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Scienza e tecnica - Società Italiana per il Progresso delle Scienze

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SCIENZA E TECNICA, NN. 485-486, 2011 11morte: un “uomo di regime”. Un’etichetta chepeserà moltissimo sul nome e sul ricordo di Strampelli,contribuendo enormemente a sbiadire lamemoria dell’impresa scientifica di cui egli fu protagonista,complice anche la trasformazione dapaese agricolo a potenza industriale che caratterizzeràl’Italia dal dopoguerra in avanti.Solo negli anni Novanta <strong>il</strong> nome e <strong>il</strong> significatodell’o<strong>per</strong>a di Strampelli iniziarono a riemergere,grazie all’azione di propaganda scientifica che mosseroa suo favore alcuni agronomi del John InnesCentre di Norwich (Gran Bretagna); questi, studiandola genetica del nanismo e della precocità di maturazionedel grano, si accorsero che un numero spropositatodi varietà coltivate in tutto <strong>il</strong> mondo (lestime variano dal 60 all’80 <strong>per</strong> cento) presentavanocome ascendente, nel proprio albero genealogico,almeno una varietà di grano costituita dal genetistaitaliano. In particolare, è <strong>il</strong> “Mentana”, r<strong>il</strong>asciato daStrampelli nel 1924, che compare nei pedigree <strong>delle</strong>principali varietà di frumento costituite a partire dalsecondo dopoguerra in paesi come Russia, Cina,Argentina, ma anche Canada, Stati Uniti, Australia e<strong>per</strong>sino <strong>il</strong> Messico, <strong>il</strong> paese dal quale la “GreenRevolution” di Norman Borlaug ha mosso i suoiprimi passi <strong>per</strong> poi estendersi in tutto <strong>il</strong> mondo.In particolare, si scoprì che i grani ad alta resa diBorlaug, grazie ai quali l’agronomo americano avevaconseguito fama mondiale e modificato radicalmentel’agricoltura del pianeta, erano tutti discendenti del“Mentana”, oppure di varietà ibride (come <strong>il</strong> “Frontana”e <strong>il</strong> “Kentana”) da esso direttamente ricavate, cheBorlaug aveva ampiamente usato <strong>per</strong> trasferire nellesue “High Yielding Varieties” la resistenza alle rugginie, in modo inizialmente non desiderato, l’insensib<strong>il</strong>itàal foto<strong>per</strong>iodo, grazie alla quale i frumenti delfuturo premio Nobel potevano essere coltivati entroun’ampia fascia di latitudine. Questa caratteristica,che Borlaug ha ammesso di aver individuato nelle suevarietà solo in un secondo tempo, è controllata da unospecifico allele del gene Ppd-D1 la cui origine è proprionel frumento “Akakomugi” impiegato da Strampelli<strong>per</strong> la prima volta nel 1913. Il genetista italiano,dunque, riuscì a comprendere e sfruttare in modomirato le basi ereditarie della precocità, a differenzadi Borlaug <strong>il</strong> quale, invece, agli inizi della sua attivitàs<strong>per</strong>imentale riteneva questa caratteristica diffic<strong>il</strong>e dagestire <strong>per</strong> via <strong>delle</strong> scarse conoscenze che si avevanocirca <strong>il</strong> suo controllo genetico.Strampelli, artefice della piccola ma fondamentalerivoluzione granaria italiana, alla luce di quantoè stato dimostrato negli ultimi quindici anni può dunqueessere considerato come <strong>il</strong> precursore della“Rivoluzione verde”. Ma non finisce qui.Gli agronomi attualmente impegnati nelmoderno breeding del frumento resistente ainuovi ceppi di ruggine (come <strong>il</strong> temib<strong>il</strong>e Ug99,responsab<strong>il</strong>e di enormi danni alla produzione delcereale in molti paesi emergenti di Africa e Asia),fondano le loro s<strong>per</strong>anze sul potenziamento di unallele del gene di resistenza Lr34, dimostratosifondamentale nello svolgere <strong>il</strong> ruolo di “direttored’orchestra” nella risposta della pianta verso <strong>il</strong>temib<strong>il</strong>e parassita. Ebbene, nel 2008 un gruppo diricerca internazionale, composto in prevalenza dascienziati statunitensi ed australiani, ha dimostratoche anche questo allele discende dal “Mentana”di Strampelli (si tratterebbe del gene di resistenzaposseduto dal già menzionato frumento “Rieti”).L’allele funziona impeccab<strong>il</strong>mente da quasi unsecolo e, incredib<strong>il</strong>e ma vero, non sembrano esisterealtri geni in grado di controllare, nello stessomodo di Lr34, la risposta all’attacco dei parassitiche va sotto <strong>il</strong> nome di “resistenza durevole”,una forma di resistenza molto ricercata ed apprezzatadai miglioratori di tutto <strong>il</strong> mondo in quanto,rispetto alla resistenza specifica, non favorisce losv<strong>il</strong>uppo di meccanismi di reazione efficaci daparte dell’agente patogeno.È emozionante sa<strong>per</strong>e che <strong>il</strong> pane che troveremodomani sulla nostra tavola sarà stato fatto con frumentoquasi sicuramente straniero, ma avente ancorain sé qualcosa di “italiano”: non solo i geni del“Mentana”, ma anche la passione e la tenacia di unuomo che ha saputo guardare lontano e prima dimolti altri.SERGIO SALVIBibliografia consigliataN.E. BORLAUG, Sixty-two years of fighting hunger: <strong>per</strong>sonalrecollections, Euphytica, 2007, 157, pp. 287-297.J.A. KOLMER, R.P. SINGH, D.F. GARVIN, L. VICCARS, H.M. WIL-LIAM, J. HUERTA-ESPINO, F.C. OGBONNAYA, H. RAMAN, S.ORFORD, H.S. BARIANA, E.S. LAGUDAH, Analysis of theLr34/Yr18 rust resistance region in wheat germplasm, CropScience, 2008, 48, pp. 1841-1852.R. LORENZETTI, La scienza del grano. Nazareno Strampelli e lagranicoltura italiana dal <strong>per</strong>iodo giolittiano al secondo dopoguerra,Ministero <strong>per</strong> i beni e le attività culturali, 2000, Roma.S. SALVI, O. PORFIRI, Il papà del grano e della prima rivoluzioneverde, Storia in rete, 2010, 60, pp. 54-59.A.J. WORLAND,V. KORZUN, M.W. GANAL, M. RODER, C.N. LAW,Genetic analysis of dwarfing gene Rht8 in wheat. Part II. Thedistribution and adaptive significance of allelic variants at theRht8 locus of wheat as revealed by microsatellite screening,Theoretical and Applied Genetics, 1998, 96, pp. 1110-1120.

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