sfogliabile_deformazione n.227 FEBBRAIO_2017
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Economia e mercato ■<br />
Germania, primo paese export per l’industria meccanica<br />
La Germania, si sa, è il punto di riferimento<br />
dell’Italia, l’eterna asticella da superare,<br />
il concorrente nel commercio e nella<br />
produzione, il confronto perennemente ricercato<br />
e subito. Ma è anche il paese che più di<br />
tutti gli altri paesi del mondo ha bisogno della<br />
meccanica italiana. Le esportazioni italiane<br />
verso la terra tedesca nel 2016 hanno registrato<br />
un aumento del +7% rispetto al primo semestre<br />
2015. 1.271.631.126 è la cifra dettagliata<br />
dello scambio tra Italia e Germania. Dal 2010<br />
al 2011 i rapporti hanno conosciuto un’impennata,<br />
stabilizzatasi nel tempo. Poi ancora una<br />
risalita positiva tra il 2014 e il 2015, un trend<br />
che, dalle prime avvisaglie del secondo semestre<br />
2016, dovrebbe essere confermato a consuntivo.<br />
Fatta eccezione per alcune tipologie<br />
di prodotti, i settori dell’industria meccanica<br />
hanno esportato di più rispetto all’anno scorso.<br />
Le valvole e i rubinetti sono cresciuti del +1,1%<br />
per un totale di 201 milioni di euro. Sono state<br />
esportate anche le pompe per 159milioni di<br />
euro (+12,7%). Molto rilevante la crescita delle<br />
turbine a gas che incrementano la loro quota<br />
export del +20,6% (109 milioni di euro). I carrelli<br />
passano dagli 86 ai 91 milioni di euro con<br />
una crescita del +4,8%. Bene anche le serrature<br />
(+10,5%) e gli impianti di climatizzazione<br />
(+16%). Dai dati dell’Ufficio studi Anima si<br />
può affermare che non soffrono i comparti che<br />
esportano merce per più di 15 milioni di euro,<br />
con la sola eccezione dei compressori frigoriferi<br />
(-2,1%). I forni industriali hanno perso il 25%<br />
del mercato toccando i 13,7 milioni di euro.<br />
Male anche i motori a combustione interna che<br />
con una brusca frenata (-39,2%) scendono dai<br />
22 ai 13 milioni di euro. ■<br />
USA, secondo paese export per l’industria meccanica Made in Italy<br />
Gli Usa sono la seconda destinazione<br />
a livello globale per l’industria italiana<br />
della meccanica. Dal 2010 si è assistito<br />
a un incremento senza precedenti. La curva<br />
ascendente delle esportazioni dell’Italia verso<br />
l’America ha accennato a una leggera discesa<br />
nel 2016. Nel primo semestre sono stati persi<br />
98 milioni di euro (-7,5%). Rispetto al totale<br />
dell’export, che nel 2016 ha toccato quota 1,2<br />
miliardi di euro, la porzione commerciale più rilevante<br />
è occupata dalle turbine a gas, per un<br />
totale di 361 milioni di euro, in aumento rispetto<br />
al 2015 (+1,9%). Viaggiano bene anche i<br />
macchinari da costruzione (+7,5%) per un valore<br />
di 105 milioni di euro. In rosso le valvole<br />
e rubinetti, in confronto al semestre precedente<br />
(-18,5%), ma è uno scambio ancora molto<br />
importante, 206 milioni di euro. Anche il settore<br />
delle pompe ha subito una battuta d’arresto<br />
(-19,9%) passando dai 124 ai 99 milioni di euro.<br />
La performance peggiore è stata registrata dai<br />
macchinari per il sollevamento e il trasporto con<br />
un -28%, pari a una perdita dai 103 ai 74 milioni<br />
di euro. Sempre nell’ambito della movimentazione,<br />
i carrelli acquistano quote di mercato<br />
con un +36,3%, raggiungendo i 30 milioni di<br />
euro come valore export. Gli imprenditori sono<br />
in attesa di conoscere le evoluzioni politico-industriali<br />
che Trump intraprenderà. È questione<br />
di tempo. Anche i trattati internazionali, per ora<br />
Cina, l’ottava destinazione della meccanica italiana<br />
Cina economia di mercato? Concorrente<br />
o partner? Fornitori o terzisti? Il rapporto<br />
tra l’Italia e la Cina sta cambiando. Anima<br />
e il suo dipartimento internazionalizzazione monitorano<br />
le indicazioni provenienti da Bruxelles<br />
e Pechino stessa. Intanto i dati dell’Ufficio studi<br />
Anima offrono le prime indicazioni: l’impero cinese<br />
ha richiesto in misura crescente dal 2012<br />
la manifattura meccanica. Durante il 2015 si è<br />
verificata una battuta d’arresto dell’export industriale,<br />
in parte recuperata nel primo semestre<br />
2016 (+6,3%), pari a 403 milioni di euro. La Cina<br />
è l’ottavo mercato export per l’industria meccanica<br />
italiana. Le valvole e i rubinetti rimangono<br />
il primo prodotto in cima alla lista dei desiderata<br />
cinesi, anche se rispetto al 2015 ha perso circa<br />
20 milioni di euro di ordini (-18%). Le pompe<br />
in stand-by, sono un fattore determinante per<br />
pianificare gli investimenti aziendali. Ancora<br />
una volta le conformazioni geopolitiche influenzano<br />
la vita dell’economia reale.<br />
■<br />
sono state vendute per un totale di 45 milioni di<br />
euro. Nel 2016 le turbine a gas hanno raggiunto<br />
i 44 milioni di euro, distanziando gli 8 milioni<br />
dell’anno precedente. La stessa cifra è stata battuta<br />
dalle macchine da costruzione, in crescita<br />
dal 2015 (+25%). In controtendenza, gli impianti<br />
termici perdono l’11,8%. Sono i temi del focus<br />
export in programma per il prossimo 8 febbraio<br />
in sede Anima. Gli imprenditori potranno incontrare<br />
alcuni esperti dei settori del credito, della<br />
logistica, dei controlli in dogana e confrontarsi<br />
su casi concreti. Saranno presenti, tra gli altri,<br />
Ice e uno studio legale internazionale. ■<br />
44 - Febbraio <strong>2017</strong> N° 227<br />
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