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BEST MAGAZINE 68

Best Moda: The Month of Weddings Best Intervista: Sara Croce Best Intervista: Claudia Acka - Leonardo Da Vinci Best Art: Malena Mazza Best Cinema: Aladdin Best Design: Occhiali e Design Best Eventi: Patty Pravo Star TV: Jessica Lucas BM Eventi: Miss Mondo Veneto BM Tecnologia: Pancreas Artificiale BM Live Music: Enrico Nigiotti Best Turismo: Colli Euganei Best Music: Volume 58 free Compilation Viaggi ai Confini del Mondo: Colombia BM Sostenibile BM Intervista: Peter French Best Eventi: Euro Charts

Best Moda: The Month of Weddings
Best Intervista: Sara Croce
Best Intervista: Claudia Acka
- Leonardo Da Vinci
Best Art: Malena Mazza
Best Cinema: Aladdin
Best Design: Occhiali e Design
Best Eventi: Patty Pravo
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BM Eventi: Miss Mondo Veneto
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Valle de Cocora (Colombia)<br />

Quimbaya figlia del “cacique” Acaime,<br />

Quinbaya significa anche “stella d’acqua” ed<br />

è il punto esatto dove incontrare le famose<br />

“palmeras”. Per giungere in loco, il modo<br />

più facile ed economico (meno di 2 euro)<br />

è farsi trasportare, di primo mattino, dalle<br />

tipiche jeep, dette “Willys” fino all’ingresso<br />

del parco (10 km.) e poi proseguire a<br />

piedi lungo il sentiero attraverso la giungla<br />

durante le circa 5 ore di trekking tra andata<br />

e ritorno. Mai comunque sottovalutare i<br />

repentini cambiamenti meteo poichè anche<br />

in una giornata di sole splendente resterete<br />

sorpresi nel vedere come la nebbia<br />

possa calare all’improvviso e le condizioni<br />

climatiche cambiare in pochi minuti, però<br />

questa è una parte del gioco che bisogna di<br />

buon grado accettare. Solitamente, durante<br />

la stagione secca è sufficiente calzare un<br />

buon paio di scarponcini da montagna, però<br />

in caso di condizioni avverse e di terreno<br />

particolarmente allentato, è necessario<br />

indossare degli stivali di gomma reperibili<br />

a nolo presso i guardiani del parco. Anche<br />

se in parte abbastanza impegnativo e non<br />

privo di difficoltà, il percorso è di per sè<br />

un’esperienza davvero unica e, alla fine, lo<br />

sforzo profuso ripaga ampiamente facendo<br />

scomparire la fatica come per incanto una<br />

volta lì giunti. A quel tempo, nonostante<br />

fossi avviato ahimè inesorabilmente<br />

verso la sessantina, l’ho intrapreso con<br />

piglio deciso e con l’impagabile stimolo e<br />

soddisfazione di poter tenere testa ad un<br />

paio di compagni di avventura nonchè<br />

ospiti della stessa guesthouse, che di anni<br />

ne contavano la metà. L’itinerario presenta<br />

anche l’attraversamento di piccoli torrenti,<br />

sia tramite ponticelli sospesi traballanti per<br />

cui è necessario passare uno alla volta,<br />

che ponti improvvisati con tronchi d’albero<br />

dove bisogna fare affidamento al proprio<br />

senso dell’equilibrio. Dopo meno di due<br />

ore di cammino nel bel mezzo di una selva<br />

<strong>BEST</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 99

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