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inaugurazione anno accademico 2004-2005 - Università degli Studi ...

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INAUGURAZIONE<br />

ANNO ACCADEMICO<br />

<strong>2004</strong>-<strong>2005</strong><br />

19 gennaio <strong>2005</strong><br />

Aula Magna<br />

Facoltà di Lettere e Filosofia


Copyright<br />

© by <strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> Roma Tre<br />

Coordinamento editoriale<br />

Paola Andreucci, Monica Postiglione<br />

Progetto grafico ed impaginazione<br />

Daniela Basti<br />

Foto<br />

Romano Siciliani<br />

Copertina<br />

Edigraf S.r.l.


INDICE<br />

pag. 7<br />

Relazione del Rettore<br />

Prof. Guido Fabiani<br />

pag. 23<br />

Intervento del Rappresentante <strong>degli</strong> Studenti<br />

Sig. Domenico Izzo<br />

pag. 27<br />

Intervento del Rappresentante del Personale<br />

Tecnico-Amministrativo e Bibliotecario<br />

Dr.ssa Simona Fabrizi<br />

pag. 29<br />

Prolusione del Presidente della Corte Costituzionale<br />

Prof. Valerio Onida<br />

pag. 37<br />

Profili<br />

pag. 51<br />

Mostra fotografica


1. UN PERIODO DI INCERTEZZA<br />

PER IL SISTEMA UNIVERSITARIO<br />

1.1. Difficoltà e tensioni<br />

Quello che ci lasciamo alle spalle è stato<br />

un <strong>anno</strong> tra i più difficili per la vita<br />

dell’<strong>Università</strong> italiana. Si è corso il rischio<br />

di dover registrare danni irreparabili:<br />

se ciò non è accaduto, lo si deve al senso<br />

di responsabilità <strong>degli</strong> atenei e alla ferma difesa<br />

ch’essi h<strong>anno</strong> fatto del principio di autonomia.<br />

Il mondo universitario ha trovato un solido<br />

punto di riferimento nella CRUI, che ha<br />

operato in sostanziale accordo con il CUN.<br />

Si sono determinate tensioni che h<strong>anno</strong><br />

coinvolto una pluralità di soggetti e di posizioni<br />

e, sia pure con qualche difficoltà, la<br />

sostanziale unità realizzatasi ha consentito<br />

di dare sbocco politico alle diverse forme<br />

di mobilitazione e di ottenere finalmente dei<br />

risultati, che sono certamente positivi benché<br />

ancora parziali e non definitivi.<br />

Si è dovuto, infatti, operare in mezzo ad una<br />

torrenziale produzione di proposte legislative,<br />

costellata di continui preannunci, annunci,<br />

integrazioni e modifiche, che h<strong>anno</strong><br />

alimentato il disorientamento nel mondo<br />

universitario. In particolare, il disegno di<br />

legge sullo stato giuridico dei docenti ha finito<br />

per creare uno stato di inquietudine dif-<br />

Relazione<br />

del Rettore Prof. Guido Fabiani<br />

7<br />

fusa alimentando prolungate forme di contestazione.<br />

Nel contempo i cambiamenti che sono stati<br />

proposti nella struttura del cosiddetto<br />

3+2 si sono rivelati per lo più sprovvisti di<br />

una logica decifrabile e, comunque, non basati<br />

su alcuna seria valutazione dei primi risultati<br />

della riforma, che compiva proprio<br />

in quel momento il suo primo ciclo.


Gli atenei, inoltre, h<strong>anno</strong> dovuto affrontare<br />

una impegnativa fase di modifica dell’impianto<br />

organizzativo del sistema, il che ha<br />

prodotto difficoltà di gestione e di governo.<br />

I vincoli di spesa che la legge ha imposto<br />

alla gestione finanziaria h<strong>anno</strong> determinato<br />

vistose restrizioni sui servizi agli studenti,<br />

con un effetto - aggiungo - paradossale,<br />

se si pensa che nello stesso momento<br />

i meccanismi di valutazione che vengono attivandosi<br />

sollecitano la massima attenzione<br />

alla quantità e qualità di questi servizi!<br />

Gli investimenti per l’edilizia si sono quasi<br />

volatilizzati, mentre aumenta il numero <strong>degli</strong><br />

studenti e si evidenzia con chiarezza meridiana<br />

la crescente necessità di aule, laboratori,<br />

biblioteche, mense, residenze studentesche<br />

e infrastrutture di vario tipo.<br />

Il blocco delle assunzioni del personale docente,<br />

tecnico-amministrativo e bibliotecario,<br />

che si è protratto per ben tre anni, ha<br />

avuto un effetto destabilizzante, sia perché<br />

aggrava gli effetti dell’indiscutibile sotto-di-<br />

8<br />

mensionamento del sistema, sia perché ha<br />

prodotto nelle persone demotivazione e<br />

scontento, essendo stato vissuto come una<br />

iniqua mortificazione di legittime aspira z i o n i .<br />

1.2. Risposte all’emergenza e proposte<br />

di sviluppo<br />

In questo quadro le <strong>Università</strong>, soprattutto<br />

attraverso l’azione della CRUI, h<strong>anno</strong> adottato<br />

coraggiosamente una visione di prospettiva<br />

e h<strong>anno</strong> deciso di produrre concrete<br />

proposte di sviluppo e di assestamento<br />

complessivo del sistema universitario, basate<br />

sui seguenti punti:<br />

< l’avvio di una programmazione finanziaria<br />

a lungo termine, per dare ai singoli atenei<br />

la cognizione certa delle risorse su cui<br />

possono contare su un arco di almeno cinque<br />

anni (con un ordine di grandezza dell’intervento<br />

aggiuntivo di 600 milioni di €<br />

annui);<br />

< la definizione di un sistema di monitoraggio<br />

rigoroso e trasparente dei bilanci de-


gli atenei, gestiti in piena autonomia ma con<br />

previsione di sanzioni nel caso le scelte dovessero<br />

intaccare l’equilibrio prestabilito nel<br />

rapporto tra monte stipendi e Fondo di<br />

Finanziamento Ordinario (FFO);<br />

< l’attivazione di un sistema di valutazione<br />

di buona qualità, non limitato a meri indici<br />

quantitativi, basato su una banca dati comune<br />

e su requisiti di accreditamento condivisi,<br />

e gestito da un ente esterno e terzo,<br />

come avviene in altri paesi. La valutazione,<br />

infatti, è conditio sine qua non perché le risorse<br />

possano essere ripartite in modo sia da<br />

garantire il funzionamento ordinario delle<br />

università, sia da indurvi comportamenti<br />

virtuosi e rispondenti agli obiettivi di sviluppo.<br />

L’azione sviluppata dagli Atenei ha dimostrato<br />

che essi intendono essere soggetto attivo<br />

del cambiamento e, nello stesso tempo,<br />

ha dato loro la forza necessaria per ottenere<br />

risultati non solo sul piano della risposta<br />

all’emergenza. Si tratta di punti importanti:<br />

< il riconoscimento delle legittime richieste<br />

finanziarie del sistema, con l’assegnazione di<br />

450 milioni di € al FFO (un incremento<br />

superiore al 7% rispetto allo scorso <strong>anno</strong>,<br />

che è anche il più alto in assoluto da quando<br />

c’è l’autonomia finanziaria);<br />

< il rinvio della discussione parlamentare<br />

del disegno di legge sullo stato giuridico del<br />

personale docente, in attesa di un progetto<br />

più convincente, condiviso dal popolo delle<br />

università e, soprattutto, sostenibile sul<br />

piano finanziario;<br />

< l’apertura di un tavolo per la revisione del<br />

9<br />

modello di distribuzione delle risorse e di<br />

un altro per la costruzione del modello di<br />

accreditamento e valutazione.<br />

Questi sono risultati importanti, soprattutto<br />

perché sono stati conseguiti in un momento<br />

di difficoltà economiche e in un clima<br />

di tempestosi attacchi all’autonomia universitaria.<br />

Ora si deve sfruttare il maggiore<br />

spazio che abbiamo conquistato per consolidare<br />

le politiche di sviluppo e elaborare<br />

proposte sui numerosi problemi che rimangono<br />

aperti.<br />

In queste proposte occorrerà rivitalizzare<br />

l’immenso patrimonio di saperi, di intelligenza,<br />

di energia intellettuale e di competenze<br />

che f<strong>anno</strong> dell’<strong>Università</strong> un luogo<br />

“unico” e dare un respiro nuovo a questa<br />

istituzione cruciale. Come detta la Magna<br />

Charta Universitatum sottoscritta a Bologna<br />

nel 1988, tre sono i cardini su cui poggiano<br />

le università: l’autonomia istituzionale, la<br />

libertà di pensiero e di ricerca, la relazione<br />

simbiotica tra ricerca e inseg n a m e n t o. Il tutto<br />

nel quadro della assoluta “indipendenza da<br />

ogni autorità politica e potere economico”.<br />

Le nostre <strong>Università</strong> h<strong>anno</strong> le potenzialità<br />

per vincere questa sfida ma devono poter<br />

contare sulla volontà della classe politica di<br />

incrementare nella misura opportuna l’investimento<br />

su questo fronte.<br />

2. ROMA TRE<br />

2 . 1 . L’ultimo biennio: un perc o rso diff i c i l e<br />

Roma Tre si lascia alle spalle non un <strong>anno</strong>,<br />

ma un biennio difficile: il 2003 e il <strong>2004</strong>.<br />

Negli anni scorsi siamo stati soffocati, co-


me gli altri Atenei, da pesanti direttive di<br />

contenimento della spesa, ma per soprammercato,<br />

nel nostro caso specifico, abbiamo<br />

dovuto accollarci l’onere di reintegrare rilevanti<br />

fondi che ci sono venuti meno per il<br />

mancato rispetto dell’accordo triennale<br />

(1999-2002) sottoscritto con il MIUR.<br />

É conseguito da ciò il congelamento <strong>degli</strong><br />

incrementi del FFO che avevamo ottenuti<br />

per il riequilibrio e la sospensione del metodo,<br />

da noi sostenuto e praticato con successo,<br />

della programmazione triennale; si è<br />

bloccato l’incremento di risorse per Facoltà<br />

e Dipartimenti; tutti i servizi sono stati penalizzati.<br />

Queste difficoltà non h<strong>anno</strong> però impedito<br />

all’Ateneo di ava n z a re sulla strada dei programmi<br />

che erano stati impostati e di comp<br />

i e re altre scelte importanti per il suo futuro.<br />

Le più significative tra queste sono:<br />

< l’acquisizione di una nuova consistente<br />

leva di ricercatori;<br />

10<br />

< l’ampliamento dell’offerta formativa in<br />

tutte le facoltà;<br />

< l ’ avvio del processo di valutazione intern a ;<br />

< la ricerca di fonti esterne di finanziamento<br />

aggiuntivo (in particolare i fondi europei<br />

raccolti sul solo VI Programma<br />

Quadro sono cresciuti, nel <strong>2004</strong>, dell’89%<br />

rispetto al 2002, <strong>anno</strong> di avvio dell’attività<br />

dell’Ufficio Progetti Comunitari, toccando<br />

la ragguardevole cifra di 1,6 milioni di € di<br />

cui è ragionevole prevedere l’ulteriore aumento);<br />

< non ultimo, il significativo potenziamento<br />

delle infrastrutture sportive dell’Ateneo.<br />

Più in generale, anche nel corso del <strong>2004</strong> si<br />

è operato per rafforzare l’eccellente immagine<br />

complessiva di cui ormai gode<br />

l’Ateneo. Quest’azione, alla quale ha giovato<br />

l’ampio coinvolgimento di docenti, studenti,<br />

personale tecnico-amministrativo e<br />

bibliotecario, si è concretizzata in convegni,<br />

seminari, accordi internazionali, servizi agli


studenti e alla città, mostre, iniziative di<br />

spettacolo, momenti di collegamento con il<br />

territorio e le istituzioni, presenza sulla<br />

stampa, attività di comunicazione.<br />

Roma Tre è diventata un elemento sempre<br />

più vitale e attrattivo del sistema universitario<br />

urbano, arrivando a ospitare circa il 18%<br />

della popolazione studentesca complessiva<br />

della città (nel 1998/99 si era all’11,5%) e<br />

continuando a registrare il costante aumento<br />

delle richieste esterne di collaborazioni e<br />

prestazioni in tutti i settori, e non solo in<br />

quelli tecnico-scientifici che sono a prima<br />

vista più scontati.<br />

Inoltre è motivo di orgoglio poter menzionare<br />

come Roma Tre - anche attraverso un<br />

organico rapporto con le istituzioni locali -<br />

abbia potenziato la politica di apertura al<br />

sociale ben al di là dei tradizionali confini<br />

della presenza accademica sul territorio.<br />

Voglio ricordare, ad esempio, che sull’area<br />

ex-ACEA, dove abbiamo recentemente costruito<br />

un imponente polo didattico (1.800<br />

posti), accanto alle aule più moderne abbiamo<br />

costruito una “casa per gli anziani”<br />

del quartiere.<br />

Roma Tre è anche questo: un Ateneo che<br />

cerca forme articolate di integrazione con il<br />

tessuto cittadino e che viene ormai riconosciuto<br />

come parte vitale del capitale culturale<br />

e sociale della città. Ciò avviene anche<br />

attraverso i legami forti che si sono istituiti<br />

con il Municipio, il Comune e la<br />

Provincia, e con i rapporti che si st<strong>anno</strong> costruendo<br />

positivamente con la Regione.<br />

11<br />

2 . 2 .Il <strong>2005</strong> può essere un “<strong>anno</strong> di ripre s a ”<br />

Se di recente abbiamo dovuto adoperarci<br />

per evitare il disorientamento della comunità<br />

accademica e il deterioramento delle<br />

condizioni generali dell’Ateneo e se, nonostante<br />

siffatte difficoltà, siamo riusciti a continuare<br />

coerentemente nell’attuazione dei<br />

programmi intrapresi confermando così i<br />

caratteri distintivi e originali dell’Ateneo,<br />

credo vi siano oggi le condizioni per guardare<br />

al <strong>2005</strong> come ad un potenziale “<strong>anno</strong><br />

di ripresa” del nostro percorso di sviluppo.<br />

Sono diverse le ragioni che mi spingono a<br />

questa affermazione, anche se va fatta<br />

un’importante riserva sulle questioni edilizie<br />

di cui parlerò più avanti.<br />

La prima ragione riguarda il trend di crescita<br />

del FFO. Il Fondo era di 86 milioni di<br />

€ nel 2001, è passato negli anni successivi<br />

a 91 (2002), a 100 (2003) fino ad arrivare a<br />

115 nel <strong>2004</strong>. L’incremento è stato dunque<br />

rispettivamente del 5,8%, 9,8% e 15%.<br />

Come si diceva prima, provvedere con senso<br />

di responsabilità al “ripianamento finanziario”<br />

ha significato non poter utilizzare<br />

appieno queste risorse aggiuntive: ma va dato<br />

atto agli organi del Ministero ed alla sua<br />

Direzione Generale di aver tenuto nel dovuto<br />

conto la cattiva congiuntura che ha<br />

gravato in questi anni sull’Ateneo.<br />

La seconda motivazione sta nella notizia -<br />

ormai ufficiale - che per il <strong>2005</strong> il FFO crescerà<br />

a livello nazionale di oltre il 7%. Ciò<br />

fa supporre che si potrà fare un ulteriore<br />

passo in avanti per superare lo squilibrio che<br />

ancora penalizza Roma Tre rispetto alla posizione<br />

che le spetterebbe se si applicasse il


modello teorico di riequilibrio del sistema<br />

universitario adottato dal MIUR.<br />

La terza ragione di fiducia sta nel fatto che<br />

gli organi di governo dell’Ateneo h<strong>anno</strong> deciso<br />

di confermare il rigoroso metodo di gestione<br />

delle risorse col quale finora abbiamo<br />

attuato i nostri interventi di sviluppo.<br />

Quest’atteggiamento di rigore ci permetterà,<br />

una volta rimossi i vincoli imposti dalla finanziaria<br />

<strong>2005</strong>, di procedere a oltre 200 interventi<br />

sul complesso del personale docente,<br />

tecnico-amministrativo e bibliotecario.<br />

Parlo di 64 ricercatori, 28 associati, 7<br />

ordinari che, assieme a 76 unità di personale<br />

tecnico-amministrativo e bibliotecario,<br />

prendono servizio tra gennaio e marzo<br />

<strong>2005</strong>. A queste cifre si aggiungono altre 55<br />

unità (ancora soprattutto ricercatori: 31) per<br />

le quali si attende il completamento di concorsi.<br />

Quanto al personale docente, la maggior<br />

parte delle acquisizioni di cui sto parlando<br />

riguardano giovani ricercatori; per il rima-<br />

12<br />

nente si tratta di passaggi di carriera maturati<br />

negli anni di blocco. Tutte queste assunzioni<br />

sono state attivate in totale copertura<br />

di budget, col risultato -- veramente eccezionale<br />

-- di mantenere l’incidenza <strong>degli</strong><br />

stipendi sul FFO nell’ordine del 75%.<br />

Alla lista delle ragioni di ottimismo vorrei<br />

aggiungere anche la revisione dello Statuto<br />

che abbiamo compiuto nel <strong>2004</strong>, un’operazione<br />

che ha accresciuto la partecipazione<br />

democratica e la stabilità di governo<br />

dell’Ateneo. Attraverso essa infatti si sono<br />

messi a punto funzioni e ruoli del Senato<br />

Accademico e del Consiglio di<br />

Amministrazione e si è raggiunto un riequilibrio<br />

della rappresentatività negli organi<br />

di governo di alcune aree disciplinari e del<br />

personale tecnico-amministrativo e bibliotecario.<br />

É stato, inoltre, ampliato il numero<br />

dei prorettori. Il quadro sarà presto completato<br />

da un riassetto globale delle deleghe<br />

e <strong>degli</strong> incarichi.<br />

Questa è una prima risposta istituzionale al-


lo sviluppo di Roma Tre, un Ateneo divenuto<br />

adulto, che ha bisogno di dotarsi di<br />

una ricca articolazione di responsabilità e di<br />

identificare nuove leve di personale che si<br />

preparino alle future funzioni di governo.<br />

Ultima, ma non per importanza, delle ragioni<br />

di seria speranza per il prossimo futuro<br />

è il fatto che Roma Tre è ormai, per<br />

universale riconoscimento, un Ateneo maturo,<br />

adulto, completo di tutte le parti vitali,<br />

pieno di energia e di idee. Queste doti,<br />

che abbiamo acquisito e raffinato lavorando<br />

tutti insieme, dovr<strong>anno</strong> essere messe a<br />

disposizione per nuovi progetti e nuove iniziative<br />

di vasto respiro, di cui Roma Tre si<br />

candida ad essere promotrice: penso ad<br />

esempio ad alcune forme, ormai indifferibili,<br />

di cooperazione con le altre <strong>Università</strong><br />

di Roma e del Lazio, a forme congiunte di<br />

offerta didattica e di progetti di ricerca, a<br />

collegamenti sistematici con il territorio e<br />

gli enti locali.<br />

2.3. Le priorità<br />

Il programma per il prossimo quadriennio<br />

- presentato l’estate scorsa - ha registrato un<br />

ampio consenso. Esso rimane il riferimento<br />

dell’azione di Roma Tre e sarà gradualmente<br />

realizzato. Ispirandosi ad esso, il bilancio<br />

<strong>2005</strong> è stato redatto con un rinnovato<br />

respiro programmatico. Il Consiglio di<br />

Amministrazione, infatti, nel rispetto delle<br />

linee approvate in Senato Accademico, prevede<br />

una manovra di sviluppo dell’organico<br />

docente dell’ordine di 5,5 milioni di €<br />

nei prossimi due anni, confermando la speciale<br />

attenzione verso l’inserimento di nuo-<br />

13<br />

ve unità di ricercatori e assegnisti di ricerca<br />

(in co-finanziamento) e garantendo, ugualmente,<br />

un’adeguata crescita del personale<br />

tecnico-amministrativo e bibliotecario.<br />

Viene stabilizzato il budget corrente di<br />

Facoltà e incrementato del 10% quello dei<br />

Dipartimenti e del Sistema Bibliotecario di<br />

Ateneo. Viene attivata inoltre una operazione<br />

di interventi strutturali, con il lancio di<br />

un importante programma biennale di investimenti<br />

in laboratori di ricerca e in biblioteche<br />

(7 milioni di €), che prevede un<br />

impegno adeguato anche per il sostegno a<br />

progetti di sviluppo di Ateneo, rivolti in particolare<br />

al miglioramento della fruibilità dei<br />

servizi da parte <strong>degli</strong> studenti e a iniziative<br />

in tema di alta formazione, internazionalizzazione<br />

e sistemi di valutazione interna.<br />

Tra queste, credo di poter annunciare che è<br />

in fase di avanzata elaborazione un progetto<br />

di Roma Tre per la creazione di una<br />

Scuola Superiore universitaria, a cui speriamo<br />

di dar vita entro il corrente <strong>anno</strong>.<br />

Questi obiettivi andr<strong>anno</strong> realizzati seguendo<br />

un indirizzo di programmazione attento<br />

a ridurre i sopravviventi squilibri interni e<br />

inquadrato in una visione strategica rispondente<br />

alle seguenti linee di intervento.<br />

I. Progetto edilizio. Una priorità strategica riguarda<br />

la continuazione del nostro progetto<br />

di sviluppo edilizio. Nel corso del <strong>2004</strong><br />

l’Ateneo non solo ha drasticamente migliorato<br />

la disponibilità di aule acquisendo oltre<br />

2.500 posti, ma ha anche, con un’importante<br />

operazione immobiliare, acquistato<br />

tre edifici di cui prima disponeva con


contratti di affitto.<br />

Questa operazione comporta un rilevante<br />

incremento patrimoniale di Roma Tre, realizzato<br />

con un costo (in termini di ratei di<br />

mutuo) inferiore al precedente esborso per<br />

affitti. In secondo luogo essa ci consente di<br />

affrancarci dalla condizione di precarietà (i<br />

contratti di affitto in scadenza e gli incerti<br />

tempi di trasferimento in altra sede) in cui<br />

versa una parte delle Facoltà di area tecnico-scientifica.<br />

In terzo luogo ha permesso<br />

di riconsiderare il trasferimento già previsto<br />

per la Facoltà di Scienze della Formazione.<br />

La permanenza, infatti, di questa Facoltà<br />

nella sede attuale, integrata dai prestigiosi<br />

volumi storici di Piazza della Repubblica, le<br />

consentirà di raggiungere una superficie<br />

complessiva equivalente a quella che avrebbe<br />

avuto nella nuova sede precedentemente<br />

prevista e di programmare il suo sviluppo.<br />

D’altra parte, questa scelta, unitamente<br />

al prossimo trasferimento della Facoltà di<br />

Scienze Politiche nella sede definitiva, per-<br />

14<br />

mette sia di risolvere in breve tempo la definitiva<br />

collocazione della Facoltà di<br />

Economia (che avrebbe, altrimenti, richiesto<br />

non meno di 5 anni) sia di dare alcune<br />

prime risposte a diverse situazioni di emergenza.<br />

Questo quadro di sistemazioni consentirà di<br />

progettare in futuro un’ulteriore configurazione<br />

edilizia. È bene tuttavia essere consapevoli<br />

che, nonostante l’impegno finanziario<br />

previsto nel bilancio <strong>2005</strong>, le risorse per<br />

l’edilizia non baster<strong>anno</strong> per ulteriori espansioni<br />

se non riusciremo a contrarre un nuovo<br />

accordo di programma con il MIUR.<br />

Qui la vita di Roma Tre si urta con l’aspetto<br />

più negativo della legge finanziaria <strong>2005</strong>: la<br />

totale negligenza <strong>degli</strong> investimenti per l’edilizia.<br />

II. Ricerca scientifica. La ricerca scientifica è e<br />

deve restare la fondazione dell’istituzione<br />

universitaria, e deve alimentare primariamente<br />

l’attività dell’insegnamento. Una


<strong>Università</strong> in cui si allentasse il collegamento<br />

tra ricerca e didattica è destinata al declino<br />

e si condanna a non più contribuire<br />

allo sviluppo del paese e della società.<br />

Il processo di riforma della didattica nel<br />

quale l’<strong>Università</strong> italiana è da anni impegnata<br />

ha prodotto effetti che potrebbero indebolire<br />

o perfino distruggere il nesso tra<br />

formazione e ricerca, accentuando spropositatamente<br />

il peso del versante didattico<br />

della nostra attività. È necessario che il giusto<br />

equilibrio venga ristabilito e scrupolosamente<br />

preservato, evitando il rischio di<br />

pericolose asimmetrie, come ogni tentazione<br />

di restrizione della ricerca di base, che è<br />

il fondamento dello sviluppo della conoscenza.<br />

Per la promozione della ricerca, Roma Tre<br />

intende svolgere un’azione di sostegno dei<br />

dipartimenti. Sono previsti interventi mirati<br />

da mettere immediatamente in atto: innanzitutto,<br />

il nuovo programma di sviluppo<br />

dei laboratori di ricerca, che li ammoderni,<br />

li aggiorni e li rilanci, e non solo nel settore<br />

scientifico; in secondo luogo, un intervento<br />

coordinato di reclutamento di giovani,<br />

volto alla costruzione del futuro della ricerca,<br />

con uno sforzo straordinario per potenziare<br />

(in cofinanziamento) la fascia dei<br />

ricercatori; infine l’avvio di un nuovo programma<br />

di assegni di ricerca e il completamento<br />

dello sforzo avviato con la nascita<br />

delle Scuole dottorali - una novità di grande<br />

portata - e la promozione dei Dottorati<br />

internazionali.<br />

Per questo bisogna continuare il processo<br />

di valutazione della qualità delle strutture e<br />

15<br />

dei risultati; v<strong>anno</strong> raffinate e migliorate le<br />

prime esperienze che abbiamo fatto nella ripartizione<br />

di una quota del budget dipartimentale<br />

in base alla qualità del prodotto; va<br />

intensificata l’esperienza del primo esercizio<br />

di valutazione nazionale della ricerca avviato<br />

dal CIVR.<br />

Crescente è l’interesse dell’Ateneo per il tema<br />

del trasferimento tecnologico e della<br />

creazione di imprese (il cosiddetto spin-off)<br />

a partire dalla ricerca svolta presso i<br />

Dipartimenti. É quasi completa la redazione<br />

del Regolamento di Ateneo per la valorizzazione<br />

delle attività scientifiche ed il trasferimento<br />

dei risultati. Dopo la fase di sperimentazione<br />

condotta nel <strong>2004</strong>, partirà in<br />

questi mesi, presso l’Ufficio Progetti<br />

Comunitari, l’attività dell’Industrial Liaison<br />

Office di Ateneo. Si intende in tal modo affiancare<br />

i dipartimenti ed i centri presenti<br />

in Ateneo nella promozione, partecipazione,<br />

gestione di progetti a partenariato pubblico-privato,<br />

mirati a creare una catena che<br />

vada dalla creazione di know-how al suo utilizzo<br />

concreto.<br />

Nel contesto di questi impegni, è indispensabile<br />

che i dipartimenti sappiano cogliere<br />

le azioni straordinarie di intervento centrale,<br />

per integrarle nelle proprie autonome linee<br />

di sviluppo e renderle fattori di crescita<br />

e di qualificazione.<br />

III. Il Nuovo Ordinamento Didattico. L’attuale<br />

offerta didattica prevede 31 lauree triennali,<br />

47 lauree specialistiche, 47 master, 25 dottorati<br />

e 4 scuole dottorali, 22 corsi di perfezionamento<br />

attivati, 2 scuole di specializ-


zazione. Lo scorso <strong>anno</strong> <strong>accademico</strong> gli<br />

iscritti (tra vecchio e nuovo ordinamento e<br />

frequentanti corsi post-laurea) sono arrivati<br />

a 40.000. Quest’<strong>anno</strong> abbiamo già quasi raggiunto<br />

il tetto programmato di 8.000 immatricolazioni:<br />

sicché, ipotizzando che i<br />

flussi in uscita siano nel complesso simili all’<strong>anno</strong><br />

precedente in termini relativi, tutto<br />

fa supporre che supereremo la soglia di<br />

40.000 studenti.<br />

Una più dettagliata valutazione statistica dell’<strong>anno</strong><br />

<strong>accademico</strong> 2003-<strong>2004</strong> mostra una<br />

forte differenziazione tra i corsi di studio<br />

per quanto attiene ai fuori corso, agli abbandoni,<br />

al rapporto docenti/studenti, all’incidenza<br />

<strong>degli</strong> studenti inattivi, ecc.<br />

In ogni caso è giunto il momento di procedere<br />

ad una valutazione complessiva dell’intera<br />

offerta didattica di Roma Tre, dei<br />

suoi risultati e dei suoi effetti. La<br />

Conferenza di Ateneo sulla didattica, che<br />

terremo tra giugno e ottobre prossimi, dovrà<br />

costituire lo strumento cruciale per l’analisi<br />

dei risultati sinora conseguiti e, quindi,<br />

di riflessione ragionata sugli interventi da<br />

intraprendere.<br />

Oltre a rivedere a fondo l’attuale assetto delle<br />

lauree triennali, nel quadro della nuova<br />

offerta formativa bisogna prestare grande<br />

attenzione alle Lauree Specialistiche e ai<br />

Master.<br />

Quanto alle Lauree Specialistiche, esse devono<br />

essere una leva strategica per la configurazione<br />

definitiva dell’offerta didattica di<br />

Roma Tre. Un Ateneo qualificato, infatti,<br />

deve puntare ad attrarre sui propri corsi più<br />

avanzati studenti provenienti dall’esterno,<br />

16<br />

anche dall’estero. Dunque, le Lauree<br />

Specialistiche devono esercitare una forte<br />

attrazione competitiva e avere sufficiente<br />

autonomia: v<strong>anno</strong> disegnate e gestite mirando<br />

in alto, e non solo come una routinaria<br />

prosecuzione del triennio.<br />

In questo spirito sarà necessario sottoporre<br />

a collaudo e a verifica la ricca offerta fin<br />

qui predisposta e poi intervenire guardando<br />

alla qualità, alle rispondenze alla domanda,<br />

evitando duplicazioni, eventualmente accorpando<br />

lauree che dovessero risultare poco<br />

richieste o troppo fragili sotto il profilo organizzativo<br />

e didattico: insomma riorientando<br />

l’intera offerta in modo accorto e<br />

consapevole, in base a criteri di qualità e di<br />

efficacia.<br />

Anche i master st<strong>anno</strong> assumendo un ruolo<br />

rilevante. Nei primi tre anni di questi percorsi<br />

formativi, nel nostro Ateneo si sono<br />

realizzati 47 corsi con un raddoppio <strong>degli</strong><br />

studenti in soli due anni (circa 1.200 studenti<br />

nel 2003-<strong>2004</strong>, mentre nell’<strong>anno</strong> <strong>accademico</strong><br />

precedente erano 663).<br />

Alcune di queste esperienze h<strong>anno</strong> rivelato<br />

che esiste un terreno su cui si può realizzare<br />

l’incontro del mondo universitario e<br />

della realtà esterna; un incontro da cui potrà<br />

derivare un duplice effetto positivo:<br />

< per le realtà sociali e produttive, che potr<strong>anno</strong><br />

trovare risposta adeguata alle proprie<br />

esigenze di aggiornata formazione specialistica;<br />

< per l’<strong>Università</strong>, che potrà trarre da queste<br />

esperienze preziose indicazioni per meglio<br />

definire ed orientare i propri percorsi<br />

formativi, procedendo anche ad una più


corretta articolazione in master di I e II livello.<br />

Come altri Atenei, ci stiamo attrezzando per<br />

utilizzare al meglio le opportunità offerte<br />

dalla telematica, allo scopo di sviluppare<br />

servizi di informazione e formazione e concrete<br />

attività didattiche. Ci spingono a ciò<br />

non solo il fatto che Internet è sempre più<br />

una componente “normale”, dunque ineliminabile<br />

e perfino insostituibile, delle pratiche<br />

di conoscenza e di comunicazione tipiche<br />

del mondo <strong>accademico</strong>, ma anche le<br />

prospettive sempre più concrete di collaborazioni<br />

di livello europeo ed extraeuropeo<br />

dentro le quali il ricorso alla rete assume<br />

una funzione essenziale.<br />

L’orientamento di Roma Tre nel settore delle<br />

nuove tecnologie mira, per un verso, a<br />

garantire l’accesso <strong>degli</strong> studenti ai servizi<br />

di rete e all’uso dei media digitali e, per un<br />

altro verso, ad arricchire l’offerta didattica<br />

corrente con ben calibrate soluzioni di didattica<br />

on line.<br />

17<br />

Per quanto riguarda il primo impegno, è imminente<br />

l’<strong>inaugurazione</strong> della “piazza telematica<br />

di Ateneo”, dotata di duecento computer<br />

dell’ultima generazione, su cui tutti i<br />

nostri studenti potr<strong>anno</strong> svolgere le molteplici<br />

funzioni ed azioni che trovano nel web<br />

e in Internet uno spazio elettivo: acquisizione<br />

di informazioni organizzate, condivisione<br />

di esperienze formative libere o mirate,<br />

ricerca tramite navigazione orientata,<br />

predisposizione di documenti multimediali,<br />

accesso a banche dati, anche relative alla loro<br />

condizione didattica e amministrativa.<br />

Quanto al secondo aspetto, il nostro Ateneo<br />

già vanta corsi erogati totalmente o parzialmente<br />

tramite tecnologie di rete e innumerevoli<br />

situazioni miste, dove l’insegnamento<br />

frontale trova sviluppo e prolungamento in<br />

rete.<br />

Per l’insieme dell’offerta formativa, al fine<br />

di rendere sistematico il processo di valutazione<br />

dei percorsi formativi e dei risultati<br />

raggiunti, è necessario estendere a tutte le


strutture didattiche dell’Ateneo le prime<br />

esperienze di Campus One e Campus Like.<br />

La Commissione Didattica del Senato<br />

Accademico, in accordo con il Nucleo di<br />

Valutazione, ha già avviato una riflessione<br />

per sviluppare questa linea di intervento.<br />

È fondamentale in tutto ciò il peso che assumono<br />

le politiche di orientamento <strong>degli</strong><br />

studenti. La decisione di partire dalle esperienze<br />

accumulate negli anni dalle singole<br />

Facoltà per elaborare una politica organica<br />

di orientamento di Ateneo, affidato a un<br />

gruppo di lavoro in cui sono presenti i rappresentanti<br />

di tutte le Facoltà (GLOA) e<br />

coordinato dall’Ufficio Politiche per gli Studenti<br />

(UPS), ha dato risultati molto buoni.<br />

Si sono consolidati i rapporti con le scuole,<br />

soprattutto quelle da cui provengono la<br />

maggior parte dei nostri studenti, e in una<br />

varietà d’iniziative collaborano colleghi delle<br />

diverse facoltà e docenti delle scuole superiori.<br />

Rimane ancora molto da fare per espandere<br />

tali iniziative. Si spera che il contributo<br />

di proposte e di idee, proveniente anche da<br />

facoltà sinora scarsamente coinvolte e il reperimento<br />

di ulteriori risorse finanziarie garantiscano<br />

maggiore incisività a questo tipo<br />

di intervento.<br />

IV. Studenti. Sin dalla sua creazione Roma<br />

Tre si è caratterizzata per il coinvolgimento<br />

attivo <strong>degli</strong> studenti nella vita e nelle scelte<br />

dell’Ateneo.<br />

Proprio per questo l’UPS, la cui centralità<br />

nell’elaborazione delle politiche per gli studenti<br />

viene confermata, deve riprendere a<br />

18<br />

pieno la sua funzionalità anche attraverso la<br />

riformulazione e precisazione delle sue<br />

competenze e la garanzia di più adeguate risorse<br />

di personale e di spazi.<br />

In quest’ultimo <strong>anno</strong>, ci h<strong>anno</strong> molto<br />

preoccupato le difficoltà di funzionamento<br />

del Consiglio <strong>degli</strong> Studenti, dovute soprattutto<br />

all’eccessivo numero dei suoi componenti<br />

e le tensioni tra i rappresentanti delle<br />

diverse liste. L’elezione del presidente del<br />

Consiglio <strong>degli</strong> Studenti e la decisione di rivedere<br />

il Regolamento interno di questo per<br />

renderne più agile il funzionamento ci permettono<br />

di continuare a confidare sul contributo<br />

che gli studenti possono dare nell’identificazione<br />

delle politiche e <strong>degli</strong> interventi<br />

che li riguardano.<br />

Tra le attività che abbiamo messo in campo<br />

assieme agli studenti, la sperimentazione<br />

del progetto Roma Tre by night, che prevede<br />

l’apertura prolungata dell’ex-Mattatoio, ha<br />

avuto riscontri molto positivi proprio perché<br />

è venuta incontro a esigenze di partecipazione<br />

e di vitalità culturale. Intendiamo,<br />

dopo attenta valutazione dei risultati e delle<br />

risorse da investire, riprendere ed estendere<br />

il progetto anche per quest’<strong>anno</strong>.<br />

Riteniamo, inoltre, che maggiore attenzione<br />

vada dedicata alla elaborazione di una vera<br />

e propria “politica dello sport”, con un pieno<br />

impiego <strong>degli</strong> impianti che gradualmente<br />

si st<strong>anno</strong> attivando e che dia un senso<br />

anche culturale e di appartenenza più complessivo<br />

a questo tipo di attività.<br />

Si lavorerà ancora per migliorare sia i servizi<br />

di segreterie, orientamento e tutorato,<br />

sia quelli che, come il sostegno ai disabili,


il sostegno psicologico, il presidio medico,<br />

rappresentano una frontiera civile su cui<br />

Roma Tre ha già raggiunto livelli significativi.<br />

Il progetto di informatizzazione dei servizi<br />

agli studenti ha avuto un progressivo e continuo<br />

sviluppo. Da questo <strong>anno</strong> <strong>accademico</strong><br />

<strong>2004</strong>-<strong>2005</strong> sono disponibili agli studenti<br />

di tutte le Facoltà supporti informatici sia<br />

per soddisfare esigenze informative, attraverso<br />

il sito web di Ateneo e i siti periferici<br />

delle segreterie studenti e delle strutture<br />

didattiche - che si st<strong>anno</strong> profondamente<br />

rinnovando - sia per le procedure di immatricolazione<br />

e di iscrizione, con la possibilità<br />

di effettuare pagamenti on line e prenotazioni<br />

agli esami. Ulteriori servizi informatizzati<br />

per altre procedure amministrative,<br />

per la verbalizzazione e registrazione delle<br />

votazioni d’esame e per l’ottenimento del<br />

Diploma Supplement sar<strong>anno</strong> via via resi disponibili<br />

nel corso dell’<strong>anno</strong>.<br />

Anche la realizzazione della rete senza filo<br />

ha avuto ulteriori ampliamenti arrivando a<br />

garantire la copertura di circa il 60% dell’intera<br />

superficie dell’Ateneo e di circa il<br />

90% <strong>degli</strong> spazi comuni (atri, sale lettura,<br />

mensa, campi sportivi) che sono spesso prevalentemente<br />

utilizzati dagli studenti.<br />

In questi giorni viene portato a compimento,<br />

in collaborazione con la società<br />

Postecom del Gruppo Poste Italiane, il servizio<br />

di gestione di posta elettronica. A tutti<br />

gli studenti quindi viene assegnata una casella<br />

di posta elettronica con elevati standard<br />

qualitativi e di sicurezza della comunicazione<br />

mettendoli anche in condizione di<br />

19<br />

usufruire delle altre opportunità di consultazione,<br />

ad es., delle banche dati bibliografiche<br />

e, più in generale, dei servizi della<br />

“Piazza Telematica”.<br />

Tutti questi, ed altri servizi, sar<strong>anno</strong> resi<br />

gratuitamente o a costi molto ridotti. Una<br />

politica innovativa nel campo dei servizi aggiuntivi<br />

agli studenti è la strada che l’Ateneo<br />

- in stretta collaborazione con il Comitato<br />

territoriale Lazio-Adisu - sceglie per una revisione<br />

mirata e corretta delle attuali aliquote<br />

di contribuzione studentesca.<br />

L’attuale fase di crisi economica, che colpisce<br />

il potere d’acquisto di molte famiglie,<br />

non ci permette infatti di prendere in considerazione<br />

incrementi generalizzati delle<br />

tasse di iscrizione.<br />

V. Attività internazionali. La presenza internazionale<br />

di Roma Tre, uno dei suoi segni<br />

distintivi sin dall’inizio della sua storia, si è<br />

ulteriormente incrementata nel decorso <strong>anno</strong><br />

<strong>accademico</strong>. La nostra università è visitata<br />

da decine di delegazioni straniere, ha<br />

stretto o progetta accordi, scambi, collaborazioni<br />

con numerose entità universitarie e<br />

di ricerca, è sede di scambi Erasmus intensissimi<br />

e crescenti.<br />

Anche qui ci ripromettiamo di fare qualcosa<br />

di nuovo. Per cominciare, partendo dalla<br />

constatazione che i nostri rapporti internazionali<br />

si concentrano su talune aree del<br />

mondo (il Mediterraneo e il mondo arabo,<br />

la Cina, l’America latina, gli Stati Uniti, alcuni<br />

paesi dell’Europa Comunitaria), contiamo<br />

di creare dei coordinamenti di area<br />

per i progetti attivi, in modo che sia noto


e condiviso lo stato delle relazioni area per<br />

area.<br />

Ma non penso solo a interventi conoscitivi:<br />

occorrerà anche insistere sulla strada, laboriosa<br />

ma qualificante, dei dottorati internazionali<br />

e in generale dei titoli di studio internazionalmente<br />

condivisi, che abbiamo<br />

cominciato a percorrere con successo; delle<br />

cattedre internazionali; della chiamata di<br />

studiosi stranieri di alta qualificazione entro<br />

i nostri quadri, di borse di studio per studenti<br />

di altri paesi.<br />

Per realizzare questi obiettivi contiamo di<br />

far fruttificare anche gli eccellenti rapporti<br />

che Roma Tre ha con le ambasciate e le istituzioni<br />

culturali straniere a Roma, con<br />

l’<strong>Università</strong> Italo-Francese e la sua omologa<br />

Italo-Tedesca, e di candidare sin dagli inizi<br />

a un ruolo internazionale qualificato la<br />

Scuola Superiore Roma Tre, in fase di progettazione,<br />

di cui ho già fatto cenno.<br />

Come ho detto prima, Roma Tre si sente<br />

oggi pronta a candidarsi come promotrice<br />

di progetti e iniziative per mettere a frutto<br />

le potenzialità insite nel fatto che l’area romana<br />

e laziale sono ricche di <strong>Università</strong> importanti,<br />

con specializzazioni variate, tradizioni<br />

diverse e vocazioni fortemente connesse<br />

al territorio. Puntiamo insomma a costruire<br />

davvero, nei fatti, un sistema universitario<br />

metropolitano e laziale, quale viene<br />

postulato da tempo, a vantaggio <strong>degli</strong><br />

studenti, della ricerca e della vitalità culturale<br />

del territorio. In questo sforzo sono sicuro<br />

che potremo contare sul sostegno delle<br />

istituzioni locali e, particolarmente, sulla<br />

collaborazione e l’intesa <strong>degli</strong> altri atenei ro-<br />

20<br />

mani e laziali, dai quali abbiamo ricevuto<br />

numerosi segnali in questo senso.<br />

3. LA COSTITUZIONE<br />

Come è sua tradizione, Roma Tre inaugura<br />

ogni suo <strong>anno</strong> <strong>accademico</strong> invitando a riflettere<br />

su un tema di grande rilievo civile.<br />

Quest’<strong>anno</strong>, tale tema è rappresentato dalla<br />

nostra Costituzione. Sono passati quasi sessant’anni<br />

dall’entrata in vigore della Carta<br />

Costituzionale. Il tempo trascorso, l’inevitabile<br />

distanza di questo testo dalle sue ragioni<br />

di origine, la richiesta diffusa di una<br />

sua revisione, la stessa difesa nostalgica e<br />

fondata su valori del passato: tutto sembrerebbe<br />

invitare a consegnare il discorso su di<br />

essa alla riflessione <strong>degli</strong> specialisti.<br />

È indiscutibile infatti che la Costituzione<br />

rappresenti un prodotto storico, ma essa è<br />

anche qualcosa di vivo, un testo del nostro<br />

tempo, un documento giuridico vivente.<br />

Spesso vengono trascurate proprio le idee<br />

fondative che sostengono la Costituzione, il<br />

"programma" che essa rappresenta, che non<br />

ha inteso essere un punto d’arrivo, ma di<br />

partenza. La Costituzione, infatti, esprime e<br />

alimenta un forte ethos civile: il suo richiamo<br />

ai "doveri inderogabili" della "solidarietà<br />

politica, economica e sociale", il "compito"<br />

di "rimuovere" gli "ostacoli" che, limitando<br />

"la libertà e l’uguaglianza dei cittadini", impediscono<br />

"l’effettiva partecipazione di tutti",<br />

il ripudio della guerra, la sottolineatura<br />

del dovere di tutti di "concorrere alle spese<br />

pubbliche" in ragione della "capacità contributiva",<br />

rappresentano non solo principi


di carattere normativo, ma richiami all’impegno<br />

e alla coscienza civile di tutti.<br />

In questo quadro l’<strong>Università</strong> come collettività<br />

di studenti e docenti non deve formare<br />

solo professionisti capaci, ma cittadini<br />

in grado di dispensare le loro competenze<br />

e il loro sapere critico come un contributo<br />

ai vincoli collettivi. Se mancano questi valori,<br />

il viaggio di ricerca e di formazione che<br />

l’<strong>Università</strong> favorisce è concluso prima ancora<br />

di iniziare.<br />

Per tutti questi motivi, specie nella fase che<br />

attraversa oggi il paese, all’apertura di una<br />

possibile stagione di riforme costituzionali,<br />

appare importante che il mondo dell’università,<br />

in tutte le sue componenti, e in particolare<br />

in quella rappresentata dagli studenti,<br />

rifletta a fondo sulla Costituzione repubblicana.<br />

Espressione di questo sentimento è l’invito<br />

di tenere la prolusione che abbiamo rivolto<br />

al prof. Valerio Onida, Presidente della<br />

Corte Costituzionale, oltre che autorevolis-<br />

21<br />

simo membro della comunità accademica.<br />

Ringrazio vivamente il Presidente prof.<br />

Onida di aver accettato, e mi accingo, dopo<br />

l’intervento dei rappresentanti <strong>degli</strong> studenti<br />

e del personale tecnico - amministrativo<br />

e bibliotecario, a dargli volentieri la parola.<br />

In conclusione dichiaro solennemente aperto<br />

l’<strong>anno</strong> <strong>accademico</strong> <strong>2004</strong>-<strong>2005</strong>, XIII del<br />

nostro Ateneo.


Magnifico Rettore, Autorità, Illustri<br />

Professori, Cari Colleghi, Personale<br />

Tecnico - Amministrativo e Bibliotecario,<br />

Signore e Signori, sono onorato di essere<br />

qui oggi con Voi, in rappresentanza di tutte<br />

le studentesse e gli studenti di questo<br />

Ateneo.<br />

É tradizione che in occasione di questo importante<br />

appuntamento si stili un bilancio<br />

delle attività svolte nell’<strong>anno</strong> appena trascorso<br />

e che da questa esperienza si traggano<br />

utili spunti per una profonda riflessione<br />

che getti solide basi per i progetti e<br />

le ambizioni future.<br />

Il nostro Ateneo è ormai una realtà matura<br />

ed affermata nel panorama <strong>degli</strong> atenei<br />

italiani, e durante gli anni del suo primo sviluppo<br />

ha saputo orientare la sua capacità<br />

progettuale in una direzione coerente e<br />

competitiva in ambito locale e nazionale,<br />

forte del suo modello innovativo, dinamico,<br />

pronto a recepire rapidamente gli stimoli del<br />

territorio e del mondo produttivo.<br />

Un modello che si è dimostrato tanto efficace<br />

grazie al forte legame e coinvolgimento<br />

di tutte le componenti in esso espresse,<br />

ed in particolare della collaborazione tra istituzioni<br />

accademiche e corpo studentesco.<br />

Rivolgendo lo sguardo a quest’ultimo <strong>anno</strong><br />

è doveroso considerare i nuovi ed importanti<br />

stimoli di trasformazione e sviluppo<br />

Intervento<br />

del Rappresentante <strong>degli</strong> Studenti<br />

23<br />

che h<strong>anno</strong> investito l’istituzione universitaria<br />

mobilitando tutte le componenti di questo<br />

ateneo, con obiettivi condivisi o con diverse<br />

aspirazioni, ma nel rispetto di un confronto<br />

democratico capace di arricchire la<br />

nostra eterogenea comunità, sempre viva e<br />

percorsa da molteplici fervori culturali.<br />

Ricordiamo innanzitutto il dibattito sullo<br />

Stato Giuridico dei Docenti, che pur inte-


essando, apparentemente, la sola componente<br />

docente della nostra comunità, avrebbe<br />

in realtà conseguenze diffuse e radicali<br />

sull’intera struttura didattica <strong>degli</strong> atenei<br />

Italiani, investendo così le future generazioni<br />

di studenti. É dunque in nome del<br />

profondo connubio tra la ricerca e la didattica,<br />

su cui da sempre si basa il nostro<br />

modello formativo, che gli studenti h<strong>anno</strong><br />

sentito forte la responsabilità ed il bisogno<br />

di condividere i temi che h<strong>anno</strong> mobilitato<br />

l’intera comunità accademica italiana.<br />

Riteniamo sia sensato, a questo punto, che<br />

l’unità della nostra comunità accademica si<br />

protragga nel tempo in vista dell’imminente<br />

discussione sull’ipotesi del nuovo, ulteriore,<br />

riassetto della didattica, al fine di<br />

un’auspicabile ripetersi del risultato già ottenuto.<br />

Inoltre, nel corso di questo <strong>anno</strong> <strong>accademico</strong>,<br />

si è concluso il primo ciclo di studi<br />

della riforma Berlinguer che in passato ci ha<br />

chiamati ad una importante riedificazione<br />

24<br />

della struttura didattica e organizzativa: è<br />

dunque auspicabile che in tutte le opportune<br />

sedi vi siano momenti di confronto e che<br />

concrete siano le riflessioni sul bilancio del<br />

percorso intrapreso, al fine di conseguire la<br />

necessaria preparazione affinché la<br />

Conferenza Didattica di Ateneo, prevista<br />

nel corso di questo <strong>anno</strong>, si dimostri non<br />

solo una occasione concreta per l’analisi dei<br />

traguardi conseguiti, ma anche un impulso<br />

positivo, che dia nuovo slancio per la valorizzazione<br />

<strong>degli</strong> obiettivi didattici e formativi<br />

di Roma Tre, obiettivi nei quali ancora<br />

una volta si dimostrino coese tutte le componenti<br />

nell'intento di operare adeguamenti<br />

e correzioni delle problematiche emerse<br />

in questi anni, evitando, però, il pericoloso<br />

errore di rincorrere chimere di falsa innovazione<br />

che rischiano di portare al collasso<br />

strutturale la didattica.<br />

Importanti sono anche gli aspetti e le dinamiche<br />

che più strettamente riguardano l’amministrazione<br />

del nostro Ateneo in relazio-


ne ad un numero <strong>degli</strong> studenti che oramai<br />

si è attestato sulle 40.000 unità e che oggi<br />

ci spinge a conseguire non più la crescita<br />

organica, ma il perfezionamento <strong>degli</strong> standard<br />

qualitativi nei servizi e nelle strutture.<br />

L’intenso lavoro nella gestione delle strutture<br />

portato avanti in seno al Consiglio di<br />

Amministrazione chiude idealmente un ciclo<br />

di crescita esponenziale della popolazione<br />

studentesca e segna la strada di un<br />

percorso di consolidamento e pianificazione<br />

attraverso cui auspichiamo si possano riqualificare<br />

e valorizzare gli spazi, per conseguire<br />

i più elevati standard di funzionalità<br />

e vivibilità che da sempre h<strong>anno</strong> contraddistinto<br />

le politiche di sviluppo sul territorio<br />

di Roma Tre.<br />

A tal riguardo è doveroso citare, tra i molteplici<br />

cantieri in via di chiusura, le nuove<br />

sedi nell’area di via Silvio D’Amico, non dimenticando<br />

le recenti acquisizioni di immobili<br />

che già ospitavano sedi importanti di<br />

alcune facoltà e la futura sfida per il completamento<br />

del polo scientifico nell'area dell'ex<br />

vasca navale. Obiettivi, questi, la cui<br />

condizione necessaria per il loro raggiungimento<br />

è, ancora una volta, la prosecuzione<br />

di una attenta politica di dialogo con la<br />

componente studentesca, anche in fase di<br />

assegnazione <strong>degli</strong> spazi.<br />

Altresì riteniamo auspicabile, in questo nuovo<br />

quadro di riqualificazione e assestamento,<br />

la ridefinizione, nel corso di questo <strong>anno</strong><br />

<strong>accademico</strong>, del contributo <strong>degli</strong> studenti<br />

alle risorse finanziarie dell'Ateneo, e che<br />

questa veda fattivamente coinvolta la comunità<br />

studentesca, a fronte della ferma<br />

25<br />

convinzione che a tale ridefinizione debba<br />

far fronte un proporzionale adeguamento<br />

dei servizi preesistenti, con un nuovo e<br />

profondo impegno nei riguardi della qualità<br />

e della adeguatezza di tali servizi ai reali bisogni<br />

della comunità studentesca.<br />

Guardiamo positivamente e con fiducia all'istituzione<br />

di figure quali lo studente parttime<br />

che conferma l'attenzione che questo<br />

Ateneo ha nei riguardi di una categoria sempre<br />

più diffusa di fruitori atipici, certi che<br />

il futuro dell'università non possa prescindere<br />

da una attenta analisi di tutti gli aspetti<br />

istituzionali e amministrativi che investono<br />

questo nuovo soggetto e la sua interazione<br />

con la realtà esistente.<br />

Importante e decisivo è anche il perseguimento<br />

ed il rafforzamento di tutte le politiche<br />

per gli studenti mantenendo alta l'attenzione<br />

in particolare sul diritto allo studio<br />

e su quei servizi fondamentali che ne<br />

consentono l'attuazione; auspichiamo dunque<br />

che in tale direzione sempre più stretti<br />

e proficui diventino i rapporti con gli organi<br />

e le istituzioni preposti a garantire tale<br />

diritto, con la certezza diffusa che il consolidamento<br />

e l'innovazione di questo<br />

Ateneo debba avere solide basi nel rafforzamento<br />

dei servizi che lo h<strong>anno</strong> sostenuto<br />

e reso competitivo nel passato.<br />

Inoltre, al fine di conseguire obiettivi formativi<br />

sempre più alti, e di elevata spendibilità<br />

nell'ambito della realtà lavorativa europea,<br />

la comunità studentesca di Roma Tre,<br />

che negli anni si è attestata come una delle<br />

più attive nell'ambito dei progetti di scambio<br />

culturale europeo ed internazionale, sen-


te come prioritario un potenziamento dei<br />

servizi offerti dal Centro Linguistico di<br />

Ateneo al fine di consentire una sempre<br />

maggiore implementazione di questo aspetto<br />

ormai fondamentale alla formazione nei<br />

cicli didattici preesistenti o di nuova concezione.<br />

É dunque innegabile che un ciclo di crescita<br />

e di formazione si sta chiudendo alle nostre<br />

spalle, ma altrettanto forte è la convinzione<br />

che la maturità e l'esperienza acquisita<br />

nelle scelte e nelle sfide del passato apra<br />

nuovi e stimolanti orizzonti di crescita. Gli<br />

obiettivi di alto livello che ci prefiggiamo di<br />

raggiungere, richiedono un diffuso lavoro di<br />

riorganizzazione delle forze e una progettualità<br />

futura che posi le sue basi sulla valorizzazione<br />

del passato e sulla ricerca di<br />

una qualità dei servizi e della didattica che<br />

consenta ancora una volta a questo Ateneo<br />

di essere pionieristico sul nostro territorio.<br />

É con questa rinnovata convinzione che<br />

porgo a tutti Voi qui presenti e alla comu-<br />

26<br />

nità accademica tutta, a nome delle studentesse<br />

e <strong>degli</strong> studenti di questo Ateneo, un<br />

profondo augurio per un <strong>anno</strong> che di certo<br />

ci vedrà protagonisti di importanti scelte<br />

per le sfide future.<br />

Sig. Domenico Izzo<br />

Presidente Consiglio <strong>degli</strong> Studenti


Buongiorno e un caro saluto a tutti. Sono<br />

Simona Fabrizi e lavoro da oltre cinque<br />

anni al Centro di servizi di Ateneo per le<br />

biblioteche del Sistema bibliotecario di<br />

Ateneo.<br />

Mi fa molto piacere avere avuto la possibilità<br />

di parlare in questa <strong>inaugurazione</strong>, cioè<br />

nell’<strong>anno</strong> in cui uno dei punti critici che più<br />

ci ha penalizzato ultimamente, il blocco delle<br />

assunzioni nella pubblica amministrazione,<br />

sembra essere stato alleviato. La recente<br />

“iniezione” di circa 50 unità di personale<br />

permette a tutti noi colleghi di poter riprendere<br />

il respiro e di poter finalmente pianificare<br />

il nostro operato al fine di poter rispondere<br />

agli standard di qualità richiesti<br />

oggi agli atenei. La sensazione prevalente<br />

avvertita negli ultimi anni è che si lavorasse<br />

tutti sempre in emergenza senza una pianificazione<br />

adeguata. E con tutti intendo dire<br />

veramente tutti, ma con un occhio di riguardo<br />

per quei tanti colleghi che, proprio<br />

per la difficile congiuntura nazionale, si sono<br />

trovati ad operare garantiti soltanto da<br />

contratti atipici e precari. Sappiamo che il<br />

loro lavoro ha permesso al nostro Ateneo<br />

di raggiungere un livello più che soddisfacente<br />

nel panorama <strong>degli</strong> atenei italiani e ci<br />

auguriamo che possano continuare a dare il<br />

loro contributo in maniera stabile.<br />

Durante un’occasione di formazione ho im-<br />

Intervento<br />

del Rap p resentante del Pe rs o n a l e<br />

Te c n i c o - A m m i n i s t at rivo<br />

e Bibl i o t e c a r i o<br />

27<br />

parato una frase che amo molto: “dietro<br />

ogni problema si nasconde un’opportunità”.<br />

Il nostro problema è stato l’emergenza di<br />

lavorare in un Ateneo in fortissima espansione,<br />

senza che il nostro numero crescesse<br />

proporzionalmente. Ma siamo riusciti a<br />

dare risposte: l’emergenza in qualche modo<br />

ha contribuito a creare una rete trasversale<br />

di relazioni tra colleghi che è quel tipo di


ealtà organizzativa che le più moderne teorie<br />

sull’organizzazione auspicano.<br />

Sarà dunque positivo sostenere questo tipo<br />

di organizzazione: facilitando un generale<br />

processo di comunicazione tra dipendenti<br />

per operare in un ambiente di totale coerenza<br />

e sinergia <strong>degli</strong> atti istituzionali; un<br />

ambiente in cui le peculiarità di ciascuna<br />

componente, tecnica amministrativa bibliotecaria,<br />

siano un arricchimento le une per<br />

le altre ; ma anche valorizzando le at t i t u d i n i<br />

e le competenze dei colleghi e delle colleg h e,<br />

favo rendone il benessere psich i c o, fisico ed<br />

economico in un’ottica di crescita ge n e ra l e<br />

della pers o n a , at t rave rso un’ attenzione costante<br />

alla qualità del lavo ro, at t rave rso una<br />

facilitazione all’accesso a fo rme di fl e s s i b i l i t à<br />

o ra r i a , at t rave rso il pro s eguimento del programma<br />

sulla fo rmazione permanente che risponda<br />

alle specifiche esige n ze pro fe s s i o n a l i<br />

di ciascuno, at t rave rso una puntuale at t e nzione<br />

alla valutazione e anche at t rave rso progetti<br />

ad hoc, come ad esempio quello sulla<br />

polizza sanitaria ed altri che rendono accessibili<br />

economicamente at t ività sport ive, c u lt<br />

u ra l i , e c c, altrimenti non possibili.<br />

Perché, anche quest’<strong>anno</strong> che siamo aumentati,<br />

dobbiamo dare risposte, tante e di<br />

qualità. Conosco personalmente le prospettive<br />

future del Sistema bibliotecario di<br />

Ateneo e le possibilità che gli sono state date<br />

per il prossimo biennio - come per esempio<br />

l’innovazione di alcune sedi - con un<br />

sostanzioso incremento del suo finanziamento.<br />

Ma vedo anche che le strutture crescono<br />

giorno dopo giorno nel quartiere a<br />

testimonianza della tendenza di sviluppo<br />

28<br />

dell’intero Ateneo, che permetterà anche<br />

una migliore vivibilità in alcuni uffici ora sovraffollati.<br />

Le tempistiche dei progetti di sostegno<br />

alla rete del personale tecnico - amministrativo<br />

e bibliotecario non sono di<br />

breve termine, ma si può iniziare a lavorare<br />

con fiducia, anche constatando che le<br />

istanze vengono accolte. Penso per esempio<br />

allo scorso giugno, quando per la prima volta<br />

abbiamo potuto partecipare all’elezione<br />

del Rettore, dopo che si è concluso il lungo<br />

iter di modifica del nostro Statuto, necessario<br />

per poter finalmente abbracciare<br />

questo principio di democrazia, non ancora<br />

ampiamente diffuso nel panorama universitario<br />

italiano, ma che altresì caratterizza<br />

e qualifica il nostro Ateneo.<br />

Mi fa molto piacere parlare oggi dinanzi al<br />

Presidente Onida a cui diamo il nostro più<br />

caloroso benvenuto. La sua presenza ci ricorda<br />

che un ateneo è anche uno <strong>degli</strong> strumenti<br />

a cui la Repubblica ha affidato il compito<br />

di rimuovere gli ostacoli che impediscono<br />

il pieno sviluppo della persona umana;<br />

ci ricorda che i valori guida di un ateneo,<br />

la promozione dello sviluppo della cultura<br />

e la ricerca scientifica e tecnica sono<br />

sanciti dalla Costituzione, la quale, proprio<br />

per raggiungere questi scopi, ha garantito<br />

per gli atenei, nei limiti stabiliti dalle leggi<br />

dello Stato, il diritto di darsi ordinamenti autonomi.<br />

Vi ringrazio e auguro un buon <strong>anno</strong> di lavoro<br />

a tutti.<br />

Dott.ssa Simona Fabrizi<br />

Centro servizi di Ateneo per le Biblioteche


Prolusione<br />

del Prof. Valerio Onida<br />

Presidente della Corte Costituzionale<br />

Magnifico Rettore, Autorità, cari<br />

Colleghe e Colleghi, Signore e Signori,<br />

la mia non sarà una vera e propria prolusione,<br />

secondo la tradizione accademica di<br />

una lezione articolata su di un argomento<br />

scientifico: sarà piuttosto un semplice breve<br />

abbozzo di riflessione su un tema che ci<br />

riguarda tutti come cittadini.<br />

I costituenti francesi del 1789 affermarono<br />

che “una società nella quale non è assicurata<br />

la garanzia dei diritti, e non è stabilita<br />

la separazione dei poteri, non ha<br />

Costituzione”. Si può notare come con questa<br />

affermazione non solo si dia del costituzionalismo<br />

una nozione non meramente<br />

formale della Costituzione (vista come insieme<br />

di regole fondamentali - quali che esse<br />

siano - diretta a disciplinare la vita dello<br />

Stato e i suoi rapporti con i cittadini), bensì<br />

contenutistica; ma si dia anche preminente<br />

risalto, in relazione ai contenuti della<br />

Costituzione, non già ai criteri di legittimazione<br />

del potere, e così al principio democratico<br />

o a quello rappresentativo, ma piuttosto<br />

ai limiti che debbono essere frapposti<br />

al potere medesimo e al suo esercizio.<br />

É ancora attuale questa concezione del contenuto<br />

e della funzione della Costituzione?<br />

La risposta a questo quesito, a mio giudizio,<br />

deve essere senz’altro positiva.<br />

Come è noto, la divisione o separazione dei<br />

29<br />

poteri, che originariamente investiva essenzialmente<br />

il rapporto fra potere legislativo<br />

da un lato, potere esecutivo (oltre che giudiziario)<br />

dall’altro, e cioè il rapporto fra chi<br />

era chiamato a deliberare le leggi e chi era<br />

chiamato ad applicarle, ha visto in seguito<br />

attenuarsi, se non perdersi del tutto, questo<br />

significato. L’espansione del principio democratico<br />

ha ricondotto ad un’unica fonte


di legittimazione i poteri legislativo ed esecutivo,<br />

e all’affermarsi, specie in Europa, di<br />

forme di governo improntate ad uno stretto<br />

coordinamento fra di essi, fra di loro collegati<br />

dal rapporto fiduciario del Governo<br />

con la maggioranza parlamentare. L’attività<br />

legislativa è divenuta parte integrante ed essenziale<br />

dell’attività di governo, non solo attraverso<br />

il più largo uso di forme di legislazione<br />

delegata o comunque di fonti normative<br />

facenti capo al Governo, ma anche<br />

attraverso il controllo sempre più stretto da<br />

parte del Governo delle deliberazioni legislative<br />

del Parlamento, secondo il noto<br />

schema del Governo come “comitato direttivo”,<br />

e non già “comitato esecutivo”, della<br />

maggioranza parlamentare.<br />

Non che sia venuto meno del tutto il significato<br />

della ripartizione di compiti fra<br />

Governo e Parlamento, soprattutto in relazione<br />

al ruolo che in quest’ultimo è svolto<br />

dalla opposizione: ma certo non si può parlare<br />

di una separazione e di una reciproca<br />

indipendenza fra questi due poteri nel senso<br />

originario.<br />

Dove invece, per converso, il principio di<br />

separazione dei poteri si è sviluppato e perfezionato<br />

è con riguardo al potere giudiziario,<br />

che da apparato sostanzialmente facente<br />

capo all’esecutivo, sia pure con forme più<br />

o meno avanzate di autonomia, è divenuto<br />

sempre più nettamente apparato distinto ed<br />

effettivamente indipendente dal Governo e<br />

dal Parlamento.<br />

A ciò si è aggiunto l’affermarsi di altri poteri<br />

dotati di uno statuto di indipendenza e<br />

di ruoli di garanzia, o comunque di funzio-<br />

30<br />

ni nettamente separate da quelli del conti -<br />

nuum Governo-Parlamento: dal Capo dello<br />

Stato nei regimi parlamentari, agli organi di<br />

giustizia costituzionale, alle cosiddette autorità<br />

amministrative indipendenti.<br />

Così che oggi si può forse dire che il vero<br />

significato costituzionale del principio di divisione<br />

dei poteri consiste nella separazione<br />

e nella reciproca indipendenza fra poteri<br />

di governo o politici da un lato, poteri di<br />

garanzia dall’altro lato.<br />

Alla distinzione dei relativi ruoli corrisponde<br />

una netta differenziazione quanto a fonti<br />

di legittimazione. I primi, i poteri politici,<br />

rispondono al criterio di legittimazione<br />

democratico-elettivo, caratterizzato dalla regola<br />

di maggioranza; i secondi, i poteri di<br />

garanzia, trovano la loro fonte di legittimazione<br />

non già o non principalmente nella<br />

derivazione democratica, bensì nei compiti<br />

ad essi affidati di salvaguardia dei diritti e<br />

delle regole costituite, e nei requisiti di competenza<br />

e indipendenza che essi debbono<br />

possedere.<br />

Se il Presidente della Repubblica, in una<br />

Repubblica parlamentare, è un potere prevalentemente<br />

di garanzia, ma tuttavia vicino<br />

e strettamente legato, quanto a fonte di<br />

legittimazione e a modi di attività, ai poteri<br />

politici, gli apparati di tipo giurisdizionale<br />

sono invece per lo più privi di legittimazione<br />

democratica: la fonte e la ragione del<br />

loro potere non sta nella volontà della maggioranza<br />

elettorale o parlamentare, ma, al<br />

contrario, nel ruolo ad essi affidato di assicurare<br />

con competenza e indipendenza il rispetto<br />

dei limiti frapposti ai poteri politici,


a garanzia dei diritti di tutti e dell’osservanza<br />

delle regole.<br />

Questo elemento non costituisce però una<br />

deroga o una causa di incompleta attuazione<br />

del principio democratico. La democrazia,<br />

nel senso costituzionale in cui noi la intendiamo,<br />

esige anzi proprio che il sistema<br />

rappresentativo e la regola di maggioranza<br />

si fermino e cedano il campo là dove si tratta<br />

dei poteri di garanzia, il cui compito è<br />

proprio quello di salvaguardare i limiti costituzionali<br />

al potere della maggioranza. La<br />

“garanzia dei diritti”, che secondo i costituenti<br />

francesi doveva essere assicurata, insieme<br />

alla divisione dei poteri, perché potesse<br />

parlarsi di Costituzione, richiede infatti<br />

di essere affidata a soggetti e procedure nettamente<br />

distinti da quelli in cui si esprime<br />

il potere democratico della maggioranza, e<br />

da essi indipendenti, trattandosi di assicurare<br />

l’osservanza dei limiti che si frappongono<br />

soprattutto della stessa maggioranza.<br />

Se questo è dunque, oggi, il senso profondo<br />

della divisione dei poteri, risulta chiaro<br />

anzitutto come non possano accettarsi concezioni<br />

tendenti a ridurre il rango e lo sta -<br />

tus dei poteri di garanzia, in base all’argomento<br />

che essi non sono democraticamente<br />

legittimati dalla volontà popolare, cioè<br />

della maggioranza. La concezione costituzionale<br />

si fonda contemporaneamente sulla<br />

affermazione del potere della maggioranza<br />

e sulla garanzia dei limiti che esso incontra.<br />

La Costituzione non si fonda su una concezione<br />

“assoluta” della sovranità popolare,<br />

a cui ogni potere debba in definitiva ricondursi<br />

nella sua fonte di legittimazione e nel-<br />

31<br />

le sue modalità di esercizio, ma sull’idea di<br />

una “sovranità” (e forse questo stesso termine,<br />

nel suo significato storico, deve ormai<br />

ritenersi inadeguato) che si esercita non<br />

solo nelle “forme”, ma anche nei “limiti”<br />

della Costituzione stessa (art. 1, secondo<br />

comma).<br />

Il concetto di limite, dunque, è coessenziale<br />

all’esercizio del potere, e, se limite vi deve<br />

essere, non può non esservi qualcuno<br />

chiamato ad assicurarne il rispetto effettivo,<br />

e questi non può essere lo stesso titolare del<br />

potere esercitato: occorrono, quindi poteri<br />

di garanzia.<br />

Poteri politici - operanti in base al criterio<br />

della maggioranza - e poteri di garanzia sono<br />

entrambi necessari, sullo stesso piano,<br />

per il funzionamento della democrazia costituzionale.<br />

Quando ad esempio qualcuno<br />

si richiama all’espressione dell’art. 104 della<br />

Costituzione - “la magistratura costituisce<br />

un ordine autonomo e indipendente da ogni<br />

altro potere” - per marcare la presunta differenza<br />

fra “ordine” e “potere” e la conseguente<br />

inconfigurabilità di un vero potere<br />

giudiziario, dimentica questo dato.<br />

Se ciò è vero, si capisce che tra poteri politici<br />

e poteri di garanzia possano manifestarsi<br />

forme di fisiologica tensione, se non<br />

di contrapposizione dialettica, com’è naturale<br />

fra chi è chiamato ad operare entro limiti<br />

dati, e chi è chiamato a far valere in<br />

concreto tali limiti. Ciò non deve scandalizzare.<br />

In effetti, si tratta di poteri destinati<br />

in qualche modo a confrontarsi, più che<br />

a collaborare. Perciò non è forse del tutto<br />

proprio invocare, a proposito dei rapporti


fra poteri politici e poteri di garanzia, il<br />

principio di leale collaborazione, che la giurisprudenza<br />

costituzionale e la stessa<br />

Costituzione richiama come regola nei rapporti<br />

fra poteri (specie fra poteri centrali e<br />

periferici). In realtà, fra poteri politici e poteri<br />

di garanzia, in particolare poteri giudiziari,<br />

la cifra dominante non è data tanto<br />

dalla collaborazione in senso stretto, quanto<br />

dalla distinzione dei compiti, dal reciproco<br />

rispetto e dalla reciproca lealtà.<br />

Che si possano dare momenti di contrasto<br />

o persino di polemica fra poteri politici e di<br />

garanzia non è di per sé, dunque, un fattore<br />

o un segno di crisi del sistema costituzionale,<br />

finché l’equilibrio fra i due ordini<br />

di poteri si mantiene saldo.<br />

L’elemento fondamentale per giudicare della<br />

salute del sistema, in un regime di divisione<br />

dei poteri, è appunto l’equilibrio, nel<br />

senso cioè che ciascuno dei due sottosistemi<br />

eviti o riduca al minimo i rischi di violazione<br />

dei propri confini, i rischi di cede-<br />

32<br />

re alla tentazione dell’onnipotenza.<br />

I poteri politici, caratterizzati dalla massima<br />

libertà nella determinazione del contenuto<br />

delle proprie decisioni e nella stessa scelta<br />

<strong>degli</strong> oggetti su cui intervenire (avendo essi<br />

quasi sempre la facoltà di determinare il<br />

proprio ordine del giorno) non dovrebbero<br />

mai dimenticare di operare in un quadro che<br />

ha dei confini e dei limiti, a guardia dei quali<br />

st<strong>anno</strong> i poteri di garanzia. Più che non<br />

il rischio di adottare decisioni che si presentino<br />

in aperto e frontale contrasto con i<br />

vincoli costituzionali (il che, in un regime<br />

non autoritario, è evenienza poco probabile)<br />

è sempre in agguato la tentazione di<br />

sfuggire ad essi o di aggirarli con tecniche<br />

più o meno furbesche, o forzando i confini<br />

e i caratteri <strong>degli</strong> strumenti di cui si dispone.<br />

Si pensi, per portare un esempio non<br />

recentissimo, al fenomeno dell’abuso della<br />

decretazione d’urgenza invalso negli anni<br />

Ottanta e Novanta, con la tecnica della ripetuta<br />

reiterazione dei decreti legge non


convertiti tempestivamente dal Parlamento,<br />

fino a quando una decisione della Corte costituzionale,<br />

nell’esercizio del suo potere di<br />

garanzia, non lo ha bloccato.<br />

A loro volta, i poteri di garanzia (che a differenza<br />

dei primi non h<strong>anno</strong> normalmente<br />

la disponibilità della propria agenda, e operano<br />

a tutela di regole e principi predeterminati,<br />

quindi sulla base di parametri precostituiti)<br />

non dovrebbero mai cedere alla<br />

tentazione di sostituire proprie valutazioni<br />

di opportunità a quelle espresse nelle decisioni<br />

politiche, invadendo il campo delle<br />

scelte legislative o amministrative. Essi sono<br />

posti a guardia di confini, e debbono<br />

quindi essere tanto attenti a non occupare<br />

il campo all’interno di tali confini quanto<br />

fermi nell’impedire che questi vengano valicati<br />

dalle decisioni politiche.<br />

La politica come mero arbitrio, e il giudizio<br />

come improprio strumento di governo, sono<br />

i due pericoli contrapposti. Mi pare di<br />

poter dire, tuttavia, che, nel clima culturale<br />

oggi dominante, tentazioni ed episodi di uso<br />

improprio dello strumento giudiziario al di<br />

là della sua funzione di garanzia si diano,<br />

certamente, ma per lo più sul terreno di<br />

questioni prive di immediato e intenso impatto<br />

politico generale. Là dove la politica<br />

fa valere le proprie ragioni, gli organi di garanzia<br />

ispirano in genere le proprie scelte<br />

ad atteggiamenti di prudenza e di self re -<br />

straint, talvolta e da taluno perfino giudicati<br />

eccessivi.<br />

Non si può dire sempre lo stesso, forse, dell’uso<br />

dei poteri politici, che talvolta appare<br />

incline alla ricerca di strade atte ad eludere,<br />

33<br />

se non a contraddire apertamente, i vincoli<br />

costituzionali.<br />

Vero è che, se funzionano gli organi di garanzia,<br />

eventuali esorbitanze del potere politico<br />

trovano generalmente il loro rimedio<br />

e la loro sanzione, anche se non sempre<br />

tempestivamente, dati i meccanismi e i tempi<br />

richiesti nel sistema; mentre ci si chiede<br />

quali possano essere i rimedi ad eventuali<br />

esorbitanze dei poteri di garanzia. Insomma,<br />

secondo l’antico motto, quis custodiet custodes?<br />

Non è vero, peraltro, che i poteri politici<br />

siano inermi di fronte ad eventuali esorbitanze<br />

dei poteri di garanzia. Chi dispone, infatti,<br />

della legislazione ha per solito molte<br />

armi per conseguire legittimamente i suoi<br />

scopi anche in presenza di interventi interdittivi<br />

di organi di garanzia. Basti pensare<br />

all’uso della cosiddetta interpretazione autentica<br />

delle leggi, e cioè alla possibilità per<br />

il legislatore di smentire, con effetto anche<br />

per il passato, una interpretazione giurisprudenziale<br />

difforme dall’intento del primitivo<br />

legislatore: strumento che, secondo<br />

la giurisprudenza costituzionale, è pienamente<br />

ammissibile, sol che non siano in gioco<br />

principi costituzionali tali da precluderne<br />

l’efficacia naturalmente retroattiva.<br />

In ogni caso, il rimedio alle eventuali esorbitanze<br />

dei poteri di garanzia non può stare<br />

nell’indebolirne la funzione o nel ridurne<br />

la indipendenza. Nemmeno, a mio avviso,<br />

esso andrebbe cercato nella espansione<br />

di forme di immunità della politica e dei<br />

suoi organi rispetto al controllo dei poteri<br />

di garanzia. Le immunità sono eccezioni che<br />

la Costituzione stessa talvolta prevede, en-


tro limiti rigorosi e che devono restare tali.<br />

Esso va cercato piuttosto nelle stesse potenzialità<br />

interne dei sistemi di garanzia,<br />

spesso affidati, come nel caso del potere<br />

giudiziario, ad una pluralità di organi e di<br />

istanze, secondo lo schema del “potere diffuso”;<br />

o, in casi estremi, nel ruolo arbitrale<br />

affidato alla giustizia costituzionale, attraverso<br />

lo strumento del conflitto di attribuzioni,<br />

vera e propria valvola di chiusura del<br />

sistema dei poteri, azionabile davanti ad un<br />

organo che è esso stesso di garanzia, come<br />

la Corte costituzionale, ma che per la sua<br />

particolare posizione e le modalità stesse<br />

della sua formazione si colloca alla cerniera<br />

fra gli altri poteri ed è in grado anche di<br />

contrastare eventuali esorbitanze di organi<br />

giudiziari. La crescente frequenza, nel nostro<br />

paese, del ricorso a tale strumento, negli<br />

anni recenti, proprio nei rapporti fra organi<br />

politici e organi di garanzia, segnala<br />

l’intensificarsi di uno stato di tensione, e<br />

non è certo un segnale positivo. Resta però<br />

il fatto che lo strumento può validamente<br />

concorrere a mantenere gli equilibri costituzionali:<br />

come, per altro verso, negli ordinamenti<br />

che conoscono il ricorso costituzionale<br />

diretto a tutela dei diritti fondamentali,<br />

la giustizia costituzionale può svolgere<br />

un ruolo di controllo anche e proprio<br />

nei confronti dell’attività giudiziaria, dove<br />

siano in gioco appunto i diritti protetti dalla<br />

Costituzione.<br />

Nel lungo termine, la dialettica fra organi<br />

politici e di garanzia può sfociare anche in<br />

modifiche nella interpretazione o persino<br />

nella formulazione dei precetti costituzio-<br />

34<br />

nali. Nella storia sono ben noti i casi di evoluzioni<br />

dei sistemi costituzionali verificatesi<br />

in esito a periodi di conflitto: si pensi alla<br />

vicenda dell’affermarsi del New Deal negli<br />

Stati Uniti.<br />

É anche, in un certo senso, fisiologico che<br />

le spinte all’innovazione vengano per lo più<br />

dagli organi politici, che raccolgono di norma<br />

con maggiore intensità le istanze evolutive<br />

che si manifestano nella società, che<br />

non dai poteri giudiziari, che spesso svolgono<br />

un ruolo di salvaguardia e quindi di<br />

conservazione dei caratteri consolidati del<br />

sistema. Ciò si collega da un lato alla funzione<br />

di difesa dei valori dell’ordinamento<br />

in vigore, propria - e doverosamente propria<br />

- dei poteri di garanzia, dall’altro lato<br />

alla circostanza che le stesse modalità di investitura<br />

dei titolari <strong>degli</strong> organi di garanzia<br />

(sotto il profilo delle fonti di investitura e<br />

della durata dei mandati) conducono normalmente<br />

ad assicurare maggiore continuità<br />

nei relativi indirizzi, laddove gli organi politici<br />

riflettono di norma più rapidamente i<br />

mutamenti che si manifestano nella coscienza<br />

sociale e di conseguenza nell’elettorato.<br />

Questo fenomeno appartiene anch’esso alla<br />

fisiologia del funzionamento del sistema<br />

costituzionale. Peraltro, nonostante la forte<br />

spinta alla continuità che deriva dal peso dei<br />

precedenti nella giurisprudenza, nei tempi<br />

lunghi anche questa è in grado di recepire<br />

le spinte innovative presenti nel corpo sociale<br />

e di integrarle nella relativa continuità<br />

<strong>degli</strong> indirizzi. Fenomeni di interpretazione<br />

evolutiva della stessa Costituzione, specie in


presenza di Costituzioni consolidate e longeve<br />

come ormai ben può dirsi la nostra,<br />

sono ben possibili e non sono infrequenti.<br />

In casi estremi, anche il ricorso alla modifica<br />

del testo costituzionale, allo scopo di<br />

rendere possibili sviluppi normativi incompatibili<br />

col testo precedente, come interpretato<br />

dalla giurisprudenza, può concorrere ad<br />

assicurare l’evoluzione senza scosse del sistema.<br />

Tutti noi abbiamo presenti casi (da<br />

quello della integrazione dell’art. 111 della<br />

Costituzione in materia di giusto processo,<br />

a quello più recente della integrazione dell’<br />

a rt . 51 della Costituzione in materia di pari<br />

opportunità nell’accesso alle cariche elett<br />

ive) in cui le modifiche costituzionali delib<br />

e rate dal Pa rlamento si sono innestate su<br />

p recedenti indirizzi giurispru d e n z i a l i , t e ndendo<br />

in sostanza a smentirli o corregge rl i .<br />

Se infatti le scelte del legislatore ordinario<br />

sono soggette ad essere paralizzate dalla<br />

pronuncia di incostituzionalità, l’ultima parola<br />

può essere ancora detta dal legislatore<br />

della revisione costituzionale, a patto che le<br />

modifiche deliberate non vadano ad incidere<br />

sul nucleo essenziale e irrivedibile del tessuto<br />

costituzionale: anche se, come è ovvio,<br />

non è auspicabile un uso troppo frequente<br />

o non adeguatamente ponderato del delicato<br />

potere di revisione.<br />

Gli equilibri del sistema sono dunque in<br />

ogni caso assicurati, e nessun fantasma di<br />

un ipotetico “governo dei giudici” aleggia<br />

sul nostro sistema costituzionale.<br />

Quel tanto di fisiologica tensione che può<br />

manifestarsi nel rapporto fra organi politici<br />

e di garanzia non dovrebbe mai, in conclu-<br />

35<br />

sione, aprire la strada alla tentazione di intervenire<br />

non già sui temi concreti al cui<br />

proposito essa si manifesta, attraverso il dibattito,<br />

le modifiche legislative, l’evoluzione<br />

interpretativa, al limite il ricorso al potere<br />

di revisione, ma sull’equilibrio che deve caratterizzare<br />

il rapporto stesso. L’uso della legislazione<br />

o dello stesso potere di revisione,<br />

in altri termini, non dovrebbe mai rispondere<br />

all’intento o rivestire la portata di<br />

un indebolimento delle garanzie e dei relativi<br />

poteri, o di interventi sulla struttura e<br />

sullo status dei medesimi poteri, diretti a piegarne<br />

o a condizionarne gli orientamenti. Si<br />

rischierebbe, altrimenti, non già di coltivare


una normale dialettica istituzionale, ma di<br />

intaccare gli equilibri essenziali del sistema,<br />

e di abbandonare la strada maestra della divisione<br />

dei poteri, a vantaggio di forme di<br />

accentuata concentrazione di essi, pericolose<br />

per la vita democratica del paese.<br />

Roma, 19 gennaio <strong>2005</strong><br />

36


GUIDO FABIANI<br />

Rettore dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> Roma Tre<br />

dal 1998.<br />

E’ stato Preside della Facoltà di Economia<br />

“Federico Caffè” dal 1° novembre 1992 al<br />

31 ottobre 1998.<br />

Professore ordinario di Politica Economica.<br />

Laureato in Scienze Agrarie, ha abbandonato<br />

gli studi agronomici per specializzarsi<br />

in problemi dello sviluppo economico del<br />

Mezzogiorno alla scuola di Manlio Rossi-<br />

Doria in Portici e in Teoria della<br />

Pianificazione. Su quest’ultimo tema ha studiato<br />

in particolare i problemi della pianificazione<br />

economica in URSS, come visiting<br />

researcher alla London School of Economics,<br />

con Peter Wiles e Alfred Zauberman.<br />

Ha insegnato nelle Facoltà di<br />

Giurisprudenza (<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> di<br />

Salerno), di Economia (<strong>Università</strong> <strong>degli</strong><br />

<strong>Studi</strong> di Modena), di Agraria e di Economia<br />

(<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> di Napoli) e di<br />

Economia (<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> di Roma<br />

Profili<br />

37<br />

“La Sapienza” e <strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong><br />

Roma Tre).<br />

Nel tempo ha tenuto corsi di Teoria della<br />

pianificazione economica, Economia dei<br />

mercati agricoli, Economia Agraria, Politica<br />

economica agraria ed Economia dell’ambiente.<br />

É stato tra i più stretti collaboratori di<br />

Manlio Rossi-Doria. Con lui ha partecipato<br />

a ricerche che h<strong>anno</strong> caratterizzato negli<br />

anni sessanta/settanta, assieme ai lavori di<br />

Fuà, Sylos Labini e Saraceno, l’intervento di<br />

programmazione territoriale e regionale.<br />

I suoi interessi vertono sui problemi dell’agricoltura<br />

italiana e internazionale e sui problemi<br />

della programmazione territoriale regionale.<br />

I suoi principali lavori sono stati pubblicati<br />

con Il Mulino, Einaudi e Franco Angeli. Un<br />

suo volume “L’agricoltura italiana tra sviluppo<br />

e crisi”, Il Mulino, 1986, rappresenta<br />

una delle analisi più compiute del settore<br />

primario in Italia, è stato oggetto di più edizioni<br />

e ristampe ed è uscito in edizione<br />

giapponese nel 1989. Altri suoi saggi sono<br />

stati tradotti in varie riviste in francese, inglese,<br />

spagnolo e portoghese.<br />

Ha collaborato sul piano scientifico con varie<br />

istituzioni nazionali e internazionali, tra


cui: ISTAT, Formez, Ministero<br />

dell’Ambiente, Ministero dell’Agricoltura,<br />

Cooperazione allo sviluppo, UE, CNEL,<br />

ONU, FAO, IPALMO. Ha partecipato alla<br />

valutazione del primo censimento dell’agricoltura<br />

cinese come componente di una<br />

commissione internazionale.<br />

È stato “Copeland fellow” all’Amherst<br />

College (Massachusetts, USA). È stato consigliere<br />

di amministrazione del Formez e<br />

Commissario Straordinario dell’INEA.<br />

È socio della Società Geografica Italiana e<br />

membro del Comitato di Presidenza della<br />

Conferenza dei Rettori delle <strong>Università</strong><br />

Italiane.<br />

MARIO MORGANTI<br />

Prorettore Vicario dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong><br />

Roma Tre.<br />

Nato a Roma il 25 maggio 1946, si è laureato<br />

in Ingegneria presso l’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong><br />

<strong>Studi</strong> di Roma “La Sapienza” nel 1971, dal<br />

novembre del 1990 è professore ordinario<br />

del settore scientifico-disciplinare di<br />

Idraulica.<br />

Dal 1992 è professore presso la Facoltà di<br />

Ingegneria dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> Roma<br />

Tre e afferisce al Dipartimento di Scienze<br />

dell’Ingegneria Civile, di cui è stato<br />

Direttore (1993-1998).<br />

La sua attività scientifica si è indirizzata ver-<br />

38<br />

so studi e ricerche sia nell’ambito sperimentale<br />

di laboratorio sia nel campo della<br />

modellazione teorico-numerica di fenomeni<br />

idrodinamici. I suoi prevalenti temi di ricerca<br />

sono: dinamica delle correnti idriche,<br />

stabilità idrodinamica e fenomenologia della<br />

turbolenza, modelli per la simulazione di<br />

flussi con moti di larga scala.<br />

Su questi argomenti ha pubblicato più di<br />

sessanta lavori, prevalentemente su riviste e<br />

volumi di edizione internazionale.<br />

Nell’ambito della sua attività scientifica è<br />

stato visiting professor presso la Brown<br />

University di Rhode Island e il M.I.T. di<br />

Boston; ha coordinato progetti di ricerca bilaterali<br />

Italia - Francia, in collaborazione con<br />

il Laboratorio di Ricerche del CNRS di<br />

Meudon. È membro dell’European<br />

Mechanics Society (EUROMECH) e<br />

dell’Associazione Italiana di Meccanica teorica<br />

e Applicata (AIMETA).<br />

RENATO MORO<br />

Prorettore dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> Roma<br />

Tre.<br />

Dal 1995 docente di Storia contemporanea<br />

presso la Facoltà di Scienze Politiche della<br />

<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> Roma Tre, aveva insegnato<br />

dal 1990, come professore ordinario,<br />

Storia dei partiti e dei movimenti politici<br />

presso Facoltà di Giurisprudenza (Corso


di laurea in Scienze Politiche) dell'<strong>Università</strong><br />

di Camerino. Dal 1993 al 1995 è stato<br />

Direttore dell'Istituto di <strong>Studi</strong> Storico-<br />

Giuridici, Filosofici e Politici della Facoltà<br />

di Giurisprudenza dell'<strong>Università</strong> di<br />

Camerino e dal 1998 al 2001 è stato<br />

Direttore del dipartimento di Istituzioni<br />

Politiche e Scienze Sociali dell'<strong>Università</strong><br />

<strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> Roma Tre. Attualmente è<br />

Presidente del Corso di laurea triennale in<br />

Scienze Politiche dell'<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong><br />

Roma Tre. È anche Direttore della Scuola<br />

dottorale in Scienze Politiche dell’<strong>Università</strong><br />

<strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> Roma Tre. È stato responsabile<br />

nazionale di programmi di ricerca del<br />

MIUR. É membro del consiglio del CRO-<br />

MA (Centro di Ateneo per lo studio di<br />

Roma) e del collegio dei docenti del Master<br />

in “Peacekeeping & Security <strong>Studi</strong>es”.<br />

I suoi interessi di ricerca riguardano principalmente<br />

il tema del rapporto tra ideologie<br />

politiche e società di massa, con particolare<br />

attenzione all'intreccio tra processo di<br />

modernizzazione, fenomeni politici (in particolare<br />

nazionalismo, razzismo, pacifismo)<br />

e dimensione religiosa.<br />

Tra i suoi libri: La formazione della classe<br />

dirigente cattolica (Il Mulino, 1979);<br />

Giuseppe Bottai - Don Giuseppe De Luca,<br />

Carteggio 1940-1957, curato assieme a<br />

Renzo De Felice (Edizioni di Storia e Letteratura,<br />

1989); La Chiesa e lo sterminio <strong>degli</strong><br />

ebrei (Il Mulino, 2002); Cattolicesimo e<br />

totalitarismo, curato assieme a Daniele<br />

Menozzi (Morcelliana, <strong>2004</strong>). Sono in corso<br />

di pubblicazione: Storia della pace (Il<br />

39<br />

Mulino, <strong>2005</strong>); Fascismo e Franchismo:<br />

Relazioni, immagini, rappresentazioni, curato<br />

assieme a Giuliana Di Febo (Rubbettino,<br />

<strong>2005</strong>); Guerra e pace nell’Italia del<br />

Novecento, curato assieme a Luigi Goglia e<br />

Leopoldo Nuti (Il Mulino, <strong>2005</strong>).<br />

Dirige assieme a Giuseppe Conti, Luigi<br />

Goglia e Mario Toscano “Mondo contemporaneo.<br />

Rivista di storia”, il cui primo numero<br />

viene pubblicato nel gennaio <strong>2005</strong>. Ha<br />

collaborato e/o collabora con le riviste<br />

“Storia contemporanea”, “Il Mulino”, “La<br />

rivista trimestrale”, con l’Istituto<br />

dell’Enciclopedia Italiana, con l’Ecole<br />

Française de Rome, con l'Istituto per la storia<br />

dell'Azione Cattolica e del movimento<br />

cattolico in Italia "Paolo VI", con la<br />

Fondazione R. Murri di Urbino, con<br />

l’Istituto regionale per la storia del movimento<br />

di liberazione nelle Marche, con le<br />

Edizioni di Storia e Letteratura.<br />

MARIA ROSARIA<br />

STABILI<br />

Prorettore dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> Roma<br />

Tre.<br />

Insegna Storia dell’America Latina presso la<br />

Facoltà di Lettere e Filosofia e afferisce al<br />

Dipartimento di <strong>Studi</strong> Storici Geografici<br />

Antropologici.<br />

Nata a Lecce nel 1950, si è laureata in<br />

Filosofia presso l'<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> di


Lecce nel 1972. Abbandonati gli studi filosofici,<br />

si è dedicata alla ricerca sulla storia<br />

contemporanea delle Americhe lavorando,<br />

dal 1973 al 1975, in qualità di research asso -<br />

ciate, presso il Dipartimento di Storia della<br />

University of California di Berkeley; nel<br />

1977, in qualità di fulbright fellow, presso la<br />

American University di Washington D.C. e<br />

dal 1982 al 1986, in qualità di profesora visi -<br />

tante, presso la Pontificia Universidad<br />

Católica de Chile, Santiago.<br />

Ricercatrice di Storia Contemporanea prima<br />

presso l’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> di Lecce e poi<br />

presso l’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> di Roma “La<br />

Sapienza”, in qualità di Ricercatrice di Storia<br />

e Istituzioni delle Americhe partecipa, nel<br />

1992, alla costituzione di Roma Tre. Dal<br />

1998 è Professore Associato di Storia e<br />

Istituzioni delle Americhe.<br />

Ha mantenuto nel tempo intensi e continuativi<br />

rapporti con le <strong>Università</strong> statunitensi,<br />

latinoamericane ed europee svolgendovi<br />

periodicamente attività di ricerca e docenza.<br />

Gli interessi di ricerca, inizialmente centrati<br />

sulla storia delle grandi imprese, del sindacalismo<br />

e della politica estera USA, si sono<br />

successivamente spostati sull’America latina<br />

con un’attenzione particolare alla storia<br />

politica e sociale del Cile contemporaneo,<br />

alla storia di genere e dei movimenti sociali<br />

per la difesa dei Diritti umani. La riflessione<br />

sulle forme storiche dello stato latinoamericano<br />

rappresenta il filo conduttore<br />

dei suoi lavori. Attualmente è impegnata<br />

nell’analisi comparativa dei processi di tran-<br />

40<br />

sizione democratica in atto in vari paesi della<br />

regione. La sua ricerca si riflette in un’ampia<br />

produzione di monografie e saggi, pubblicati<br />

in Italia e all’estero.<br />

È membro del comitato scientifico della rivista<br />

Historia; referee del Consiglio nazionale<br />

delle ricerche cileno (Conycit), membro del<br />

collegio dei docenti del Dottorato di <strong>Studi</strong><br />

Americani di Roma Tre.<br />

È altresì membro della Asociación Europea<br />

de Historiadores latinoamericanistas (AHI-<br />

LA) di cui, dal 2002, è Segretario generale;<br />

della Latin American <strong>Studi</strong>es Association;<br />

della Oral History Association; della Società<br />

Italiana delle Storiche (SIS), della Società<br />

Italiana di Storia Contemporanea (SISSCO);<br />

del Centro <strong>Studi</strong> di Politica Internazionale<br />

(CeSPI).<br />

Nel gennaio 2002 il Governo cileno le ha<br />

conferito il titolo di Commendatore<br />

dell’Ordine al merito “Gabriela Mistral” per<br />

l’educazione e la cultura.<br />

MARIO GIRARDI<br />

Preside della Facoltà di Scienze Matematiche,<br />

Fisiche e Naturali dal 1995.<br />

Professore Ordinario di Istituzioni di Analisi<br />

Superiore.<br />

È stato professore ordinario all'<strong>Università</strong> <strong>degli</strong><br />

<strong>Studi</strong> dell’Aquila e all'<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong><br />

di Roma “La Sapienza”.


Dal punto di vista scientifico si occupa di<br />

analisi non lineare, e in particolare di teoria<br />

dei punti critici, teoria di Morse e applicazioni<br />

alle soluzioni periodiche e omocline, sistemi<br />

Hamiltoniani, equazioni ellittiche.<br />

È autore di molte pubblicazioni scientifiche<br />

su riviste nazionali ed internazionali, e di alcuni<br />

libri tra cui “Teoria dei campi”<br />

(Feltrinelli, 1977).<br />

Collabora con Mathematical Reviews; è membro<br />

dell'Unione Matematica Italiana (UMI) e<br />

della International Federation of Nonlinear<br />

Analysis (IFNA); è stato invited speaker in oltre<br />

trenta conferenze a carattere internazionale.<br />

Nell'ambito <strong>degli</strong> organi di governo<br />

dell'<strong>Università</strong> ha ricoperto la carica di<br />

Consigliere d’Amministrazione presso<br />

l'<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> dell’Aquila e la carica<br />

di Direttore del Dipartimento di Matematica<br />

presso l'<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> Roma Tre (dal<br />

1993 al 1995).<br />

FRANCESCO SUSI<br />

Preside della Facoltà di Scienze della<br />

Formazione dal 1996.<br />

Professore ordinario di Storia della scuola e<br />

delle istituzioni educative e di Pedagogia interculturale,<br />

si è laureato in Filosofia presso<br />

l'<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> di Roma “La<br />

Sapienza”. È stato professore nella<br />

<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> di Roma “La<br />

41<br />

Sapienza” e nella <strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> di<br />

Siena.<br />

Nell'<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> Roma Tre ha<br />

promosso la costituzione del CREIFOS<br />

(Centro di Ricerca sull'Educazione<br />

Interculturale e la Formazione allo<br />

Sviluppo) di cui è coordinatore.<br />

I suoi interessi vertono sui temi dell'educazione<br />

<strong>degli</strong> adulti, della formazione continua,<br />

della formazione nelle organizzazioni e<br />

dell'educazione interculturale.<br />

Ha diretto e coordinato numerose attività di<br />

formazione rivolte a quadri e dirigenti della<br />

Pubblica Amministrazione e delle organizzazioni<br />

di rappresentanza.<br />

Tra i suoi lavori: “La domanda assente”, La<br />

Nuova Italia Scientifica, Roma 1989; “I bisogni<br />

formativi e culturali <strong>degli</strong> immigrati<br />

stranieri”, Franco Angeli, Milano 1991; “La<br />

formazione nell'organizzazione”, Anicia,<br />

Roma 1994; “L'interculturalità possibile”,<br />

Anicia, Roma 1995; “L'educazione interculturale<br />

fra teoria e prassi”, <strong>Università</strong> <strong>degli</strong><br />

<strong>Studi</strong> Roma Tre, Roma 1998; “Come si è<br />

stretto il mondo. L'educazione interculturale<br />

in Italia e in Europa: teorie, esperienze e<br />

strumenti”, Armando, Roma 1999; “Il leader<br />

educativo. Le logiche dell'autonomia e<br />

l'apporto del dirigente scolastico”,<br />

Armando, Roma 2000; “Formazione e cambiamento<br />

nelle organizzazioni”, Armando,<br />

Roma <strong>2004</strong>.


FRANCESCO<br />

CELLINI<br />

Preside della Facoltà di Architettura dal<br />

1997.<br />

Francesco Cellini è nato a Roma il 18 aprile<br />

1944; si è laureato in architettura presso<br />

la Facoltà di Architettura di Roma nel 1969.<br />

È stato assistente, dal 1972 al 1986, della<br />

cattedra di composizione della Facoltà di<br />

Architettura di Roma, tenuta da Ludovico<br />

Quaroni e poi da Carlo Aymonino.<br />

Nel 1987 diventa professore ordinario di<br />

composizione presso la Facoltà di<br />

Architettura di Palermo; dal 1994 è professore<br />

presso la Facoltà di Architettura<br />

dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> Roma Tre.<br />

Nel 1997 è eletto preside della medesima<br />

Facoltà.<br />

È membro dell'Accademia di San Luca. Ha<br />

pubblicato vari saggi ed articoli critici sulle<br />

riviste di settore ed alcune monografie; ha<br />

fatto parte della redazione della rivista<br />

“Controspazio” dal 1976 al 1981; attualmente<br />

fa parte del comitato di redazione di<br />

“Casabella”.<br />

Ha curato (come promotore e responsabile<br />

scientifico) alcune importanti mostre di architettura.<br />

L'attività progettuale, che comprende oltre<br />

duecento opere, è stata pubblicata su vari<br />

libri e riviste (italiane e straniere), recensita<br />

42<br />

da vari critici ed esposta in numerose mostre<br />

internazionali e nazionali.<br />

Francesco Cellini ha ricevuto, nel 1991, per<br />

il progetto del Padiglione Italia, il premio<br />

internazionale della Biennale di Venezia.<br />

Nel 1996 ha ricevuto il premio "Presidente<br />

della Repubblica" per l'architettura.<br />

FRANCO GORI<br />

Preside della Facoltà di Ingegneria dal 1998.<br />

Ha insegnato Fisica Generale e Ottica presso<br />

le <strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> dell’Aquila e di<br />

Roma “La Sapienza”.<br />

Professore ordinario dal 1980 nel Settore<br />

Scientifico Disciplinare FIS/03 - Fisica della<br />

Materia, impartisce attualmente l’insegnamento<br />

di Elettronica Quantistica.<br />

Ha svolto ricerca in vari settori dell’ottica,<br />

interessandosi, in particolare, di applicazioni<br />

dell’olografia al restauro di opere d’arte,<br />

di caratterizzazione di fasci laser e di problemi<br />

inversi.<br />

È autore di più di cento lavori su riviste internazionali.<br />

Collabora, come revisore, alle principali riviste<br />

internazionali di fisica e di ottica.<br />

È stato nominato “fellow” della Optical<br />

Society of America e della European<br />

Optical Society.<br />

Fa parte del Comitato Editoriale della rivista<br />

Optics Communications e della collana


di volumi Progress in Optics. É “Topical<br />

Editor” per il settore “Propagazione” della<br />

rivista Journal of the Optical Society of<br />

America A.<br />

LETIZIA VACCA<br />

Preside della Facoltà di Giurisprudenza dal<br />

1998.<br />

Si è laureata presso la Facoltà di<br />

Giurisprudenza di Cagliari nel 1965.<br />

Nel 1980 ha vinto il concorso per cattedre<br />

nel raggruppamento di Diritto Romano ed<br />

è stata chiamata a ricoprire la cattedra di<br />

Storia del Diritto Romano, presso la Facoltà<br />

di Giurisprudenza di Cagliari. Nel 1981 è<br />

stata chiamata a coprire la cattedra di Storia<br />

del Diritto Romano presso la Facoltà di<br />

Giurisprudenza dell’<strong>Università</strong> di Pisa che<br />

in qualità di professore ordinario ha ricoperto<br />

fino al 1995. Dal 1983 al 1988 è stata<br />

Direttore dell’Istituto di Diritto Romano<br />

e Storia del Diritto della Facoltà di<br />

Giurisprudenza di Pisa.<br />

Dal 1995 è stata chiamata a ricoprire la cattedra<br />

di Istituzioni di Diritto Romano presso<br />

la Facoltà di Giurisprudenza<br />

dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> Roma Tre.<br />

Dal 15 luglio 1996 al 31 ottobre 1998 è stata<br />

Direttore del Dipartimento di <strong>Studi</strong><br />

Giuridici dell'<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> Roma<br />

Tre.<br />

43<br />

Dal 1996 al 1998 è stata Coordinatore della<br />

Commissione Ricerca dell’Ateneo Roma<br />

Tre.<br />

Dal 1999 ad oggi è Coordinatore della<br />

Commissione Didattica dell’Ateneo Roma<br />

Tre.<br />

È coordinatore nazionale della ricerca internazionale<br />

CNR su “Ricerca storica e<br />

comparazione giuridica”.<br />

È stata coordinatore nazionale della ricerca<br />

interateneo su ‘Ricerca storica e indagine<br />

comparatistica’ cofinanziata dal MURST per<br />

il biennio 1998-2000 come progetto di particolare<br />

rilevanza nazionale.<br />

Dal 1999 è Presidente dell’ARISTEC<br />

(Associazione Internazionale per la Ricerca<br />

Storico-Comparatistica).<br />

Dal 2001 è membro del direttivo della<br />

Società Italiana di Storia del Diritto.<br />

Dal 2001 è coordinatore del Centro di<br />

Eccellenza in Diritto Europeo costituito<br />

con DM presso la Facoltà di<br />

Giurisprudenza di Roma Tre, Dipartimento<br />

di <strong>Studi</strong> Giuridici.<br />

Dal 2002 è Coordinatore dell’Unità di ricerca<br />

della Facoltà di Giurisprudenza di<br />

Roma Tre per il progetto di rilevanza nazionale<br />

su “Le situazioni affidanti nel<br />

Diritto Europeo”.<br />

Dal 2001 è coordinatore del dottorato congiunto<br />

Roma Tre - UNED (Madrid) su “Il<br />

Diritto Europeo nella prospettiva storicocomparatistica.”<br />

Dal 2001 al <strong>2004</strong> è stata coordinatore del<br />

Master di II livello su “I Contratti nel<br />

Diritto Europeo”.


Dal 2003 è membro della Giunta della<br />

Conferenza dei Presidi della Facoltà di<br />

Giurisprudenza.<br />

È stata relatore in diversi convegni internazionali<br />

e ha tenuto seminari in numerose<br />

<strong>Università</strong> italiane e straniere. È inoltre autore<br />

di numerose opere a carattere monografico<br />

e saggi a carattere specifico, fra cui<br />

si segnalano le ultime:<br />

“Considerazioni in tema di risoluzione del<br />

contratto per impossibilità della prestazione<br />

e di ripartizione del rischio nella “locatio<br />

conductio”, in Iuris vincula, <strong>Studi</strong> in onore di<br />

Mario Talamanca, 249 ss., Napoli 2001;<br />

“Buona fede e sinallagma contrattuale” in<br />

IURA, 2002;<br />

“Casistica e sistema nel diritto giurisprudenziale<br />

romano”, in Atti del congresso<br />

Internazionale di Copanello, ESI, 2003;<br />

“La garanzia nella prospettiva storico-comparatistica”,<br />

Atti del congresso<br />

Internazionale Aristec, a cura di L. Vacca,<br />

Torino 2003;<br />

“Cultura giuridica e unificazione del diritto<br />

europeo, in Europa e Diritto Privato,”<br />

Giuffrè, <strong>2004</strong>.<br />

LUIGI MOCCIA<br />

Preside della Facoltà di Scienze Politiche dal<br />

1998.<br />

Professore ordinario di Diritto Privato<br />

44<br />

Comparato. Ha studiato presso l’<strong>Università</strong><br />

<strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> di Roma “La Sapienza”, laureandosi<br />

presso la facoltà di Giurisprudenza e si<br />

è successivamente specializzato presso altre<br />

sedi universitarie all’estero (Austria,<br />

Inghilterra, Scozia, Spagna, Stati Uniti,<br />

Francia).<br />

Ha insegnato presso le <strong>Università</strong> di Perugia<br />

(Scienze Politiche) e Macerata<br />

(Giurisprudenza); in quest’ultima sede è stato<br />

Direttore del Dipartimento di Diritto<br />

Privato e del Lavoro italiano e comparato. È<br />

stato coordinatore del Dottorato di ricerca in<br />

Diritto Comparato e Diritto Privato delle<br />

Comunità europee.<br />

É stato research fellow presso il King’s College<br />

di Londra e visiting professor presso lo Hastings<br />

College di San Francisco (USA). È presidente<br />

del Centro di <strong>Studi</strong> e Documentazione sulla<br />

Cina (CSDC). È titolare della Cattedra Jean<br />

Monnet di “Diritto e istituzioni dell’Unione<br />

europea”. È direttore del Centro di eccellenza<br />

(Polo Jean Monnet) “Altiero Spinelli -<br />

per l’Europa dei popoli e la pace nel mondo”.<br />

Il suo campo di ricerca, relativo in generale<br />

alla comparazione giuridica, è rappresentato<br />

in particolare dallo studio dei rapporti, sotto<br />

diversi profili e in vari settori, fra la tradizione<br />

giuridica continentale (civil law) e quella anglo-americana<br />

(common law); inoltre, dallo studio<br />

dei temi e problemi legati all’integrazione<br />

giuridica europea; con interessi estesi anche<br />

ai diritti dell’Estremo Oriente (India e<br />

Cina).<br />

È autore di molti scritti, pubblicati in volume<br />

e su riviste in Italia e all’estero, tra cui:


“Glossario per uno studio della common<br />

Law”, Unicopli, Milano 1983 (varie rist.); “Il<br />

sistema di giustizia inglese. Profili storici e organizzativi”,<br />

Maggioli, Rimini, 1995; “Figure<br />

di usucapione e sistemi di pubblicità immobiliare.<br />

Sintesi di diritto privato europeo”,<br />

Giuffrè, Milano, 1993; “I giuristi e l’Europa”<br />

(cur.), Laterza, Bari, 1997; “Profili emergenti<br />

del sistema giuridico cinese” (cur.), Philos,<br />

Roma, 1999. Ha ideato e dirige (dal 2002) la<br />

Rivista semestrale “La Cittadinanza Europea<br />

- Itinerari - Strumenti - Scenari”, unitamente<br />

alla collana dei “Quaderni sulla Cittadinanza<br />

Europea”.<br />

MARIA PAOLA<br />

POTESTIO<br />

P reside della Facoltà di Economia “Fe d e r i c o<br />

C a ff è ” della Unive rsità <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> Roma Tre<br />

dal 1998.<br />

P ro fe s s o re ordinario di Economia politica. S i<br />

è laure ata in Giurisprudenza pre s s o<br />

l ’ U n ive rsità <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> di Pe rugia nel 1970.<br />

Ha inseg n ato Storia del pensiero economico<br />

ed Economia politica presso la facoltà di<br />

S t atistica dell’Unive rsità <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> di Ro m a<br />

“La Sap i e n z a ” . D ive nuta pro fe s s o re ord i n ar<br />

i o, ha inseg n ato Economia monetaria e<br />

Politica economica presso l’Unive rsità “G.<br />

D ’ A n nu n z i o ” di Pe s c a ra . Dal 1994 è pro fe ss<br />

o re presso la facoltà di Economia<br />

d e l l ’ U n ive rsità <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> Roma Tre, d ove ins<br />

egna Macroeconomia ed Economia indu-<br />

45<br />

s t r i a l e. In tale Facoltà è stata Presidente del<br />

C o rso di Laurea in Economia e Commerc i o<br />

dal 1996 al 1998.<br />

Ha inseg n ato altresì dal 1992 al 1998, c o m e<br />

p ro fe s s o re a contrat t o, alla LUISS (Economia<br />

politica III - Corso Progredito) e, dal 1999 al<br />

2 0 0 1 , alla Unive rsità S. Pio V di Ro m a<br />

( Politica Economica).<br />

Ha lavo rato prevalentemente su temi di teoria<br />

economica, occupandosi in part i c o l a re di<br />

teoria del va l o re, teoria del capitale e della dis<br />

t r i bu z i o n e, equilibrio economico ge n e ra l e,<br />

teoria dell’occupazione. Sul piano ap p l i c at o,<br />

ha lavo rato a lungo sulle relazioni tra orari di<br />

l avo ro e livelli di occupazione e sui sistemi di<br />

i n c e n t ivazione agli investimenti delle impre s e.<br />

È autrice di nu m e rose pubblicazioni e art i c oli<br />

ap p a rsi su riviste italiane e intern a z i o n a l i .<br />

Ha promosso e part e c i p ato a confe re n ze di<br />

c a rat t e re internazionale su temi di teoria econ<br />

o m i c a ; fa parte del gruppo di lavo ro costituito<br />

presso l’ISTAT sulla “Indiv i d u a z i o n e<br />

della segmentazione <strong>degli</strong> occupati in rife r imento<br />

al quadro teorico della Contab i l i t à<br />

N a z i o n a l e ” .<br />

È s t ata sindaco-rev i s o re della A s s o c i a z i o n e<br />

Italiana <strong>degli</strong> Economisti del Lavo ro (AIEL)<br />

nel biennio 1997-1999.<br />

È s t ata re s p o n s abile scientifico, nelle edizioni<br />

I , II e III dei Progetti Pass - Sottoprogra m m a<br />

Fo rmazione dei Funzionari della Pubbl i c a<br />

A m m i n i s t razione - delle azioni delle singo l e<br />

a n nualità per le quali l’Unive rsità <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong><br />

Roma Tre è risultata vincitrice.<br />

È s t ata eletta nel Consiglio di Presidenza della<br />

Società Italiana <strong>degli</strong> Economisti (SIE) per<br />

il triennio 2001-<strong>2004</strong>.


VITO MICHELE<br />

ABRUSCI<br />

Vito Michele Abrusci, nato a Bari il 16 giugno<br />

1949, è professore ordinario di Logica e<br />

Filosofia della Scienza (settore scientifico disciplinare<br />

M-FIL/02) presso l'<strong>Università</strong> <strong>degli</strong><br />

<strong>Studi</strong> Roma Tre dal 1996 ed è Preside della<br />

stessa Facoltà per il quadriennio <strong>accademico</strong><br />

<strong>2004</strong>-2008.<br />

Vito Michele Abrusci è stato professore<br />

straordinario di Logica e Filosofia della<br />

Scienza presso l'<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> di Bari<br />

(1994-1996), professore associato di Logica<br />

Matematica presso l'<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> di<br />

Roma “La Sapienza” (1991-1994), professore<br />

associato di Filosofia della Scienza presso<br />

l'<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> di Bari (1988-1991),<br />

ricercatore confermato in Logica e Filosofia<br />

della Scienza presso l'<strong>Università</strong> di Firenze<br />

(1981-1988).<br />

Dal 1999 al 2003 Vito Michele Abrusci è stato<br />

Presidente della Società Italiana di Logica<br />

e Filosofia delle Scienze. Dal 2001 al <strong>2004</strong> è<br />

stato Presidente del Corso di Laurea in<br />

“Comunicazione nella società della globalizzazione”<br />

, membro del Senato Accademico e<br />

Coordinatore della Commissione Ricerca del<br />

Senato Accademico, presso l'<strong>Università</strong> <strong>degli</strong><br />

<strong>Studi</strong> Roma Tre.<br />

Vito Michele Abrusci ha svolto la sua attività<br />

di ricerca in particolare nei seguenti campi:<br />

a) Storia della logica, dove ha indagato in par-<br />

46<br />

ticolare la nascita della teoria della dimostrazione<br />

all'interno del programma hilbertiano<br />

di fondazione della matematica;<br />

b) Teoria della dimostrazione (teoria dei dilatatori),<br />

entro la quale i suoi maggiori risultati<br />

h<strong>anno</strong> riguardato la non-dimostrabilità di<br />

teoremi della matematica combinatoria entro<br />

sottosistemi della Aritmetica e dell'Analisi;<br />

c) Logica lineare, entro la quale i suoi maggiori<br />

risultati sono stati quelli sulla semantica<br />

delle fasi per la logica lineare intuizionista e<br />

per la logica lineare intuizionista non-commutativa,<br />

l'introduzione e l'indagine (calcolo<br />

dei sequenti e teorema di cut-elimination, semantica<br />

delle fasi, reti dimostrative moltiplicative)<br />

per la logica lineare classica non-commutativa<br />

con due negazioni, le applicazioni<br />

della logica lineare non-commutativa alla linguistica,<br />

i criteri di correttezza per le reti dimostrative<br />

moltiplicative della logica lineare<br />

ciclica;<br />

d) Logica non-commutativa (raffinamento<br />

della logica lineare), che è stata introdotta e<br />

sviluppata da Abrusci con P. Ruet, e successivamente<br />

da numerosi altri ricercatori.<br />

Attualmente Vito Michele Abrusci svolge la<br />

sua attività di ricerca nel campo della geometria<br />

della logica, e in questo contesto ha<br />

indagato la natura geometrica dei sillogismi e<br />

delle loro trasformazioni. Vito Michele<br />

Abrusci è stato responsabile scientifico del sito<br />

“Roma Tre” entro la rete europea di ricerca<br />

TMR “Linear Logic in Theoretical<br />

Computer Science”(1998-2002), è stato coordinatore<br />

locale presso Roma Tre di numerosi<br />

progetti di ricerca italiani e internazionali,<br />

ha intensamente collaborato con centri di ri-


cerca in Logica all'estero (in particolare, con<br />

l'<strong>Università</strong> di Parigi 7, con l'<strong>Università</strong> di<br />

Parigi 13 e con l'Institut de Mathématiques<br />

de Luminy a Marsiglia), ha trascorso su invito<br />

periodi di ricerca all'estero ed è stato relatore<br />

in numerosi convegni nazionali e internazionali.<br />

Vito Michele Abrusci ha promosso<br />

in Italia lo studio e la ricerca nella logica<br />

lineare, nelle sue applicazioni e nei suoi<br />

sviluppi, dirigendo e formando dottorandi di<br />

ricerca e organizzando convegni nazionali e<br />

internazionali.<br />

PASQUALE<br />

BASILICATA<br />

Il Dott. Pasquale Basilicata è nato a Napoli<br />

il 12 luglio 1954.<br />

Si è laureato in Giurisprudenza presso<br />

l’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> di Napoli “Federico<br />

II” con il massimo dei voti.<br />

Ha ricoperto incarichi direttivi in varie<br />

<strong>Università</strong> italiane. Nel 1993 è stato nominato,<br />

a seguito di concorso pubblico, Dirigente<br />

nel ruolo della carriera amministrativa universitaria.<br />

Nel 1994 è stato nominato Direttore<br />

Amministrativo presso l’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong><br />

di Teramo, mentre dal 1995 ricopre la carica<br />

di Direttore Amministrativo dell’<strong>Università</strong><br />

<strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> Roma Tre.<br />

Ricopre inoltre attualmente gli incarichi di<br />

membro del Collegio dei Revisori dei Conti<br />

dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> di Cassino, mem-<br />

47<br />

bro del Nucleo di Valutazione dell’<strong>Università</strong><br />

<strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> “Magna Graecia” di Catanzaro e<br />

dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> del Sannio di<br />

Benevento, membro del Consiglio di<br />

Amministrazione del Consorzio di Alta<br />

Formazione Giuridica “Ius Commune<br />

Europaeum”, membro del comitato scientifico<br />

istituito nell’ambito della Convenzione tra<br />

l’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> studi Roma Tre e il<br />

Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali,<br />

membro del Consiglio direttivo del<br />

Consorzio Nuval <strong>Università</strong> Roma, costituito<br />

dai tre Atenei statali romani.<br />

Da Febbraio ad Agosto 2002 ha ricoperto la<br />

carica di Direttore Amministrativo<br />

dell’Azienda per il Diritto allo <strong>Studi</strong>o<br />

dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> Roma Tre.<br />

Dal 2001 al <strong>2004</strong> è stato membro del Collegio<br />

Sindacale dell’Azienda Ospedaliera<br />

Universitaria “Policlinico Tor Vergata”.<br />

Ha tenuto, in qualità di docente, corsi di formazione<br />

ed è stato membro di Commissioni<br />

ispettive presso il Ministero dell’<strong>Università</strong> e<br />

della Ricerca Scientifica e Tecnologica.<br />

VALERIO ONIDA<br />

Presidente della Corte Costituzionale.<br />

Nato a Milano il 30 marzo 1936.<br />

Laureato in giurisprudenza all’<strong>Università</strong> statale<br />

di Milano discutendo col prof. Egidio<br />

Tosato una tesi in Diritto costituzionale sul<br />

tema “L’articolo 81, quarto comma, della


Costituzione”.<br />

Dal 1960 al 1965 praticante procuratore legale<br />

e poi procuratore legale, nello studio del<br />

prof. avv. Enrico Allorio.<br />

Dal 1960 al 1970 assistente volontario, poi<br />

straordinario e, dal 1967, assistente ordinario<br />

di Diritto costituzionale all’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong><br />

<strong>Studi</strong> di Milano. Dal 1966 al 1970 professore<br />

incaricato in Istituzioni di diritto pubblico<br />

nella Facoltà di Economia e Commercio<br />

dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> di Padova, sede<br />

staccata di Verona.<br />

Nel 1965 consegue la libera docenza in<br />

Diritto costituzionale. Nel 1969-70 “ternato”<br />

nel concorso a cattedra di Diritto costituzionale,<br />

insieme a Giuliano Amato e Silvano<br />

Tosi. Dal 1970 al 1973 professore straordinario<br />

di Diritto parlamentare, poi di<br />

Istituzioni di diritto pubblico, nella Facoltà di<br />

Giurisprudenza dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> di<br />

Sassari. Dal 1973 al 1976 professore ordinario<br />

di Diritto regionale nella Facoltà di<br />

Giurisprudenza dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> di<br />

Pavia; dal 1976 al 1983 professore ordinario<br />

di Diritto costituzionale nella stessa Facoltà.<br />

Dal 1974 al 1976 professore incaricato di<br />

Diritto costituzionale italiano e comparato<br />

nella Facoltà di Scienze Politiche<br />

dell’<strong>Università</strong> di Bologna.<br />

Dal 1983 al 1996 professore ordinario di<br />

Diritto costituzionale nella Facoltà di<br />

Giurisprudenza dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Studi</strong> di<br />

Milano; dal 1985 ha tenuto anche un corso<br />

di Giustizia costituzionale.<br />

Avvocato abilitato al patrocinio davanti alle<br />

giurisdizioni superiori.<br />

Già componente di Comitati scientifici per la<br />

48<br />

legislazione nella Regione Lombardia, nella<br />

Regione Marche e nella Provincia autonoma<br />

di Trento.<br />

Componente del Comitato scientifico della<br />

Rivista “Quaderni costituzionali”; già componente<br />

del Comitato scientifico dell’Istituto<br />

per le Scienze dell’amministrazione pubblica<br />

di Milano e dell’Istituto per l’ambiente di<br />

Milano.<br />

Socio dell’Associazione italiana dei costituzionalisti;<br />

segretario della medesima dal 1992<br />

al 1995.<br />

Relatore in numerosi convegni scientifici.<br />

Autore di numerose pubblicazioni nei campi<br />

del diritto costituzionale, regionale e ambientale,<br />

fra cui:<br />

- Pubblica amministrazione e costituzionalità delle<br />

leggi; Milano, 1967.<br />

- Le leggi di spesa nella Costituzione; Milano,<br />

1969.<br />

- Problemi di diritto regionale (due voll., in collaborazione<br />

con F. Bassanini); Milano, 1970-<br />

71.<br />

- L’attuazione della Costituzione tra Magistratura<br />

e Corte Costituzionale, in <strong>Studi</strong> Mortati; Milano,<br />

1977.<br />

- I princìpi fondamentali della Costituzione italia -<br />

na, in Manuale di diritto pubblico, a cura di G.<br />

Amato e A. Barbera; Bologna, IV ed. 1994.<br />

- Costituzione italiana, voce del Digesto delle<br />

discipline pubblicistiche; Torino, 1989.<br />

- L’ordinamento costituzionale italiano. Materiali e<br />

documenti (con A. D’Andrea e G. Guiglia);<br />

Torino, 1990.<br />

- Costituzione: perché difenderla, come riformarla<br />

(intervista a cura di G. F. Bosetti); Roma,<br />

1995.


- Il giudizio di costituzionalità delle leggi. Materiali<br />

di giustizia costituzionale - I. Il giudizio in via in -<br />

cidentale (con M. D’Amico); Torino, 1998.<br />

- Viva Vox Constitutionis, Temi e tendenze nel -<br />

la giurisprudenza costituzionale dell’<strong>anno</strong> 2002 (a<br />

cura di, con B. Randazzo), Milano, 2003; Id.,<br />

<strong>anno</strong> 2003, Milano, <strong>2004</strong>.<br />

- La Costituzione, Bologna, <strong>2004</strong>.<br />

Il 24 gennaio 1996 è stato eletto dal<br />

Parlamento in seduta comune giudice della<br />

Corte Costituzionale e ha assunto le funzioni<br />

il successivo 30 gennaio. È vicepresidente<br />

dal 28 gennaio <strong>2004</strong>.<br />

Eletto Presidente il 22 settembre <strong>2004</strong>.<br />

49


Mostra fotografica<br />

“Eventi a Roma Tre dal 1992 ad oggi”<br />

Mostra fotografica a cura della Segreteria del Rettore<br />

51


Finito di stampare<br />

nel mese di Febbraio <strong>2005</strong><br />

dalla Tipografia<br />

Edigraf S.r.l. - Formello (Roma)<br />

52

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