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Lezionario per le celebrazioni dei Santi

Riformato a norma dei decreti del Concilio Ecumenico Vaticano II e promulgato da Papa Paolo VI Questo Lezionario del Messale Romano, preparato secondo l’editio typica altera dell’Ordo lectionum Missae, utilizza la versione della sacra Bibbia curata dalla Conferenza Episcopale Italiana, approvata secondo le delibere dell’Episcopato. Ha ricevuto la conferma della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti con Decreto Prot. N. 842/06/L del 12 luglio 2006. La presente edizione deve essere considerata “tipica” per la lingua italiana, ufficiale per l’uso liturgico. Il Lezionario si potrà adoperare a partire dal 2 dicembre 2007, prima domenica di Avvento; diventerà obbligatorio dal 28 novembre 2010.

Riformato a norma dei decreti del Concilio Ecumenico Vaticano II e promulgato da Papa Paolo VI
Questo Lezionario del Messale Romano, preparato secondo l’editio typica altera dell’Ordo lectionum Missae, utilizza la versione della sacra Bibbia curata dalla Conferenza Episcopale Italiana, approvata secondo le delibere dell’Episcopato.

Ha ricevuto la conferma della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti con Decreto Prot. N. 842/06/L del 12 luglio 2006.

La presente edizione deve essere considerata “tipica” per la lingua italiana, ufficiale per l’uso liturgico. Il Lezionario si potrà adoperare a partire dal 2 dicembre 2007, prima domenica di Avvento; diventerà obbligatorio dal 28 novembre 2010.

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INTRODUZIONE<br />

14. Lo stesso modo con cui <strong>le</strong> <strong>le</strong>tture vengono proclamate dai <strong>le</strong>ttori – una proclamazione dignitosa,<br />

a voce alta e chiara – favorisce una buona trasmissione della parola di Dio all’assemb<strong>le</strong>a.<br />

Le <strong>le</strong>tture, desunte dal<strong>le</strong> edizioni approvate 28 , si possono anche cantare secondo l’indo<strong>le</strong><br />

del<strong>le</strong> varie lingue, a condizione <strong>per</strong>ò che il canto non soffochi <strong>le</strong> paro<strong>le</strong>, ma <strong>le</strong> ponga anzi nel<br />

dovuto risalto. Nel caso che la proclamazione si faccia in lingua latina, ci si attenga alla modulazione<br />

indicata nell’Ordo Cantus Missae 29 .<br />

15. Nella liturgia della Parola si possono premettere al<strong>le</strong> <strong>le</strong>tture, e specialmente alla prima di<br />

esse, del<strong>le</strong> brevi e opportune monizioni. Si deve porre attenzione al genere <strong>le</strong>tterario di queste<br />

monizioni: devono essere semplici, fedeli al testo, brevi, ben preparate e adatte al testo a cui<br />

devono introdurre 30 .<br />

16. Nella ce<strong>le</strong>brazione della Messa col popolo <strong>le</strong> <strong>le</strong>tture si devono sempre proclamare dall’ambone<br />

31 .<br />

17. Tra i riti della liturgia della Parola si deve tener presente la venerazione dovuta alla <strong>le</strong>ttura<br />

del Vangelo 32 . Dove è a disposizione l’Evangeliario, portato processionalmente dal diacono<br />

o dal <strong>le</strong>ttore durante i riti di introduzione 33 ,èmolto opportuno che il diacono o, in sua mancanza,<br />

un presbitero, prenda l’Evangeliario stesso dall’altare 34 e, preceduto dai ministranti con<br />

ceri e incenso o, se l’uso lo comporta, con altri segni di venerazione, lo porti all’ambone. I fedeli<br />

stanno in piedi e, acclamando il Signore, venerano il libro <strong>dei</strong> Vangeli. Il diacono che<br />

deve proclamare il Vangelo, inchinandosi dinanzi a colui che presiede la ce<strong>le</strong>brazione, chiede<br />

e riceve la benedizione. Se non c’è il diacono, il presbitero s’inchina dinanzi all’altare e prega<br />

sottovoce, dicendo: «Purifica il mio cuore» 35 .<br />

All’ambone, colui che proclama il Vangelo saluta il popolo che ascolta in piedi, annuncia il<br />

titolo della <strong>le</strong>ttura segnandosi sulla fronte, sulla bocca e sul petto, quindi, se si usa l’incenso,<br />

incensa il libro, poi proclama il Vangelo. Al termine, bacia il libro, dicendo sottovoce <strong>le</strong> paro<strong>le</strong><br />

prescritte. Il saluto, l’annuncio inizia<strong>le</strong>: «Dal Vangelo», e quello fina<strong>le</strong>: «Parola del Signore»,<br />

conviene siano proferiti in canto, in modo che l’assemb<strong>le</strong>a possa a sua volta acclamare<br />

in canto, anche se il Vangelo viene soltanto <strong>le</strong>tto. In questo modo si sottolinea l’importanza<br />

della <strong>le</strong>ttura del Vangelo e si ravviva la fede di coloro che sono in ascolto.<br />

28 Cf. più avanti, n. 111.<br />

29 Missa<strong>le</strong> Romanum, Ordo Cantus Missae, 1972, Praenotanda, nn. 4, 6, 10.<br />

30 Cf. Messa<strong>le</strong> Romano, Ordinamento genera<strong>le</strong>, terza edizione, 2000, n. 31.<br />

31 Cf. Ibidem, n. 309; e più avanti, nn. 32-34.<br />

32 Cf. Ibidem, n. 60, 134.<br />

33 Cf. Ibidem, nn. 120-122.<br />

34 Cf. Ibidem, nn. 133, 175.<br />

35 Cf. Messa<strong>le</strong> Romano, Rito della Messa con il popolo, 1983, p. 303.<br />

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