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CULTURA<br />
Una via, un volto (Villa)<br />
A passare in rassegna lo stradario<br />
di Villa Lagarina paese, indagando<br />
un po’ approfonditamente dentro<br />
l’onomastica urbana che dice<br />
sempre qualcosa dell’identità di<br />
un luogo, si ha la conferma che il<br />
motto mussoliniano “Un popolo<br />
di poeti, di artisti, di eroi, di santi...”,<br />
in bella evidenza sul palazzo<br />
della Civiltà del Lavoro all’Eur,<br />
sfrondato ovviamente <strong>dal</strong>la retorica<br />
coeva, non è poi così lontano<br />
<strong>dal</strong> <strong>comune</strong> sentire degli italiani<br />
che da sempre affidano alla parte<br />
“artistica” la rappresentanza maggiore<br />
del genius loci - lo spirito del<br />
luogo -, forse per un eccesso di<br />
idealismo o semplicemente perché<br />
si riconosce nella dimensione<br />
estetica la sfera più alta e più nobile<br />
di un popolo.<br />
Nel suo piccolo tale tendenza si<br />
ripropone anche nella nostra borgata:<br />
su un totale di circa trenta<br />
odonimi, tra vie, strade e piazze,<br />
escludendo naturalmente quelli<br />
riferiti a nomi di località o a date<br />
celebrative di certa importanza,<br />
una decina riguardano uomini<br />
d’arte.<br />
Quattro pittori: Attilio Lasta, Bartolomeo<br />
Bezzi, Giovanni Segantini,<br />
Guido Mattuzzi; tre architetti:<br />
A<strong>dal</strong>berto Libera, Mario Sandonà,<br />
Santino Solari; due musicisti: Gaetano<br />
Donizetti, Riccardo Zandonai;<br />
un poeta: Giovanni Prati.<br />
Le altre intitolazioni riguardano<br />
benemerenze in altri campi, da<br />
quello politico-patriottico, Giuseppe<br />
Garibaldi e Damiano Chiesa,<br />
a quello religioso-pastorale,<br />
Don Giovanni Gosetti e Padre Giuseppe<br />
Calza; da quello imprenditoriale,<br />
senatore Antonio Pesenti,<br />
a quello civico-umanitario, Gio<br />
Batta Riolfatti ed Enrico Scrinzi<br />
junior, senza tralasciare le dedicazioni<br />
a Sigismondo Moll, alto<br />
funzionario dell’impero austriaco,<br />
a Luigi Negrelli, ingegnere civile di<br />
levatura mondiale e a Guglielmo<br />
Marconi, grande fisico ed inventore.<br />
Di seguito si cercherà di dar<br />
volto ad alcuni di questi personaggi,<br />
magari i meno noti, senza<br />
nessuna pretesa di esaustività,<br />
nell’intento di farli scendere <strong>dal</strong>le<br />
anonime targhe toponomastiche<br />
e farli entrare in maniera più viva<br />
nel nostro immaginario collettivo,<br />
partecipi pure loro della piccola<br />
grande storia della nostra comunità,<br />
modelli positivi di impegno<br />
morale ed intellettuale.<br />
Via B. Bezzi<br />
Bartolomeo Bezzi (Fucine di<br />
Ossana, 1851 – Cles, 1923). Pittore<br />
Bartolomeo Bezzi<br />
Assieme a Giovanni Segantini ed<br />
Eugenio Prati, uno dei maggiori<br />
pittori trentini del secondo Ottocento.<br />
Raffinato paesaggista tra romanticismo<br />
e simbolismo, non a torto<br />
definito il poeta dell’agonia del<br />
giorno, a vent’anni lascia la Val di<br />
Sole per frequentare l’Accademia<br />
di Brera a Milano, dove risiederà<br />
fino al 1890, per trasferirsi poi a<br />
Venezia, divenendo uno dei fondatori<br />
della celebre Biennale d’Arte,<br />
avviata nel 1895.<br />
Tra le sue tele più suggestive,<br />
conservate al Mart, gli splendidi<br />
crepuscoli veronesi “Sulle rive<br />
dell’Adige” del 1885 e “Bacio di<br />
sole a Verona” del 1914.<br />
Via G. Mattuzzi<br />
Guido Mattuzzi (Terragnolo,<br />
1903 – Rovereto, 1977). Pittore<br />
Di umili origini contadine, deve<br />
mediare fin da giovanissimo la<br />
precoce vocazione artistica con<br />
le difficili condizioni economiche<br />
familiari.<br />
Dopo aver seguito, nel periodo<br />
della leva tra il ‘23 e il ‘24 a Pavia,<br />
dei corsi serali di disegno, si trasferisce<br />
per lavoro a Cortina, dove<br />
perfeziona da autodidatta la sua<br />
pittura. Approdato negli anni<br />
Quaranta a Bressanone, che diverrà<br />
la sua seconda patria, nel 1949<br />
diventa cofondatore della locale<br />
Scuola d’Arte, dirigendola per 25<br />
anni. Fautore di una pittura serena<br />
e malinconica, legata alla tradizione,<br />
predilige i soggetti tratti<br />
<strong>dal</strong>l’universo rurale e <strong>dal</strong> mondo<br />
della religiosità popolare, quali<br />
scene di vita pastorale, frati e chierichetti.<br />
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Fuori Comune<br />
<strong>dal</strong>