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La cavea (del diametro di 129,80 metri) era divisa in<br />
una parte inferiore, accessibile dall'"Ambulacro dei<br />
Cavalieri", una parte intermedia accessibile dal<br />
secondo piano, e una parte superiore accessibile<br />
tramite scale dall'ultimo livello. In corrispondenza<br />
dell'orchestra sono stati visti i bassi gradini di<br />
marmo che ospitavano i seggi dei posti riservati.<br />
La scena, celebrata per la sua sontuosità e più volte<br />
restaurata, è completamente perduta, ma è<br />
riportata in un frammento della Forma Urbis<br />
Severiana, la pianta marmorea di Roma antica<br />
risalente agli inizi del III secolo: si presentava<br />
rettilinea e con un portico di sei colonne verso<br />
l'esterno. Ai lati della scena erano due "Aule regie",<br />
ambienti absidati coperti con volte a crociera: in<br />
quella di sinistra restano ancora in piedi un pilastro<br />
e una colonna. Dietro la scena si trovava una grande<br />
esedra, dove avevano trovato posto i due tempietti<br />
ricostruiti della Pietas e di DianaIl teatro di Marcello<br />
è un interessante documento del periodo di<br />
transizione verso il classicismo della tarda età<br />
augustea, fuso con una certa ricchezza nella<br />
decorazione. La sobrietà nella struttura della<br />
facciata ne fece un modello di riferimento per ogni<br />
teatro e anfiteatro romano futuro.<br />
Tuttavia in questa opera non mancarono le<br />
incertezze, come dimostra la diversa ampiezza degli<br />
archi delle aperture.