I tempi di scatto brevi fermano l'azione, ma gli otturatori non sono ...
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TECNOLOGIA<br />
Questione <strong>di</strong> tempo<br />
Il quesito <strong>di</strong> fondo è<br />
molto semplice: come<br />
fer<strong>ma</strong>re un’azione, un<br />
movimento in fotografia?<br />
La regola generale è nota:<br />
se si scatta con <strong>tempi</strong> <strong>di</strong><br />
esposizione molto rapi<strong>di</strong> si<br />
co<strong>gli</strong>e il soggetto in una<br />
frazione <strong>di</strong> tempo estre<strong>ma</strong>mente<br />
breve. Così breve che esso, al sensore<br />
o alla pellicola, appare fermo. Le do<strong>ma</strong>nda<br />
<strong>di</strong>viene allora: quali <strong>tempi</strong> <strong>di</strong> esposizione si<br />
dovranno preferire e per quali soggetti? Le risposte<br />
saranno molto articolate. Sono legate<br />
alla velocità <strong>di</strong> spostamento del soggetto, alla<br />
<strong>di</strong>stanza tra soggetto e fotografo, alla focale<br />
dell’obiettivo usato. Ci è accaduto <strong>di</strong> <strong>non</strong><br />
riuscire a bloccare un’auto <strong>di</strong> Formula 1, inquadrata<br />
da quaranta metri <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza sul rettilineo<br />
delle tribune a Monza e lanciata a 323<br />
Km/h, certificati dalla telemetria <strong>di</strong> gara,<br />
70 LUGLIO 2008 FOTOGRAFIA REFLEX<br />
I <strong>tempi</strong> <strong>di</strong> <strong>scatto</strong> <strong>brevi</strong> <strong>fer<strong>ma</strong>no</strong><br />
l’azione, <strong>ma</strong> <strong>gli</strong> <strong>otturatori</strong> <strong>non</strong> <strong>sono</strong><br />
tutti uguali. Come sta evolvendo un<br />
componente chiave delle fotocamere<br />
<strong>di</strong> Maurizio Capobussi<br />
nemmeno scattando con i <strong>tempi</strong> <strong>di</strong> 1/1000 <strong>di</strong><br />
secondo e <strong>di</strong> 1/2000. All’opposto, pedalando<br />
in bicicletta, abbiamo potuto congelare perfettamente<br />
in fotografia un amico, anch’e<strong>gli</strong><br />
in bici alla medesi<strong>ma</strong> velocità, scattando ad<br />
1/60s. In tale caso la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> velocità relativa<br />
tra i ciclisti era pari a zero. Naturalmente<br />
l’ambiente circostante è risultato filato,<br />
con un tipico mosso generato dall’effetto<br />
panning vissuto “dal <strong>di</strong> dentro”.<br />
La do<strong>ma</strong>nda che a questo<br />
punto nor<strong>ma</strong>lmente ci<br />
si pone è semplice: quali<br />
<strong>tempi</strong> si devono sce<strong>gli</strong>ere,<br />
per i <strong>di</strong>versi soggetti? La<br />
casistica è ampiamente variegata.<br />
Due esempi: si sa<br />
che una persona che cammini<br />
può essere fer<strong>ma</strong>ta<br />
facilmente, in fotografia, anche con il tempo<br />
<strong>di</strong> 1/125. All’opposto, si constata invece che<br />
fotografi che si de<strong>di</strong>cano a campi specializzati,<br />
ad esempio alla <strong>ma</strong>crofotografia <strong>di</strong> insetti<br />
in volo, devono operare con <strong>tempi</strong> anche<br />
estre<strong>ma</strong>mente rapi<strong>di</strong>. Per scattare ad un’ape<br />
in atterraggio su <strong>di</strong> un fiore occorre almeno<br />
1/2000. E per fer<strong>ma</strong>re il movimento delle sue<br />
ali bisogna spingersi anche molto più avanti,<br />
ad esempio a 1/8000 oppure anche a<br />
1/20.000, un risultato, quest’ultimo, raggiungibile<br />
soltanto affidandosi a flash con lampo
A sinistra nella pagina accanto, un millesimo<br />
<strong>di</strong> secondo è stato sufficiente per bloccare il<br />
cavallo sull’ostacolo. Manifestazione Dieci<br />
Giorni Equestre a Predazzo (TN), ottica<br />
300mm.<br />
A destra, gara ciclistica. Ripresa con<br />
fotocamera <strong>di</strong>gitale compatta, 1/650s, f/2.8,<br />
focale equivalente a 112mm, 80 ISO. Si nota<br />
un chiaro effetto mosso sui raggi delle ruote.<br />
<strong>di</strong> durata estre<strong>ma</strong>mente breve.<br />
Un altro parametro è poi la regola che i fotografi<br />
hanno definito come tempo <strong>di</strong> esposizione<br />
basato sulla “frazione inversa”. Consiste<br />
nel fatto che, per evitare il micromosso<br />
dovuto al polso <strong>non</strong> troppo fermo dell’operatore,<br />
è sempre opportuno fotografare con un<br />
tempo <strong>di</strong> esposizione “pari al reciproco della<br />
focale” dell’obiettivo che si sta usando. Equivale<br />
a <strong>di</strong>re: scattando a <strong>ma</strong>no libera con un<br />
obiettivo nor<strong>ma</strong>le, da 50mm, <strong>non</strong> si dovrebbe<br />
<strong>ma</strong>i scendere a valori più lenti <strong>di</strong> 1/50. Con<br />
un teleobiettivo da 250mm <strong>non</strong> si dovrebbe<br />
invece scendere sotto 1/250. E così via. La<br />
regola <strong>non</strong> soltanto si è confer<strong>ma</strong>ta valida anche<br />
per le fotocamere <strong>di</strong>gitali <strong>ma</strong>, <strong>di</strong>ce l’esperienza<br />
sul campo, deve essere osservata<br />
con ancora <strong>ma</strong>ggiore scrupolo. Soprattutto le<br />
reflex <strong>di</strong>gitali con sensori <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni<br />
(24x36mm) e ad alto numero <strong>di</strong> pixel si<br />
<strong>sono</strong> confer<strong>ma</strong>te molto vulnerabili al mosso.<br />
Dunque, con esse è spesso opportuno adottare<br />
<strong>tempi</strong> anche leggermente più <strong>brevi</strong> <strong>di</strong> quelli<br />
consi<strong>gli</strong>ati nel campo dell’analogico. La<br />
scomo<strong>di</strong>tà è tuttavia tranquillamente aggirabile,<br />
perché nel mondo <strong>di</strong>gitale è davvero elevata<br />
la qualità <strong>di</strong> im<strong>ma</strong>gine anche a sensibilità<br />
Iso elevate. La crescita de<strong>gli</strong> Iso utilizzabili,<br />
e la sempre crescente riduzione dei <strong>di</strong>sturbi<br />
che è data dal rapido mi<strong>gli</strong>oramento<br />
dei software, soprattutto dei firmware delle<br />
reflex <strong>di</strong>gitali d’alta classe, è <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>nario<br />
aiuto. I 400 Iso <strong>di</strong> una recente reflex <strong>di</strong>gitale<br />
competono efficacemente con i 100 Iso delle<br />
pellicole <strong>di</strong> ieri e permettono quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> ricorrere,<br />
senza particolari <strong>di</strong>fficoltà, a <strong>tempi</strong> d’esposizione<br />
più <strong>brevi</strong>.<br />
Guardando alla pratica sul campo <strong>non</strong> c’è<br />
1/1000 1/250<br />
La BMW accelera all’uscita della corsia dei box ed uno <strong>scatto</strong> ad 1/1000s è sufficiente per<br />
fornire un’im<strong>ma</strong>gine perfettamente <strong>di</strong>segnata. In basso a sinistra, l’ingran<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> un<br />
particolare testimonia la nitidezza del risultato. In basso a destra il detta<strong>gli</strong>o <strong>di</strong> un successivo<br />
<strong>scatto</strong> fatto con 1/250s. Nonostante il tempo relativamente breve, l’otturatore <strong>non</strong> è riuscito a<br />
contrastare l’effetto mosso.<br />
FOTOGRAFIA REFLEX LUGLIO 2008 71
È certamente vero che ricorrendo a <strong>tempi</strong> <strong>di</strong> esposizione più lunghi si<br />
aumenta l’effetto mosso su soggetti in movimento. Ma è anche vero<br />
che un effetto scia può essere esaltato, o creato ex-novo, anche con il<br />
fotoritocco. Qui una moto in fuoristrada, ripresa con un tempo lento e<br />
quin<strong>di</strong> già leggermente mossa, è stata ripresa con una compatta <strong>di</strong>gitale.<br />
Il file, aperto a video nel computer, è stato trattato con Adobe Photoshop<br />
attivando pri<strong>ma</strong> una funzione <strong>di</strong> riquadro della superficie da ri-<br />
Detta<strong>gli</strong>o<br />
otturatore a<br />
lamelle<br />
metalliche a<br />
scorrimento<br />
verticale,<br />
della Ca<strong>non</strong><br />
EOS 450D.<br />
La Ca<strong>non</strong> EOS 450D<br />
monta un otturatore<br />
a ten<strong>di</strong>ne metalliche<br />
verticale, davanti<br />
ad un sensore<br />
a scansione<br />
progressiva. La<br />
prontezza <strong>di</strong><br />
<strong>scatto</strong> è com<br />
u n q u e<br />
elevata.<br />
72 LUGLIO 2008 FOTOGRAFIA REFLEX<br />
AUMENTARE IL MOSSO<br />
A sinistra, il motociclista è stato ripreso<br />
ad 1/40s, f/4.5, 200 ISO, con una<br />
compatta <strong>di</strong>gitale. Con il risultato <strong>di</strong><br />
ottenere un leggero, <strong>ma</strong> evidente, effetto<br />
mosso.<br />
Il file è stato aperto in Adobe Photoshop<br />
(sopra) e, su <strong>di</strong> un’area in<strong>di</strong>viduata<br />
con l’utensile Lazo poligonale,<br />
è stata attivata la funzione Filtri ><br />
Sfocatura > Effetto movimento.<br />
dubbio che un tempo d’esposizione breve sia<br />
utile per bloccare un’azione. Ma, osserviamo,<br />
è importante, o me<strong>gli</strong>o in<strong>di</strong>spensabile, anche<br />
per un altro scopo: quello <strong>di</strong> consentire alla<br />
fotocamera <strong>di</strong> operare ad elevate velocità <strong>di</strong><br />
raffica. È inutile <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> una reflex <strong>di</strong>gitale<br />
<strong>di</strong> ulti<strong>ma</strong> generazione, capace <strong>di</strong> 10 fps, se<br />
quando la si usa <strong>non</strong> si impostano <strong>tempi</strong> <strong>di</strong><br />
esposizione estre<strong>ma</strong>mente <strong>brevi</strong>. La raffica<br />
veloce è eseguibile soltanto se è rapida la movimentazione<br />
della meccanica che sovrintende<br />
al ribaltamento dello specchio e all’apertura<br />
dell’otturatore. Questa viene raggiunta<br />
soltanto con <strong>tempi</strong> molto <strong>brevi</strong>.<br />
L’altro aspetto, da <strong>non</strong> sottovalutare, è poi<br />
il ritardo <strong>di</strong> <strong>scatto</strong>. È un parametro<br />
importantissimo, <strong>non</strong> soltanto<br />
per i fotografi sportivi <strong>ma</strong><br />
anche, ad esempio, per chi<br />
vuole scattare a bambini che<br />
giocano. Diciamo che la vecchia<br />
battuta “ho scattato al<br />
mio cane che correva, <strong>ma</strong> in<br />
fotografia ho registrato soltanto<br />
la coda” può ancora essere<br />
valida. Però la situazione<br />
è in evoluzione. Oggi le mi<strong>gli</strong>ori<br />
reflex <strong>di</strong>gitali rispondono<br />
allo <strong>scatto</strong> con una<br />
prontezza che egua<strong>gli</strong>a, e in<br />
qualche caso supera, le reflex<br />
analogiche. La <strong>di</strong>fficoltà in-<br />
toccare, isolata con l’utensile lazo poligonale. Poi, sulla superficie così<br />
in<strong>di</strong>viduata, <strong>sono</strong> state applicate le funzioni Filtri > Sfocatura > Effetto<br />
movimento. Nella finestra <strong>di</strong> lavoro è stata regolata la Distanza in pixel<br />
verificando l’effetto con l’Antepri<strong>ma</strong> ed è stata inclinata la scia del<br />
mosso regolando l’Angolo sul valore, in questo caso, <strong>di</strong> -12°. Volendo,<br />
lungo i bor<strong>di</strong> della scia si pos<strong>sono</strong> anche eseguire piccoli ritocchi <strong>di</strong> perfezionamento<br />
con l’utensile Cerotto, oppure Timbro.<br />
In risultato<br />
finale: al<br />
mosso<br />
generato in<br />
ripresa si è<br />
aggiunto un<br />
evidente<br />
effetto scia<br />
ottenuto in<br />
fotoritocco.<br />
vece ri<strong>ma</strong>ne, e la situazione è critica, soltanto<br />
nel mondo delle compatte <strong>di</strong>gitali, spesso<br />
<strong>di</strong>sastrosamente lente. Per esse, vale il consi<strong>gli</strong>o<br />
<strong>di</strong> rime<strong>di</strong>are per mezzo <strong>di</strong> una pre-focheggiatura.<br />
È valido, perché il limite operativo<br />
in questi casi risiede, <strong>di</strong> solito, <strong>non</strong> tanto<br />
nella rapi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> risposta dell’otturatore quanto<br />
nella lentezza dell’autofocus. Basta dunque<br />
focheggiare sul punto in cui si prevede<br />
che transiterà il soggetto, eventualmente<br />
escludendo l’autofocus, attenderlo al varco e<br />
infine scattare.<br />
Fino a qui, <strong>gli</strong> aspetti della pratica sul campo.<br />
Quanto poi a<strong>gli</strong> <strong>otturatori</strong> adottati sulle<br />
fotocamere <strong>di</strong>gitali, qualcosa sta cambiando<br />
e, per chi guarda all’evoluzione tecnologica,<br />
può essere interessante approfon<strong>di</strong>re il te<strong>ma</strong>.<br />
Otturatore elettronico? Esiste un dubbio<br />
ricorrente, quando si parla <strong>di</strong> fotocamere <strong>di</strong>gitali.<br />
Questo: tenuto conto che il sensore <strong>di</strong>gitale<br />
ha preso il posto della pellicola, è ancora<br />
necessario <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> un <strong>di</strong>spositivo <strong>di</strong><br />
otturazione meccanica, collocato davanti al<br />
sensore? Perché le fotocamere <strong>non</strong> controllano<br />
l’esposizione semplicemente attivando<br />
e <strong>di</strong>sattivando, elettricamente, il sensore<br />
stesso? Se lo facessero, <strong>non</strong> avrebbero bisogno<br />
<strong>di</strong> un meccanismo costoso, certamente<br />
complicato da costruire. È un meccanismo<br />
che, secondo i fotoriparatori, è molto esposto<br />
a guasti.<br />
Ebbene, alcune fotocamere <strong>di</strong>gitali com-
patte, anche <strong>di</strong> classe economica, hanno già<br />
compiuto questo passo. Hanno sposato la tecnologia<br />
dell’otturazione strettamente elettronica<br />
e dunque montano un sensore che attua,<br />
da solo, la funzione <strong>di</strong> otturatore.<br />
Per esplorare il mondo de<strong>gli</strong> <strong>otturatori</strong> sposati<br />
ai <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> sensori <strong>di</strong>gitali ci rifacciamo<br />
qui a dati <strong>di</strong>vulgati da Kodak, azienda<br />
che produce sensori <strong>di</strong> classe elevata<br />
adottati su fotocamere <strong>di</strong> alta classe (ad<br />
esempio Hasselblad e Leica M8) oltreché<br />
sensori <strong>di</strong> classe economica per compatte<br />
<strong>di</strong>gitali. E a dati della Lumenera Corporation<br />
<strong>di</strong> Ottawa, azienda canadese specializzata<br />
in fotocamere <strong>di</strong>gitali <strong>di</strong> alto livello,<br />
scientifiche, militari, <strong>di</strong> sorve<strong>gli</strong>anza.<br />
Esclusivamente elettronico. In passato,<br />
l’otturatore elettronico era quello “a controllo<br />
elettronico”, cioè con un siste<strong>ma</strong> elettronico<br />
che garantiva la precisione dei <strong>tempi</strong><br />
<strong>di</strong> esposizione. L’elettronica pilotava, comunque,<br />
un otturatore meccanico. Assicurava<br />
precisione <strong>di</strong> funzionamento, me<strong>gli</strong>o dei<br />
sistemi ad orologeria con molle ed ingranaggi.<br />
Oggi è <strong>di</strong>verso. Il termine otturazione<br />
elettronica, su <strong>di</strong> una fotocamera <strong>di</strong>gitale,<br />
sottintende la capacità del sensore <strong>di</strong><br />
determinare la durata dell’esposizione, in<br />
modo autonomo. Non c’è più bisogno <strong>di</strong><br />
un siste<strong>ma</strong> meccanico. L’otturatore elettronico<br />
funziona, in questo caso, in <strong>di</strong>versi<br />
mo<strong>di</strong> che è interessante analizzare.<br />
Con sensore CCD, con otturazione elettronica.<br />
Il siste<strong>ma</strong> è basato su <strong>di</strong> un sensore<br />
CCD che funziona in modalità a scansione<br />
progressiva. Di che si tratti, è presto detto:<br />
nel sensore, tutti i singoli foto<strong>di</strong>o<strong>di</strong> (pixel)<br />
captano la luce contemporaneamente. Sviluppano,<br />
proporzionalmente alla quantità <strong>di</strong><br />
luce che ricevono, segnali che generano quelle<br />
che <strong>sono</strong> definite “cariche elettriche”. Alla<br />
fine del momento <strong>di</strong> ripresa tali cariche vengono<br />
trasferite, simultaneamente, ad aree <strong>di</strong><br />
im<strong>ma</strong>gazzinamento nel sensore stesso e poi<br />
vengono lette contemporaneamente. Dopo<br />
l’esposizione e dopo lo scaricamento dei segnali<br />
ogni residua infor<strong>ma</strong>zione sul sensore,<br />
e sui circuiti <strong>di</strong> controllo, viene rimossa. Il<br />
sensore appare “pulito”.<br />
Ecco il punto: in questo tipo <strong>di</strong> soluzione<br />
l’elettronica trionfa e la presenza <strong>di</strong> un otturatore<br />
meccanico <strong>non</strong> è richiesta. Il metodo è<br />
moderno, è efficace, comporta la presenza <strong>di</strong><br />
un’elettronica <strong>di</strong> elevata qualità. È un siste<strong>ma</strong><br />
che viene convenzionalmente definito come<br />
Global Shutter: l’otturatore esegue una registrazione<br />
globale, contemporanea, <strong>di</strong> tutta la<br />
scena inquadrata. In breve: siamo in presenza<br />
<strong>di</strong> un vero otturatore elettronico, a volte adottato<br />
su <strong>di</strong>gitali compatte. Le voci <strong>di</strong> corridoio<br />
insistono a <strong>di</strong>re che molte aziende guardano<br />
con sempre crescente attenzione a questa soluzione,<br />
esaminando la possibilità <strong>di</strong> applicarla<br />
<strong>non</strong> soltanto su apparecchi compatti <strong>ma</strong><br />
anche su reflex.<br />
Con sensore CCD, con scansione inter-<br />
LA DISCREZIONE ABITA QUI<br />
Le fotocamere Leica M8 <strong>sono</strong> ottime <strong>di</strong>gitali a telemetro, con sensore da 10 megapixel. Ma <strong>sono</strong><br />
state criticate dai fotografi: lo <strong>scatto</strong> del loro otturatore, a ten<strong>di</strong>ne metalliche ed a scorrimento<br />
verticale, è risultato più rumoroso rispetto a quello dell’otturatore a ten<strong>di</strong>ne in stoffa gom<strong>ma</strong>ta,<br />
a scorrimento orizzontale, che in passato ha fatto la fa<strong>ma</strong> delle Leica a telemetro analogiche.<br />
Per quest’ultimo si è sempre parlato <strong>di</strong> un sussurro, <strong>non</strong> <strong>di</strong> un<br />
rumore: la silenziosità, la <strong>ma</strong>ssi<strong>ma</strong> <strong>di</strong>screzione, <strong>sono</strong> sempre<br />
state componenti importanti a favore del mito Leica.<br />
La critica, per un fotocamera da 4700 euro senz’ottica, <strong>non</strong> è<br />
<strong>di</strong> poco conto. Ma è destinata a tramontare. L’ulti<strong>ma</strong> notizia è<br />
che i tecnici <strong>di</strong> Solms hanno preso <strong>di</strong> petto il proble<strong>ma</strong> ed<br />
hanno stu<strong>di</strong>ato un nuovo otturatore con soluzioni meccaniche<br />
raffinate, molto perfezionate per quanto riguarda lo scor-<br />
Leica M8, <strong>di</strong>gitale a telemetro<br />
da 10MP. La casa ha comunicato<br />
la possibilità <strong>di</strong> sostituire<br />
l’otturatore della <strong>ma</strong>cchina con<br />
una nuova versione molto più<br />
silenziosa. Sotto, anche il <strong>di</strong>splay<br />
può essere mo<strong>di</strong>ficato.<br />
2008, per farsi sostituire il pure eccellente otturatore<br />
attuale con quello <strong>di</strong> nuova progettazione.<br />
Costo dell’intervento: circa 800 euro, con <strong>di</strong>ritto ad<br />
una estensione <strong>di</strong> garanzia <strong>di</strong> un anno.<br />
La riduzione del rumore, e delle vibrazioni, è una<br />
dote importante. È decisiva anche per garantire a<br />
Leica il <strong>ma</strong>ntenimento della fa<strong>ma</strong> <strong>di</strong> fotocamera<br />
per scatti colti al volo ed a luce ambiente, con la<br />
<strong>ma</strong>ssi<strong>ma</strong> <strong>di</strong>screzione e con <strong>tempi</strong> lenti. Tra l’altro,<br />
la fotocamera è costruttivamente piuttosto <strong>ma</strong>ssiccia,<br />
un aspetto che favorisce la stabilità e dunque<br />
la qualità nelle lunghe esposizioni.<br />
Non basta. Annunciando la nascita del nuovo otturatore,<br />
i progettisti Leica hanno segnalato la<br />
possibilità <strong>di</strong> un altro up-gra<strong>di</strong>ng, cioè del mi<strong>gli</strong>oramento<br />
del livello qualitativo delle <strong>ma</strong>cchine già<br />
vendute. È la possibilità <strong>di</strong> applicare un rivestimento<br />
in vetro zaffiro, soluzione oggi esclusiva e<br />
<strong>di</strong> alta classe, sul visualizzatore LCD. Il vetro zaffiro,<br />
in termini <strong>di</strong> durezza, è inferiore soltanto al <strong>di</strong>a<strong>ma</strong>nte.<br />
Rende il monitor immune da graffi anche<br />
se viene a contatto con granelli <strong>di</strong> sabbia, pietre,<br />
oggetti metallici e così via. I tecnici assicurano che<br />
la visione sullo schermo LCD apparirà sempre inalterata<br />
brillante anche dopo anni <strong>di</strong> utilizzo. Al punto<br />
da farlo apparire sempre “come nuovo”. Il costo<br />
dell’applicazione del vetro zaffiro è pari a 750<br />
euro. A chi farà eseguire il doppio intervento, cioè<br />
la sostituzione dell’otturatore e l’applicazione del<br />
vetro zaffiro, verrà anche riservato uno sconto. Pagherà<br />
una tariffa forfetaria <strong>di</strong> 1120 euro Info: Leica<br />
Polyphoto SpA (via Cesare Pavese 11/13, 20090<br />
Opera Zerbo (MI); tel: 02.53.00.21; fax:<br />
02.576.091.41; infor<strong>ma</strong>zioni@leica-italy.com.<br />
rimento della pri<strong>ma</strong> ten<strong>di</strong>na. Cine<strong>ma</strong>ticamente, la movimentazione<br />
<strong>di</strong> tutti i meccanismi è stata resa più fluida. Assicura<br />
minore inerzia nelle operazioni della fase iniziale <strong>di</strong> <strong>scatto</strong> e<br />
nella frenatura della pri<strong>ma</strong> ten<strong>di</strong>na. Il risultato: un otturatore<br />
che al momento della ripresa trasmette meno vibrazioni e produce<br />
meno rumore. È più <strong>di</strong>screto anche e soprattutto operando<br />
con i <strong>tempi</strong> <strong>di</strong> otturazione molto lenti, quelli da sempre preferiti<br />
dai fotografi che adoperano le <strong>ma</strong>cchine a telemetro.<br />
La nuova soluzione sod<strong>di</strong>sferà i fotografi intenzionati ad acquistare<br />
una Leica M8 <strong>non</strong> soltanto per l’eccellenza delle ottiche<br />
<strong>ma</strong>, appunto, anche per la silenziosità. Suscita tuttavia<br />
qualche <strong>di</strong>sappunto presso chi già possiede una M8 <strong>di</strong> pri<strong>ma</strong><br />
generazione, ancora “rumorosa”. La casa tedesca fa sapere<br />
che propone una via d’uscita. I fotografi interessati potranno<br />
infatti rivolgersi ai centri <strong>di</strong> assistenza Leica, a partire dal mese<br />
<strong>di</strong> agosto<br />
I grafici tratti da misurazioni compiute<br />
nei laboratori tedeschi <strong>di</strong> Leica, a Solms.<br />
mostrano il comportamento<br />
dell’otturatore <strong>di</strong> tipo vecchio e <strong>di</strong><br />
quello <strong>di</strong> tipo nuovo, in entrambi i casi<br />
scattando con il tempo <strong>di</strong> 1/30s.<br />
L’accelerazione e la decelerazione delle<br />
ten<strong>di</strong>ne trasmette energia al corpo della<br />
fotocamera. Questa si traduce in<br />
possibilità <strong>di</strong> vibrazioni e in una<br />
generazione <strong>di</strong> rumore. È stata misurata<br />
e, come si vede, è evidente che il<br />
comportamento del nuovo otturatore è<br />
più favorevole soprattutto nella fase<br />
iniziale dello <strong>scatto</strong> e cioè al momento<br />
dell’apertura della pri<strong>ma</strong> ten<strong>di</strong>na.<br />
FOTOGRAFIA REFLEX LUGLIO 2008 73
L’OTTURATORE E IL FLASH<br />
Nelle riprese con il flash è sempre stato molto importante sincronizzare correttamente l’emissione<br />
del lampo con l’apertura dell’otturatore. Le tre <strong>di</strong>verse soluzioni qui illustrate mostrano come<br />
avvenga la sincronizzazione con <strong>otturatori</strong> <strong>di</strong> tipo Rolling Shutter, oppure Half-Global Shutter o<br />
Global Shutter. descritti nell’articolo.<br />
Si tratta <strong>di</strong> grafici nei quali il riquadro rosso rappresenta l’ampiezza del tempo necessario ad una<br />
esposizione totale del fotogram<strong>ma</strong>. Nel primo riquadro è mostrato il tempo <strong>di</strong> lettura della pri<strong>ma</strong><br />
riga (o del gruppo <strong>di</strong> prime righe lette contemporaneamente). Nel secondo riquadro viene mostrato<br />
il tempo <strong>di</strong> scansione della riga (o righe) successiva, per completare l’esposizione.<br />
Rolling Shutter<br />
Fase 1: inizia e si conclude la pri<strong>ma</strong> lettura.<br />
Fase 2: pri<strong>ma</strong> che si concluda la lettura della Fase 1, inizia la seconda lettura, che completa poi la<br />
registrazione.<br />
Fase 3: ecco, al momento della partenza della Fase 2, che viene attivato il lampo del flash. Comporta<br />
un ritardo, nel tempo <strong>di</strong> accensione, <strong>ma</strong> è interessante notare che la durata dell’emissione del lampo<br />
flash deve essere tale da abbracciare un momento in cui siano in fase <strong>di</strong> registrazione tutte le righe<br />
del sensore, sia quelle della Fase 1 sia quelle della Fase 2.<br />
I problemi tecnici <strong>sono</strong> due: in primo luogo<br />
c’è quello che l’accensione del flash deve<br />
essere leggermente ritardata, proprio per<br />
sincronizzarsi con la Fase 2; infatti quando il<br />
flash <strong>non</strong> è ancora scattato succede che le<br />
righe della Fase 1 <strong>sono</strong> già in registrazione.<br />
Lo sche<strong>ma</strong> <strong>di</strong> funzionamento per un otturatore<br />
tipo Rolling Shutter, la versione più semplice e<br />
più economica.<br />
74 LUGLIO 2008 FOTOGRAFIA REFLEX<br />
Poi, succede che se la luce ambiente è molto<br />
forte può accadere che una parte dell’im<strong>ma</strong>gine<br />
risulti leggermente sovraesposta (il<br />
rischio è minore con <strong>di</strong>aframmi chiusi).<br />
Half-Global Shutter<br />
Fase 1: inizia e si conclude la pri<strong>ma</strong> lettura.<br />
Fase 2: inizia contemporaneamente alla Fase 1 <strong>ma</strong> poi prosegue la registrazione anche quando la<br />
Fase 1 è conclusa.<br />
Fase 3: al momento della partenza della Fase 2 (e sostanzialmente anche della Fase 1), viene attivata<br />
l’accensione del flash. Il ritardo <strong>di</strong> accensione è minimo. La durata della Fase 3 copre<br />
agevolmente sia la Fase 1 sia la Fase 2.<br />
Problemi tecnici: è vantaggioso il fatto che l’accensione del flash avvenga in pratica quando inizia<br />
l’esposizione sia della Fase 1 sia della<br />
Fase 2, cioè con elevata prontezza. Lo svantaggio<br />
è che, anche a flash spento, la Fase 2<br />
prosegue a registrare: se la luce ambiente è<br />
molto forte può accadere che l’im<strong>ma</strong>gine<br />
presenti una sovraesposizione, variabile anche<br />
in base all’apertura <strong>di</strong> <strong>di</strong>afram<strong>ma</strong> (che<br />
Lo sche<strong>ma</strong> <strong>di</strong> funzionamento per un otturatore<br />
tipo Half-Global Shutter, versione semplificata<br />
del tipo Global.<br />
con<strong>di</strong>zione la luce ambiente). È un buon otturatore<br />
<strong>ma</strong> <strong>non</strong> raggiunge ancora la perfezione.<br />
Global Shutter<br />
Fase 1: inizia e si conclude la pri<strong>ma</strong> lettura..<br />
Fase 2: inizia e si conclude anche la lettura <strong>di</strong> tutto il resto del sensore. Per essere più precisi succede,<br />
in pratica, che tutto il sensore viene attivato contemporaneamente su tutta la sua superficie.<br />
Fase 3: salvo un <strong>brevi</strong>ssimo ritardo <strong>di</strong> sincronizzazione viene attivata l’accensione del flash<br />
nello stesso momento in cui il sensore inizia<br />
a riprendere la scena. La durata del<br />
lampo coincide, sostanzialmente, con la<br />
durata <strong>di</strong> esposizione del sensore per la<br />
luce continua (un tempo che può anche<br />
essere molto breve). Non esistono <strong>di</strong>fficoltà<br />
<strong>di</strong> sovraesposizione ano<strong>ma</strong>la. La so-<br />
Lo sche<strong>ma</strong> <strong>di</strong> funzionamento dell’otturatore Global<br />
Shutter, il tipo più raffinato che permette <strong>di</strong><br />
fare a meno <strong>di</strong> un otturatore meccanico ausiliario.<br />
luzione <strong>di</strong> otturazione Global Shutter è<br />
quella più raffinata, più versatile e pratica<br />
sul campo.<br />
lacciata. Se il sensore <strong>di</strong>gitale <strong>non</strong> funziona a<br />
scansione progressiva <strong>ma</strong> adotta una scansione<br />
interlacciata, le cose cambiano. Anche<br />
qui, come accade nel caso della scansione<br />
progressiva, pri<strong>ma</strong> <strong>di</strong> ogni <strong>scatto</strong> i foto<strong>di</strong>o<strong>di</strong><br />
vengono resettati per essere pronti per una<br />
nuova ripresa. Però, alla fine <strong>di</strong> ogni ripresa,<br />
succede che le cariche elettriche memorizzate<br />
in corrispondenza <strong>di</strong> ciascuna riga <strong>di</strong> foto<strong>di</strong>o<strong>di</strong>,<br />
<strong>non</strong> vengono scaricate tutte contemporaneamente.<br />
Ecco: le righe <strong>di</strong>spari e quelle<br />
pari, originate dai segnali dei pixel, <strong>sono</strong> scaricate<br />
in momenti <strong>di</strong>fferenti, sfalsati. Ne deriva<br />
che il fotografo <strong>non</strong> può <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> una<br />
vera otturazione elettronica istantanea. Ecco<br />
dunque il punto critico: la fotocamera in questo<br />
caso è obbligata a <strong>di</strong>sporre anche <strong>di</strong> un otturatore<br />
meccanico, <strong>ma</strong>gari <strong>di</strong> costruzione<br />
semplificata, per potere scattare fotografie.<br />
Il siste<strong>ma</strong> a scansione interlacciata ha il<br />
vantaggio <strong>di</strong> essere molto meno costoso ed è<br />
particolarmente <strong>di</strong>ffuso su fotocamere <strong>di</strong>gitali<br />
compatte <strong>di</strong> classe economica.<br />
Con sensore CMos a scansione a scorrimento.<br />
Un’altra promettente fami<strong>gli</strong>a <strong>di</strong> sensori<br />
ha da tempo affiancato quella dei sensori<br />
CCD. È quella dei sensori CMos. Su questi<br />
componenti è abbastanza <strong>di</strong>ffuso il metodo <strong>di</strong><br />
funzionamento definito <strong>di</strong> otturazione a scorrimento.<br />
In gergo è spesso descritto come siste<strong>ma</strong><br />
Rolling Shutter.<br />
Consiste in una esplorazione progressiva<br />
del sensore, condotta ad esempio leggendo riga<br />
dopo riga il CMos, dall’alto verso il basso.<br />
È un funzionamento che assomi<strong>gli</strong>a a quello<br />
<strong>di</strong> un classico otturatore meccanico a ten<strong>di</strong>ne,<br />
a scorrimento verticale. Le righe, o gruppi <strong>di</strong><br />
righe, vengono scaricate in successione anche<br />
piuttosto rapida (il tempo intercorrente<br />
tra l’azzeramento della lettura <strong>di</strong> una riga e<br />
l’inizio della lettura della riga successiva viene<br />
definito tempo <strong>di</strong> integrazione). Variando<br />
la velocità <strong>di</strong> scaricamento, cioè variando il<br />
tempo <strong>di</strong> integrazione, si può mo<strong>di</strong>ficare la<br />
durata dell’esposizione e le regolazioni possibili<br />
<strong>sono</strong> molto ampie.<br />
La lettura può essere veloce, cioè una riga<br />
può essere resettata quando si inizia a leggere<br />
la riga successiva (single line), oppure può<br />
essere molto più lenta, e in questo caso la pri<strong>ma</strong><br />
e tutte le righe successive vengono resettate<br />
quando tutto il sensore ha captato la luce.<br />
In questo caso si arriva all’ulti<strong>ma</strong> riga e subito<br />
si ricomincia una nuova scansione partendo<br />
dalla pri<strong>ma</strong> riga (metodo full frame time).<br />
Il siste<strong>ma</strong> Rolling Shutter è valido e <strong>non</strong> è<br />
troppo costoso. Ma quando viene impiegato<br />
per fotografare (o anche per riprendere con<br />
una videocamera) soggetti che siano in rapido<br />
movimento, può dare luogo ad un inconveniente.<br />
È quello della defor<strong>ma</strong>zione dell’im<strong>ma</strong>gine:<br />
poiché viene registrata in <strong>tempi</strong><br />
<strong>di</strong>versi, come conseguenza <strong>di</strong> una esposizione<br />
a righe che scorrono dall’alto verso il basso,<br />
viene ricostruita sotto for<strong>ma</strong> <strong>di</strong> una fotografia<br />
defor<strong>ma</strong>ta. È un effetto analogo a quel-
lo che conoscono molto bene, da lungo tempo,<br />
i fotografi che impiegano fotocamere<br />
analogiche equipaggiate <strong>di</strong> <strong>otturatori</strong> a ten<strong>di</strong>ne<br />
sul piano focale, se si cimentano nella fotografia<br />
sportiva con soggetti che si muovono<br />
molto rapidamente.<br />
Con sensore CMos con global shutter. È<br />
la soluzione che potremmo definire più evoluta,<br />
basata su una vera otturazione elettronica<br />
adottata su sensori CMOS. Assomi<strong>gli</strong>a all’analoga<br />
otturazione elettronica effettuata su<br />
sensori CCD. Anche qui, dopo ogni ripresa e<br />
alla fine del tempo <strong>di</strong> integrazione, il sensore<br />
viene scaricato in blocco. I segnali vanno in<br />
un’area <strong>di</strong> im<strong>ma</strong>gazzinamento simultaneo<br />
delle cariche. Poiché <strong>non</strong> si verificano <strong>di</strong>fferenze<br />
<strong>di</strong> tempo nel corso dello scaricamento<br />
<strong>di</strong> queste o quelle aree <strong>di</strong> ripresa, il metodo<br />
<strong>non</strong> introduce defor<strong>ma</strong>zioni nelle im<strong>ma</strong>gini.<br />
È realmente un valido ed efficace otturatore<br />
elettronico.<br />
Esiste anche una soluzione interme<strong>di</strong>a, battezzata<br />
Half Global Shutter. Si presenta come<br />
un Global Shutter un poco meno raffinato: la<br />
lettura delle righe successive alla pri<strong>ma</strong> inizia<br />
contemporaneamente a questa <strong>ma</strong> prosegue<br />
anche dopo che la pri<strong>ma</strong> riga è stata scaricata.<br />
Permette una semplificazione costruttiva.<br />
Tuttavia, la versione Global Shutter è comunque<br />
è operativamente mi<strong>gli</strong>ore.<br />
Considerazioni pratiche. Per i fotografi,<br />
<strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> un otturatore esclusivamente elettronico,<br />
capace <strong>di</strong> sostituire e <strong>di</strong> rendere superflua<br />
la presenza <strong>di</strong> un otturatore meccanico<br />
è un traguardo allettante. Per molti motivi:<br />
l’assenza <strong>di</strong> meccanica rende assolutamente<br />
silenziosa l’azione <strong>di</strong> <strong>scatto</strong> e permette <strong>di</strong> fotografare<br />
con assoluta <strong>di</strong>screzione. È un van-<br />
taggio notevole se, ad esempio, si fotografa a<br />
teatro. In più, l’assenza <strong>di</strong> meccanismi complessi<br />
rende più robusta la fotocamera. La<br />
<strong>ma</strong>cchina è meno esposta ad usura ed è in<br />
grado <strong>di</strong> sopportare <strong>gli</strong> urti, <strong>ma</strong>gari anche le<br />
cadute. In più, la precisione della durata d’esposizione<br />
può essere molto elevata.<br />
Tuttavia osserviamo che la realizzazione <strong>di</strong><br />
una fotocamera davvero “senza meccanica”<br />
<strong>non</strong> è proprio a portata <strong>di</strong> <strong>ma</strong>no. Soprattutto<br />
A Manila, una foto ricordo ad una caratteristica<br />
Jeepney delle Filippine eseguita con un<br />
otturatore del tipo Global Shutter, senza <strong>di</strong>storsioni.<br />
A sinistra, per confronto, la stessa foto ottenuta<br />
con un otturatore tipo Rolling Shutter,<br />
che introduce un effetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>storsione sul<br />
veicolo in rapido movimento.<br />
se la <strong>ma</strong>cchina è reflex si deve tenere conto<br />
della presenza dello specchio ribaltabile e dei<br />
suoi <strong>tempi</strong> <strong>di</strong> movimentazione. Per i progettisti<br />
è spesso preferibile affidarsi ad un otturatore<br />
meccanico a lamelle, il cui sgancio è attivato<br />
dallo stesso specchio reflex quando arriva<br />
a fine corsa verso l’alto. In più, si sa che<br />
è particolarmente costoso realizzare sensori a<br />
scansione progressiva che siano <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni.<br />
Ancora: <strong>non</strong> è facile controllare i possibili<br />
effetti <strong>di</strong> surriscaldamento <strong>di</strong> un sensore <strong>di</strong><br />
questo tipo quando si scatta con <strong>tempi</strong> <strong>di</strong><br />
esposizione lunghi. Insom<strong>ma</strong>: è vero che<br />
qualche otturatore completamente elettronico<br />
è stato installato sulle fotocamere compatte<br />
ed è certamente lecito sperare che una simile<br />
soluzione possa progressivamente migrare<br />
sulle reflex. Ma <strong>non</strong> sembra che questo traguardo<br />
sia portata <strong>di</strong> <strong>ma</strong>no in <strong>tempi</strong> <strong>brevi</strong>.<br />
Tuttavia, qualche motivo <strong>di</strong> ottimismo esiste:<br />
l’evoluzione dei sistemi Live View ha obbligato<br />
a sviluppare soluzioni nuove. Per funzionare<br />
bene, si sa che i sistemi Live View<br />
hanno richiesto sensori poco soggetti al surriscaldamento<br />
anche in caso <strong>di</strong> pose lunghe,<br />
che effettivamente <strong>sono</strong> stati realizzati. È uno<br />
spira<strong>gli</strong>o che <strong>di</strong>mostra come la ricerca sia in<br />
corso e che lascia bene sperare. l<br />
FOTOGRAFIA REFLEX LUGLIO 2008 75