02.06.2016 Views

Livorno non stop Giu '16

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>Livorno</strong><br />

Anno 30 - N° 629<br />

<strong>Giu</strong>gno<br />

2016<br />

<strong>non</strong> <strong>stop</strong><br />

Omaggio<br />

mensile indipendente «strettamente» livornese<br />

l’ira di Melioco<br />

Barcellona, Amsterdam, Barfussbar,<br />

Montmartre, Berlino o Rio de Janeiro:<br />

spesso, <strong>Livorno</strong>, viene accostata<br />

a note metropoli o quartieri quando<br />

se ne vuole imitare le loro celebrate caratteristiche.<br />

La nostra città più che di grandi sognatori<br />

(sic), ha invece bisogno soprattutto di capaci e<br />

concreti realizzatori. La funivia? Lasciamo perdere,<br />

<strong>non</strong> siamo su “Scherzi a parte”...<br />

La riapertura delle Terme del Corallo anche se solo per una notte<br />

A <strong>Livorno</strong> si è avverato un sogno...<br />

di Silvia Menicagli<br />

Le Terme del Corallo ossia lo<br />

stabilimento termale “Acque<br />

delle Salute”, questo il nome di<br />

battesimo della imponente<br />

struttura liberty costruita a <strong>Livorno</strong><br />

nel 1904, sono tornate a<br />

vivere almeno per una sera proponendo<br />

alla città uno spettacolo<br />

di suoni, luci e acque che<br />

ha radunato in un ordine surreale<br />

oltre 20.000 persone nella<br />

giornata di sabato 28 maggio.<br />

Le due associazioni che si sono<br />

messe in gioco sono la onlus<br />

“Terme del Corallo” nata appositamente<br />

alcuni anni fa per sensibilizzare<br />

e promuovere la tutela<br />

del monumento e RESET <strong>Livorno</strong>,<br />

associazione di volontariato<br />

targata 5 stelle già in prima<br />

linea per interventi di pulizia su<br />

altri siti storici livornesi e per<br />

l’operazione “Un tetto per il prato”.<br />

Il Comune di <strong>Livorno</strong> ha deliberato<br />

tre concessioni per la<br />

Anche l'acqua della fontanella ha ripreso a zampillare.... (foto Onorati)<br />

Le Terme del Corallo illuminate a giorno con un fantastico gioco di luci colorate<br />

pulizia dell’area termale che hanno<br />

visto in campo la volontà e<br />

l’impegno di centinaia di cittadini<br />

i quali hanno sentito il dovere<br />

di liberare dai rovi il monumento<br />

da quasi 50 anni di abbandono.<br />

La felicità di riappropriarsi<br />

di questo emblema di bellezza<br />

e funzionalità ha contagiato<br />

tutti, tanto che le collaborazioni<br />

sono fioccate: da ASA per<br />

il ripristino della fontana, a<br />

AAMPS, Delta Service per la<br />

parte illuminotecnica, Tiemme<br />

Rent Srl di Cenaia per i generatori,<br />

Ghiomelli per il verde dell’aiuola,<br />

MA.GR.AF per le attrezzature<br />

di sicurezza, Corpo<br />

Vigili <strong>Giu</strong>rati SpA, ai Vigili del<br />

Fuoco, fino a chi ha offerto un<br />

ristoro ai centinaia di volontari<br />

come: Baracchina Rossa, Cantina<br />

Mister Bacco, il Bar 4 Mori.<br />

Inoltre a tutti gli artisti che gratuitamente<br />

hanno offerto la loro<br />

professionalità per la serata<br />

evento, in ordine, Ensemble Bacchelli,<br />

New Choir, alcuni figuranti<br />

dell’Associazione La Livornina,<br />

Esperanto Acoustic Band,<br />

Nada Al Basha, Alessandra Rossi,<br />

Martina Salsedo, Riccardo<br />

Della Ragione, Serena Rebua e<br />

Teresa Rotondo e alla direzione<br />

artistica di Luigi Agostini. Grazie<br />

all’amministrazione che ha<br />

consentito lo svolgimento di<br />

tutto ciò concedendo i permessi,<br />

compresa la chiusura del cavalca<br />

ferrovia che per l’occasione<br />

si è trasformato in galleria di<br />

segue a pag. 2


LIVORNO<strong>non</strong><strong>stop</strong> è...<br />

2<br />

attualità/opinioni<br />

dalla prima pagina<br />

teatro.<br />

Questa grande festa <strong>non</strong> solo<br />

ha voluto celebrare il compimento<br />

dell’operazione “Puliamo<br />

le Terme” ma intende festeggiare<br />

l’inizio di una collaborazione<br />

speriamo più impegnativa<br />

tra pubblico e privato<br />

che porti alla riqualificazione<br />

del bene a partire dal Padiglione<br />

della Mescita, primo obbiettivo.<br />

Tutte le associazioni cittadine<br />

sono invitate a partecipare<br />

al progetto “Terme aper-<br />

te” con idee, percorsi e collaborazioni<br />

attive, perché le Terme<br />

del Corallo appartengono<br />

a tutti.<br />

Alcuni particolari dell'edificio principale delle Terme del Corallo. (foto Onorati)<br />

La fila delle persone che dalla ore 18 di sabato 28 maggio ha preso<br />

d'assalto le Terme del Corallo. (foto Onorati)<br />

"Pattuglia fissa e telecamere<br />

sono le prime cose che<br />

vengono proposte d’istinto<br />

quando la terrazzo o il gazebo<br />

vengono sfregiate con<br />

pennarelli e bombolette<br />

spray. Secondo me sono interventi<br />

da mettere in conto,<br />

ma che hanno dei costi e che<br />

alla fine <strong>non</strong> riusciranno<br />

mai ad essere davvero efficaci.<br />

La battaglia è cambiare<br />

la mentalità ai livornesi,<br />

sensibilizzarli sempre di più,<br />

<strong>non</strong> videosorvegliare la città<br />

come in Grande Fratello:<br />

vorrebbe dire ammettere che<br />

abbiamo perso la capacità<br />

di essere sensibili a queste<br />

cose": ALESSANDRO AURI-<br />

GI, assessore ai lavori pubblici<br />

e all’arredo urbano (Il<br />

Tirreno del 5/5/16).<br />

"<strong>Giu</strong>stamente i ragazzi hanno<br />

la loro vita, hanno lo studio,<br />

hanno diritto a divertirsi<br />

e forse si spaventano un<br />

po’, Ma anche con poco tempo,<br />

e soprattutto con le competenze<br />

che hanno, possono<br />

mettersi a disposizione delle<br />

associazioni ed essere di<br />

grande aiuto. A volte anche<br />

solo avere qualcuno che sa<br />

fare in fretta un volantino è<br />

utile. Insomma, ragazzi: <strong>non</strong><br />

c’è bisogno di un grande<br />

sacrificio, basta solo prestare<br />

un po’ di tempo o competenze":<br />

FIORELLA CATENI,<br />

presidente della delegazione<br />

Cesvot di <strong>Livorno</strong> (Il Tirreno<br />

dell’11 /5/16).<br />

"Provo un grande dispiacere<br />

per la mia <strong>Livorno</strong> alla<br />

quale sono molto legato: è<br />

una città ferita, avrebbe bisogno<br />

di cure": PAOLO<br />

VIRZÌ, regista (Il Tirreno del<br />

15/5/16).<br />

"Scusate, ma ci voleva che<br />

retrocedesse la squadra calcistica<br />

per capire che <strong>Livorno</strong>,<br />

ormai, è retrocessa da<br />

tempo? Non c’è lavoro, <strong>non</strong><br />

c’è casa per chi ne ha bisogno,<br />

si va avanti a slogan, si<br />

"arranca" ogni giorno di<br />

più, e <strong>non</strong> si riesce a capire<br />

Chi desidera ricevere<br />

m<br />

a<br />

b<br />

r o<br />

g<br />

p<br />

s<br />

e<br />

Questo,<br />

l’ho<br />

detto io!<br />

frasi<br />

estrapolate<br />

dalla<br />

stampa<br />

cittadina<br />

e <strong>non</strong><br />

che stiamo sempre più sprofondando?<br />

Colpa di chi ha<br />

governato prima? Colpa di<br />

chi governa ora? Non lo so,<br />

forse l’unica stella che dovrebbe<br />

splendere su <strong>Livorno</strong><br />

"è quella Negroni che vuol<br />

dire qualità"! Ma che qualità<br />

c’è oggi a <strong>Livorno</strong>? Quali<br />

speranze? C’è ancora chi ha<br />

voglia di lottare veramente?<br />

Retrocessi? Sì, perché <strong>non</strong><br />

abbiamo alcuna considerazione<br />

né a livello politico né<br />

finanziario né religioso, siamo<br />

una Città da serie C":<br />

DON PAOLO RAZZAUTI,<br />

vicario episcopale di <strong>Livorno</strong><br />

(Il Tirreno del 22/5/16).<br />

Reg. Trib. <strong>Livorno</strong> n. 451 del 6/3/1987<br />

Direzione, Redazione,<br />

Amministrazione e Stampa:<br />

Editrice «Il Quadrifoglio» S.a.s.<br />

Via C. Pisacane 7 - <strong>Livorno</strong><br />

Tel. e fax. (0586) 81.40.33<br />

e-mail: ediquad@tin.it<br />

Direttore responsabile:<br />

Bruno Damari<br />

Comitato redazione:<br />

Luciano Canessa, Claudia<br />

Damari, Stefania D'Echabur,<br />

Michela Gini, Marcello Faralli,<br />

Cesare Favilla, Giovanni<br />

Giorgetti, Lorena Luxardo,<br />

Arrigo Melani, Silvia Menicagli,<br />

Marco Rossi.<br />

Photo: Roberto Onorati.<br />

Gli articoli firmati o con pseudonimo riflettono<br />

unicamente le opinioni dell'autore.<br />

Numero chiuso il 2/6/2016<br />

in formato PDF<br />

può farne richiesta gratuitamente a: ediquad@tin.it


LIVORNO<strong>non</strong><strong>stop</strong> è...<br />

La terza pagina<br />

3<br />

la terza pagina<br />

di Cesare Favilla<br />

Tabacco = Veleno<br />

Molte immagini oleografiche<br />

degli uomini dell’800, siano<br />

esse il ricordo di illustri personaggi<br />

o di comuni abitanti<br />

delle campagne o dei borghi,<br />

includono, oltre grandi barbe<br />

e baffi, anche una bella<br />

tabacchiera o un’elegante<br />

pipa o un fumante sigaro. Ed<br />

anche le donne, a quell’epoca,<br />

<strong>non</strong> si sottrassero all’inebriante<br />

profumo del tabacco.<br />

Nella seconda metà dell’800<br />

uno statista inglese calcolò<br />

che i 3/5 delle dame inglesi,<br />

irlandesi, francesi, olandesi,<br />

svedesi e, i 2/5 delle donne<br />

italiane, delle tedesche e delle<br />

ungheresi, erano fumatrici,<br />

mentre i 5/6 delle signore<br />

appartenenti all’aristocrazia<br />

russa erano addirittura definite<br />

“appassionate fumatrici”.<br />

Arrivato in Spagna da Santo<br />

Domingo nel 1556, il tabacco<br />

fu introdotto in Francia come<br />

un efficace medicinale quando<br />

il signore Yean Nicot, ambasciatore<br />

in Portogallo, lo<br />

portò alla corte di Caterina<br />

de’Medici.<br />

L’“erba di Nicot”, così veniva<br />

allora chiamato il tabacco,<br />

aveva la reputazione di essere<br />

amara, disseccante e di<br />

odore infetto, ma dotata di<br />

meravigliose proprietà curative.<br />

Era impiegata contro<br />

ogni sorta di mali: idropsia,<br />

ulcere, scrofole, e in tutte le<br />

forme, in pillole, in sciroppi,<br />

in balsami, in empiastri e, cosa<br />

notevole, con felice successo.<br />

Quanto precede ci porterebbe<br />

a pensare e ritenere che<br />

tutti i mali dell’odierno tabagismo<br />

siano nati soltanto nel<br />

diciannovesimo secolo e<br />

continuino a perseguitare<br />

l’umanità nel terzo millennio.<br />

Purtroppo no, <strong>non</strong> è così, il<br />

tabacco è stato sempre dannoso.<br />

Eppure Cristoforo Colombo<br />

ci raccontò che le popolazioni<br />

degli arcipelaghi Caraibici<br />

erano solite fumare foglie di tabacco<br />

in lunghi tubi chiamati<br />

“tobago” (da cui il nome che fu<br />

dato a questa pianta) e che, perlomeno<br />

all’apparenza godevano<br />

di ottima salute.<br />

Illusione, falsa credenza, ignoranza,<br />

perché il tabacco è stato<br />

sempre dannoso alla salute dell’uomo.<br />

Già nell’800 numerosi<br />

rapporti medici attribuivano al<br />

fumo di tabacco la causa scatenante<br />

di numerose malattie anche<br />

se la scienza <strong>non</strong> aveva fatto<br />

quei passi da gigante che<br />

hanno visto le nuove generazioni.<br />

Comunque, per <strong>non</strong> cadere<br />

tanto nel tragico, leggete questa<br />

breve poesia composta dal<br />

livornese Aurelio Belleni e stampata<br />

dalla tipografia <strong>Giu</strong>sti nel<br />

1890:<br />

AL TABACCO<br />

O pei mortal Tu fonte di mali,<br />

donde traesti mai la gran possanza<br />

che te li avvince in un selvaggio<br />

continuamente?<br />

Quattrocento son già trascorsi lunghi anni<br />

dacché tra noi venisti a funestarci:<br />

né si saziaro ancor cotanti spirti<br />

dati per Te all’Averno?<br />

L’imperio tuo che n’addolora tanto<br />

Era un’aspide ascosa in mezzo ai verdi<br />

Lussureggianti prati, che a Colombo<br />

Cinser di gloria il crine!<br />

Una altro poeta, certo Ferdinando<br />

Bedini del fu Domenico, livornese<br />

dello Scalo Regio, scrisse<br />

nel 1891, un simpatico sonetto<br />

mettendo in evidenza il fatto<br />

che soltanto l’“Erario e il Cimitero”<br />

hanno tratto vantaggio da<br />

“questa bella scoperta di Colombo”<br />

e sottolineò che nel 1863 il<br />

tabacco produsse 218 milioni all’erario<br />

francese, mentre nel 1867<br />

l’erario italiano ne trasse un guadagno<br />

di oltre 90 milioni! Ma la<br />

prova di quanto dannoso è sempre<br />

stato il tabacco l’ho trovata<br />

rileggendo il, per me bellissimo<br />

libro, “I miei ricordi” di Massimo<br />

D’Azeglio.<br />

Sarà che io venni a questo mondo<br />

proprio sugli scali dedicati all’Azeglio,<br />

sarà per la stima che<br />

io porto per questo grande e<br />

vero italiano che molto contribuì<br />

alla formazione del nostro<br />

Paese, ma sono veramente felice<br />

di avere l’opportunità di citare,<br />

modestamente, alcune parole<br />

da lui spese contro il fumo.<br />

Eccole:<br />

“… molte volte mi sono posta<br />

la seguente questione, che potrebbe<br />

servire d’argomento<br />

per un concorso di qualche<br />

accademia medico-filosofica:<br />

“quale influenza abbia,<br />

e quali effetti sia per produrre<br />

con l’andar del tempo<br />

sull’organismo come sull’intelletto<br />

umano l’abuso<br />

del fumare?”<br />

Una verità intanto per me è<br />

dimostrata; di un altra ho<br />

gravi sospetti. Quanto al fisico<br />

tengo per innegabile<br />

che la continua introduzione<br />

di una soluzione di nicotina<br />

nella circolazione è<br />

dannosa. Quanto al morale,<br />

e su questo s’aggirono i<br />

gravi sospetti, il tabacco,<br />

come ognun sa, è uno stupefacente;<br />

sarebbe egli impossibile<br />

che il suo abuso<br />

rendesse alla lunga gli uomini<br />

più stupidi di qullo che<br />

lo sarebbero per natura?<br />

Se si potesse accertare questo<br />

dubbio, forse parecchi<br />

fatti politico-sociali d’oggi<br />

dì troverebbero la loro spiegazione.”<br />

Queste riflessioni le faceva<br />

il D’Azeglio a proposito della<br />

cagionevole salute del fratello<br />

Enrico, il quale, pur essendo<br />

un accanito fumatore,<br />

riconosceva che “l’abuso<br />

del tabacco gli irritava<br />

il sistema nervoso, gli aumentava<br />

la sfiducia nelle<br />

proprie forze gettandolo in<br />

un languore che anche i<br />

migliori ragionamenti <strong>non</strong><br />

valevano a guarire…”<br />

Suo fratello, pur rendendosi<br />

conto del male che il vizio del<br />

fumo gli procurava confessò,<br />

per questa debolezza, la<br />

sua vergogna e continuò a<br />

fumare.<br />

Eravamo negli anni’30 del<br />

1800 quando l’appena trentenne<br />

Enrico, fratello del<br />

D’Azeglio, morì proprio a<br />

causa del tabacco!


LIVORNO<strong>non</strong><strong>stop</strong> è...<br />

4<br />

vita di quartiere<br />

Grazie alle iniziative del neonato Centro Commerciale Naturale<br />

Piazza XX di nuovo in auge<br />

di Stefania D'Echabur<br />

Da sinistra:<br />

Stefano<br />

Barbieri<br />

(Arte a <strong>Livorno</strong>),<br />

il Sindaco<br />

Filippo<br />

Nogarin ,<br />

Fabio Saller<br />

e l'Assessore<br />

al Commercio<br />

Paola Baldari<br />

La nostra piazza è rifiorita!<br />

Nostra.<br />

Sì, perché la piazza è nostra: ci<br />

siamo nati, cresciuti, fatti attraversare<br />

dalle variopinte<br />

emozioni, durante gli anni<br />

d’oro del Mercatino Americano.<br />

La piazza ha regalato legami ed<br />

affetti, affetti nati tra le persone<br />

creando una grande famiglia.<br />

Gli abitanti e i commercianti di<br />

questo rione, qualche anno fa,<br />

quando l’hanno vista morire in<br />

un declino repentino e inarrestabile,<br />

sono rimasti per un<br />

periodo indefinito inebetiti,<br />

quello che stava accadendo<br />

sotto i loro occhi, ha prodotto<br />

smarrimento, perché un luogo<br />

significa identità e se viene a<br />

mancare un’appartenenza è<br />

inevitabile sentirsi persi.<br />

Poi un giorno ti svegli e capisci<br />

che qualcosa deve cambiare,<br />

siccome l’uomo è dotato<br />

d’intelligenza e tenacia, un<br />

gruppo di persone armate di<br />

buona volontà, hanno ripreso<br />

per l’ennesima volta in mano<br />

le redini delle molte battaglie<br />

che avevano maturato nel corso<br />

del tempo, e rimboccandosi<br />

le maniche, hanno nuovamente<br />

bussato alla porta della<br />

macchina comunale che, strano<br />

ma vero, l’hanno trovata<br />

aperta.<br />

La sinergia, l’essere accolti ed<br />

ascoltati ha modificato una<br />

mentalità passiva di abbandono<br />

in una nuova forza, dando<br />

origine a democrazia partecipata.<br />

In pochi mesi sotto gli occhi di<br />

tutti, la Piazza XX Settembre ha<br />

ripreso vita, la progettualità ha<br />

messo in calendario il mercato<br />

quindicinale del “Cercatrova”,<br />

altri eventi e quel sospirato progetto<br />

della Piazza degli Artisti,<br />

la famosa Mont Matre labronica.<br />

Qualche saracinesca ha rialzato<br />

i battenti, persone che <strong>non</strong><br />

hanno mai smesso di credere<br />

nel potenziale del rione si sono<br />

messe di nuovo in gioco.<br />

I balconi hanno preso colore<br />

con tanti fiori, gli alberi e perfino<br />

Canapone si sono vestiti a<br />

festa per celebrare la ripartenza.<br />

Ma chi c’è dietro a tutto questo?<br />

Dopo circa tre mesi, si possono<br />

fare dei bilanci? Quali<br />

sono ancora gli scogli da superare<br />

perché l’economia e il<br />

prestigio di questa zona torni<br />

attiva? Per il decoro urbano<br />

verrà fatto qualcosa… il povero<br />

Canapone verrà ripulito da<br />

quelle orribili scritte?<br />

Alla Dottoressa Paola Baldari,<br />

assessore al Commercio ho rivolto<br />

queste domande.<br />

Direi che in così poco tempo<br />

<strong>non</strong> posso che essere contenta.<br />

Il mio giudizio è molto positivo,<br />

in verità molto del merito<br />

va al CCN che lavora di<br />

gran lena, è propositivo e attivo.<br />

Questa stretta collaborazione<br />

tra l’Amministrazione<br />

Comunale e il Centro Commerciale<br />

Naturale è un punto fondamentale<br />

di forza per il rilancio<br />

della piazza, nel rispetto<br />

dei delicati equilibri della<br />

zona. L’intenzione di ripulire<br />

la statua c’è, serve ancora un<br />

poco di tempo.<br />

- Cosa pensa il CCN, Centro<br />

Commerciale Naturale di questo<br />

inizio?<br />

In questi primi mesi dalla nascita<br />

del CCN, abbiamo potuto<br />

vedere un discreto afflusso<br />

di gente, cosa che, purtroppo<br />

<strong>non</strong> avveniva da tempo e di<br />

questo siamo felici ma, dall’altro<br />

lato, il riscontro economico<br />

da parte dei commercianti<br />

della zona <strong>non</strong> è stato eclatante.<br />

Certo per fare un bilancio,<br />

ancora, forse è presto. La gente<br />

è stata per lungo tempo fuori<br />

dalla piazza e servono costanza<br />

e sacrificio per raggiungere<br />

gli obbiettivi prefissi.<br />

Nel nostro futuro vorremmo<br />

portare qui, ancora dei<br />

mercati con appuntamenti fissi,<br />

eventi che possono coinvolgere<br />

anche i dintorni della<br />

zona. Fiduciosi nel continuare<br />

il sodalizio che abbiamo intrapreso<br />

con il Comune ci auguriamo<br />

che questa sinergia<br />

possa dare i suoi frutti.<br />

I Pittori, devo dire hanno dato<br />

una forte adesione, incontrare<br />

l’arte in piazza è un messaggio<br />

molto importante per la cultura<br />

della nostra città.<br />

I vari punti sul quale riflettere,<br />

secondo loro, per raggiungere<br />

obbiettivi al fine di migliorie:<br />

*Bella manifestazione, peccato<br />

per adesso sia ferma solo<br />

a livello locale, vorremmo<br />

che i croceristi fossero indirizzati<br />

fin qua come era sta<br />

segue a pag. 5


LIVORNO<strong>non</strong><strong>stop</strong> è...<br />

5<br />

vita di quartiere<br />

da pag. 4<br />

Prestiti e Mutui per tutti<br />

Giovanissimi pittori all'opera in Piazza XX Settembre durante le iniziative del CCN. (foto Roya Persian)<br />

Prestiti per Dipendenti,<br />

Pensionati, Aziende<br />

Mutui Casa e Liquidità<br />

Prestiti anche con cambiali<br />

Tel. 320.3868946<br />

☎ 0586.80.14.65<br />

to promesso. Dovremmo fare dei<br />

volantini, mobilitarsi per questo<br />

obbiettivo. Parliamone!<br />

* L’iniziativa è lodevole, lavorandoci<br />

sopra potrebbe trovare<br />

maggiore adesioni.<br />

* A livello organizzativo, con i<br />

vari Enti, il Comune, i pittori<br />

e le Associazioni, la collaborazione<br />

è positiva, un<br />

buon lavoro svolto da tutti<br />

con impegno, però c’è bisogno<br />

di dare più spazio agli<br />

Artisti.<br />

* Vogliamo rimanere in Piazza<br />

XX Settembre, l’obbiettivo<br />

era di fare riaprire i negozi<br />

chiusi, grazie a questo sodalizio<br />

tra commercio e cultura,<br />

infatti qualcuno sta riaprendo;<br />

ne siamo fieri, è consolidato<br />

che questa è la nostra<br />

location, un sogno avverato,<br />

<strong>non</strong> vogliamo essere spostati,<br />

come qualcuno ha proposto.<br />

Semmai allargare questo<br />

concetto con altre realtà pittoriche<br />

in altre piazze.<br />

*Vorremmo organizzare una<br />

bella estemporanea, un 1°<br />

Premio in memoria di Giovanni<br />

March senza scopo di<br />

lucro. Facendo tanta pubblicità<br />

per far venire più<br />

pubblico e coinvolgendo<br />

anche le scuole, il tessuto<br />

artistico di questa città va<br />

trasmesso alle nuove generazioni.<br />

*Le merci esposte degli antiquari<br />

dovrebbero essere<br />

orientate verso un mercato<br />

di maggiore qualità, evitando<br />

di creare conflittualità<br />

con la Piazza dei Pittori.<br />

*Provare a cambiare il giorno<br />

dell’evento come richiesto,<br />

il fine settimana le persone<br />

con molta probabilità,<br />

si spostano dalle loro città<br />

più volentieri.<br />

“La piazza è mia!” potrebbe diventare<br />

uno slogan, è lampante<br />

e sorprendente, vedere come i<br />

livornesi abbiano voglia di un<br />

cambiamento e come si sono<br />

attivati per renderlo possibile.<br />

In un momento <strong>non</strong> facile legato<br />

all’economia, <strong>non</strong> solo di<br />

questa città, è bene aprire gli<br />

occhi sul potenziale a nostra<br />

disposizione. Ci sono città che<br />

qui la tua auto<br />

è in buone mani!<br />

CARROZZERIA<br />

Marsili<br />

Soccorso Stradale 24 ore su 24 - Tel. 366.24.29.451<br />

Lavori accurati e veloci - Auto sostitutive - Garanzie sul lavoro<br />

3MScotchtint<br />

TM<br />

Pellicole per il controllo solare<br />

e la sicurezza del vetro<br />

<strong>non</strong> hanno niente e sembra che<br />

abbiano tutto, <strong>Livorno</strong> ha molto<br />

da offrire; basta darle una<br />

forma, un abito decente, e un<br />

buon cartellino da visita.<br />

Credo che questo sia solo un<br />

inizio di cooperazione: “L’unione<br />

fa la forza” e allora che questo<br />

viaggio intrapreso continui,<br />

nella voglia e nel rispetto<br />

di tutti per un unico obbiettivo:<br />

RINASCITA, appartenenza,<br />

identità.<br />

Via Cestoni n. 59 - <strong>Livorno</strong><br />

Tel. 0586/409640 - Fax 0586/428860<br />

car.marsili@tiscali.it<br />

PNEUMATICI<br />

a <strong>Livorno</strong>:<br />

Via di Franco 36/38 - Tel. 0586/884106<br />

P.zza D. Chiesa 63 - Tel. 0586/951363<br />

Via Mondolfi 12 - Tel. ☎0586/509618<br />

www.vadformaggi.it<br />

Via Baciocchi 15 - Tel. 0586/809.029 - <strong>Livorno</strong><br />

Nuova Sede Piazza D. Chiesa 53<br />

Tel.0586/853548 - Fax 0586/853175<br />

E-mail: alococopneumatici@virgilio.it<br />

Pensionato “La Provvidenza”<br />

Centro residenziale per anziani autosufficienti (uomini e donne)<br />

Camere singole e ampio giardino


LIVORNO<strong>non</strong><strong>stop</strong> è...<br />

6<br />

attualità<br />

La mostra “ImageNation 2016 – Eyes on the Word” alla Sala degli Archi della Fortezza Nuova fino al 4 giugno<br />

Claudine Caribotti,<br />

la visual artist<br />

cittadina del mondo,<br />

presente,<br />

a <strong>Livorno</strong>!<br />

Qualcosa sta cambiando in città<br />

per quanto riguarda l’arte?<br />

Pensiamo di sì. Vediamo un fermento,<br />

che viene anche da “altrove”.<br />

Un esempio è la mostra “Kemp-<br />

Madiai-Baronti” ai Granai di<br />

Villa Mimbelli (visitabile fino al<br />

5 giugno) in cui uno dei più<br />

grandi artisti e registi teatrali a<br />

livello mondiale è protagonista<br />

con i suoi disegni e quelli degli<br />

artisti labronici Giorgia Madiai<br />

e Francesco Baronti. Dunque,<br />

Lindsay Kemp, presente, a <strong>Livorno</strong>!<br />

Davide Mancini Zanchi, classe<br />

1986, nato a Urbino, protagonista<br />

di una esposizione al Museo<br />

Fattori (Sala Ulvi Liegi) fino<br />

al 9 giugno con “Senza titolo<br />

per”: pitture e sculture del<br />

giovane artista marchigiano,<br />

opere che associano, a delle<br />

superfici monocolori pitturate<br />

dall’artista, dei prodotti industriali,<br />

dove dipinto e oggetto<br />

si completano, creando reciprocamente<br />

un supporto. Davide<br />

Mancini Zanchi, presente,<br />

a <strong>Livorno</strong>!<br />

E <strong>non</strong> manca la fotografia, a cui<br />

<strong>Livorno</strong> negli ultimi tempi sta<br />

dedicando spazio e idee innovative:<br />

nella magnifica Sala degli<br />

Archi della Fortezza Nuova<br />

è in corso la mostra “Image-<br />

Nation 2016 – Eyes on the<br />

Word”, un collettivo, chiamato<br />

DeFactory, di oltre 70 fotografi<br />

da tutto il mondo: dall’Iran<br />

alla Nigeria, da Israele all’Arabia<br />

Saudita, dal Brasile all’Antartide:<br />

gli occhi di questi fotografi<br />

hanno osservato la terra<br />

e ce la raccontano attraverso il<br />

proprio stile, originale e magnifico.<br />

Fotografi da tutto il mondo,<br />

presenti, a <strong>Livorno</strong>!<br />

E poi abbiamo incontrato un’artista,<br />

cittadina del mondo, alla<br />

sua seconda esperienza di<br />

esposizione nella nostra città:<br />

lei è Claudine Caribotti, una visual<br />

artist che ha esposto con<br />

notevole successo di pubblico,<br />

alla TST Art Gallery di Corso<br />

Amedeo, una mostra dal titolo<br />

“Carceraria Anima Sanguinaria”<br />

.<br />

Corpi magrissimi e volti bendati<br />

che celano lo sguardo, perché<br />

nelle foto di Claudine è il<br />

corpo che trasmette sensazio<br />

segue a pag. 7


LIVORNO<strong>non</strong><strong>stop</strong> è...<br />

7<br />

attualità<br />

da pag. 6<br />

ni, queste le immagini nelle<br />

opere di Claudine. Ha esposto<br />

per il terzo evento del progetto<br />

“Di Terra e di Mare. <strong>Livorno</strong><br />

in Fotografia” titolo scelto per<br />

le iniziative del Tavolo della Fotografia<br />

del Comune di <strong>Livorno</strong><br />

che, esclusivo nel panorama<br />

italiano, sta lavorando a mostre,<br />

workshop, lettura portfolio,<br />

incontri con l’autore. Claudine<br />

Caribotti, cittadina del<br />

mondo, presente, a <strong>Livorno</strong>!<br />

Claudine, raccontaci la tua<br />

storia...<br />

C’è tutto e niente da raccontare...<br />

può bastare?<br />

Le tue fasi: idea, scatto... e poi<br />

che cosa succede?<br />

La fase iniziale è sempre una<br />

gran voglia di creare, è quasi<br />

un bisogno fisico come correre<br />

lo è per un atleta. L’idea prende<br />

forma agitandomi, trasformandomi<br />

con la voglia prepotente<br />

di tirarla fuori. Creare la scena<br />

è il momento più affascinante<br />

anche se spesso (sempre) sofferente<br />

come un parto. La fase<br />

successiva allo scatto è un’incognita<br />

emozionale… ci sono<br />

momenti in cui corro a guardare<br />

gli scatti e ci metto mano, altri<br />

momenti in cui lascio le foto<br />

decantare…<br />

La tua caratteristica è la meticolosità:<br />

ma cosa curi di più in<br />

una foto?<br />

È vero sono meticolosa… oserei<br />

dire quasi maniacale. In realtà<br />

curo tutto indistintamente,<br />

anche perché la mano è la mia<br />

dall’inizio alla fine del lavoro e<br />

questo è valido sia per le foto<br />

che per le mie performance.<br />

Ti aspettavi l’affluenza di pubblico<br />

che ha avuto la mostra?<br />

Non mi aspettavo un riscontro<br />

così positivo ed è stato molto<br />

bello! Ringrazio il mio curatore<br />

Alessandro Paron, l’Assessore<br />

alla Cultura del Comune di<br />

<strong>Livorno</strong> Serafino Fasulo e tutti<br />

i giornalisti che mi hanno contattato<br />

per intervistarmi… è<br />

stato anche loro il merito di tutto<br />

questo!<br />

Le donne, le bende senza comunque<br />

macchie di sangue:<br />

cosa significa...<br />

Domanda interessante, ma<br />

complessa... Scatto principalmente<br />

nudo femminile perché<br />

il corpo di donna possiede<br />

poesia e uso, di norma, garze<br />

a coprire volti perché voglio<br />

sia il corpo a evocare emozioni.<br />

Le ferite appartengono<br />

all’animo umano, indistintamente.<br />

Le ferite che mostro<br />

sono talmente profonde che<br />

<strong>non</strong> hanno necessità di essere<br />

accentuate dalla vista del<br />

sangue…<br />

Cosa di piace di più di <strong>Livorno</strong>?<br />

Vi risponderei il ponce e gli<br />

scogli di Calafuria, è terribilmente<br />

banale? Scherzi a parte,<br />

<strong>Livorno</strong> è veramente una<br />

città piacevole e, ad ora, con<br />

un sacco di iniziative culturali;<br />

inoltre ho conosciuto<br />

tante persone e devo dire che<br />

i livornesi sono veramente<br />

simpatici!<br />

Pensi che regalerai a <strong>Livorno</strong><br />

un’altra tua esposizione?<br />

C’è in cantiere un progetto che<br />

<strong>non</strong> vedo l’ora di realizzare, ma<br />

<strong>non</strong> credo di potervene ancora<br />

parlare. Per il resto, sarei già<br />

pronta per iniziare un altro lavoro!<br />

Sempre che <strong>Livorno</strong> mi<br />

voglia ancora!


LIVORNO<strong>non</strong><strong>stop</strong> è...<br />

8<br />

battaglie<br />

Analizziamo i quattro grandi eventi bellici che hanno interessato il nostro territorio<br />

Battaglia della Meloria (1284)<br />

Assedio di Massimiliano (1496)<br />

Battaglia di <strong>Livorno</strong> (1653)<br />

e Difesa della città (1849)<br />

di Marco Rossi<br />

Visto che abbiamo iniziato a<br />

parlar di storia di <strong>Livorno</strong> forse<br />

potrebbe interessare come la<br />

città abbia vissuto almeno quattro<br />

grandi eventi bellici solo<br />

suoi, ovvero la Battaglia della<br />

Meloria (1284), l'Assedio di<br />

Massimiliano (1496), la Battaglia<br />

di <strong>Livorno</strong> (1653) e la Difesa<br />

della città (10 e 11 maggio<br />

1849).<br />

Battaglia<br />

della Meloria<br />

(1284)<br />

Già nel 1241 (il 3 maggio) genovesi<br />

e pisani se l’eran date in<br />

mare davanti a <strong>Livorno</strong>. In quella<br />

che è nota come Prima Battaglia<br />

della Meloria o Battaglia<br />

del Giglio la flotta dell’imperatore<br />

Federico II alleato con<br />

Pisa affrontò uno squadrone<br />

genovese che trasportava un<br />

gran numero di prelati inglesi,<br />

francesi e spagnoli diretti a<br />

Roma per il Concilio che il papa<br />

Gregorio IX aveva convocato<br />

per deporre l’imperatore dopo<br />

La Battaglia della Meloria in un litografia di Armanino.<br />

La settecentesca Torre della Meloria, costruita per segnalare ai naviganti i bassifondi e gli scogli affioranti, il cui<br />

specchio di mare fu teatro nel 1284 della celebre battaglia tra genovesi e pisani. (foto Onorati)<br />

averlo scomunicato due volte.<br />

Ma era solo un antipasto perché<br />

nel 1282 un certo Simoncello<br />

<strong>Giu</strong>dice di Cinarca in Corsica<br />

(allora dominio pisano) si rifugiò<br />

a Pisa sostenendo di essere<br />

stato attaccato impunemente e<br />

senza motivo dalle galee di Genova<br />

e ciò fu il pretesto per affrontare<br />

definitivamente la rivalità<br />

fra Pisa e Genova: i pisani si<br />

prepararono alla battaglia con un<br />

odio feroce verso i genovesi,<br />

dicendo che in mare li aveano<br />

come femmine e in ogni parte li<br />

soperchiavano mentre i genovesi<br />

allestirono 50 galee.<br />

Dopo molte scaramucce, nel 1284<br />

i pisani cominciarono a subire<br />

sonore sconfitte: le galee genovesi<br />

affondavano quelle avversarie<br />

e facevano prigionieri a<br />

migliaia, tanto che ad un certo<br />

punto del conflitto pare che Genova<br />

offrisse i prigionieri pisani<br />

in cambio di cipolle!<br />

In Agosto si venne alla resa dei<br />

conti: il piano dei pisani era di<br />

colpire in netta superiorità (72<br />

galee) però Benedetto Zaccaria<br />

(1235-1307), futuro doge di<br />

Genova, che comandava una<br />

flotta ligure di 20 galee, eluse<br />

lo scontro fingendo una ritirata<br />

verso il Mar Ligure: la flotta<br />

pisana lo incalzò, ma fu raggiunta<br />

dalla restante parte della<br />

flotta genovese (68 galee) e<br />

ripiegò verso Porto Pisano, <strong>non</strong><br />

senza lanciare una provocazione<br />

ai genovesi, sotto forma di<br />

una pioggia di frecce d’argento.<br />

segue a pag. 9


LIVORNO<strong>non</strong><strong>stop</strong> è...<br />

9<br />

battaglie<br />

da pag. 10<br />

La flotta di Genova raccolse la<br />

sfida ed il 6 agosto, giorno di<br />

San Sisto patrono di Pisa (che<br />

da quel giorno <strong>non</strong> fu più festeggiato),<br />

salpò verso Porto Pisano:<br />

l’ammiraglio genovese<br />

Oberto Doria (?-1295) guidava<br />

la prima linea delle imbarcazioni,<br />

mentre Benedetto Zaccaria<br />

comandava una squadra di altre<br />

30 unità, lasciate volutamente<br />

in disparte per prendere di<br />

sorpresa la flotta pisana.<br />

Secondo le consuetudini i pisani<br />

avevano scelto un forestiero<br />

come podestà, Albertino Morosini<br />

da Venezia (1230/40-1305),<br />

assistito dal Conte Ugolino della<br />

Gherardesca (1210-1289) e da<br />

Andreotto Saraceno.<br />

Contando 63 legni genovesi i<br />

pisani, forti di 9 navi in più, decisero<br />

di uscire dal porto ma le<br />

sorti della battaglia furono decise,<br />

dopo ore, dagli altri 30 legni<br />

dello Zaccaria che piombarono<br />

sul fianco pisano, colto<br />

completamente impreparato dalla<br />

manovra, ed ignaro della stessa<br />

esistenza di quelle galee: fu<br />

uno sfacelo di legno, corpi e<br />

sangue.<br />

Dell’intera flotta pisana solo le<br />

20 galee comandate dal Conte<br />

Ugolino si salvarono: secondo<br />

alcune testimonianze durante la<br />

battaglia Ugolino <strong>non</strong> riuscì a<br />

concludere certe manovre navali,<br />

in particolare il ritiro di alcuni<br />

vascelli da una parte dello specchio<br />

d’acqua per rinforzarne altri,<br />

facendo pensare che stesse<br />

invece cercando di scappare.<br />

Nonostante le accuse Ugolino<br />

in seguito fu nominato prima<br />

podestà e poi capitano del popolo<br />

sino alla disputa col vescovo<br />

che lo fece imprigionare assieme<br />

ai figli sino alla morte per<br />

inedia (1289) cantata da Dante<br />

nel canto XXXIII dell’Inferno:<br />

distruttane la casa, il terreno fu<br />

cosparso di sale restando sinora<br />

l’unico verde sull’Arno.<br />

La gloria della Repubblica Pisana<br />

s’inabissò in quel giorno nelle<br />

acque della Meloria perdendo<br />

tra colate a fondo o cadute<br />

in mano nemica oltre 49 galee: i<br />

Battaglia della Meloria: Bassorilievo alla Torre Pendente.<br />

Battaglia della Meloria: Catene del Porto Pisano al Camposanto di Pisa.<br />

morti furono fra 5 e 6.000 e quasi<br />

11.000 i prigionieri tra cui lo<br />

stesso podestà Morosini, che fu<br />

portato con gli altri a Genova nel<br />

quartiere che da allora si sarebbe<br />

chiamato Campo Pisano, da<br />

cui solo un migliaio di prigionieri<br />

pisani tornò a casa dopo 13<br />

anni di prigionia tanto da far nascere<br />

il detto se vuoi veder Pisa<br />

vai a Genova. Tra i prigionieri<br />

figurava anche l’illustre Rustichello<br />

che aiutò Marco Polo a<br />

scrivere il suo Milione nelle prigioni<br />

genovesi quando questi<br />

vi giunse nel 1298.<br />

La pace venne firmata nel 1288<br />

con condizioni durissime per<br />

Pisa, che dovette rinunciare alla<br />

tuale località Stagno), mentre i<br />

loro alleati lucchesi arrivavano<br />

via terra: per Pisa fu una tragedia,<br />

con Porto Pisano raso al<br />

suolo, riempito di terra e cosparso<br />

di sale.<br />

Assedio<br />

di Massimiliano<br />

(1496)<br />

Nel 1494 Carlo VIII re di Francia<br />

(1470-1498), su invito di Ludovico<br />

il Moro (1452-1508) era sceso<br />

in Italia diretto al regno di<br />

Napoli per rivendicarvi i diritti<br />

reali degli Angioini: al suo passaggio<br />

in toscana Piero dei Medici<br />

(1471-1503), capo della repubblica<br />

fiorentina, per timore<br />

gli aveva ceduto temporaneamente<br />

le piazzeforti di Pisa, <strong>Livorno</strong>,<br />

Pietrasanta e Sarzana<br />

fino al termine dell’impresa nel<br />

napoletano.<br />

Appena lo seppero i fiorentini<br />

cacciarono il Medici ed il 15 settembre<br />

del 1496 al re che minacciava<br />

la città (allora noi suone-<br />

Corsica, ai possedimenti in Sardegna,<br />

alla colonia di San Giovanni<br />

d’Acri ed inoltre versare<br />

un’indennità enorme per la quale<br />

venne ceduta in garanzia<br />

l’isola d’Elba. Il mancato rispetto<br />

degli impegni presi da parte<br />

dei pisani obbligò i genovesi ad<br />

attaccare la loro città nel 1290:<br />

via mare arrivarono a Porto Pisano<br />

(la vecchia Triturrita in atremo<br />

le nostre trombe) risposero<br />

con la famosa frase di Pier<br />

Capponi e noi faremo suonare<br />

le nostre campane.<br />

Con Carlo VIII sceso a Napoli, a<br />

Firenze fu resa solo <strong>Livorno</strong>,<br />

con Sarzana ceduta a Genova,<br />

Pietrasanta a Lucca e Pisa dichiaratasi<br />

indipendente: per resistere<br />

alle richieste fiorentine<br />

di riavere il suo si formò una lega<br />

antifrancese fra Milano, Venezia,<br />

il papa, Ferrara e poi anche<br />

Massimiliano I imperatore di<br />

Germania, Genova, Lucca e Siena.<br />

Il 4 ottobre Massimiliano s’imbarcò<br />

a Genova per conquistare<br />

<strong>Livorno</strong>, e Firenze decise di<br />

difenderla (scrisse al suo ambasciatore<br />

in Francia Ranieri Tosinghi<br />

che riteneva <strong>Livorno</strong> ben<br />

più di Pisa e la giudicava l’occhio<br />

del corpo nostro).<br />

Un’armata forte di 30 navi dal<br />

mare e 7.000 uomini da terra cinse<br />

d’assedio dal 2 novembre il<br />

castello di <strong>Livorno</strong> e Firenze vi<br />

inviò truppe di rinforzo (per il<br />

clima paludoso i soldati stavano<br />

malvolentieri a <strong>Livorno</strong> e lo<br />

facevano solo per le paghe maggiori<br />

del consueto) con a capo<br />

Andrea di Piero de’ Pazzi come<br />

Commissario Generale per munire<br />

le cinque torri e le due rocche<br />

del castello ed organizzare<br />

una forte difesa. Essa fu integrata<br />

da schiere di volontari te-<br />

segue a pag. 12<br />

Assedio di <strong>Livorno</strong>: Statua originale<br />

del Villano.


LIVORNO<strong>non</strong><strong>stop</strong> è...<br />

da pag. 11<br />

10<br />

battaglie<br />

giunti dai borghi e sobborghi<br />

vicini alla città perchè stufi delle<br />

continue distruzioni subite<br />

passivamente in passato. Questi<br />

volontari erano chiamati villani<br />

nel senso di villici e fra loro<br />

la tradizione fa primeggiare la<br />

figura di Guerrino da Montenero<br />

che, si narra, con un colpo di<br />

falconetto (strumento fra un<br />

grosso fucile ed un can<strong>non</strong>cino)<br />

avrebbe portato via un’ansa<br />

della veste di broccato allo<br />

stesso Imperatore Massimiliano<br />

il quale si salvò di stretta misura.<br />

Già il 28 ottobre s’era avuto un<br />

primo bombardamento mentre<br />

a Firenze Savonarola incitava<br />

la repubblica. Il 29 ottobre era<br />

avvenuto il primo scontro terrestre<br />

respinto, idem il 30.<br />

Nel frattempo erano arrivati rifornimenti<br />

e soldati, portati da<br />

8 navi francesi che erano riuscite<br />

(tranne una che venne catturata)<br />

ad entrare in porto eludendo<br />

le imbarcazioni nemiche.<br />

Le preoccupazioni <strong>non</strong> mancavano<br />

ma le sere si commentavano<br />

le notizie d’un genovese<br />

arrivato in terre lontanissime di<br />

cui <strong>non</strong> s’era mai sentito il nome<br />

(!).<br />

Il più forte alleato dei livornesi<br />

fu il vento Garbino (il Libeccio)<br />

che, il 13 ed il 14 novembre,<br />

dopo molti giorni di duro<br />

assedio, con una forza inusuale<br />

portò grande distruzione fra<br />

le navi della lega e sconvolse<br />

gli accampamenti degli assedianti.<br />

La forza dell’uragano fu<br />

Assedio di <strong>Livorno</strong>: una stamnpa del can<strong>non</strong>e ai Lupi<br />

Giorgio Vasari: L'Assedio di <strong>Livorno</strong>, Salone dei Cinquecento, Palazzo Vecchio, Firenze<br />

tale (confermata da storici quali<br />

Machiavelli e Guicciardini) che<br />

l’imperatore vide la sua ammiraglia,<br />

la Selvaggia, addirittura<br />

arenata davanti alla Quadratura<br />

dei Pisani e 2 galee veneziane<br />

davanti San Jacopo.<br />

Provati dalla dura lotta, gli assedianti<br />

presero a ritirarsi verso<br />

i ponti di Stagno abbandonando<br />

definitivamente l’assedio,<br />

inseguiti da 500 villani in<br />

armi al grido di viva Marzocco,<br />

viva S. Giovanni. L’imperatore<br />

in fuga dovette ingoiare anche<br />

lo spregio dei lucchesi che il 20<br />

novembre <strong>non</strong> vollero nemmeno<br />

aprirgli le porte.<br />

L’esultanza dei vincitori fu tale<br />

che il famoso Giorgio Vasari<br />

(1511-1574) volle immortalare<br />

l’evento nel salone dei 500 con<br />

il riquadro L’imperatore Massimiliano<br />

toglie l’assedio a <strong>Livorno</strong>.<br />

Per ringraziare i livornesi i fiorentini<br />

decisero di apporre allo<br />

stemma labronico, il castello,<br />

uno stendardo bianco con la<br />

parola FIDES a simboleggiare la<br />

fedeltà dimostrata ed eressero<br />

segue a pag. 11


LIVORNO<strong>non</strong><strong>stop</strong> è...<br />

11<br />

battaglie<br />

da pag. 10<br />

una statua sul bastione difeso<br />

dal popolo rappresentante un<br />

villano con ai piedi un cane simbolo<br />

di fedeltà, un palo ad indicare<br />

le palizzate difese, un sacco<br />

ed un barile che simboleggiavano<br />

il pane e l’acqua di cui<br />

si dovettero contentare durante<br />

l’assedio. La statua attuale in<br />

Piazza Roselli è successiva<br />

(opera di Vitaliano de Angelis e<br />

Luigi Guiggi).<br />

L’assedio è stato descritto dal<br />

bancario <strong>Giu</strong>lio Cesare Carraresi<br />

(1834-1898) nel suo romanzo<br />

storico del 1869, preceduto nel<br />

1839 da <strong>Livorno</strong> assediato e difeso<br />

nel 1496 di Francesco Silvio<br />

Orlandini.<br />

Reinier Nooms: La Battaglia di <strong>Livorno</strong>, 1653, Rijksmuseum di Amsterdam.<br />

Battaglia<br />

di <strong>Livorno</strong><br />

(1653)<br />

Nell’ambito della prima guerra<br />

anglo-olandese (1652-4) fra il<br />

colosso commerciale dei Paesi<br />

Bassi e l’Inghilterra dilaniata<br />

dalla guerra civile di Cromwell,<br />

il 4 marzo 1653 davanti a <strong>Livorno</strong><br />

si svolse uno scontro passato<br />

alla storia come, appunto,<br />

la Battaglia di <strong>Livorno</strong>, che<br />

vide la vittoria degli olandesi.<br />

Gli inglesi erano comandati da<br />

John Appleton che <strong>non</strong> volle<br />

attendere le altre 8 unità inglesi<br />

del collega John Badiley all’Elba:<br />

fatto prigioniero, Appleton<br />

dovette attendere due mesi prima<br />

di essere liberato.<br />

Lo scontro registrò la morte a<br />

49 anni del comandante olandese,<br />

il Commodoro Johan van<br />

Galen, il quale, ferito ad una<br />

gamba, fu trasportato a terra e<br />

vi morì dopo 9 giorni di agonia.<br />

Nei suoi Annali il Vivoli (1779-<br />

1853) ne riporta l’inizio appena<br />

levato il sole e la durata di 4 ore:<br />

15 i vascelli inglesi e 20 quelli<br />

olandesi coinvolti, con solo 17<br />

navi <strong>non</strong> distrutte.<br />

L’intera popolazione cittadina vi<br />

assistette dal molo e grande fu<br />

il terrore allorchè alcune palle di<br />

can<strong>non</strong>e caddero su di una casa<br />

nella piazzetta di fronte alla Fortezza<br />

vecchia. L’esplosione della<br />

polveriera di una nave inglese<br />

scosse tutta la città ed alla<br />

fine, sul far della sera, le imbarcazioni<br />

più danneggiate entrarono<br />

in porto, coi consoli delle<br />

due nazioni ad affittare magazzini<br />

per i feriti.<br />

Difesa<br />

della città<br />

(10-11<br />

maggio1849)<br />

Il 21 febbraio 1848 il granduca<br />

Leopoldo, timoroso dello svilupparsi<br />

degli eventi insurrezionali<br />

e trovandosi già a Porto S.<br />

Stefano, s’imbarcò su di un legno<br />

inglese e si rifugiò a Gaeta.<br />

II 24 ottobre giunse a <strong>Livorno</strong><br />

<strong>Giu</strong>seppe Garibaldi che alloggiò<br />

Johannes Lingelbach: La Battaglia di <strong>Livorno</strong>, 1660, Rijksmuseum di Amstersdam<br />

in Via del Toro e, acclamato dalle<br />

folle, arringò i livornesi dal balcone<br />

di un albergo. Nel 1849<br />

giunse a <strong>Livorno</strong> anche <strong>Giu</strong>seppe<br />

Mazzini e dal palazzo del<br />

governatore esortò i livornesi<br />

dichiarando decaduto il granduca.<br />

A Firenze, però, il comune<br />

dichiarò restaurata la monarchia<br />

costituzionale di Leopoldo:<br />

<strong>non</strong> accettando la decisione<br />

della restaurazione, il 18 aprile<br />

i livornesi dichiararono il tradimento<br />

del comune di Firenze<br />

e proclamarono la resistenza.<br />

Il barone d’Aspre al comando<br />

di un esercito austriaco entrò<br />

in Toscana il 5 maggio e marciò<br />

su <strong>Livorno</strong> prendendo Pisa<br />

senza colpo ferire: il 10, giunto<br />

a Stagno ed intimata inutilmente<br />

la resa, iniziò il bombardamento<br />

della città con 50 can<strong>non</strong>i<br />

e passò all’attacco con forze<br />

10 volte superiori. La difesa più<br />

forte restò il forte San Pietro<br />

dove i bravi artiglieri tennero<br />

in scacco gli assedianti per tutto<br />

il giorno. L’11, però, aggirate<br />

le posizioni da sud dove la difesa<br />

era più debole, gli austriaci<br />

giunsero al lazzaretto di S.<br />

Jacopo, sfondarono ai Lupi ed<br />

aprirono poi una breccia a porta<br />

San Marco, entrando così in<br />

città da varie direzioni: a nulla<br />

valse l’eroismo dei difensori<br />

guidati da Andrea Sgarallino<br />

(1835-1887). I patrioti resistet<br />

segue a pag.12


LIVORNO<strong>non</strong><strong>stop</strong> è...<br />

12<br />

battaglie<br />

da pag. 11<br />

ro strada per strada costruendo<br />

improvvisate barricate sulla via<br />

Augusta Ferdinanda e via del<br />

Principe (attuali vie Palestro e<br />

Solferino) e retrocedettero sparando<br />

dai tetti e dai campanili.<br />

Alle 10 dell’11 maggio finì quella<br />

che qualcuno definì impropriamente<br />

la generosa follia: Andrea<br />

Sgarallino, Evandro Modena<br />

Piva e Giovanni Guarducci (1812-<br />

1864) con altri difensori arretrati<br />

verso la marina trovarono scampo<br />

a bordo di navi straniere che<br />

ne protessero la fuga (Il primo in<br />

California parteciperà alla corsa<br />

dell’oro).<br />

Alle due pomeridiane alcuni popolani<br />

aprirono il fuoco da una<br />

soffitta di un alto palazzo dietro<br />

il duomo sulle truppe austriache<br />

accampate provocando lo scompiglio<br />

per l’ipotesi di un nuovo<br />

assalto in piena regola: la reazione<br />

esasperata portò a perquisizioni,<br />

devastazioni e fucilazioni<br />

indiscriminate di quanti si trovavano<br />

nei pressi. Otto individui<br />

trovati dispersi qua e là, dei quali<br />

solo alcuni avevano preso le armi,<br />

furono condotti nel lazzaretto di<br />

S. Jacopo: ammanettati in un sotterraneo,<br />

la mattina dopo furono<br />

fucilati senza processo.<br />

Anche il cappellano Giovanni<br />

Battista Maggini, avendo apertamente<br />

parteggiato per gli insorti,<br />

catturato e riconosciuto,<br />

venne fucilato.<br />

Il 14 maggio Enrico Bartelloni<br />

(1808-1849) si fece arrestare volontariamente<br />

dagli Austriaci gridando<br />

loro il suo disprezzo e venne<br />

pertanto fucilato la sera stessa<br />

in Fortezza Vecchia dopo un<br />

sommario processo, cadendo al<br />

grido di viva l’Italia.<br />

Nei due giorni di scontri le perdite<br />

degli austriaci ammontarono<br />

a diverse centinaia di uomini,<br />

quelle dei difensori tra caduti in<br />

combattimento e fucilati a circa<br />

90 unità.<br />

Finita e consolidata la conquista<br />

della città gli austriaci lasciarono<br />

a <strong>Livorno</strong> un presidio di circa<br />

4.000 uomini al comando del<br />

conte Franz Maria Johann Graf<br />

Folliot di Crenneville (1815-1888),<br />

uomo prepotente e violento, che<br />

Il busto di Enrico Bartelloni e le lapidi alla Porta San Marco che ricordano<br />

il luogo della strenua difesa della città contro l'invasore austriaco.<br />

fece volentieri bastonare la popolazione<br />

inerme e quindi odiato<br />

da tutti i Livornesi. Vent’anni<br />

dopo, il 24 maggio 1869 Niccolò<br />

Inghirami Fei (1804-1869),<br />

console d’Austria a <strong>Livorno</strong>, fu<br />

incaricato di accompagnarlo al<br />

porto della città: la notizia della<br />

sua presenza in città si sparse<br />

subito alimentando propositi di<br />

vendetta e la sera, al porto dove<br />

l’ex governatore doveva imbarcarsi<br />

sul piroscafo Sardegna,<br />

dinanzi al monumento dei Quattro<br />

Mori alcuni uomini che li<br />

avevano seguiti si fecero avanti<br />

ed un colpo di pugnale trafisse<br />

il volto del generale: l’Inghirami<br />

si piegò per soccorrere<br />

il ferito, ma nella concitazione<br />

di quei momenti fu colpito mortalmente<br />

da una nuova pugnalata<br />

diretta all’altro.<br />

Dopo le due giornate molti furono<br />

i volontari garibaldini livornesi:<br />

un primo contingente<br />

di 35 volontari con a capo Jacopo<br />

Sgarallino (1823-1879) lasciò<br />

il porto labronico il 1° maggio<br />

1860 con il piroscafo Etruria<br />

per recarsi a Genova e quindi<br />

a Quarto dove passò sul piroscafo<br />

Lombardo. Un secondo<br />

contingente di 77 volontari<br />

agli ordini di Andrea Sgarallino<br />

lasciò <strong>Livorno</strong> il 2 di maggio<br />

seguente sulla tartana Adelina:<br />

questo gruppo sbarcò a<br />

Talamone il 5 maggio e si riunì<br />

ad altri volontari per compiere<br />

nello Stato Pontificio una<br />

diversione che aveva lo scopo<br />

di ingannare il governo borbonico<br />

e quando anche il Lombardo<br />

ed il Piemonte gettarono le<br />

ancore a Talamone i volontari<br />

vennero riuniti e riordinati in<br />

nuove compagnie ad una delle<br />

quali fu assegnato il nome <strong>Livorno</strong>.<br />

Organizzati e guidati da<br />

Vincenzo Malenchini (1813-<br />

1881), che per l’occasione aveva<br />

addirittura creato un centro<br />

di reclutamento in una trattoria<br />

di via della Rondinella, altri 1.200<br />

volontari toscani, dei quali ben<br />

800 livornesi, partirono il 19 giugno<br />

1860 dal Calambrone. Un’ultima<br />

spedizione di circa 2.000 uomini,<br />

diretta anch’essa in Sicilia,<br />

vide la partecipazione, tra i<br />

tanti, di Giovanni Guarducci.<br />

Cesare Bartolena, Partenza dei volontari livornesi dal Calambrone per raggiungere i Mille in Sicilia, 1872,<br />

Museo Fattori, <strong>Livorno</strong>.


novità editoriale<br />

Realizza anche tu<br />

l' Album di Famiglia<br />

Un'idea originale per raccogliere in un libro<br />

le tappe più importanti della tua famiglia<br />

parallelamente alle vicende della città<br />

per inquadrarne anche il momento storico<br />

Vieni da noi, ti diamo una mano a realizzarlo.<br />

Editrice «Il Quadrifoglio» Via C. Pisacane 7 - <strong>Livorno</strong> - Tel. 0586/814033


LIVORNO<strong>non</strong><strong>stop</strong> è...<br />

attualità<br />

14<br />

<strong>Livorno</strong> da secoli si identifica per il suo piatto prelibatissimo e per il miscuglio di razze<br />

Cacciucco di pesce e di genti<br />

di Michela Gini<br />

Rovistando nella libreria, in cerca<br />

di un malandrino volumetto,<br />

mi capita in mano un libro piccolo<br />

piccolo; sulla copertina la<br />

stampa di un acquaforte su<br />

rame del 1938, dal titolo “Il Gattuccio”<br />

raffigurante un bel pescione<br />

posato su un tavolo<br />

bianco e, sullo sfondo, un familiare<br />

squarcio di mare labronico,<br />

con tanto di faro, Meloria e<br />

Gorgona. “<strong>Livorno</strong> in salsa” il<br />

titolo, Aldo Santini l’autore.<br />

“Se vuoi venire con me a <strong>Livorno</strong>,<br />

un novo mondo ti faccio<br />

vedé...” è la frase che apre<br />

lo sconosciuto opuscoletto, in<br />

riferimento ad un motivo del ‘700<br />

cantato dai Ceraioli di Gubbio<br />

mentre si avviavano in contro<br />

al porto toscano con i barrocci<br />

carichi di ceri che avrebbero preso<br />

le rotte del Mediterraneo.<br />

Perfino in Umbria si vociferava<br />

di questa città all’americana, con<br />

i negri che servivano a tavola<br />

nelle case mercantili, gli ebrei liberi<br />

più che ad Amsterdam, le<br />

vie larghe profumate di spezie, i<br />

generosi abitanti dal corpo duro<br />

ma il palato fine.<br />

Nel 1814, infatti, un noto medico<br />

francese scriveva dei nostri<br />

antichi concittadini: “l’habitant<br />

de Livourne n’est pas glouton,<br />

mais il est gourmet”, <strong>non</strong> è goloso<br />

ma buongustaio.<br />

Non c’è alcun dubbio: <strong>Livorno</strong><br />

era pervasa da un’atmosfera di<br />

commercio e di vivaci sapori che<br />

prendeva tutti <strong>non</strong> appena ci<br />

mettevano piede. Così come altrettanto<br />

vivace è l’origine dei<br />

suoi abitanti. Charles de Brosses,<br />

il primo presidente del parlamento<br />

di Digione affermava,<br />

nel 1739, che i livornesi provengono<br />

da tutte le razze d’Europa<br />

e d’Asia, perciò le vie sembrano<br />

una fiera di volti e lingue diverse:<br />

una Torre di Babele.<br />

<strong>Livorno</strong> è un cacciucco di genti,<br />

ed è ovvio che il suo piatto<br />

più famoso sia un misto di pesci<br />

da pochi soldi ma belli pieni: seppie,<br />

polpi, palombi, murene, cicale,<br />

pane abbrustolito e zenzero.<br />

E, ovviamente, vino rosso.<br />

I libri di cucina parlano di tredici<br />

tipi di pesci diversi, ma si può<br />

fare anche con meno, l’importante<br />

è la varietà, perché è quella<br />

che il buongustaio cerca all’interno<br />

delle terrine dal bordo<br />

alto, dove - secondo la tradizione<br />

- è obbligo servirlo.<br />

Santini sosteneva che per avere<br />

un cacciucco da veri intenditori<br />

dovessimo recarci da Oscare<br />

all’Ardenza, molto conosciuto<br />

tra gli artisti che vi si recavano<br />

ogni volta che erano in visita<br />

a <strong>Livorno</strong>.<br />

E che dire del fatto che il fascismo<br />

lo prese a balia e, per ingraziarsi<br />

le simpatie popolari, organizzò<br />

una cacciuccata voluta da<br />

Costanzo Ciano detto “Ganascia”<br />

che per sei lire e trenta, nei<br />

vicoli di Borgo Cappuccini, donò<br />

ai commensali cacciucco, vino,<br />

musica e ponce a fiumi? Una vera<br />

ribotta inneggiante il Duce che<br />

l’Oktoberfest di Monaco impallidisce<br />

al sol pensiero.<br />

Non dimentichiamo che il caccuccio<br />

è lo stemma del Livornese<br />

verace, caciarone ma d’animo<br />

generoso, capace di fare<br />

qualsiasi cosa per aiutare il prossimo.<br />

Oggi, purtroppo per noi, trovare<br />

un buon cacciucco è cosa rara<br />

e, se vuoi mangiarne uno fatto a<br />

regola d’arte devi cercarlo col<br />

lanternino. Meglio, a questo<br />

punto, farselo fare dalla <strong>non</strong>na<br />

sperando che in lei sia rimasta<br />

quell’usanza di tramandare oralmente<br />

cultura e sapere che -<br />

come il cacciucco - sta piano<br />

piano svanendo.<br />

Federico Caprilli e il salto della sedia.<br />

La Cacciuccata, la stupenda tela (cm. 150x226) del 1936 di Lando Landozzi


LIVORNO<strong>non</strong><strong>stop</strong> è...<br />

15<br />

storia<br />

Fondatore del giornale Il Telegrafo (oggi Tirreno) fu ucciso il 1° luglio 1894 da mani anarchiche<br />

L’assassinio di <strong>Giu</strong>seppe Bandi<br />

di Luciano Canessa<br />

Alla fine dell’ottocento l’Italia<br />

è afflitta dai disastri coloniali,<br />

dalla scandalo della Banca Romana,<br />

dalle proteste operaie e<br />

contadine, e a <strong>Livorno</strong>, che attraversa<br />

una congiuntura economica<br />

difficile, sono molti gli<br />

anarchici che fanno sentire il<br />

loro dissenso. <strong>Giu</strong>seppe Bandi,<br />

l’eroe garibaldino di numerose<br />

battaglie <strong>non</strong>ché autore de “I<br />

mille, da Genova a Capua”,<br />

dalle colonne de “La Gazzetta<br />

Livornese” e “Il Telegrafo”<br />

esprime la assoluta preminenza<br />

degli interessi dello Stato e attacca<br />

duramente gli anarchici.<br />

Li attacca fino al punto di accettare<br />

i duri sistemi del Presidente<br />

del Consiglio, Francesco Crispi,<br />

un altro ex garibaldino, e questo<br />

<strong>non</strong> gli viene perdonato.<br />

Il 1 gennaio 1889 una bomba<br />

esplode nell’edificio di via degli<br />

Elisi dove sono ubicati i due<br />

giornali diretti dal Bandi. Non<br />

ci sono danni consistenti, ma la<br />

reazione del Bandi è veemente:<br />

“Non è la prima volta che nel<br />

corso della nostra vita ci troviamo<br />

ad essere a tu per tu con<br />

La prima<br />

pagina<br />

de Il Telegrafo<br />

dell'1-2 luglio<br />

1984<br />

che annuncia<br />

l'attentato<br />

al direttore<br />

<strong>Giu</strong>seppe<br />

Bandi<br />

<strong>Giu</strong>seppe Bandi (Gavorrano 15<br />

luglio1834 - <strong>Livorno</strong> 1 luglio 1894)<br />

la prepotenza. Ma se <strong>non</strong> ci<br />

scossero le minacce e le catene<br />

dei dominatori che più <strong>non</strong><br />

sono, <strong>non</strong> ci sarebbe ragione<br />

che ci turbino adesso il<br />

sonno….le carezze dinamitarde<br />

di qualche pescatore disperato”.<br />

Quando, qualche mese dopo, il<br />

Presidente del Consiglio, Crispi,<br />

subisce un attentato da uno<br />

studente anarchico, il Bandi<br />

comincia a temere per la vita sua<br />

e dei familiari. Scrive al Crispi,<br />

l’amico garibaldino di tante battaglie,<br />

per avere aiuti concreti,<br />

altrimenti minaccia di lasciare i<br />

due giornali da lui diretti e la città<br />

di <strong>Livorno</strong>, che dice essere<br />

pericolosa. E’ un momento di<br />

debolezza, solo un momento. Gli<br />

aiuti richiesti <strong>non</strong> arrivano, ma<br />

il “Piccione viaggiatore”, così<br />

si firma nella rubrica in prima<br />

pagina, ha le spalle larghe e <strong>non</strong><br />

molla.<br />

La seconda bomba porta la data<br />

22 marzo 1893 e scoppia vicino<br />

alla sua palazzina in via delle<br />

Ville, senza causare grossi danni.<br />

Gli arrivano anche lettere<br />

contenenti minacce e in una del<br />

febbraio 1894 si dice che se il<br />

Bandi proseguirà, sarà “condannato<br />

inesorabilmente alla<br />

morte”.<br />

Il clima è rovente, in Italia e in<br />

Europa. Francesco Crispi subisce<br />

un altro attentato e Sante<br />

Caserio, un anarchico italiano,<br />

pugnala a morte il presidente<br />

francese Sadi Carnot, a Lione.<br />

“Professori di violenza” è il<br />

commento che il Bandi rivolge<br />

agli anarchici. E così firma la sua<br />

condanna a morte.<br />

Il 1 luglio 1894, una domenica,<br />

<strong>Giu</strong>seppe Bandi si reca, di buon<br />

mattino, al giornale in carrozza,<br />

una carrozza scoperta. A cassetta<br />

sta il cocchiere. All’angolo<br />

tra via della Ville e via delle<br />

Grazie, un anarchico, scalzo,<br />

salta sul predellino e accoltella<br />

al ventre il Bandi che <strong>non</strong> ha il<br />

tempo di accennare la minima<br />

difesa. E’ portato d’urgenza alla<br />

farmacia Jacchia, ma dopo una<br />

fasciatura superficiale il cocchiere<br />

prosegue, spedito, per<br />

l’ospedale in piazza Vittorio<br />

Emanuele.<br />

“Spese bene le mie ferite di<br />

Calatafimi”. Pare siano state<br />

queste le sue ultime parole. In<br />

ospedale il prof. Bracchini tenta<br />

un intervento disperato, ma<br />

<strong>non</strong> c’è niente da fare, la coltellata<br />

ha provocato una ferita<br />

profonda sedici centimetri, ha<br />

squarciato il fegato e i reni.<br />

Alle 10,30 il “Piccione viaggiatore”<br />

esala l’ultimo respiro.<br />

I funerali sono imponenti come<br />

si conviene allo spessore dell’uomo.<br />

Sono presenti parlamentari,<br />

autorità, generali, cittadini<br />

di tutte le fazioni politiche.<br />

Le cronache parlano di un<br />

corteo lungo chilometri.<br />

L’assassino viene identificato<br />

in Oreste Lucchesi, anarchico,<br />

arrestato in Corsica dove è fuggito<br />

precipitosamente. Il processo<br />

si svolge a Firenze, per<br />

legittima suspicione, dal 2 al 22<br />

maggio 1895. Lucchesi, con le<br />

circostanze attenuanti, è condannato<br />

a 30 anni dei quali i<br />

primi tre di segregazione, come<br />

Amerigo Franchi, l’istigatore<br />

che ha fornito il coltello. A Rosolino<br />

Romiti, un altro istigatore,<br />

viene dato l’ergastolo con<br />

sette anni di segregazione.<br />

Assolti, invece, gli altri quattro<br />

anarchici: Virgilio Sgherri, Lanciotto<br />

Lazzeri, Andrea Neri e<br />

<strong>Giu</strong>seppe Davoggia.<br />

Alla lettura della sentenza Lucchesi<br />

piange; Romiti urla “Viva<br />

l’anarchia, viva la Francia, viva<br />

Caserio!”. Il numeroso pubblico<br />

presente in aula fischia alle<br />

sue grida.<br />

“L’aver concesso le circostanze<br />

attenuanti a Oreste Lucchesi –<br />

scrive Vittorio Emanuele Agnoletti,<br />

il nuovo direttore de “Il Telegrafo”<br />

- è un tale fatto che ogni<br />

commento è superfluo”.<br />

Di lì a poco ci saranno altre vittime<br />

illustri, sempre per mano<br />

degli anarchici, coronate e no.<br />

Il presidente del consiglio dei<br />

ministri spagnuolo, Antonio<br />

Canovas del Castillo, nel 1897,<br />

l’imperatrice Elisabetta d’Austria<br />

(più nota come principessa<br />

Sissi, ma si deve precisare<br />

che <strong>non</strong> fu mai principessa e<br />

in famiglia nessuno la chiamava<br />

Sissi, insomma un falso storico<br />

imputabile al cinema) pugnalata<br />

nel 1898, re Umberto I<br />

assassinato nel 1900, il re di<br />

Grecia Giorgio I ecc.


LIVORNO<strong>non</strong><strong>stop</strong> è...<br />

16<br />

livornesità<br />

La storia delle nostre strade<br />

QUIZ A PUNTEGGIO PER SAGGIARE LA TUA LIVORNESITÀ<br />

LIVORNESE DOC O ALL’ACQUA DI ROSE?<br />

...a spasso<br />

per la città<br />

dallo Stradario Storico di <strong>Livorno</strong>, antico,<br />

moderno e illustrato di Beppe Leonardini<br />

e Corrado Nocerino e della<br />

Editrice Nuova Fortezza di <strong>Livorno</strong>.<br />

Via Ciro Menotti - Da via Fratelli<br />

Bandiera a via Nicolò Ste<strong>non</strong>e<br />

(Shangai). Così denominata nel<br />

1938, ricorda il patriota (Carpi<br />

1798 - Modena 1831) che iniziò<br />

una vasta cospirazione con l'iniziale<br />

appoggio del Duca Francesco<br />

IV di Modena il quale, successivamente,<br />

lo fece arrestare e<br />

impiccare.<br />

Scali del Naviglio - Dagli scali<br />

del Pontino agli scali della Dogana<br />

d'Acqua. Denominazione antichissima,<br />

risalente a molto prima<br />

del 1843. Forse perché il Fosso<br />

era direttamente comunicante<br />

(attraverso la Dogana d'Acqua)<br />

con il Canale dei Navicelli.<br />

Proverbi<br />

livornesi<br />

✔ Trulli trulli, chi ce l’ha se li<br />

trastulli.<br />

✔ Fra r’culo e la fia c’è un<br />

passo di formi’a.<br />

✔ Star cor più è gran virtù.<br />

✔ Matti, bria’i e bimbi hanno<br />

ir santo dalla sua.<br />

✔‘Un c’è peggio di esse’ gallina<br />

e ‘un poté fa’ l’ovo.<br />

✔Proprio vero che ‘r quattrino<br />

fa’ balla’ il burrattino.<br />

✔ Mi pai quello che mi caò<br />

sull’uscio e poi la rivoleva!<br />

Scoprilo rispondendo a queste domande; quindi controlla punteggio e valutazione:<br />

1<br />

Per<br />

quanto Km. circa si<br />

estendono le cosidette<br />

Secche della Meloria?<br />

A Km. 3<br />

B Km. 16<br />

C Km. 9<br />

2<br />

...<br />

e in quale anno fu costruito<br />

il faro intorno alla<br />

Torre della Meloria?<br />

A 1906<br />

B 1867<br />

C 1939<br />

3<br />

In<br />

quale anno un disatroso incendio<br />

danneggiò lo stabilimento<br />

delle Acque della Salute?<br />

A 1977<br />

B 1954<br />

C 1968<br />

4<br />

...<br />

e in quale anno è stato<br />

inaugurato il cavalcavia di<br />

fronte a detto stabilimento?<br />

A 1982<br />

B 1996<br />

C 1990<br />

5<br />

In<br />

A<br />

B<br />

C<br />

6<br />

In<br />

quale via nacque Giovanni<br />

Fattori?<br />

Via Roma<br />

Via Verdi<br />

Via della Coroncina<br />

quale anno è scomparso<br />

il pittore Lando<br />

Landozzi?<br />

A 1959<br />

B 1973<br />

C 1986<br />

7<br />

In<br />

A<br />

B<br />

C<br />

8<br />

A<br />

quale chiesa è posto il busto<br />

del Balì Albizzo Martellini, cui si<br />

deve la costruzione dell'edificio?<br />

Chiesa del Soccorso<br />

Chiesa S. Benedetto<br />

Chiesa S. Matteo<br />

quale anno risale l'inaugurazione<br />

del Cister<strong>non</strong>e?<br />

A 1842<br />

B 1903<br />

C 1788<br />

RISPOSTE: 1 (C), 2 (B), 3 (C), 4 (A), 5 (C), 6 (A), 7 (A), 8 (A), 9 (B), 10 (C), 11 (B), 12 (C)<br />

Meno di 2 risposte corrette: ...all’acqua di rose - Da 3 a 6 risposte corrette: ...sui generis<br />

Da 7 a 10 risposte corrette: alla moda - Nessun errore: LIVORNESE DOC honoris causa<br />

Quiz visivo e di orientamento a conferma del tuo grado di livornesità<br />

Che razza di livornese sei?<br />

...di SCOGLIO,<br />

di FORAVIA<br />

o... PISANO?<br />

Qui a fianco c'è la foto di una strada<br />

della tua città. Sai riconoscere di<br />

quale via si tratta?<br />

9<br />

In<br />

quale anno fu inaugurarto<br />

il Grattacielo di<br />

piazza Roma?<br />

A 1972<br />

B 1966<br />

C 1958<br />

10 A<br />

B<br />

C<br />

11 A<br />

B<br />

C<br />

12 A<br />

B<br />

C<br />

Quale personaggio ricorda<br />

la via dedicata a<br />

Ferdinando Magagnini?<br />

Letterato<br />

Medico<br />

Architetto<br />

Quale partita tra nazionali<br />

inaugurò nel 1935 lo stadio<br />

"Edda Ciano"?<br />

Italia-Francia<br />

Italia-Austria<br />

Italia-Russia<br />

Nel 1915 <strong>Livorno</strong> salutò la prima<br />

squadra cittadina di calcio.<br />

Qual'era il suo nome?<br />

U.S. <strong>Livorno</strong><br />

Spes<br />

Virtus Juventusque<br />

Se trovi degli errori in questo<br />

giornale, tieni presente<br />

che sono stati messi di proposito.<br />

Abbiamo cercato di<br />

soddisfare tutti, anche coloro<br />

che sono sempre alla ricerca<br />

di errori!<br />

Se rispondi ESATTAMENTE significa<br />

che sei un... livornese di scoglio!<br />

Se rispondi CONFONDENDO la via<br />

con altra della stessa zona, significa<br />

che sei un...livornese di foravia,<br />

Se NON RIESCI A CAPACITARTI di<br />

quale via si tratta, allora significa<br />

che... sei un pisano!<br />

Per la risposta, vedi pag. 19<br />

Grado di difficoltà:


LIVORNO<strong>non</strong><strong>stop</strong> è...<br />

17<br />

editoria<br />

Il diario di Piero Carboni offre lo spunto al nipote Maurizio Bellandi di presentarci<br />

nuovi e inediti aspetti sul grande artista livornese<br />

La storia<br />

delle vere teste<br />

di Modigliani<br />

di Giovanni Giorgetti<br />

Maurizio Bellandi<br />

<strong>Giu</strong>seppe Saracino e Piero Carboni. In alto: la copertina del libro<br />

Pietro Carboni (1925-1998),<br />

carrozziere livornese, salì alla<br />

ribalta delle cronache nel settembre<br />

del 1991 quando, sollecitato<br />

da un suo cliente, lo<br />

stilista <strong>Giu</strong>seppe Saracino,<br />

tirò fuori tre sculture, o meglio<br />

tre “teste”, due compiute<br />

ed una abbozzata, che da<br />

tempo custodiva in uno scaffale<br />

della sua carrozzeria.<br />

Raccontò di averle sempre<br />

viste fin da bambino nella<br />

casa dei suoi cugini, i Simoncini,<br />

in via Gherardi Del Testa,<br />

e di averle salvate nel<br />

1943 quando l’abitazione fu<br />

distrutta dalla bombe. Quelle<br />

tre “teste” furono in seguito attribuite<br />

a Amedeo Modigliani.<br />

Di proprietà degli eredi Carboni,<br />

sono attualmente custodite<br />

in un caveau di una<br />

banca livornese.<br />

Il libro Amedeo Modigliani le<br />

pietre d’inciampo - La storia<br />

delle vere teste di Modigliani<br />

- di Maurizio Bellandi, profondo<br />

conoscitore che da anni<br />

studia la vita e le opere del<br />

grande artista livornese, presentanto<br />

in questi giorni,<br />

prende lo spunto proprio dal<br />

diario dello zio Pietro Carboni,<br />

ritrovato nella casa dei<br />

<strong>non</strong>ni nel 2014, per approfondire<br />

e svelarci nuovi e inediti<br />

aspetti riguardanti la complessa<br />

ed affascinante vicenda<br />

di Modigliani scultore.<br />

Non a caso, sulla costola<br />

della copertina, è riportato:<br />

“Finalmente una svolta inedita<br />

sulla storia di Modigliani<br />

scultore. Questo volume fa<br />

luce, attraverso documenti<br />

storici mai pubblicati, sull’attività<br />

dell’artista a <strong>Livorno</strong> nel<br />

1909, allontanando, una volta<br />

per sempre, il mito della<br />

dimensione farsesca e provinciale<br />

in cui è stato relegato<br />

negli ultimi trent’anni.<br />

Si squarcia un velo... le sculture<br />

originali esistono!”.<br />

Il volume, ben documentato<br />

e ricco di foto - edito dalla<br />

Casa Editrice Sillabe nella<br />

collana Profili di Maddalena<br />

Paola Winspeare - che presenta,<br />

oltre al citato diario,<br />

la descrizione delle tre teste<br />

(Nera, Saggezza e Bellezza),<br />

con riflessioni personali<br />

dello stesso Maurizio Bellandi,<br />

<strong>non</strong>ché una dettagliata<br />

qualificazione petrografica e<br />

perizia grafologica su un libro<br />

ritrovato assieme alle teste<br />

(“Da tutto quanto sopra<br />

esposto emerge con forza<br />

che le scritture a margine di<br />

alcune pagine delle Bucoliche,<br />

fornite in esame, sono<br />

da attribuire certamente alla<br />

mano di Amedeo Modigliani,<br />

così come essa si manifesta<br />

nelle grafie autentiche fornite<br />

per la comparazione”, questo<br />

il giudizio della grafologa<br />

Valeria Zacconi), ha tutti gli<br />

ingredienti di un romanzo avvincente,<br />

specie nella parte<br />

inerente il processo che il<br />

noto critico Carlo Pepi, assieme<br />

a <strong>Giu</strong>seppe Saracino,<br />

subì per aver dichiarato che<br />

le sculture erano autentiche.<br />

<strong>Giu</strong>seppe Saracino - ricordiamo<br />

- era accusato di detenere,<br />

a fini di commercio,<br />

sculture in pietra attribuite a<br />

Modigliani, sapendo che erano<br />

contraffatte e il Pepi per<br />

averle autenticate. Il processo<br />

durato dal 2000 al 2002, si<br />

concluse con l’assoluzione<br />

degli imputati. Lo stesso Pepi,<br />

da sempre nemico dei falsari,<br />

fu tra l’altro tra coloro (pochi<br />

per la verità...) che dichiarò<br />

subito che le “teste” pescate<br />

nei Fossi erano false.


per il tuo matrimonio, compleanno,<br />

laurea, anniversario ecc.<br />

Happy Day<br />

il primo giornale istantaneo stampato in più copie<br />

con consegna nel giorno stesso dell'avvenimento<br />

Un fascicolo a più pagine tutto a colori<br />

per far rivivere in diretta a te stesso, parenti e amici<br />

uno dei momenti più belli della tua vita!<br />

per info: 0586/814033


LIVORNO<strong>non</strong><strong>stop</strong> è...<br />

19<br />

amarcord<br />

Cara, vecchia <strong>Livorno</strong><br />

dalla collezione di Roberto Leonardi<br />

La vecchia via del Mulino a Vento ripresa dalla attuale piazza Rosselli (1937-38).<br />

La matita<br />

di<br />

Fabio<br />

Barbini<br />

Stazione<br />

Centrale<br />

Un angolo<br />

scomparso<br />

della vecchia<br />

Venezia:<br />

l’edificio<br />

che si trovava<br />

tra il canale<br />

lungo di Venezia<br />

e l’Erta dei<br />

Risicatori<br />

(1937-38)<br />

oltre che alla ns. Redazione<br />

di via Pisacane 7<br />

è in distribuizione presso:<br />

Premiata Libreria Belforte 1805<br />

Via Roma 69<br />

Antichità Numismatica Gasparri<br />

C.so Mazzini 317/323<br />

Tabaccheria 73<br />

di Gambacciani Sonia<br />

Via Goldoni 14<br />

In Vino Veritas<br />

Via Maggi 82<br />

Caffè Greco<br />

Via della Madonna 8<br />

Parrucchiere Lemmi Sergio<br />

Via Roma 176<br />

Edicola Agresti<br />

Largo Vaturi<br />

Caffè Cellini<br />

Via del Molo Mediceo 22<br />

Pizzeria Il Ventaglio<br />

Via Grande 145<br />

Caffè Grande<br />

Via Grande 59<br />

Rinaldo Bartolini “Riri”<br />

Mercato C.le - Banco 307<br />

Fotografo Del Secco<br />

Via Cambini<br />

Ferramenta Fabbrini<br />

Via Marradi (ang. v.le Mameli)<br />

Macelleria Paolo Pini<br />

Viale Mameli 55<br />

Edicola Borghesi<br />

Piazza Garibaldi<br />

"Centro Libri"<br />

Via Garibaldi 8<br />

Tabaccheria Cialdini F. e M.<br />

Via Prov. Pisana 44<br />

Norcineria "Regoli"<br />

Via Mentana 102<br />

Bar Sant'Agostino<br />

Viale della Libertà 33<br />

Bar Stadio Comunale<br />

Piazzale Montello<br />

Ma che razza<br />

di livornese sei?<br />

La strada in questione, di cui a<br />

pag. 16, è: Via Temistocle<br />

Guerrazzi nel tratto fra via<br />

Sabatino Lopez e viale Accademia<br />

Labronica.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!