BEST MAGAZINE 64

Il Castello delle Favole
studiato, un mito del decadentismo innamorato del sapere e dell’arte medioevale e
barocca, così come della musica di Wagner. Un giorno, egli rimase folgorato dalla
fortezza medioevale di Wartburg in Turingia e affidò allo scenografo Christian Jank il
progetto: Signore e Signori, ecco a voi Neuschwanstein.
Come lo spirito del suo sovrano, l’intero castello è a metà tra la fiaba e l’eccesso,
tra l’esaltazione della cultura e lo sfarzo in ogni dettaglio, dove la costante è la
celebrazione del genio di Wagner che Ludwig venerava e che volle omaggiare
tramite riferimenti a varie sue opere; immaginatevi una sala del trono in stile bizantino
che ha dell’incredibile... sfarzosa e incompiuta perchè dopo la morte del re alcuni
progetti non vennero mai realizzati; dei gradini in marmo di carrara conducono
all’abside che doveva elevarsi sopra un trono d’oro e d’avorio mai costruito, dipinti
sacri, un pavimento a mosaico fatto da oltre due milioni di tessere e un enorme
candelabro a forma di corona bizantina in ottone dorato con 96 candele. E ancora
una sala dei cantori con dipinti ovunque, illuminata da più di 600 candele che non
venne mai utilizzata mentre il re era in vita, una finta grotta di stalattiti e stalagmiti
che conduce al soggiorno reale, con un ampio salone principale e una saletta detta
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