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Monte_Amiata_Gennaio_Marzo_2017

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Trimestre della Sezione del Club Alpino Italiano "Umberto Vivi" di Siena<br />

Il <strong>Monte</strong> <strong>Amiata</strong><br />

Anno 47 N.1 <strong>Gennaio</strong>/<strong>Marzo</strong> <strong>2017</strong>


SOMMARIO<br />

3 <strong>2017</strong>: un anno di novità<br />

Dario Bagnacci<br />

4 Congresso Nazionale degli AE a Siena<br />

Massimo Vegni<br />

5 Raduno Nazionale di cicloescursionismo in<br />

Valle D'Aosta<br />

Antonio Burroni<br />

6 Settimana Nazionale dell'escursionismo <strong>2017</strong><br />

Massimo Vegni<br />

7 La grande parete, un grande giornalista e il<br />

confine con l'aldilà<br />

Stefano Carli<br />

9 Il giro del Zimon<br />

Claudio Lucietto<br />

12 Ottobre<br />

Cosetta Marzini<br />

13 Vacanze... senza Vacanza Alpina<br />

Nino Cioni<br />

14 La Sezione informa<br />

DALLA REDAZIONE<br />

Da qualche anno la redazione spedisce mensilmente a tutti i soci la Newsletter, per informarli sulle attività<br />

sezionali del mese successivo: aperture di iscrizioni, iniziative per cui sono ancora disponibili posti, attività<br />

sezionali varie e i dettagli organizzativi delle uscite del mese. Ci sembra un buon<br />

modo per tenere aggiornati i soci e aiutare chi organizza le escursioni a informare<br />

i partecipanti su quei dettagli organizzativi (ritrovi, orari etc…) che di solito sono<br />

disponibili solo in prossimità dell’uscita. A tale scopo, è necessario che gli<br />

organizzatori facciano pervenire alla redazione (redazionecaisiena@gmail.com)<br />

le informazioni che vogliono includere in tempo utile, cioè entro il 20/25 del<br />

mese precedente, così da consentirci di spedire la Newsletter entro il primo<br />

giorno del mese, o anche 1‐2 giorni prima, in modo da non penalizzare le uscite<br />

previste nei primissimi giorni del mese. Normalmente, in assenza di comunicazioni<br />

o di una locandina, contattiamo gli organizzatori telefonicamente o via mail<br />

per sapere se vogliono inserire dettagli in Newsletter; continueremo a farlo, ma<br />

invitiamo tutti coloro che organizzano uscite a ricordarsi che esiste questo mezzo<br />

di comunicazione, in modo da non dover fare gli “stalker” e da evitare che, poiché non tutti guardano la<br />

mail giornalmente, le comunicazioni giungano in ritardo impedendoci di fornirle tempestivamente ai soci.<br />

Cogliamo l’occasione per informare i soci che nel mese di gennaio provvederemo ad una verifica generale<br />

degli indirizzi e-mail inclusi nella mailing list; tutti quegli indirizzi che nel corso del 2016 siano risultati<br />

non funzionanti (e-mail tornate ripetutamente indietro per indirizzo non esistente o casella di posta piena)<br />

verranno cancellati. Se non ricevete più le mail sezionali e vorreste ricominciare a riceverle, vi chiediamo<br />

quindi di inviare alla redazione (redazionecaisiena@gmail.com) un indirizzo e-mail funzionante e provvederemo<br />

a reinserirvi; in alternativa, potete registrarvi direttamente sul sito della sezione<br />

(http://www.caisiena.it/newsletter.py).<br />

In copertina: con le ciaspole nella Foresta del Teso (foto di Stefano Viti)


Ultime dalla Sezione<br />

Il <strong>Monte</strong> <strong>Amiata</strong> - 1 - <strong>2017</strong><br />

Dario Bagnacci<br />

<strong>2017</strong>: un anno di novità<br />

Un paio di novità importanti attendono la<br />

Sezione nel nuovo anno. La prima è quella<br />

che avete tra le mani e state sfogliando,<br />

cioè la nuova veste grafica de “Il <strong>Monte</strong><br />

<strong>Amiata</strong>”. Ci stavamo lavorando senza clamore<br />

da quasi un anno ed alla fine, dopo<br />

numerose e necessarie prove ed esperimenti,<br />

è nato il prodotto che state<br />

leggendo. La grafica è più attuale, moderna,<br />

più accattivante e soprattutto si presenta<br />

più leggibile, permettendo di dare il<br />

giusto risalto alle tante belle foto che<br />

scattiamo durante le nostre attività. Può<br />

darsi che ci sia bisogno di qualche leggero<br />

aggiustamento, ma il risultato sembra subito<br />

positivo e valido. Attendiamo il vostro<br />

giudizio ed eventuali suggerimenti e consigli.<br />

Da parte mia un doveroso ringraziamento<br />

a tutta la Redazione ed in particolare a Gabriele<br />

Clementi che è stato il perno di tutta<br />

questa operazione e si è occupato della<br />

realizzazione della grafica e della impaginazione.<br />

L'altra novità che arriverà nel <strong>2017</strong> sarà<br />

l'acquisizione della personalità giuridica.<br />

Voglio ricordare la parole di Letizia Peri durante<br />

l'Assemblea di novembre: “È un momento<br />

di crescita per una Associazione,<br />

come un divenire adulti.” Quello che ci<br />

accingiamo a fare deve essere valutato in<br />

tal senso.<br />

L’assemblea di marzo avrà un parte<br />

straordinaria in cui formalizzeremo la richiesta<br />

alla Regione Toscana votando un<br />

nuovo Statuto aggiornato in base alle indicazioni<br />

avute dalla Sede Centrale. Questo<br />

permetterà ai futuri dirigenti ed ai soci di<br />

agire con tranquillità e di avere autonomia<br />

patrimoniale, senza perdere però – ed è<br />

ciò che conta ‐ lo spirito che ha animato e<br />

che animerà sempre l’Associazione, che<br />

continuerà ad essere un’associazione di volontariato.<br />

Congratulazioni a due Soci: a Carlo Cerasoli<br />

per la magnifica mostra di suoi dipinti<br />

svoltasi a novembre a Palazzo Patrizi in cui<br />

è stata esposta anche una serie di copertine<br />

storiche degli anni '90 de “Il <strong>Monte</strong><br />

<strong>Amiata</strong>” da lui disegnate. Gli lancio subito<br />

una proposta, in accordo anche questa<br />

volta con la Redazione: un disegno a colori<br />

per una prossima copertina di questo nostro<br />

giornale.<br />

L'altro Socio che voglio pubblicamente<br />

ringraziare è Gabriele Maccianti, curatore<br />

della mostra "Fotografi in trincea. La guerra<br />

vista con gli occhi dei soldati senesi". Lo<br />

ringrazio a nome dell’Associazione perché<br />

il CAI di Siena è stato coinvolto come<br />

soggetto collaboratore e poi per la visita<br />

guidata che ci ha fatto fare il 16 dicembre.<br />

Per chi non avesse ancora visto la mostra<br />

ricordo che rimarrà aperta al Santa Maria<br />

della Scala fino al 15 gennaio.<br />

Il pensiero finale va ad Amatrice: per gli<br />

amici della Sezione di quella cittadina<br />

abbiamo raccolto 1.200 euro, che sono<br />

stati già inviati e che abbiamo chiesto siano<br />

destinati ad attività di alpinismo giovanile.<br />

A tutti i soci un sincero augurio di un fantastico<br />

<strong>2017</strong>.<br />

Nella pagina<br />

accanto, la parete<br />

Sud di Cima d’Asta<br />

si specchia<br />

nell’omonimo lago.<br />

Sotto, la lettera di<br />

ringraziamento del<br />

CAI di Amatrice.<br />

3


Il <strong>Monte</strong> <strong>Amiata</strong> - 1 - <strong>2017</strong><br />

Eventi Nazionali<br />

Massimo Vegni<br />

Congresso Nazionale degli<br />

AE a Siena<br />

Sotto, la<br />

commissione<br />

escursionismo<br />

regionale con i<br />

vertici del CAI.<br />

Siena 5 e 6 novembre 2016, ovvero la<br />

data dell’XI° Congresso Nazionale degli<br />

Accompagnatori di Escursionismo. Quando<br />

mesi fa gli Organi Centrali del Sodalizio<br />

comunicarono alla Commissione Regionale<br />

che per ospitare l’evento era stata scelta la<br />

Toscana e più precisamente Siena, una serie<br />

di stati d’animo diversi si impadronì di<br />

noi: stupore, orgoglio, preoccupazione ma<br />

anche la ferma volontà di organizzare<br />

qualcosa che sarebbe rimasto nella mente<br />

dei partecipanti. L’organizzazione è stata<br />

quanto mai impegnativa: in primis la ricerca<br />

di una struttura in grado di ospitare<br />

3/400 partecipanti, convenzionare una serie<br />

di alberghi, preparare locandine, studiare<br />

attività culturali per i familiari dei<br />

partecipanti ai lavori, ricevere le iscrizioni e<br />

tanto, anzi tantissimo, altro ancora. Più<br />

passavano i giorni e più cresceva la volontà<br />

da parte dei componenti della<br />

Commissione Regionale Escursionismo di<br />

dimostrare che anche in Toscana non difetta<br />

la capacità di organizzare eventi<br />

importanti. Il sottoscritto era poi mosso<br />

anche dalla voglia di far conoscere una<br />

Siena viva, accogliente, ricca di valori, di<br />

storia, di cultura, assai diversa da quella<br />

ultimamente dipinta a tinte fosche dai media<br />

nazionali. Siamo riusciti in tutto questo?<br />

Penso proprio di sì! Due giorni di intensi lavori<br />

nella splendida location dell’Hotel<br />

Garden per parlare delle novità che riguarderanno<br />

gli Accompagnatori di<br />

Escursionismo, dibattiti, la presentazione in<br />

anteprima nazionale da parte del Presidente<br />

Generale Vincenzo Torti del volume<br />

“L’Italia dei Sentieri Frassati”, l’intervento<br />

dei curatori del libro “Salaria”, i cui proventi<br />

sono destinati alla popolazione delle<br />

zone terremotate. I partecipanti hanno poi<br />

potuto conoscere ed apprezzare Siena in<br />

tutti i suoi aspetti: l’arte culinaria con la cena<br />

alla quale hanno partecipato 200 Soci,<br />

la cultura ed i valori delle Contrade con la<br />

visita ai musei di quattro Consorelle,<br />

l’escursionismo nella nostra provincia con il<br />

libro pubblicato da Gianfranco, che ha riscosso<br />

grande successo. A conclusione dei<br />

lavori, tantissimi sono stati i messaggi di<br />

apprezzamento per l’organizzazione e per<br />

la città giunti da ogni parte della penisola<br />

ed anche dai vertici del CAI. L’obiettivo è<br />

stato raggiunto. Per questo risultato è doveroso<br />

ringraziare tutti quei Soci che si sono<br />

prodigati per la buona riuscita<br />

dell’evento: i componenti di CRET e SRET<br />

per le operazioni organizzative e di registrazione,<br />

Giuliana e Gianfranco per aver<br />

accolto i partecipanti; la socia ed assessore<br />

Francesca per aver aperto i lavori portando<br />

i saluti dell’Amministrazione; i due Francesco,<br />

Cristiana e Giacomo per essersi<br />

alternati allo stand del libro sui Sentieri<br />

Frassati; Riccardo, Luca, Emmi e Dario per<br />

aver composto la Commissione Elettorale<br />

per il rinnovo della CCE; Rossella, Ilaria,<br />

Monica, Claudia ed Antonio per aver fatto<br />

conoscere e vivere la nostra città ai familiari<br />

dei congressisti.<br />

Siena trionfa ancora una volta immortale!<br />

4


Raduno Nazionale di<br />

cicloescursionismo in<br />

Valle D'Aosta<br />

Antonio Burroni<br />

Da dove si può cominciare per raccontare<br />

un’esperienza del genere? Certamente potrei<br />

descrivere i panorami stupendi, le salite<br />

che definire “importanti” è dire poco, il<br />

caldo anomalo che ci ha accompagnato, i<br />

numeri incredibili che hanno visto oltre 100<br />

partecipanti alle escursioni giornaliere...<br />

Ma vorrei cominciare dalla fine… l’ultimo<br />

giorno, al pranzo preparato dagli alpini<br />

della sezione di Chatillon, mi guardo<br />

attorno e vedo oltre 50 amanti della<br />

montagna di tutte le età, dagli 11 anni fino<br />

agli anta molto avanzati, provenienti da<br />

almeno 8 regioni diverse e non so da<br />

quante sezioni, che sembra siano stati assieme<br />

da una vita. Alla mia destra ho Antonio<br />

Montani, vicepresidente nazionale, che<br />

ha voluto partecipare all’ultima escursione<br />

assieme a noi. Ecco, anche questa presenza,<br />

assieme a tanti altri piccoli segnali,<br />

testimonia un cambiamento nell’atteggiamento<br />

del sodalizio nei confronti della mtb,<br />

così come è cambiato l’atteggiamento del<br />

cicloescursionista nella frequentazione della<br />

montagna. In 4 giorni e 6 escursioni, di cui<br />

una per metà in notturna, non c'è stato<br />

nessun problema grave sia meccanico che<br />

di cadute e, soprattutto, nessun problema<br />

con gli escursionisti a piedi che pure erano<br />

presenti in gran numero sui sentieri. Era un<br />

piacere vedere applicate alla lettera le direttive<br />

della commissione nazionale: precedenza<br />

agli escursionisti, scendere dalla bici<br />

sui passaggi difficili, mai effettuare una<br />

“derapata”. Ho partecipato assieme a degli<br />

amici veri, conosciuti tramite il corso di<br />

accompagnatore ciclo, Stefano Landeschi<br />

(sez. di Prato) e Massimo Tuccoli (sez. di Livorno)<br />

e altri soci da Firenze, Pistoia e<br />

ancora Livorno. Con loro ho diviso, oltre<br />

alla camera, anche le considerevoli fatiche<br />

per raggiungere i vari rifugi (in 4 giorni<br />

abbiamo percorso oltre 80 km di sentieri e<br />

oltre 3000 mt di dislivello), le emozioni, i<br />

divertimenti. Tra i tanti momenti e luoghi<br />

da ricordare c'è sicuramente il borgo di<br />

Chamois, comune di 101 abitanti non<br />

raggiungibile se non con la funivia, a piedi<br />

o in mtb; il rifugio l’Ermitage da dove, dopo<br />

una “frugale” cena, siamo ripartiti alla<br />

volta dell'hotel in notturna, adeguatamente<br />

equipaggiati con luci; il rifugio Duca degli<br />

Abruzzi, con vista mozzafiato sul Cervino;<br />

la salita verso il Rifugio Elena, durante la<br />

quale abbiamo potuto vedere con i nostri<br />

occhi di quanto si sono ritirati i ghiacciai<br />

del <strong>Monte</strong> Bianco; e infine il rifugio Bonatti,<br />

raggiunto con la vista costante del <strong>Monte</strong><br />

Sopra, il profilo del<br />

<strong>Monte</strong> Bianco visto<br />

dalla Val Ferret.<br />

5


Il <strong>Monte</strong> <strong>Amiata</strong> - 1 - <strong>2017</strong><br />

Eventi Nazionali<br />

Bianco e del Grand Jorasse. Il raduno si è<br />

concluso presso la sede degli Alpini della<br />

sezione di Chatillon, a base di risotto con<br />

fontina e polenta con stracotto. In coda al<br />

pranzo, l’annunciato passaggio di consegne…<br />

il prossimo anno spetterà alla Toscana<br />

ospitare il raduno Nazionale,<br />

nell’ambito della settimana nazionale<br />

escursionismo. Capofila sarà la sezione di<br />

Livorno, ma saranno impegnate gran parte<br />

delle sezioni toscane. Molte hanno già dato<br />

la loro adesione e colgo l’occasione per<br />

invitare chi volesse dare una mano a farsi<br />

avanti da subito perché il lavoro non<br />

manca. Ma ne riparleremo presto!<br />

SETTIMANA NAZIONALE DELL'ESCURSIONISMO <strong>2017</strong><br />

Dopo un bel po’ di anni torna in Toscana la Settimana Nazionale dell’escursionismo, l’evento che<br />

concentra nella stessa zona appassionati dell’andar lenti provenienti da ogni parte d’Italia. Dopo i Monti<br />

Sibillini, le cime dell’Emilia Romagna, il Cadore<br />

e la Valle d’Aosta, nel <strong>2017</strong> la settimana<br />

approda, dal 22 aprile al 1 maggio, lungo le<br />

coste della nostra regione e soprattutto nelle<br />

celeberrime isole dell’Arcipelago Toscano. Sotto<br />

la guida e la supervisione del Gruppo regionale<br />

un buon numero di Sezioni toscane hanno progettato<br />

e programmato escursioni lungo la costa<br />

grossetana, livornese e pisana, nella zona<br />

delle Colline Metallifere, nell’Isola d’Elba, nella<br />

Capraia, nella Gorgona e a <strong>Monte</strong>cristo. Al<br />

momento di andare in stampa sono state inserite<br />

a programma 42 giornate di escursione e<br />

già stanno arrivando le prime prenotazioni da<br />

parte di gruppi di escursionisti provenienti dalle<br />

Sezioni del nord Italia. La nostra Sezione si è<br />

impegnata nell’organizzazione di due iniziative:<br />

il 23 aprile con l’Anello delle Cornate ed il 30<br />

aprile con il Parco Archeo‐minerario di San<br />

Silvestro. I nostri Soci potranno comunque<br />

partecipare alle altre iniziative della Settimana,<br />

anzi ci auguriamo che vorranno, da soli o in<br />

gruppo, camminare lungo i sentieri delle coste<br />

e delle isole affiancati ad escursionisti provenienti<br />

da altre regioni per scoprire panorami e<br />

profumi irripetibili. Il programma completo della<br />

Settimana Nazionale dell’Escursionismo è<br />

consultabile sul sito www.settimanaescursionismo.it.<br />

6


Storie<br />

Il <strong>Monte</strong> <strong>Amiata</strong> - 1 - <strong>2017</strong><br />

Stefano Carli<br />

La grande parete, un grande giornalista<br />

e il confine con l'aldilà<br />

Giorno di San Valentino 2009. Assolutamente<br />

niente dei canonici atteggiamenti<br />

dettati dalla ricorrenza. Serata precedente a<br />

ripassare su libri e manuali per non<br />

incappare in brutte figure. Massima<br />

attenzione per l'abbigliamento e l'equipaggiamento<br />

dello zaino. Ciaspole rosse e<br />

vissute regolate alla perfezione, ramponi<br />

nuovi che dovranno attendere ancora molto<br />

per conoscere un filo di ruggine, una pala<br />

appena scartata e tremendamente maleodorante<br />

di petrolio. Fine settimana di fuoco<br />

per l'impegno, di ghiaccio per la situazione<br />

ambientale. Uno dei tanti spesi sul lungo<br />

percorso di formazione per AE, questa volta<br />

con il tema dell’ambiente innevato: lezioni<br />

di meteorologia, nivologia, bollettini valanghe,<br />

soccorso, cenni su ARTVA... e tutti<br />

quegli argomenti legati al mondo della<br />

montagna in presenza di acqua allo stato<br />

solido. Esercitazioni pratiche e osservazioni<br />

sul campo, abbondantemente innevato<br />

quasi fino alla nausea (...e se lo dico io !!!),<br />

nella valle dei Silenzi, anfiteatro naturale di<br />

origine glaciale alle pendici dei Balzi<br />

dell'Ora sul versante nord del Corno alle<br />

Scale. Qui il sole non batte da almeno un<br />

paio di mesi, fa un freddo indescrivibile,<br />

tanto che le punte dei piedi torneranno a<br />

riacquistare una normale sensibilità a fine<br />

viaggio di ritorno verso casa con il condizionatore<br />

caldo a “tutto busso”. Tardo pomeriggio<br />

di San Valentino 2009. Lezioni<br />

teoriche ultimate. Quasi tutti maschi, oltre<br />

una ventina, e se ricordo bene appena due<br />

ragazze. E così anche per quest'anno la ricorrenza<br />

è andata. In attesa della cena in<br />

un modesto quanto grazioso alberghetto di<br />

Vidiciatico, per ingannare quel poco tempo<br />

a disposizione, mi cade l'occhio su una rivista<br />

ormai datata sul periodico locale del<br />

parco regionale del Corno alle Scale. Qui<br />

ho il piacere e la fortuna di leggere<br />

un’intervista rilasciata dal più grande – a<br />

mio personale parere – giornalista del '900,<br />

originario di questa zona: Enzo Biagi, nato<br />

nel 1920 a Pianaccio, l'ultimo centro abitato<br />

che si incontra salendo la valle del<br />

torrente Silla. Da qui puoi proseguire appena<br />

un paio di chilometri fino il rifugio Segavecchia,<br />

per una strada forestale oggi<br />

asfaltata, ma ancora talmente stretta che un<br />

serpente di razza autoctona ben disteso<br />

verrebbe a occuparne tutta la carreggiata.<br />

Poi rimani solo sotto di lei: la grande, maestosa<br />

e inquietante parete est del Corno sale<br />

vertiginosamente di mille metri tra fitte<br />

faggete che presto lasciano il posto a<br />

grandi gradoni di arenarie, area mai potuta<br />

sfruttare per pascoli di alta quota e dove la<br />

neve rimane fino a tarda primavera per la<br />

totale assenza di irraggiamento solare<br />

nell'inverno. Osservando la cresta alla sinistra<br />

dalla punta del Corno verso lo Strofinatoio,<br />

Cancellino, la Malacarne e <strong>Monte</strong><br />

<strong>Gennaio</strong>, resti in vista del crinale appenninico<br />

che divide, dal punto di vista climatico,<br />

l'Europa continentale da quella mediterranea,<br />

quel piccolo tratto della spina dorsale<br />

italiana che segna oggi il confine fra Emilia<br />

e Toscana e un tempo, non tanto remoto,<br />

fra stato Pontificio e Granducato, ma che<br />

ha significato molto di più per gli abitanti di<br />

Pianaccio e di tutta l'alta valle del Silla. Sì,<br />

perché Enzo Biagi non solo ci racconta la<br />

sua vita di bambino e ragazzo in un paese<br />

sperduto di montagna, ma anche la cultura<br />

e la religione di una piccola comunità di un<br />

secolo fa, indissolubilmente legata con la<br />

Grande Parete, quando c'era ancora tanto<br />

analfabetismo, non si aveva una conoscenza<br />

geografica, con vie di comunicazione<br />

assai limitate e di telecomunicazioni<br />

inesistenti. Fra i suoi racconti è impossibile<br />

dimenticare il ricordo dei momenti di lutto<br />

che colpivano Pianaccio. Quando arrivava,<br />

al momento dell'estrema unzione, per tutta<br />

una comunità rassegnata a una mancanza,<br />

il prete era uso dire: “...ormai si trova già in<br />

Toscana”: quel mondo incognito che per<br />

tanto tempo si è immaginato al di là della<br />

Grande Parete.<br />

Sopra, Corno alle<br />

Scale in<br />

un'illustrazione di<br />

Carlo Cerasoli dalla<br />

mostra "Qui e<br />

altrove" (vedi pag.<br />

15).<br />

7


Escursionismo<br />

Il <strong>Monte</strong> <strong>Amiata</strong> - 1 - <strong>2017</strong><br />

Claudio Lucietto<br />

Il giro del Zimon<br />

«C’è un’importante novità quest’anno in Cima<br />

d’Asta! Un’ennesima, affascinante proposta<br />

escursionistica di grande valenza<br />

paesaggistica e ambientale che, collegando<br />

tra loro antiche tracce esistenti, permette di<br />

“circumnavigare” l’intero nodo centrale ad<br />

una quota media di 2500 metri…». Iniziava<br />

così l’articolo di Franco Ciappi dal titolo “Il<br />

Giro del Zimon”, pubblicato nel numero di<br />

novembre 2015 della rivista del Club Alpino<br />

Italiano “Montagne360”. “Zimon” è il<br />

toponimo attribuito dagli abitanti della<br />

Valsugana alla Cima d’Asta, vetta principale<br />

dell’omonimo massiccio granitico del<br />

Trentino orientale. Ebbi occasione di osservare<br />

per la prima volta il Zimon nel cuore<br />

dell’inverno dall’Altipiano di Asiago,<br />

quando, in una gelida mattina di gennaio,<br />

giunsi con gli sci da fondo nell’incantevole<br />

Piana di Marcesina. La montagna si stagliava<br />

netta sull’azzurro sfondo settentrionale;<br />

grazie all’atmosfera limpida e alla radente<br />

luce solare, si distinguevano nitidamente<br />

pieghe ed anfratti. Nonostante che fra me e<br />

la Cima d’Asta si frapponesse il profondo<br />

solco della Valsugana, sembrava così vicina<br />

da poterla quasi toccare! Quella – pensai –<br />

sarà una delle mie prossime mete estive.<br />

L’idea divenne presto realtà: qualche anno<br />

dopo organizzai assieme a Riccardo un<br />

trekking di tre giorni sull’Alta Via del Granito,<br />

bell’itinerario a tappe che si sviluppa nel<br />

settore sud‐occidentale del massiccio, interessante<br />

sia dal punto di vista naturalisticoambientale<br />

che da quello storico, viste le<br />

numerose opere risalenti alla Grande<br />

Guerra che s’incontrano lungo il percorso.<br />

Le condizioni atmosferiche non furono però<br />

delle migliori e qualche nostro socio si ricorderà<br />

del forte temporale (con chicchi di<br />

grandine grossi come noci!) che si scatenò<br />

il secondo giorno, fortunatamente poco<br />

dopo il nostro arrivo al rifugio (ecco a cosa<br />

serve partire all’alba…). Il terzo giorno era<br />

prevista la salita alla vetta, ma il tempo<br />

incerto e la sommità immersa nelle nuvole<br />

non invogliavano più di tanto ad intraprendere<br />

l’ascensione. Tuttavia, visto che le<br />

previsioni meteo escludevano, almeno al<br />

mattino, piogge e temporali, decidemmo di<br />

salire lo stesso, ma del famoso panorama a<br />

trecentosessanta gradi nessuna traccia: a<br />

malapena si riusciva a distinguere chi ci<br />

precedeva e chi ci seguiva. Mentre scende‐<br />

Nella pagina<br />

accanto, Col del<br />

Coronon (m 2671).<br />

Sotto, il Rifugio<br />

Cima d’Asta<br />

“Ottone Brentari”<br />

(m 2476).


Il <strong>Monte</strong> <strong>Amiata</strong> - 1 - <strong>2017</strong><br />

Escursionismo<br />

vo dalla vetta rimuginavo già su una futura<br />

rivincita: tornare a Cima d’Asta in una bella<br />

giornata di sole per poter finalmente<br />

apprezzare ciò che nella Guida dei Monti<br />

d’Italia viene definito come «…punto panoramico<br />

di eccezionale pregio sulle Dolomiti<br />

e su buona parte dell’arco alpino centroorientale;<br />

nelle giornate più limpide la vista<br />

si spinge fino alla Laguna Veneta». Quando<br />

lessi l’articolo del “Giro del Zimon” su<br />

“Montagne360” mi tornò subito alla mente<br />

quella vecchia promessa: perché non fare<br />

nello stesso giorno sia il giro che la salita<br />

alla cima? Ed è così che la scorsa estate,<br />

approfittando di un periodo di bel tempo,<br />

sono partito con Elena alla volta della<br />

Valsugana. Non sto qui a dirvi come è<br />

andata e come non è andata: chi frequenta<br />

la montagna sa bene che per raccontare le<br />

sensazioni vissute ad alta quota le parole<br />

non sono sufficienti! Invece di ascoltare i<br />

racconti degli altri è molto meglio preparare<br />

zaino e scarponi e mettersi in cammino...<br />

Per tutti coloro che in futuro avessero<br />

intenzione di ripercorrere le nostre orme, ho<br />

riportato qui di seguito la descrizione dettagliata<br />

del Giro del Zimon, corredata di tutti<br />

i dati necessari; potrete così verificare di<br />

persona la bellezza e la grandiosità di questo<br />

itinerario. Destinato ad escursionisti<br />

esperti, ben allenati e senza problemi di<br />

vertigini e contrassegnato con il segnavia<br />

SAT n. 392, il percorso scavalca la sequenza<br />

di forcelle e di selvaggi anfiteatri del<br />

versante nord‐occidentale del massiccio,<br />

per poi collegarsi al sentiero militare italiano<br />

del Col del Vento (segnavia SAT n. 363),<br />

lungo e magnifico itinerario di cresta che<br />

permette di far ritorno al Rifugio Brentari e<br />

di chiudere l’anello.<br />

GIRO DI CIMA D’ASTA (ZIMON)<br />

Accesso: lasciata la Valsugana all’uscita di Grigno, si sale con secchi tornanti verso il verde Altopiano del Tesino; superato<br />

l’abitato di Castello Tesino, si giunge a Pieve di Tesino, dove s’imbocca a destra (nord) la strada asfaltata piuttosto<br />

stretta che, lungo la boscosa Val Maléne, conduce dopo 9 Km alla Malga Sorgazza (m 1451, posto di ristoro; 22 Km da<br />

Grigno); ampio parcheggio nei pressi dell’edificio.<br />

Pernottamenti: due notti al Rifugio Cima d’Asta “Ottone Brentari”, tel. 0461 594100.<br />

Periodo consigliato: dai primi di luglio a metà settembre (ad inizio estate possibilità d’incontrare neve residua nei<br />

versanti esposti a nord; chiedere informazioni al gestore del rifugio sulle condizioni della montagna).<br />

Equipaggiamento e attrezzatura: scarponi con suola ben marcata, abbigliamento da alta montagna e saccolenzuolo<br />

per i pernottamenti in rifugio; per i meno esperti è consigliata l’auto‐assicurazione (imbracatura e kit da ferrata)<br />

nel tratto attrezzato del sentiero del Col del Vento.<br />

Cartografia consigliata: carta escursionistica Tabacco scala 1:25.000, foglio 058 (Valsugana ‐ Tesino ‐ Lagorai ‐ Cima<br />

d’Asta).<br />

Primo giorno: da Malga Sorgazza a Rifugio Cima d’Asta “O. Brentari”<br />

Sentieri: segnavia SAT n. 327, 327B<br />

Dislivello: m 1025 ↑<br />

Tempo di percorrenza: ore 3<br />

Quota massima: Rifugio Cima d’Asta “Ottone Brentari”, m 2476<br />

Difficoltà: E (EE la variante dei “Lastè”)<br />

Dal parcheggio di Malga Sorgazza (m 1451) s’inizia a camminare lungo la strada forestale di fondovalle (segnavia 327)<br />

che s’inoltra in leggera salita lungo la Val Sorgazza e la si percorre fino al suo termine, nei pressi della stazione a valle<br />

della teleferica di servizio del Rifugio Brentari (m 1674, 30 minuti). Davanti a noi appare il vasto catino denominato “Bualon<br />

di Cima d’Asta”, che va risalito interamente. Più avanti si lascia la mulattiera che continua verso Forcella Magna, per<br />

seguire sulla destra il sentiero SAT n. 327 che s’inoltra nel bosco. Oltrepassato il torrente su un ponticello, si attraversa una<br />

vasta zona umida e pianeggiante, dopodiché il nostro itinerario prende a salire decisamente sulla destra orografica della<br />

valle (secondo bivio a sinistra per Forcella Magna). Raggiunta la zona superiore del circo, il sentiero compie un ampio giro<br />

a mezza costa, per portarsi su un ampio zoccolo erboso in posizione dominante la vallata, che da qui si può ammirare<br />

nella sua interezza. A questo punto occorre decidere se proseguire sui cosiddetti “Lastè” (segnavia 327), oppure lungo il<br />

sentiero denominato “Trodo dei Aseni” (segnavia 327B). I Lastè sono lisce lastronate di granito assai ripide, la cui<br />

percorrenza viene indicata sul posto come difficile (piede fermo e sicurezza nel procedere sono le uniche abilità richieste).<br />

Chi non intendesse affrontare i Lastè può proseguire sul Trodo dei Aseni, comodo sentiero che, percorrendo lo zoccolo<br />

prativo, va ad aggirare da est le lastronate; raggiunto il lato opposto del catino, si deve affrontare un facile passaggio che<br />

permette di superare la fascia rocciosa, dopodiché si ritrova il sentiero proveniente dai Lastè. Dal bivio si prosegue senza<br />

altri ostacoli fino al Lago di Cima d’Asta (m 2451) e al sovrastante Rifugio Cima d’Asta “Ottone Brentari” (m 2476), ai<br />

quali si giunge con un ultimo strappo. Dal piazzale del rifugio magnifico colpo d’occhio verso la valle ed ancor più verso<br />

la Cima d’Asta, che mostra la sua verticale ed articolata parete meridionale che si specchia nel lago.<br />

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Secondo giorno: giro del Zimon e salita alla cima<br />

Sentieri: segnavia SAT n. 375, 392, 363, 364<br />

Dislivello: m 900 ↑, m 900 ↓<br />

Tempo di percorrenza: ore 7<br />

Quota massima: Cima d’Asta, m 2847<br />

Difficoltà: EE con un tratto EEA<br />

Escursione da intraprendere solo con garanzia di tempo stabile. Dal rifugio si scende al lago di Cima d’Asta e si percorre a<br />

sinistra il sentiero n. 375 che in breve sale al Passo Socede (m 2518). Qui si abbandona il segnavia che prosegue a sinistra<br />

per la Ferrata Gabrielli e si lascia anche il segnavia 380B che scende nel Vallone Occidentale, per imboccare a destra<br />

il nuovo sentiero SAT n. 392, con il quale si cala di circa 20 m di quota. Procedendo quindi in direzione nord, si attraversa<br />

orizzontalmente l’immensa pietraia che forma la testata dell’ampio vallone. Mantenendosi a poche decine di metri dalle<br />

rocce del Torrion della Corona e passando sotto lo strapiombante ed elegante Campaniletto, con un ultimo tratto in salita<br />

si arriva alla Forcella Coronon (m 2537). Ci si abbassa ora di molto sugli sfasciumi dell’opposto versante, per poi attraversare<br />

la testata del Vallone del Coronon, che rimane innevato per quasi tutta l’estate. La conca è racchiusa fra la Cima<br />

d’Asta e la duplice elevazione della Corma, mentre ad est è sbarrata dall’imponente Spigolo del Coronon e dal contiguo<br />

Col del Vento. Il misterioso anfiteatro poggia su una possente massa di granito, dove si trova il recondito Lago del Bus (m<br />

2283), un vero e proprio gioiello della natura. Di fronte, in alto, si può osservare la meta successiva: la Forcella de Meso<br />

(m 2533). Portandosi fin sotto le rocce e poi svoltando a destra (est), si risale la valletta alla base delle pareti fino a<br />

raggiungere la stessa quota della forcella. Con un’inversione di direzione e camminando orizzontalmente sulle rocce oblique<br />

laterali alla forcella, la si raggiunge. Si scende sul versante opposto per pietrame e lastronate, sempre più in vista del<br />

Lago del Bus, che si aggira sulla sponda nord‐ovest. Il lago è raggiunto anche da un tracciato segnato che parte da Pra<br />

Bastian (indicazioni). Per completare il giro si seguono ancora i segnavia del nuovo tracciato n. 392 e ci si porta nel vallone<br />

a fianco (est). Si risale la conca ricolma di pietre e grossi macigni dove la neve in estate persiste a lungo, dirigendosi<br />

verso sud‐est puntando alla ben evidente Forcella del Col del Vento (m 2496), chiusa tra il colle omonimo (a sinistra) e le<br />

propaggini settentrionali del Col della Gropa (a destra). Proprio sulla forcella si incontra il segnavia SAT n. 363 che marca<br />

il lungo sentiero militare italiano del Col del Vento, costruito con grande perizia negli anni della Grande Guerra e ancor<br />

oggi aggrappato al ripido versante sinistro della Val Regana. Prima di dirigersi verso il Rifugio Brentari merita riprendere<br />

fiato, soprattutto per volgere lo sguardo a ritroso, verso la catena del Lagorài centro‐orientale e le Pale di San Martino,<br />

nonché, più in lontananza, verso l’incomparabile scenario offerto da questo segmento di catena alpina: dal Carè Alto al<br />

Gruppo di Brenta, dalle Alpi Atesine alle Dolomiti trentine, bellunesi e friulane. Ripreso il cammino in direzione sud (destra),<br />

si segue l’ardita opera bellica che, con tratti molto esposti in parte attrezzati con cavo metallico (prestare attenzione),<br />

si alza sul costone che sovrasta la forcella, fino a dove la traccia ricomincia a traversare in costa (tratti stretti ed esposti),<br />

per portarsi verso i circhi rocciosi che precedono la Cima d’Asta. Si raggiungono così le Laste Alte (m 2660 circa), poi il<br />

piccolo catino denominato “Lastè dei Fiori” e la deviazione a destra del sentiero n. 364, che in breve ci accompagna fino<br />

al successivo bivio per la Cima d’Asta (m 2680, tabelle). Attenzione: ad inizio estate la zona è quasi sempre innevata, di<br />

conseguenza i segnavia possono essere non visibili e l’orientamento in caso di nebbia problematico. Volendo raggiungere<br />

la vetta, ci si dirige a destra (ovest) seguendo i segnavia bianco‐rossi sui sassi: con gradinate ricavate a tratti nella roccia e<br />

con qualche traccia di sentiero si prende quota lungo una valletta; infine, per un’ultima ripida pietraia, si guadagna la<br />

sommità del “Zimon” (m 2847, mezz’ora circa dal bivio), dalla quale, con il bel tempo, si gode di un panorama immenso.<br />

Poco sotto la cima si trova il piccolo Bivacco Cavinato, che in caso di necessità può offrire ricovero per 6 persone.<br />

Percorrendo a ritroso la via di salita si torna al bivio e si segue a destra il segnavia 364, dirigendosi per pietraie verso il vicino<br />

intaglio della Forzeleta (m 2680, tratto ripido attrezzato con cavo metallico). Dal valico già si domina il poderoso<br />

circo meridionale, il bellissimo lago di Cima d’Asta, nonché l’omonimo rifugio. Seguendo ancora i segnali del sentiero n.<br />

364 si perde rapidamente quota per le lastronate dell’opposto versante, facendo così ritorno al punto di partenza. È<br />

sconsigliato percorrere il giro del Zimon in senso inverso (antiorario), visto che si dovrebbero affrontare i tratti esposti del<br />

sentiero del Col del Vento in discesa.<br />

Terzo giorno: rientro a Malga Sorgazza per il sentiero della Campagnassa<br />

Sentieri: segnavia SAT n. 386, 327<br />

Dislivello: m 125 ↑, m 1160 ↓<br />

Tempo di percorrenza: ore 3,30<br />

Quota massima: Forcella del Passetto, m 2489<br />

Difficoltà: E<br />

Dal Rifugio Brentari (m 2476) ci si avvia verso est seguendo le indicazioni del sentiero SAT n. 386. L’itinerario attraversa<br />

con numerosi saliscendi le lastronate granitiche della zona denominata “La Banca”, conducendo in poco meno di<br />

mezz’ora alla Forcella del Passetto (m 2489, tabelle). Qui si lascia a sinistra il “Sentiero Negrelli” e si prosegue in costa in<br />

direzione sud (segnavia 386) scendendo gradualmente, per poi volgere a destra nella conca prativa che forma la testata<br />

della Valle del Passetto. A quota 2320 m circa si cala sul fianco orientale della Campagnassa, salendo poi, dopo un breve<br />

passaggio tra grandi massi, su una verde rampa che porta in cresta (m 2220 circa). La Campagnassa è una splendida e<br />

panoramica dorsale a cavallo tra la Val Tolvà e la Val Sorgazza, che si segue docilmente fin presso l’indefinibile <strong>Monte</strong><br />

Costòn (m <strong>2017</strong>). Poco prima di quest’ultima elevazione, il sentiero n. 386 inizia a scendere rapidamente ad ovest con<br />

una serie di serpentine, fino a raggiungere il limite superiore della vegetazione arborea. Addentratisi nel bosco di abeti, si<br />

piega a destra e si continua a calare con il comodo sentiero, caratterizzato in questo tratto da lunghi traversi. Giunti sul<br />

fondo della Val Sorgazza (quota 1500 m circa), si attraversa su un ponte di legno il torrente Grigno e ci si immette nella<br />

strada forestale già percorsa il primo giorno in salita. Seguendo la carrareccia verso sinistra, si giunge in 10 minuti a<br />

Malga Sorgazza e al sottostante parcheggio (ore 3,30 dal Rifugio Brentari).<br />

11


Il <strong>Monte</strong> <strong>Amiata</strong> - 1 - <strong>2017</strong><br />

La voce dei soci<br />

Cosetta Marzini<br />

Ottobre<br />

Sotto, tramonto<br />

sopra le nubi sui<br />

tetti di Siena.<br />

Ottobre è il mese più bello dell’anno,<br />

quello delle sere dorate, dei tramonti rossi,<br />

dei soli teneri dopo le notti cristalline, ma<br />

anche quello delle piogge a volte dirompenti<br />

e disastrose. Neppure l’ottobre<br />

appena trascorso si è sottratto alla regola e<br />

si è dipanato tra giornate piovose e sequenze<br />

di temperature quasi estive per<br />

andarsene poi in bellezza con mattini e pomeriggi<br />

tiepidi sotto cieli squillanti di luce,<br />

creando così un’atmosfera positiva e propizia<br />

a vivere ore di serenità. Prima ci ha<br />

gratificati e stupiti Carlo con la delicatezza<br />

e l’eleganza della sua arte. Confesso che<br />

dai rapidi abbozzi che gli vedevo buttare<br />

giù durante le soste delle nostre camminate<br />

non avrei mai immaginato quello che ho<br />

visto poi. Nelle quiete salette del Palazzo<br />

Patrizi dove era allestita la mostra di pittura<br />

ci siamo mossi e commossi tra i suoi colori,<br />

quelli smaglianti dei campi e dei giardini e<br />

gli altri più stemperati e morbidi degli<br />

acquarelli usati per raccontarci le tracce lasciate<br />

dal tempo sulla faccia di un vecchio<br />

o sulle assi logore e sconnesse della porta<br />

di una stalla. E intanto fuori Siena aspettava<br />

la notte coi palazzi severi, gli archi, le<br />

vie strette dove una folla sciamava, usciva<br />

dai vicoli, si espandeva nel respiro della<br />

grande piazza di mattoni rossi, rumorosa e<br />

festante come se fosse ancora estate. Poi è<br />

toccato alla natura e alla storia. Il mattino<br />

seguente dalle alture di Barberino il Chianti<br />

fiorentino si mostrava nell’aria tersa in tutta<br />

la sua bellezza: le colline di boschi e di<br />

campi a scivolo sui pendii, i campanili<br />

svettanti dai paesi sui cocuzzoli, le vigne<br />

spoglie, i filari di cipressi, San Gimignano<br />

tutto raccolto attorno alle sue torri, e<br />

all’orizzonte l’incatenarsi degli Appennini<br />

che andava a perdersi nel profilo tagliente<br />

delle Apuane. Una lunga discesa su sentieri,<br />

ora duri di sassi, ora soffici d’erba bagnata<br />

dalla rugiada, ci ha condotto,<br />

attraverso una campagna solitaria e silenziosa,<br />

sul fondo valle dove gli uomini di<br />

ieri nel corso dei secoli hanno contenuto<br />

negli argini e indirizzato con opere idrauliche,<br />

le cosiddette “briglie” che interessarono<br />

anche Leonardo Da Vinci, le acque del<br />

torrente Agliena, e dove un uomo di oggi,<br />

singolare romantico poeta, ha costruito un<br />

teatro. Una volta ripreso il cammino, già<br />

sull’altro versante spuntava da un tondo di<br />

cipressi la sommità della cupola di una<br />

cappella ottagonale che riproduce in dimensioni<br />

assai ridotte quella del Brunelleschi<br />

sulla cattedrale fiorentina. Costruita<br />

solo alla fine del 1500, ci piace pensarla<br />

come il segno di una vittoria, di un dominio<br />

assoluto, come un avvertimento<br />

mandato al mondo da Firenze che, quattro<br />

secoli prima, aveva distrutto, in maniera<br />

così violenta e totale da non poter essere<br />

mai più ricostruito, il castello di Semifonte<br />

poiché minacciava la sua potenza e il suo<br />

prestigio. Dell’antico insediamento non restano<br />

che alcune fonti ricostruite più tardi,<br />

oggi nascoste nella vegetazione, testimonianza<br />

di una vita agricola e urbana ormai


La voce dei soci<br />

Il <strong>Monte</strong> <strong>Amiata</strong> - 1 - <strong>2017</strong><br />

scomparsa, alle cui acque la credenza popolare<br />

ha attribuito qualità terapeutiche. Le<br />

abbiamo ritrovate con l’aiuto di una guida<br />

esperta. Oggi non esiste più niente del castello.<br />

Solo la ricostruzione immaginaria su<br />

una piantina di una mitica città a forma di<br />

stella tenta di mostrarci come poteva apparire<br />

nei giorni lontani della sua potenza e<br />

del suo splendore. Ma rimangono pur<br />

sempre la bellezza e il fascino dei luoghi<br />

che con fatica, entusiasmo e impegno<br />

(anche culinario) ci hanno guidato a conoscere<br />

le nostre quattro amiche.<br />

Nino Cioni<br />

Vacanze... senza Vacanza Alpina<br />

Dopo oltre un decennio di “vacanze dolomitiche<br />

familiari”, dal lontano 1981 avevo<br />

iniziato e lungamente proseguito con quelle<br />

proposte dalla nostra Sezione, che ho quasi<br />

sempre organizzato personalmente, per le<br />

quali ho costantemente allestito i programmi<br />

escursionistici e che ho senza<br />

interruzioni frequentato, con la sola esclusione<br />

del 1990 a S. Vito di Cadore, cui la<br />

vecchia Sclavo, appena passata al gruppo<br />

Marcucci, mi aveva impedito (“senza<br />

discussioni”) di partecipare. Siamo così<br />

arrivati all'ultima Vacanza, da poco conclusa:<br />

dopo 5 soggiorni a Campitello e 20 in<br />

Val di Fassa (considerando che a partire<br />

dal 1965 Luisa ed io iniziammo a<br />

soggiornare a Moena) ho deciso di<br />

cambiare: avrei preferito una località diversa,<br />

possibilmente montana, anche<br />

perché a 80 anni le alternative non sono<br />

poi tante (!!!), ma da oltre un anno la<br />

scelta era già stata fatta e codificata e<br />

quindi è stato giocoforza trovare un’altra<br />

soluzione. Cosa ho combinato allora? Belle<br />

passeggiate nell’alto Casentino (il Parco<br />

Nazionale delle Foreste Casentinesi offre<br />

quasi di tutto!) e un lungo ritorno nel Salento,<br />

dalle rocciose, frastagliate coste<br />

adriatiche, alle dolci, talora solitarie dune<br />

del versante ionico, alla riscoperta di gioielli<br />

come Lecce, Otranto e Gallipoli,<br />

sempre in compagnia di pochi, vecchi amici<br />

espertissimi di quei luoghi. Tutto bello,<br />

dalle rivisitazioni a qualche sorprendente<br />

nuova scoperta, ma... mi sono mancate le<br />

Dolomiti, e soprattutto ho ricordato con<br />

sincera nostalgia certe “Vacanze”, non poi<br />

così datate, quando, in oltre 100 per molte<br />

edizioni, abbiamo scorrazzato per valli, cime,<br />

passi, rifugi: di Gardena e Fassa,<br />

dell’Alta Badia e delle Tofane, delle Pale di<br />

S. Martino e delle Dolomiti di Brenta, del<br />

Gruppo Adamello‐Presanella, della Val Pusteria<br />

e dello Zoldano, alternando piacevoli,<br />

lunghe passeggiate ad escursioni di<br />

vario impegno, famose ferrate a sentieri<br />

“storici”, con una straordinaria varietà di<br />

Soci, dai giovani e/o giovanissimi, ai primi,<br />

ma già bravi MTBikers, dagli escursionisti<br />

più esperti ed arditi a qualche scalatore.<br />

Per anni tutto è stato possibile e la grande<br />

partecipazione lo ha confermato: prima e<br />

dopo le riunioni serali ci scambiavamo le<br />

nostre esperienze appena vissute e aspettavamo<br />

quelle dell’indomani. Ma il tempo<br />

passa, e per tutti! Il vecchio spirito comunitario<br />

si è ormai differenziato e “le strade”<br />

si sono talora divise: comunque durante la<br />

mia bella vacanza appena trascorsa ho<br />

sentito ancora la mancanza delle Vacanze<br />

Alpine, dalle più vecchie, modeste e<br />

spartane come logistica e programmi, a<br />

quelle più recenti, varie, ambiziose, in cui<br />

lo spirito comunitario del CAI cementava<br />

gli interessi e faceva superare facilmente<br />

certe naturali difficoltà organizzative o esigenze<br />

personali.<br />

13


Il <strong>Monte</strong> <strong>Amiata</strong> - 1 - <strong>2017</strong><br />

La Sezione informa<br />

Sabato 20 Novembre 2016, nei locali della “Corte delle Fanciulle” del Santa Maria<br />

della Scala, è stata posta, alla presenza del Sindaco di Siena Valentini e di altre autorità<br />

comunali, una targa in segno di riconoscimento nei confronti di Vieri Mascioli<br />

che ha destinato un consistente lascito al complesso museale.<br />

“Amante della natura e delle arti, riservato studioso della storia senese e del Santa Maria della Scala, benefattore<br />

che con il suo gesto ha saputo rinnovare il valore del lascito così profondamente intrinseco alla tradizione<br />

civica senese ed alla storia ospedaliera”.<br />

Questa la dicitura riportata nella targa che è stata posta nei locali prospicienti la “Corte delle Fanciulle” del<br />

Santa Maria della Scala in segno del profondo riconoscimento che l’Amministrazione comunale esprime nei<br />

confronti di Vieri Mascioli, appassionato studioso della storia senese che ha compiuto un nobile gesto di<br />

mecenatismo disponendo, nel proprio testamento, un consistente lascito da destinare al complesso museale.<br />

La “Corte delle Fanciulle” è stata individuata come lo spazio più consono all’installazione della targa<br />

per il proprio carattere di monumentalità.<br />

Il Presidente della Sezione di Siena del Club Alpino Italiano e tutto il Consiglio esprimono, anche a nome di<br />

tutti i Soci, grande soddisfazione per questo riconoscimento in quanto Vieri Mascioli è stato uno dei Soci<br />

Fondatori della nostra Sezione e, grande appassionato del mondo sotterraneo, ha messo, nei primi anni<br />

’60, le basi della speleologia senese.<br />

QUANDO GLI SCARPONI NON GLI STANNO PIÙ...<br />

Da questo mese la nostra sezione di Siena sarà dotata di un servizio in più a disposizione di tutti i soci: il<br />

riciclo del vestiario per bambini. L'idea è nata guardando con quanta facilità sfuggano vestiti e scarpe a<br />

mio figlio, per cui spesso gli compro abbigliamento tecnico per il trekking e sono costretta a dismetterglielo<br />

quando è ancora nuovo. È vero che tutti, più o meno, abbiamo cuginetti o nipoti a cui passare le cose che<br />

i nostri figli non mettono più, ma è anche vero che, trattandosi di abbigliamento tecnico, è uno spreco che<br />

questo venga utilizzato per andare a giocare al parco o in campagna; ai nostri piccoli parenti possiamo<br />

sempre continuare a passare il resto dell'abbigliamento! Per cui, guardando quanto sia cresciuto il gruppo<br />

degli aquilotti, durante l'uscita ai Diacci nel Mugello mi si è accesa una lampadina: perché non organizzare<br />

un servizio riciclo in sezione di cui tutti possano beneficiare? La vita di un capo di abbigliamento non si<br />

esaurisce in pochi mesi, per cui tutto ciò che non va più bene per i bimbi più grandicelli potrà passare a<br />

quelli più piccoli e così via. Un modo per limitare gli sprechi e le spese, in questa nostra società sempre più<br />

consumistica e poco attenta all'ambiente, in linea con il principio della condivisione dei beni e dell'aiuto<br />

reciproco. A me sembra che tutto questo sia un buon punto di partenza per il futuro!<br />

Manola Terzani<br />

14


QUI E ALTROVE<br />

Dal 29 ottobre al 13 novembre si è<br />

tenuta nella sede espositiva di Palazzo<br />

Patrizi a Siena la mostra “Qui e<br />

altrove” di Carlo Cerasoli. L'artista<br />

ha in varie occasioni collaborato con<br />

la sua attività grafico‐pittorica alla<br />

vita della nostra associazione. Oltre<br />

ad acquerelli, oli e disegni, sono<br />

state esposte alcune vignette realizzate<br />

da Carlo negli anni Novanta<br />

per la copertina della rivista sezionale<br />

“Il <strong>Monte</strong> <strong>Amiata</strong>”: spiritose<br />

immagini dedicate all'escursionismo,<br />

all'alpinismo, alla speleologia, alla<br />

tutela ambientale.


CLUB ALPINO ITALIANO ‐ SEZIONE DI SIENA<br />

Piazza Calabria, 25/A ‐ 53100 Siena<br />

Telefono e Fax 0577 270666<br />

www.caisiena.it ‐ E‐mail: info@caisiena.it<br />

DIRETTORE RESPONSABILE: Augusto Mattioli<br />

REDAZIONE: Dario Bagnacci, Costantino Cioni, Gabriele Clementi, Monica<br />

Folchi, Antonella Gozzoli, Claudio Lucietto, Ilaria Meloni<br />

Sped.A.P.Art. 2 ‐ Comma 20/d ‐ Legge 662/96 ‐ Siena<br />

Stampa: Torchio srl Via delle Nazioni Unite, 16/18 ‐ 53035 <strong>Monte</strong>riggioni (SI)<br />

distribuzione gratuita ‐ riservato ai soci<br />

Autorizzazione del Tribunale di Siena n. 436 del 13 <strong>Gennaio</strong> 1983<br />

S TA M P E

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