svizzero Horace-Bénédict de Saussure (1740-1799), fino ai tedeschi Georg Winkler (1869-1888), detto «la meteora»per l’importanza e la brevità della sua attività alpinistica nelleDolomiti, Eugen-Guido Lammer (1863-1945) e Lionel Terray(1921-1965), francese, con ritratti, immagini e memorabilia, fra cuila corda spezzata che causò la caduta dello stesso Terray. Dall’ingressodominato da una gigantesca stalattite in bronzo di GiovanniPezzei si passa nella sala con le istallazioni di Stephan Huber ispiratea Saussure e una mappa di Reinhold Messner. Al piano interratosono esposti quadri di Andy Warhol, installazioni di Stephan Hubere rocce vulcaniche provenienti da tutto il mondo: Vesuvio, Etna,Fujiyama, Kilimanjaro, Popocatepetl, Stromboli, a riassumere le tappedella nascita delle montagne. Immagini del Monte Bianco, del LaMeije, del Weißhorn, del Großglockner, del Matterhorn, dal 1886 aoggi, completano al piano rialzato la galleria dedicata a «Le Alpi nellapittura». Gli spazi del cortile superiore e delle due Torri Sud sonoinvece dedicati alle montagne del mondo e ai loro abitanti. Nella TorreSud-Est, con dipinti e opere di artisti come Edward Theodore Compton(1849-1921) o Gottfried Helnwein (1948), vengono illustrati pericolie magia della montagna. Nella Torre Sud-Ovest sono rappresentatii complessi montuosi di diversi continenti e, sulle mura frale due Torri Sud, «la Danza degli Dei», gruppo di sculture in bronzodi divinità e spiriti himalayani. Da qui una scalinata attraversa unafenditura nella roccia e conduce nuovamente alla Torre del Portaledove il percorso didattico e informativo si conclude con la rappresentazionedi reperti di età preistorica ritrovati nella tomba, databilefra il 6000 e il 7000 a.C., scoperta nel marzo 2006 durante i lavoridi realizzazione del MMM Firmian.Info: www.messner-mountain-museum.itJosé Saramago, <strong>Il</strong> Viaggio dell’Elefante, Torino, Einaudi, Supercoralli,2009 e Super ET, 2<strong>01</strong>0FOTO GEORG TAPPEINERNel Lago di Braies: nazisti, illustriprigionieri ebrei, eroi e spie<strong>Il</strong> Lago di Braies visto da sudAlle vicende degli ebrei, con toni recenti e diversi, è legato ancheil Lago di Braies, una delle più sofisticate mete turistiche dell’areabolzanina: all’interno del Parco Naturale Fanes-Sennes-Braies,il lago è celebre per il colore blu intenso delle acque e per l’incantevolescenario naturale in cui è immerso perché circondato su trelati da bellissime cime dolomitiche, fra cui la Croda del Becco. Giànoto nel 1296, il lago cambiò spesso nome: nel 1330 era dettoPraxersee, nel Quattrocento See in Prags, nel 1620 viene chiamatoPragsersee e dal 1885 è noto come Pragser Wildsee, in cui l’appellativodi wild-selvaggio è da attribuirsi al romanticismo ottocentesco,mentre il nome italiano Lago di Braies risale al 1940,all’epoca della italianizzazione forzata del Sud Tirolo in epoca fascista.L’Hotel Pragser Wildsee al Lago di Braies è stato teatro diuno dei più romanzeschi episodi della seconda guerra mondiale inItalia. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, il Sud Tirolo e tuttii territori italiani sotto il dominio austroungarico nel 1917 furonoannessi al Reich nazista. Nell’aprile del 1945 il comandantesupremo delle SS Heinrich Himmler fece prelevare dai vari campidi concentramento tedeschi tutti i prigionieri politici più in vistae li fece concentrare a Villabassa in Val Pusteria, nella speranzadi usarli come moneta di scambio per la propria salvezza in unatrattativa segreta con gli americani. Fra i 137 ostaggi, molti nomiillustri come l’ultimo cancelliere austriaco prima dell’Anschluss,l’annessione nazista dell’Austria nel 1938, Kurt von Schuschniggcon la moglie, la contessa Vera Czernin von Chudenitz, e la figliabambina Sissy, l’ex primo ministro francese Léon Blum con la moglieJeanne-Adèle, la cugina sposata nel 1943 nel campo di concentramentodi Buchenwald, l’ex primo ministro ungherese Miklósvon Kállay, il comandante in capo dell’esercito greco generale AlexandrosPapagos con tutto il suo stato maggiore, il tenente russoVassilij Vassiljevič Molotov, nipote del ministro degli esteri dell’URSSVjačeslav Michajlovič Molotov, il conte Mario Badoglio figliodel maresciallo d’Italia Pietro Badoglio, Nikolaus von Horthyfiglio del reggente del Regno d’Ungheria ammiraglio von Horthy, ilvescovo francese di Clermont-Ferrand Gabriel Piguet, l’anziano excapo di stato maggiore tedesco Franz Halder e la moglie Gertrud,numerosi familiari del colonnello dello Stato Maggiore tedescoconte Claus Schenk von Stauffenberg, autore del celebre fallito attentatodel 20 luglio 1944 contro Adolf Hitler a Berchtesgaden,nonché molti esponenti delle più ricche e famose famiglie ebreeaustriache fra cui gli ultimi Rothschild del ramo viennese. La trattativasegreta ovviamente fallì, considerata l’improponibilità di unsalvacondotto e di una guarentigia per il maggior criminale nazistadopo Hitler. La Wehrmacht, notoriamente ostile alle SS, riuscìa prendere i prigionieri sotto la propria protezione e il 4 maggio1945 una compagnia della Wehrmacht comandata dal capitanoWichard von Alvensleben li condusse all’Hôtel Pragser Wildsee doveebbero a godere dell’ottima accoglienza e ospitalità loro offertadalla proprietaria dell’albergo Emma Heiss-Hellenstainer. L’intensacorrispondenza degli ex ostaggi delle SS con l’albergatricetestimonia l’affetto e la gratitudine che li legò per sempre. Per IsaVermehren de Saventhem (1918-2009), l’aristocratica attrice tedescanata a Lubecca da un’antica famiglia di mercanti e senatorianseatici che fu fra i modelli per Thomas Mann della famigliaBuddenbrook, fervente antinazista e sorella di Eric, l’agente segretoal servizio degli Inglesi che nel 1944 aveva provocato il crollodell’Abwehr, la rete spionistica nazista, i giorni di Braies rimaseroun ricordo indelebile e nella pacifica convivenza degli ex prigionieriprovenienti da nazioni diverse e nemiche vide per la primavolta realizzata un’Europa unita. Divenuta suora, scrisse nelsuo libro «Reise durch den letzten Akt» (Viaggio attraverso l’ultimoatto): «Ci sentivamo tutti abitanti della stessa casa Europa,cittadini di un mondo solo… Le frontiere nazionali non erano piùun ostacolo insormontabile ma soltanto lo steccato e il giardinodel vicino, il cui cancello era spalancato e invitava ad entrare…Un sogno pareva essersi avverato, anche se in forma di microcosmo:un’Europa unita e serena, un mondo gioioso e unico in cuiregna la pace». Per ricordare questi avvenimenti è stato istituitodal 2006, con sede nello storico Hôtel Pragser Wildsee, l’Archiviodi storia contemporanea del lago di Braies-ZeitgeschichtsarchivPragser Wildsee che organizza convegni e dibattiti e pubblica unacollana scientifica, sempre su temi legati alla resistenza al Nazismo.A questa storia avvincente più di un romanzo di spionaggio,nel 2005, con la ricorrenza dei sessant’anni, è stato dedicato unlibro dal giornalista Hans-Günter Richardi «SS-Geiseln in der Alpenfestung.Die Verschleppung prominenter KZHäftlinge vonDeutschland nach Südtirol» (Ostaggi delle SS nella Alpenfestung.La deportazione dalla Germania all’Alto Adige di famosi internatinei lager), Raetia, Bolzano, 2005, e la mostra Ritorno alla vita aCasa Wassermann a Villabassa.


Vedere a Bolzano14© PAWEL ALTHAMER. COURTESY NEUGERRIEMSCHNEIDER, BERLIN & FOKSAL GALLERY FOUNDATION,WARSAW, PHOTO: JENS ZIEHE, BERLINMuseion: è multimaterico e polifunzionale e la sua facciata è animataL’estate del Museo d’Arte moderna fra travertino, fiammiferi, polietilene, video, carta…Un’estate intensa al Museion-Museo d’Arte modernae contemporanea di Bolzano, il museo che è già in séun’opera d’arte architettonica progettata dallo studio diarchitetti KSV-Krüger Schuberth Vandreike di Berlinosu incarico della Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige. Inaugurato nel 20<strong>08</strong>, Museion è espressione dellaFondazione Museion, di cui fanno parte la Provincia di Bolzanoe l’Associazione Museion. A gennaio 2<strong>01</strong>2 sono entrati in attivitài nuovi membri del Comitato artistico: Gabriella Belli,Charles Esche, Adrienne Goehler, Kasper König e HeikeMunder, nominati a dicembre 2<strong>01</strong>1 dal Collegio dei Fondatoridella Fondazione Museion e a proposito dei quali la presidentedella fondazione Marion Piffer Damiani ha dichiarato:«Con la scelta del Comitato artistico abbiamo voluto sottolinearela natura di Museion in qualità di istituzione museale votataal contemporaneo, che guarda oltre i confini. Museion èmolto più di un semplice spazio espositivo: è luogo di ricercasull’arte contemporanea e di raccolta, con una sua importantecollezione. In questo senso, i nuovi membri del Comitato artisticovantano esperienze in ambito museale e internazionale dialto profilo». Ha così confermato la natura polifunzionale e dialetticadi Museion, non semplice contenitore di opere d’arte bensìlaboratorio internazionale di ricerca con una vocazione all’interdisciplinarità:l’arte figurativa si trova accanto generi diversiquali architettura, musica, performance, video o teatro. «Museionpone al centro del suo sviluppo la collezione permanente,che vive in relazione alle mostre temporanee» conferma ladirettrice Letizia Ragaglia che, reduce dalla soddisfazione diaver conseguito a fine marzo il premio Besondere Ausstellungdes Jahres 2<strong>01</strong>1 per la miglior mostra del 2<strong>01</strong>1, assegnato dall’AICA,l’Associazione Internazionale dei Critici d’Arte, SezioneGermania, con la mostra Carl Andre, da lei curata conRoland Mönig, per il 2<strong>01</strong>2 presenta un calendario brillantedi mostre e di scambi internazionali. È in chiusura Trittico57,l’installazione di Francesco Arena, a cura di Frida Cazzarato,che fino al 6 maggio presenta tre lastre di travertino con incisain morse la lettera aperta del 1957 di Italo Calvino all’«Unità»,con le sue dimissioni dal PCI troppo acquiescente alla con-Centro della programmazione espositiva di Museionper la primavera-estate 2<strong>01</strong>2 è la coppia di eventi dedicatia Pawel Althamer, artista polacco già noto inItalia per la sua mostra alla Fondazione Trussardi aMilano nel 2007. Museion ospita la personale Polyethylene,a cura di Letizia Ragaglia, dal 25 maggio al 28agosto, e la performance Common Task, Bolzano (2<strong>01</strong>2), allasua prima assoluta in Italia, a cura di Andrea Viliani dal23 al 25 maggio. Da sempre Althamer indaga le basi dellascultura classica, sconvolgendone i principi, e con la mostraPolyethylene, mix visionario tra film di fantascienza e spettacolobarocco, porta una settantina di sculture di figure umanecompletamente bianche, singole o a gruppi, a popolare glispazi espositivi di Museion. Le figure, frutto di quella che l’autoredefinisce «creazione collettiva», sono nate in occasionedella mostra «Almech» al Deutsche Guggenheim di Berlino.Durante l’esposizione a Berlino l’artista e i suoi collaboratorihanno realizzato i calchi in gesso dei volti di partecipantivolontari al progetto: dipendenti del Deutsche Guggenheim,persone del mondo dell’arte, passanti disponibili e incuriositi.A queste maschere di precisione realistica ma surreale,l’artista e i collaboratori hanno poi assegnato un corpodi «bianca carne sintetica» in polietilene. Dalla sculturaclassica a quella barocca passando per l’arte funeraria medievalefino all’estetica dei fumetti e della science-fiction, le scultureemanano emozione ed evocazione e insieme creano una«scultura sociale». Con questa mostra di Pawel Althamer, Museionprosegue un’indagine sui diversi linguaggi dell’arte plasticacontemporanea e continua una riflessione sulla permea-Stefano Cagol, «Evoke Provoke (the Border)», 2<strong>01</strong>1, Museion 2<strong>01</strong>2cezione reazionaria del comunismo di Stalin, come contraltarestorico e ideologico al monumento a Mussolini che nello stesso1957 veniva eretto a Bolzano e che a tutt’oggi costituisce unaspina nel fianco dell’anima etnoculturale della comunità altoatesina,e fino al 13 maggio la mostra di installazioni del collettivoClaire Fontaine, che prende titolo da «M-A-C-C-H-I-N-A-Z-I-O-N-I»: una sagoma dell’Italia composta da migliaia di teste difiammiferi, materiale «incendiario» a sottolineare la precarietàdel paese, affiancata da video, scritte al neon e «sculture-macchinari»,e propone una riflessione sull’economia come sistemachiuso e irrazionale, intento a mantenersi ad ogni costo inalterato.Focus della stagione estiva sarà la coppia di eventi dedicatia Pawel Althamer: la personale dell’artista polacco Polyethylene,a cura di Letizia Ragaglia, dal 25 maggio al 28 agosto,C’è un invasione di BianchicorpiA Bolzano le bianche sculture umanoidi in polietilene di Pawel AlthamerPawel Althamer, Polyethylene, Matthias, Heidrun, Holger, Andreas, Eleanor, René and Fabio, 2<strong>01</strong>1Pawel Althamer, «Common Task Warsaw» (2009)bilità dello spazio museale. In contemporanea alla mostra aMuseion, si terrà dal 29 maggio al 6 ottobre una personaledi Pawel Althamer alla Sammlung Goetz di Monaco di Baviera,e la performance Common Task sarà il trait-d’unionfra le due esposizioni, a esse complementare: durante i duegiorni che precedono e accompagnano l’inaugurazione dellapersonale a Museion, venticinque performer, tra cui l’artista,provenienti dalla Polonia a bordo di un autobus dorato, visiterannoed esploreranno Museion e Bolzano, aggirandosi frale sculture dell’artista nel museo, nelle vie della città e nellevalli dell’Alto Adige alla scoperta delle tradizioni locali. Laloro attività è solo in parte prestabilita: in gran parte sarà, comeavvenuto nelle precedenti versioni a Brasilia, Bruxelles,Oxford, Varsavia e nel Mali, il risultato contingente dell’incontrocon la comunità locale e lo staff del museo, così dandoa Common Task le caratteristiche di un evento artisticotime-based, articolato nel tempo più che in uno spazio definito.La performance si inserisce all’interno del più ampio progetto«Common Task» avviato da Althamer nel 20<strong>08</strong> e ispiratoda Grzegorz Kowalski, suo docente all’Accademia di BelleArti di Varsavia. Dopo Bolzano, Common Task proseguiràalla volta della Sammlung Goetz di Monaco per CommonTask, Munich (2<strong>01</strong>2).Pawel Althamer, «Polyethylene», a cura di Letizia Ragaglia,dal 25 maggio al 28 agosto 2<strong>01</strong>2; «Common Task, Bolzano(2<strong>01</strong>2)», a cura di Andrea Viliani, dal 23 al 25 maggio 2<strong>01</strong>2.Info: MUSEION Museo d’Arte moderna e contemporanea, viaDante 6, Bolzano, tel. 0471.223411, www.museion.itFOTO OTHMAR SEEHAUSER© PAWEL ALTHAMER, COURTESY NEUGERRIEMSCHNEIDER, BERLIN & FOKSAL GALLERY FOUNDATION, WARSAW,PHOTO: UNKNOWNe la sua performance Common Task, Bolzano (2<strong>01</strong>2), a curadi Andrea Viliani dal 23 al 25 maggio. ContemporaneamenteMuseion ospiterà fino all’11 settembre «La collezione attiva.Opere mediali da Vito Acconci a Simon Starling», una mostrache propone le opere di recente acquisizione della collezioneMuseion, per la maggior parte inedite, il cui legante è l’attivazionedel suono, medium utilizzato da molti artisti, il movimentodelle installazioni performative, l’immagine in movimentonella video-art; e fino al 24 febbraio 2<strong>01</strong>3 «ART=LI-FE=ART. DADA>FLUXUS» dalla collezione di Museion,una presentazione di lavori su carta, principalmente combinazionidi immagine e testo, che ampliano la prospettiva dei librid’artista alla separazione fra arte e vita, oggetto artistico e processoproduttivo, estetica e politica. Altro pezzo forte dell’estatedi Museion sarà la Facciata Mediale che fino a settembreospiterà le proiezioni di un diverso artista per mese: per il mesedi maggio la Facciata Mediale si animerà con il lavoro di StefanoCagol, Evoke Provoke (the Border), del 2<strong>01</strong>1, che verràproiettato sulla facciata di Museion nei giorni 16, 23, 24 e 30maggio dalle ore 22 alle 24.Info: MUSEION Museo d’Arte moderna e contemporanea, viaDante 6, Bolzano, tel. 0471.223411, www.museion.itNel castello «veneziano»le botti che piacquero ai Grimm<strong>Il</strong> Castello di Haderburgsi trova arroccatosu di uno spuntoneroccioso sopra il paesedi Salorno, nellaBassa Atesina. Incertala datazione esattadella costruzionedel castello, eretto sudue pinnacoli rocciosi,che si vanno a distaccaredalla pareteverticale del MonteGaier e fra loro collegatida un ponte levatoio,da alcuni fis-<strong>Il</strong> Castello di Haderburgsata alla prima metà del XIII secolo, da altri anticipata intorno al1150: la prima citazione certa risale comunque al 1222. Costruitodai signori di Salorno da cui il nome di Castel Salorno-Burg Salurn,solo più tardi mutato in Haderburg, passò poi al conte Mainardo IIdi Tirolo-Gorizia (1238-1295), il fondatore del Tirolo come realtàstorico politica mitteleuropea, e nel XIV secolo alla casa d’Asburgo.L’imperatore Federico III nel 1463 infeudò il castello al suo vassallotirolese Hans von Spaur. Per la sua posizione ai confini fra il PrincipatoVescovile di Trento e la Repubblica Veneta, nel 1514 l’imperatoreMassimiliano I rafforzò le fortificazioni a monte del castello,ma il cambiamento dello scenario politico e la solida alleanza fral’Impero e Venezia tolse a Haderburg il suo significato strategico giàdopo la seconda metà del XVI secolo. A quest’epoca risalgono i soggiornia Haderburg di personaggi come Albrecht Dürer o il teologoluterano Melantone, discepolo di Martin Lutero.Nel 1648 fu acquistato con un vastissimo feudo dalla ricchissimafamiglia veneziana Zenobio, patrizi «per soldo» per aver finanziatole guerre della Serenissima per la difesa dell’isola di Candia dai Turchi,che dall’imperatore ottenne su Haderburg il titolo comitale. L’ultimaZenobio sposò un patrizio veneziano Albrizzi, ma con l’estinzionedella famiglia Albrizzi nei Rubin de Cervin, il castello è giuntoall’attuale proprietario, il veneziano barone Ernesto Rubin de CervinAlbrizzi, che ne ha particolare cura e che nel 20<strong>01</strong>-2003 ha restauratofin dove possibile l’edificio, anche grazie all’aiuto economicodella Provincia Autonoma di Bolzano e il sostegno della FondazioneCassa di Risparmio di Bolzano.<strong>Il</strong> castello è visitabile da aprile e ottobre, il venerdì, sabato e domenica,e nelle principali festività, e lo si raggiunge percorrendo il «Sentierodelle Visioni», il cui nome rimanda al racconto di tradizionepopolare inserito dai Fratelli Grimm nella raccolta «Deutschen Sagen»(1816-1818) ambientato a Haderburg: il castello è infatti ilteatro della Saga n. 15 del I Volume, «La vecchia cantina di Salorno»che narra la vicenda di Christoph Patzeber il quale nel 1688trovò nel vecchio castello una cantina sotterranea con 18 botti ancorapiene di ottimo vino.Ci vediamo sui banconidel pesceCobo’s Fischbänke in via Dottor Streiter a Bolzano. Cobo ha viaggiatoper gran parte della sua vita, ha vissuto a Haiti, New York, Berlino.È un artista estroso e geniale, realizza trompe-l’oeil, murales, cartoons,ha presentato un programma televisivo di storia e cultura sudtirolesee inventato il Fischbänke, un wine-bar che si trova dove unavolta si teneva il mercato del pesce. Ora sui banconi di marmo biancoche risalgono al Rinascimento il pesce si trova ancora per degustarloin tante proposte classiche, reinterpretate o stravaganti comeCobo, insieme ai calici di aromatici vini sudtirolesi. Scritte, bozzetti,messaggi vivono in questo locale fuori dal comune nel centro di Bolzano,pieno di colori e di fiori che fa da contraltare ai mercatini natalizicon un’atmosfera Saint-Tropez anni Sessanta. Al Fischbänke, apertoda Pasqua a ottobre, con le bruschette al pesce e il vino si degustanoanche i racconti di Cobo mentre lavora alla sua nuova creazione:un libro d’artista, un cartellone, una cartolina.FOTO MARTIN RUEPP


15Vedere a BolzanoModelli autarchici di stile italico e aerovisteUberto Bonetti fu un poliedrico e fantasioso futurista, in mostra fino al 24 giugnoUberto Bonetti (1909-1992), al quale la Galleria Civicadi Bolzano dedica la mostra «Un futurista a Bolzano»(dal 31 marzo al 24 giugno, realizzata dall’assessoratoalla Cultura e alla Convivenza e dal CentroStudi e Ricerche Espressive di Pistoia), fu un poliedricoe fantasioso esponente del Futurismo.Nato nel 1909 a Viareggio, per il cui celebre Carnevale creò lamaschera di Burlamacco che dell’evento è diventato il simbolo,si proiettò in una dimensione culturale internazionale e fuattivo come pittore, architetto, pubblicista, disegnatore di modae scenografo di cinema e si relazionò, anche con stretti legamid’amicizia, con alucni dei più illustri uomini d’arte e dicultura suoi contemporanei: Filippo Tommaso Marinetti, LuigiPirandello, Curzio Malaparte, Thayaht, Giorgio De Chiricoe Fortunato Depero.Nel 1934 è in Trentino-Alto Adige e a Bolzano dove eseguediversi studi e disegni della città «moderna», che si sta costruendocon la retorica magniloquente dei monumenti tipicidel fascismo a partire dalMonumento alla Vittoria,concluso nel 1928 su progettodi Marcello Piacentini.Bonetti realizza vedutedall’alto, scomposte e ricompostenel dinamismovisivo dell’arte futurista:sono parte di un progettonazionale, mai realizzato,di «Aeroviste d’Italia»che, trasposte in grande formato,erano destinate a decoraresedi istituzionali nellecolonie italiane d’Oltremare.Oltre agli schizzi e aiFuturismo nottambuloPer l’8 giugno l’assessorato alla Cultura e alla Convivenza organizzaLa lunga notte del Futurismo. Fra la Galleria Civica, che ospita la mostrasu Uberto Bonetti, e l’adiacente Chiostro dei Domenicani si svolgeràla manifestazione dedicata alle forme espressive del movimentofuturista. Dalle 18 alle 24 verranno proposte visite guidate alla mostra,conversazioni di approfondimento e spettacoli di musica, danzae declamazioni teatrali sulla base di testi, composizioni musicali e coreografiedi matrice futurista e perfino, in alcuni locali del centro storico,la degustazione di gastronomia futurista. Per presentare in ognisuo aspetto, accanto all’arte esposta, l’ecclettismo di una dell’avanguardiapiù significativa del XX secolo.Info: 0471.977855, servizi.museali@comune.bolzano.it, kulturgueter@gemeinde.bozen.itbozzetti dedicati a Bolzano, sono esposte «aeroviste» di altrecittà italiane, fra cui Bari, Modena e Littoria, e vedute del ForoMussolini a Roma e dell’Eur, create utilizzando il supportodi fotografie aeree che consentono di «volare» direttamentesui luoghi rappresentati.Nel 1936 è ancora una volta in Alto Adige e si ispira ai costumitradizionali tirolesi per la creazione di abiti e accessorida produrre in serie: nel clima dell’autarchia, dovutaalle sanzioni economiche applicate nel 1935-36 dalla Societàdelle Nazioni come ritorsione per la guerra di Eritrea e Abissiniae che limitarono fortemente l’approvvigionamento dimolte materie prime, i disegnatori di moda, e Bonetti tra loro,furono indotti a recuperare materiali tradizionali e disegnaremodelli «autarchici» di «stile italico», per svincolarsidalla moda francese.La mostra presenta un’ampia panoramica di questa dupliceproduzione degli anni Trenta con il particolare pregio chele «aeroviste» di Bolzano, Merano e Trento e di alcuni paesaggilocali, oltre agli studi dei costumi tradizionali, sono per lamaggior parte inediti e testimonianza della visione «altoatesina»del ventennio fascista della cultura sudtirolese.Uberto Bonetti. Un futurista a Bolzano-Ein futuristisches Künstlerin Bozen, Bolzano, Galleria Civica, piazza Domenicani 18,31 marzo - 24 giugno 2<strong>01</strong>2. Info: 0471.977855, servizi.museali@comune.bolzano.it,kulturgueter@gemeinde.bozen.it«Stazione+treno+velocità=Bolzano» diUberto Bonetti: una tecnica mista su cartadel 1934 ca., in collezione privataUno studio per cappellini in feltro e tessutodi Uberto Bonetti: una tecnica mistasu carta nella metà anni Trenta, in collezioneprivata

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