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TasteVin 3_2017 WEB

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LE VARIE INDAGINI<br />

PORTANO A RISULTATI<br />

CONTROVERSI<br />

assai incerte, specie se si sposta-<br />

Certo, il fronte dei consumi è<br />

14 Taste VIN / Si sa poco su chi consuma vino ma anche sulla fasce di mercato<br />

Taste VIN / Si sa poco su chi consuma vino ma anche sulla fasce di mercato<br />

15<br />

di Nino D’Antonio<br />

Ha un volto il consumatore di<br />

vino? Intendo non una fisionomia,<br />

ma un’identità, e quindi una formazione<br />

– e un gusto e una cultura<br />

– che lo portino a orientare<br />

le sue scelte in un senso anziché<br />

in un altro?<br />

La risposta è che sappiamo<br />

poco di questo ipotetico consumatore<br />

(età media, origini, livello<br />

di scolarità, preferenze, indice di<br />

competenza ecc.) e la disponibilità<br />

dei dati risulta spesso così controversa<br />

da imporre un’indagine<br />

a parte per venirne fuori.<br />

La situazione si fa poi più complessa<br />

– e meno decifrabile – se<br />

appena si passa dal ritratto del<br />

singolo consumatore al panorama<br />

assai vasto e differenziato<br />

del mercato. Perché qui siamo<br />

di fronte a esiti che dovrebbero<br />

esprimere altrettante verità, e<br />

che invece non solo si contraddicono<br />

con frequente leggerezza,<br />

ma spesso negano ciò che un’altra<br />

indagine afferma con molta sicumera.<br />

Insomma, il gioco del sì e del<br />

no, del vero e del falso, è dietro<br />

ogni cifra. E’ certa la crescita del<br />

5% (che significa 22,5 milioni di<br />

ettolitri) per il 2016, dichiarata<br />

dall’OIV? O quella dell’americana<br />

TDA, che valuta il fenomeno a<br />

20,5 milioni, con un incremento<br />

del solo 1%? E risulta attendibile<br />

il dato dell’IWSR, che porta l’Italia<br />

a 26 milioni di ettolitri, ma con<br />

un leggero calo?<br />

E ancora: i bilanci di approvvigionamento<br />

forniti dalla Commissione<br />

Europea (che sommano<br />

produzione, import ed export)<br />

accreditano invece un consumo<br />

a quota 24,5 milioni. Sono cifre<br />

SI SA POCO SU CHI<br />

CONSUMA VINO MA ANCHE<br />

SULLE FASCE DI MERCATO<br />

no i dati al consumo pro capite.<br />

Un elemento di valutazione che,<br />

a partire dall’ultimo mezzo secolo<br />

fino ai giorni nostri, ha subito<br />

non poche flessioni. E anche qui<br />

le cifre diventano ballerine. Siamo<br />

intorno ai 35/38 litri, o il consumo<br />

è ancora in calo?<br />

Dobbiamo all’accurata indagine<br />

di Carlo Flamini – un sicuro<br />

mestiere e tanto impegno nella<br />

ricerca – se il mondo delle statistiche<br />

viene ancora una volta messo<br />

in discussione, sia per l’affidabilità<br />

dei risultati che per la loro<br />

interpretazione.<br />

E qui sorge immediato qualche<br />

modesto rilievo. Il mondo del vino<br />

è al centro, dagli ultimi decenni,<br />

di una sistematica indagine sulla<br />

produzione e sull’andamento dei<br />

mercati. Per non dire sul profilo<br />

dei consumatori (giovani in testa)<br />

e sulle più accreditate tipologie di<br />

vini e denominazioni. Ebbene, i<br />

risultati di queste indagini sono<br />

piuttosto controverse.<br />

Si dirà che le metodologie adottate<br />

dai vari organismi (c’è ormai<br />

una folla di enti e associazioni che<br />

occupano il campo) sono spesso<br />

diverse, per cui anche gli esiti<br />

risentono del diverso approccio<br />

con i dati. E qui il riferimento<br />

alle incertezze dei sondaggi politici<br />

e alle tecniche di rilevazione<br />

non manca di far capolino. Con<br />

la differenza che per il vino si<br />

interviene su dati acquisiti, mentre<br />

per il voto resta l’incognita<br />

dell’elettore fino al suo ingresso in<br />

cabina. Per cui disorienta rilevare<br />

che nelle statistiche legate al vino<br />

e alle sue attività, le cifre fornite<br />

dalle cosiddette “fonti ufficiali”<br />

risultino spesso contrastanti.<br />

quello più esposto ai rischi di un<br />

errore, ma basterebbe una maggiore<br />

dovizia dei dati da valutare,<br />

per evitare azzardate conclusioni.<br />

E il discorso vale anche per<br />

il fronte della distribuzione (da<br />

quella tradizionale a quella più<br />

avanzata), alla quale vanno ricondotti<br />

i destini di molte aziende.<br />

In effetti, non è tanto la conoscenza<br />

dei risultati a mancare –<br />

anche se spesso controversi – ma<br />

piuttosto la loro interpretazione.<br />

Perché è tutt’altro che facile<br />

orientarsi nel ginepraio dei numeri<br />

per tirarne fuori indicazioni<br />

utili alla crescita delle proprie<br />

attività. Il ventaglio delle fonti<br />

(ognuna ispirata a precise finalità)<br />

va sottoposto a una lettura<br />

critica, in grado di cogliere il dato<br />

oggettivo, rispetto a quello manipolato<br />

con sottile “mestiere”.<br />

❑<br />

Antica Osteria Al Cavallino, a Treviso

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