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Scienza e tecnica - Società Italiana per il Progresso delle Scienze

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SCIENZA E TECNICA, NN. 485-486, 2011 7LE POSIZIONI DEGLI OPERATORI SUL PARAMETRO SPOTSi tratta di tre settori principali: Civ<strong>il</strong>e, Powere Industria, dalle caratteristiche molto diverse traloro. Quello elettrico compra energia sotto formadi gas e la vende dopo averla trasformata in energiaelettrica. In questo settore la crisi economica attualeha prodotto, negli impianti di punta, un notevoledisagio tra quelli che o<strong>per</strong>ano con gas a prezzi takeor pay o prezzi spot. Il prezzo spot attuale consentedi produrre energia elettrica a prezzi competitivicon le altre forme di energia, da idrocarburi liquidio da carbone. Oggi <strong>il</strong> prezzo di breakeven dell’energiaelettrica da gas naturale a prezzo spot, sipone al di sotto del prezzo di mercato della stessa,consentendo alle aziende produttrici di realizzaremargini che consentano di ripagare gli investimenticon redditività accettab<strong>il</strong>i.Se tutti gli o<strong>per</strong>atori potessero disporre di gasnaturale solo a prezzi take or pay, non vi sarebberoproblemi, in quanto vincerebbero, sul mercato,le società con maggiore efficienza. Se invece alcuniavessero gas a prezzo take or pay e, altri, aquello spot, i primi, oggi, ma domani non si sa,sarebbero messi automaticamente fuori mercato,con le ri<strong>per</strong>cussioni di default sopra accennate.Inserire quindi nella formula matematica unaquota del supply legata al prezzo spot del gas,attualmente inferiore al take or pay, migliorerebbe<strong>il</strong> risultato economico della società elettrica.Meglio comunque sarebbe se <strong>il</strong> compratore potesseavere una quota di supply legata allo spot edun’altra con contratto take or pay. Ma in questocaso i maggiori margini del downstream verrebberosottratti a quelli dell’upstream, che non avrebbepiù la certezza del recu<strong>per</strong>o economico adeguatodegli investimenti. Succede quindi che chi èlegato al supply con formule di take or pay nonriesce a chiudere i cash flow in maniera redditizia,con le redditività che cadono a picco e gravi rischidi default <strong>per</strong> le società di produzione. Per questimotivi, gli o<strong>per</strong>atori del settore elettrico chiedono,con forza, ma <strong>per</strong> ora con scarsi risultati, di poterdisporre anche loro di gas naturale a prezzi spot,<strong>per</strong> competere, ad armi pari, sul mercato.Il secondo settore, quello dell’Industria, è caratterizzatodall’acquisto di energia e dalla vendita diun prodotto finito in cui è incorporato, tra i costi,anche quello dell’energia. Non si trova quindi acompetere con altri venditori di energia, ma dimanufatti in cui <strong>il</strong> prezzo dell’energia ha assuntoormai un ruolo chiave. Le parti più energivore delsettore chiedono <strong>per</strong>tanto che anche <strong>per</strong> loro si possaricorrere alle forniture di gas a prezzi spot. I produttori,con tale richiesta, dimostrano di avere scarseconoscenze <strong>delle</strong> regole che governano <strong>il</strong> mercatodel gas, <strong>per</strong> le problematiche sopra enunciate. Spessoqueste richieste, formulate in modo non appropriato,sono dirette agli o<strong>per</strong>atori upstream o allapolitica, senza nessuna possib<strong>il</strong>ità di essere esaudite.Il prezzo di mercato non può essere fissato <strong>per</strong> legge,come taluni pretendono, ma deve derivare dallanegoziazione tra domanda e offerta del bene.Ogni distorsione di queste regole finisce <strong>per</strong>danneggiare l’economia del paese che vuole applicarle.Non si può escludere che chi sia obbligato <strong>per</strong>legge a vendere a un prezzo inferiore a quello dimercato, finisca <strong>per</strong> non collocare più <strong>il</strong> suo prodottosu tale mercato. Nessuno può imporre a un’aziendadi vendere a un prezzo inferiore al costo di produzione.Alla fine <strong>il</strong> sistema, come si è già visto, vain default, con buona pace di chi vuole imporre taliregole. Naturalmente questo vale <strong>per</strong> tutti i settori enon solo <strong>per</strong> quello industriale.Il terzo settore, quello Civ<strong>il</strong>e, compra gas naturalee lo rivende tal quale agli utenti finali, che rappresentanouna quota molto consistente del mercato.Il prezzo è amministrato dall’AEEG, che fissa leregole con cui si trasferisce <strong>il</strong> prezzo agli utenti finali,fissando un cap price tramite un indice energetico.Trattandosi di utenti singoli, la voce in capitolo èmolto meno forte e quindi vi sono scarse possib<strong>il</strong>itàche la richiesta del prezzo spot possa essere esaudita.Si può concludere l’analisi, quindi, affermandoche bisogna separare le aspettative dei singoli o<strong>per</strong>atoridalla realtà che domina <strong>il</strong> mercato, tenendo benpresente che la legge fondamentale dell’economiastab<strong>il</strong>isce che è <strong>il</strong> mercato a dettare la legge sui prezzie non le pie <strong>il</strong>lusioni. Le uniche aspettative chepotranno essere alimentate, ma non nel breve termine,e che possono portare un po’ di ossigeno a Industriae Power, sono riposte nello sv<strong>il</strong>uppo dell’energianucleare, che dovrebbe avere costi del tutto competitivicon quelli dell’energia elettrica prodotta dallefonti foss<strong>il</strong>i. L’Agenzia <strong>per</strong> la Sicurezza Nucleare,creata da poco dal Governo Italiano, dovrebbe aprirela strada a questa forma di energia, posseduta, tral’altro, da tutti i nostri paesi confinanti.I RISCHI FINANZIARI DI INSERIRE IL PREZZOSPOT NELLE FORMULE TAKE OR PAYIl mercato è sempre neutro rispetto a tale propostain quanto <strong>il</strong> differenziale di prezzo, sia inbackwardation che in contango, va a gravare sullespalle dell’utente finale. Attualmente , con un mer-

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