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IL CONSU n 250-FINALE

Il Giornale del Consumatore - n. 250

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EDITORIALE<br />

LA BUROCRAZIA DI OGGI<br />

ED I TEMPI CHE<br />

NON TORNERANNO PIÙ<br />

Pochi giorni fa, leggendo la notizia del<br />

verbale di oltre 15.000 euro elevato ad<br />

un piccolo viticoltore delle langhe da<br />

parte dell’Ispettorato del lavoro per essersi<br />

fatto aiutare nella raccolta dell’uva dalla sua<br />

compagna e da un paio di amici, sono<br />

rimasto colpito dalla durezza della nostra<br />

burocrazia. Poi, per fortuna, dopo il grande<br />

battage che ne è scaturito da tutte le parti e<br />

dai media, si è saputo che la sanzione era<br />

stata annullata e che il piccolo viticoltore<br />

poteva riprendere a dormire tranquillo.<br />

Negli anni passati anche in Sardegna si<br />

sono verificati dei casi analoghi.<br />

Come sempre, è la solita soluzione all’italiana,<br />

perché dimostra che chi riesce ad<br />

avere l’appoggio dei media ed a smuovere<br />

l’opinione pubblica, ad essere invitato nei<br />

talk show, alle volte se la cava, mentre gli<br />

altri devono pagare e basta. Una soluzione<br />

del resto illegale, perché semmai è la legge<br />

da modificare e distinguere i casi di esenzione da quelli<br />

da punire. Attualmente gli esentati dall’essere assicurati<br />

come dipendenti, sono solo i familiari fino al quarto<br />

grado, per cui amici, vicini di casa, amatoriali, ne sono<br />

esclusi e se non assunti, dovrebbero essere remunerati<br />

tramite voucher i quali, dal valore di acquisto di 10 euro,<br />

ne rimangono al lavoratore solo 7.<br />

Lo scopo della legge è quella di combattere il lavoro nero<br />

ed il caporalato il quale, quest’ultimo, è molto diffuso<br />

soprattutto in certe Regioni del sud, per la raccolta di<br />

pomodori, meloni, agrumi. Fenomeni deprecari e da<br />

condannare severamente, che certamente non riguardano<br />

piccoli appezzamenti di terreni coltivati dai quali<br />

raccogliere l’uva per farsi il vino in casa, la conserva per<br />

tutta la famiglia, un po’ di frutta da regalare agli amici<br />

che hanno aiutato nella raccolta o per venderla direttamente<br />

al consumatore nella sua aziendina.<br />

Purtroppo troppe leggi, in Italia, vengono fatte apposta<br />

per i legulei nostrani per cui, si dice, fatta la legge trovato<br />

l’inganno. Nel contempo si lascia facoltà all’ispettore<br />

decidere se verbalizzare o meno (c’è quello che si limita<br />

a chiudere un occhio e fa solo un favore, ma c’è quello<br />

che ci marcia e che mentre chiude l’occhio apre la<br />

tasca). Si considera il piccolo operatore in buona fede al<br />

pari del mascalzone.<br />

Ripensando a tutti questi fatti, all’invadenza della burocrazia<br />

in tutti i gangli delle attività economiche, spesso<br />

più idonea ad ostacolare che ad aiutare lo sviluppo, sono<br />

andato con i ricordi ai tempi della mia gioventù, quando<br />

durante le vacanze estive andavo dai miei nonni e<br />

assistevo alla lavorazione delle uve conferite dai mezzadri,<br />

sia con la pigia-diraspatrice che nelle vasche con i<br />

piedi dove mi arrampicavo per pestare i grappoli insieme<br />

alle donne che in genere si utilizzavano al posto<br />

degli uomini, impegnati nei lavori più faticosi. Pensavo a<br />

quanto mi piaceva aiutare i miei amici che trebbiavano<br />

il loro grano e salivamo sul pagliaio attorno al palo dove<br />

cadeva la paglia o stare dietro la trebbiatrice per riempire<br />

i sacchi del grano, intercalati da merende e bicchieri<br />

di vino per i grandi. Dopo una doccia per togliersi di<br />

dosso tutta la polvere mista al sudore, arrivava il pranzo<br />

di fine trebbiatura che durava ore e con diverse portate:<br />

unica e soddisfatta retribuzione per il lavoro fatto con<br />

vero piacere.<br />

Poi c’erano le famose “veglie” pubblicizzate con il passa<br />

parola<br />

da un’azienda all’altra, da iniziare dopo<br />

cena sull’aia davanti alla casa ed alla luce di<br />

qualche lampada, nelle quali i partecipanti,<br />

seduti su una catasta di pannocchie di granoturco,”<br />

scartocciavano”, togliendo le<br />

foglie (che servivano poi per farne materassi)<br />

lasciando le pannocchie nude. Si lavorava<br />

tra canti, barzellette e talvolta, nel prendere<br />

le pannocchie, inavvertitamente capitava<br />

di infilare la mano sotto la gamba della<br />

ragazza vicina..! Il ballo finale sull’aia stessa<br />

con il suono di una fisarmonica concludeva<br />

la serata dove, talvolta, iniziavano<br />

amorazzi estivi.<br />

Tempi che con la meccanizzazione, con la<br />

scomparsa della mezzadria, con le leggi<br />

successivamente subentrate - spesso con<br />

intenti benemeriti - ma anche utili per<br />

creare e mantenere una burocrazia e finti<br />

patronati più utili a se stessi ed ai loro<br />

dipendenti, che ai coltivatori diretti, hanno<br />

rivoluzionato il mondo agricolo di un<br />

tempo dove spesso i mezzadri diventavano<br />

a loro volta proprietari di altre aziende a<br />

mezzadria, mentre laddove l’agricoltura,<br />

per ragioni politiche e demagogiche poté<br />

utilizzare solo i salariati, essi sono rimasti<br />

tali per tutta la vita salvo qualche sporadico<br />

caso. E’ la solita demagogia di dare al povero<br />

di che vivere, ma di non emergere e farlo<br />

arricchire.<br />

Se allora, ma anche fino a non molti anni<br />

fa, fosse esistita la burocrazia odierna molti<br />

studenti, con la vendemmia, non avrebbero<br />

potuto farsi un tesoretto da utilizzare<br />

come preferivano e, anche, dare la possibilità<br />

di fare un secondo lavoro all’uscita<br />

dalla fabbrica per chi ne avesse avuto bisogno.<br />

info@ilconsumatore.eu<br />

La SARDEGNA è un'isola circondata da 450 chilometri quadrati di Mar Mediterraneo,<br />

pertanto ai sensi del PRINCIPIO DI UGUAGLIANZA non può avere lo STESSO REGIME FISCALE<br />

delle ALTRE REGIONI ITALIANE che non hanno i nostri SVANTAGGI! (lo capiscono anche i bambini)<br />

www.zonafrancasardegna.it<br />

www.ilconsumatore.eu N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 3


SOMMARIO<br />

3 - Editoriale<br />

6 - Lettere al direttore<br />

8 - È già tempo di funghi ma attenzione<br />

alle intossicazioni<br />

9 - La tua Rubrica<br />

10 - Pregi e difetti del peperoncino<br />

11 - Conosci le nuove regole sulle<br />

insalate in busta?<br />

12 - Quali rischi per le contaminazioni<br />

dei prodotti alimentari in Italia?<br />

13 - Nuova bufala su Facebook: carne<br />

infetta da virus dell'Hiv<br />

14 - È la vitamina E il segreto di un<br />

occhio giovane e sano<br />

16 - Un cereale digeribile anche per chi è<br />

intollerante al glutine<br />

17 - Spesa al discount: qualche consiglio<br />

19 - Salute del cuore e del cervello<br />

compromessa dai grassi idrogenati<br />

trans<br />

20 - Gli oli della salute, meglio quello<br />

d’argan o l’extra vergine oliva?<br />

21 - Le macchinette per il caffè sono<br />

un covo di batteri. Alcuni consigli<br />

per la pulizia<br />

22 - Il farmaco biotech in Italia<br />

23 - Dai test genetici al colesterolo<br />

passando per Tac e Rmn<br />

25 - La biblioteca del consumatore<br />

26 - I vademecum contro<br />

la contraffazione<br />

27 - Diritto & Rovescio<br />

28 - Burocrazia: quando il privato batte<br />

il pubblico<br />

30 - Arrivi al check-in con il tuo biglietto,<br />

ma per te non c'è posto: si chiama<br />

overbooking ed è una bella seccatura!<br />

32 - Polizze auto: meno care installando<br />

la “scatola nera”, ma aumentano<br />

i rischi per la privacy<br />

33 - Semafori laser, irregolari secondo<br />

il Ministero. UNC: restituire<br />

multe pagate<br />

34 - Nuovi prodotti Apple<br />

35 - Le responsabilità nei tamponamenti<br />

36 - I migranti sono una risorsa…<br />

per troppi<br />

37 - ARSENICO, I ‘successi’ dell’Agenzia<br />

immobiliare per immigrati<br />

38 - Uranio impoverito: chi dovrebbe<br />

vergognarsi e chi chiedere<br />

semplicemente scusa<br />

39 - Cautela nel parlare di servitù<br />

militari, noi Sardi siamo specialisti<br />

nell’autocastrazione<br />

40 - L’infrastruttura Enel al servizio<br />

del digitale: tutti insieme per un’Italia<br />

digitale?<br />

41 - Privacy Officer, più trasparenza del<br />

mercato con una Norma UNI<br />

42 - Nuova bufera su Tripadvisor<br />

per ristorante inesistente primo<br />

in classifica<br />

N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 - ANNO XXVIII<br />

Fondato nel 1988 da Romano Satolli<br />

DIRETTORE RESPONSAB<strong>IL</strong>E<br />

E-mail: r.satolli@tin.it<br />

EDITRICE: Trial Press sas<br />

Via Giudice Guglielmo, 17 - 09131 Cagliari<br />

Per avere una<br />

VOCE FORTE<br />

non serve gridare<br />

scompostamente,<br />

ma avere<br />

capacità di<br />

risposta, dialogo,<br />

iniziativa<br />

(Vincenzo Dona<br />

fondatore<br />

dell’Unione<br />

Nazionale<br />

Consumatori)<br />

REDAZIONE E DIREZIONE<br />

Via Giudice Guglielmo, 17 - 09131 Cagliari<br />

Tel. 070/485040 - Fax 480406<br />

www.ilconsumatore.eu<br />

E-mail: info@ilconsumatore.eu<br />

REG. TRIB. DI CAGLIARI<br />

n° 6/02 del 2/10/87<br />

Iscrizione al Registro degli Operatori<br />

di Comunicazione (R.O.C.) n° 1012<br />

IN COPERTINA:<br />

SARDEGNA, PERLA DEL MEDITERRANEO<br />

Cagliari, Il Bastione di Saint Remy<br />

foto di Stefano Soddu<br />

PROGETTO GRAFICO, IMPAGINAZIONE<br />

E FOTO INTERNE<br />

Il Graffio di Stefano Soddu<br />

grafichesoddu@tiscali.it • 368.7473553<br />

STAMPA<br />

TiEmme Officine Grafiche srl<br />

Loc. Truncu is Follas - tel. 070/948128 - Assemini<br />

COPYRIGHT REDAZIONALE<br />

Nessun articolo firmato può essere riprodotto,<br />

memorizzato o trasmesso in nessun modo e forma<br />

senza il permesso dell’Editore. Testi ed immagini,<br />

anche se non pubblicati, non si restituiscono.<br />

Si declina ogni responsabilità nel merito<br />

delle opinioni espresse dagli autori degli articoli<br />

e delle lettere.<br />

ABBONAMENTI<br />

euro 10,00<br />

Versamento: CCP n° 13722095<br />

intestato a: Trial Press sas<br />

Via Giudice Guglielmo, 17 - 09131 Cagliari<br />

I dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti<br />

vengono utilizzati esclusivamente per l’invio della<br />

pubblicazione e non vengono ceduti a terzi<br />

per nessun motivo<br />

ASSOCIATO<br />

Unione Stampa Periodica Italiana<br />

www.ilconsumatore.eu N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 5


LETTERE AL DIRETTORE<br />

LA MIA SARDEGNA. LA MIA CARA TERRA<br />

Faccio il punto:<br />

- Migranti eritrei che appena<br />

approdati cercano di scappare da Cagliari,<br />

occupando il porto per imbarcarsi con la<br />

prima nave verso la penisola, addirittura<br />

anche sulle navi della Tirrenia.<br />

- Migranti centroafricani che scappano da<br />

alberghi isolani a tre stelle e bloccano<br />

pullman e strade nel tentativo di scappare<br />

- Migranti che si lamentano dell'isolamento<br />

della Sardegna e pretendono di andare<br />

nelle grandi città (escluso Cagliari che fa<br />

schifo. ndr.)<br />

- Migranti che rifiutano il cibo sardo perchè<br />

non gradito e non adeguato ai loro bisogni<br />

(malloreddus, culurgiones, fregula e seadas?<br />

Cifraxiu?)<br />

- Migranti poche ore fa a Sanluri : "Qua non<br />

stiamo bene, vogliamo andare via!" Urla e<br />

minacce.<br />

- Navi di ogni nazione che continuano a sbarcare<br />

a Cagliari migliaia di migranti, che<br />

appena realizzano di essere in Sardegna<br />

vanno su tutte le furie e minacciano tutti<br />

come se fossero stati sbarcati nell'isola<br />

della Cayenna e, allo stesso modo di<br />

Papillon, cercano di lanciarsi in mare per<br />

scappare, come se la Sardegna fosse peggio<br />

delle coste libiche.<br />

Ma allora, mi domando, perché continuano a<br />

sbarcarci migliaia di migranti in Sardegna<br />

sapendo di farne degli infelici? Oltretutto<br />

stanno creando un grave danno all'autostima<br />

di noi sardi, che abbiamo sempre fatto della<br />

nostra proverbiale ospitalità il cavallo vincente<br />

di intere generazioni. Che dire poi<br />

della bellezza della nostra Terra, accessibile<br />

a tutti ma spesso proibitiva per noi poveri<br />

sardi? E del nostro cibo, onore e vanto della<br />

nostra terra, denigrato da un popolo<br />

migrante che dice di essere reduce da una<br />

grave carestia alimentare e dove anche le<br />

cavallette dovevano essere considerate commestibili,<br />

vogliamo parlarne? Io che sono<br />

Sardo e ne vado fiero, che discendo dal popolo<br />

nuragico, fatto di uomini forti e di guerrieri,<br />

che appartengo ad una cultura antica e<br />

autonoma, che considero l'insularità come<br />

un dono di Dio, che ho ritenuto ogni centimetro<br />

della mia Terra degno del paradiso<br />

terrestre, che ho fatto dei prodotti della mia<br />

Terra uno stile di vita alimentare, che considero<br />

il mare un'opportunità e non un vincolo,<br />

malgrado spostarsi verso il resto del<br />

mondo mi procuri grandi disagi e gravi<br />

sacrifici, che ho visto nella Sardegna i sacrifici<br />

dei miei avi e il futuro dei miei figli, che<br />

amo la mia Terra e che per amore l'ho voluta<br />

condividere con chiunque manifestasse il<br />

desiderio di venirci, che ho difeso contro<br />

tutti e sopratutto contro noi stessi, oggi mi<br />

sento deluso e offeso. Deluso e offeso come<br />

colui che per accontentare il suo prossimo,<br />

condivide la sua casa e divide il pane con i<br />

bisognosi, e scopre che il suo pane viene gettato<br />

per terra e la sua casa maledetta. La mia<br />

grande ospitalità, come quella di tutti i<br />

sardi, è a disposizione di chiunque ne abbia<br />

bisogno, ma non certo di chi non ne onora il<br />

sacrificio e il buon cuore. Stiano a casa loro,<br />

o vadano in posti dove si sentono più a loro<br />

agio. Noi questo abbiamo, e di questo siamo<br />

orgogliosi.<br />

Caro Fabio,<br />

Fabio Barbarossa-Cagliari -Per mail<br />

anche io amo la Sardegna che più di 50 anni fa<br />

mi venne assegnata come posto di lavoro.<br />

Anche io feci fatica ad integrarmi, per le difficoltà,<br />

allora molto più di oggi, di entrare nei<br />

gruppi e nei balli domenicali in famiglia. Lo<br />

Stato, per problemi di trasferimento di fondi, mi<br />

lasciò anche 4 mesi senza stipendio e non avevo<br />

nessuno che mi potesse aiutare. Ma ho tenuto<br />

duro e mi sono adeguato alla Sardegna ed ai<br />

sardi. Il mio collega piemontese di Cuneo, non<br />

ci riuscì nemmeno dopo tanti anni, pur sposando<br />

una sarda, ritenendo sempre di provenire da<br />

una Regione superiore. Oggi, che ho una moglie<br />

sardo-catalana e due figlie cagliaritane, amo la<br />

Sardegna molto più di tanti sardi pronti a denigrarla<br />

e, purtroppo, anche rovinarla come stanno<br />

facendo o hanno fatto molti politici, spesso<br />

servi del potere centrale. Spero che un giorno<br />

nasca un rigurgito di vero orgoglio, come il tuo<br />

e di tanti altri sardi che escano dal silenzio e<br />

creino una Sardegna libera da ogni condizionamento<br />

esterno, completamente autonoma in<br />

una Europa dei Popoli.<br />

LO SBANDAMENTO TOTALE<br />

Dovunque mi giro, il panorama non cambia.<br />

Umanità repressa, persecuzioni etniche,<br />

locali, personali. Un mondo che cambia<br />

aspetto. Tutto ciò che era, non è. Tutto<br />

ciò che è, non sarà più. Una corsa contro il<br />

tempo per fermare la scomparsa dell’umanità,<br />

così come l’abbiamo sempre<br />

conosciuta. Una sfida sul filo del rasoio per<br />

riaffermare concetti in disuso, ineluttabilmente<br />

indirizzati alla fine del tutto. A<br />

nulla servono ammonimenti, a nulla valgono<br />

manifestazioni di orrore. Tutto si<br />

assimila e si smaltisce. Tutto trova una collocazione<br />

nella mente collettiva, anche<br />

quando stride terribilmente con la<br />

coscienza personale. La negazione del<br />

passato è motivata da presunte necessità<br />

future. L’ottusità si sostituisce al patrimonio<br />

culturale dei popoli e la legge del più<br />

forte prevarica ogni possibilità di dialogo.<br />

Assistiamo ad una guerra totale, giustificabile<br />

solo da una demenza generale, dove il<br />

malato è più sano del curante. Il fine della<br />

stupidità giustifica i mezzi dell’idiozia. Un<br />

Machiavelli con il morbo di Alzheimer.<br />

Non sono un giornalista, e ne vado fiero,<br />

non sono un futurologo, e la cosa mi lusinga,<br />

non sono un politico, nessuno è perfetto.<br />

Sono solo un testimone del tempo. Un<br />

astante innocente catapultato a calci nel<br />

culo in una dimensione irreale, alla ricerca<br />

di una collocazione temporospaziale<br />

che, ahimè, non esiste più. Ho perso la<br />

strada, e a nulla servono le briciole di<br />

pane lasciate da Pollicino per tornare a<br />

casa. Gli avvoltoi hanno mangiato anche<br />

quelle. E in ogni caso ci sarà sempre un<br />

Orco, che con gli stivali delle sette leghe,<br />

cercherà di raggiungerci. Chiedo scusa a<br />

Charles Perrault per l’uso improprio del<br />

suo amato Pollicino. Buona fortuna a tutti.<br />

Fabio Barbarossa-Cagliari<br />

Posso commentare riportando il titolo di un<br />

libro di Gino&Michele, (Editore Feltrinelli)<br />

“Anche le formiche, nel loro piccolo, si incazzano”.<br />

Le formiche italiane, quei milioni di<br />

cittadini che hanno sudato una vita per<br />

crearsi una pensione che oggi non basta per<br />

campare; che hanno rinunciato a viaggi,<br />

vacanze, lussi, per farsi una casa e poterla<br />

lasciare un giorno ai figli e che molti, purtroppo,<br />

hanno perso per subire un fisco vorace<br />

che punisce chi ha vissuto come una formica<br />

pensando al domani ed alla vecchiaia;<br />

che si vedono prevaricati e impediti dall’uscire<br />

di casa per non subire scippi, borseggi,<br />

furti o, addirittura, occupata da extracomunitari;<br />

che non sono sicuri nemmeno barricati<br />

in casa perché tutti i ladri ed i delinquenti<br />

usciti dalle galere di mezzo mondo li<br />

abbiamo raccolti ed ospitati in nome di un<br />

finto solidarismo, ma servivano per arricchire<br />

personaggi in doppio petto, amici degli<br />

amici o prestanome di politici, responsabili<br />

di associazioni più a scopo di ladrocinio che<br />

senza scopo di lucro ebbene, questi milioni di<br />

italiani – rappresentati anche dalle nuove<br />

generazioni sempre più determinati a fare<br />

qualcosa, sono stufi di essere continuamente<br />

presi per i fondelli con chiacchiere e promesse<br />

con le quali si cerca di far passare per sviluppo<br />

una realtà completamente diversa,<br />

prima o poi si incazzeranno di brutto e, temo,<br />

possa venire una rivoluzione che, sull’esempio<br />

delle primavere arabe, possa finire nel<br />

sangue e la fine di una nazione.<br />

6<br />

N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 www.ilconsumatore.eu


Gli esperti del Centro Antiveleni<br />

dell’Ospedale Niguarda di Milano hanno<br />

realizzato una favola per insegnare ai più<br />

piccoli, ma anche ai grandi, i pericoli dei<br />

funghi, in vista della stagione di raccolta<br />

È GIÀ TEMPO DI FUNGHI MA<br />

ATTENZIONE ALLE INTOSSICAZIONI<br />

Purtroppo, con l'inizio della stagione dei funghi,<br />

iniziano anche i ricoveri per intossicazione.<br />

In casi gravi, l'ingestione di funghi<br />

velenosi, può portare anche alla morte.<br />

Ai margini di Expo 2015, i massimi esperti italiani<br />

in materia hanno voluto offrire delucidazioni<br />

relative alla raccolta e al consumo dei funghi,<br />

nel corso di una breve conferenza intitolata<br />

“Funghi belli da vedere ma”, durante la quale il<br />

ministero della Salute ha deciso di fornire un<br />

rapido vademecum a tutti gli amanti delle specialità<br />

culinarie che abbondano sul nostro<br />

suolo. Un utile momento di informazione, per i<br />

grandi, come i per piccini.<br />

Nel corso dell'incontro è stato ricordato come,<br />

in caso di dubbio, è meglio no mangiare i funghi<br />

appena raccolti oppure sottoporli al vaglio<br />

degli esperti dell'Asl locale. Non tutti sanno,<br />

infatti, che in ogni Asl vi sono micologi professionisti.<br />

Durante l'incontro sono anche stati sfatati alcuni<br />

luoghi comuni, come quello che vuole il<br />

dolore alla pancia, dopo aver mangiato un<br />

fungo velenoso, legato alla sua effettiva pericolosità.<br />

La dottoressa Francesca Davanzano,<br />

responsabile del centro antiveleni dell'Ospedale<br />

Niguarda di Milano, ha infatti ricordato che i<br />

funghi più perniciosi tendono a rilasciare le loro<br />

tossine all'interno dell'organismo a distanza di<br />

ore dal consumo.<br />

E per i più piccoli una bella favola.<br />

“C’erano una volta una principessa, un giullare<br />

e un guardaboschi. E dei funghi, belli da vedere<br />

ma non sempre buoni da mangiare”: è l’avvio<br />

della favola educativa che gli esperti del Centro<br />

Antiveleni dell’Ospedale Niguarda di Milano<br />

hanno realizzato per insegnare ai più piccoli i<br />

pericoli dei funghi, in vista della stagione di raccolta.<br />

La principessa rappresenta “una raccoglitrice<br />

improvvisata di funghi, molto ingenua, che<br />

si fida troppo dei consigli di presunti esperti,<br />

rischiando di consumare funghi mortali”.<br />

Poi c’è chi, come il giullare Saltellino, dà cattivi<br />

consigli: “è un personaggio molto pericoloso,<br />

perché superficiale: crede di sapere tutto sui<br />

funghi ma in realtà non è esperto per niente”.<br />

Per fortuna, però, c’è anche chi, come il guardaboschi,<br />

“rappresenta il micologo, vero esperto<br />

di funghi, che controlla la loro commestibilità<br />

e consiglia come prepararli correttamente”,<br />

assicurando che la raccolta si svolga in tutta<br />

sicurezza.<br />

Comunque i bambini, così come le donne in<br />

gravidanza dovrebbero evitare i funghi.<br />

Attenzione poi a non esagerare con il consumo<br />

anche in caso di assoluta innocuità del prodotto<br />

dato che i funghi sono alimenti piuttosto<br />

nutrienti e non facilissimi da digerire.<br />

Infine, è bene essere scrupolosi anche con i<br />

funghi freschi acquistati in negozio: “Prima dell’acquisto<br />

bisogna verificare sempre che la cassetta<br />

o l’involucro abbiano un’etichetta che attesti<br />

il controllo micologico dell’Asl; e nel caso<br />

non ci sia, si consiglia di non acquistare il prodotto<br />

e di segnalare il fatto agli organi preposti<br />

al controllo degli alimenti”.<br />

Teatro Naturale<br />

8 N° 249 - LUGLIO-AGOSTO 2015 www.ilconsumatore.eu


LA TUA RUBRICA<br />

di Dottor Fabio Barbarossa<br />

Nel 1978, con la Legge 833/78, avviene il<br />

varo della Riforma Sanitaria, con la costituzione<br />

del SSN, nuova idea per superare il<br />

sistema mutualistico. Pochi anni dopo ci si<br />

rende conto che la spesa sanitaria cresce in una<br />

situazione finanziaria nazionale di non compatibilità<br />

e l’innovazione, assistenza ospedaliera,<br />

assistenza specialistica, assistenza farmaceutica,<br />

assistenza di base, elementi fondamentali di<br />

riorganizzazione sanitaria, continuano a mantenere<br />

caratteristiche mutualistiche.<br />

Nel 1992 una legge istituisce le Aziende<br />

Sanitarie (ASL). Aziende con autonomia gestionale,<br />

amministrativa contabile, che hanno<br />

come obiettivo correggere le criticità della riforma<br />

del 1978, perseguendo politiche di efficienza,<br />

risparmio, appropriatezza, lotta agli sprechi,<br />

soprattutto attraverso la separazione della<br />

gestione dalla politica.<br />

Criticità: quella economica diventa l’unica<br />

razionalità e l’etica perde la sua autonomia. La<br />

salute non dipende più dai diritti, ma dai mezzi<br />

a disposizione.<br />

Per correggere gli errori dell’aziendalizzazione,<br />

nasce la Riforma Ter. Parola d’ordine:<br />

Razionalizzare. Troppo potere ai Direttori generali.<br />

Liberare risorse dall’interno del sistema e<br />

riutilizzarle nel sistema stesso (appropriatezza,<br />

economicità). Nascono i LEA (Livelli Essenziali<br />

di Assistenza), consentita la libera professione<br />

dei medici all’interno degli ospedali<br />

(Intramoenia).<br />

Malgrado i LEA, crescono tutti i tipi di disuguaglianze<br />

tra i cittadini.<br />

Infine: Riforma del Titolo V della Costituzione.<br />

Lo Stato Centrale, i Comuni e le Province, mantengono<br />

solo poteri di indirizzo; tutto viene trasferito<br />

alle Regioni. Finisce il Sistema Sanitario<br />

Nazionale (SSN) e al suo posto nascono 21<br />

Sistemi Sanitari Regionali. Conseguenze:<br />

aumento della spesa, disuguaglianze, malasanità.<br />

Già nel 2008 il Professor Elio Borgonovi,<br />

Direttore del corso triennale “Gestione e<br />

Mentre tutto il mondo cerca di dotarsi<br />

di un Sistema Sanitario Pubblico,<br />

esempio Stati Uniti e Cina giusto per<br />

menzionare i più importanti, per garantire<br />

l’assistenza ad oltre un miliardo e<br />

mezzo di persone con stratosferici<br />

investimenti economici (150 miliardi di<br />

euro in Cina), il Governo di Renzi continua<br />

a cercare leggi e leggine con la<br />

politica prevalente del a risparmio a<br />

tutti i costi e puntando su un sistema<br />

sanitario improntato solo su strategie<br />

amministrative ed economiche e che<br />

non tengono conto delle grandi rivoluzioni<br />

sociali, sanitarie ed etiche<br />

RIFLESSIONI TECNICHE<br />

SULLA SANITÀ<br />

Organizzazione in Sanità” alla SDA - Bocconi, a<br />

cui mi onoro aver partecipato, nonché uno degli<br />

ideatori della legge di riforma 833, manifestava<br />

il suo pentimento per i risultati ottenuti. Disse<br />

allora che il SSN sarebbe imploso da li a 5 anni.<br />

Ci siamo quasi. In questi anni si è badato più al<br />

contenitore che al contenuto. Si è data poca<br />

importanza a pilastri come qualità, rischio,<br />

errore, umanizzazione, compliance, responsabilità.<br />

I ruoli sanitari sono stati burocratizzati<br />

all’esasperazione. Il ruolo dell’Ospedale è ancora<br />

definito da norme vecchie ed inadeguate.<br />

L’Università è inadeguata alla formazione di<br />

Medici appropriati alle necessità. Sono aumentate<br />

le conflittualità interprofessionali, è aumentato<br />

vertiginosamente il contenzioso legale e<br />

così pure la medicina difensiva. Solo dalla risoluzione<br />

o, perlomeno, dalla presa di coscienza<br />

di queste criticità, e non da ulteriori leggi o<br />

accorgimenti finanziari, si potrà di nuovo sperare<br />

in un Sistema Sanitario, equo e solidale,<br />

fiore all’occhiello e vanto della nazione Italiana.<br />

www.ilconsumatore.eu N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 9


PREGI E DIFETTI<br />

DEL PEPERONCINO<br />

Con la fine dell’estate e l’inizio<br />

dell’autunno, le piante<br />

di peperoncino danno i<br />

migliori frutti ed è relativamente<br />

facile trovarli sul<br />

mercato e possono essere<br />

consumati freschi. La pianta<br />

è originaria del continente<br />

americano ed è stato<br />

Cristoforo Colombo a portarla<br />

in Europa e da qui si è<br />

diffusa nel resto del<br />

mondo. Il suo impiego però<br />

è legato alla presenza di<br />

capsaicina che è la sostanza<br />

naturale responsabile<br />

della piccantezza. Proprio<br />

in funzione del contenuto<br />

di capsaicina i peperoncini<br />

vengono classificati secondo<br />

la scala di Scoville che<br />

parte da zero per il comune<br />

peperone ed arriva anche<br />

ad oltre 1 milione per i più<br />

piccanti Habanero. La proprietà<br />

piccante è legata al<br />

fatto che la capsaicina reagisce<br />

con i centri nervosi<br />

termorecettori provocando<br />

un senso di calore<br />

Al peperoncino sono attribuite diverse attività<br />

benefiche dovute alle diverse sostanze in esso<br />

contenute ( vitamine, sali minerali, ecc.). In<br />

particolare ha proprietà antiossidanti, una<br />

modica attività antibatterica. Degli studi condotti<br />

in vitro fanno ritenere che possa essere<br />

utile nella prevenzione di alcuni tipi di tumore.<br />

Molti ritengono che il peperoncino possieda<br />

proprietà afrodisiache, ma questo non è scientificamente<br />

provato.<br />

Il consumo di peperoncino è sconsigliato a chi<br />

ha problemi gastrici o intestinali quali le ulcere<br />

o il riflesso esofageo. Tuttavia alcuni ritengono<br />

che il consumo regolare di peperoncino possa<br />

contribuire a prevenire la comparsa di ulcere<br />

gastriche.<br />

Indipendentemente dagli aspetti salutistici e<br />

farmacologici, rimane il fatto che il peperoncino<br />

è un ottimo ingrediente di diverse specialità<br />

alimentari soprattutto del nostro meridione<br />

(n’duja, vari formaggi e salumi, prodotti da<br />

forno ed addirittura dei dolci).<br />

E’ anche un condimento di uso comune nella<br />

nostra cucina tradizionale nella preparazione di<br />

piatti particolarmente saporiti; in questi casi<br />

l’effetto positivo è quello di sostituire, almeno in<br />

parte, il sale.<br />

Il peperoncino si può facilmente conservare<br />

essiccato, sotto forma di salse, sotto olio o<br />

anche congelato. La conservazione è favorita<br />

dalla modesta attività antibiotica naturale che<br />

riduce il possibile sviluppo di batteri e funghi. In<br />

ogni caso, almeno per la conservazione sotto<br />

olio è buona norma un trattamento termico o<br />

l’aggiunta di aceto per eliminare il rischio della<br />

produzione di tossina butulinica.<br />

Le modalità di conservazione sopra riportate<br />

mantengono inalterata la capsaicina e quindi la<br />

“piccantezza; nel peperoncino essiccato c’è<br />

addirittura un aumento dovuto alla maggiore<br />

concentrazione della stessa capsaicina.<br />

E se abbiamo esagerato con il peperoncino? In<br />

questi casi l’”antidoto” è quello di bere latte o<br />

mangiare formaggi freschi o yogurt che almeno<br />

in parte assorbono la capsaicina.<br />

Insomma mangiare alimenti conditi con il<br />

peperoncino è piacevole e può anche fare bene<br />

alla salute; l’importante è non eccedere!<br />

di Agostino Macrì<br />

Altra azione molto importante è quella rubefacente,<br />

ovvero un effetto vasodilatatore e<br />

congestionante sui tessuti con cui viene a<br />

contatto.<br />

Nella medicina tradizionale pomate o soluzioni<br />

oleose di peperoncino venivano usate applicandole<br />

sulle zone cutanee colpite tra traumi o<br />

nelle forme reumatiche ed artrosiche.<br />

L’effetto rubefacente si ottiene anche a carico<br />

delle mucose dell’apparato digerente che viene<br />

“stimolato” ad una maggiore attività.<br />

10<br />

N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 www.ilconsumatore.eu


Dallo scorso 13 agosto sono entrate in vigore le nuove regole<br />

previste dal decreto attuativo (decreto 20 giugno 2014)<br />

dell’art. 4 della legge n. 77/2011 sulla preparazione,<br />

il confezionamento e la distribuzione dei prodotti<br />

ortofrutticoli di IV gamma, ossia su<br />

quei prodotti freschi pronti per il consumo,<br />

come le insalate in busta,<br />

preparati freschi pronti da cuocere<br />

per minestroni o contorni,<br />

macedonie in vasetto.<br />

Tra i nuovi obblighi,<br />

quello di mantenere i<br />

prodotti ortofrutticoli<br />

ad una temperatura<br />

inferiore a<br />

8°C. Questo vuol<br />

dire che in alcuni<br />

supermercati<br />

e negozi non<br />

attrezzati con<br />

frigoriferi adatti,<br />

le insalate pronte<br />

potrebbero sparire,<br />

almeno nel breve<br />

periodo<br />

CONOSCI LE NUOVE<br />

REGOLE<br />

SULLE INSALATE IN BUSTA?<br />

di Agostino Macrì<br />

Sono prodotti che si sono affermati sul mercato<br />

per la loro comodità e praticità, anche<br />

se, ovviamente, queste qualità si pagano. Le<br />

nuove disposizioni sono un passo avanti in<br />

materia di sicurezza alimentare e verso la trasparenza<br />

e la corretta informazione del consumatore.<br />

Un rafforzamento delle sue tutele,<br />

anche se alcune previsioni potranno comportare<br />

un aumento dei costi.<br />

E’ fondamentale che le autorità di controllo<br />

competenti facciano controlli a tappeto per verificare<br />

la corretta applicazione delle nuove regole;<br />

i consumatori che riscontrassero delle irregolarità,<br />

poi, possono segnalarcele all’indirizzo<br />

email: info@ilconsumatore.eu.<br />

Di seguito le principali nuove regole che il consumatore<br />

può e deve controllare:<br />

1) Nei supermercati e nei negozi i prodotti ortofrutticoli<br />

di IV gamma dovranno essere mantenuti<br />

ad una temperatura inferiore a 8°C.<br />

2) E’ consentita l’aggiunta di ingredienti di origine<br />

vegetale non freschi o secchi, ma in<br />

quantità non superiore al 40% del prodotto<br />

finito.<br />

3) Sulla confezione dovranno essere riportate,<br />

“in un punto evidente dell’etichetta, in modo<br />

da essere facilmente visibili e chiaramente<br />

leggibili“:<br />

a) “prodotto (oppure il tipo di prodotto, ad es.<br />

insalata) lavato e pronto per il consumo“, o<br />

“prodotto lavato e pronto da cuocere“;<br />

b) le istruzioni per l’uso per i prodotti da cuocere;<br />

c) la dicitura: “conservare in frigorifero a temperatura<br />

inferiore agli 8°C“;<br />

d) la dicitura: “consumare entro due giorni dall’apertura<br />

della confezione e comunque non<br />

oltre la data di scadenza“, a meno che il prodotto<br />

è da cuocere nella confezione integra.<br />

Non ci saranno più equivoci, insomma, sulla<br />

durata dell’insalata una volta aperta la confezione.<br />

www.ilconsumatore.eu N° 249 - LUGLIO-AGOSTO 2015 11


Il numero totale di campioni analizzato è stato<br />

di poco superiore a 6 mila (6359 campioni).<br />

Un numero apparentemente basso ma sulla<br />

base del “The 2012 European Union Report on<br />

Pesticide Residues in Food”, relativo all'anno<br />

precedente, l'Italia è tra le nazioni che eseguono<br />

più controlli, aumentando le tipologie di alimenti<br />

sotto esame (146 contro 132 degli anni<br />

passati) e anche il numero di campioni analizzati.<br />

A farla da padrone, dal punto di vista dei<br />

controlli è l'ortofrutta. Il numero di campioni di<br />

ortofrutticoli prelevati in totale da tutte le autorità<br />

sono 5525 mentre i campioni con residui<br />

superiori ai limiti massimi di residui è risultato<br />

pari a 45 (22 di frutta e 23 di ortaggi) con una<br />

percentuale di irregolarità uguale a 0.8%.<br />

Sono considerati irregolari i campioni che<br />

superano i limiti massimi di residui (LMR) stabiliti<br />

dal Regolamento comunitario 396/2005.<br />

Nell’ambito dei campioni regolari il numero di<br />

campioni privi di residui è pari a 3065 (55,5%),<br />

il numero di campioni con residuo entro il limite<br />

legale è pari a 2415 (43,7%).<br />

Confrontando i dati relativi al 2013 con quelli<br />

degli anni precedenti, risulta evidente come la<br />

percentuale di irregolarità negli ortofrutticoli<br />

abbia subito un progressivo decremento passando<br />

dal 2,3% del 1995 al 0,8 % del 2013.<br />

Una particolare attenzione è rivolta all’esame<br />

dei campioni di ortofrutticoli contenenti più<br />

12<br />

Le percentuali di irregolarità<br />

rilevate dal Ministero della<br />

Salute sono state minime.<br />

I campioni con residui di<br />

prodotti fitosanitari sotto<br />

le soglie fissate dalle<br />

normative sono stati<br />

invece circa la metà del<br />

totale. Unica eccezione<br />

i baby food.<br />

Il Ministero della<br />

Salute ha da pochi giorni<br />

pubblicato il rapporto sui<br />

controlli ufficiali<br />

di prodotti fitosanitari<br />

negli alimenti, relativo<br />

all'anno 2013<br />

QUALI RISCHI<br />

PER LE CONTAMINAZIONI DEI<br />

PRODOTTI ALIMENTARI IN ITALIA?<br />

principi attivi, che dall’elaborazione dei dati del<br />

2013 risultano essere pari a 1352, il 24,5%<br />

rispetto al totale dei campioni analizzati.<br />

Relativamente ai risultati nazionali su cereali,<br />

oli e vino, su 1441 campioni analizzati, 1 soltanto<br />

è risultato non regolamentare, con una<br />

percentuale pari all’ 0,1%. Considerando i campioni<br />

regolamentari risulta che i campioni privi<br />

di residuo sono stati il 75% del totale mentre il<br />

24,9 % sono risultati presentare residui nei<br />

limiti legali. Per l’olio di oliva il 91,6% dei campioni<br />

analizzati è privo di residui rilevabili e<br />

l’8.4% presenta residui al di sotto del limite.<br />

Per il vino il 60.6% dei campioni analizzati è<br />

risultato privo di residui rilevabili mentre il<br />

39.4% ha presentato residui inferiori ai limiti.<br />

Sono stati inoltre esaminati 58 campioni di<br />

baby food e 2334 campioni di “altri prodotti e<br />

varie”. I campioni di baby food sono risultati<br />

tutti regolamentari e senza residui. L' 87.2%<br />

degli altri prodotti esaminati ha riguardato campioni<br />

senza residui, il 12.5% ha riguardato campioni<br />

con residui al di sotto del limite e lo 0.3%<br />

è risultato superare i limiti massimi di residui.<br />

Globalmente, risulta che sono stati analizzati<br />

9358 campioni di frutta, ortaggi, cereali, olio,<br />

vino, baby food e altri prodotti. Di cui 50 sono<br />

risultati non regolamentari, con una percentuale<br />

di irregolarità estremamente contenuta, pari<br />

allo 0.5%. Complessivamente, come per gli<br />

scorsi anni, i risultati dei controlli ufficiali italiani<br />

continuano ad essere in linea con quelli rilevati<br />

negli altri Paesi dell’Unione Europea e indicano<br />

un elevato livello di protezione del consumatore.<br />

“The 2013 European Union Report on<br />

Pesticide Residues in Food” relativo al monitoraggio<br />

di residui di pesticidi in prodotti di origine<br />

vegetale nell’Unione europea, pubblicato<br />

dall'Efsa, mostra che sono stati analizzati 80967<br />

campioni. Di questi il 98.5% non presentava<br />

residui al di sopra dei limiti massimi di residui<br />

mentre 1.5 % presentava residui al di sopra dei<br />

limiti massimi di residui. Relativamente al livello<br />

di esposizione della popolazione italiana con<br />

la dieta, le stime di assunzione elaborate con i<br />

dati relativi ad anni precedenti, ma simili nei<br />

risultati, indicano che i residui dei singoli pesticidi<br />

ingeriti ogni giorno dal consumatore rappresentano<br />

una percentuale molto modesta dei<br />

valori delle dosi giornaliere accettabili delle singole<br />

sostanze attive e molto al di sotto del livello<br />

di guardia preso come riferimento per assicurare<br />

la qualità igienico-sanitaria degli alimenti.<br />

Infine è bene ricordare che il superamento<br />

occasionale di un limite legale non comporta<br />

necessariamente un pericolo per la salute, ma<br />

il superamento di una soglia legale tossicologicamente<br />

accettabile.<br />

di T N - TeatroNaturale.it)<br />

N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 www.ilconsumatore.eu


Gli alimenti di<br />

qualsiasi genere<br />

non possono contenere<br />

il virus Hiv,<br />

né tantomeno<br />

causare un’infezione<br />

da questo<br />

virus.<br />

Informazioni del<br />

tipo: “Attenzione<br />

a mangiare carne,<br />

c’è una contaminazione<br />

da virus<br />

dell’Hiv. Sequestri<br />

in tutta Italia"<br />

sono quindi da<br />

ritenersi assolutamente<br />

infondate<br />

NUOVA BUFALA SU FACEBOOK:<br />

CARNE INFETTA<br />

DA VIRUS DELL'HIV<br />

Purtroppo il mondo di Facebook, ma più in<br />

generale quello del web, è pieno anche di<br />

falsi, ovvero di notizie creae ad arte per attirare<br />

l'attenzione e qualche click.<br />

Un anno fa circa vi informammo della diffusione<br />

di virus attraverso articoli scandalistici: Sul<br />

web tornano a rincorrersi allarmi su additivi<br />

tossici e a spopolare video letteralmente virali.<br />

Oggi, invece, dobbiamo ragguagliarvi su un'altra<br />

notizia falsa, che sta spopolando su Facebook, si<br />

presunte infezioni di carne con il virus dell'Hiv.<br />

Carne all'Aids. Pochi i commenti che smascherano<br />

la truffa, molti quelli preoccupati e in<br />

cerca di ulteriori informazioni, oltre alla solita<br />

minoranza di complottisti.<br />

La notizia di carne infetta con il virus dell'Hiv è<br />

falsa, come affermato dagli esperti dell'Istituto<br />

Superiore di Sanità.<br />

Informazioni del tipo: “Attenzione a mangiare<br />

carne, c’è una contaminazione da virus dell’Hiv.<br />

Sequestri in tutta Italia" sono quindi da ritenersi<br />

assolutamente infondate. Nessun sequestro e<br />

soprattutto la carne che compriamo al supermercato<br />

non può essere contaminata con<br />

l'Aids.<br />

Gli alimenti di qualsiasi genere non possono<br />

contenere il virus Hiv, né tantomeno causare<br />

un’infezione da questo virus.<br />

Il virus Hiv è infatti in grado di infettare solo<br />

l’uomo e alcune specie di scimmia e si inattiva<br />

www.ilconsumatore.eu<br />

rapidamente quando esposto all’aria aperta. Le<br />

uniche vie di contagio di questa infezione<br />

rimangono pertanto i rapporti sessuali con persone<br />

che vivono con l’Hiv non protetti da preservativo,<br />

lo scambio immediato di sangue<br />

infetto tramite siringa, nonché la trasmissione<br />

verticale da madre Hiv positiva a figlio.<br />

Per qualsiasi dubbio e richiesta di chiarimenti<br />

gli esperti invitano a chiamare il Telefono Verde<br />

AIDS e IST 800 861 061 (Unità Operativa<br />

Ricerca psico-socio-comportamentale,<br />

Comunicazione, Formazione - RCF -<br />

Dipartimento Malattie Infettive, Parassitarie ed<br />

Immunomediate - Istituto Superiore di Sanità),<br />

attivo dal lunedi al venerdi dalle ore 13.00 alle<br />

18.00 o a consultare il sito (www.uniticontrolaids.it).<br />

Teatro Naturale<br />

N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 13


È LA VITAMINA E<br />

<strong>IL</strong> SEGRETO DI UN OCCHIO GIOVANE<br />

E SANO<br />

Alimenti come broccoli, spinaci,<br />

semi, germe di grano,<br />

noci e olio d’oliva, ricchi di<br />

vitamina E, aiutano a mantenere<br />

l'occhio sano e giovane.<br />

Una dieta ricca di<br />

vitamina E riduce il rischio<br />

di cataratta legata all’età<br />

del 27 per cento<br />

14<br />

Èla vitamina E il segreto per una vista<br />

acuta anche da anziani. Dai risultati di<br />

una review condotta dalla University<br />

Medical College, in Cina e pubblicata sulla<br />

rivista Public Health Nutrition, emerge che la<br />

Vitamina E riduce il rischio di cataratta, una<br />

malattia degli occhi legata all’opacizzazione<br />

del cristallino, un fenomeno che si verifica<br />

con l’avanzare dell’età.<br />

Dai 27 studi presi in esame, che hanno interessato<br />

245mila persone, è emerso che adeguati<br />

livelli di tocoferolo nel siero sembra<br />

avere un effetto protettivo nei confronti delle<br />

patologie oculari e che assumere vitamina E<br />

dagli alimenti e dagli integratori ridurrebbe il<br />

rischio di sviluppare cataratta del 27%.<br />

Tutto merito della vitamina E che è contenuta<br />

in abbondanza in alimenti come broccoli,<br />

spinaci, semi, germe di grano, noci e olio d’oliva.<br />

In particolare proprio l'extra vergine sembra<br />

una buona fonte di vitamina E, anche in<br />

considerazione dell'alta degradabilità del<br />

composto nelle verdure. Sia il congelamento<br />

che la cottura riducono significativamente gli<br />

apporti di vitamina E.<br />

“I risultati del nostro studio hanno importanti<br />

implicazioni cliniche e sanitarie per quanto<br />

riguarda la prevenzione della cataratta legata<br />

all’età - spiega Yufei Zhang, autore della ricerca<br />

- una diminuzione statisticamente significativa<br />

del rischio di svilupparla è stata evidenziata<br />

con un sempre maggiore apporto dietetico<br />

di vitamina E, a partire da 7 mg al giorno“.<br />

di C. S. - TeatroNaturale.it<br />

N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 www.ilconsumatore.eu


UN CEREALE DIGERIB<strong>IL</strong>E<br />

ANCHE PER CHI È<br />

INTOLLERANTE AL GLUTINE<br />

Ricercatori dell’Isa-Cnr<br />

e Ibp-Cnr hanno dimostrato<br />

che il piccolo farro contiene<br />

un glutine più digeribile<br />

rispetto al grano tenero<br />

e potrebbe essere adatto<br />

per soggetti sensibili<br />

a questa sostanza<br />

Il grano monococco, ossia il Triticum<br />

monocccum, anche noto come piccolo farro,<br />

pur essendo un cereale che contiene glutine,<br />

cioè la sostanza proteica che in soggetti geneticamente<br />

predisposti scatena allergie e intolleranze,<br />

potrebbe essere un alimento adatto a<br />

prevenire la celiachia. Sembra una contraddizione,<br />

si tratta invece della conclusione a cui è<br />

giunto un team di ricercatori del Consiglio<br />

nazionale delle ricerche coordinati da<br />

Gianfranco Mamone dell’Istituto di scienze dell’alimentazione<br />

(Isa-Cnr) di Avellino e da<br />

Carmen Gianfrani dell’Istituto di biochimica<br />

delle proteine (Ibp-Cnr) di Napoli con un articolo<br />

pubblicato sulla rivista Molecular Nutrition<br />

16<br />

and Food Research.<br />

“Il monococco, le cui origini risalgono a diecimila<br />

anni fa, è un frumento con un genoma più<br />

semplice rispetto agli altri cereali e ha costituito<br />

la base della dieta delle popolazioni agricole per<br />

migliaia di anni, sostituito poi in gran parte dal<br />

grano tenero e duro, più produttivi e di facile<br />

trebbiatura”, spiega Mamone. “Con il nostro<br />

studio abbiamo scoperto che varietà antiche di<br />

questo cereale contengono un glutine più fragile<br />

e dunque più digeribile e meno tossico rispetto<br />

al grano tenero (Triticum aestivum). La<br />

riproduzione in vitro del processo di digestione<br />

gastrointestinale, seguita dall’analisi proteomica<br />

e dalla valutazione della tossicità immunologica<br />

su biopsie intestinali e cellule linfocitarie<br />

prelevate da soggetti celiaci, ha dimostrato che<br />

la parte proteica del glutine, dannosa per i celiaci,<br />

è in gran parte distrutta durante il processo<br />

di digestione del grano monococco, contrariamente<br />

a quanto succede per il glutine del grano<br />

tenero”.<br />

Una notizia positiva dunque, solo però in termini<br />

di prevenzione. “Seppur notevolmente meno<br />

dannoso, il monococco non è comunque idoneo<br />

per pazienti che hanno già manifestato la<br />

celiachia”, puntualizza Gianfrani. “Invece,<br />

potrebbe avere effetti benefici sullo sviluppo<br />

della malattia in soggetti ad alto rischio di celiachia.<br />

Infatti, dal momento che esiste una stretta<br />

correlazione tra la quantità di glutine assunta<br />

e la soglia per scatenare la reazione infiammatoria<br />

avversa, un’azione preventiva potrebbe<br />

essere quella di utilizzare grani con minor contenuto<br />

di glutine. Pertanto un grano come il<br />

monococco che contiene un glutine più digeribile,<br />

e dunque meno nocivo, potrebbe essere<br />

un valido strumento per la prevenzione di questa<br />

patologia”.<br />

A beneficiare di un dieta a base di piccolo farro<br />

sarebbero, secondo i ricercatori, anche i soggetti<br />

con sensibilità al glutine. “Oggi sappiamo che<br />

gli alimenti a base di grano monococco sono<br />

ben tollerati anche da chi soffre di questo disturbo<br />

alimentare, che ha caratteristiche diverse<br />

dalla celiachia. Quindi, il prossimo passo della<br />

ricerca sarà eseguire gli esperimenti direttamente<br />

sui soggetti intolleranti per avere la conferma<br />

della minore tossicità del monococco e<br />

riportare sulla nostra tavola un grano antico”,<br />

concludono i ricercatori.<br />

di C. S. - teatroNaturale.it<br />

N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 www.ilconsumatore.eu


In tempo di crisi<br />

sono cambiate le<br />

abitudini di acquisto<br />

dei consumatori, sempre<br />

più costretti a spendere<br />

di meno. Anche il budget<br />

per la spesa alimentare si è<br />

ridotto drasticamente e sono<br />

diventati protagonisti i<br />

discount, che rafforzano notevol<br />

mente la loro quota di mercato<br />

SPESA AL DISCOUNT:<br />

QUALCHE CONSIGLIO<br />

di Martina Bernardi<br />

La strategia commerciale del discount è<br />

molto semplice: vendere prodotti a costi<br />

inferiori rispetto a quelli analoghi commercializzati<br />

in altre tipologie di punti vendita.<br />

L’obiettivo è raggiunto attraverso precise scelte<br />

gestionali e di marketing finalizzate all’abbattimento<br />

dei costi, come ad esempio: vendita di<br />

prodotti di marche non conosciute, minore<br />

assortimento dei prodotti, superfici dei locali<br />

non troppo ampie, riduzione delle spese destinate<br />

all’allestimento dei locali e al personale.<br />

Al momento dell’acquisto il proposito comune<br />

è quello di “fare l’affare” a pari qualità e ad un<br />

costo più contenuto; ciò che desta maggiore<br />

preoccupazione ai consumatori è il primo<br />

aspetto, quello legato alla qualità degli alimenti<br />

perché sottintende garanzia, sicurezza e salute.<br />

Certamente il risparmio è evidente, mentre non<br />

è detto che la merce acquistata sia di scarsa<br />

qualità; questi due aspetti non viaggiano in<br />

parallelo anche perché parte degli alimenti in<br />

vendita sono prodotti da grandi aziende, ma<br />

commercializzati con marchi e imballaggi differenti.<br />

Inoltre il costo dei prodotti dipende da numerosi<br />

aspetti, ad esempio: la qualità degli ingredienti,<br />

i costi di produzione, di commercializzazione<br />

e di distribuzione, gli spot pubblicitari, la<br />

collocazione all’interno del locale, ecc..<br />

Al discount, per una spesa intelligente e vantaggiosa<br />

è bene seguire, oltre al proprio buon<br />

senso, alcuni semplici consigli:<br />

– leggere attentamente le etichette degli alimenti<br />

che devono essere complete e conformi<br />

alla normativa vigente;<br />

– verificare che le informazioni riportate in etichetta<br />

siano in lingua italiana e soprattutto la<br />

presenza dell’elenco degli ingredienti;<br />

– controllare la data di scadenza dei prodotti, in<br />

particolar modo quelli in offerta;<br />

– nei reparti “carni” e “prodotti freschi” (pasta<br />

fresca, salumi, affettati, formaggi, latticini,<br />

yogurt) verificare la data di confezionamento<br />

e la data di scadenza, in modo tale da scegliere<br />

quelli più freschi;<br />

– per i prodotti freschi confezionati con pellicola<br />

trasparente, controllare visivamente l’assenza<br />

di eventuali fenomeni di deterioramento;<br />

– verificare l’integrità della confezione.<br />

www.ilconsumatore.eu N° 249 - LUGLIO-AGOSTO 2015 17


Una ricerca dell'Università californiana di San<br />

Diego sostiene che l'assunzione di acidi grassi<br />

idrogenati trans, contenuti in alcune margarine<br />

e in molti grassi utilizzati dall'industria alimentare,<br />

farebbe perdere la memoria agli<br />

uomini di età inferiore ai 45 anni<br />

Igrassi idrogenati trans usati nei prodotti<br />

comunemente dalle industrie alimentari per<br />

dare più sapore, consistenza e durata ai cibi,<br />

soprattutto prodotti da forno e dolciumi ma presenti<br />

anche in molti snack salati, fanno male<br />

alla salute.<br />

Erano già noti i danni provocati al sistema cardiocircolatorio<br />

e l'azione pro infiammatoria, ma<br />

ora i ricercatori dell'Università californiana di<br />

San Diego hanno rivelato la loro azione dannosa<br />

a carico del cervello. Secondo gli scienziati americani,<br />

l'assunzione dei grassi incriminati farebbe<br />

perdere la memoria negli uomini di età inferiore<br />

ai 45 anni, cioè persone di mezza età,<br />

generalmente non soggette a un rapido decadimento<br />

della capacità mnemonica.<br />

Gli autori dello studio, nel lavoro pubblicato su<br />

PlosOne, hanno ricordato che "si tratta di<br />

sostanze già ritenute responsabili di effetti negativi<br />

sui profili dei lipidi del sangue, sulle funzioni<br />

metaboliche, sull'insulino-resistenza , sulle<br />

infiammazioni, sulla salute del cuore e generale".<br />

I ricercatori hanno studiato le abitudini alimentari<br />

di circa mille uomini 45enni e più giovani,<br />

tutti in buona salute e senza patologie croniche,<br />

sottoponendoli a dei test di memoria.<br />

Gli autori hanno scoperto che per ogni grammo<br />

di grassi trans assunto al giorno si perdono 0,76<br />

parole. Gli uomini abituati a consumare circa 16<br />

grammi di acidi grassi trans ogni giorno ha infatti<br />

indovinato circa 16 parole in meno rispetto<br />

alla media e quelli abituati a consumarne circa<br />

SALUTE<br />

DEL CUORE<br />

E DEL CERVELLO<br />

COMPROMESSA<br />

DAI GRASSI<br />

IDROGENATI<br />

TRANS<br />

28, ha indovinato 21 parole in meno rispetto alla<br />

media.<br />

Anche i danni provocati dai grassi saturi sono<br />

gravi: fino a 12 parole in meno ricordate al giorno<br />

per chi assumeva grassi saturi, in confronto<br />

a chi non ne consumava affatto.<br />

"La nostra scoperta dimostra come tali sostanze<br />

intaccano le funzioni del sistema nervoso centrale,<br />

modificando i processi cognitivi. Secondo il<br />

Centers of distasse control, ridurre il consumo<br />

di tali grassi potrebbe prevenire dai 10.000 ai<br />

20.000 attacchi di cuore e dai 3.000 ai 7.000<br />

morti per patologie cardiache all’anno negli Stati<br />

Uniti" precisano gli autori dell'indagine.<br />

di R. T. - Teatronaturale.it<br />

INFARTO: SCOPERTA LA PROTEINA<br />

CHE RIPARA <strong>IL</strong> CUORE<br />

di Lucia Limiti<br />

Si chiama follistatina-like 1 (FSTL1) e su<br />

topi e maiali si è rivelata in grado di riparare<br />

il cuore dopo un infarto stimolando<br />

la formazione di nuove cellule del muscolo<br />

cardiaco.<br />

Questa incredibile scoperta condotta da un<br />

team di ricercatori dell’Università di Stanford<br />

coordinati da Pilar Ruiz Lozano e pubblicata<br />

sulla rivista Nature, potrebbe aprire una<br />

nuova pagina nella terapia dell’infarto. Il<br />

cuore dei mammiferi non è infatti capace di<br />

auto-ripararsi completamente dopo una<br />

grave perdita di cellule cardiache che si ha in<br />

seguito ad un infarto. Finora poco o nulla si<br />

sapeva sui fattori che limitano la rigenerazione<br />

delle cellule del muscolo cardiaco ma i<br />

ricercatori hanno scoperto che nei cuori sani,<br />

a differenza di quelli infartuati, questa proteina<br />

si trova sull’epicardio, cioè la membrana<br />

che circonda la parete del cuore.<br />

Mettendo negli animali infartuati una sorta di<br />

cerotto bio-ingegnerizzato, in grado di imitare<br />

il tessuto dell’epicardio e di funzionare come<br />

una ‘fonte’ di questa proteina , il team ha<br />

dimostrato che la follistatina-like 1 inducendo<br />

la crescita delle cellule del miocardio migliora<br />

le funzioni cardiache e la sopravvivenza. Ciò<br />

suggerisce – conclude lo studio – che ripristinare<br />

la presenza della FSTL1 nell’epicardio<br />

può essere un modo efficace per rigenerare il<br />

cuore infartuato, aprendo nuove possibilità<br />

terapeutiche.<br />

fonte: Popular Science<br />

www.ilconsumatore.eu N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 19


Uno studio<br />

dell’Università<br />

dell’Iowa spiega<br />

come e perché le<br />

bucce di mele e di<br />

pomodori sono capaci<br />

di fermare l’invecchia<br />

mento dei muscoli.<br />

Gli effetti già dopo<br />

due mesi<br />

UNA MELA AL GIORNO LEVA<br />

<strong>IL</strong> MEDICO DI TORNO: ECCO PERCHÈ<br />

Il vecchio detto: una mela al giorno leva il<br />

medico di torno, si rivela sempre più vero.<br />

Nelle bucce di mela infatti è contenuto un<br />

composto capace di fermare l'invecchiamento<br />

dei nostri muscoli.<br />

Lo studio condotto da un gruppo di ricercatori<br />

dell’Università dell’Iowa, pubblicato sul Journal<br />

of Biological Chemistry, ha scoperto una proteina<br />

alla base della riduzione della massa muscolare,<br />

e della perdita di forza, caratteristici dell’invecchiamento.<br />

Si tratta di una proteina contraddistinta<br />

dalla sigla ATF4, un fattore di trascrizione<br />

che altera l’espressione di alcuni geni<br />

a livello del muscolo scheletrico, causando in<br />

questo modo una ridotta sintesi proteica, e di<br />

conseguenza una riduzione della massa e della<br />

forza muscolare. I ricercatori hanno individuato<br />

due composti naturali in grado di ridurre l'attività<br />

di ATF4. Uno è l'acido ursolico, che si trova<br />

nella buccia della mela, e l'altro è la tomatidina,<br />

che si trova invece nei pomodori verdi.<br />

I risultati suggeriscono che l’acido ursolico e la<br />

tomatidina potrebbero essere utilizzati per contrastare<br />

la perdita di massa e di forza muscolare<br />

negli anziani.<br />

“Riducendo l’attività dell’ATF4 – ha spiegato<br />

Christopher Adams, professore di Medicina<br />

Interna, presso l’Università dell’Iowa e capo del<br />

team di ricerca - l’acido ursolico e la tomatidina<br />

consentono al muscolo scheletrico di riprendersi<br />

dagli effetti dell’invecchiamento”<br />

I primi test condotti su cavie da laboratorio<br />

dimostrano che l'acido ursolico e la tomatidina<br />

riducono drasticamente la debolezza e l'atrofia<br />

muscolare associata all'età, aumentando la<br />

massa muscolare del 10% e la qualità muscolare<br />

del 30% dopo appena due mesi.<br />

di C. S. - TeatroNaturale.it<br />

Sempre più popolari, nei<br />

mercati di nicchia globali,<br />

gli oli vegetali che hanno<br />

proprietà salutistiche.<br />

Non c'è solo l'extra vergine<br />

d'oliva. Anche l'olio d'argan<br />

è apprezzato.<br />

Quale fa meglio<br />

alla salute?<br />

GLI OLI DELLA<br />

SALUTE, MEGLIO<br />

QUELLO D’ARGAN O<br />

L’EXTRA VERGINE<br />

OLIVA?<br />

20<br />

N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 www.ilconsumatore.eu


LE MACCHINETTE PER <strong>IL</strong> CAFFÈ<br />

SONO UN COVO DI BATTERI<br />

ALCUNI CONSIGLI PER LA PULIZIA<br />

di Beniamino Bonardi<br />

Le macchinette per il caffè devono essere mantenute<br />

pulite per evitare batteri e muffe<br />

La rete televisiva statunitense CBS ha effettuato dei test<br />

su alcune macchinette per caffè, scoprendo che possono<br />

essere uno dei luoghi più ricchi di germi della cucina.<br />

Infatti, se non vengono pulite regolarmente, diventano<br />

un rifugio per muffe e batteri, tra cui Escherichia<br />

coli, stafilococco, streptococco, pseudomonas aeruginosa.<br />

I batteri sono stati rilevati sia nell’acqua, sia nelle<br />

parti interne della macchina.<br />

Il primo consiglio che viene dato, se non si usa la macchinetta<br />

per caffè da diversi giorni, è di fare diverse erogazioni<br />

di acqua calda, per rimuovere l’acqua stagnante,<br />

dove i batteri si riproducono in gran numero. Invece,<br />

per prevenire la formazione di muffa e di batteri, i consigli<br />

sono di pulire la macchina regolarmente, pulire le<br />

superfici con acqua e aceto, in particolare quelle rimovibili,<br />

dove si accumulano i resti del caffè e le capsule<br />

usate. Inoltre, viene consigliato di usare acqua filtrata<br />

anziché quella del rubinetto, cambiare l’acqua dopo<br />

ogni utilizzo, alzare il coperchio per far arieggiare la<br />

macchina, pulire la macchina ogni giorno con uno strofinaccio<br />

e maneggiarla con le mani pulite.<br />

Ilfattoalimentare.it<br />

L<br />

'olio d'argan sta diventando sempre più<br />

popolare nei mercati alimentari di nicchia<br />

globali per le sue proprietà salutistiche.<br />

L'olio di argan è l'olio estratto dai semi della<br />

pianta di Argania spinosa, endemica nella<br />

zona sud del Marocco. La raccolta dei frutti<br />

della pianta di Argania spinosa avviene nei<br />

mesi di giugno e luglio, occasionalmente, solo<br />

in alcune zone, nel mese di febbraio.<br />

Similmente all'olio vergine di oliva anche quello<br />

di argan viene estratto mediante procedimenti<br />

meccanici. Le mandorle ottenute dall’apertura<br />

dei noccioli vengono lavorate attraverso<br />

una tramoggia che le macina e spreme progressivamente.<br />

L'olio ottenuto viene quindi filtrato.<br />

Una moderna macchina può estrarre<br />

sino a 10 litri per ora. Per ottenere l’olio di<br />

Argan per uso alimentare è necessario tostare<br />

preventivamente i semi.<br />

Gli acidi grassi che compongono gli acilgliceridi<br />

sono principalmente l’acido oleico (43-<br />

49%) e l’acido linoleico (29-36%). La parte<br />

insaponificabile che rappresenta il restante 1%<br />

è composta da carotene, tocoferolo (vitamina<br />

E), alcoli triterpenici, steroli, xantofilline e<br />

polifenoli. Proprio sui polifenoli si è concentrata<br />

l'attenzione del CNR iberico che ha voluto<br />

capire e valutare la biodisponibilità del contenuto<br />

di polifenoli e antiossidanti dell'olio di<br />

argan dopo digestione in vitro (con cellule<br />

Caco-2), in comparazione con l'extra vergine.<br />

Analoga comparazione è stata svolta sul ruolo<br />

bioprotettivo della frazione di olio bioaccessibile<br />

contro lo stress ossidativo indotto.<br />

Come era immaginabile, la<br />

digestione in vitro ha fatto<br />

aumentare il contenuto fenolico<br />

e l'attività antiossidante dell'olio<br />

bioaccessibile rispetto a<br />

quello iniziale. L'incremento<br />

percentuale maggiore è stato<br />

dell'olio di argan ma, come<br />

valori assoluti, l'olio extra vergine<br />

possedeva una maggiore<br />

quantità di polifenoli. I polifenoli<br />

dell'olio di argan erano<br />

però assorbiti in proporzione<br />

maggiore dalle cellule Caco-2<br />

in vitro rispetto all'olio di oliva, anche se la differenza<br />

nell'attività antiossidante erano minima.<br />

I ricercatori spagnoli hanno concluso che<br />

entrambi gli oli hanno la capacità di proteggere<br />

le cellule contro l'ossidazione, limitando i<br />

danni e riducendo la generazione di composti<br />

reattivi all’ossigeno.<br />

di R. T. - Teatronaturale.it<br />

www.ilconsumatore.eu N° 249 - LUGLIO-AGOSTO 2015 21


CONSEGNA DEI<br />

FARMACI A DOMIC<strong>IL</strong>IO:<br />

UN SERVIZIO<br />

CHE FA LA DIFFERENZA<br />

di Cinzia Aru<br />

Sarebbero circa 2000 i cittadini che, dal 20<br />

luglio, avrebbero usufruito del servizio gratuito<br />

di consegna dei farmaci a domicilio per<br />

casi non urgenti attivato da Federfarma, svolto<br />

con il patrocinio del Ministero della Salute. Il<br />

servizio è riservato esclusivamente alle persone<br />

che sono impossibilitate a recarsi in farmacia,<br />

per disabilità o gravi malattie, e non possono<br />

delegare altri soggetti. Per effettuare la richiesta<br />

è necessario chiamare il numero verde 800 189<br />

521, attivo nei giorni feriali dal lunedì al venerdì<br />

dalle ore 9.00 alle ore 18.00, risponderà un operatore<br />

al quale dovranno essere fornite le generalità<br />

e l’indirizzo dove recapitare il farmaco. Il<br />

suo compito consiste nel verificare quali farmacie,<br />

vicine al domicilio indicato, effettuano il servizio<br />

e, qualora una dovesse essere disponibile,<br />

verrà messa in contatto telefonico con il richiedente.<br />

In tal modo la farmacia potrà concordare<br />

con il cittadino che ha effettuato la richiesta di<br />

consegna a domicilio le modalità ed i tempi di<br />

consegna del farmaco. Il servizio, offerto dalle<br />

farmacie associate a Federfarma che hanno aderito<br />

all’iniziativa, è stato richiesto in modo omogeneo<br />

in tutta Italia, con una leggera prevalenza<br />

nel Sud e nelle Isole, mentre la maggior parte<br />

delle chiamate sono state effettuate tra le 10.00<br />

e le 12.00. Annarosa Racca, presidente di<br />

Federfarma, ha commentato con soddisfazione<br />

i primi dati, tracciando il primo bilancio dell’iniziativa,<br />

“A un mese e mezzo dalla sua attivazione<br />

il servizio garantito dalle farmacie in favore di<br />

persone particolarmente fragili, ha dimostrato<br />

di funzionare e è apprezzato dai cittadini che<br />

cominciano a conoscerlo e a utilizzarlo – ha<br />

detto. – Il servizio ha funzionato e ha dato concreta<br />

risposta a quei cittadini che hanno realmente<br />

difficoltà a recarsi in farmacia, confermando<br />

che la farmacia risponde alle esigenze<br />

della popolazione: proprio per agevolare le persone<br />

più in difficoltà il servizio è stato attivato<br />

all’inizio del periodo estivo, quando il caldo e le<br />

partenze delle famiglie per le vacanze rendono i<br />

malati ancora più soli e fragili”. Il ministro<br />

Lorenzin afferma inoltre che “E’ significativo<br />

che, in poco più di un mese, 2000 cittadini<br />

hanno avuto la possibilità di approvvigionarsi<br />

di farmaci grazie alla consegna<br />

a domicilio” e aggiunge “questa è la prova<br />

più evidente che l’iniziativa messa in campo da<br />

Federfarma è molto importante, soprattutto per<br />

gli anziani. Il servizio sanitario è tutto impegnato<br />

per dare ai cittadini efficienza. La farmacia, in<br />

questo senso, è spesso uno dei primi presidi per<br />

il cittadino, penso soprattutto ai residenti in piccoli<br />

comuni, in montagna o nelle isole.<br />

Costruire una sanità capace di raggiungere tutti<br />

è il nostro obiettivo”. Appare dunque chiaro che,<br />

in una società polimorbida, caratterizzata da un<br />

aumento dell’età media e dalla presenza di<br />

numerose patologie croniche, l’iniziativa di<br />

Federfarma rappresenta un grande aiuto per le<br />

famiglie e per il nostro SSN, grazie alla promozione<br />

di una maggiore aderenza terapeutica<br />

rivolta proprio verso la fascia di popolazione che<br />

ne ha più bisogno e che si traduce dunque in<br />

una diminuzione dei sintomi, dei ricoveri e delle<br />

spese per i pazienti ed il sistema sanitario.<br />

I-Com.it<br />

<strong>IL</strong> FARMACO BIOTECH IN ITALIA<br />

di Cinzia Aru<br />

Il crescente scambio di conoscenze tra università,<br />

centri di ricerca pubblici e privati ed<br />

aziende sta portando non solo al miglioramento<br />

delle cure disponibili ma anche all’introduzione<br />

in terapia nuovi farmaci, capaci di<br />

modificare il decorso di importanti patologie<br />

come l’epatite C e varie forme tumorali. La<br />

maggior parte di questi medicinali sono definiti<br />

“biotecnologici” ed il settore del farmaco<br />

biotech si compone di due distinte tipologie di<br />

aziende: le imprese del farmaco, focalizzate<br />

sulle fasi avanzate della ricerca, e le altre biotech<br />

del farmaco focalizzate sulla discovery,<br />

che lavorano in modo sinergico e complementare<br />

permettendo lo sviluppo e la vendita<br />

di nuovi farmaci. Secondo il recente<br />

”Rapporto sulle biotecnologie del settore farmaceutico<br />

in Italia 2015”, realizzato da<br />

Farmindustria in collaborazione con Ernst &<br />

Young, sarebbero 145 i medicinali biotech<br />

disponibili nel nostro Paese e 303 i progetti in<br />

diverse fasi di ricerca e sviluppo. I 145 farmaci<br />

disponibili rispondono a differenti esigenze<br />

di cura in 11 aree terapeutiche, tra le quali<br />

spiccano la lotta alle malattie infettive, con<br />

ben 71 prodotti, e l’area oncologica, con 27<br />

prodotti. Riguardo i 303 progetti in fase di<br />

ricerca e sviluppo, notiamo che l’oncologia<br />

risulta la principale area terapeutica dove si<br />

stanno concentrando gli sforzi, seguita dallo<br />

sviluppo dei progetti relativi alla neurologia<br />

(47) e alle infiammazioni e le malattie<br />

autoimmuni (33), come riportato in figura.<br />

Analizzando la pipeline per tipo di prodotto<br />

notiamo inoltre che la maggior parte dei prodotti<br />

sono anticorpi monoclonali (33% dei<br />

progetti di ricerca), prodotti a baso peso molecolare<br />

(28%) e proteine ricombinanti (12%).<br />

Questi farmaci devono essere considerati non<br />

solo costosi strumenti per la cura dei pazienti,<br />

ma anche un vero e proprio investimento<br />

per il nostro SSN, sempre più attento alla<br />

sostenibilità. Infatti questi prodotti consentono<br />

di ridurre il rischio di malattie invalidanti<br />

o croniche, di diminuire il numero di interventi<br />

chirurgici e delle ospedalizzazioni, permettendo<br />

di ottenere risparmi rilevanti sul<br />

fronte sanitario, assistenziale e sociale e di<br />

migliorare la qualità della vita dei pazienti.<br />

22<br />

N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 www.ilconsumatore.eu


Dal Colesterolo ai Test genetici<br />

fino a Tac e Risonanze, l’elenco<br />

delle 208 prestazioni che per<br />

essere erogate a carico del Ssn<br />

dovranno soddisfare le condizioni<br />

di erogabilità o di appropriatezza<br />

prescrittiva è lungo e<br />

articolato (ricordiamo che il<br />

decreto per essere definitivo<br />

dovrà essere approvato dalla<br />

Conferenza Stato-Regioni).<br />

Come già anticipato nella<br />

prima versione del provvedimento,<br />

vengono toccati vari<br />

ambiti tra cui: odontoiatria,<br />

radiologia diagnostica, prestazioni<br />

di laboratorio, dermatologia<br />

allergologica, medicina<br />

nucleare<br />

Ma facciamo qualche esempio leggendo l'elenco.<br />

Partiamo dall’esame per il colesterolo<br />

o per i trigliceridi. È previsto che sia<br />

eseguito “come screening in tutti i soggetti con<br />

più di 40 anni e nei soggetti con fattori di rischio<br />

cardiovascolare o familiarità per dislipidemia o<br />

eventi cardiovascolari precoci. Ma in assenza di<br />

valori elevati, modifiche dello stile di vita o interventi<br />

terapeutici, l'esame è da ripetere a distanza<br />

di 5 anni”, prima di poter essere nuovamente<br />

a carico del Ssn.<br />

Per quanto riguarda invece la risonanza della<br />

colonna (cervicale, toracica, lombosacrale) le<br />

condizioni di erogabilità prevedono che vi sia<br />

una “condizione di dolore rachideo in assenza<br />

di coesistenti sindromi gravi di tipo neurologico<br />

o sistemico, resistente alla terapia, della durata<br />

di almeno 4 settimane; Traumi recenti e fratture<br />

da compressione. In caso di negatività l'esame<br />

non deve essere ripetuto prima di 12 mesi”.<br />

Per una risonanza muscoloscheletrica (spalla,<br />

braccio, mano, gomito, ginocchio) sarà carico<br />

DAI TEST GENETICI<br />

AL COLESTEROLO<br />

PASSANDO PER TAC<br />

E RMN<br />

ECCO <strong>IL</strong> DECRETO<br />

“APPROPRIATEZZA”,<br />

<strong>IL</strong> TUTTO A CARICO<br />

DEL <strong>CONSU</strong>MATORE<br />

del Ssn in caso di Patologia traumatica acuta<br />

(Indicata nel caso di lesione osteocondrale post<br />

traumatica dubbia alla Rx. In caso di dolore persistente<br />

con sospetta lesione legamentosa ed<br />

ecografia negativa o dubbia), in caso di fase Post<br />

chirurgica (Non indicata inizialmente. Migliore<br />

valutazione delle eventuali complicanze) e in<br />

caso di sospetta infiammazione (Non indicata<br />

inizialmente. Solo dopo Rx negativa, ecografia<br />

positiva e test di laboratorio probanti per la<br />

malattia artritica per la valutazione dell’estensione<br />

del processo flogistico articolare alla componente<br />

cartilaginea e scheletrica (early arthritis).<br />

Non ripetibile prima di almeno 3 mesi ed<br />

in funzione del quadro clinico-laboratoristico.<br />

Nei quadri di degenerazione artrosica è indicato<br />

l'esame radiologico ed inappropriato l'esame<br />

RMN).<br />

Un gran numero di prestazioni finito sotto la<br />

lente del decreto ci sono anche i test genetici.<br />

Per questi c’è un elenco a parte in cui sono evidenziate<br />

le diagnosi di specifiche malattie e<br />

condizioni (un elenco corposo) per cui sono<br />

erogati i test a carico del Ssn. Rimangono a carico<br />

del Ssn quelli a scopo di trapianto. In caso di<br />

utilizzo per analisi di farmacogenetica se ne raccomanda<br />

l’uso solo su indicazioni delle Agenzie<br />

del farmaco europea (Ema) e di quella italiana<br />

(Aifa). Novità anche per i test allergologici e le<br />

immunizzazioni per allergia o per malattia<br />

autoimmune che sono a carico del Ssn solo se<br />

prescritti a seguito di visita specialistica allergologica<br />

o dermatologica. Numerose anche le prestazioni<br />

odontoiatriche sotto la lente del decreto.<br />

Ma sono tutelati i minori di 14 anni e le persone<br />

vulnerabili a livello sociale o sanitario. Per<br />

esempio l’estrazione di un dente deciduo sarà a<br />

carico del Ssn per i minori di 14 anni o se ci<br />

sono condizioni di vulnerabilità sociale.<br />

L’inserzione di una protesi mobile rimovibile<br />

sarà a carico del Ssn per le persone in condizioni<br />

di vulnerabilità sociale e sanitaria.<br />

L.F. - Quotidianosanita.it<br />

www.ilconsumatore.eu N° 249 - LUGLIO-AGOSTO 2015 23


LA BIBLIOTECA DEL <strong>CONSU</strong>MATORE<br />

SCEGLI DI CAMBIARE<br />

Resetta la tua vita<br />

in quattro settimane e<br />

azzera lo stress<br />

di Alessandro Quadernucci<br />

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Euro 14,90<br />

A volte la vita sembra proprio fatta per stressarci, ci prende e ci trascina<br />

in una routine di preoccupazioni e di impegni che ci spingono al limite<br />

delle nostre forze, e tutto sembra risucchiarci in un vortice di doveri<br />

e di ansie da cui non si riesce a uscire.<br />

Grazie a questo libro impareremo ad azzerare lo stress e a diventare<br />

protagonisti della nostra vita.<br />

Scegli di cambiare si divide in quattro parti ben distinte e collegate fluidamente,<br />

in cui la teoria e la sperimentazione di alternano creando un<br />

percorso di apprendimento che inizia con la definizione delle dinamiche<br />

di stress e dei fattori personali e relazionali che lo alimentano; prosegue<br />

con un'analisi dei meccanismi perversi che alimentano lo squlibrio<br />

del dare e avere nei rapporti tra le persone, approfondisce la ricerca<br />

della persona invitandola ad aprirsi a una visione più olistica e universale<br />

di sé, e si conclude con un programma di esercizi da svolgere<br />

nell'arco di quattro settimane per consolidare concretamente tutte le<br />

suggestioni delle teorie proposte.<br />

PENSA CON LA TUA TESTA<br />

93 regole<br />

personali per vivere la<br />

vita a modo tuo<br />

di Richard Templar<br />

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euro 16,90<br />

Sin dalla più tenera età siamo stati sommersi<br />

da regole e suggerimenti da seguire<br />

dettati dalle altre persone: i genitori,<br />

gli insegnanti, gli amici, i superiori sul<br />

luogo di lavoro … Sicuramente il più delle volte erano indicazioni<br />

amichevoli, che avevano lo scopo di facilitarci il percorso nella vita,<br />

ma come liberarsi da alcuni di questi consigli che talvolta si sono<br />

rivelati sbagliati, falsi e indesiderati?<br />

In questa sua ultima fatica Richard Templar, al meglio della sua verve<br />

espositiva, elenca molte di queste regole imposte e offre un prospettiva<br />

per un nuovo modo di pensare.<br />

Con la sua notoria sagacia che lo ha reso celebre in tutto il mondo,<br />

l'autore ci aiuta a valorizzare l'abilità di pensare autonomamente<br />

piuttosto che seguire ciecamente il cammino indicato da altri.<br />

REALTÀ AUMENTATA<br />

La Realtà Aumentata, in grande sviluppo<br />

grazie all'accellerazione tecnologica che<br />

stiamo vivendo, è un sistema per la<br />

sovrapposizione di informazioni e contenuti<br />

digitali al mondo reale, realizzato<br />

per amplificare l'esperienza sensoriale dell'utente finale durante la<br />

fruizione del prodotto.<br />

Sfruttando tecnologie e supporti già esistenti quali cellulari, tablet,<br />

macchine fotografiche digitali, wifi, internet e tanto altro, la Realtà<br />

Aumentata ha incominciato sempre più ad apparire in una moltitudine<br />

di ambiti applicativi, dalle iniziative promozionali e commerciali<br />

dei brand internazionali più famosi al controllo dei processi industriali,<br />

come la produzione, la manutenzione e l'automazione.<br />

Per comprendere la portata della rivoluzione che sta generando nella<br />

comunicazione di prodotto, gli analisti hanno calcolato che l'industria<br />

della Realtà Aumentata avrà una crescita esponenziale nei prossimi<br />

due anni, arrivando a coinvolgere migliaia di differenti apparecchi<br />

elettronici.<br />

COME MOTIVARE<br />

LE PERSONE<br />

Per la comunicazione<br />

di prodotto<br />

di Maurizio Bisogni<br />

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I sette principo di<br />

base e le strategie che<br />

di Susan M. Weinschenk<br />

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Vogliamo che le persone facciano qualcosa<br />

per noi: un cliente acquisti o un fornitore<br />

ci accordi un buon prezzo, i dipendenti e i<br />

collaboratori siano attivi e dimostrino iniziativa,<br />

il nostro partner o i nostri amici<br />

siano coinvolti nei progetti a cui stiamo<br />

pensando … Molte dinamiche sono legate<br />

a stimolare le persone che ci circondano.<br />

Al posto di usare le solite “tattiche” comuni e scontate perché non sfruttare<br />

il potere della psicologia e del cervello per motivare le persone a fare<br />

le cose, quasi che fosse veramente ciò che desideravano.<br />

In questo libro l'autrice analizza i sette “drive” di base che motivano le<br />

persone: il desiderio di padronanza, il senso di appartenenza, il potere<br />

dell'affabulazione, il concetto di “bastone e carota”, l'istinto, le abitudini<br />

e gli scherzi (o il potere) della mente.<br />

Per ognuno di questi principi spiega le ricerche che si sono sviluppate e<br />

offre strategie specifiche per applicarli con successo,<br />

Si parlerà anche di scelte, di riconoscimenti, di indipendenza e collaborazione,<br />

di come e quando delegare, di come far ricordare le “cose da<br />

fare” e molto altro ancora, Insomma un verso arsenale a disposizione<br />

del buon trascinatore.<br />

www.ilconsumatore.eu N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 25


I VADEMECUM CONTRO<br />

LA CONTRAFFAZIONE<br />

Che cos’è la contraffazione? Come riconoscere<br />

un "falso” e chi tutela i consumatori?<br />

A queste domande rispondono i vademecum<br />

sulla contraffazione redatti dalle<br />

Associazioni dei consumatori (Assoutenti, ACU,<br />

Casa del Consumatore, Codacons, Codici,<br />

Confconsumatori, Lega Consumatori,<br />

Movimento difesa del Cittadino, Unione<br />

Nazionale Consumatori e Utenti Radio<br />

Televisivi) nell’ambito del progetto “Io sono originale”,<br />

finanziato dal Ministero dello Sviluppo<br />

economico Direzione Generale per la Lotta alla<br />

Contraffazione – UIBM e realizzato dalle associazioni<br />

dei consumatori del CNCU*.<br />

Come si legge nei vademecum, scaricabili online<br />

dal sito www.iosonoriginale.it (insieme agli<br />

altri materiali prodotti per il progetto), “con il<br />

26<br />

termine ‘contraffare’ si intende la riproduzione<br />

di un bene in maniera tale che venga scambiato<br />

per l’originale ovvero produrre, importare,<br />

vendere o impiegare prodotti o servizi coperti da<br />

proprietà intellettuale.” La commercializzazione<br />

di prodotti contraffatti incide sulla sicurezza<br />

e la salute dei consumatori, ma anche sull’economia<br />

del Paese poiché l’imitazione fraudolenta<br />

di un prodotto può anche provocare deviazioni<br />

del traffico commerciale e fenomeni di concorrenza<br />

sleale (producendo gravissimo danno<br />

allo sviluppo della ricerca e alla capacità di innovazione).<br />

Il fenomeno riguarda diversi settori:<br />

dalla moda ai giocattoli, dagli occhiali ai cosmetici,<br />

passando naturalmente per l’alimentazione,<br />

che, soprattutto in questo periodo di straordinaria<br />

visibilità per il made in Italy, grazie<br />

all’Expo, è ad alto rischio. I prodotti più contraffatti<br />

sono, infatti, paradossalmente quelli rappresentativi<br />

della qualità della produzione<br />

agroalimentare italiana. Il Vademecum<br />

Alimentare riporta anche i numeri del secondo<br />

Rapporto “Agro-mafie” sui crimini agroalimentari<br />

in Italia elaborato da Coldiretti/Eurispes, si<br />

tratta di giro d’affari di circa 14 miliardi di euro<br />

nel 2013, con un aumento record del 12%<br />

rispetto ai due anni precedenti. Come possono<br />

difendersi i consumatori? Il primo passo verso<br />

una tutela del cittadino è una chiara conoscenza<br />

dei propri poteri e diritti: non solo, dunque,<br />

Sul sito www.iosonoriginale.it<br />

sono disponibili utili vademecum<br />

per difendersi dal<br />

“falso”: alimentazione, abbigliamento,<br />

apparecchiature<br />

informatiche, occhiali, pelletteria,<br />

calzature, giocattoli,<br />

arredo e design e orologeria e<br />

oreficeria<br />

il potere di scelta negli acquisti, prediligendo i<br />

canali di vendita ufficiali, leggendo le etichette e<br />

diffidando da prodotti a prezzo troppo basso,<br />

ma anche segnalando alle Autorità competenti i<br />

prodotti e le pratiche fuori legge.<br />

All’interno dei vademecum sono presenti<br />

numerosi consigli su come riconoscere un prodotto<br />

originale rispetto al contraffatto; e in particolare<br />

per l’alimentazione è possibile consultare<br />

i regolamenti anti-contraffazione in vigore<br />

per il settore alimentare e un’utile indirizzario<br />

delle Autorità a cui rivolgersi in caso di una<br />

frode alimentare. Nell’ultima parte della guida,<br />

le schede sulle etichette dei principali prodotti<br />

agroalimentare, rappresentano un utile bussola<br />

per i consumatori consapevoli.<br />

N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 www.ilconsumatore.eu


DIRITTO & ROVESCIO<br />

CASI DI GIURISPRUDENZA<br />

a cura di Agostino Mela, avvocato cassazionista<br />

www.avvocatoagostinomela.it<br />

NON È VESSATORIA<br />

LA CLAUSOLA CHE<br />

STAB<strong>IL</strong>ISCE LA DURATA<br />

DEL CONTRATTO<br />

Nel 2010 la società A conviene in giudizio<br />

innanzi al Tribunale di Trento la società B,<br />

della quale chiede la condanna al risarcimento<br />

dei danni patrimoniali per l’inadempimento<br />

di un contratto concluso nel 2006. Il contratto<br />

obbliga la società B a mantenere installate<br />

in esclusiva nel suo locale bar apparecchiature<br />

da gioco noleggiatele dalla società A per la durata<br />

di cinque anni. In dispregio di tale obbligo, la<br />

società B ha disattivato le macchine nel 2009,<br />

prima della scadenza contrattuale convenuta,<br />

installandovi macchine di imprese diverse.<br />

La società B resiste, eccependo - tra l’altro - l’inefficacia<br />

di varie clausole del contratto, perché<br />

vessatorie ai sensi dell’art. 1341 del codice civile,<br />

trattandosi di condizioni generali predisposte<br />

dall’attrice e contenenti limitazioni alla facoltà di<br />

opporre eccezioni e limitazioni nei rapporti contrattuali<br />

con i terzi.<br />

Con sentenza n. 956 del 2011 il Tribunale<br />

respinge la domanda della società A. Secondo il<br />

tribunale sono inefficaci perché vessatorie le<br />

clausole relative alla durata quinquennale del<br />

rapporto ed al divieto di installare macchine<br />

della concorrenza, in quanto la dichiarazione di<br />

approvazione specifica delle clausole onerose è<br />

stata anch’essa predisposta a stampa e richiama<br />

le clausole da approvare, indicandole con il solo<br />

numero e in blocco, unitamente a clausole non<br />

vessatorie.<br />

La società A propone appello, lamentandosi del<br />

fatto che il tribunale abbia accolto un’eccezione<br />

di vessatorietà non proposta dalla società B,<br />

quale quella attinente alla durata quinquennale<br />

del rapporto, e comunque relativa a clausola<br />

non inclusa dall’art. 1341 del codice civile fra<br />

quelle particolarmente onerose. Dichiara di<br />

rinunciare ad avvalersi della clausola relativa al<br />

divieto di non concorrenza ed insiste nella<br />

domanda di risarcimento dei danni per il recesso<br />

anticipato dal rapporto.<br />

Con sentenza depositata il 3 maggio 2013 n. 142<br />

la corte d’appello di Trento conferma la sentenza<br />

di primo grado. Ritiene che l’eccezione di<br />

inefficacia della clausola relativa alla durata<br />

quinquennale del contratto, pur se non menzionata<br />

nelle conclusioni formulate dalla convenuta<br />

in primo grado, sia da ritenere proposta, perché<br />

desumibile dalla narrativa contenuta nella<br />

comparsa di risposta della medesima convenuta;<br />

ed accoglie tale eccezione, sul rilievo che l’appellante<br />

non ha dimostrato che la clausola abbia<br />

costituito oggetto di libera pattuizione fra le parti,<br />

perché sottoscritta solo all’atto della consegna<br />

della merce, su modulo prestampato sulla bolla<br />

di consegna, e ritenendo che la clausola sia da<br />

includere fra quelle contenenti limitazioni alla<br />

facoltà di opporre eccezioni, restrizioni alla<br />

libertà contrattuale nei rapporti con i terzi e tacita<br />

proroga o rinnovazione del contratto.<br />

La società A ricorre per cassazione, sulla base di<br />

due motivi.<br />

Il ricorso viene assegnato alla sesta sezione civile<br />

della corte, che si pronuncia con sentenza n.<br />

17579, depositata il 3 settembre 2015.<br />

La corte ritiene fondato il primo motivo, col<br />

quale viene censurata la sentenza impugnata<br />

perché ha dichiarato inefficace, in quanto particolarmente<br />

onerosa ai sensi dell’art. 1371<br />

comma 2 cc, anche la clausola che ha stabilito<br />

in cinque anni la durata del contratto, senza<br />

possibilità di recesso anticipato, sebbene tale<br />

clausola non sia compresa fra quelle che necessitano<br />

di specifica approvazione scritta ai sensi<br />

dell’art. 1341 comma 2 cc, né sia particolarmente<br />

onerosa:<br />

"La Corte di appello ha erroneamente assimilato<br />

la clausola n. 6 del contratto intercorso fra le<br />

parti - secondo cui “Il presente contratto è valido<br />

cinque anni dalla data odierna” - fra le clausole<br />

che pongono a carico della parte aderente<br />

“limitazioni alla facoltà di opporre eccezioni,<br />

restrizioni alla libertà contrattuale nei rapporti<br />

con i terzi, tacita proroga o rinnovazione del contratto”,<br />

mentre essa non rientra in alcuna di tali<br />

fattispecie".<br />

"Le condizioni generali di contratto predisposte<br />

mediante moduli o formulari che, in relazione a<br />

rapporti ad esecuzione continuata o periodica,<br />

predispongano anche il termine di durata del<br />

rapporto non rientrano, di per sé sole, fra le<br />

clausole particolarmente onerose".<br />

"Esse non equivalgono alla tacita proroga o rinnovazione<br />

del contratto, poiché attengono alla<br />

durata inizialmente stabilita; non all’obbligo di<br />

prorogarne la scadenza".<br />

[…]<br />

"Neppure si tratta di clausola limitativa della<br />

facoltà di opporre eccezioni, poiché la pattuizione<br />

di un termine appartiene alla disciplina normale<br />

dei contratti di durata e non viene a porre<br />

oneri peculiari ed inconsueti sul contraente aderente".<br />

"Ma soprattutto, si possono considerare onerose<br />

le clausole che, nelle condizioni generali di contratto,<br />

vietino di opporre eccezioni che, nell’ambito<br />

di un contratto individuale, potrebbero<br />

essere indiscutibilmente proposte. Tale non è il<br />

divieto di recedere prima del termine stabilito<br />

dalle parti, divieto che vale anche per i contratti<br />

individuali, quale inadempimento di una specifica<br />

pattuizione".<br />

"Vale a dire, sono clausole limitative della possibilità<br />

di opporre eccezioni, ai sensi dell’art. 1341<br />

comma 2 cc, quelle che impediscano di eccepire<br />

atti o fatti estintivi o impeditivi dell’altrui pretesa<br />

che, secondo la disciplina conforme alla<br />

natura logico-giuridico-economica del rapporto<br />

di cui trattasi, la legge consentirebbe di esercitare<br />

(quali il divieto di eccepire i vizi della cosa<br />

nella compravendita; il divieto di opporre eccezioni<br />

prima di avere adempiuto alla prestazione<br />

– c.d. clausola solve et repete - e simili)".<br />

"La clausola con cui le parti stabiliscano la durata<br />

del rapporto, in un contratto ad esecuzione<br />

continuata o periodica, è del tutto normale e<br />

conforme alla natura del rapporto".<br />

Pertanto la corte di cassazione "cassa la sentenza<br />

impugnata in relazione al motivo accolto e<br />

rinvia la causa alla Corte di appello di Trento, in<br />

diversa composizione, che deciderà anche sulle<br />

spese del giudizio di cassazione".<br />

www.ilconsumatore.eu N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 27


Una storia di ordinaria burocrazia che, sembra,<br />

fatta apposta per creare problemi ai cittadini<br />

Chi è NEXIVE? L’ho scoperto pochi giorni fa<br />

dopo aver ricevuto, in una busta anonima<br />

dentro la mia cassetta postale, un Avviso di<br />

Tentata Notifica. Dopo un breve preambolo, mi<br />

si dice che dal 3/9/2015 e fino al 13/9/2015,<br />

l’atto potrà essere personalmente (In grassetto<br />

sottolineato), previa esibizione di un documento<br />

di riconoscimento dal messo notificatore abilitato,<br />

presso l’ufficio NEXIVE in Via Newton,7 a<br />

Cagliari, dal lunedì al venerdì nei seguenti orari:<br />

10/13-14/16. Poi dicono che entro il 6/9/2015 è<br />

possibile fissare un appuntamento per la consegna<br />

dell’atto a Sue mani, contattando il n.<br />

verde gratuito 800 978950 dal lunedi al venerdi<br />

in orari stabiliti. Non sono consentite deleghe.<br />

Da buon cittadino, mi appresto, dal mio cellulare,<br />

a chiamare il numero indicato, ma una<br />

voce preregistrata mi dice che quel numero non<br />

è raggiungibile da cellulari, ma solo da telefoni<br />

fissi.<br />

Chiamo dal telefono fisso ed ascolto, da una<br />

gentile voce preregistrata che i loro addetti alla<br />

consegna dell’atto non conoscono il contenuto,<br />

in quanto sono solo addetti alla consegna dell’atto.<br />

Dopo essere invitato a digitare il CAP del<br />

mio indirizzo, mi risponde una donna dall’accento<br />

non sardo, la quale mi chiede nome e<br />

cognome, tutto il lungo numero che appare<br />

sotto il codice a barre, il mio nome e cognome<br />

ed indirizzo, dopo di che mi comunica che la<br />

nuova consegna sarà effettuata venerdi<br />

11/9/2015, tra le ore 9 e le ore 12. Chiede altresì<br />

se la consegna dovrà essere effettuata a casa o<br />

in un altro indirizzo. Apprezzo questa possibilità<br />

, indicando l’indirizzo del mio ufficio, con via<br />

e numero civico, precisando che si trova a livello<br />

strada. Mi ripete l’indirizzo, affinché non ci<br />

28<br />

BUROCRAZIA: QUANDO<br />

<strong>IL</strong> PRIVATO BATTE <strong>IL</strong> PUBBLICO<br />

siano equivoci e, prima di chiudere chiedo il<br />

mittente dell’atto: Equitalia!<br />

Sentire quel nome cosi tanto amato?/odiato!, è<br />

come se ti dicessero: Carabinieri, Guardia di<br />

Finanza, Polizia; tutti nomi che, come noto,<br />

tranquillizzano i cittadini, soprattutto quelli<br />

onesti. Arriva il giorno venerdi 11. Alle ore 8,30<br />

rispondo ad una lunga ed insistente scampanellata<br />

del portone di ingresso di casa, senza<br />

nessuna risposta. Mando a quel paese chiunque<br />

fosse, pensando al solito disturbatore che<br />

deve riempire le cassette della posta di pubblicità<br />

o il venditore della Folletto o il testimone di<br />

Geova. Ma poi sento la voce di mia nipote che<br />

per puro casa era arrivata in quel momento per<br />

salire in casa, la quale mi porta una busta ben<br />

sigillata dicendomi che il messo incaricato<br />

aveva un appuntamento con me alle 8,30 per la<br />

consegna dell’atto, e che forse avrei poi ricevuto<br />

un altro avviso per dirmi a chi fosse stato consegnato.<br />

Questa affermazione, come da accordi<br />

presi, è stata sufficiente a farmi girare le scatole<br />

e spronarmi a scrivere questo pezzo. Però<br />

prima ho chiamato nuovamente il numero<br />

verde e, dopo la solita tiritera, digito il n. 4 al<br />

quale risponde Chiara, dal gentile accento<br />

toscano, alla quale segnalo il fatto della mancata<br />

riconsegna all’indirizzo indicato, ma nuovamente<br />

a casa dove, per fortuna, è stato possibile<br />

fare la consegna. Mi ha ringraziato della telefonata<br />

e che avrebbe segnalato l’inconveniente a<br />

chi di dovere. Da cittadino mi pongo alcune<br />

domande, sicuro di interpretare e segnalare ciò<br />

che chiunque può chiedersi:<br />

- Se l’avviso di mancata consegna fosse pervenuto<br />

a chi non avesse in casa – come spesso<br />

capita soprattutto a chi vuole risparmiare o<br />

non ha una linea ADSL – come può contattare<br />

il numero verde? Se poi vive da solo e non<br />

può uscire per telefonare da un telefono pubblico<br />

(almeno quelli che ancora esistono e<br />

funzionano), se lo sono chiesto i burocrati?<br />

- La voce preregistrata, digitando il n. 4, comunica<br />

che altre informazioni possono aversi<br />

chiamando Equitalia (cosi si scopre chi c’è<br />

dietro) gratuitamente dal numero verde tramite<br />

telefono fisso, oppure al numero a<br />

pagamento per i cellulari o, anche, dal sito<br />

internet della stessa.<br />

- Ma se non si ha il telefono fisso, come si possono<br />

avere queste informazioni, se alla chiamata<br />

non segue nessun’altra informazione?<br />

Perché NEXIVE non indica anche un numero<br />

con tanto di prefisso 070, dal quale chiamare<br />

con un cellulare?<br />

- Infine, la domanda più importante: questi call<br />

center funzionano veramente? Oppure chi<br />

aveva ricevuto il nuovo indirizzo di consegna<br />

non lo ha comunicato alla NEXIVE di Cagliari,<br />

oppure se ne è dimenticata di comunicarlo?<br />

Poiché la consegna sarebbe avvenuta dopo le<br />

9, e presso un altro indirizzo, perché è venuto<br />

a disturbarmi in casa alle 8,30? Gli appuntamenti<br />

li rispetto come un orologio svizzero!<br />

In conclusione, questo è uno dei mille casi di<br />

una burocrazia inefficiente ma, anche, di gente<br />

che non sa nemmeno svolgere il proprio lavoro<br />

con efficienza e professionalità, tra l’altro dipendenti<br />

di aziende private. Per fortuna, rispondono<br />

italiani, e non dai Paesi dell’Est dove non<br />

parlano nemmeno bene la nostra lingua.<br />

RomaSato<br />

N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 www.ilconsumatore.eu


ARRIVI AL CHECK-IN CON <strong>IL</strong> TUO<br />

BIGLIETTO, MA PER TE NON C'È<br />

POSTO: SI CHIAMA OVERBOOKING<br />

ED È UNA BELLA SECCATURA!<br />

Si tratta di "overbooking" una pratica scorretta<br />

adottata da molte compagnie aeree che<br />

vendono più biglietti di quanti siano i posti<br />

realmente disponibili. Naturalmente è una pratica<br />

scorretta! Perchè lo fanno? Per ingordigia!<br />

30<br />

Intendono premunirsi dal rischio, in caso di<br />

disdette, di effettuare voli con pochi passeggeri a<br />

bordo, non essendo vantaggioso per loro.<br />

Naturalmente questa "cautela" è attuata a discapito<br />

dei passeggeri perchè naturalmente, se<br />

tutte le prenotazioni si presentano al check-in,<br />

qualcuno resterà a terra. Ovviamente si tratta di<br />

un disservizio che arreca notevoli disagi ai viaggiatori<br />

coinvolti, soprattutto in periodi di alta stagione.<br />

Overbooking, che parola complicata! Vi è mai capitato di<br />

recarvi al banco del check-in dell’aeroporto con il vostro<br />

regolare biglietto e sentirvi rispondere "Non abbiamo più<br />

posti disponibili"?<br />

Come comportarsi in caso di overbooking?<br />

Quali diritti ha il consumatore in caso di negato<br />

imbarco? E' bene sapere che la normativa europea<br />

stabilisce una serie di obblighi a cui le compagnie<br />

devono attenersi in questi casi.<br />

Ricordiamoli: intanto, la compagnia aerea è<br />

obbligata a offrire al passeggero una delle<br />

seguenti alternative:<br />

· il rimborso del prezzo del biglietto entro 7 giorni<br />

(in denaro, con buoni di viaggio e/o altri servizi);<br />

· il primo volo possibile fino a destinazione;<br />

· un volo in data successiva, a scelta del passeggero.<br />

E non è tutto perche, in aggiunta, la compagnia<br />

aerea è tenuta a pagare un risarcimento in contanti<br />

pari a: <strong>250</strong> euro per i voli fino a 1.500 km;<br />

400 euro per i voli interni alla Ue oltre 1.500 km<br />

e per tutte le altre tratte comprese tra 1500 e<br />

3500 chilometri; 600 euro per i voli che non<br />

rientrano nei punti precedenti.<br />

La compagnia aerea deve inoltre offrire gratuitamente<br />

al turista due telefonate (o fax, telex o<br />

e-mail), pasti o rinfreschi e, se necessario, un<br />

pernottamento in albergo. E' la cosiddetta assistenza<br />

obbligatoria che, inutile dirlo, le compagnie<br />

provano sempre a risparmiarsi!<br />

N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 www.ilconsumatore.eu


Le compagnie promettono riduzioni<br />

del premio Rc auto per chi installa le<br />

"black box", ma dal 2012 manca<br />

ancora il regolamento attuativo<br />

dell'IVASS che, con la diffusione<br />

massiva delle scatole nere, doveva<br />

garantire una serie di tutele agli automobilisti.<br />

Non ultima quella contro<br />

possibili rischi di hackeraggio. Intanto<br />

negli USA ingegneri informatici<br />

dimostrano come sia possibile<br />

"bucare" le tecnologie delle vetture,<br />

assumendone anche il controllo<br />

32<br />

POLIZZE AUTO: MENO<br />

CARE INSTALLANDO<br />

LA “SCATOLA NERA”,<br />

MA AUMENTANO I<br />

RISCHI PER LA PRIVACY<br />

Se vi dovesse capitare di vedere la vostra auto<br />

che aziona da sola i tergicristallo, accende<br />

l'aria condizionata e lo stereo, mentre dà<br />

anche un colpetto di clacson e sgassa sull'acceleratore<br />

per farvi fretta, non vi stupite, non avete<br />

comprato a vostra insaputa la mitica "KITT" del<br />

serial "Supercar", inseparabile compagna di<br />

David Hasselhoff negli anni '80: potrebbero<br />

invece essere stati gli hacker, sfruttando le vulnerabilità<br />

dei sistemi tecnologici della vostra<br />

vettura. Per quanto possa sembrare incredibile,<br />

questo è quanto hanno dimostrato due ingegneri<br />

informatici americani, riuscendo a manovrare<br />

a loro piacimento un'automobile in un<br />

parcheggio, e tutto ciò attraverso un comune<br />

smartphone. E la questione è apparsa talmente<br />

delicata che negli Stati Uniti è stato tempestivamente<br />

preparato un disegno di legge "ad hoc"<br />

per definire precisi standard di sicurezza informatici<br />

ed un sistema di valutazione del livello di<br />

protezione delle auto, mentre per lo stesso<br />

motivo FCA ha deciso di richiamare cautelativamente<br />

dal mercato circa 1,4 milioni di veicoli<br />

nuovi. Non altrettanto solerte pare invece sia il<br />

sistema politico italiano nel garantire la privacy<br />

e la sicurezza degli automobilisti.<br />

Infatti, sebbene una stima dell'ANIA indichi che<br />

sono già circa tre milioni le auto italiane in circolazione<br />

su cui sono installate le famigerate<br />

"scatole nere", le tutele sulla privacy a cui<br />

hanno diritto gli automobilisti che acconsentono<br />

ad installare l'apparecchio sulla propria vettura<br />

in cambio di un significativo sconto sulla<br />

polizza Rc, pare siano cadute nel dimenticatoio.<br />

Sembra infatti che dal 2012, qualcosa non<br />

abbia funzionato a dovere nei passaggi necessari<br />

per rendere operativo il "Decreto<br />

Liberalizzazioni" (DL 1/2012), che insieme alle<br />

riduzioni del premio, prevedeva anche l'emanazione<br />

di un regolamento attuativo da parte<br />

dell’ISVAP (oggi IVASS). Ad evidenziarlo, è il giurista<br />

e già Garante della Privacy, Francesco<br />

Pizzetti, che spiega:<br />

"Nell'intento di proteggere e tutelare la parte più<br />

debole, cioè l'assicurato, il quadro giuridico<br />

delineava in questa materia una disciplina<br />

estremamente minuziosa, che se attuata e<br />

rispettata avrebbe potuto trovare risposta convincente<br />

e chiara ai mille problemi che comporta<br />

l’utilizzo della scatola nera su un autoveicolo<br />

rispetto alla protezione dei dati personali,<br />

ai rischi di intercettazioni, e ancor più oggi,<br />

anche a quelli di hackeraggio. La mancata<br />

attuazione non è dovuta però al Ministero dei<br />

Trasporti, che tempestivamente emanò il regolamento<br />

di sua competenza relativo agli aspetti<br />

tecnici - sottolinea Pizzetti - ma all’inspiegabile<br />

inerzia dell’Ivass. Questa Autorità, infatti, predispose<br />

a suo tempo, con la collaborazione del<br />

Garante, lo schema di regolamento e lo mise<br />

anche in consultazione pubblica nel marzo<br />

2013. Tuttavia il procedimento non si concluse<br />

e il regolamento non fu mai emanato. A mia<br />

conoscenza non è mai stato spiegato perché."<br />

A proposito dei pericoli dovuti alle vulnerabilità<br />

delle tecnologie delle vetture, comprese le scatole<br />

nere, a lanciare un altro allarme è Nicola<br />

Bernardi, presidente di Federprivacy:<br />

"Quello delle intrusioni nelle nostre auto da<br />

parte degli hacker non è un affatto un pericolo<br />

remoto. Individui senza scrupoli potrebbero a<br />

nostra insaputa sabotare i freni della nostra<br />

auto interferendo da un semplice smartphone.<br />

Ma non solo - spiega Bernardi - in assenza di<br />

certezza dell'adozione di idonee misure di sicurezza,<br />

non sappiamo chi effettivamente accede<br />

ad informazioni sensibili che spesso riguardano<br />

la nostra sfera privata, potendo conoscere esattamente<br />

dove siamo e a che ora attraverso il<br />

sistema gps."<br />

Alla luce della confusione che si è venuta a creare<br />

circa l'impiego delle scatole nere sulle automobili,<br />

sta di fatto che attualmente la privacy di<br />

tre milioni di automobilisti che hanno installato<br />

tali dispositivi non è affatto garantita, e sebbene<br />

la norma del Decreto Liberalizzazioni<br />

sembra non sia ancora stata legittimamente<br />

resa operativa, le compagnie continuano a proporre<br />

sconti, a volte neppure troppo vantaggiosi,<br />

a chi accetta di essere monitorato 24 ore su<br />

24 senza però ricevere in cambio le tutele che<br />

sarebbero riconosciute per legge.<br />

Per informazioni:<br />

Mediamover - 039 6022227<br />

info@mediamover.it - www.mediamover.it<br />

N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 www.ilconsumatore.eu


SEMAFORI LASER,<br />

IRREGOLARI SECONDO<br />

<strong>IL</strong> MINISTERO.<br />

UNC: RESTITUIRE<br />

MULTE PAGATE<br />

Inuovi semafori laser, che rilevano la velocità<br />

dei veicoli in arrivo, sono irregolari e dovranno<br />

essere tenuti spenti dalle amministrazioni<br />

comunali fino all’emanazione del regolamento<br />

attuativo, che deve stabilirne i criteri per il funzionamento<br />

e l’omologazione, come previsto<br />

dalla legge del 2010 che li ha introdotti. Lo<br />

sostiene il Ministero dei Trasporti, nel parere n.<br />

3805/2015, in cui sottolinea l’attuale irregolarità<br />

della loro installazione e utilizzo. Le sanzioni<br />

irrogate agli automobilisti impiegando tali dispositivi<br />

devono essere annullate. UNC:<br />

“Restituire multe già incassate illegittimamente<br />

e punti sottratti dalla patente”.<br />

Il parere del Ministero risponde ad una richiesta<br />

di spiegazioni inoltrata da un comune friulano<br />

sulle novità introdotte dalla Legge<br />

120/2010. L’amministrazione chiedeva lumi<br />

sulla possibilità di utilizzo sia di lanterne dotate<br />

di laser in grado di modificare il ciclo di funzionamento<br />

in base alla velocità rilevata dei veicoli<br />

che sopraggiungono sia dei contasecondi per<br />

indicare la durata dei vari colori. Al momento<br />

entrambi sono vietati. “Giusto il parere. Ma spegnere<br />

i semafori, non basta – commenta<br />

Massimiliano Dona, Segretario dell’Unione<br />

Nazionale Consumatori – In primo luogo i proventi<br />

delle multe già incassate illegittimamente<br />

dai comuni vanno restituiti ai consumatori. I<br />

tempi per i ricorsi al Prefetto e al Giudice di<br />

pace, rispettivamente, 60 e 30 giorni, sono infatti<br />

talmente brevi che la gran parte degli automobilisti<br />

ingiustamente multata ha ormai pagato.<br />

Occorre, quindi, restituire quanto indebitamente<br />

percepito con un provvedimento ad hoc.<br />

In secondo luogo vanno restituiti i punti della<br />

patente già sottratti. In terzo luogo, per chi non<br />

ha ancora pagato la sanzione, occorre che i<br />

comuni siano obbligati dal Ministero ad un<br />

provvedimento di autotutela, che annulli le<br />

multe, senza costringere i cittadini a compilare<br />

modellini per ricorrere al Prefetto o al Giudice<br />

di pace, specie se si considera che per quest’ultimo<br />

è necessario pagare il contributo unificato<br />

per far valere i propri diritti”.<br />

“Infine – ha proseguito Dona – cosa più importante,<br />

è che i Prefetti ed il Ministero devono far<br />

rimuovere tutti quei semafori che fanno scattare<br />

il rosso quando si supera una certa velocità e<br />

di cui ormai l’Italia è piena. Una pratica che non<br />

solo, come ha chiarito il ministero con questo<br />

parere, è illegale, ma è pericolosissima. Se,<br />

infatti, un automobilista incosciente va troppo<br />

forte, si rischia, facendo scattare il rosso, di non<br />

farlo fermare in tempo, prima dell’incrocio,<br />

aumentando la probabilità di incidenti”.<br />

NOLEGGIO AUTO CON SORPRESA <strong>FINALE</strong><br />

Alle volte, dopo la riconsegna dell’auto possono<br />

essere contestati dei danni anche se<br />

non si è responsabili.<br />

Queste sorprese possono passare anche 60<br />

giorni, durante i quali si possono ricevere una<br />

richiesta per danni., con un preventivo deve<br />

essere circostanziato e documentato con fotografie.<br />

La documentazione potrà essere utilizzata<br />

per far fare una valutazione dal proprio<br />

carrozziere di fiducia sulla congruità del preventivo<br />

stesso. Se invece si è certi che nessun<br />

danno era visibile alla riconsegna (per questo<br />

sarebbe bene fare alcune foto del veicolo sia<br />

alla consegna che alla riconsegna) occorre<br />

contestare il preventivo e diffidare il punto di<br />

noleggio ad addebitare alcunché sulla vostra<br />

carta di credito. Conviene anche avvertire preventivamente<br />

la banca che gestisce la carta di<br />

credito per disconoscere eventuali addebiti<br />

non dovuti da parte del punto di noleggio.<br />

www.ilconsumatore.eu N° 249 - LUGLIO-AGOSTO 2015 33


Il tamponamento è un tipo di sinistro stradale che si realizza quando un veicolo con la sua<br />

parte anteriore urta la parte posteriore di un altro veicolo che lo precede in strada<br />

LE RESPONSAB<strong>IL</strong>ITÀ<br />

NEI TAMPONAMENTI<br />

In questi casi, la responsabilità viene normalmente<br />

addebitata in capo al veicolo che ha<br />

dato luogo al tamponamento, poiché l'art.<br />

141 del Codice della Strada afferma che "è<br />

obbligo del conducente regolare la velocità del<br />

veicolo in modo che avuto riguardo alle caratteristiche,<br />

allo stato ed al carico del veicolo stesso,<br />

alle caratteristiche e alle condizioni della strada<br />

e del traffico e ad ogni altra circostanza di qualsiasi<br />

natura, sia evitato ogni pericolo per la sicurezza<br />

delle persone e delle cose ed ogni altra<br />

causa di disordine per la circolazione".<br />

Pertanto, si presume che la colpa sia di chi tampona,<br />

a causa dell'inosservanza delle consigliate<br />

distanze di sicurezza che avrebbero consentito<br />

un adeguato spazio di frenatura e manovra;<br />

ciò a meno che il tamponatore non dimostri<br />

che il sinistro si è verificato per causa a lui non<br />

imputabile (ad es. a causa della vettura tamponata).<br />

Tamponamenti multiplo, ovvero “a catena”<br />

Ipotesi molto frequente e maggiormente problematica<br />

per quanto riguarda l'individuazione<br />

del "colpevole" è quella dei cd. tamponamenti a<br />

catena, che coinvolgono diverse autovetture<br />

l'una tamponatrice dell'altra. In caso di tamponamento<br />

multiplo è necessario effettuare una<br />

distinzione, tra il sinistro avvenuto tra veicoli<br />

fermi in colonna e tra veicoli in movimento.<br />

Nell'ipotesi di colonna ferma (in coda al semaforo,<br />

nel traffico, ecc.) la giurisprudenza ha ritenuto<br />

che la responsabilità vada addebitata al<br />

conducente dell'ultimo veicolo, ossia colui che<br />

genera la prima collisione dalla quale promanano<br />

i successivi tamponamenti.<br />

Pertanto, in caso di scontri successivi fra veicoli<br />

facenti parte di una colonna in sosta, unico<br />

responsabile delle conseguenze delle collisioni<br />

è il conducente che le abbia determinate tamponando<br />

da tergo l'ultimo dei veicoli della<br />

colonna. Le richieste risarcitorie andranno, pertanto,<br />

rivolte alla compagnia assicuratrice del<br />

veicolo che ha causato il primo tamponamento.<br />

Diversa invece la situazione nel tamponamento<br />

a catena di autoveicoli in movimento, a norma<br />

del quale "nel caso di scontro tra veicoli si presume,<br />

fino a prova contraria, che ciascuno dei<br />

conducenti abbia concorso ugualmente a produrre<br />

il danno subito dai singoli veicoli". Si ritiene,<br />

con conseguente presunzione iuris tantum<br />

di colpa, che siano responsabili in eguale misura<br />

in entrambi i conducenti di ciascuna coppia<br />

di veicoli (tamponante e tamponato), a causa<br />

dell’inosservanza della distanza di sicurezza<br />

rispetto al veicolo antistante, qualora non sia<br />

fornita la prova liberatoria di avere fatto tutto il<br />

possibile per evitare il danno.<br />

In pratica, la presunzione fa scattare in capo ad<br />

ogni conducente la responsabilità nei confronti<br />

del veicolo che gli sta davanti.<br />

La norma fa salva la possibilità di fornire adeguata<br />

prova liberatoria per essere tenuto indenne<br />

all'addebito di responsabilità, come avviene<br />

nel caso in cui il veicolo nel mezzo sia stato<br />

prima tamponato e poi sospinto contro il veicolo<br />

antistante a causa dell'eccessiva velocità del<br />

veicolo investitore. Si tratta quindi di responsabilità<br />

concorrente: la domanda risarcitoria<br />

potrà essere promossa da ciascun tamponato<br />

alla compagnia assicuratrice del veicolo tamponatore.<br />

È inoltre evidente che il primo veicolo della<br />

colonna (il quale viene tamponato, ma non<br />

tampona nessun altro) non avrà alcuna responsabilità.<br />

La responsabilità<br />

nei tamponamenti a catena<br />

www.StudioCataldi.it<br />

www.ilconsumatore.eu N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 35


I MIGRANTI SONO UNA<br />

RISORSA… PER TROPPI<br />

36<br />

di Nicolò Manca*<br />

Perché è bene che il movimento migratorio<br />

in atto non si esaurisca? Semplice! Perché<br />

questo è l'interesse di un gran numero di<br />

soggetti. Anzitutto dei migranti stessi, e l’Africa<br />

ne è un potenziale bacino pressoché inesauribile.<br />

Circa un miliardo di africani vive infatti in<br />

paesi destabilizzati o in perenne guerra civile.<br />

Certo è però che se l’Italia (visto che l’Europa<br />

nicchia) accogliesse appena lo 0,1% di questo<br />

miliardo di potenziali richiedenti ‘asilo politico’<br />

(leggasi vitto-alloggio-assistenza sanitaria e<br />

istruzione gratuiti), dovremmo gestire un<br />

milione di persone. Inevitabile conseguenza è<br />

che subito dopo saremmo punto e a capo con i<br />

restanti 999 milioni di africani abbisognevoli di<br />

aiuto. Poi conviene alla miriade di organismi<br />

pubblici e privati che prestano assistenza ai<br />

migranti. Una volta vinta la gara d’appalto per il<br />

“vitto e alloggio al migrante” si attiva il flusso di<br />

danaro, inclusi i furti e le tangenti che volano<br />

tanto a Roma Capitale quanto in periferia.<br />

Conviene anche ai personaggi politici, agli<br />

amministratori e ai funzionari dello Stato che,<br />

allineati e silenti, si costruiscono la carriera prodigandosi<br />

con rara efficienza nel fronteggiare<br />

l'emergenza migratoria, fino a soddisfare la pretesa<br />

di “albergo con hI-fi in camera”. Conviene<br />

all’Isis, che oltre ad esigere la percentuale sulla<br />

traversata, infila qualche terrorista sui barconi.<br />

Conviene poi all’assistenza sanitaria nazionale<br />

che può arricchire la propria esperienza confrontandosi<br />

con malattie (scabbia, tubercolosi<br />

ecc.) pressoché scomparse sul territorio nazionale.<br />

E pazienza se ogni giornata di ricovero<br />

ospedaliero costa al contribuente italiano 750<br />

euro. Conviene al Vaticano, inesauribile promotore<br />

dell’accoglienza a favore degli islamici,<br />

nonostante questi si dimostrino alquanto indifferenti<br />

alle decapitazioni dei cristiani da parte<br />

dei fondamentalisti. L'atteggiamento del<br />

Vaticano contribuisce in misura determinante a<br />

radicare l'idea di un islam moderato, nonostante<br />

Al Jazeera abbia reso noto che l'81% di<br />

38.000 islamici interpellati si è dichiarata favorevole<br />

al Califfato (quello che taglia la gola agli<br />

infedeli in diretta televisiva). Questo 81% è<br />

l'Islam moderato di cui ciancia l'apatico occidente;<br />

il resto sono vaticanate che non tengono<br />

conto di ciò che il Corano pretende dai buoni<br />

musulmani nei confronti dei miscredenti che<br />

non si convertono all'islam.<br />

E’ visto di buon occhio anche dalla nostra<br />

Marina Militare, tanto che la stampa nazionale<br />

tempo fa ha riportato la dichiarata contrarietà<br />

dei suoi vertici ad interrompere Mare Nostrum.<br />

Poiché la nobile missione di salvare vite umane<br />

prelevandole fin sotto le coste africane, ha un<br />

esclusivo risvolto umanitario, sarebbe stato edificante<br />

che il Governo avesse autorizzato la<br />

Marina a proseguire la missione su base volontaria,<br />

proponendo al personale navigante di<br />

rinunciare alle indennità connesse con questa<br />

meritoria attività. Sarebbe stato splendido poi<br />

se, con l’occasione, i vertici della Marina avessero<br />

alzato la voce anche per stigmatizzare l'inetta<br />

e dilatoria azione svolta dalla nostra diplomazia<br />

nella vicenda indiana che ormai da quattro<br />

anni coinvolge Girone e Latorre.<br />

Conviene infine alla nostra organizzazione giudiziaria<br />

e carceraria, in prima linea per fronteggiare<br />

un surplus di attività che coinvolge anche<br />

un gran numero di avvocati, pagati d’ufficio col<br />

pubblico denaro, impegnati nei processi penali<br />

e nei ricorsi contro il respingimento delle<br />

richieste di asilo politico (20.000 solo in<br />

Lombardia). Lunga vita quindi al movimento<br />

migratorio! Ben fa chi rimette subito in libertà<br />

gli scafisti ed è contrario, in linea col Vaticano,<br />

ad affondare gli scafi impiegati per incrementare<br />

i 5 milioni di stranieri clandestini e non che<br />

vivono in Italia e i 50 milioni in Europa.<br />

P.S.: Non va taciuto tuttavia che ogni barcone<br />

di migranti rappresenta un impegno di lunga<br />

scadenza per noi, per i nostri figli e per i<br />

nostri nipoti. Si pensi solo a quel che già succede<br />

nelle scuole: insegnamento al rallentatore<br />

per non penalizzare chi ha difficoltà con<br />

l’italiano; no al crocefisso e al presepio “per<br />

non ferire la sensibilità dei bambini islamici”;<br />

vitto differenziato ecc. Per quel che<br />

riguarda i costi si consideri che per il solo<br />

vitto e alloggio dei migranti arrivati nell’anno<br />

in corso si spendono giornalmente oltre<br />

due milioni di euro. Ma questa è solo la<br />

minuscola punta di un iceberg che la classe<br />

politica tiene gelosamente nascosto per non<br />

suscitare l’ira dei milioni di italiani che vivono<br />

al di sotto della soglia di povertà.<br />

*Generale, primo comandante<br />

sardo della Brigata Sassari<br />

fonte: admaioramedia.it<br />

N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 www.ilconsumatore.eu


Non ha l'insegna luminosa come si confà ad<br />

un’attività che voglia incrementare i clienti,<br />

arrivano a centinaia senza volerlo. Non<br />

fa pubblicità sui maggiori quotidiani locali, conquista<br />

le prime pagine senza fatica. Non è ancora<br />

sbarcata su facebook, non conquisterebbe<br />

tanti 'mi piace'.<br />

Ciò nonostante, negli ultimi mesi è l'agenzia<br />

immobiliare coi migliori risultati nel mercato.<br />

Non conosce rivali ed al suo cospetto nessuna<br />

concorrente appare competitiva. A Cagliari, la<br />

sua sede è in viale Buoncammino, in un sontuoso<br />

e storico palazzo con vista panoramica<br />

sulla Città. Un tempo era più semplicemente la<br />

ARSENICO, I ‘SUCCESSI’<br />

DELL’AGENZIA<br />

IMMOB<strong>IL</strong>IARE<br />

PER IMMIGRATI<br />

Prefettura e, rappresentando l'avamposto del<br />

Governo nelle province alle dipendenze del<br />

Ministero dell'Interno, si occupava e vigilava su<br />

tanti aspetti della vita dei cittadini italiani.<br />

Ora un Governo imbelle ed insipiente, alle<br />

prese con un'emergenza che non riesce a gestire,<br />

l'ha trasformata in un'agenzia immobiliare<br />

per immigrati e quasi tutto il personale, 'obtorto<br />

collo', è impegnato su quel fronte. Proprio<br />

lunedì scorso, la Prefettura di Cagliari ha pubblicato<br />

un avviso pubblico per la "manifestazione<br />

di interesse per l'affidamento temporaneo<br />

del servizio di accoglienza per cittadini stranieri<br />

richiedenti protezione internazionale", perché,<br />

essendo previsti nuovi cospicui arrivi di 'clienti',<br />

"deve urgentemente individuare ulteriori nuove<br />

strutture temporanee".<br />

I destinatari sono “associazioni, organismi del<br />

privato sociale ed operatori economici con<br />

comprovata esperienza” nel settore dell'accoglienza,<br />

ma anche “strutture alberghiere” da<br />

convenzionare con la Prefettura a 35 euro più<br />

Iva al giorno, "purché garantiscano i servizi".<br />

Appunto i servizi sono quelli che fanno la differenza<br />

e che sovente evitano o provocano le proteste<br />

dei 'clienti': ricevimento e registrazione<br />

degli ospiti; controllo e verifica della piena adeguatezza<br />

e funzionalità degli impianti della<br />

struttura; tenuta del registro delle consegne dei<br />

beni e delle presenze alle attività svolte; orientamento<br />

sulle regole comportamentali all'interno<br />

della struttura; assistenza ad eventuali bambini<br />

e/o neonati; servizio di lavanderia, trasporto,<br />

pulizia ed igiene ambientale; erogazione dei<br />

pasti; servizio di mediazione linguistica e culturale,<br />

che prevede assistenza sulla normativa<br />

dell'immigrazione e per la stesura della domanda<br />

d'asilo, sostegno socio psicologico, assistenza<br />

sanitaria, orientamento al territorio. Ed ovviamente,<br />

i tanto discussi benefit ad personam: un<br />

telefono cellulare; la ricarica telefonica di 15<br />

euro; il “pocket money” di 2,50 euro al giorno,<br />

fino ad un massimo di 7,50 per nucleo familiare,<br />

da fornire in ‘buoni' spendibili in esercizi<br />

commerciali convenzionati o in carte prepagate<br />

o in denaro contante.<br />

La speranza è che rispondano all’Avviso in<br />

numero adeguato, altrimenti potrebbe tornare<br />

‘di moda’ l’ipotesi, avanzata nella circolare di<br />

aprile firmata dal prefetto Morcone, direttore<br />

del Dipartimento immigrazione, di considerare<br />

“provvedimenti di occupazione d'urgenza e di<br />

requisizione”.<br />

Arsenico admaioramedia.it<br />

www.ilconsumatore.eu N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 37


URANIO IMPOVERITO: CHI DOVREBBE<br />

VERGOGNARSI E CHI CHIEDERE<br />

SEMPLICEMENTE SCUSA<br />

38<br />

di Nicolò Manca*<br />

Ora che tutte le istituzioni hanno messo una<br />

pietra tombale sulla bufala dei tumori<br />

attribuiti ai poligoni militari, è giusto ricordare<br />

agli smemorati quello che, anche se di<br />

pubblico dominio, vorrebbero fosse dimenticato.<br />

Nel lontano 20 febbraio 2002, il generale<br />

Giangabriele Carta, allora comandante della<br />

Regione Militare Sardegna, scrisse all'assessore<br />

regionale all'Ambiente Emilio Pani (nominato<br />

dallo ‘smemorato’ presidente Mauro Pili): ”Le<br />

Forze Armate offrono alla Regione Sardegna la<br />

possibilità di svolgere da parte di qualsiasi persona<br />

da voi incaricata, a qualsiasi ora, in qualsiasi<br />

giorno, con qualsivoglia strumento… controlli<br />

finalizzati al monitoraggio dell’aria, del terreno<br />

e dell’acqua nei poligoni della Sardegna”.<br />

Un anno prima, il 9 febbraio 2001, Il Corriere<br />

della Sera aveva informato gli italiani sui circa<br />

800 prodotti di uso quotidiano fatti con uranio<br />

impoverito: dagli stent cardiaci alle mazze da<br />

golf, alle candele per auto, respiratori subacquei,<br />

microfoni, forni a microonde, auricolari<br />

ecc. Il 7 febbraio 2004, L'Unione Sarda riportava<br />

il parere di un medico cagliaritano, Andrea<br />

Cadelano, stabilitosi in Kosovo: “...in queste<br />

zone non sono stati registrati casi neppure tra i<br />

bambini che pure giocano in mezzo ai carri<br />

armati e residuati bellici... Abbiamo anche realizzato<br />

un grande canile in una zona bombardata,<br />

ma le nostre bestie sono sempre tutte<br />

sanissime”. Il 25 febbraio 2011, La Nuova<br />

Sardegna titolava: “Uranio impoverito. Chiuse<br />

due inchieste della Procura di Cagliari: Nessuna<br />

traccia di uranio impoverito”. Il 21 agosto 2012,<br />

il Corriere della Sera, con un articolo in prima<br />

pagina informava l'Italia che il guinness mondiale<br />

di longevità era stato consegnato ai nove<br />

fratelli Melis abitanti a Perdasdefogu, campati<br />

dell'aria, dell'acqua e dei prodotti della terra<br />

all'ombra del famigerato poligono. Il 27 settembre<br />

2014, L'Unione Sarda riferiva che due ricercatori<br />

dell'Università di Cagliari, Luca Gaviano e<br />

Donatella Petretto, avevano scoperto che una<br />

delle ‘blue zone’ del mondo è il paese di<br />

Teulada, quello ‘vittima’ dell’omonimo poligono.<br />

I numeri scaturiti dalla ricerca sulla longevità<br />

dei teuladini erano incredibili. L'1 aprile<br />

2015, L'Unione Sarda informava che i poligoni<br />

sardi avevano superato l'esame dell’Arpas<br />

(Agenzia regionale per l'ambiente) e risultati<br />

della analisi approvati dalla Regione. Nello stesso<br />

giorno, La Nuova Sardegna informava:<br />

“Quirra, Salute a rischio? Uno studio lo nega”.<br />

Il 17 aprile 2015, L'Unione Sarda pubblicava: “Il<br />

Tar ha emesso la sentenza. Valery Melis è morto<br />

per cause che non hanno nulla che vedere con<br />

l'Uranio impoverito”. Il 17 giugno 2015,<br />

L'Unione Sarda parlava dei centenari sardi di<br />

Perdas, dell'Ogliastra e di Teulada. 50 membri<br />

dell'Icc (Comitato internazionale dei centenari)<br />

sono in Sardegna per capire come mai proprio<br />

a Perdas e a Teulada, oltre che a Okinawa, altra<br />

tappa del loro viaggio, la gente campi così a<br />

lungo. Il 18 giugno 2015, L'Unione Sarda titolava:<br />

“Perdasdefogu. La blue zone. L'elisir di<br />

lunga vita”. Già dal 2001, l’oncologo Franco<br />

Mandelli escluse il nesso tra Uranio impoverito<br />

e possibili conseguenze tumorali, anche se successivamente,<br />

dopo una campagna alimentata<br />

dalla sinistra politica sarda, fu spinto a usare la<br />

formula “…non si può escludere che…”.<br />

Passò in seconda linea il fatto che nei poligoni<br />

sardi non ci fosse traccia. Il 29 settembre del<br />

2001, il professor Franco Nobile, in un convegno<br />

promosso dall'Ocra del coordinamento<br />

toscano della Lega contro i tumori, rese pubblico<br />

il Rapporto scientifico redatto a seguito di<br />

una poderosa ricerca effettuata da un team<br />

composto da un centinaio di esperti. Le conclusioni<br />

del documento: “...non ci sembra certamente<br />

il caso di parlare di effetti acuti letali per<br />

l'UI”. Si pronunciarono contro la teoria UItumori<br />

anche l’Istituto superiore della sanità,<br />

l'Onu che varò un'apposita commissione<br />

(United nations environmetal program) che<br />

sentenziò: “La missione Unep conclude, pertanto,<br />

che i rischi sia radiologici che chimici<br />

dipendenti dalla presenza di proiettili a base di<br />

UI sono irrilevanti”. Quindi, fu la volta della<br />

Commissione europea per l’ambiente, presieduta<br />

da Margot Wallstrom e del professor<br />

Giuseppe Remuzzi dell’Istituto Negri di<br />

Bergamo, che scrisse “cosa emerge da tutte<br />

queste conoscenze? Che l'UI, che emette 3<br />

milioni di volte meno radioattività del Ra-226<br />

che si usava una volta per vedere al buio le lancette<br />

delle sveglie, alle concentrazioni a cui sono<br />

stati esposti i soldati del Golfo e del Kosovo, non<br />

ha conseguenze sulla salute e non provoca cancro<br />

per effetto chimico, né per effetto della<br />

radioattività”. Infine, quest’anno, due personalità<br />

di fama mondiale, i professori Giorgio<br />

Trenta e Mario Marini del Politecnico di Milano<br />

(poi tacciato di imperizia dal noto magistrato<br />

promotore delle esumazioni di salme di pastori<br />

tese a dimostrare la nota teoria), confermarono<br />

i giudizi espressi dalle precedenti commissioni<br />

di inchiesta.<br />

A questo punto è doveroso fare una distinzione<br />

tra chi era (e resta) in malafede e chi invece era<br />

solo colpevolmente disinformato o ideologicamente<br />

condizionato. Tuttavia, queste due categorie<br />

hanno la responsabilità di avere causato<br />

danni e costi considerevoli all'economia sarda.<br />

Oggi è grottesco che qualcuno abbia ancora la<br />

faccia tosta di proporre nuove commissioni<br />

d'inchiesta. Spero nel motto "una risata li seppellirà",<br />

almeno per quanto riguarda chi non si<br />

ferma neanche davanti alle proposte più allucinanti:<br />

dopo la riesumazioni di cadaveri, ora le<br />

bonifiche da effettuare nel sottosuolo fino a<br />

trenta metri di profondità (il noto Accame).<br />

Questi personaggi che sulla bufala dell'UI<br />

hanno costruito la loro visibilità politica, speculando<br />

sulla disinformazione o la dabbenaggine<br />

di alcuni, oggi dovrebbero quanto meno scusarsi<br />

ed essere chiamati a rispondere (e non solo<br />

in termini di consenso elettorale) dei danni provocati,<br />

non ultimo il rischio sempre incombente<br />

di chiudere, insieme ai poligoni, anche la<br />

Brigata Sassari. Ma è soprattutto auspicabile che<br />

ora la classe politica e i cosiddetti ambientalisti<br />

dedichino le loro energie per risollevare le derelitte<br />

sorti della Sardegna realizzando finalmente<br />

qualcosa in quel 96% di coste dove i militari<br />

non sono mai stati presenti e in quel 99,5% del<br />

territorio sardo che non è proprietà del demanio<br />

militare.<br />

*Generale, già comandante della “Brigata<br />

Sassari” (fonte:admaioramedia.it)<br />

Pubblichiamo anche questo<br />

commento del Gen. Nicolò<br />

Manca, anche lui ex<br />

Comandante della Brigata<br />

Sassari. Dichiarazioni che testimoniano<br />

innanzi tutto l’amore<br />

per la propria terra e l’orgoglio<br />

di sardità. Purtroppo nessuno<br />

dei responsabili ai danni procurati<br />

alla Sardegna ed ai sardi<br />

non pagano e, spesso, gli elettori<br />

dimenticano chi veramente<br />

sono certi politici.<br />

N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 www.ilconsumatore.eu


CAUTELA NEL PARLARE DI SERVITÙ<br />

M<strong>IL</strong>ITARI, NOI SARDI<br />

SIAMO SPECIALISTI<br />

NELL’AUTOCASTRAZIONE<br />

del Gen. Giangabriele Carta*<br />

Nell’indagine conoscitiva in materia di servitù<br />

militari (pubblicata lo scorso anno dalla<br />

Camera dei deputati) la premessa è totalmente<br />

falsa: si parla di gravi patologie tumorali<br />

riscontrare nelle popolazioni che vivono attorno<br />

al Poligono di Quirra, ipotesi copiata da un quotidiano<br />

isolano che da qualche anno conduce<br />

una guerra personale contro i sardi che vestono<br />

l’uniforme. I dati scientifici rilevati da quattro<br />

commissioni disposte di volta in volta da<br />

Regione, Ministero della Salute, Arpa Sardegna,<br />

Magistratura hanno invece dimostrato il contrario.<br />

Le rilevanze tumorali in quelle aree sono<br />

addirittura inferiori alla media regionale e nazionale…<br />

Come dire che il Poligono fa bene. Ci si<br />

lamenta che aree di pregio come Porto<br />

Tramatzu e le Sabbie bianche di Porto Pino<br />

essendo nel Poligono di Teulada siano precluse<br />

ai sardi. Falso, da anni sono spiagge che dal<br />

primo giugno al 30 settembre sono gestite da<br />

cooperative di Teulada e Sant'Anna Arresi.<br />

Chiunque volesse fare un giro con il gommone<br />

nelle acque del poligono di Capo Teulada, può<br />

affittare un natante dal signor Selis, proprio a<br />

Porto Tramatzu. Il discorso che le Sabbie<br />

Bianche non siano fruibili tutto l’anno è vero,<br />

ma nei mesi invernali non si vede nessuno sulle<br />

spiagge della Sardegna, da Cannigione a Nora, a<br />

Chia e Tuerredda.<br />

Si auspica un più forte impegno della Scuola sottufficiali<br />

de La Maddalena, ma ormai al grido “A<br />

Foras sos Americanos… A Foras sos Militares”<br />

dei 1.500 marinai di qualche anno fa ne restano<br />

solo 200 (gli altri sono emigrati a Taranto) e i<br />

3.000 americani sono andati altrove a spendere<br />

i loro dollari. A proposito. Visto che, partiti gli<br />

americani, non si è più parlato di radioattività.<br />

Ma allora era anche questa una ipotesi giornalistica?<br />

Il presidente della Giunta regionale,<br />

Francesco Pigliaru, audito, auspica un uso duale<br />

per il Poligono di Perdas. Ma allora perché si è<br />

opposto alla realizzazione di una adeguata pista<br />

di atterraggio e di alcune infrastrutture destinate<br />

ad ospitare lo sviluppo dei droni europei?<br />

Purtroppo, le ditte interessate si sono trasferite<br />

in Puglia facendo felice Vendola che si vedrà arrivare<br />

un centinaio di tecnici altamente specializzati<br />

che spenderanno da lui i loro stipendi. L’on.<br />

Piras sostiene che si è riscontrato a Teulada un<br />

decremento demografico : ovvio, ciò vale per<br />

tutti i paesi della Sardegna che non siano attorno<br />

alle grandi città. L’on. Scanu, bontà sua, dice<br />

che bisogna chiudere Teulada, ma organizzarsi<br />

per reperire e garantire posti di lavoro sicuri in<br />

alternativa. Benissimo, segnalo però che non<br />

sono i soli 1.500 uomini e donne occupati a<br />

Teulada, occorre pensare anche agli altri 7.000<br />

posti di lavoro che dovranno essere reperiti, perché<br />

la chiusura del Poligono implicherà la chiusura<br />

della Brigata Sassari, con annessi e connessi.<br />

Capo Frasca? Qui è tutta una balla: quello<br />

è un poligono ‘virtuale’ dove non si spara, ma si<br />

impiegano artifizi fumogeni. Il poligono è un<br />

promontorio roccioso basaltico da sempre privo<br />

di vegetazione. Il problema è che, chiudendo<br />

Capo Frasca, occorrerà dire addio a 1.000 buste<br />

paga del personale italiano e a 500 buste paga<br />

del Reparto addestrativo tedesco di<br />

Decimomannu. Finisco qui.<br />

Bisogna essere cauti quando si parla di queste<br />

cose perché noi sardi siamo specialisti nell’autocastrazione.<br />

Basti pensare alla insensata opposizione<br />

della Regione alla esercitazione aerea<br />

che avrebbe visto confluire a Decimomannu<br />

ben 5.000 tra piloti, valutatori, tecnici elettronici<br />

etc., che assistevano i velivoli delle aviazioni della<br />

Nato. I 5.000 uomini stanno occupando (60<br />

giorni) gli alberghi e ristoranti di Trapani e provincia,<br />

e noi ci siamo tenuti, senza alcuna ricaduta<br />

economica, l’esercitazione che continua a<br />

svolgersi nel cielo tra Spagna e Sardegna.<br />

* 30° Comandante Brigata Sassari<br />

(dal giornale "Con la Brigata Sassari")<br />

ripreso da admaioramedia.it<br />

www.ilconsumatore.eu N° 249 - LUGLIO-AGOSTO 2015 39


L’INFRASTRUTTURA ENEL<br />

AL SERVIZIO DEL DIGITALE:<br />

TUTTI INSIEME PER UN’ITALIA<br />

DIGITALE?<br />

di Silvia Compagnucci<br />

L<br />

’indagine congiunta AGCM/AGCOM ed i successivi<br />

piani del Governo per lo sviluppo<br />

della banda larga ed ultra-larga in Italia<br />

hanno messo in luce il ritardo accumulato dal<br />

nostro Paese nel perseguimento degli ambiziosi<br />

obiettivi fissati dall’Agenda Digitale sia dal punto<br />

di vista infrastrutturale che socio-culturale. È<br />

ancora molto alta, infatti, la percentuale di individui<br />

che non utilizzano internet e/o che non ne<br />

colgono l’utilità, così come ancora ridotte<br />

appaiono le nostre competenze digitali se messe<br />

a confronto con il trend dei Paesi più evoluti in<br />

Europa e nel mondo. Siamo ancora all’inizio di<br />

un percorso che ci porterà – speriamo in tempi<br />

rapidi – all’instaurazione di una vera e propria<br />

società digitale in cui la rete diventerà davvero il<br />

“luogo” privilegiato in cui ricercare e scambiare<br />

informazioni e concludere transazioni. Oltre ad<br />

40<br />

un processo di maturazione socio-culturale è<br />

richiesto, chiaramente, un importante sforzo –<br />

in termini di investimenti – agli operatori, per lo<br />

sviluppo delle infrastrutture e delle tecnologie<br />

fisse e mobili. Si tratta di investimenti ingenti,<br />

fondamentali per il futuro del sistema Paese,<br />

sul cui ritorno, quantomeno nel breve periodo,<br />

è lecito nutrire qualche dubbio.<br />

In un contesto così incerto in cui, oltre all’infrastrutturazione<br />

del Paese, è richiesta una rivoluzione<br />

socio-culturale idonea ad accompagnare<br />

gli investimenti degli operatori e, dunque, lo sviluppo<br />

del Paese, particolarmente interessante<br />

appare l’annuncio proveniente dall’amministratore<br />

delegato di Enel secondo il quale, per<br />

cablare 33 milioni di case, basterebbero 4/6<br />

miliardi. Si tratta di un annuncio interessante<br />

ove si consideri che viene esclusa la partecipazione<br />

da parte dell’azienda alle gare per investire<br />

nella banda ultra-larga e manifestata la disponibilità<br />

a mettere a disposizione di quanti<br />

vorranno investire la propria rete. Inutile dire<br />

che l’infrastruttura di Enel è capillare e che l’utilizzo<br />

dei cavidotti esistenti, consentendo di evitare<br />

nuovi scavi che, come noto, rappresentano<br />

la voce di costo più poderosa nei piani di investimento<br />

degli operatori, potrebbe offrire buone<br />

possibilità di risparmio. Considerate le stime<br />

che quantificano in 16 miliardi i costi per collegare<br />

20 milioni di punti, risultano particolarmente<br />

interessanti le possibili sinergie che<br />

potrebbero essere realizzate – secondo le parole<br />

dell’amministratore delegato di Enel – nell’ambito<br />

dell’attività di sostituzione dei contatori<br />

e che potrebbero ridurre il costo di cablaggio<br />

di 33 mln di case a 4/6 miliardi. Le stesse stime,<br />

seppur ancora ad un certo livello di approssimazione,<br />

indicherebbero infatti come portare<br />

la fibra nell’ultimo miglio, dal cabinet alle case,<br />

a 20 milioni di punti costerebbe mille euro a<br />

punto, con un onere complessivo di 16 miliardi,<br />

che si ridurrebbero di quattro volte mediante<br />

utilizzo dell’infrastruttura di Enel.<br />

Non v’è dubbio che qualora i nuovi contatori<br />

fossero in grado di supportare tale connubio, si<br />

tratterebbe di un’interessante opportunità da<br />

valutare – non solo dal punto di vista economico,<br />

ma soprattutto dal punto di vista normativoregolamentare<br />

– in un’ottica di agevolazione<br />

della posa della fibra e di risparmio in un contesto<br />

così incerto che non è in grado di offrire<br />

garanzie sugli sviluppi futuri della domanda e<br />

sulla capacità della stessa di sostenere l’offerta<br />

degli operatori ma che comunque impone al<br />

nostro Paese di stare al passo con il resto<br />

d’Europa.<br />

www..i-com.it<br />

N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 www.ilconsumatore.eu


In assenza di una<br />

specifica disciplina sui<br />

professionisti della<br />

privacy, spesso sono gli<br />

utenti a rimetterci<br />

trovandosi vessati nella<br />

loro sfera privata. Avviato<br />

un progetto di norma per<br />

individuare regole che<br />

garantiscano maggiore<br />

trasparenza sul mercato<br />

PRIVACY OFFICER,<br />

PIÙ TRASPARENZA DEL MERCATO<br />

CON UNA NORMA UNI<br />

Che gli utenti siano sempre più spiati quando<br />

navigano in rete non è più una novità,<br />

come dimostrano i numerosi annunci<br />

pubblicitari che compaiono e ci perseguitano<br />

sul browser, i quali rispecchiano con estrema<br />

precisione i nostri gusti ed abitudini di consumo.<br />

Tale comportamento ha reso necessario<br />

l’intervento del Garante con un provvedimento<br />

che ha introdotto l'obbligo di informare l'interessato<br />

quando il sito web che sta visitando utilizza<br />

dei cookies che profilano i nostri comportamenti<br />

online.<br />

Ulteriore garanzia, a favore del consumatore<br />

che utilizza internet, riguarderà il privacy officer,<br />

la figura esperta in materia di protezione dati<br />

disciplinata dal regolamento europeo che, dopo<br />

tre anni e mezzo di gestazione a Bruxelles, quest'anno<br />

attende di essere approvato e che introdurrà<br />

questo professionista già diffuso da<br />

tempo negli USA e in altri 15 Stati membri<br />

dell'UE.<br />

Sebbene si tratti di un professionista che nelle<br />

aziende e nelle pubbliche amministrazioni ha il<br />

compito di vigilare sul rispetto del Codice sulla<br />

protezione dei dati personali, contribuendo ad<br />

assicurare trasparenza e maggiori tutele sul<br />

rispetto della privacy dei cittadini, in Italia non è<br />

ancora stata emanata alcuna legge specifica, né<br />

il Garante ha adottato provvedimenti per disciplinare<br />

il privacy officer. In attesa del<br />

Regolamento Privacy UE, sembra però che<br />

finalmente la situazione di stallo a livello locale<br />

si stia sbloccando grazie all’avvio ufficiale dell’<br />

inchiesta pubblica preliminare che permetterà<br />

di ottenere la pubblicazione di una Norma UNI<br />

in grado di definire i profili delle figure professionali<br />

che si occupano di privacy.<br />

"In Italia la privacy è considerata ancora come<br />

una burocrazia inutile, consistente in documenti<br />

da firmare, ma spesso sono i consumatori<br />

stessi ad autorizzare inconsapevolmente l'utilizzo<br />

dei loro dati per finalità di marketing in<br />

cambio di una fidelity card o attratti dalla possibilità<br />

di ricevere un certo premio, e non di rado<br />

questo avviene in maniera non trasparente<br />

senza ricevere un'adeguata informativa, o senza<br />

la possibilità di prestare un consenso legalmente<br />

valido - spiega il presidente di Federprivacy<br />

Nicola Bernardi - L'introduzione del nuovo<br />

regolamento europeo darà maggiori tutele all'utente<br />

anche attraverso l'introduzione del privacy<br />

officer, che nel nostro Paese è una professione<br />

rientrante nella Legge 4/2013 relativa alle professioni<br />

non protette. La nostra associazione<br />

conta circa 1.000 associati, e dal 2011 ha promosso<br />

la certificazione del privacy officer rilasciata<br />

dal TÜV Examination Institute sulla base<br />

del nostro disciplinare. Tuttavia, servono regole<br />

condivise per dare più trasparenza al mercato, e<br />

quindi anche maggiori tutele per gli utenti finali.<br />

Per questo, da Settembre 2013 abbiamo chiesto<br />

ad UNI di sviluppare una norma tecnica<br />

sulle figure professionali in ambito privacy."<br />

Poichè lo sviluppo di una norma tecnica deve<br />

avvenire secondo precisi principi di partecipazione<br />

e trasparenza, rispondendo alle concrete<br />

esigenze del mercato, grandi imprese e associazioni<br />

di categoria potranno inviare fino al prossimo<br />

2 Luglio i loro commenti, in qualità di stakeholders,<br />

tramite il sito di UNI con la possibilità<br />

di partecipare al tavolo dei lavori (Codice<br />

Progetto E14D00036). La prossima riunione<br />

per il progetto di norma relativo alle figure professionali<br />

esperte di privacy all' Ente Italiano di<br />

Normazione si terrà il 16 Luglio 2015.<br />

Ufficio Stampa Federprivacy<br />

press@federprivcy.it - www.federprivacy.it<br />

Twitter: @Federprivacy - 335 147.33.33<br />

Per info: Mediamover<br />

039 6022227<br />

info@mediamover.it - www.mediamover.it<br />

www.ilconsumatore.eu N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 41


Sul portale è stato creato ad hoc un profilo<br />

falso di un ristorante a Moniga del Garda,<br />

che con solo 10 recensioni tarocche<br />

di eccellenza è balzato in un mese in cima<br />

alla classifica. Nessun controllo o filtro<br />

NUOVA BUFERA SU TRIPADVISOR<br />

PER RISTORANTE INESISTENTE<br />

PRIMO IN CLASSIFICA<br />

Ancora una volta è venuta a galla la totale<br />

inattendibilità delle classifiche di<br />

TripAdvisor. A dimostrarlo è il profilo di un<br />

ristorante inesistente che in poche settimane,<br />

grazie soltanto a 10 recensioni positive<br />

(anch’esse, naturalmente, fasulle), ha raggiunto<br />

la vetta del miglior ristorante di Moniga del<br />

Garda (Bs), scalzando altri ristoranti che di<br />

recensioni ne avevano diverse centinaia…<br />

Italia a Tavola ha partecipato, insieme ad alcuni<br />

ristoratori, alla creazione su TripAdvisor del profilo<br />

di un locale inesistente, il “Ristorante<br />

Scaletta”. Il fantomatico locale ha “aperto”<br />

verso la fine di aprile: il 25 di quel mese, infatti,<br />

ecco spuntare la prima recensione, con giudizio<br />

“eccellente” (5 pallini verdi). Anche le<br />

successive 9 recensioni, pubblicate tra il 19<br />

maggio e il 20 giugno, hanno attribuito il massimo<br />

punteggio. Nel giro di un mese soltanto, la<br />

“Scaletta” ha rapidamente “scalato” la classifica<br />

dei migliori ristoranti di Moniga, superando<br />

anche “L’Osteria H2O” che era il primo in classifica<br />

fino a due giorni fa e che può vantare oltre<br />

300 recensioni, di cui 201 con valutazione<br />

“eccellente”. L’intento che ci ha portato ad<br />

appoggiare la creazione di un falso profilo era<br />

scrivere una serie di recensioni, tutte estremamente<br />

positive, appositamente per vedere se<br />

sarebbero state pubblicate e se da parte del portale<br />

ci sarebbero stati almeno dei minimi controlli,<br />

sia sulla reale esistenza del ristorante sia<br />

sulla attendibilità delle recensioni, tutte stranamente<br />

positive, da 5 pallini verdi. Ma evidentemente,<br />

nonostante ciò che continua ad affermare<br />

TripAdvisor, non c’è stato nessun tipo di<br />

controllo. Sarebbe bastato davvero poco per<br />

accorgersi che l’indirizzo del “Ristorante<br />

Scaletta” è inesistente, mentre il numero di<br />

telefono corrisponde a un vecchio numero della<br />

Polizia municipale di Manerba del Garda.<br />

Siamo di fronte all’ennesima dimostrazione<br />

che su TripAdvisor non esiste alcun filtro: viene<br />

creato un nuovo profilo di locale e nessuno controlla<br />

la veridicità dei dati inseriti, e di fronte a<br />

una serie di recensioni tutte positive e giudizi<br />

tutti al massimo grado di eccellenza non scatta<br />

nessun allarme. Come è possibile che questo<br />

accada? TripAdvisor, lo ribadiamo ancora una<br />

volta, è un sistema troppo aperto e soggetto a<br />

qualunque tipo di frode. Ed è proprio per questo<br />

motivo che le sue classifiche non possono<br />

essere prese per valide. Così come è accaduto<br />

La replica di Tripadvisor “Creare recensioni o profili aziendali falsi solo<br />

per cercare di coglierci in fallo è un esperimento del tutto privo di<br />

senso, trattandosi di una pratica che differisce dalle frodi che monitoriamo<br />

e individuiamo quotidianamente. Sappiamo che quando un frodatore<br />

cerca di manipolare le classifiche sul nostro sito si lascia alle<br />

spalle degli schemi che abbiamo modo di tracciare e che tracciamo.<br />

Abbiamo analizzato a fondo le recensioni per più di dieci anni e possiamo<br />

quindi riconoscere i comportamenti normali di un recensore da<br />

quelli che non lo sono; è così che individuiamo le frodi. In qualità di<br />

sito di viaggi più visitato al mondo, siamo fortemente impegnati a<br />

garantire che i contenuti su TripAdvisor forniscano una fonte d’informazione<br />

utile e affidabile per coloro che pianificano un viaggio ovunque<br />

nel mondo. In questo caso, abbiamo indagato e rimosso dal sito<br />

le recensioni e il profilo che non rispettavano le nostre linee guida.<br />

Oltre a essere una violazione dei nostri termini di servizio e una pratica<br />

non etica, postare recensioni false è anche una violazione della<br />

legge in molti paesi e viola i termini del Codice del Consumo italiano”<br />

per i commenti della falsa Scaletta, c'è da aspettarsi<br />

che lo siano anche molti di quelli registrati<br />

su locali che magari pagano per stare ai primi<br />

posti. E quel che è peggio è il fatto che non solo<br />

si innesca un meccanismo di concorrenza sleale<br />

tra i vari locali, che possono inserire o far<br />

inserire (anche a pagamento, come ha dimostrato<br />

recentemente anche un servizio di<br />

Striscia la notizia) recensioni positive o negative<br />

per raggiungere i primi posti della classifica, ma<br />

chi ne risulta fortemente danneggiato da tutto<br />

questo sistema è il consumatore finale, il potenziale<br />

cliente, che nella scelta di un ristorante<br />

magari si affida a TripAdvisor dando credito alle<br />

recensioni pubblicate e alle classifiche...<br />

Per dare l’opportunità ai ristoratori, così come<br />

ai gestori di hotel, bar, agriturismi, ecc., di prendere<br />

le distanze da questo sistema dannoso e<br />

ingannevole, da qualche settimana Italia a<br />

Tavola ha lanciato la campagna #NoTripAdvisor<br />

contro l’anonimato, le false recensioni e le classifiche<br />

truccate. Tano Simonato, Filippo La<br />

Mantia, Marco Blasi e Matteo Scibilia sono solo<br />

alcuni dei molti ristoratori che, buttando via il<br />

certificato di eccellenza di TripAdvisor e sostituendolo<br />

con la nostra vetrofania<br />

#NoTripAdvisor, hanno voluto condividere<br />

pubblicamente la decisione di dissociarsi da un<br />

sistema di recensioni sempre più truccato e<br />

inattendibile, al contempo comunicando ai propri<br />

clienti che non si vuole essere sospettati di<br />

avere comprato recensioni. Alla luce degli innumerevoli<br />

casi segnalati negli ultimi anni, in più<br />

di un’occasione Italia a Tavola ha dato a<br />

TripAdvisor l’opportunità di replicare alle tante<br />

lamentele e segnalazioni di anomalie, senza<br />

avere quasi mai una risposta. Siamo arrivati<br />

anche ad organizzare a Firenze, lo scorso anno,<br />

in occasione del Premio Italia a Tavola, un confronto<br />

pubblico tra rappresentanti del portale<br />

americano e sindacati dei pubblici esercizi, ma<br />

al di là dell’impegno a parole, ad oggi nulla è<br />

concretamente cambiato. E nemmeno la multa<br />

dell’Antitrust di 500mila euro è servita a far<br />

prendere a TripAdvisor dei reali provvedimenti<br />

per far diventare il portale una vera risorsa per<br />

gli operatori e per i consumatori, invece che un<br />

ricettacolo di falsità e classifiche truccate.<br />

di C.S. -www..teatronaturale.it<br />

42<br />

N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 www.ilconsumatore.eu

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