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Lavoriamo Insieme n. 4 - Azione Cattolica Bergamo

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Trovare nel mondo di oggile forme culturali per vivereil cristianesimoIntervista al Prof. Vergottinia cura didon FlavioCAMMINIAMO INSIEMEIncontriamo il Prof. Marco Vergot tini,docente alla Facoltà teologicadell’Italia settentrionale e forte dell’esperienzadi appartenenza all’<strong>Azione</strong><strong>Cattolica</strong> Ambro siana. Lo ringraziamodell’attenzione alla nostra Associazionee gli chiediamo di interagire con alcuneprovocazioni che il Vescovo Francescoha lasciato all’ultimo incontro delConsiglio diocesano, che riportiamonelle nostre domande.Professore, vorremmo chiederle direagire alle suggestioni che ilnostro Vescovo ha richiamato alConsiglio diocesano della nostraAssocia zione. “Anzitutto -dicevavorreisottolineare molto questaconsapevolezza che dal Concilio inpoi abbiamo avuto in termini moltoforti, ma che adesso ci appare comela ragione stessa dell’esistenzadella Chiesa: la Chiesa esiste peruna missione…”.Questa sottolineatura della natura missionariadella Chiesa è assolutamentecapitale. La missione non è un'attivitàfacoltativa cui la Chiesa può attendereinsieme ad altre attività e iniziative. Conuna formulazione davvero felice edesigente, Paolo VI ci ha ricordato che«Evangelizzare, infatti, è la grazia e lavocazione propria della Chiesa, la suaidentità più profonda. Essa esiste perevangelizzare» (Evangelii Nuntiandi,14). Una tale sottolineatura deve incrociareallora il discorso sui fedeli laici, lacui figura chiede di essere ripensatanell’ottica della testimonianza pasquale.Nell’ultimo Convegno della Chiesaitaliana a Verona (2006), è stato richiamatodal teologo F. G. Brambilla comesia urgente di prendere congedo daquel procedimento che indugia a interrogarsisul posto che i laici debbonoricoprire nella Chiesa, per concentrarel’attenzione sul modo con cui tutte levocazioni, i ministeri e le forme di vitareligiosa concorrono a edificare laChiesa. a) Anzitutto, si tratta di investirecon forza nella linea di una robustaformazione, che si raccordi ai fondamentidella vita battesimale (la Parola,il sacramento, la comunione), perché èil sacramento del Battesimo che alimentatutte le vocazioni e le missioninella Chiesa. b) In secondo luogo,occorre coltivare la vocazione comunionaledel laico, alla luce del fatto chenell’attuale contesto epocale la Chiesao diverrà la comunità dei molti carismi,servizi e missioni, oppure non esisteràsemplicemente. Oggi più che mai èrichiesto il contributo di tutti i cristiani aprendersi premurosamente cura delministero dell’evangelizzazione e dellavita ecclesiale, con la preoccupazionenon già di difendere lo status quoecclesiastico, bensì di contribuire nellacomplementarità di carismi e vocazionia promuovere la corrente viva dellapastorale d’insieme, attraverso la letturadei segni nuovi della vita dellaChiesa e l’animazione di progetticapaci di abitare i linguaggi della cultura,della socialità, della cittadinanza,soprattutto presso le nuove generazioni.In questa linea, Brambilla ha sollecitatola suggestiva delineazione dellaico come “uomo della sinodalità”,capace di suggerire piste nuove sullequali “camminare insieme”, al di fuoridi rigidi mansionari e conflitti di competenzanell’attendere al ministerodella Chiesa. c) Sulla base di questarinnovata passione ecclesiale, c’è spazioper riconoscere l’urgenza di riattivareil genio del cattolicesimo italiano,che nel passato lontano e recente haconosciuto figure di uomini e donneche hanno saputo farsi carico sì di unaleale collaborazione coi pastori nell’ambitodel vivere ecclesiale, senzarinunciare a un ruolo di protagonistinelle vicende storico-civili, testimoniandonei diversi luoghi della famiglia,della professione, della cultura e dellavita sociale e politica che la speranzacristiana è in grado di propiziare unfecondo contatto con gli spazi dellavita umana.Monsignor Beschi ha sottolineatocome originale della nostraassociazione la dimensione dellalaicità…L’invito del pastore lo coglierei nelladirezione di fare tesoro della lezione diGaudium et spes, laddove la costituzioneconciliare suggerisce una distinzionefra la missione primaria della Chiesa ditestimoniare la fedeltà al vangelo rispettoal compito dei singoli laici di assumersiresponsabilmente in prima personail compito di una traduzione concretadel messaggio cristiano nello spaziopubblico. Nella sua prima enciclicaBenedetto XVI ha chiaramente ricordatoil compito della Chiesa di concorrereal bene pubblico, attraverso un contributoatto a favorire la formazione dellecoscienze e a suscitare la costruzionedi un ordinamento sociale improntatoalla logica della giustizia e della promozionedell’umano; d’altra parte, il papaha tenuto a ribadire come non spettialla Chiesa di prendere nelle sue mani labattaglia politica per realizzare lasocietà più giusta possibile. Entro questidue termini della questione, c’è unmargine ampio per testimoniare il primatodel vangelo di Gesù, che solocostituisce la salvezza dell’umano, eper segnalare come l’agire dei credentidebba puntare a individuare le prioritàdi azione e di bene in riferimento allepossibilità storiche effettive, compatibilicon la realtà esistente. Non si tratta soltantodi stabilire in astratto ciò che ègiusto, ma di indicare che cosa è possibilee necessario qui e ora; così chevalorizzando le risorse della sapienzapolitica e della tensione morale sia consentitopervenire al bene possibile, inmodo da escogitare percorsi praticabilie possibili nel quadro delle dinamichecomplesse del vivere odierno. Una tale2• LAVORIAMO INSIEME

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