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speciale light novel - Alastor

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14spot<strong>light</strong>comic linksLA PIXAR AMILANOLa mostra d’arte più intrigante tra tutte quelle programmate inItalia tra fine 2011 e i primi mesi del nuovo anno è certamentequella in corso a Milano fino al 14 febbraio, negli spazi delPac, il Padiglione di Arte Contemporanea meneghino. E non sitratta della classica esposizione di pittura o scultura, ma di unarivoluzionaria e imperdibile vertigine sensoriale costantementein bilico tra espressioni artistiche tradizionali e suggestionifuturistiche multimediali. Come altro potrebbe essere definita,infatti, la grande mostra “Pixar – 25 anni di animazione”, dedicataallo Studio che, a partire da quando Steve Jobs lo acquistòda George Lucas nel 1986, ha letteralmente rivoluzionato l’entertainmentglobale?Curata da Maria Grazia Mattei per la versione italiana, la mostraha proprio in Milano la prima tappa europea, dopo i clamorosisuccessi ottenuti al Moma di New York e in Australia; e proponeagli appassionati un’autentica “full immersion” nell’universo difantasia cesellato nel corso degli anni da straordinari visionaricome John Lasseter e i suoi principali collaboratori e sodaliregisti-animatori-sceneggiatori Andrew Stanton, Pete Docter,Lee Unkrich, Brad Bird (“matricola” del gruppo, in quanto entratoappena nel 2004 con “Gli incredibili”). Gli spazi espositivi,dunque, sono attraversati da installazioni con proiezioni inloop, meraviglie virtuali di ogni specie, ma anche – o soprattutto– da oltre cinquecento pezzi unici che hanno il caratteredi autentiche opere d’arte e, al tempo stesso, spiegano megliodi mille parole quale sia il complesso e affascinante processodi DiegoDel Pozzocreativo di casa Pixar: si tratta di disegni,tempere, acquerelli, prove direndering, maquettes, sculture preliminarie definitive dei vari personaggie di tutti quei particolarissimicontributi, anche minori, realizzatinella fase creativa che precede quellasuccessiva e definitiva, basata sull’utilizzodei media digitali. Sì, perché, com’èovvio, i cartoons digitali Pixar hanno un cuore assolutamenteclassico, al quale le nuove tecnologie danno semplicementeuna nuova veste.Le sezioni della mostra sono quattro: Personaggi, Storie, Mondie Digital Convergence. Attraversandole una dopo l’altra si hala meravigliosa possibilità di scoprire le affinità e – perché no?– le divergenze tra idea di partenza e concreta realizzazionedei vari capolavori d’animazione dello Studio: basti pensare,semplicemente, al confronto tra le fattezze preliminari dei personaggidi “Monsters & Co.” con le loro controparti filmate, percapire ciò che sto dicendo. Il viaggio nella magia della Pixar terminacon due installazioni molto, molto speciali, fatte appostaper far concretamente sperimentare l’emozione del prodottofinito, dopo averne assaporato le varie fasi della creazione: laprima è un “arcaico” Zoetrope, cioè una moderna ed enorme ripropostadi quella macchina rotante tipica del pre-cinema, concepitaper ripro-una rivoluzionariae imperdibilevertiginesensoriale.durre l’illusionedel movimento,prima della nascitaufficiale delleimmagini in movimentonel 1895;la seconda, invece,è il futuribile Artscape, un’installazione sensoriale su schermodi nove metri che “immerge” letteralmente lo sguardo dellospettatore all’interno del mondo Pixar. Insomma, una mostrache è autentica magia, coerentemente con quella che è una trale celebri frasi storiche di Lasseter, nella quale è racchiusa, inqualche modo, la “filosofia pixariana”: “L’Arte sfida la tecnologiae la tecnologia ispira l’Arte”. Proprio in questo binomio inimitabiletra elementi artistici e tecnologici è inscritto il senso ultimodi quello che, nel corso degli anni, si è saputo caratterizzare– grazie ad autentici capolavori come “Alla ricerca di Nemo”,“Cars”, “Up”, “Wall-E”, “Toy Story” – come rivoluzionario esempiodi sperimentazione alta applicata a prodotti di massa. In uncerto senso, infatti, Lasseter e soci sono riusciti a raggiungerel’ambizioso obiettivo dell’opera d’arte “totale”, cioè quell’utopiainseguita fin dai tempi delle avanguardie artistiche del primoNovecento. E lo hanno fatto attraverso la definitiva codifica diuna forma d’arte realmente nuova, capace di andare oltre ilcinema propriamente inteso e, al tempo stesso, di inglobare erielaborare scrittura, pittura, scultura, musica, recitazione, poesia;ma anche architettura, urbanistica, progettazione, fisica,matematica (gli algoritmi dei computer).La bellissima mostra milanese “Pixar – 25 anni di animazione”riesce a dare conto di tutto ciò e a far comprendere la potenzae veridicità di un’altra celebre frase di John Lasseter: “Per conquistareil pubblico, occorrono tre cose: una storia irresistibile,personaggi memorabili e un mondo credibile”. Ebbene sì, è tuttovero. Buon anno nuovo a tutti voi!

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