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Bollettino (43/07 1-8) - Dipartimento di Biologia - Università degli ...

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MUSEOLOGIA


Boll. Malacol., <strong>43</strong> (1-8): 111-118 (20<strong>07</strong>)Recupero delle collezioni storiche <strong>di</strong> molluschiappartenenti al Museo <strong>di</strong> Zoologia dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> PadovaPaola Nicolosi* (), Marta Meneghini*, Carlotta Betto*,Paola Cisotto # , Sandra Casellato # & Margherita Turchetto #* Museo <strong>di</strong> Zoologia,Via Jappelli 1/a, 35121Padova, Italy,paola.nicolosi@unipd.it,() Correspon<strong>di</strong>ngAuthor# <strong>Dipartimento</strong><strong>di</strong> <strong>Biologia</strong>, <strong>Università</strong><strong>di</strong> Padova, Padova, ItalyRiassuntoIl Museo <strong>di</strong> Zoologia dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> Padova, nato dalle ricche collezioni naturalistiche ed archeologiche<strong>di</strong> Antonio Vallisneri (1661-1730), conserva reperti <strong>di</strong> ogni gruppo zoologico <strong>di</strong> grande interesse storico escientifico. Per quanto riguarda i molluschi marini, gran parte della collezione è andata purtroppo perduta:rimane un <strong>di</strong>screto numero <strong>di</strong> esemplari, conservati in liquido, provenienti prevalentemente dallo Stretto <strong>di</strong>Messina e un piccolo numero <strong>di</strong> conchiglie <strong>di</strong> varie parti del mondo. Esiste inoltre una collezione ottocentesca<strong>di</strong> Gasteropo<strong>di</strong> e Bivalvi terrestri e d’acqua dolce, conservati a secco, tra<strong>di</strong>zionalmente attribuita adEdoardo De Betta. Presso la sede <strong>di</strong>staccata del Museo, alla Stazione Idrobiologica <strong>di</strong> Chioggia (VE), è inoltreconservata, dal 1968, la storica collezione della fauna adriatica appartenuta all’Istituto Italo-Germanico<strong>di</strong> Rovigno. Il presente lavoro raccoglie i risultati preliminari <strong>di</strong> recenti interventi <strong>di</strong> recupero del materiale,avviati grazie al crescente interesse dell’Ateneo per le sue collezioni museali.AbstractThe Zoological Museum of the Padova University originates from the rich naturalistic and archaeologicalcollections gathered by Antonio Vallisneri (1661-1730), which were donated to the University by his sonAntonio Vallisnei jr. in 1733. Unfortunately only few specimens from this old collection still remain at theMuseum and most of the collections here conserved date back to the 19 th century. The Museum was recentlyrestored and opened to the public after more than 20 years of neglection and this work of recoverywas applied also to the various zoological collections. The restoration of malacological material, which beganthis year, allowed the identification of three main collections: marine mollusca, the terrestrial andfreshwater mollusca, and the Adriatic Fauna.The Marine Mollusca collection which reached the present day is much poorer than that registered in thehistorical catalogues, it currently consists of 57 jars containing liquid preserved specimens sampled mainlyin the Messina Straits in years 1937-1964, and of few shells coming from the world over.The collection of terrestrial and freshwater mollusca is tra<strong>di</strong>tionally attributed to Edoardo De Betta and includesa great number of specimens referred to 42 families of Gastropoda and Bivalvia collected mainlyfrom Europe, but also the world over, in the second half of the 19 th century.The historical collection of Adriatic fauna, originally belonged to the Italic-Germanic Institute of Rovigno(Croatia) and founded in 1891, has been kept since 1968 at the branch of the Museum, in theHydrobiological Station of Chioggia (VE). It is made up of 125 jars, representing 99 species with samplescollected from Northern Adriatic Sea during the years from 1875 to 19<strong>43</strong>.Parole chiaveMuseologia, collezioni storiche, collezione <strong>di</strong> Rovigno, molluschi.IntroduzioneIl Museo <strong>di</strong> Zoologia dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> Padova prendeorigine dalla donazione, nel 1733, da parte <strong>di</strong> AntonioVallisneri jr., delle collezioni naturalistiche e archeologicheradunate tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolodal padre Antonio Vallisneri (1661-1730), or<strong>di</strong>nario<strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina presso l’Ateneo Patavino. Tali collezioni,secondo l’inventario compilato da Vallisneri jr., dovevanocontenere non solo materiale zoologico, parti anatomicheanimali ed umane e fossili, ma anche strumentichirurgici, reperti archeologici, artistici e numismatici(Minelli, 1991). Anche se a tutt’oggi non è semplice riconoscerei pezzi vallisneriani all’interno delle varie collezioni,è tuttavia possibile affermare che essi costituisconoveramente una parte esigua del materiale conservatoal Museo. Fra essi spiccano due pregevoli conchiglie <strong>di</strong>Nautilus (Fig. 1. a e b): una, purtroppo non integra, presentala madreperla incisa con figure femminili, animalie decori vegetali evidenziate secondo una tecnica in usoall’epoca della realizzazione; la seconda, sempre con lostrato madreperlaceo in risalto, è stata montata su pie<strong>di</strong>stallocon decori in ottone (Marcuzzi, 1966; Turchetto& Nicolosi, 2000). La maggior parte del materiale attualmenteconservato al Museo risale, invece, al XIX secolo.È questo il periodo <strong>di</strong> massima espansione ed arricchimentodelle collezioni per opera <strong>di</strong> Stefano AndreaRenier, Tomaso Antonio Catullo e Giovanni Canestrinichiamati rispettivamente nel 1806, 1833 e 1869 comeProfessori <strong>di</strong> Zoologia e Prefetti del GabinettoZoologico (Casellato & Piccoli, 1996; Turchetto, 2003).Parte del materiale risale al secolo scorso con l’acquisizione,sotto la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Umberto d’Ancona, tra il1937 e il 1963, <strong>di</strong> materiale marino proveniente dallaStazione Zoologica <strong>di</strong> Napoli e dall’Istituto Oceanografico<strong>di</strong> Messina (Marcuzzi, 1966). Dopo un periodo <strong>di</strong> 111


Paola Nicolosi, Marta Meneghini, Carlotta Betto, Paola Cisotto, Sandra Casellato & Margherita Turchetto112Fig. 1. Conchiglie <strong>di</strong> Nautilus appartenenti alla collezione storica <strong>di</strong> Antonio Vallisneri; a. Nautilo con supporto in ottone; b. Nautilo inciso con figurefemminee e animali.Fig. 1. Nautilus shells in the historical collection of Antonio Vallisneri; a. Brass mounted shell; b. Shell with engravings of female and animal figures.declino, dal 1979 al 2000 le collezioni, solo parzialmenteinventariate, sono rimaste immagazzinate e conservatein con<strong>di</strong>zioni non adeguate per la loro completa salvaguar<strong>di</strong>a.Il recupero dei reperti malacologici, iniziato in quest’ultimoanno, ha permesso <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare tre <strong>di</strong>stinte collezioni:i molluschi marini e la collezione <strong>di</strong> conchigliefluviali e terrestri “De Betta”, situate nella sede museale<strong>di</strong> Padova, e la collezione dell’ex-Istituto Italo-Germanico<strong>di</strong> Rovigno, attualmente conservata in Chioggia.La collezione dei molluschi marini <strong>di</strong> Padova comprendereperti <strong>di</strong> provenienza e datazione eterogenee, e consta<strong>di</strong> campioni conservati sia in liquido che a secco. Iprimi provengono in parte dalla Stazione Zoologica <strong>di</strong>Napoli, dall’Istituto <strong>di</strong> Oceanografia <strong>di</strong> Messina e dacampagne <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o condotte nello Stretto <strong>di</strong> Messina enell’Adriatico. Gli esemplari conservati a secco sonopurtroppo in numero assai esiguo rispetto a quello chedoveva essere nell’Ottocento: il catalogo <strong>di</strong> Catullo, datato1841-1851, riporta infatti 1287 molluschi provenientisoprattutto dall’acquisto della collezione <strong>di</strong> conchigliedel nobile de Baraux e dalle donazioni del console Acerbi.Il Museo possedeva inoltre la serie delle ConchiglieAdriatiche del Renier, non più presente in collezione(Ronconi, 1857), e molti altri esemplari citati da Marcuzzi(1966), scomparsi probabilmente durante l’ultimotrasferimento del Museo avvenuto nel 1979.La collezione <strong>di</strong> molluschi dulciacquicoli e terrestri ètra<strong>di</strong>zionalmente attribuita al nobile Edoardo De Betta(1822-1896), insigne uomo politico e malacologo veronese,autore <strong>di</strong> importanti pubblicazioni tra cui la“Malacologia Veneta” (1870). Tale attribuzione è dataper certa da Marcuzzi et al. (1970) in base al rinvenimento,nella collezione, <strong>di</strong> alcuni appunti attribuiti alde Betta e <strong>di</strong> una lettera <strong>di</strong> Pfeiffer, a lui in<strong>di</strong>rizzata. Minelli& Pasqual (1982) sostengono, invece, che la raccoltasi origini da collezioni minori, acquisite dal de Betta,ma non incorporate nella sua collezione principale che,dagli inizi del ’900, è conservata presso il Museo <strong>di</strong>Storia Naturale <strong>di</strong> Verona. La data e la fonte <strong>di</strong> acquisizionedella collezione da parte dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> Padovanon sono ancora note: <strong>di</strong> certo una buona parte delmateriale era già presente nel 1874, data della compilazioneda parte <strong>di</strong> Canestrini del suo “Catalogo specialedelle conchiglie terrestri e fluviatili” (1872-1882). A questo,purtroppo, non sono seguiti altri cataloghi, infattianche dopo l’ultima revisione della collezione da parte<strong>di</strong> Marcuzzi e collaboratori (1970), gli autori stessi, purdenunciando la “notevole incuria e lo stato <strong>di</strong> abbandononel quale si trovava la collezione” hanno ritenuto “<strong>di</strong>interesse limitato” la compilazione del relativo catalogo.Il Museo possiede dal 1968, in una sede <strong>di</strong>staccata pressola Stazione Idrobiologica del <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Biologia</strong>a Chioggia (VE), la collezione storica della FaunaAdriatica appartenuta all’Istituto Italo-Germanico <strong>di</strong>Rovigno. L’Istituto <strong>di</strong> <strong>Biologia</strong> Marina <strong>di</strong> Rovigno, sortonel 1891 come stazione sperimentale dell’Acquario <strong>di</strong>Berlino, con l’annessione dell’Istria all’Italia aveva raccoltole collezioni, gli strumenti, la biblioteca e il personaledella Stazione Zoologica <strong>di</strong> Trieste e <strong>di</strong> altre fondazioniscientifiche triestine arrivando, a partire dal 1932fino al 19<strong>43</strong>, ad un periodo <strong>di</strong> grande fervore negli stu<strong>di</strong>e nelle raccolte scientifiche. Dopo la Seconda GuerraMon<strong>di</strong>ale, quando l’Istria passò alla Yugoslavia, furonoportati a Venezia il laboratorio, la biblioteca e la collezionezoologica. I vari cambiamenti <strong>di</strong> sede, sia in


Venezia che da Venezia a Chioggia, accompagnati da incuriae abbandono, portarono purtroppo al deterioramentoe alla per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> molti preparati (Marcuzzi, 1972;Casellato, 2003; Turchetto, 2004).I molluschi in collezione provengono prevalentementedall’Alto Adriatico; sono pochi i reperti attualmenteconservati che risalgono alle campagne <strong>di</strong> Graeffe per laStazione Zoologica <strong>di</strong> Trieste (1891-1903), altri sono statiraccolti da Vatova nel periodo 1922-1937, mentre permolti campioni non si hanno notizie del raccoglitore etalvolta del periodo e luogo <strong>di</strong> raccolta.L’intera collezione malacologica dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> Padovaè ancora in fase <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, soprattutto per la necessità<strong>di</strong> far rideterminare da specialisti i molti esemplaridei quali è stato smarrito il cartellino originale o la cuideterminazione risulti dubbia o errata. In questo lavorovengono quin<strong>di</strong> riportati solo i dati preliminari, derivantida una prima revisione <strong>di</strong> tutto il materiale e dall’aggiornamentodella nomenclatura.Materiali e meto<strong>di</strong>Ricognizione e restauro del materialeLo stato <strong>di</strong> abbandono in cui si trovavano le collezioniha richiesto una ricognizione iniziale per pianificare isuccessivi interventi <strong>di</strong> restauro dei preparati. Per quantoriguarda i campioni conservati in liquido si è provvedutoinnanzitutto al rabbocco o alla completa sostituzionedel liquido <strong>di</strong> conservazione (alcol 70% o formalinae acqua <strong>di</strong> mare), rimpiazzando, ove necessario, icontenitori rotti o inadeguati.Per i campioni a secco è stata effettuata una semplicepulitura al fine <strong>di</strong> rimuovere la polvere, utilizzando unpennellino asciutto (“Collezione De Betta”) o lavandocon acqua e spugnette (conchiglie marine). Solo pochiesemplari particolarmente rovinati hanno richiesto untrattamento ulteriore con olio <strong>di</strong> paraffina.Catalogazione dei preparatiI cartellini originali, quando presenti, sono stati conservatie hanno costituito il punto <strong>di</strong> partenza per le successivericerche <strong>di</strong> archivio.Per quanto riguarda la collezione malacologica <strong>di</strong>Chioggia è stata effettuata la catalogazione <strong>di</strong> tutti i preparati,attribuendo un nuovo numero <strong>di</strong> catalogo ed archiviandoogni informazione ricavata dai cartellini storici:nome originale, luogo e data <strong>di</strong> cattura, numerovecchio <strong>di</strong> inventario, nome del determinatore, nomedel raccoglitore, numero <strong>di</strong> esemplari e qualsiasi altracaratteristica riportata.Per quanto riguarda il materiale “De Betta”, il primoapproccio alla revisione della collezione è consistito, inmancanza <strong>di</strong> un catalogo recente, nella siglatura <strong>di</strong> tuttii campioni con un co<strong>di</strong>ce numerico binario che identificasseognuno <strong>di</strong> essi in base alla loro collocazione (numero<strong>di</strong> cassetto e posizione al suo interno), al conteggio<strong>degli</strong> esemplari e all’informatizzazione, me<strong>di</strong>antefoglio elettronico EXCEL, <strong>di</strong> tutte le informazioni contenutenei cartellini originali. Sulla base <strong>di</strong> tale raccoltadei dati è stato possibile ricostruire, almeno in parte,l’impianto della collezione, valutandone la consistenzae la provenienza.Revisione tassonomicaL’aggiornamento tassonomico dei reperti marini muniti<strong>di</strong> cartellino è stato effettuato me<strong>di</strong>ante un controllo deisinonimi e nomenclaturale per mezzo dei database in rete(CLEMAM; ERMS; ITIS; Checklist della Fauna d’Italia).Per gli esemplari sprovvisti <strong>di</strong> cartellino è stato avviatoun lavoro <strong>di</strong> determinazione utilizzando testi iconografici(Eisenberg, 1983; D’Angelo & Gargiullo, 1987; Cossignaniet al., 1992; Cesari, 1994). Tale opera, che per le specie piùproblematiche prevederà in futuro l’intervento <strong>di</strong> specialisti,è stata compiuta fino al livello <strong>di</strong> specie per gli esemplaridella collezione <strong>di</strong> Chioggia e al solo Genere per lamaggior parte dei campioni della collezione Patavina,che è quella in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> conservazione peggiore.Per il materiale proveniente dall’Istituto <strong>di</strong> Rovigno tuttii dati raccolti e gli interventi effettuati sono stati riportatiall’interno <strong>di</strong> un database; il nuovo numero <strong>di</strong>catalogo, il vecchio numero <strong>di</strong> inventario e la denominazione<strong>di</strong> ogni campione sono state successivamenteriportate, unitamente al numero vecchio <strong>di</strong> inventario,alla data e località <strong>di</strong> raccolta, in un cartellino in cartada lucido posto all’interno <strong>di</strong> ogni barattolo e/o su cartelliniesterni.Classis Ordo Genus N° vasiGastropoda Anaspidea 1 1Neogastropoda 1 2Neotaenioglossa 1 1Notaspidea 1 1Nu<strong>di</strong>branchia 1 1Sacoglossa 1 1Thecosomata 2 2Bivalvia Arcoida 1 2Mytiloida 1 2Ostreoida 2 2Veneroida 2 4Cephalopoda Octopoda 4 6Sepiida 1 5Sepiolida 2 2Teuthida 12 15Polyplacophora Neoloricata 1 1Indeterminati 8 9Totale 34 57Tab. 1. Numero dei generi e dei vasi della collezione <strong>di</strong> molluschi mariniin liquido conservati presso la sede del Museo <strong>di</strong> Zoologia <strong>di</strong> Padova.Tab. 1. Number of genera and flasks of wet preserved marine molluscsat the Museo <strong>di</strong> Zoologia <strong>di</strong> Padova.Recupero delle collezioni storiche <strong>di</strong> molluschi appartenenti al Museo <strong>di</strong> Zoologia dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> Padova113


Paola Nicolosi, Marta Meneghini, Carlotta Betto, Paola Cisotto, Sandra Casellato & Margherita TurchettoFig. 2. Cassettiera contenente la collezione <strong>di</strong> molluschi terrestri e d’acqua dolce attribuita ad E. De Betta.Fig. 2. Drawer containing a collection of land and freshwater molluscs attributed to E. De Betta.114Per quanto riguarda la “collezione De Betta” è stata aggiornatala determinazione dei soli esemplari provvisti<strong>di</strong> cartellino, utilizzando le in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> sinonimia riportatenel database della Fauna Europea e, per i pochitaxa <strong>di</strong> provenienza estuarina e marina, quelle in<strong>di</strong>catenel CLEMAM. I campioni sono stati raggruppati per famigliaper facilitare la prossima revisione e ricollocazione<strong>di</strong> tutto il materiale.


Risultati e <strong>di</strong>scussioneI Molluschi marini del Museo <strong>di</strong> Zoologia <strong>di</strong> PadovaCome si può osservare in Tabella 1, la collezione <strong>di</strong>Molluschi conservati in liquido è costituita complessivamenteda 57 vasi contenenti esemplari rappresentativi<strong>di</strong> 34 generi. L’in<strong>di</strong>cazione della località <strong>di</strong> raccolta èriportata solo su 30 preparati, in particolare 20 sono statiraccolti nello Stretto <strong>di</strong> Messina nel 1960, 8 nell’AltoAdriatico (Rovigno, Jesolo e Chioggia) negli anni 1950,1958, 1963 e 1966, 1 esemplare proviene dalla StazioneZoologica <strong>di</strong> Napoli (1955) e 1 dall’Istituto <strong>di</strong> Oceanografia<strong>di</strong> Messina (1953).Gli esemplari a secco attualmente recuperati sono solamente19 (Tab. 2) e, in base alle corrispondenze osservatecon i cataloghi dei Molluschi e delle Conchifere (perquanto riguarda rispettivamente i Gasteropo<strong>di</strong> e iBivalvi), compilati dal Catullo tra il 1840 e il 1851, provengonoprevalentemente dalla “collezione de Baraux”.Nel catalogo sopra citato risulta particolarmente curiosa,ed errata, l’in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> provenienza <strong>di</strong> Tridacna gigas(Linnaeus, 1758) (Tab. II, C - 317), riferita ai Marid’Europa; tale esemplare risulta invece correttamenteN° Nome riportato nel catalogo<strong>di</strong> catalogo se <strong>di</strong>verso da quello citatoriferito all’Oceano In<strong>di</strong>ano nei precedenti cataloghi redattida Nardo (1830) e Nardo e Catullo (1832-33).I Molluschi dulciacquicoli e terrestriLa collezione è costituita da un totale <strong>di</strong> circa 42600esemplari conservati a secco ed è collocata in un mobilea cassettiera ottocentesco <strong>di</strong> uguale fattura <strong>di</strong> quelli checontengono la “collezione de Betta” al Museo <strong>di</strong> Verona(Fig. 2).Come si può osservare in Tabella 3, i campioni, intesicome gli in<strong>di</strong>vidui contenuti in un medesimo contenitore,sono in totale 2039 e, in numero variabile, sono<strong>di</strong>stribuiti in 34 cassetti. La loro or<strong>di</strong>nazione fa intuireuna collocazione tassonomica, derivante probabilmentedalla revisione del Marcuzzi, ma che ha risentito deilunghi perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> abbandono e del trasloco dell’interomateriale museale. Nel 51,5% dei campioni è conservatoil cartellino ottocentesco manoscritto riportante l’identificazione<strong>degli</strong> esemplari e/o altre informazionitra le quali i riferimenti <strong>di</strong> una catalogazione purtropponon giunta a noi, la località e l’ambiente <strong>di</strong> raccolta, piùbrevi appunti. Nel 76,2% dei campioni, contenuti soloProvenienzaTurbo marmoratus Linnaeus, 1758 M - 293 Oceano In<strong>di</strong>anoCypraecassis rufa (Linnaeus, 1758) M - 519 Cassis rufa Oceano In<strong>di</strong>ano - C. BarauxTonna galea (Linnaeus, 1758) M - 547 Dolium galeaMelo melo (Lightfoot, 1786) M - 630 Voluta melo Oceano in<strong>di</strong>ano - C. BarauxOvula ovum (Linnaeus 1758) M - 654 O. oviformis Oceano delle MoluccheCypraea mappa Linnaeus, 1758 M - 668 Oceano in<strong>di</strong>ano - C. BarauxCypraea tigris Linnaeus, 1758 M - 672 Madagascar, stato giovanileCypraea pantherina (Solander, 1786) M - 673 C. tigrina Mar Rosso - dono AcerbiCypraea cinerea Gmelin, 1791 M - 680Erronea caurica (Linnaeus, 1758) M - 691 Cypraea caurica C. BarauxCharonia tritonis (Linnaeus, 1758)Lambis sp.Haliotis sp.Strombus gigas Linnaus, 1758 M - 498 Mari australi - C. BarauxTridacna sp.C - 317 Tridacna gigas Oc. In<strong>di</strong>ano (Cat. Nardo, 1830)C - 318 Tridacna squamosa Oceano In<strong>di</strong>anoMalleus malleus (Linnaeus, 1758) C - 356 Malleus vulgaris Oceano australePinna nobilis (Linnaeus, 1758)Pecten jacobeus (Linnaeus, 1758)Pinna carnea (Gmelin, 1791)C - 340C - 349C - 374C - 375AdriaticoOceano AtlanticoAdriaticoMari d’EuropaRecupero delle collezioni storiche <strong>di</strong> molluschi appartenenti al Museo <strong>di</strong> Zoologia dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> PadovaTab. 2. Molluschi marini conservati a secco presso il Museo <strong>di</strong> Zoologia. È riportata l’in<strong>di</strong>cazione presente nei cataloghi dei Molluschi (M) e delleConchifere (C) <strong>di</strong> Catullo (1840-1851).Tab. 2. Dry preserved marine molluscs at the Museo <strong>di</strong> Zoologia. Numbers and names from the catalogues of “Molluschi” (M) and “Conchifere” (C)by Catullo (1840-1851) are reported.115


CASSETTONUMERO CAMPIONICARTELLINI DELL’’800CARTELLINI DEL 1970PRIVI DI CARTELLINOTOTALEINDICAZIONEPROVENIENZA(a volte multipleper un medesimocampione)ITALIAEUROPA*MONDO**CASSETTONUMERO CAMPIONICARTELLINI DELL’’800CARTELLINI DEL 1970PRIVI DI CARTELLINOTOTALEINDICAZIONEPROVENIENZA(a volte multipleper un medesimocampione)ITALIAEUROPA*MONDO**Paola Nicolosi, Marta Meneghini, Carlotta Betto, Paola Cisotto, Sandra Casellato & Margherita Turchetto1161 70 56 70 0 64 45 18 12 55 31 54 0 37 29 8 03 80 61 57 2 <strong>43</strong> 16 25 24 74 56 65 1 70 38 29 35 87 65 85 0 97 66 31 06 91 79 86 1 69 41 28 <strong>07</strong> 80 45 80 0 63 49 14 08 55 31 46 0 45 41 4 09 66 41 65 1 55 41 14 010 63 23 63 0 50 39 11 111 55 28 53 1 46 34 12 012 54 23 54 0 38 25 13 013 73 34 62 0 59 46 12 114 70 8 70 0 64 61 2 115 69 0 69 0 70 70 0 016 46 3 46 0 <strong>43</strong> 42 1 017 55 6 55 0 48 44 4 0* Non sono inseriti nel conteggio i campioni provenienti dall’Italia. Specimens from Italy not included.** Non sono inseriti nel conteggio i campioni provenienti dall’Europa. Specimens from Europe not included.Tab. 3. Numero <strong>di</strong> campioni e informazioni ad essi relative della collezione <strong>di</strong> molluschi dulciacquicoli e terrestri attribuita a Edoardo de Betta.Tab. 3. Samples of freshwater and land molluscs in the mollusc collection attributed to Edoardo de Betta.nei cassetti 1-29, è presente un secondo cartellino, certamentederivante dalla revisione del Marcuzzi, e riportanteesclusivamente la denominazione generico-specifica<strong>degli</strong> esemplari. Sfortunatamente <strong>di</strong> 84 campioni èstata perduta ogni documentazione. Notizie sulla località<strong>di</strong> raccolta sono riportate in 15<strong>07</strong> campioni (73,9%del totale) e dalle informazioni in essi riportate è statoosservato che provengono per il 5,8% da Paesi extraeuropeicomprendenti Nord e Sud America, Me<strong>di</strong>oOriente, Nord-Africa e Madagascar, In<strong>di</strong>a, Oceania eFilippine, per il 25,3% da paesi Europei, Italia esclusaed infine il 68,8% dall’Italia; se si tiene conto, tuttavia,della geografia <strong>di</strong> metà ottocento, si può osservare cheil 79,6% proviene da quello che era l’Impero Austro-Ungarico.Le date <strong>di</strong> raccolta sono riportate in pochissimi cartellini,79 in tutto, e vanno dal 1825 al 1900: questo datoconfermerebbe, almeno per questo piccolo campione,un’acquisizione da parte del de Betta in anni successivialla raccolta del materiale ed inoltre <strong>di</strong>mostrerebbe che18 78 2 78 0 73 72 1 019 50 18 50 0 <strong>43</strong> 29 14 020 74 29 73 1 <strong>43</strong> 39 3 121 48 6 44 1 33 29 4 022 46 7 46 0 27 24 3 023 48 10 44 0 20 15 4 124 44 10 40 1 37 32 5 025 14 4 14 0 0 0 0 026 26 14 25 1 17 13 4 027 24 18 14 1 13 4 9 028 22 15 21 0 18 15 3 029 26 14 21 4 18 15 3 030 91 66 0 25 51 8 28 1531 96 76 0 20 46 0 2 4<strong>43</strong>2 68 53 0 15 30 4 8 1833 136 128 0 8 73 9 64 034 5 1 4 1 4 3 1 0è avvenuto un arricchimento della collezione postumoalla morte del malacologo veronese.Dal punto <strong>di</strong> vista sistematico, è doveroso notare chesono assenti in<strong>di</strong>cazioni su ranghi tassonomici <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nesuperiore al genere sia nella cartellinatura ottocentesca,che nel catalogo del Canestrini del 1874, come anchenella cartellinatura del 1970, privandoci <strong>di</strong> informazionisull’impianto sistematico storico della collezione.Dato che tali informazioni sono essenziali per facilitareil futuro lavoro <strong>di</strong> revisione sistematica del materiale,tali dati sono stati da noi desunti, analizzando le variesinonimie (database Fauna Europea, CLEMAM): sonopresenti 7 or<strong>di</strong>ni con 40 famiglie <strong>di</strong> Gasteropo<strong>di</strong> e 2 or<strong>di</strong>nicon 2 famiglie <strong>di</strong> Bivalvi (Tab. 4).La determinazione ottocentesca sud<strong>di</strong>videva i campioniin 673 tra specie, sottospecie e varianti, appartenenti a56 generi, mentre la determinazione più recente (che,come già ricordato, non comprende i 391 campioni contenutinei cassetti 30-33) riconosce solamente 240 specie,appartenenti a 92 generi <strong>di</strong>versi; tuttavia 132 campioni


Classis Ordo FamiliaGastropoda Neritopsina (40) Neritidae (54)(1829)Architaenioglossa (77) Cochlostomatidae (24)Aciculidae (3)Viviparidae (50)Neotaenioglossa (58) Melanopsidae (8)Thiaridae (19)Pomatiasidae (11)Assimineidae (1)Bithyniidae (3)Hydrobiidae (10)Pyrgulidae (3)Truncatellidae (3)Littorinoidea (1) Littorinidae (1)Ectobranchia (6) Valvatidae (6)Pulmonata (1627) Ellobiidae (4)Lymnaeidae (68)Physidae (12)Planorbidae (40)Ferussaciidae (5)Subulinidae (5)Clausiliidae (2<strong>07</strong>)Cochlicopidae (19)Enidae (19)Euconulidae (2)Bradybaenidae (60)Helicidae (9<strong>07</strong>)Hygromiidae (160)Sphinterochilidae (1)Vitrinidae (8)Patulidae (9)Chondrinidae (31)Orculidae (3)Pupillidae (4)Pyramidulidae (1)Valloniidae (3)Vertiginidae (7)Succineidae (16)Oleacinidae (4)Zonitidae (32)Cephalaspidea (6) Acteonidae (6)Bivalvia Veneroidea (13) Sphaeriidae (13)(102)Unionoidea (89) Unionidae (89)Tab. 4. Famiglie <strong>di</strong> molluschi, raggruppate per or<strong>di</strong>ne e classe, rappresentatenella collezione “De Betta”. Fra parentesi il numero <strong>di</strong> campioniafferente a ciascuna <strong>di</strong> esse.Tab. 4. Molluscan families, grouped in orders and classes, present in theDe Betta collection (number of samples in brackets).rimangono determinati solo al livello <strong>di</strong> genere. Taledrastica riduzione <strong>di</strong> taxa è certamente da attribuire alfatto che la tassonomia ottocentesca, essenzialmente descrittiva,si basava principalmente sui caratteri del nicchio,attribuendo nomi <strong>di</strong> specie e sottospecie non soloa morfotipi <strong>di</strong>versi della stessa specie, ma anche ad in<strong>di</strong>viduisimili provenienti da regioni <strong>di</strong>verse. Sarà quin<strong>di</strong>assai importante, nel futuro lavoro <strong>di</strong> revisione chedovrà aggiornare gran parte delle determinazioni delmateriale, mantenere la memoria <strong>di</strong> tale nomenclatura.Collezione <strong>di</strong> RovignoIl materiale malacologico giunto ai nostri giorni consta<strong>di</strong> 125 preparati conservati in liquido e due soli esemplaria secco, Pinna nobilis Linnaeus, 1758 e Bolinus brandaris(Linnaeus, 1758). Per la maggior parte gli esemplarisono identificati da cartellini posti all’interno dei vasie solo in pochi casi il cartellino risulta assente (nel 4%dei vasi) o illeggibile (13,6%). Inoltre il 50,4% dei campioniriporta anche un’etichetta esterna al vaso. L’integrazionedei dati tra i due cartellini ha talvolta facilitatoil lavoro <strong>di</strong> catalogazione. Il materiale provienedall’Alto Adriatico, in particolare 54 campioni (<strong>43</strong>,2%del totale) sono stati raccolti a Trieste e <strong>di</strong>ntorni, 42(33,6%) nella zona <strong>di</strong> Rovigno, 14 (11,2%) provengonoda altre località dell’Adriatico e solo in 15 barattoli(12%) non è in<strong>di</strong>cata la zona <strong>di</strong> raccolta. Dal punto <strong>di</strong>vista sistematico sono presenti esemplari appartenenti a5 classi <strong>di</strong> molluschi, sud<strong>di</strong>visi in 22 or<strong>di</strong>ni compren-Classis Ordo Species N° vasiGastropoda Anaspidea 3 4Archaeogastropoda 9 10Cephalaspidea 4 4Neogastropoda 3 2+1*Neotaenioglossa 9 10Notaspidea 6 7Nu<strong>di</strong>branchia 9 11Rhodopemorpha 1 1Sacoglossa 1 1Bivalvia Arcoida 2 2Limoida 3 4Myoida 2 3Mytiloida 3 6Ostreoida 4 4Pterioida 2 1+1*Veneroida 12 15Cephalopoda Octopoda 4 8Sepiida 1 3Sepiolida 4 5Teuthida 2 6Polyplacophora Neoloricata 3 4Scaphopoda Dentaliida 2 2Indeterminati 10 10Totale 99 125Tab. 5. Numero delle specie e dei vasi della collezione <strong>di</strong> molluschi mariniconservati presso l’Istituto <strong>di</strong> Idrobiologia <strong>di</strong> Chioggia.L’asterisco in<strong>di</strong>ca gli esemplari conservati a secco.Tab. 5. Number of species and flasks in the collection of marine molluscsat the Istituto <strong>di</strong> Idrobiologia <strong>di</strong> Chioggia.A star in<strong>di</strong>cates dry preserved material.Recupero delle collezioni storiche <strong>di</strong> molluschi appartenenti al Museo <strong>di</strong> Zoologia dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> Padova117


Paola Nicolosi, Marta Meneghini, Carlotta Betto, Paola Cisotto, Sandra Casellato & Margherita Turchetto118denti 74 generi per un totale <strong>di</strong> 99 specie (Tab. 5). Aquesto proposito si nota una notevole <strong>di</strong>scordanza rispettoalle oltre 300 specie riportate da Marcuzzi (1972)e ciò può essere attribuito sia all’eliminazione, in passato,<strong>di</strong> preparati ritenuti ormai irrecuperabili sia, presumibilmente,al furto <strong>di</strong> molti esemplari della collezione.Nel presente lavoro sono stati rivisti il 35,3% dei generie l’8,1% delle specie, mentre il 5.1% deve ancora esseredeterminato; rimangono ancora da identificare 10 esemplarie tra questi 6 pezzi <strong>di</strong> legno corrosi da molluschiappartenenti all’or<strong>di</strong>ne Myoida. Infine, alcune specie <strong>di</strong><strong>di</strong>fficile determinazione sono in attesa <strong>di</strong> revisione daparte <strong>di</strong> specialisti.RingraziamentiIl recupero della collezione dell’Istituto <strong>di</strong> Rovignopresso la sede <strong>di</strong> Chioggia è stata resa possibile grazieal contributo della Fondazione Pesca e del Comune <strong>di</strong>Chioggia.Gli autori desiderano inoltre ringraziare S. Campagnaroe S. Valenti per il prezioso aiuto nella revisione della“collezione De Betta” e il Prof. M.A. Zordan del <strong>Dipartimento</strong><strong>di</strong> <strong>Biologia</strong> dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Padova,per la revisione della parte in lingua inglese. Lefotografie sono del Sig. Renzo Mazzaro.BibliografiaCasellato S., 1996. Collezioni floro-faunistiche marine dellastazione Idrobiologia <strong>di</strong> Chioggia. In: Gregolin C. 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