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Il Commissario dal - trentinowine.info

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<strong>Il</strong> <strong>Commissario</strong> <strong>dal</strong><br />

Estata tutta un sospiro di sollievo,<br />

quando non un tripudio, l'accoglienza<br />

decretata <strong>dal</strong>la stampa<br />

locale all'approvazione del bilancio<br />

della Cantina LaVis: con corrispondenze<br />

tese a ridicolizzare<br />

le pretese di alcuni soci di poter vedere - ohibò<br />

- i bilanci, prima di approvarli. In realtà alla<br />

LaVis si stanno consumando strappi formali e<br />

sostanziali alle regole, della cui inaudita gravità<br />

gli autori, probabilmente convinti dell'impunità,<br />

non si rendono nemmeno conto.<br />

<strong>Il</strong> punto base è il cardine della cooperazione:<br />

la coop non è fatta per gli amministratori, ma<br />

per i soci, la cui assemblea è sovrana. Momento<br />

cruciale è l'approvazione del bilancio, attraverso<br />

il quale si verifica l'operato dell'amministrazione<br />

e lo si approva o meno. Solo che, per ap­<br />

provare qualcosa, bisogna conoscerlo, e difatti<br />

giustamente il codice civile prescrive come i<br />

documenti, spesso complessi, debbano essere a<br />

disposizione dei soci almeno 15 giorni prima.<br />

Cosa succede invece alla LaVis? Quando un<br />

socio va alla cantina a chiedere, il 14 dicembre<br />

(quindici giorni prima dell'assemblea prevista<br />

per il 29) il bilancio, gli si dice di attendere, non<br />

è ancora pronto; anche il 15 non è pronto; solo<br />

il 16 gli viene consegnato, e siamo già oltre i<br />

quindici giorni, ma pazienza, il punto è che il<br />

bilancio non è completo, manca la revisione<br />

contabile e tutta la parte - come vedremo più<br />

delicata - sulle società collegate; solo il 22 la documentazione<br />

è pronta, e la revisione contabile<br />

solo il 28, tempi non certo agevoli per compulsare<br />

un mare di carte e migliaia di numeri. L'assemblea<br />

dovrebbe essere rinviata, secondo ra-<br />

gennaio 2012


gionevolezza come pure secondo le norme del soprattutto a lamentarsi del mancato deposito<br />

codice civile. Ma il <strong>Commissario</strong> Marco Zanoni, sono gli stessi revisori della Federazione delle<br />

che pure è Direttore della Camera di Commer­ Cooperative: nella loro relazione, il 12 dicemcio<br />

e certe cose le dovrebbe sapere, se ne frega. bre lamentano come "la cooperativa, nonostan­<br />

Anzi, il 27 emette un comunicato: "A partire <strong>dal</strong> te il sollecito formalmente inviato in data ^di­<br />

15° giorno antecedente la data di convocazione cembre, non ci ha ancora consegnato il bilancio.<br />

erano disponibili, così come previsto <strong>dal</strong> codice Alla data odierna, che è quella prevista per il de­<br />

civile, i documenti prescritti". Cioè, il socio che posito della relazione di revisione, non disponia­<br />

protesta è un bugiardo, e questa linea la porta mo dell'oggetto ufficiale della revisione" e quindi<br />

in assemblea: "Ce qualcun altro che lamenta di "non siamo in grado di esprimere il giudizio sul<br />

non aver potuto visionare i documenti?" chiede bilancio della società LaVis".<br />

demagogico.<br />

Non solo: il 27 dicembre i revisori finalmen­<br />

In realtà il <strong>Commissario</strong>, nonché Direttore te inviano la loro relazione, sottolineando che<br />

della Camera di Commercio, mente sapendo "in data 21 dicembre la cooperativa LaVis ci ha<br />

di mentire. Perché oltre al socio in questione reso disponibile la documentazione necessaria".<br />

(l'ing. Nicola Salvati), c'è stato anche un profes­ In altre parole, Zanoni mente: il 15 dicembre<br />

sionista, in rappresentanza di altri soci, a sen­ i documenti non erano pronti non solo per i<br />

tirsi dire che i documenti non erano pronti. Ma soci, ma nemmeno per i revisori.<br />

<strong>Il</strong> <strong>Commissario</strong><br />

effettua tra le sue<br />

società una partita<br />

di giro di tre milioni,<br />

e ne segna la posta<br />

in entrata, non<br />

quella in uscita.


<strong>Il</strong> fatto è grave. Un <strong>Commissario</strong> è un<br />

pubblico ufficiale, quando emette comunicati<br />

nell'esercizio delle sue funzioni è chiamato<br />

a risponderne, le bugie potrebbero<br />

essere valutate come falso in atto pubblico.<br />

<strong>Il</strong> Direttore della Camera di Commercio<br />

queste cose non le sa? Crede di potersela<br />

cavare chiedendo a una platea di contadini<br />

intimoriti, che si aspettano che li tiri fuori<br />

<strong>dal</strong>le grane, se "qualcun altro non ha avuto i<br />

documenti" ? <strong>Commissario</strong>, sveglia, gli stessi<br />

revisori non hanno avuto i suoi documenti!<br />

Ma la gravità del fatto non riguarda solo<br />

la figura del Direttore della Camera di Commercio.<br />

Investe in pieno anche la Federazione<br />

delle Cooperative. Sì, perché all'assemblea<br />

presenzia anche, in rappresentanza del<br />

presidente Diego Schelfi, il suo vice, Silvano<br />

Rauzi, boss degli allevatori da un numero<br />

di mandati che non si ricorda neanche lui<br />

(il rinnovamento alla Cooperazione è una<br />

barzelletta, per Rauzi si sono fatte millanta<br />

deroghe). Ora, la potestà dei soci è uno<br />

dei punti base e al contempo più dolenti del<br />

movimento cooperativo, sul quale da diversi<br />

anni si discute: il socio che non conta, le<br />

coop in mano ai manager, le assemblee che<br />

devono essere sovrane, la necessità di diffondere<br />

<strong>info</strong>rmazione e cultura, tutti temi di<br />

cui ad ogni congresso ci si riempie la bocca.<br />

Di più: l'approvazione del bilancio è l'atto<br />

che tappa la bocca ai soci. "I bilanci li hanno approvati,<br />

cosa vogliono ora?" è la frase fatidica con cui vengono<br />

liquidati i soci di una cooperativa in crisi. E ora anzi<br />

la cooperazione si sta dando da fare per rafforzare gli<br />

effetti delle approvazioni: un socio, approvato un investimento,<br />

non potrà uscire <strong>dal</strong>la cooperativa fino a che<br />

l'investimento non è ammortizzato.<br />

Ma questo dovrebbe comportare maggior consapevolezza,<br />

maggior conoscenza. E invece, quando un<br />

<strong>Commissario</strong> non fa neanche vedere i bilanci ai soci,<br />

che fa la Cooperazione? Sta con il <strong>Commissario</strong>. Silvano<br />

Rauzi all'assemblea della LaVis, pur avendo


i suoi stessi revisori che si lamentano per la<br />

mancata messa a disposizione dei documenti,<br />

esprime pieno sostegno a Zanoni.<br />

E' cooperazione questa? No, è una casta<br />

omertosa. Che incistatasi ai vertici, protegge<br />

anzitutto se stessa.<br />

I conti che non tornano<br />

Ma oltre alla democrazia, mancata nei suoi<br />

presupposti di base, in gioco ci<br />

sono anche i conti e la stessa<br />

credibilità del bilancio. Che, non<br />

più occultato, rivela vistose, inaspettate<br />

magagne.<br />

Sono infatti proprio i revisori<br />

della Federazione che, pur giunti<br />

in possesso dei documenti<br />

solo pochi giorni prima, subi­<br />

to ravvisano delle vistose<br />

anomalie. Soprattutto<br />

una: i rapporti tra LaVis<br />

e la sua controllata Ethica<br />

spa. LaVis deteneva dei<br />

crediti nei confronti di<br />

Ethica e, presumibilmente<br />

per alleviarne il non florido<br />

bilancio, rinuncia a tre<br />

milioni di crediti, aumentando<br />

quindi il valore di<br />

Ethica ma, denunciano<br />

i revisori, si dimentica di contabilizzarli<br />

"nel conto economico del bilancio della LaVis<br />

quali costi di esercizio". Insomma il <strong>Commissario</strong>,<br />

nonché Direttore della Camera di<br />

Commercio, effettua tra le sue società una<br />

partita di giro di tre milioni, e ne segna la<br />

posta in entrata, non quella in uscita: e così,<br />

miracolosamente, il bilancio della LaVis acquista<br />

tre milioni in più.<br />

permanente, e avanzano dubbi<br />

che le operazioni immobiliari<br />

su Casa Girelli (peraltro molto<br />

strombazzate sulla stampa) riescano<br />

ad avere gli effetti salvifici<br />

preannunciati.<br />

Infine il giudizio sull'attività<br />

industriale della Cantina:<br />

I revisori hanno molto da ridire<br />

anche sulla partecipazione<br />

di Ethica in Casa Girelli, "iscritta<br />

a bilancio per 26.987.595<br />

euro" quando "il patrimonio netto<br />

risulta essere pari a 5.991.098<br />

euro", e paventano che le perdite<br />

subite abbiano, contrariamente<br />

a quanto scrive la LaVis, natura


che, pur in linguaggio molto<br />

diplomatico, è impietoso: "Le<br />

azioni intraprese <strong>dal</strong> <strong>Commissario</strong><br />

[sono] ad oggi solo in parte realizzate". In<br />

particolare, oltre alle dismissioni, in massima<br />

parte solo annunciate, non è stata attuata<br />

la "ridefinizione della struttura di governo del<br />

gruppo", oggi troppo complessa ed onerosa<br />

(leggi: troppi dirigenti), né la<br />

"ridefinizione della struttura gestionale",<br />

oggi poco razionale (leggi:<br />

troppi impiegati con confusioni<br />

di compiti), né lo "sviluppo di<br />

adeguate azioni commerciali"<br />

(leggi: le entrate sono scarse).<br />

Insomma il gruppo LaVis spende<br />

troppo, è male organizzato,<br />

vende poco. Altro che "risanamento<br />

avviato" come titola giuliva<br />

la stampa.<br />

La parte oscura<br />

Fin qui i revisori. Ma oltre a loro, altri professionisti si<br />

sono messi a compulsare i documenti della LaVis, una<br />

volta che sono stati benignamente resi pubblici. I soci infatti<br />

non sono tutti rassegnati a farsi spennare, e alcuni<br />

si sono rivolti ad avvocati e commercialisti. Che hanno<br />

iniziato à"scavare, in Italia e all'estero. Sì, all'estero, perché<br />

la parte misteriosa delle perdite della Cantina riguarda le<br />

controllate estere.<br />

È qui che i revisori non sembrano essersi addentrati,<br />

nella catena di società controllate che finiscono all'estero,<br />

perdendo fior di milioni. Dunque, la catena è la seguente:<br />

LaVis controlla al 100% Ethica, che controlla<br />

con ISA (la finanziaria del vescovo, del cui trattamento<br />

privilegiato fino allo scan<strong>dal</strong>o abbiamo già scritto, vedi<br />

"Al contadino non far spere" del marzo 2011) Casa Girelli,<br />

che a sua volta controlla F&F Fine Wine International.<br />

Ed è F&F, società statunitense di commercializzazione<br />

vino in teoria, di accumulo perdite in pratica,<br />

il buco nero.<br />

Dalla ricostruzione dei commercialisti .sulla docu­<br />

mentazione disponibile, affiorano (e qui riportiamo<br />

dati esposti in una interrogazione in Consiglio provinciale<br />

da parte di Bruno Firmani di Italia dei Valori, dati<br />

tranquillamente ignorati <strong>dal</strong>la stampa, <strong>dal</strong> <strong>Commissario</strong>,<br />

<strong>dal</strong>la Federazione delle Cooperative, dagli uffici<br />

di controllo della Provincia) su Fine Wine i seguenti<br />

elementi:<br />

- nel 2007 risulterebbe controllata al 95% da Casa<br />

Girelli Spa;<br />

- nel 2008 risulterebbe ceduta la quota del 76% e risulterebbe<br />

titolare Casa Girelli Spa<br />

del 19%;<br />

- nel 2009 nulla si dice nella relazione<br />

di bilancio;<br />

- nel 2010 risulterebbe controllata<br />

al 95% da Casa Girelli Spa senza<br />

che venga chiarito quando siano<br />

state acquisite le quote a seguito<br />

delle cessioni del 2008;<br />

- nel 2011 risulterebbe controllata<br />

al 100% da Casa Girelli Spa.<br />

Un va e vieni di quote, anche in<br />

piena epoca commissariale, di cui<br />

ion sembra esserci piena contezza nella docunentazione<br />

ufficiale. In parallelo c'è anche un<br />

rz. e vieni di milioni, anzi solo un va, nel senso<br />

:he è F&F che ingoia dollari. E precisamente,<br />

vendite verso gli Stati Uniti d'America da<br />

\ parte di Casa Girelli, come salvo errori<br />

risulta dai relativi bilanci:<br />

- 2007: 2.041.766<br />

-2008:4.371.366<br />

-2009:3.691.100<br />

-2010:3.620.861<br />

per un totale di 13.725.093.<br />

Dal canto suo F&F dichiara<br />

al bilancio 31.12.08 acquisti per<br />

dollari 1.369.754, valore decisamente<br />

differente <strong>dal</strong>le dichiarazioni<br />

di vendita effettuate da


Casa Girelli; non solo,<br />

nello stesso bilancio<br />

F&F avrebbe ricevuto<br />

da parte di Casa<br />

Girelli, per fornitura<br />

di prodotti e per aumento<br />

di capitale o<br />

copertura perdite, circa<br />

8.000.000 di euro,<br />

<strong>Il</strong> grave sospetto è<br />

che tutti coprano<br />

tutti. Controllori<br />

e controllati.<br />

Amministratori<br />

rovinosi e<br />

commissari<br />

decisionisti.<br />

somma che non risulterebbe esposta nel bilancio di<br />

Casa Girelli.<br />

Oltre al buco nero F&F, sembra ce ne sia un altro:<br />

l'acquisizione di una partecipazione per circa 2.300.000<br />

euro della società svizzera United Wineries International<br />

Sa fin <strong>dal</strong>l'anno 2010, con sempre Fausto Pera-<br />

m%


toner tra gli amministratori. La documentazione in<br />

proposito sembra molto incompleta, nulla risulta<br />

nella nota integrativa di bilancio, nella relazione<br />

del <strong>Commissario</strong> né in quella dei revisori, così<br />

rendendo impossibile sapere se gli organi di<br />

controllo hanno potuto verificare la regolarità<br />

delle operazioni.<br />

revisori, non si sono accorti di nulla?<br />

Per quanto riguarda la Provincia, che dovrebbe essere<br />

l'istanza di controllo finale delle cooperative, esemplare<br />

è stata la risposta, di alcune settimane fa, dell'assessore<br />

Tiziano Mellarini: "Sulle faccende americane<br />

aspettiamo risposte <strong>dal</strong>la società". Questa è l'attività di<br />

controllo! Dopo un anno e mezzo di commissariamento,<br />

Mellarini aspetta pazientemente delle risposte!<br />

<strong>Il</strong> bello è che, intervenuto nell'assemblea del 29 dicembre,<br />

Mellarini, nello slancio di un entusiastico sostegno<br />

a Zanoni, si contraddice: "Tutti i provvedimenti<br />

del <strong>Commissario</strong> sono stati presi in riservato accordo<br />

con l'assessorato. Anzi, l'ing. Zanoni, è stato fin troppo<br />

assiduo nel coinvolgerci!". Allora, assessore, il <strong>Commissario</strong>,<br />

in queste sue assidue frequentazioni, i dati sulla<br />

F&F glieli ha forniti oppure no? Lei o qualcuno dei<br />

suoi controllori, glieli ha mai chiesti? Come mai, da chi<br />

dovreste controllare, che vedete con "fin troppa" frequenza,<br />

ancora "aspettate risposte" su soldi che paiono<br />

svaniti nel nulla?<br />

<strong>Il</strong> grave sospetto è che tutti coprano tutti. Controllori<br />

e controllati. Amministratori rovinosi e commissari<br />

decisionisti.<br />

Non è certo un caso che Fausto Peratoner, deus ex<br />

machina della LaVis, nel consiglio di amministrazione<br />

di Ethica, di Casa Girelli, di Fine Wine, di United<br />

Wineries, pieno responsabile del tracollo, sia stato da<br />

Zanoni mantenuto, con amplissime deleghe, ai vertici<br />

della cantina.<br />

E tutto questo mentre i contadini pagano. Per la vendemmia<br />

2009 si sono visti retribuire 25 euro a quintale<br />

contro i circa 100 delle altre cantine, nel 2010 62 euro<br />

contro 90, nel 2011 si parla di 70 euro, contro gli ipotizzati<br />

90-100 degli altri.<br />

Un fiume di soldi, che dai contadini va... a chi? •<br />

Qualcuno ha controllato<br />

qualcosa?<br />

E qui sorgono altri dubbi. <strong>Il</strong><br />

<strong>Commissario</strong>, nonché - ricordiarnolo<br />

sempre - Direttore<br />

della Camera di Commercio,<br />

queste cose le ha verificate?<br />

Che conclusioni ne ha tratto?<br />

Perché, teniamolo presente,<br />

in questo vortice di denaro<br />

defluito all'estero si potrebbe<br />

anche ipotizzare l'esportazione<br />

illecita di capitale. E i


Nella parte finale dell'articolo paragoniamo le retribuzioni delle<br />

uve pagate <strong>dal</strong>la LaVis con i valori medi di mercato. Questi ultimi,<br />

non conoscendo nel dettaglio te quantità delle singole uve, sono<br />

approssimativi: al <strong>Commissario</strong> Zanoni i soci avevano esplicitamente<br />

richiesto di paragonare i prezzi della LaVis con quelli medi<br />

di mercato, per avere chiaro quanto stavano perdendo, e lui si è<br />

ben guardato <strong>dal</strong> rispondere. Anzi nella relazione al bilancio teorizza<br />

l'inutilità di tali dati: "l'invalsa consuetudine di individuare<br />

un valore medio può sicuramente essere considerata come fuorviale".<br />

<strong>Il</strong> fatto è che la Camera di Commercio spende fior di quattrini<br />

(pubblici) nello studiare il mercato, raccogliere dati, e infine<br />

pubblicare quei valori medi che il suo Direttore, assunte le vesti di<br />

<strong>Commissario</strong>, ritiene "fuorvianti" e di cui depreca "l'invalsa consuetudine"<br />

a individuare.<br />

Su questo, la Camera di Commercio, ha niente da dire? <strong>Il</strong> suo Presidente<br />

Adriano Dalpez? Può impunemente un Direttore rinnegare<br />

con tanta superficialità il lavoro pluridecennale di tanti addetti, i<br />

cui risultati invece ci risultano essere apprezzati dagti operatori?<br />

Ma questo ing. Marco Zanoni, non è che sia lui "fuorviante"?.<br />

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