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Sperlonga - Il Cantiere Sociale

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<strong>Il</strong> <strong>Cantiere</strong> <strong>Sociale</strong>FONDIFONDI Nuova serie - n. 7lo di essere informati per tenere altala vigilanza, ma quello di non essereallarmati o screditati dalle notizie,anche se nello specifico queste nonriguardano loro, ma chi li comanda.Ad aprire l’incontro, il direttore delsuo giornale, Lidano Grassucci. Ora,è difficile da credere, ma questoGrassucci è persino più stupefacentedella sua collaboratrice. Più spregiudicatoe ironico, dove lei suggeriscelui è esplicito, incurante del ridicolo:“Arrivando a Fondi, non ho vistonessuno in coppola e lupara. Hochiesto in giro un’informazione etutti sono stati gentilissimi”. Criticail prestigio attribuito al prefetto diLatina, sostenendo che chi viene dafuori non è meglio dei fondani. Diceche non dev’essere una commissioned’accesso a stabilire se chi ci amministraè onesto ma “siete voi, con ilvostro voto”, senza rendersi contoche in base a questo principio nessunconsiglio comunale, compresoGioia Tauro, potrebbe mai esseresciolto per mafia. Definisce addiritturaassurda l’esistenza del reato diconcorso esterno in associazionemafiosa. Poi accenna a Saviano (e sadi che parla, visto che più d’una voltachiama il centro della camorra“Casal dei Principi”), illuminandoci:“Se la camorra voleva uccidereSaviano, l’avrebbe fatto prima chescrivesse il libro”; e quindi scopriamoche queste entità fantasmatichedei camorristi hanno anche il donodella chiaroveggenza, per cui primaancora che Saviano impugnasse lapenna già sapevano come sarebbeandata a finire.Lo specchiato Grassucci, nel corsodell’incontro, ha ribadito: “Paghi chideve pagare, arrestino chi deve esserearrestato, ma non condannino lacittà intera”. Chissà se qualcuno si èalzato per chiedergli chi mai abbiacondannato la città intera. Ed haaggiunto che nei giornali non c’è pluralismo“tant'è vero che nessuno haavuto il coraggio di dire qualcosa incontrario, di porsi dei dubbi”, tranneil suo giornale ovviamente, che invecenon sembra nutrire alcun dubbiosull’onestà dei nostri amministratori.Questo è il pluralismo secondoGrassucci: se emergono fatti oggettivamentegravi non conta, ciascunodica la sua: “Secondo me sonomafiosi”, “Secondo me no”. Un giochettoscemo di opinioni che se neinfischia della realtà.A “Murales” i nuovi corsi di italiano per migrantiPer chi suona la campanellaL’aula delle lezioniSono partiti anche quest’anno icorsi di lingua italiana permigranti, organizzati dall’associazioneMurales-Arci di Fondi.I corsi, rivolti ad immigrati adulti,hanno due vantaggi: sono serali(hanno inizio alle ore 19:30 e duranoun’ora e mezza circa) e sono gratuiti.In questo modo possono parteciparviin molti, perché non intralcianocon l’orario di lavoro.“L’iniziativa, che viene portata avantida cinque anni - scrive nel comunicatoCorrado Pesce, presidentedell’associazione - rientra nell’impegnocivile di Murales in favoredelle ragazze e dei ragazzi, delledonne e degli uomini migranti, inun’ottica di solidarietà e di giustizia,di difesa dei diritti umani e di conoscenzae cooperazione tra i popoli,contro ogni forma di violenza, razzismoo discriminazione”.Quest’anno il progetto presenta unanovità: per la prima volta l’associazionericeve un sostegno da parte delConsiglio Regionale del Lazio. Inquesto modo sarà possibile migliorarealcuni aspetti del corso, anchese in realtà l’impegno e le capacitàdegli organizzatori e dei volontariche gestiscono da anni il corso sonodavvero notevoli.Le lezioni - iniziate il 15 ottobre - sitengono 2 volte a settimana presso lasede dell'associazione, in via PonteGagliardo 33 e si articolano in duedifferenti moduli: un livello base,destinato a coloro che di italiano nesanno pochissimo, ed un livelloavanzato, per chi conosce meglio lanostra lingua. Grammatica quindi,ma non solo: oltre ai libri di testo e aiconsueti materiali didattici, vengonoutilizzati giornali, telegiornali, conversazionitipo, in modo da renderele lezioni più pratiche ed interattive.<strong>Il</strong> corso per migranti è un esempio diistruzione dal basso, che si distaccamolto dalla proposta indegna e razzistaavanzata dal GovernoBerlusconi sulle classi differenziali,che - qualora venisse approvata nonsolo non sarebbe di nessun profitto,ma alimenterebbe e aggraverebbe ledifficoltà sociali già presenti nellanostra società.Angela IannoneLo sciopero degli studenti delle superioriÈdal piazzale Cesare Beccaria, proprio di fronte al vecchio carcere, di recenterestaurato e da tempo sottoutilizzato ovvero impropriamente utilizzato,che alle 9 del 18 ottobre scorso è partito il corteo degli studenti degli istitutisuperiori fondani che hanno manifestato contro la legge 133/08 (LeggeFinanziaria) e l’ex disegno di legge Gelmini, ora legge 137 del 2008.Gli studenti, megafoni e striscioni in mano, hanno prima percorso Viale dellaLibertà, poi hanno proseguito per corso Appio Claudio fino ad arrivare inpiazza dell’Unità d’Italia. Un momento di sosta sotto il castello per non disturbareuna triste cerimonia che si stava svolgendo nella chiesa di SanFrancesco. Era in corso un funerale. Poi tutti in piazza IV Novembre, sotto alcomune. Sit in sui gradini di accesso al comune, slogan, diffusione di volantinicon i temi della protesta studentesca: contro il voto in condotta, contro itagli al personale, contro i tagli dei finanziamenti.“Consideriamo scellerato il metodo di questo Governo che cancella la democraziae non prende in considerazione le rappresentanze studentesche. Afronte di questo metodo, noi non possiamo fare altro che alzare la voce.Investire su scuola e università significa investire sul presente e sul futuro diquesto paese.” È questo uno dei passaggi che si potevano leggere sul volantinodistribuito: un invito a prendere sul serio i giovani e le loro richieste.Andrea Aucellodi Umberto BarbatoChe cos’è la sovranità alimentareGiù le mani dallenostre terreLa parola ad Antonio De Simone di AltragricolturaC’è una crisi alla quale vienededicato poco spazio daimedia ufficiali ma che per lecaratteristiche e le dimensioni chesta assumendo interessa da vicino ilnostro territorio e l’economia dellapiana di Fondi. Stiamo parlandodella difficile situazione in cui versanotante aziende agrozootecniche chevedono messo a serio rischio il propriodiritto ad esistere e a produrre acausa di quello che gli imprenditoridel settore definiscono un vero e propriolatifondo bancario.Movimenti ed organizzazioni di agricoltoriperò hanno deciso di unificarsie costruire una organizzazione sindacaleper la Sovranità Alimentare.Abbiamo incontrato AntonioDe Simone, esponente diAltragricoltura, al quale abbiamochiesto di spiegarci cosa stasuccedendo.Stiamo attraversando anche sulnostro territorio una crisi pesantissimache mette a rischio la stessa permanenzadel patrimonio di lavoro edi gestione del territorio, che pergenerazioni le famiglie degli agricoltorihanno garantito al Paese. Oggi,per molti di noi, si profila lo spettrodi dover presto chiudere l’attività: leterre potrebbero in poco tempo passarein mano alle banche, alle multinazionalio a speculatori e affaristi.Voi denunciate che ogni minutoin europa chiude un'aziendaagricola ma cosa c'entranole banche con la vostra crisi?Con le nostre terre sono stati garantitiinvestimenti importanti con cuiagricoltori ed allevatori hannorischiato il proprio denaro per assicurarelavoro e cibo e per tenere inproduzione il territorio, convinti chefosse, semplicemente, loro dovere.La verità è che nessun investimentofatto negli anni scorsi dai contadini edalla imprese agricole è, ormai ,remunerato dalla vendita del prodottoche invece viene pagato lorosempre meno e sotto i costi di produzione:a fine dell'annata agraria,da troppo tempo, si scopre di aversolo accumulato perdite e debitimentre per i consumatori aumentasempre di più il costo della spesa.Quindi li sistema bancario efinanziario di fatto sta diventandoil proprietario formaledelle vostre terre. Ma come vistate organizzando per risponderea questa crisi?In questi anni è caduta la fiduciaverso le istituzioni ed i sindacati chehanno avallato scelte colpevoli diquesta intollerabile situazione. Cosìa fine settembre movimenti ed organizzazionidi agricoltori, associazioniLo stand di Altragricoltura allaFesta della Legalità Ambientale8 novembre 2008e alte realtà sindacali del mondoagricolo e del consumerismo si sonoincontrate per una due giorni dilavoro a Modragone (CE).Con quale obiettivo?Dare vita in Italia ad una forte e rappresentativarealtà sindacale permettere al centro delle vertenze ibisogni degli agricoltori e dellasocietà per un’agricoltura in cuisiano centrali il lavoro, la tutela delterritorio, dei beni comuni e deidiritti dei consumatori e per lasovranità alimentare.Cosa significa sovranità alimentare?È il diritto dei cittadini a scegliere ilproprio modello di produzione, trasformazione,distribuzione e consumodegli alimenti. È la prima condizioneper recuperare l’autonomiadelle aziende di fronte allo strapoteredelle banche e multinazionali.Vuol dire garantire a tutti i cittadiniun cibo sano a prezzi giusti e in unterritorio tutelato rispettando i benicomuni.Potresti dirci qual è una delle leemergenze più grandi?La cosiddetta debitoria dei debitiINPS poiché la soluzione della cartolizzazionesi è rivelata un businessper la banche ma un incubo ed unpeso insostenibile per la maggiorparte delle aziende. Per questo chiediamoche si ridefinisca una soluzioneequa per permettere alle aziendedi far fronte agli impegni in funzionedelle disponibilità.Cosa proponete per usciredalla crisi?Di dichiarare lo stato di crisi socioeconomicanei settori compromessidagli andamenti di mercato sfavorevoli;una moratoria di tutte le procedureesecutive nei confronti delleaziende agricole a rischio di chiusura,unpercorso di fuoriuscita dall'indebitamento;la messa a disposizioneimmediata dei crediti che gli agricoltorivantano da diversi Enti pagatoripubblici ed un piano di tutela erilancio delle aziende produttive.Quale sarà il prossimo appuntamento?Entro gennaio terremo l’assembleacostituente dell’organizzazione.Intanto iniziamo da noi, lavorandoper riunificare anche a partire daFondi convinti che le lotte e le vertenzein corso siano la legittimazionefondamentale per una unità sindacalenon fra ceti burocratici ma frasoggetti economici veri.Vogliamo alzare la testa. È tempo diriprenderci in mano il diritto ad esistereed alla dignità di chi lavora laterra e consuma il cibo.89

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