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Crescere al museo. Educazione e innovazione per immaginare il futuro

Quali sono le grandi sfide dei dipartimenti educativi dei musei? Cosa significa crescere al museo? Quali alleanze per costruire un contesto educante efficace e diffuso? ‍ I professionisti dell’educazione e della mediazione museale condividono visioni e buone pratiche in “Crescere al Museo. Educazione e innovazione per immaginare il futuro”, la pubblicazione digitale realizzata da BAM! in collaborazione con i Musei Civici di Reggio Emilia. ‍ Un ebook che pensa al museo di domani come uno spazio di apprendimento permanente e mette in condivisione le esperienze di chi oggi opera per rinnovare la relazione tra museo, pubblico e patrimonio, investendo sull’educazione. ‍ La pubblicazione approfondisce e rilancia l’omonimo convegno, realizzato da MCRE in collaborazione con BAM!, e presenta i contributi di Annemiek Spronk / Rijksmuseum, Federica Facchetti e Alessia Fassone / Museo Egizio, Eugenia Ferrara / Fondazione Golinelli, Samuela Caliari / MUSE - Museo delle Scienze, Margherita Sani / IBC Emilia Romagna, Giovanna Brambilla /GAMeC – Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, Annalisa Casagranda / MART Museum of Modern and Contemporary Art of Trento and Rovereto, Daniele Campagnoli / Accademia di Belle Arti di Bologna. ‍ Si ringrazia inoltre il National Museum in Warsaw.

Quali sono le grandi sfide dei dipartimenti educativi dei musei? Cosa significa crescere al museo? Quali alleanze per costruire un contesto educante efficace e diffuso?

I professionisti dell’educazione e della mediazione museale condividono visioni e buone pratiche in “Crescere al Museo. Educazione e innovazione per immaginare il futuro”, la pubblicazione digitale realizzata da BAM! in collaborazione con i Musei Civici di Reggio Emilia.

Un ebook che pensa al museo di domani come uno spazio di apprendimento permanente e mette in condivisione le esperienze di chi oggi opera per rinnovare la relazione tra museo, pubblico e patrimonio, investendo sull’educazione.

La pubblicazione approfondisce e rilancia l’omonimo convegno, realizzato da MCRE in collaborazione con BAM!, e presenta i contributi di Annemiek Spronk / Rijksmuseum, Federica Facchetti e Alessia Fassone / Museo Egizio, Eugenia Ferrara / Fondazione Golinelli, Samuela Caliari / MUSE - Museo delle Scienze, Margherita Sani / IBC Emilia Romagna, Giovanna Brambilla /GAMeC – Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, Annalisa Casagranda / MART Museum of Modern and Contemporary Art of Trento and Rovereto, Daniele Campagnoli / Accademia di Belle Arti di Bologna.

Si ringrazia inoltre il National Museum in Warsaw.

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<strong>Crescere</strong><br />

<strong>al</strong> <strong>museo</strong><br />

<strong>Educazione</strong><br />

e <strong>innovazione</strong><br />

<strong>per</strong> <strong>immaginare</strong><br />

<strong>il</strong> <strong>futuro</strong>


Intro<br />

Federico Borreani<br />

BAM! Strategie Cultur<strong>al</strong>i<br />

Elisabetta Farioli<br />

Musei Civici di Reggio Em<strong>il</strong>ia<br />

SFIDE<br />

ALLEANZE<br />

Alla ricerca della ricetta<br />

giusta <strong>per</strong> coinvolgere i<br />

ragazzi <strong>al</strong> <strong>museo</strong><br />

Trasformare <strong>il</strong> <strong>museo</strong> in<br />

spazio civico e luogo del<br />

quotidiano<br />

<strong>Educazione</strong> come<br />

occasione <strong>per</strong> uscire<br />

d<strong>al</strong>l’autorefenzi<strong>al</strong>ità<br />

Annemiek Spronk<br />

RIJKSMUSEUM<br />

D<strong>al</strong>l’education <strong>al</strong> learning,<br />

d<strong>al</strong>l’audience development<br />

<strong>al</strong>l’audience engagement<br />

Samuela C<strong>al</strong>iari<br />

MUSE<br />

Museo delle Scienze<br />

Ann<strong>al</strong>isa Casagranda<br />

MART<br />

Museo di Arte moderna e contemporanea<br />

di Trento e Rovereto<br />

Margherita Sani<br />

IBC<br />

Istituto Beni Artistici Cultur<strong>al</strong>i Natur<strong>al</strong>i<br />

Em<strong>il</strong>ia-Romagna<br />

Il modello Golinelli:<br />

trasformare un network in una<br />

f<strong>il</strong>iera dell’<strong>innovazione</strong> a favore<br />

dell’educazione<br />

Il modello Museo Egizio:<br />

creare ambasciatori invece<br />

che cercare visitatori<br />

Il modello GAMeC:<br />

educazione <strong>per</strong><br />

l’accessib<strong>il</strong>ità e accessib<strong>il</strong>ità<br />

come dovere civico<br />

Eugenia Ferrara<br />

Il modello MCRE:<br />

<strong>al</strong>leanze interne fra le<br />

discipline e <strong>al</strong>leanze esterne<br />

con le scuole<br />

FONDAZIONE GOLINELLI<br />

Federica Facchetti<br />

e Alessia Fassone<br />

MUSEO EGIZIO<br />

Giovanna Bramb<strong>il</strong>la<br />

GAMeC<br />

G<strong>al</strong>leria d’Arte Moderna e Contemporanea<br />

R. Campanini,<br />

G. Pellegrini, C. Pelliciari<br />

MUSEI CIVICI REGGIO EMILIA<br />

Nuovi linguaggi e nuove tecnologie<br />

a confronto con la mediazione<br />

tradizion<strong>al</strong>e<br />

Daniele Campagnoli<br />

ABABO<br />

Accademia di Belle Arti di Bologna


Intro<br />

Federico Borreani<br />

BAM! Strategie Cultur<strong>al</strong>i<br />

Siamo usciti da <strong>Crescere</strong> <strong>al</strong> Museo con un’immagine in testa: <strong>il</strong> <strong>museo</strong><br />

di domani è uno spazio <strong>per</strong> l’apprendimento <strong>per</strong>manente, costruito<br />

come un sistema di relazioni tra individui. S<strong>al</strong>damente <strong>al</strong> centro, c’è<br />

<strong>il</strong> contenuto cultur<strong>al</strong>e. Intorno, i professionisti della mediazione sono<br />

chiamati di volta in volta a attivare le <strong>al</strong>leanze, le competenze e le<br />

es<strong>per</strong>ienze che accompagnano <strong>al</strong>la sco<strong>per</strong>ta del contenuto, che lo<br />

inseriscono in questo sistema di relazioni.<br />

<strong>Crescere</strong><br />

<strong>al</strong> Museo:<br />

un es<strong>per</strong>imento<br />

di <strong>futuro</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong><br />

<strong>museo</strong> di domani<br />

Per avverare questa immagine, <strong>il</strong> <strong>museo</strong> di oggi deve farsi coraggio e<br />

cambiare paradigma: farsi spazio attraversab<strong>il</strong>e, casa di voci plur<strong>al</strong>i e<br />

diverse, restare a<strong>per</strong>to e attento a ciò che accade fuori, collegato <strong>al</strong><br />

mondo, anche in senso digit<strong>al</strong>e. Soprattutto, deve rinunciare a un po’<br />

del potere che è stato suo <strong>per</strong> secoli: lasciarlo andare e ridistribuirlo, a<br />

una platea di soggetti in continua evoluzione.<br />

Le due giornate che i Musei Civici di Reggio Em<strong>il</strong>ia hanno organizzato<br />

insieme a BAM! <strong>per</strong> festeggiare i 50 anni dei loro servizi educativi<br />

hanno portato a confronto es<strong>per</strong>ienze, sensib<strong>il</strong>ità, approcci,<br />

generazioni diverse. Senza accontentarsi di delineare un quadro<br />

teorico, hanno raccontato casi, pratiche e progetti, raccolto stimoli.<br />

Sono stati una p<strong>al</strong>estra di esercizio critico, un es<strong>per</strong>imento di <strong>futuro</strong>,<br />

un augurio <strong>al</strong> <strong>museo</strong> dei prossimi 50 anni.<br />

Per continuare l’esercizio e lasciarlo a<strong>per</strong>to, in trasformazione, BAM!<br />

ha costruito questo documento, appendice e r<strong>il</strong>ancio del convegno<br />

del 30 novembre e 1 dicembre 2018, coinvolgendo <strong>al</strong>cuni dei suoi<br />

protagonisti. Per proseguire la discussione iniziata, senza la pretesa<br />

di guidare <strong>il</strong> dibattito, ma tenendolo a<strong>per</strong>to agli <strong>al</strong>tri: un po’ come un<br />

<strong>museo</strong> di domani.<br />

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Intro<br />

Elisabetta Farioli<br />

Musei Civici di Reggio Em<strong>il</strong>ia<br />

Festeggiare i 50 anni di attività educative dei Musei Civici di Reggio<br />

Em<strong>il</strong>ia significa innanzitutto ri<strong>per</strong>correrne la storia, d<strong>al</strong>le prime<br />

es<strong>per</strong>ienze di mostre itineranti nelle scuole (la prima è del 1968) <strong>al</strong><br />

rapporto front<strong>al</strong>e con le classi e le collezioni. Progressivo è stato in<br />

questi anni l’affinamento di strategie educative volte a stimolare la<br />

partecipazione e quindi la crescita dei ragazzi, ma anche la sempre più<br />

forte capacità di impatto sul mondo della scuola che ci porta oggi a<br />

un’utenza consolidata di più di 23.000 partecipanti.<br />

I Musei Civici di<br />

Reggio Em<strong>il</strong>ia:<br />

storia di un <strong>museo</strong><br />

che cresce<br />

Quello che si deve sottolineare è che <strong>il</strong> <strong>per</strong>corso di crescita delle<br />

attività educative in un <strong>museo</strong> deve andare di pari passo col suo<br />

<strong>per</strong>corso di rinnovamento. In questo senso <strong>il</strong> caso di Reggio Em<strong>il</strong>ia è<br />

esemplare. L’esigenza del riordino e ri<strong>al</strong>lestimento delle collezioni<br />

ha avviato infatti una profonda riflessione sul loro significato nella<br />

contemporaneità. L’attenzione <strong>al</strong>la fruizione del pubblico come<br />

obbligo legittimante della funzione del <strong>museo</strong>, ha comportato un<br />

cambio di paradigma che ha progressivamente portato a un radic<strong>al</strong>e<br />

ripensamento delle mod<strong>al</strong>ità di presentazione dei materi<strong>al</strong>i.<br />

La pratica dello storytelling, i laboratori, le contaminazioni tra le varie<br />

discipline contribuiscono oggi ad attivare <strong>il</strong> patrimonio muse<strong>al</strong>e<br />

avvicinandolo <strong>al</strong>la sensib<strong>il</strong>ità dei visitatori. Il continuo confronto con<br />

le es<strong>per</strong>ienze didattiche diventa un prezioso feedback che orienta le<br />

nostre più gener<strong>al</strong>i strategie di comunicazione cultur<strong>al</strong>e. Il <strong>museo</strong> <strong>per</strong><br />

tutti diventa spazio critico, priv<strong>il</strong>egiato e irrinunciab<strong>il</strong>e confronto tra<br />

memorie, sa<strong>per</strong>i, creatività.<br />

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SFIDE<br />

Qu<strong>al</strong>i sono oggi le<br />

sfide più importanti<br />

<strong>per</strong> i musei e come i<br />

comparti educativi<br />

possono contribuire<br />

ad affrontarle


Alla ricerca della<br />

Annemiek<br />

Spronk<br />

RIJKSMUSEUM<br />

ricetta giusta <strong>per</strong><br />

coinvolgere i ragazzi<br />

<strong>al</strong> <strong>museo</strong><br />

< Torna <strong>al</strong>l’indice


Gli studenti spesso <strong>per</strong>cepiscono <strong>il</strong> <strong>museo</strong> come un luogo<br />

incontro re<strong>al</strong>e<br />

noioso, dove devono soltanto ascoltare passivamente la<br />

voce della guida o dell’insegnante. Il comparto educativo<br />

Annemiek Spronk<br />

RIJKSMUSEUM<br />

del Rijksmuseum si impegna quindi <strong>per</strong> offrire mod<strong>al</strong>ità di<br />

visita coinvolgenti, capaci di produrre un re<strong>al</strong>e incontro tra i<br />

ragazzi e l’arte.<br />

Alla ricerca della ricetta<br />

giusta <strong>per</strong> coinvolgere i<br />

ragazzi <strong>al</strong> <strong>museo</strong><br />

Guide e mediatori muse<strong>al</strong>i hanno un ruolo cruci<strong>al</strong>e<br />

in questo <strong>per</strong>corso e, <strong>al</strong> Rijksmuseum, ricevono una<br />

formazione specifica <strong>per</strong> individuare e rinnovare le strategie<br />

di coinvolgimento: par<strong>al</strong>lelismi con <strong>il</strong> presente, temi di<br />

guide e mediatori<br />

lettura trasvers<strong>al</strong>i <strong>al</strong>le epoche storiche e <strong>al</strong>tre proposte, <strong>per</strong><br />

motivare i ragazzi e renderli soggetti attivi nel processo di<br />

apprendimento.<br />

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In quest’ottica, le guide spesso propongono ai ragazzi<br />

piccole sfide da affrontare <strong>al</strong>l’interno <strong>museo</strong>. L’attività<br />

più apprezzata è ispirata a Netflix: si invitano i ragazzi a<br />

piccole sfide<br />

<strong>immaginare</strong> che un’o<strong>per</strong>a sia la co<strong>per</strong>tina di una serie tv<br />

Annemiek Spronk<br />

RIJKSMUSEUM<br />

e a inventare la storia della serie. Il risultato è che i ragazzi<br />

mostrano una capacità di lettura visiva su<strong>per</strong>iore <strong>al</strong>le loro<br />

stesse aspettative, riuscendo a notare e interpretare anche<br />

piccoli dettagli.<br />

Alla ricerca della ricetta<br />

giusta <strong>per</strong> coinvolgere i<br />

ragazzi <strong>al</strong> <strong>museo</strong><br />

Diverso è <strong>il</strong> caso in cui gli insegnanti scelgono di non<br />

prenotare un servizio di guida: gli studenti, lasciati liberi di<br />

esplorare autonomamente <strong>il</strong> <strong>museo</strong>, tendenzi<strong>al</strong>mente<br />

esplorare<br />

autonomamente<br />

non lo visitano affatto e ricorrono a degli escamotage<br />

<strong>per</strong> rispondere a eventu<strong>al</strong>i questionari o compiti assegnati<br />

d<strong>al</strong>l’insegnante. Per affrontare questo tipo di situazione, <strong>il</strong><br />

Rijksmuseum ha quindi creato SnapGuide, un’app disegnata<br />

apposta <strong>per</strong> i teenager.<br />

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CASE STUDY<br />

Annemiek Spronk<br />

Rijksmuseum<br />

SnapGuide<br />

Influencer <strong>per</strong> la<br />

mediazione muse<strong>al</strong>e<br />

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CASE STUDY<br />

Annemiek Spronk<br />

Rijksmuseum<br />

SnapGuide<br />

Influencer <strong>per</strong> la<br />

mediazione muse<strong>al</strong>e<br />

L’obiettivo del progetto è coinvolgere<br />

<strong>il</strong> pubblico giovane e motivarlo<br />

a interagire con la collezione del<br />

Rijksmuseum. SnapGuide è un’app<br />

mob<strong>il</strong>e da ut<strong>il</strong>izzare <strong>al</strong>l’interno del<br />

Rijksmuseum, rivolta a studenti tra i 12<br />

e i 18 anni. L’app mette in relazione la<br />

cultura visiva degli adolescenti con<br />

<strong>il</strong> patrimonio del <strong>museo</strong>, sfruttando<br />

la mediazione di influencer o noti<br />

YouTuber. Ciascun influencer propone<br />

un tour del <strong>museo</strong>, <strong>al</strong>la sco<strong>per</strong>ta di<br />

o<strong>per</strong>e che, da una parte, sono coerenti<br />

con gli interessi dell’influencer stesso<br />

e, d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra, rientrano nei programmi<br />

scolastici. Durante <strong>il</strong> tour, la guidainfluencer<br />

non solo commenta le<br />

o<strong>per</strong>e ma invita anche <strong>il</strong> visitatore<br />

a interagire e produrre contenuti. Il<br />

progetto ha avuto un grande successo<br />

e più di 1.200 studenti hanno ut<strong>il</strong>izzato<br />

circa 2.000 SnapGuide tour già nella<br />

prima settimana.<br />

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Annemiek Spronk<br />

RIJKSMUSEUM<br />

Alla ricerca della ricetta giusta<br />

<strong>per</strong> coinvolgere i ragazzi <strong>al</strong> <strong>museo</strong><br />

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Samuela<br />

C<strong>al</strong>iari<br />

MUSE<br />

Museo delle Scienze<br />

Trasformare <strong>il</strong> <strong>museo</strong><br />

in spazio civico e<br />

luogo del quotidiano<br />

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Samuela<br />

C<strong>al</strong>iari<br />

MUSE<br />

Museo delle Scienze<br />

Trasformare <strong>il</strong><br />

<strong>museo</strong> in spazio<br />

civico e luogo del<br />

quotidiano<br />

invertire<br />

la tendenza<br />

senso<br />

di appartenenza<br />

I musei sono spesso <strong>per</strong>cepiti spesso come un mondo a<br />

parte, lontano d<strong>al</strong>la vita re<strong>al</strong>e delle <strong>per</strong>sone. Invertire questa<br />

tendenza e comprenderne le ragioni è la vera sfida dei musei<br />

contemporanei. Nel tentativo di ridefinire <strong>il</strong> proprio ruolo<br />

in relazione <strong>al</strong>la società contemporanea, i musei stanno<br />

attuando nuove politiche <strong>per</strong> raggiungere nuovi pubblici.<br />

Ma forse è la funzione stessa del <strong>museo</strong> che deve essere<br />

messa in discussione.<br />

Per stimolare un senso di appartenenza e di appropriazione<br />

che trascenda i contenuti scientifici e le conoscenze<br />

divulgate d<strong>al</strong> <strong>museo</strong>, <strong>il</strong> MUSE ambisce a diventare un<br />

luogo fam<strong>il</strong>iare <strong>per</strong> i cittadini, uno spazio da vivere<br />

quotidianamente.<br />

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Samuela<br />

C<strong>al</strong>iari<br />

MUSE<br />

Museo delle Scienze<br />

Trasformare <strong>il</strong><br />

<strong>museo</strong> in spazio<br />

civico e luogo del<br />

quotidiano<br />

<strong>museo</strong> <strong>per</strong> qu<strong>al</strong>cuno<br />

partecipazione e<br />

cambiamento<br />

Il MUSE si pone come parte di un sistema costruito attorno<br />

<strong>al</strong>la <strong>per</strong>sona, anche quando <strong>il</strong> servizio richiesto non è<br />

immediatamente collegab<strong>il</strong>e <strong>al</strong>la mission del <strong>museo</strong>. Ecco<br />

<strong>al</strong>lora che <strong>il</strong> MUSE diventa sede di corsi preparto re<strong>al</strong>izzati<br />

con l’azienda sanitaria o location selezionata dai teenager<br />

<strong>per</strong> programmare l’assemblea del proprio istituto scolastico.<br />

Attività fuori luogo <strong>per</strong> un <strong>museo</strong> di scienze? Assolutamente<br />

no, visto che <strong>il</strong> MUSE si propone prima di tutto di essere un<br />

<strong>museo</strong> <strong>per</strong> qu<strong>al</strong>cuno, anziché un <strong>museo</strong> su qu<strong>al</strong>cosa.<br />

Tutto questo porta <strong>il</strong> MUSE a essere un’istituzione che, se da<br />

una parte aspira a essere partecipativa e capace di accogliere<br />

i contributi e i bisogni dei cittadini, d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra, si ado<strong>per</strong>a <strong>per</strong><br />

divenire essa stessa promotrice di cambiamento, guidando<br />

la comunità verso modelli di sv<strong>il</strong>uppo sostenib<strong>il</strong>e e coesione<br />

soci<strong>al</strong>e.<br />

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CASE STUDY<br />

Samuela C<strong>al</strong>iari<br />

Maxi Ooh!<br />

La sco<strong>per</strong>ta inizia dai sensi<br />

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CASE STUDY<br />

Samuela C<strong>al</strong>iari<br />

Maxi Ooh!<br />

La sco<strong>per</strong>ta inizia dai sensi<br />

Maxi Ooh! è uno spazio <strong>al</strong>l’interno<br />

del MUSE, progettato insieme ad<br />

un team di es<strong>per</strong>ti di pedagogia<br />

infant<strong>il</strong>e (si segn<strong>al</strong>ano in particolare le<br />

collaborazioni con Reggio Ch<strong>il</strong>dren e<br />

l’Università di Bologna), nato in seguito<br />

a 7 anni di ricerche, collaborazioni e<br />

coinvolgimento della cittadinanza.<br />

Costruito <strong>per</strong> portare in It<strong>al</strong>ia un<br />

modello di es<strong>per</strong>ienza educativa<br />

<strong>al</strong>l’avanguardia, basata sulla relazione<br />

e sulla s<strong>per</strong>imentazione sensori<strong>al</strong>e,<br />

l’area Maxi Ooh! è organizzata in<br />

tre sfere (main exhibit), dedicate a<br />

differenti es<strong>per</strong>ienze sensori<strong>al</strong>i, fruib<strong>il</strong>i<br />

esclusivamente da coppie di babult<br />

(baby + adult): un adulto e un bambino<br />

di 0-5 anni. L’esplorazione dei sensi è<br />

supportata da tecnologie immersive,<br />

reattive e <strong>al</strong>tamente intuitive,<br />

che favoriscono e sottolineano la<br />

<strong>per</strong>cezione sensori<strong>al</strong>e.<br />

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Samuela C<strong>al</strong>iari<br />

MUSE<br />

Museo delle Scienze<br />

Trasformare <strong>il</strong> <strong>museo</strong> in spazio civico e<br />

luogo del quotidiano<br />

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Ann<strong>al</strong>isa<br />

Casagranda<br />

MART<br />

Museo di arte moderna e<br />

contemporanea di Trento e<br />

<strong>Educazione</strong> come<br />

occasione <strong>per</strong> uscire<br />

d<strong>al</strong>l’autoreferenzi<strong>al</strong>ità<br />

Rovereto<br />

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Ann<strong>al</strong>isa<br />

Casagranda<br />

MART<br />

Museo di arte moderna e<br />

contemporanea di Trento e<br />

Rovereto<br />

<strong>Educazione</strong> come<br />

occasione <strong>per</strong> uscire<br />

d<strong>al</strong>l’autoreferenzi<strong>al</strong>ità<br />

mettere in relazione<br />

a<strong>per</strong>tura e di<strong>al</strong>ogo<br />

Viviamo in un’epoca in cui <strong>il</strong> <strong>museo</strong> deve aprirsi <strong>al</strong> mondo,<br />

consapevole della necessità di mettere in relazione la propria<br />

specificità con l’ambiente che lo circonda: la città e i suoi<br />

abitanti, le <strong>al</strong>tre istituzioni del territorio, <strong>il</strong> panorama glob<strong>al</strong>e.<br />

Questo processo di a<strong>per</strong>tura e di di<strong>al</strong>ogo è favorito anche<br />

d<strong>al</strong>la funzione educativa del <strong>museo</strong>, che si attua in uno<br />

spettro sempre più ampio di attività didattiche: dai progetti<br />

<strong>per</strong> la scuola e la formazione <strong>per</strong> i docenti <strong>al</strong>l’educazione<br />

<strong>per</strong>manente <strong>per</strong> gli adulti, ai programmi <strong>per</strong> le famiglie, <strong>al</strong><br />

mondo della diversab<strong>il</strong>ità.<br />

Occorre lavorare <strong>per</strong> creare un <strong>museo</strong> accessib<strong>il</strong>e e<br />

inclusivo, s<strong>per</strong>imentando nuovi approcci e metodologie,<br />

frutto del confronto con es<strong>per</strong>ti di varie discipline, artisti,<br />

designer, docenti e ricercatori universitari.<br />

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Ann<strong>al</strong>isa<br />

Casagranda<br />

MART<br />

Museo di arte moderna e<br />

contemporanea di Trento e<br />

Rovereto<br />

evoluzione<br />

necessaria<br />

In tempi in cui la produzione di mostre, in particolar<br />

modo le mostre d’arte, è sempre più diffusa e non<br />

appartiene più unicamente ai musei, questa evoluzione<br />

è tanto più necessaria. Un <strong>museo</strong> non può essere<br />

solo un luogo dove si va ad ammirare delle o<strong>per</strong>e;<br />

deve diventare, innanzitutto, un luogo di crescita e di<br />

es<strong>per</strong>ienza che ci <strong>per</strong>metta di confrontarci con noi stessi<br />

e con gli <strong>al</strong>tri.<br />

<strong>Educazione</strong> come<br />

occasione <strong>per</strong> uscire<br />

d<strong>al</strong>l’autoreferenzi<strong>al</strong>ità<br />

occhi nuovi<br />

Per raggiungere questo obiettivo, chi lavora nel <strong>museo</strong><br />

deve evitare l’autoreferenzi<strong>al</strong>ità: pensare <strong>al</strong>l’arte<br />

unicamente in qu<strong>al</strong>ità di es<strong>per</strong>ti d’arte non è sufficiente.<br />

Occorre sa<strong>per</strong> rispondere <strong>al</strong>le esigenze dei diversi<br />

pubblici, sollecitare <strong>il</strong> lavoro di rete, intensificare le<br />

collaborazioni e, soprattutto, pensare a ciò che conserva<br />

<strong>il</strong> <strong>museo</strong> come un mezzo straordinario <strong>per</strong> vedere <strong>il</strong><br />

mondo con occhi nuovi.<br />

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CASE STUDY<br />

Ann<strong>al</strong>isa Casagranda<br />

M<strong>il</strong>lerighe<br />

La creatività della linea<br />

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CASE STUDY<br />

Ann<strong>al</strong>isa Casagranda<br />

M<strong>il</strong>lerighe<br />

La creatività della linea<br />

M<strong>il</strong>lerighe è un progetto educativo<br />

che comprende attività di laboratorio<br />

e di formazione <strong>per</strong> target differenti<br />

(ragazzi, famiglie, educatori, studenti di<br />

belle arti, team aziend<strong>al</strong>i, etc.), re<strong>al</strong>izzate<br />

d<strong>al</strong> 2014 ad oggi. I laboratori vogliono<br />

indagare le possib<strong>il</strong>ità espressive della<br />

linea e <strong>per</strong>mettono ai partecipanti di<br />

confrontarsi con diversi approcci <strong>al</strong><br />

disegno (ad esempio attraverso l’uso<br />

del corpo, ispirandosi ai <strong>per</strong>former Tony<br />

Orrico e Heather Hansen), ma anche<br />

di indagare dinamiche di relazione e<br />

di di<strong>al</strong>ogo non verb<strong>al</strong>e, disegnando in<br />

gruppo o a coppie, conferendo una<br />

dimensione estetica <strong>al</strong>la pratica del<br />

confronto con gli <strong>al</strong>tri.<br />

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Ann<strong>al</strong>isa Casagranda<br />

MART<br />

Museo di arte moderna e<br />

contemporanea di Trento e Rovereto<br />

<strong>Educazione</strong> come occasione <strong>per</strong> uscire<br />

d<strong>al</strong>l’autoreferenzi<strong>al</strong>ità<br />

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D<strong>al</strong>l’education <strong>al</strong><br />

Margherita<br />

Sani<br />

IBC<br />

Istituto Beni Artistici Cultur<strong>al</strong>i Natur<strong>al</strong>i<br />

Em<strong>il</strong>ia-Romagna<br />

learning, d<strong>al</strong>l’audience<br />

development<br />

<strong>al</strong>l’audience<br />

engagement<br />

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Margherita<br />

Sani<br />

IBC<br />

Istituto Beni Artistici Cultur<strong>al</strong>i<br />

Natur<strong>al</strong>i Em<strong>il</strong>ia-Romagna<br />

D<strong>al</strong>l’education<br />

<strong>al</strong> learning,<br />

d<strong>al</strong>l’audience<br />

development<br />

<strong>al</strong>l’audience<br />

engagement<br />

democratizzazione<br />

cessione<br />

di autorità<br />

La cosiddetta “democratizzazione” dei musei, iniziata già<br />

da diverse decadi, ha visto una accelerazione significativa<br />

negli ultimi 10-15 anni. Da templi della cultura e centri<br />

di produzione di conoscenza, a luoghi di incontro e<br />

di<strong>al</strong>ogo, ad agenti di cambiamento soci<strong>al</strong>e, i musei<br />

hanno sostanzi<strong>al</strong>mente cambiato <strong>il</strong> proprio prof<strong>il</strong>o. Lo<br />

spazio che sempre più viene riconosciuto <strong>al</strong> pubblico<br />

– e non solo a quello dei visitatori – ha posto <strong>per</strong>sone<br />

e oggetti sullo stesso piano in termini di importanza<br />

e di risorse dedicate d<strong>al</strong> <strong>museo</strong>. I termini audience<br />

development e audience engagement colgono<br />

questo aspetto non solo di orientamento <strong>al</strong> pubblico e<br />

di coinvolgimento dello stesso, ma <strong>al</strong>ludono anche in<br />

qu<strong>al</strong>che modo a una parzi<strong>al</strong>e cessione di autorità da<br />

parte del <strong>museo</strong>.<br />

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Margherita<br />

Sani<br />

IBC<br />

Istituto Beni Artistici Cultur<strong>al</strong>i<br />

Natur<strong>al</strong>i Em<strong>il</strong>ia-Romagna<br />

D<strong>al</strong>l’education<br />

<strong>al</strong> learning,<br />

d<strong>al</strong>l’audience<br />

development<br />

<strong>al</strong>l’audience<br />

engagement<br />

esigenze del<br />

pubblico<br />

partecipazione<br />

autentica<br />

La società contemporanea ci rimanda a un quadro dove<br />

le <strong>per</strong>sone desiderano esprimere la propria opinione<br />

- anche se non sempre corroborata da sufficienti<br />

conoscenze - e vogliono che questa venga tenuta in<br />

conto. Il <strong>museo</strong>, depositario della conoscenza sulle<br />

collezioni, risponde a queste esigenze aprendo spazi<br />

di partecipazione, che spesso <strong>per</strong>ò è più retorica che<br />

re<strong>al</strong>e: non sempre <strong>il</strong> <strong>museo</strong> può o vuole re<strong>al</strong>mente<br />

coinvolgere <strong>il</strong> pubblico nei processi decision<strong>al</strong>i e<br />

dovrebbe avere l’onestà di dichiararlo.<br />

Partecipazione autentica significa infatti intraprendere<br />

un cammino di cui si conosce l’inizio, ma non gli esiti<br />

fin<strong>al</strong>i, mettendosi in gioco tot<strong>al</strong>mente e disponendo di<br />

competenze di cui gli o<strong>per</strong>atori muse<strong>al</strong>i sono <strong>per</strong> lo più<br />

sprovvisti.<br />

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CASE STUDY<br />

Margherita Sani<br />

Anything goes<br />

Una mostra curata da 69 bambini<br />

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All the “Anything goes” picutres<br />

are published thanks to the <strong>per</strong>mission<br />

of the Nation<strong>al</strong> Museum in Warsaw<br />

CASE STUDY<br />

Margherita Sani<br />

Anything goes<br />

Una mostra curata da 69 bambini<br />

“Anything goes” è un es<strong>per</strong>imento<br />

<strong>museo</strong>logico ed educativo ideato da<br />

Agnieszka Morawińska, direttrice del<br />

Museo Nazion<strong>al</strong>e di Varsavia. Per sei<br />

mesi, un gruppo di 69 bambini tra i<br />

6 e 14 anni, divisi in 6 team curatori<strong>al</strong>i,<br />

ha imparato a conoscere <strong>il</strong> <strong>museo</strong><br />

e ha lavorato <strong>al</strong>la preparazione di<br />

una mostra in tutti i suoi aspetti: d<strong>al</strong><br />

progetto, <strong>al</strong>la selezione delle o<strong>per</strong>e,<br />

fino ai materi<strong>al</strong>i di comunicazione.<br />

“Anything Goes” è un bell’esempio<br />

di rovesciamento delle logiche<br />

decision<strong>al</strong>i di un <strong>museo</strong>, dove tutto lo<br />

spazio di progettazione di una mostra<br />

importante è stato lasciato a un gruppo<br />

di bambini e ragazzi, seguiti e guidati d<strong>al</strong><br />

<strong>per</strong>son<strong>al</strong>e, <strong>il</strong> qu<strong>al</strong>e, grazie <strong>al</strong>l’iniziativa,<br />

ha avuto l’occasione di riflettere sulle<br />

proprie pratiche e sulle mod<strong>al</strong>ità di<br />

coinvolgimento del pubblico.<br />

Risorse<br />

The “Anything Goes” Museum. Exhibition curated by ch<strong>il</strong>dren<br />

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Margherita Sani<br />

IBC<br />

Istituto Beni Artistici Cultur<strong>al</strong>i Natur<strong>al</strong>i<br />

Em<strong>il</strong>ia-Romagna<br />

D<strong>al</strong>l’education <strong>al</strong> learning,<br />

d<strong>al</strong>l’audience development<br />

<strong>al</strong>l’audience engagement<br />

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Nuovi linguaggi<br />

Daniele<br />

Campagnoli<br />

ABABo<br />

Accademia di Belle Arti di Bologna<br />

e nuove tecnologie<br />

a confronto<br />

con la mediazione<br />

tradizion<strong>al</strong>e<br />

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Daniele<br />

Campagnoli<br />

ABABo<br />

Accademia di Belle<br />

Arti di Bologna<br />

Nuovi linguaggi<br />

e nuove tecnologie<br />

a confronto con<br />

la mediazione<br />

tradizion<strong>al</strong>e<br />

nuovi media<br />

educare <strong>al</strong>l’arte<br />

In una contemporaneità i<strong>per</strong>connessa, immersa nella<br />

molteplicità di contenuti digit<strong>al</strong>i e caratterizzata d<strong>al</strong>la forte<br />

interrelazione tra nuovi media e linguaggi multimedi<strong>al</strong>i,<br />

la mediazione artistica non può non interrogarsi sulle<br />

mod<strong>al</strong>ità di ut<strong>il</strong>izzo dello strumento tecnologico.<br />

Nel corso degli anni <strong>il</strong> nostro Dipartimento ha<br />

consolidato una visione sugli orizzonti a<strong>per</strong>ti d<strong>al</strong>le<br />

nuove tecnologie, sv<strong>il</strong>uppando progetti a partire da<br />

una specifica metodologia di “educare <strong>al</strong>l’arte”. Un<br />

approccio ideato d<strong>al</strong>la Prof.ssa Cristina Francucci che,<br />

ponendo <strong>al</strong> centro del processo educativo l’es<strong>per</strong>ienza<br />

estetica, vede l’o<strong>per</strong>a d’arte, nella sua plur<strong>al</strong>ità di<br />

significato, non come semplice testo ma come pretesto<br />

<strong>per</strong> sv<strong>il</strong>uppare direzioni di senso da rielaborare in<br />

modo <strong>per</strong>son<strong>al</strong>e e creativo, con l’obiettivo di favorire la<br />

costruzione dell’identità individu<strong>al</strong>e e l’interpretazione del<br />

mondo.<br />

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Daniele<br />

Campagnoli<br />

ABABo<br />

Accademia di Belle<br />

Arti di Bologna<br />

Nuovi linguaggi<br />

e nuove tecnologie<br />

a confronto con<br />

la mediazione<br />

tradizion<strong>al</strong>e<br />

plur<strong>al</strong>ità di<br />

significato<br />

es<strong>per</strong>ienze<br />

immersive<br />

È in questo senso che ogni tecnologia diventa<br />

“estensione” dell’o<strong>per</strong>a e dell’es<strong>per</strong>ienza estetica,<br />

amplificando la plurisensori<strong>al</strong>ità attraverso molteplici<br />

tipologie di linguaggi veicolati. Il singolo contenuto<br />

testu<strong>al</strong>e, visivo o sonoro, associato ad un medium, mette<br />

in campo mod<strong>al</strong>ità di fruizione del patrimonio artistico<br />

uniche, proponendo es<strong>per</strong>ienze <strong>al</strong>lo stesso tempo<br />

immersive e conoscitive.<br />

Lo studio dei contenuti e degli strumenti a disposizione,<br />

pone le basi <strong>per</strong> progettare soluzioni coerenti con la<br />

poetica dell’artista e l’o<strong>per</strong>a stessa: quanto affermava<br />

Marsh<strong>al</strong> McLuhan, “Il medium è <strong>il</strong> messaggio” resta<br />

presupposto imprescindib<strong>il</strong>e <strong>per</strong> espandere i confini<br />

della mediazione artistica verso i territori delle nuove<br />

tecnologie digit<strong>al</strong>i.<br />

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Inst<strong>al</strong>lazione audio a sei can<strong>al</strong>i con<br />

sonorizzazione spazi<strong>al</strong>e della tela Le<br />

nozze di Cana di Gaetano Gandolfi. Suoni<br />

e rumori danno forma agli elementi del<br />

dipinto ponendo <strong>il</strong> momento del miracolo<br />

rappresentato in una dimensione narrativa.<br />

Inst<strong>al</strong>lazione di sei monitor su un grande tavolo con un video e<br />

una composizione sonora che mettono in scena l’Ultima Cena di<br />

Vit<strong>al</strong>e da Bologna. Oggetti, cibi e gesti studiati a partire d<strong>al</strong>l’o<strong>per</strong>a,<br />

ricostruiscono f<strong>il</strong>ologicamente i frammenti mancanti nell’affresco.<br />

CASE STUDY<br />

Daniele Campagnoli<br />

Assaporare l’arte<br />

Tre inst<strong>al</strong>lazioni multimedi<strong>al</strong>i<br />

su arte e cibo<br />

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Inst<strong>al</strong>lazione di un monitor con un video<br />

in split screen che mette in di<strong>al</strong>ogo le due<br />

donne rappresentate nell’o<strong>per</strong>a Gesù Cristo<br />

in casa di Marta di Giorgio Vasari. Pensieri<br />

e azioni di Marta e Maria propongono una<br />

trasposizione contemporanea del tema del<br />

cibo e dell’accoglienza.<br />

CASE STUDY<br />

Daniele Campagnoli<br />

Assaporare l’arte<br />

Tre inst<strong>al</strong>lazioni multimedi<strong>al</strong>i<br />

su arte e cibo<br />

Assaporare l’arte è un progetto<br />

dedicato <strong>al</strong> rapporto tra arte e cibo,<br />

re<strong>al</strong>izzato in collaborazione con la<br />

Pinacoteca Nazion<strong>al</strong>e e <strong>il</strong> Conservatorio<br />

di Musica G.B. Martini di Bologna. Tre<br />

inst<strong>al</strong>lazioni multimedi<strong>al</strong>i di<strong>al</strong>ogano<br />

con tre dipinti del <strong>museo</strong>, proponendo<br />

es<strong>per</strong>ienze ideate a partire d<strong>al</strong>la lettura<br />

di ogni singola o<strong>per</strong>a.<br />

La tela Le nozze di Cana di Gaetano<br />

Gandolfi, prende vita con suoni e<br />

rumori che coinvolgono <strong>il</strong> pubblico<br />

dentro la vicenda rappresentata. Un<br />

tavolo composto da monitor mette<br />

in scena l’Ultima cena di Vit<strong>al</strong>e da<br />

Bologna, proponendo una visione<br />

“re<strong>al</strong>e” del sacro evento con oggetti<br />

e gesti es<strong>al</strong>tati d<strong>al</strong>la composizione<br />

sonora. Il video dedicato <strong>al</strong>l’o<strong>per</strong>a Gesù<br />

Cristo in casa di Marta di Giorgio Vasari<br />

crea un di<strong>al</strong>ogo di pensieri e azioni tra<br />

Marta e Maria, restituendo una lettura<br />

contemporanea del legame tra cibo e<br />

accoglienza.<br />

Risorse<br />

Il video che racconta Assaporare l’arte<br />

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Daniele Campagnoli<br />

ABABO<br />

Accademia di Belle Arti di Bologna<br />

Nuovi linguaggi<br />

e nuove tecnologie a confronto<br />

con la mediazione tradizion<strong>al</strong>e<br />

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ALLEANZE<br />

I musei si guardano<br />

attorno: stakeholder,<br />

comunità di<br />

pubblico e fasce di<br />

utenti più frag<strong>il</strong>i,<br />

buone pratiche di<br />

coinvolgimento


Il modello Golinelli:<br />

Eugenia<br />

Ferrara<br />

FONDAZIONE<br />

GOLINELLI<br />

trasformare un<br />

network in una f<strong>il</strong>iera<br />

dell’<strong>innovazione</strong> a<br />

favore dell’educazione<br />

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Eugenia<br />

Ferrara<br />

FONDAZIONE<br />

GOLINELLI<br />

offrire strumenti<br />

Fondazione Golinelli nasce nel 1988 con l’obiettivo<br />

di offrire a tutti strumenti sempre aggiornati <strong>per</strong><br />

comprendere <strong>il</strong> <strong>futuro</strong>, favorendo la crescita cultur<strong>al</strong>e,<br />

la consapevolezza e la capacità di affrontare in<br />

modo responsab<strong>il</strong>e e propositivo <strong>il</strong> proprio <strong>per</strong>corso<br />

profession<strong>al</strong>e e umano. Si occupa di educazione,<br />

formazione, ricerca, <strong>innovazione</strong>, impresa e cultura.<br />

Il modello Golinelli:<br />

trasformare<br />

un network<br />

in una f<strong>il</strong>iera<br />

dell’<strong>innovazione</strong><br />

a favore<br />

dell’educazione<br />

open innovation<br />

Da sempre Fondazione Golinelli veicola contenuti<br />

scientifici attraverso metodologie e tecnologie<br />

didattiche <strong>al</strong>l’avanguardia, <strong>al</strong>l’interno di una «f<strong>il</strong>iera della<br />

formazione» che mette <strong>al</strong> centro la scuola (studenti e<br />

insegnanti) in un ecosistema di attori che collaborano<br />

condividendo gli stessi principi, v<strong>al</strong>ori e obiettivi.<br />

L’approccio è quello della open innovation intesa<br />

come condivisione <strong>al</strong>l’interno della comunità educante<br />

di conoscenze, metodologie, tecnologie, risorse, ma<br />

anche contaminazione ovvero scambio di idee e<br />

co-creazione e co-ideazione di proposte innovative.<br />

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Eugenia<br />

Ferrara<br />

FONDAZIONE<br />

GOLINELLI<br />

Il modello Golinelli:<br />

trasformare<br />

un network<br />

in una f<strong>il</strong>iera<br />

dell’<strong>innovazione</strong><br />

a favore<br />

dell’educazione<br />

co-creazione<br />

e co-ideazione<br />

ab<strong>il</strong>ità trasvers<strong>al</strong>i<br />

La Fondazione o<strong>per</strong>a come partner sinergico delle<br />

scuole, e le supporta nello sv<strong>il</strong>uppo di un approccio<br />

didattico nuovo, adatto <strong>al</strong>l’evoluzione della società<br />

e del contesto soci<strong>al</strong>e in atto, che su<strong>per</strong>i <strong>il</strong> modello<br />

tradizion<strong>al</strong>e di apprendimento <strong>per</strong> discipline e<br />

conoscenze, favorendo la multidisciplinarietà e<br />

l’apprendimento <strong>per</strong> competenze. L’idea è che oltre <strong>al</strong>la<br />

formazione disciplinare sia necessario potenziare ab<strong>il</strong>ità<br />

e competenze trasvers<strong>al</strong>i, in un approccio <strong>per</strong>son<strong>al</strong>izzato<br />

volto a v<strong>al</strong>orizzare i t<strong>al</strong>enti e le potenzi<strong>al</strong>ità individu<strong>al</strong>i,<br />

consentendo di supportare i giovani in un vero processo<br />

di empowerment.<br />

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CASE STUDY<br />

Eugenia Ferrara<br />

Imparare Facendo<br />

Percorsi didattici<br />

tra tecnologia e nuovi media<br />

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CASE STUDY<br />

Eugenia Ferrara<br />

Imparare Facendo<br />

Percorsi didattici<br />

tra tecnologia e nuovi media<br />

Fondazione Golinelli promuove<br />

<strong>per</strong>corsi didattici gratuiti rivolti<br />

<strong>al</strong>le scuole secondarie di I grado<br />

<strong>per</strong> potenziare le competenze<br />

extracurriculari dei ragazzi attraverso<br />

incontri pratici, esplorativi e<br />

multidisciplinari. La Fondazione<br />

confeziona la propria offerta didattica<br />

coinvolgendo attori esterni e o<strong>per</strong>a<br />

come fac<strong>il</strong>itatore mettendo in<br />

relazione le scuole con professionisti<br />

afferenti a diversi campi. Per l’anno<br />

scolastico 2018/2019 sono state<br />

coinvolte 5 re<strong>al</strong>tà differenti, tra<br />

organizzazioni e liberi professionisti,<br />

e sono stati attivati 6 <strong>per</strong>corsi didattici<br />

su temi differenti: d<strong>al</strong>la musica<br />

elettronica e digit<strong>al</strong>e, <strong>al</strong>l’educazione <strong>al</strong>la<br />

comunicazione video, <strong>il</strong> making e la<br />

sostenib<strong>il</strong>ità ambient<strong>al</strong>e, <strong>il</strong> giorn<strong>al</strong>ismo<br />

scientifico e la comunicazione della<br />

scienza, <strong>il</strong> web marketing e infine<br />

l’approccio <strong>al</strong> coding.<br />

Risorse<br />

Descrizione <strong>per</strong>corsi didattici<br />

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Eugenia Ferrara<br />

FONDAZIONE GOLINELLI<br />

Il modello Golinelli: trasformare un<br />

network in una f<strong>il</strong>iera dell’<strong>innovazione</strong><br />

a favore dell’educazione<br />

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Federica Facchetti<br />

Alessia Fassone<br />

MUSEO EGIZIO<br />

Il modello Museo Egizio:<br />

creare ambasciatori<br />

invece che cercare<br />

visitatori<br />

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Federica<br />

Facchetti,<br />

Alessia<br />

Fassone<br />

MUSEO EGIZIO<br />

Il modello Museo<br />

Egizio: creare<br />

ambasciatori invece<br />

che cercare visitatori,<br />

ovvero come<br />

l’inclusione passa <strong>per</strong><br />

l’appropriazione<br />

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colloquio<br />

coinvolgimento<br />

Il progetto scientifico <strong>al</strong>la base del nuovo Museo Egizio si<br />

ispira a un’affermazione del Prof. Donadoni secondo cui<br />

gli oggetti in <strong>museo</strong> devono essere “in colloquio con <strong>il</strong><br />

visitatore secondo programmi, spesso impliciti, che <strong>il</strong> Museo<br />

suggerisce”. È dunque necessario che questo colloquio<br />

sia con l’intera comunità dei visitatori, ma anche che si<br />

costruiscano dei <strong>per</strong>corsi ad hoc <strong>per</strong> raggiungere chi più<br />

diffic<strong>il</strong>mente accede <strong>al</strong> <strong>museo</strong>.<br />

In questo spirito, <strong>il</strong> Museo Egizio si è rivolto <strong>al</strong>la comunità<br />

nordafricana, erede ide<strong>al</strong>e del patrimonio conservato <strong>al</strong><br />

<strong>museo</strong>, con una serie di progetti mirati <strong>al</strong> coinvolgimento<br />

diretto. Il patrimonio diventa così <strong>il</strong> mezzo <strong>per</strong> la creazione<br />

di attività didattiche e divulgative, prodotte attraverso la<br />

collaborazione tra <strong>il</strong> pubblico e le profession<strong>al</strong>ità scientifiche<br />

e didattiche del Museo Egizio, <strong>per</strong> raggiungere diverse<br />

categorie di utenti: le donne, i bambini in età scolare e gli<br />

adolescenti. Le <strong>per</strong>sone vengono direttamente coinvolte e<br />

chiamate a essere protagoniste della divulgazione stessa del<br />

<strong>museo</strong>, facendo propria la conoscenza delle sue collezioni<br />

e rielaborandola in base <strong>al</strong> proprio vissuto e <strong>al</strong>le proprie<br />

inclinazioni.


Federica<br />

Facchetti,<br />

Alessia<br />

Fassone<br />

MUSEO EGIZIO<br />

Il modello Museo<br />

Egizio: creare<br />

ambasciatori invece<br />

che cercare visitatori,<br />

ovvero come<br />

l’inclusione passa <strong>per</strong><br />

l’appropriazione<br />

appropriazione<br />

avvicinare<br />

La fam<strong>il</strong>iarità che si crea con i re<strong>per</strong>ti e con gli ambienti<br />

muse<strong>al</strong>i trasforma i visitatori in ambasciatori: <strong>per</strong>sone che<br />

si organizzano autonomamente <strong>per</strong> avvicinare le proprie<br />

famiglie e la propria comunità <strong>al</strong>la conoscenza del <strong>museo</strong>.<br />

Inoltre, la lettura fornita d<strong>al</strong>le <strong>per</strong>sone coinvolte arricchisce<br />

l’interpretazione dei curatori muse<strong>al</strong>i e <strong>per</strong>mette di tradurre<br />

l’offerta formativa muse<strong>al</strong>e in un linguaggio più vicino <strong>al</strong><br />

nuovo pubblico.<br />

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CASE STUDY<br />

Federica Facchetti e Alessia Fassone<br />

Il mio<br />

Museo Egizio<br />

Undici donne nordafricane<br />

raccontano la collezione<br />

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CASE STUDY<br />

Federica Facchetti e Alessia Fassone<br />

Il mio<br />

Museo Egizio<br />

Undici donne nordafricane<br />

raccontano la collezione<br />

Il progetto, re<strong>al</strong>izzato d<strong>al</strong> Museo<br />

Egizio di Torino in collaborazione<br />

con l’Associazione MIC (Mondi in<br />

Città ONLUS), nasce <strong>per</strong> promuovere<br />

l’integrazione delle donne immigrate<br />

d<strong>al</strong>l’Egitto e d<strong>al</strong> Nord Africa nella vita<br />

e nelle società cittadine. A partire da<br />

novembre 2016, undici donne hanno<br />

partecipato a un corso di formazione<br />

di dieci lezioni nelle s<strong>al</strong>e muse<strong>al</strong>i,<br />

<strong>per</strong> approfondire temi legati <strong>al</strong>la vita<br />

quotidiana nell’antico Egitto e acquisire<br />

le conoscenze di base <strong>per</strong> condurre<br />

brevi visite guidate tematiche. Grazie<br />

<strong>al</strong> progetto, le signore sono diventate<br />

parte attiva nella vita del Museo<br />

Egizio e attu<strong>al</strong>mente guidano gruppi<br />

di visitatori in occasione di particolari<br />

eventi.<br />

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Federica Facchetti,<br />

Alessia Fassone<br />

MUSEO EGIZIO<br />

Il modello Museo Egizio: creare<br />

ambasciatori invece che cercare<br />

visitatori, ovvero come l’inclusione<br />

passa <strong>per</strong> l’appropriazione<br />

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Il modello GAMeC: la<br />

Giovanna<br />

Bramb<strong>il</strong>la<br />

GAMeC<br />

G<strong>al</strong>leria d’Arte Moderna e<br />

Contemporanea<br />

scelta dell’accessib<strong>il</strong>ità<br />

come dovere di un<br />

Museo e diritto <strong>per</strong> i<br />

cittadini<br />

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Giovanna<br />

Bramb<strong>il</strong>la<br />

GAMeC<br />

G<strong>al</strong>leria d’Arte Moderna e<br />

Contemporanea<br />

Il modello GAMeC:<br />

la scelta<br />

dell’accessib<strong>il</strong>ità come<br />

dovere di un Museo<br />

e diritto <strong>per</strong> i cittadini<br />

diritto <strong>al</strong>la cultura<br />

frag<strong>il</strong>ità<br />

La GAMeC di Bergamo, attraverso i suoi Servizi Educativi,<br />

pratica da sempre una politica di accessib<strong>il</strong>ità – fisica,<br />

linguistica, economica e cultur<strong>al</strong>e – sostenendo l’art. 27<br />

della Dichiarazione Univers<strong>al</strong>e dei Diritti dell’Uomo: “Ogni<br />

individuo ha diritto di prendere parte liberamente <strong>al</strong>la vita<br />

cultur<strong>al</strong>e della comunità, di godere delle arti e di partecipare<br />

<strong>al</strong> progresso scientifico ed ai suoi benefici”. Proprio <strong>per</strong><br />

questo la nostra attività, oltre che ad adulti, famiglie, gruppi e<br />

scuole, rivolge pari attenzione <strong>al</strong>le situazioni di frag<strong>il</strong>ità, dai<br />

migranti <strong>al</strong>la disab<strong>il</strong>ità, da <strong>per</strong>corsi tatt<strong>il</strong>i <strong>per</strong> non vedenti <strong>al</strong>le<br />

visite in LIS, fino a una più che decenn<strong>al</strong>e attività nella Casa<br />

circondari<strong>al</strong>e.<br />

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Giovanna<br />

Bramb<strong>il</strong>la<br />

GAMeC<br />

G<strong>al</strong>leria d’Arte Moderna e<br />

Contemporanea<br />

Il modello GAMeC:<br />

la scelta<br />

dell’accessib<strong>il</strong>ità come<br />

dovere di un Museo<br />

e diritto <strong>per</strong> i cittadini<br />

accessib<strong>il</strong>ità<br />

come dovere<br />

accountab<strong>il</strong>ity<br />

Lavorare sull’accessib<strong>il</strong>ità come dovere <strong>per</strong> un Museo<br />

significa non solo contenere i costi <strong>per</strong> le scuole e garantire<br />

la gratuità agli utenti con frag<strong>il</strong>ità, ma anche costruire<br />

<strong>per</strong>corsi “cuciti addosso” agli utenti, facendo entrare <strong>il</strong><br />

<strong>museo</strong>, come meta piacevole e importante, nelle loro vite.<br />

Coinvolgere, come spesso facciamo, gli adolescenti delle<br />

scuole, significa renderli protagonisti attivi della nostra attività<br />

cultur<strong>al</strong>e, portare attraverso di loro <strong>il</strong> mondo dell’industria.<br />

Avvicinare <strong>al</strong> <strong>museo</strong> <strong>per</strong>sone che o<strong>per</strong>ano in <strong>al</strong>tri contesti,<br />

condurre migranti e rifugiati in <strong>museo</strong> attraverso gli<br />

studenti – come in <strong>al</strong>tri <strong>per</strong>corsi di ASL – significa mettere<br />

in contatto, attraverso l’arte, cittadini visib<strong>il</strong>i e <strong>per</strong>sone<br />

invisib<strong>il</strong>i. Rendere <strong>il</strong> <strong>museo</strong> capace di accogliere la frag<strong>il</strong>ità<br />

– d<strong>al</strong>le <strong>per</strong>sone con <strong>al</strong>zheimer a disab<strong>il</strong>i psichici – significa<br />

davvero rispondere <strong>al</strong> concetto di accountab<strong>il</strong>ity: cercare di<br />

esistere <strong>per</strong> tutti i cittadini, e poterne rendere conto.<br />

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CASE STUDY<br />

Giovanna Bramb<strong>il</strong>la<br />

“Black Hole”<br />

Una sinergia tra la GAMeC<br />

di Bergamo, TenarisD<strong>al</strong>mine<br />

e Fondazione D<strong>al</strong>mine<br />

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CASE STUDY<br />

Giovanna Bramb<strong>il</strong>la<br />

“Black Hole”<br />

Una sinergia tra la GAMeC<br />

di Bergamo, TenarisD<strong>al</strong>mine<br />

e Fondazione D<strong>al</strong>mine<br />

Il progetto di ASL, re<strong>al</strong>izzato con<br />

due classi IV del Liceo Scientifico “F.<br />

Lussana”, si è snodato nella mostra<br />

“Black Hole”, dedicata a come gli artisti<br />

nella seconda metà del ‘900 hanno<br />

interrogato la materia. Gli studenti sono<br />

stati resi autonomi nella conduzione<br />

di visite guidate e nella redazione di<br />

testi, combinando arte e conoscenze<br />

scientifiche, e hanno portato classi e<br />

gruppi di amici a visitare “Black Hole”.<br />

La sinergia con TenarisD<strong>al</strong>mine, leader<br />

mondi<strong>al</strong>e nella produzione di tubi senza<br />

s<strong>al</strong>datura, socio fondatore della GAMeC<br />

e sponsor del progetto, ha consentito<br />

agli studenti motivati di visitare la sede<br />

centr<strong>al</strong>e dell’impresa e conoscerla<br />

da vicino. Il terzo step è stata la<br />

conduzione, da parte di questi studenti,<br />

di visite ad hoc <strong>per</strong> i dipendenti<br />

dell’azienda, <strong>per</strong> sensib<strong>il</strong>izzarli <strong>al</strong><br />

prezioso legame tra Arte e Industria e<br />

v<strong>al</strong>orizzare la mostra.<br />

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Giovanna Bramb<strong>il</strong>la<br />

GAMEC<br />

G<strong>al</strong>leria d’Arte Moderna e<br />

Contemporanea<br />

Il modello GAMeC:<br />

la scelta dell’accessib<strong>il</strong>ità come dovere<br />

di un Museo e diritto <strong>per</strong> i cittadini<br />

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R. Campanini<br />

G. Pellegrini<br />

C. Pelliciari<br />

MUSEI CIVICI<br />

REGGIO EMILIA<br />

Il modello MCRE:<br />

<strong>al</strong>leanze interne fra le<br />

discipline e <strong>al</strong>leanze<br />

esterne con le scuole<br />

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Riccardo Campanini<br />

Giada Pellegrini<br />

Chiara Pelliciari<br />

MUSEI CIVICI<br />

REGGIO EMILIA<br />

Il modello MCRE:<br />

<strong>al</strong>leanze interne fra le<br />

discipline e <strong>al</strong>leanze<br />

esterne con le scuole<br />

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s<strong>per</strong>imentare<br />

contaminare<br />

I Musei Civici di Reggio Em<strong>il</strong>ia hanno avviato negli ultimi<br />

anni un processo di ridefinizione di se stessi in un’ottica<br />

contemporanea, anche attraverso un importante lavoro<br />

di ri<strong>al</strong>lestimento delle collezioni. Contestu<strong>al</strong>mente i Servizi<br />

Educativi hanno s<strong>per</strong>imentato approcci capaci di favorire<br />

nuovi sguardi sul <strong>museo</strong>, v<strong>al</strong>orizzando la relazione fra<br />

diverse competenze in una prospettiva transdisciplinare.<br />

Contaminare arte, scienza e storia, <strong>per</strong>mette di mostrare<br />

gli infiniti rimandi e i nodi di relazione tra le cose, <strong>per</strong><br />

generare nuovi e inaspettati punti di vista sugli oggetti.<br />

L’a<strong>per</strong>tura verso <strong>al</strong>tri linguaggi favorisce approcci interattivi,<br />

multidimension<strong>al</strong>i e multisensori<strong>al</strong>i <strong>al</strong>l’interno di uno<br />

spazio <strong>museo</strong> che diventa laboratorio diffuso, luogo<br />

di ispirazione e ambiente educativo stimolante, <strong>per</strong> un<br />

rinnovato di<strong>al</strong>ogo con la Scuola. Fondament<strong>al</strong>e si conferma<br />

la dimensione dinamica e concreta del fare, che coinvolge<br />

bambini e ragazzi in progetti e attività significative, <strong>al</strong>l’interno<br />

di laboratori tematici, appositamente concepiti <strong>per</strong> la<br />

s<strong>per</strong>imentazione e la creatività.


Riccardo Campanini<br />

Giada Pellegrini<br />

Chiara Pelliciari<br />

MUSEI CIVICI<br />

REGGIO EMILIA<br />

Il modello MCRE:<br />

<strong>al</strong>leanze interne fra le<br />

discipline e <strong>al</strong>leanze<br />

esterne con le scuole<br />

fare<br />

progettu<strong>al</strong>ità<br />

condivisa<br />

Per potenziare <strong>il</strong> legame tra <strong>innovazione</strong> e patrimonio, la<br />

riflessione si è spinta verso l’attivazione di nuove <strong>al</strong>leanze<br />

sul territorio, che ha portato <strong>al</strong>la nascita di Contamination<br />

Lab, uno spazio di progettu<strong>al</strong>ità condivisa tra musei, mondo<br />

dell’<strong>innovazione</strong>, scuole e università, nel qu<strong>al</strong>e si sv<strong>il</strong>uppano<br />

idee e si incentiva la ricerca. Questo progetto affida un<br />

ruolo nuovo <strong>al</strong> <strong>museo</strong>, ponendolo tra i centri di creatività<br />

del territorio, con particolare attenzione <strong>al</strong>la relazione con le<br />

istituzioni scolastiche.<br />

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CASE STUDY<br />

Riccardo Campanini, Giada Pellegrini, Chiara Pelliciari<br />

Nuovi linguaggi<br />

e nuove <strong>al</strong>leanze<br />

Museo di Storia della Psichiatria.<br />

Nuovi linguaggi e nuove <strong>al</strong>leanze.<br />

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CASE STUDY<br />

Riccardo Campanini, Giada Pellegrini, Chiara Pelliciari<br />

Nuovi linguaggi e<br />

nuove <strong>al</strong>leanze<br />

Museo di Storia della Psichiatria.<br />

Nuovi linguaggi e nuove <strong>al</strong>leanze.<br />

Questo <strong>museo</strong> del sistema Musei<br />

Civici di Reggio Em<strong>il</strong>ia, è un luogo <strong>per</strong><br />

vocazione incline <strong>al</strong>le istanze di natura<br />

soci<strong>al</strong>e, in cui è stato spontaneo aprirsi<br />

<strong>al</strong> territorio e a nuove profession<strong>al</strong>ità.<br />

Nel progetto Es<strong>per</strong>ti <strong>per</strong> es<strong>per</strong>ienza, ad<br />

esempio, in collaborazione con Ausl,<br />

<strong>al</strong>cuni fac<strong>il</strong>itatori soci<strong>al</strong>i, ovvero <strong>per</strong>sone<br />

che hanno affrontato momenti<br />

di disagio psichico, incontrano gli<br />

studenti <strong>per</strong> portare una <strong>per</strong>son<strong>al</strong>e<br />

testimonianza in un di<strong>al</strong>ogo a<strong>per</strong>to e<br />

carico di significati. Nella proposta Mi<br />

ri-guarda, nata in collaborazione con<br />

“Reggio Em<strong>il</strong>ia Città senza barriere”,<br />

sono invece l’attività psicomotoria e <strong>il</strong><br />

linguaggio del corpo a sensib<strong>il</strong>izzare<br />

verso la cura dell’<strong>al</strong>tro e a diventare<br />

stimolo <strong>per</strong> riflettere su emozioni<br />

e identità, in un contesto in cui<br />

l’educazione non può prescindere d<strong>al</strong><br />

riconoscimento della diversità e d<strong>al</strong>la<br />

consapevolezza dell’uguaglianza dei<br />

diritti.<br />

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Giada Pellegrini<br />

MUSEI CIVICI REGGIO EMILIA<br />

Il modello MCRE:<br />

<strong>al</strong>leanze interne fra le discipline e<br />

<strong>al</strong>leanze esterne con le scuole<br />

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<strong>Crescere</strong><br />

<strong>al</strong> <strong>museo</strong><br />

<strong>Educazione</strong><br />

e <strong>innovazione</strong><br />

<strong>per</strong> <strong>immaginare</strong><br />

<strong>il</strong> <strong>futuro</strong><br />

Una pubblicazione digit<strong>al</strong>e a cura di BAM! Strategie Cultur<strong>al</strong>i in collaborazione con<br />

Musei Civici di Reggio Em<strong>il</strong>ia e<br />

Accademia di Belle Arti di Bologna<br />

Fondazione Golinelli<br />

GAMeC - G<strong>al</strong>leria di Arte Moderna e Contemporanea<br />

IBC - Istituto Beni Artistici Cultur<strong>al</strong>i Natur<strong>al</strong>i Em<strong>il</strong>ia-Romagna<br />

MART - Museo di Arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto<br />

MUSE - Museo delle Scienze<br />

Museo Egizio<br />

Nation<strong>al</strong> Museum in Warsaw<br />

Rijksmuseum<br />

Grafica Simona Canè - BAM! Strategie Cultur<strong>al</strong>i<br />

La pubblicazione segue <strong>al</strong>l’evento <strong>Crescere</strong> <strong>al</strong> Museo. <strong>Educazione</strong> e <strong>innovazione</strong> <strong>per</strong><br />

<strong>immaginare</strong> <strong>il</strong> <strong>futuro</strong> a cura di Musei Civici di Reggio Em<strong>il</strong>ia e BAM! Strategie Cultur<strong>al</strong>i,<br />

tenutosi <strong>il</strong> 30 novembre e 1 dicembre 2018 a Reggio Em<strong>il</strong>ia.<br />

settembre 2019

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