Cassazione Penale, n. 55481 del 27.06.2017, Sez. 3- Violenza sessuale art. 609 bis e sostituzione di persona (ps. 12) d
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LA GIURISPRUDENZA: le sentenze per esteso<br />
Diritto penale<br />
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LA GIURISPRUDENZA: le sentenze per esteso<br />
LECTIO (<strong>ps</strong>. <strong>12</strong>)<br />
<strong>Violenza</strong> <strong>sessuale</strong> <strong>art</strong>. <strong>609</strong> <strong>bis</strong> e <strong>sostituzione</strong> <strong>di</strong> <strong>persona</strong><br />
<strong>Cassazione</strong> <strong>Penale</strong>, n. <strong>55481</strong> <strong>del</strong> <strong>27.06.2017</strong>, <strong>Sez</strong>. 3<br />
<strong>Violenza</strong> <strong>sessuale</strong> <strong>art</strong>. <strong>609</strong> <strong>bis</strong> e <strong>sostituzione</strong> <strong>di</strong> <strong>persona</strong><br />
MASSIMA<br />
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In<strong>di</strong>cazioni bibliografiche<br />
1) Diritto & Giustizia 2017, 14 <strong>di</strong>cembre (nota <strong>di</strong>: Serena Gentile)<br />
2)<br />
3)<br />
4)<br />
5)<br />
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE<br />
SEZIONE TERZA PENALE<br />
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:<br />
Dott. SAVANI Piero - Presidente -<br />
Dott. DI NICOLA Vito - Consigliere -<br />
Dott. SOCCI Angelo Matteo - Consigliere -<br />
Dott. DI STASI Antonella - rel. Consigliere -<br />
Dott. CIRIELLO Antonella - Consigliere -<br />
ha pronunciato la seguente:<br />
SENTENZA<br />
sul ricorso proposto da:<br />
A.G., nato a (OMISSIS);<br />
avverso la sentenza <strong>del</strong> 19/09/2016 <strong>del</strong>la Corte <strong>di</strong> appello <strong>di</strong> Roma;<br />
visti gli atti, il provve<strong>di</strong>mento impugnato e il ricorso;<br />
u<strong>di</strong>ta la relazione svolta dal consigliere Dott.ssa Antonella Di<br />
Stasi;<br />
u<strong>di</strong>to il Pubblico Ministero, in <strong>persona</strong> <strong>del</strong> Sostituto Procuratore<br />
generale Dott. Fimiani Pasquale, che ha concluso chiedendo<br />
l'annullamento senza rinvio quanto all'aggravante <strong>di</strong> cui all'<strong>art</strong>.<br />
<strong>609</strong> <strong>bis</strong> c.p., comma 2, n. 2 <strong>del</strong> reato <strong>di</strong> cui al capo 2 e con rinvio<br />
DIRITTO PENALE<br />
1
LA GIURISPRUDENZA: le sentenze per esteso<br />
Lectio- <strong>Violenza</strong> <strong>sessuale</strong> <strong>art</strong>. <strong>609</strong> <strong>bis</strong> e <strong>sostituzione</strong> <strong>di</strong> <strong>persona</strong> (<strong>ps</strong>. <strong>12</strong>)<br />
quanto al trattamento sanzionatorio; rigetto nel resto;<br />
u<strong>di</strong>ti per l'imputato l'avv. Gianluca Anastasio e l'avv. Giuseppe<br />
Gianzi, che hanno concluso chiedendo l'accoglimento <strong>del</strong> ricorso.<br />
La giurisprudenza: le sentenze per esteso<br />
1. Con sentenza <strong>del</strong> <strong>12</strong>.11.2015, il Tribunale <strong>di</strong><br />
Roma, a seguito <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio abbreviato, <strong>di</strong>chiarava<br />
A.G. responsabile <strong>del</strong> reato <strong>di</strong> cui <strong>art</strong>. 600 ter c.p.,<br />
comma 1, n. 1 (capo 1) - perchè utilizzava la<br />
minore degli anni <strong>di</strong>ciotto B.G. (n. (OMISSIS)) il<br />
per la produzione <strong>di</strong> materiale pornografico<br />
costituito da numerosi scatti fotografici ed un<br />
filmato video nei quali la minore era<br />
rappresentata e ripresa in attività sessuali<br />
esplicite - e <strong>art</strong>. <strong>609</strong> <strong>bis</strong> c.p., comma 2, nn. 1 e 2<br />
nonchè <strong>art</strong>. 61 c.p., n. 11 quinquies e <strong>art</strong>. <strong>609</strong> ter<br />
c.p., comma 1, n. 2 (capo 2)- perchè dopo aver<br />
contattato via facebook la predetta minore ed<br />
averla tratta in inganno falsamente attribuendosi<br />
la qualifica professionale <strong>di</strong> fotografo,<br />
nell'occasione <strong>di</strong> cui al capo 1) le somministrava<br />
sostanze alcoliche fino a farle raggiungere lo stato<br />
<strong>di</strong> ubriachezza e, abusando <strong>del</strong>le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />
inferiorità fisica e <strong>ps</strong>ichica <strong>del</strong>la p.o. la induceva<br />
ad intrattenere con lui i rapporti sessuali competi<br />
ripresi nel filmato <strong>di</strong> cui al capo a, in (OMISSIS)) -<br />
e lo condannava alla pena <strong>di</strong> anni cinque e mesi<br />
quattro <strong>di</strong> reclusione ed Euro 20.000 <strong>di</strong> multa.<br />
Con sentenza 19.9.2016, la Corte <strong>di</strong> appello <strong>di</strong><br />
Roma, in riforma <strong>del</strong>la predetta sentenza,<br />
applicava la circostanza attenuante ex <strong>art</strong>. 62 c.p.,<br />
n. 6 e riduceva la pena ad anni quattro, mesi <strong>di</strong>eci<br />
<strong>di</strong> reclusione ed Euro 14.000,00 <strong>di</strong> multa.<br />
2. Avverso tale sentenza ha proposto ricorso<br />
per cassazione A.G., per il tramite <strong>del</strong> <strong>di</strong>fensore <strong>di</strong><br />
fiducia, <strong>art</strong>icolando un unico complesso motivo e<br />
deducendo l'illegittimità <strong>del</strong>la sentenza per vizio<br />
<strong>di</strong> violazione <strong>di</strong> legge e vizio <strong>di</strong> motivazione.<br />
Argomenta, con riferimento al reato contestato<br />
al capo 2) che la Corte territoriale avrebbe<br />
affrontato, in maniera erronea e con motivazione<br />
sbrigativa, la questione <strong>del</strong>la <strong>sostituzione</strong><br />
fraudolenta <strong>di</strong> <strong>persona</strong> integrante il reato <strong>di</strong><br />
violenza <strong>sessuale</strong> contestato; la <strong>sostituzione</strong><br />
FATTO<br />
<strong>persona</strong>le andrebbe intesa con rimando all'<strong>art</strong>.<br />
494 c.p. con una lettura restrittiva, in senso<br />
formale, avuto riguardo a qualità a cui la legge<br />
attribuisce effetti giuri<strong>di</strong>ci e, cioè, riferita ad<br />
attività professionali il cui esercizio è sottoposto a<br />
<strong>di</strong>sciplina legale attraverso l'iscrizione ad apposito<br />
albo.<br />
Inoltre, neppure sussisterebbe la circostanza<br />
aggravante speciale <strong>di</strong> cui all'<strong>art</strong>. <strong>609</strong> ter c.p.,<br />
comma 1, n. 2, risultando sul punto<br />
contrad<strong>di</strong>ttoria ed insufficiente la motivazione<br />
resa dalla Corte territoriale in or<strong>di</strong>ne all'uso <strong>di</strong><br />
sostanze alcoliche ed allo stato <strong>di</strong> ubriachezza<br />
<strong>del</strong>la minore; inoltre, sarebbe stata omessa la<br />
valutazione <strong>del</strong>la circostanza, emergente dalle<br />
risultanze probatorie, <strong>del</strong> previo accordo alla<br />
consumazione <strong>del</strong> rapporto <strong>sessuale</strong>, circostanza<br />
che smentirebbe la versione <strong>del</strong>la co<strong>art</strong>azione<br />
<strong>del</strong>la volontà <strong>del</strong>la minore.<br />
Infine, viene censurata la motivazione<br />
espressa in or<strong>di</strong>ne al trattamento sanzionatorio<br />
con riferimento alla <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> pena<br />
effettuata in applicazione <strong>del</strong>la riconosciuta<br />
circostanza attenuante <strong>di</strong> cui all'<strong>art</strong>. 62 c.p.,<br />
comma 1, n. 6, in quanto, pur ritenendo<br />
sussistente tale circostanza attenuante basata<br />
sulla riparazione <strong>del</strong> danno integrale e volontaria,<br />
la Corte territoriale riteneva limitata l'entità<br />
<strong>del</strong>l'esborso effettuato rispetto alla oggettiva<br />
gravità dei fatti; inoltre, alcun rilievo veniva<br />
attribuito ai fini <strong>del</strong>la dosimetria <strong>del</strong>la pena alla<br />
con<strong>di</strong>zione lavorativa <strong>del</strong>l'imputato, alla sua vita<br />
antecedente ed alle sue con<strong>di</strong>zioni familiari;<br />
infine, alcuna motivazione veniva espressa circa il<br />
criterio <strong>di</strong> determinazione <strong>del</strong>la ingente pena<br />
pecuniaria.<br />
Chiede, pertanto, l'annullamento <strong>del</strong>la<br />
sentenza impugnata.<br />
1.Le censure relative alla affermazione <strong>di</strong><br />
responsabilità sono infondate.<br />
1.1. La Corte territoriale, con argomentazioni<br />
congrue e logiche che si sottraggono al sindacato<br />
<strong>di</strong> legittimità, ha ritenuto configurabile il reato <strong>di</strong><br />
violenza <strong>sessuale</strong> per induzione contestato (<strong>art</strong>.<br />
<strong>609</strong> <strong>bis</strong> c.p., comma 2, nn. 1 e 2) ritenendo<br />
DIRITTO<br />
comprovata una duplice attività induttiva da<br />
p<strong>art</strong>e <strong>del</strong>l'imputato: quella <strong>di</strong> indurre in inganno<br />
la <strong>persona</strong> offesa spacciandosi come fotografo<br />
professionista e quella <strong>di</strong> far ingerire alla minore<br />
<strong>del</strong>l'alcool in modo da renderla più <strong>di</strong>sinibita e così<br />
invogliarla a sod<strong>di</strong>sfare i propri impulsi sessuali.<br />
2<br />
La Scuola <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto<br />
.i
LA GIURISPRUDENZA: le sentenze per esteso<br />
Diritto penale<br />
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Quanto al primo profilo <strong>del</strong>la condotta<br />
induttiva, va rammentato che secondo la<br />
consolidata e con<strong>di</strong>visibile giurisprudenza <strong>di</strong><br />
questa Corte, l'ipotesi <strong>di</strong> violenza <strong>sessuale</strong> per<br />
induzione contemplata dall'<strong>art</strong>. <strong>609</strong> <strong>bis</strong> c.p.,<br />
comma 2, n. 2 (che punisce chi induce taluno a<br />
compiere o a subire atti sessuali "traendo in<br />
inganno la <strong>persona</strong> offesa per essersi il colpevole<br />
sostituito ad altra <strong>persona</strong>") è integrata non solo<br />
dallo scambio fisico fra persone ma anche<br />
dall'ipotesi in cui l'agente si sia attribuito un falso<br />
stato o false qualità, interpretandosi il concetto <strong>di</strong><br />
<strong>sostituzione</strong> <strong>di</strong> <strong>persona</strong> conformemente alla<br />
nozione fornita dall'<strong>art</strong>. 494 c.p. ("<strong>sostituzione</strong><br />
<strong>del</strong>la propria all'altrui <strong>persona</strong> ovvero attribuzione<br />
a sè o ad altri <strong>di</strong> un falso nome o <strong>di</strong> un falso stato<br />
ovvero <strong>di</strong> una falsa qualità cui la legge attribuisce<br />
effetti giuri<strong>di</strong>ci").<br />
In p<strong>art</strong>icolare, questa Corte ha ritenuto<br />
integrato il reato in questione anche dalla falsa<br />
attribuzione <strong>di</strong> uno status professionale: <strong>Sez</strong>. 3, n.<br />
20578 <strong>del</strong> 06/05/2010, Rv. 247492 - in una<br />
fattispecie nella quale l'imputato aveva convinto<br />
la vittima a sottoporsi ad una visita ginecologica<br />
"tantrica" qualificandosi come me<strong>di</strong>co ginecologo,<br />
qualifica <strong>di</strong> cui non era in possesso - ha affermato<br />
che il reato <strong>di</strong> induzione a compiere o subire atti<br />
sessuali con l'inganno per essersi il reo sostituito<br />
ad altra <strong>persona</strong> è integrato anche dalla falsa<br />
attribuzione <strong>di</strong> una qualifica professionale,<br />
rientrando quest'ultima nella nozione <strong>di</strong><br />
<strong>sostituzione</strong> <strong>di</strong> <strong>persona</strong> <strong>di</strong> cui all'<strong>art</strong>. <strong>609</strong> <strong>bis</strong> c.p.; in<br />
caso sovrapponibile a quello in esame, <strong>Sez</strong> 3, 15<br />
gennaio 2001 n. 250, non mass, ha ritenuto<br />
integrato il reato in questione in una fattispecie<br />
nella quale la condotta induttiva me<strong>di</strong>ante<br />
inganno era consistita nel presentarsi in qualità <strong>di</strong><br />
fotografo con il pretesto <strong>di</strong> procurare alle persone<br />
offese occasioni <strong>di</strong> lavoro nel mondo <strong>del</strong>lo<br />
spettacolo, così inducendole a compiere e subire<br />
atti sessuali.<br />
Il ricorrente invoca una lettura restrittiva<br />
<strong>del</strong>l'<strong>art</strong>. 494 c.p. in relazione alla nozione <strong>di</strong><br />
"qualità a cui la legge attribuisce effetti giuri<strong>di</strong>ci",<br />
che dovrebbe limitarsi alle sole attività<br />
professionali il cui esercizio è sottoposto a<br />
<strong>di</strong>sciplina legale attraverso l'iscrizione ad apposito<br />
albo.<br />
Tale deduzione è destituita <strong>di</strong> fondamento.<br />
Questa Corte Suprema ha già chiarito, infatti,<br />
in relazione alla configurabilità <strong>del</strong> reato <strong>di</strong> cui<br />
all'<strong>art</strong>. 494 c.p., che la professione va considerata<br />
in senso ampio come qualità <strong>persona</strong>le cui la legge<br />
attribuisce effetti giuri<strong>di</strong>ci in quanto in<strong>di</strong>vidua un<br />
DIRITTO PENALE<br />
soggetto nella collettività sociale (<strong>Sez</strong>. 2, n. 674 <strong>del</strong><br />
25 settembre 1986, dep. 22 gennaio 1987, Rv<br />
174910; <strong>Sez</strong>. 5, n. 3645 <strong>del</strong> 21 gennaio 1999, Rv<br />
2<strong>12</strong>950; <strong>Sez</strong>.2, n.30229 <strong>del</strong> 05/06/2014, Rv.<br />
260034).<br />
1.2. Quanto al secondo profilo <strong>del</strong>la condotta,<br />
giova ricordare che, secondo la consolidata<br />
giurisprudenza <strong>di</strong> questa Corte, è pacifico che tra<br />
le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> "inferiorità <strong>ps</strong>ichica" rientrino<br />
anche quelle conseguenti all'ingestione <strong>di</strong> alcolici o<br />
all'assunzione <strong>di</strong> stupefacenti (cfr <strong>Sez</strong>.3, n.39800<br />
<strong>del</strong> 21/06/2016, Rv.267757; <strong>Sez</strong>.3, n.38059 <strong>del</strong><br />
11/07/2013, Rv.257374; <strong>Sez</strong>.3, n. 40565 <strong>del</strong><br />
19/04/20<strong>12</strong>, D., non mass.; <strong>Sez</strong>. 3, n. 30547 <strong>del</strong><br />
15/07/2011, F.D., non mass.; <strong>Sez</strong>. 3, n. 1183 dei<br />
23/11/2011, E. Rv. 251803; <strong>Sez</strong>. 3, n. 2646 <strong>del</strong><br />
27/01/2004, Laffy, Rv. 227029); anche in tal caso,<br />
infatti, si realizza quel doloso sfruttamento, da<br />
p<strong>art</strong>e <strong>del</strong>l'autore <strong>del</strong> reato, <strong>del</strong>le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />
menomazione <strong>del</strong>la vittima, la quale viene così<br />
strumentalizzata con l'obiettivo <strong>di</strong> accedere alla<br />
sua sfera intima a fini <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfacimento degli<br />
impulsi sessuali, che rappresenta la ratio <strong>del</strong>la<br />
fattispecie in oggetto.<br />
1.3. Del pari infondata è la doglianza relativa<br />
alla sussistenza <strong>del</strong>l'aggravante <strong>di</strong> cui all'<strong>art</strong>. <strong>609</strong><br />
ter c.p., comma 1.<br />
Giova ricordare che la ratio <strong>del</strong>la <strong>di</strong>sposizione<br />
in esame è quella <strong>di</strong> reprimere più severamente<br />
quei comportamenti che sono finalizzati ad<br />
attenuare o sopprimere le capacità <strong>di</strong> resistenza<br />
fisico-<strong>ps</strong>ichiche <strong>del</strong>la vittima, attraverso l'uso <strong>di</strong><br />
strumenti potenzialmente idonei a<br />
compromettere la salute e le capacità mentali<br />
<strong>del</strong>la vittima.<br />
L'aggravante <strong>di</strong> cui all'<strong>art</strong>. <strong>609</strong> ter c.p., comma<br />
1, n. 2 si caratterizza, infatti, per la p<strong>art</strong>icolare<br />
offensività <strong>del</strong>la condotta attiva derivante dall'uso<br />
<strong>di</strong> mezzi tipici (armi, sostanze alcoliche, narcotiche<br />
o stupefacenti) o atipici (altri strumenti o sostanze<br />
gravemente lesivi <strong>del</strong>la salute <strong>del</strong>la <strong>persona</strong><br />
offesa).<br />
L'uso dei mezzi tipici o atipici in<strong>di</strong>cati dalla<br />
norma deve connotare la condotta <strong>del</strong> soggetto<br />
agente e, nel caso <strong>di</strong> utilizzo <strong>di</strong> sostanze alcoliche,<br />
quin<strong>di</strong>, attesa la ratio <strong>del</strong>la circostanza<br />
aggravante, assume rilievo la somministrazione<br />
<strong>di</strong> tali sostanze alla vittima al fine <strong>di</strong> agevolare o<br />
rendere possibile la commissione <strong>del</strong> reato: la<br />
<strong>persona</strong> offesa risulta non in grado o meno in<br />
grado <strong>di</strong> opporsi alla proposta <strong>sessuale</strong> <strong>del</strong>l'agente,<br />
in quanto l'assunzione indotta <strong>del</strong>la sostanza<br />
alcolica incide sulla capacità <strong>di</strong><br />
autodeterminazione e, quin<strong>di</strong>, sul processo <strong>di</strong><br />
3
LA GIURISPRUDENZA: le sentenze per esteso<br />
Lectio- <strong>Violenza</strong> <strong>sessuale</strong> <strong>art</strong>. <strong>609</strong> <strong>bis</strong> e <strong>sostituzione</strong> <strong>di</strong> <strong>persona</strong> (<strong>ps</strong>. <strong>12</strong>)<br />
La giurisprudenza: le sentenze per esteso<br />
libera formazione (e mantenimento durante l'atto)<br />
<strong>del</strong> consenso all'atto <strong>sessuale</strong>.<br />
L'uso <strong>di</strong> sostanze alcoliche, al pari <strong>di</strong> quelle<br />
narcotiche e stupefacenti, secondo la previsione<br />
legislativa, è, infatti idoneo ad alterare la capacità<br />
<strong>di</strong> autoderminazione <strong>del</strong>la vittima creando uno<br />
stato <strong>di</strong> inferiorità, che, per integrare l'ipotesi<br />
aggravata in oggetto, non preesiste alla condotta<br />
<strong>del</strong>l'agente ma che è indotto dallo stesso proprio<br />
con l'uso <strong>di</strong> dette sostanze, come avvenuto nella<br />
specie.<br />
L'accertamento <strong>di</strong> tale stato <strong>di</strong> compromissione<br />
<strong>del</strong>la libertà <strong>di</strong> autodeterminazione costituisce un<br />
giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> fatto, sottratto al controllo <strong>di</strong><br />
legittimità, se congruamente e logicamente<br />
motivato.<br />
Nella specie, la sentenza impugnata<br />
argomenta ampiamente in or<strong>di</strong>ne allo stato <strong>di</strong><br />
alterazione <strong>ps</strong>ichica, indotto nella vittima dallo<br />
stesso imputato, stato che viene desunto<br />
dall'analisi complessiva <strong>del</strong> comportamento<br />
tenuto dalla stessa durante i rapporti sessuali,<br />
come cristallizzato dal video in atti (pag 6 <strong>del</strong>la<br />
sentenza impugnata).<br />
La motivazione è congrua e priva <strong>di</strong> vizi logici<br />
e, pertanto, si sottrae al sindacato <strong>di</strong> legittimità.<br />
Il ricorrente, peraltro, attraverso una formale<br />
denuncia <strong>di</strong> vizio <strong>di</strong> motivazione, richiede<br />
sostanzialmente una rivisitazione, non consentita<br />
in questa sede, <strong>del</strong>le risultanze processuali.<br />
2. La censura relativa al trattamento<br />
sanzionatorio è, invece, fondata, nei limiti<br />
appresso precisati.<br />
Va ricordato che costituisce principio<br />
consolidato che la misura <strong>del</strong>la <strong>di</strong>minuzione <strong>del</strong>la<br />
pena per ciascuna <strong>del</strong>le circostanze attenuanti<br />
applicate costituisce l'oggetto <strong>di</strong> una tipica facoltà<br />
<strong>di</strong>screzionale <strong>del</strong> giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> merito, il quale, per<br />
adempiere al relativo obbligo <strong>di</strong> motivazione, non<br />
è tenuto ad una analitica enunciazione <strong>di</strong> tutti gli<br />
elementi presi in considerazione, ma può limitarsi<br />
alla sola enunciazione <strong>di</strong> quelli determinanti per<br />
la soluzione adottata, la quale è insindacabile in<br />
sede <strong>di</strong> legittimità qualora sia immune da vizi<br />
logici <strong>di</strong> ragionamento (<strong>Sez</strong>. 3, n. 6877 <strong>del</strong><br />
26/10/2016, dep. 14/02/2017; Rv. 269196; <strong>Sez</strong>. 3, n.<br />
40762 <strong>del</strong> 30/04/2015, Rv.265166).<br />
Nella specie, la Corte <strong>di</strong> merito ha riconosciuto<br />
la sussistenza <strong>del</strong>l'attenuante <strong>di</strong> cui all'<strong>art</strong>. 62 c.p.,<br />
n. 6, prima ipotesi.<br />
Va rammentato che l'<strong>art</strong>. 62 c.p., n. 6 prevede<br />
due circostanze attenuanti, <strong>di</strong> cui la prima, che<br />
qui rileva, configura una attenuante con<strong>di</strong>zionata<br />
al fatto che il colpevole prima <strong>del</strong> giu<strong>di</strong>zio abbia<br />
riparato interamente il danno me<strong>di</strong>ante il<br />
risarcimento <strong>di</strong> esso e, quando sia possibile,<br />
me<strong>di</strong>ante le restituzioni. Trattasi <strong>di</strong> una<br />
attenuante <strong>di</strong> natura squisitamente soggettiva,<br />
che trova la sua causa giustificatrice non tanto nel<br />
sod<strong>di</strong>sfacimento degli interessi economici <strong>del</strong>la<br />
<strong>persona</strong> offesa, quanto nel rilievo che l'avvenuto<br />
risarcimento <strong>del</strong> danno anteriormente al giu<strong>di</strong>zio<br />
assume quale prova tangibile <strong>del</strong>l'avvenuto<br />
ravve<strong>di</strong>mento <strong>del</strong> reo e quin<strong>di</strong> <strong>del</strong>la sua minore<br />
pericolosità sociale.<br />
Ma perchè il ravve<strong>di</strong>mento <strong>del</strong> reo possa essere<br />
ritenuto, e, quin<strong>di</strong>, perchè l'attenuante possa<br />
trovare applicazione, occorre che il risarcimento<br />
<strong>del</strong> danno sia totale ed effettivo (<strong>Sez</strong>. 5, n. 44562<br />
<strong>del</strong> 28/05/2015, Rv 265092;<strong>Sez</strong>. 2,n. 1096 <strong>del</strong><br />
07/01/1993, Rv. 193505).<br />
E <strong>di</strong> tanto hanno dato atto i Giu<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> appello,<br />
che hanno valutato la somma versata<br />
dall'imputato come integralmente satisfattíva <strong>del</strong><br />
pregiu<strong>di</strong>zio economico e morale sofferto dalle p.o..<br />
Non<strong>di</strong>meno, nella quantificazione <strong>del</strong><br />
trattamento sanzionatorio, i Giu<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> merito,<br />
valutando <strong>di</strong> non applicare la relativa riduzione <strong>di</strong><br />
pena nella massima estensione, hanno motivato<br />
in maniera contrad<strong>di</strong>ttoria e illogica rispetto alla<br />
rilevata congruità e integralità <strong>del</strong> risarcimento<br />
<strong>del</strong> danno, rimarcando, invece, la limitata entità<br />
<strong>del</strong>l'esborso rispetto alla gravità dei fatti ("avuto<br />
riguardo alla limitata entità <strong>del</strong>l'esborso effettuato<br />
rispetto alla oggettiva gravità dei fatti").<br />
3. Tale contrad<strong>di</strong>ttorietà <strong>del</strong>la motivazione<br />
vizia l'atto decisorio e, pertanto, la sentenza<br />
impugnata deve essere annullata con rinvio<br />
limitatamente al trattamento sanzionatorio,<br />
assorbite le relative ulteriori doglianze. Il ricorso<br />
va, poi, rigettato nel resto.<br />
PQM<br />
4<br />
La Scuola <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto<br />
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LA GIURISPRUDENZA: le sentenze per esteso<br />
Diritto amministrativo<br />
La giurisprudenza: le sentenze per esteso<br />
Annulla la sentenza impugnata limitatamente al trattamento sanzionatorio con<br />
rinvio per nuovo esame ad altra sezione <strong>del</strong>la Corte <strong>di</strong> Appello <strong>di</strong> Roma. Rigetta<br />
nel resto il ricorso.<br />
In caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione <strong>del</strong> presente provve<strong>di</strong>mento omettere le generalità e gli<br />
altri dati identificativi a norma <strong>del</strong> D.Lgs. n. 196 <strong>del</strong> 2003, <strong>art</strong>. 52 in quanto imposto<br />
dalla legge.<br />
Così deciso in Roma, il 27 giugno 2017.<br />
Depositato in Cancelleria il 13 <strong>di</strong>cembre<br />
DIRITTO AMMINISTRATIVO<br />
5