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201903LaLettera

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MARZO<br />

2019<br />

La lettera<br />

anno XXXIII<br />

numero 1<br />

Bollettino della parrocchia prepositurale di san Giovanni Battista in Palazzago e di san Carlo in Burligo


Orari Sante Messe Palazzago<br />

Sabato<br />

ore 17.00 Beita<br />

ore 19.00 Chiesa Parrocchiale<br />

Domenica<br />

ore 08.00 Montebello<br />

ore 10.30 Chiesa Parrocchiale<br />

ore 18.00 Chiesa Parrocchiale<br />

Giorni Feriali<br />

Lunedì ore 09.00 Chiesa Parrocchiale<br />

Martedì ore 16.30 Precornelli<br />

Mercoledì ore 16.30 Montebello<br />

Giovedì ore 09.00 Chiesa Parrocchiale<br />

Venerdì ore 16.30 Ca’ Rosso<br />

Orari Sante Messe Burligo<br />

Sabato<br />

ore 18.00 Chiesa Parrocchiale<br />

Domenica<br />

ore 09.00 Collepedrino<br />

ore 10.30 Chiesa Parrocchiale<br />

Giorni Feriali<br />

Lunedì ore 17.00 Chiesa Parrocchiale<br />

Martedì ore 17.00 Acqua<br />

Mercoledì ore 17.00 Chiesa Parrocchiale<br />

Giovedì ore 17.00 Chiesa Parrocchiale<br />

Venerdì ore 17.00 Chiesa Parrocchiale<br />

Recapiti<br />

Don Giuseppe 035.550336-347.1133405<br />

Don Roberto 035.540059-348.3824454<br />

Don Giampaolo 338.1107970<br />

Don Paolo 035.550081<br />

www.oratoriopalazzago.it<br />

parrocchia@oratoriopalazzago.it<br />

segreteria@oratoriopalazzago.it<br />

palazzago@diocesibg.it<br />

Vortice<br />

Ascoltiamo la Sapienza…<br />

3<br />

«Io sono uscita dalla bocca dell’Altissimo<br />

e ho ricoperto come nube la terra.<br />

4<br />

Ho posto la mia dimora lassù,<br />

il mio trono era su una colonna di nubi.<br />

5<br />

Il giro del cielo da sola ho percorso,<br />

ho passeggiato nelle profondità degli<br />

abissi.<br />

6<br />

Sulle onde del mare e su tutta la terra,<br />

su ogni popolo e nazione ho preso dominio.<br />

(Siracide 24)<br />

Le nubi a creare un trono su cui siede il<br />

Padre Eterno.<br />

Eppure qui tutto è movimento: la barba<br />

fluente e i capelli, le vesti che fanno un<br />

tutt’uno con il manto, la mano alzata<br />

nel gesto di chi indica -e fare strada è<br />

ancora movimento-.<br />

In questo vortice, solo il globo terrestre,<br />

appoggiato al grembo, sembra essere<br />

fermo, sicuro nelle mani del Padre.<br />

Piccola sfera, questo mondo, sul quale<br />

si riversa la destra, forse ad indicare un<br />

punto preciso.<br />

7<br />

Fra tutti questi cercai un luogo di riposo,<br />

in quale possedimento stabilirmi.<br />

8<br />

Allora il creatore dell’universo mi diede un<br />

ordine,<br />

il mio creatore mi fece posare la tenda<br />

e mi disse: Fissa la tenda in Giacobbe<br />

e prendi in eredità Israele.<br />

(Siracide 24)<br />

Dio Padre. 1700 Marmo scolpito<br />

Altare maggiore Chiesa San Carlo Burligo<br />

Segreteria Parrocchiale (Via Maggiore 19) da martedì a venerdì, dalle 10.00 alle 12.00.<br />

Ci si può rivolgere ai volontari per certificati, pratiche, richieste, fotocopie, ritiro materiale,...<br />

La Lettera<br />

marzo ‘19<br />

[2]


[Editoriale]<br />

Dal basso<br />

«Il Figlio dell’uomo viene consegnato<br />

nelle mani degli uomini<br />

e lo uccideranno; ma, una<br />

volta ucciso, dopo tre giorni<br />

risorgerà» (Mc<br />

9,31). Consegnare,<br />

uccidere, risorgere:<br />

tre verbi<br />

che offrono la<br />

sequenza di una<br />

storia drammatica<br />

e paradossale,<br />

inaudita,<br />

la vicenda «pasquale»<br />

di Gesù.<br />

Ancora una volta<br />

la ripercorriamo,<br />

sapendo che c’è<br />

una conversione<br />

radicale da<br />

compiere, conversione<br />

di pensiero,<br />

di stile di<br />

vita, di desideri,<br />

di cammino.<br />

Anche la croce<br />

collocata in chiesa<br />

per la Quaresima<br />

ci affida<br />

questa provocazione:<br />

per capire<br />

la via di Gesù, per<br />

accogliere la sua<br />

parola, per seguirlo<br />

veramente<br />

bisogna mettersi<br />

in basso e non in<br />

alto, bisogna essere piccoli.<br />

Che cosa significa mettersi in<br />

basso? «Se uno vuole essere<br />

il primo, sia l’ultimo di tutti<br />

e il servitore di tutti» 9,3. E’<br />

grande non colui che si pone<br />

sull’altro, colui che vuole prevalere,<br />

colui che cerca potere o<br />

prestigio, ma colui che diventa<br />

dono per l’altro, consegna se<br />

stesso all’altro perché possa<br />

vivere. È grande chi si fa servo,<br />

chi si fa piccolo. Come<br />

possiamo diventare piccoli?<br />

Quando il nostro cuore è abitato<br />

dalla piccolezza evangelica?<br />

«E, preso un bambino, lo pose<br />

in mezzo a loro e, abbracciandolo,<br />

disse loro: “Chi accoglie<br />

uno solo di questi bambini nel<br />

mio nome, accoglie [ ... ] colui<br />

che mi ha mandato”» 9,36-37.<br />

È piccolo colui che sa affidarsi<br />

teneramente<br />

nelle braccia<br />

di Dio; è piccolo<br />

colui che è libero<br />

da ogni pretesa e<br />

potere; è piccolo<br />

colui che sa accogliere<br />

nell’altro,<br />

soprattutto<br />

in chi non ha nulla<br />

da dare, il dono<br />

stesso di Dio.<br />

Viviamo la Quaresima<br />

e la Pasqua<br />

contemplando<br />

Colui che,<br />

“pur essendo di<br />

natura divina,<br />

non considerò<br />

un tesoro geloso<br />

la sua uguaglianza<br />

con Dio;<br />

ma spogliò se<br />

stesso, assumendo<br />

la condizione<br />

di servo e<br />

divenendo simile<br />

agli uomini; apparso<br />

in forma<br />

umana, umiliò se<br />

stesso facendosi<br />

obbediente fino<br />

alla morte e alla<br />

morte di croce”.<br />

Da dove ri-partiamo?<br />

Dal basso… Auguri<br />

La Lettera<br />

marzo ‘19<br />

[3]


Eccomi,<br />

sono la serva del Signore<br />

[Quarta tappa: Quaresima]<br />

In questi quaranta giorni, di<br />

settimana in settimana, vogliamo<br />

seguire da vicino il Signore, servo<br />

dell’umanità, con la docilità di<br />

Maria, serva dell’eccomi.<br />

La Parola di Dio della domenica<br />

costituisce il filo rosso dell’intera<br />

settimana. La riflessione e la<br />

preghiera si concentrano su ciò<br />

che possiamo OFFRIRE, nella<br />

consapevolezza d’aver ricevuto<br />

TUTTO. Gli atteggiamenti da<br />

assumere sono quelli vissuti da<br />

Gesù, Servo sofferente.<br />

La Lettera<br />

[4]<br />

marzo ‘19


[Filippesi 2,8]<br />

Obbediente fino alla morte<br />

e alla morte di croce<br />

Una grande croce accompagna il cammino<br />

quaresimale, concreta risposta<br />

alla scala dell’Avvento: Dio, nel suo<br />

Figlio Gesù, non solo guarda dall’alto,<br />

quell’alto cui l’uomo anela e pone i suoi<br />

passi per poterlo anche solo sfiorare,<br />

ma si china sull’umanità fino ad abbracciarla,<br />

fino a mettersi ai suoi piedi,<br />

fino a… NON scendere dalla croce.<br />

E la ritroviamo così: arco della nuova<br />

ed eterna alleanza, cuore aperto,<br />

ponte sull’eternità.<br />

Intorno –come da molti anni ormaiabbiamo<br />

l’installazione di opere contemporanee,<br />

per non dimenticare<br />

fuori dalla chiesa, che la riflessione<br />

e la produzione artistica continuano<br />

con le categorie dell’uomo di oggi.<br />

Quest’anno abbiamo chiesto a Gregorio<br />

Cividini, di Martinengo. L’artista<br />

opera mettendo a confronto tra loro<br />

materiali diversi: legni di olmo e di rovere<br />

incisi e graffiati come gradoni<br />

di cava, in forza di squarci<br />

d’ascia e ruvidezze di sgorbie,<br />

legni di tuja dai riflessi violacei<br />

o tavole di acacia dalla durezza<br />

petrosa o cime di castagno dilavate<br />

da intemperie e forgiate<br />

in rastremature scanalate da<br />

colonna.<br />

Tutto questo a convivere con<br />

morbidezze imperturbabili e<br />

amorosamente tornite, incastri<br />

di legni, ferri e pietre. E<br />

proprio così ritroviamo alcune<br />

sue opere (Cristo sofferente,<br />

testa di Giovanni Battista, San<br />

Sebastiano…), con il culmine di<br />

tanto pensiero che si incarna<br />

nella umanità dei suoi Crocifissi,<br />

che, come gli alberi, raccontano<br />

la storia del tempo, abitato<br />

dal Mistero. Verso l’Eternità.<br />

Cividini è nato a Martinengo nel 1951. Dopo il liceo artistico a Bergamo, ha frequentato a Milano l’accademia<br />

delle Belle Arti di Brera dove nel 1975 si è diplomato in scultura alla scuola di Luciano Minguzzi.<br />

Ha insegnato al liceo artistico di Bergamo e scultura a Lovere. Gregorio Cividini opera quasi sempre mettendo<br />

a confronto tra loro materiali diversi: legno con ferro o con marmo, fusioni in bronzo o in argento.<br />

La sfida di riuscire a dare corpo a un pensiero è stata, ed è, il motivo ispiratore della sua arte.<br />

La Lettera<br />

marzo ‘19<br />

[5]


La Riforma Pastorale<br />

della Chiesa di Bergamo<br />

le Comunità Ecclesiali<br />

Territoriali (CET)<br />

In questi mesi, contrassegnati<br />

dalla riforma diocesana delle<br />

CET, voluta dal nostro Vescovo<br />

Francesco, dopo due anni di<br />

lavoro e di incontri con tutti gli<br />

organismi diocesani e vicariali,<br />

ci siamo trovati tutti di fronte a<br />

una novità, accompagnata da<br />

non poche domande, fatiche e<br />

perplessità che, comunque, a<br />

mio modesto parere, possono<br />

essere affrontate, recuperando<br />

quanto il Vescovo sta cercando<br />

di dirci e che vorrei con<br />

semplicità riprendere.<br />

Il Vescovo parte da una constatazione:<br />

il soggetto Chiesa è<br />

debole perché è debole la fede<br />

di chi dice di essere cristiano. La<br />

fede sembra non incidere più sul<br />

vissuto credente.<br />

Da questo viene riaffermata<br />

la necessità della parrocchia<br />

come il luogo decisivo per la<br />

fede perché decisiva è la dimensione<br />

comunitaria della<br />

fede, attraverso quelle che<br />

sono le relazioni quotidiane,<br />

feriali, fatte di incontri e di dialogo<br />

tra le persone che vivono<br />

nello stesso territorio. Pertanto<br />

il cammino pastorale delle<br />

nostre comunità, tutti gli sfor-<br />

zi posti in atto per il cammino<br />

credente, rimane necessario e<br />

indispensabile.<br />

Tuttavia la parrocchia da sola<br />

non ce la fa, non possiamo nasconderlo.<br />

Il rischio di chiudersi<br />

in se stessa, il rischio di autoreferenzialità,<br />

come ci ricorda<br />

spesso il Papa, c’è. La parrocchia<br />

da sola non ce la fa ad<br />

entrare e ad affrontare tutte<br />

le questioni delle persone e<br />

della società; ha bisogno di<br />

un sostegno e di un respiro<br />

più ampio, perché il rapporto<br />

fede e vita rimanga significativo<br />

e decisivo.<br />

Da questo ecco la proposta<br />

delle Comunità Ecclesiali Territoriali<br />

(CET), noi siamo la Comunità<br />

Ecclesiale Territoriale n.7-<br />

Ponte/Valle San Martino, che<br />

non sono un’aggiunta o una<br />

sostituzione, ma, attraverso<br />

un rapporto vitale, dovrebbero<br />

diventare l’orizzonte delle<br />

nostre parrocchie, delle unità<br />

pastorali e delle diverse collaborazioni<br />

pastorali, aiutandole<br />

a promuovere, alimentare<br />

ed elaborare il rapporto con<br />

il territorio nella speranza di<br />

generare insieme al territorio<br />

condizioni e forme di vita autenticamente<br />

umane alla luce<br />

del Vangelo.<br />

La proposta, chiede di entrare<br />

nella vita e nelle questioni delle<br />

persone per vedere cosa può dire<br />

la fede, ma non solo; chiede anche<br />

di riconoscere la presenza di<br />

quel Regno, che è già presente in<br />

quel territorio e che lì cresce. E chi<br />

è che può fare questo se non chi<br />

tenta di vivere da cristiano dentro<br />

il mondo, che è il laico?!<br />

Da questo, gli ambiti, le cosiddette<br />

“Terre Esistenziali” (la<br />

parola “territorio” è simbolica, è<br />

rappresentativa di mondi vitali<br />

che sono le relazioni d’amore,<br />

il lavoro e la festa, la fragilità<br />

umana, la tradizione, i mondi<br />

della cittadinanza), che<br />

necessitano la presenza e la<br />

testimonianza dei laici, come<br />

del resto ha tanto auspicato il<br />

Concilio Vaticano II.<br />

Ciò che è primario è cercare di<br />

entrare in dialogo con i mondi<br />

vitali che fanno quel territorio<br />

e che sono certamente quelli<br />

istituzionali, ma anche sociali,<br />

culturali, relazionali, costituiti<br />

da ogni persona nella sua singolarità<br />

e nelle sue relazioni.<br />

A questo processo può contribuire<br />

anche chi non è credente<br />

poiché la finalità è generare<br />

forme di vita autenticamente<br />

umane, come stabiliste la finalità<br />

delle Comunità Ecclesiali<br />

Territoriali.<br />

Di particolare priorità è l’assunzione<br />

della “Mediazione<br />

Culturale” come criterio pastorale:<br />

In prima approssimazione,<br />

La Lettera<br />

[6]<br />

marzo ‘19


possiamo affermare che il criterio<br />

della mediazione culturale<br />

della fede impegna la Chiesa,<br />

dentro il pluralismo delle visioni<br />

di uomo che la società veicola<br />

e include:<br />

a) non a consentire oasi separate<br />

e autoreferenziali, né a<br />

vivere in una condizione di<br />

persistente risentimento o<br />

di riconquista militante;<br />

b) non ad assumere acriticamente<br />

le logiche della cultura<br />

stessa (appiattimento)<br />

Per MC si intende un approccio<br />

costruttivo che tenta<br />

di porre all’interesse (e al<br />

consenso) di tutti la bontà<br />

delle implicazioni antropologiche<br />

che l’esperienza di<br />

fede veicola. Ciò impegna la<br />

Chiesa nel duplice compito:<br />

a) di sviscerare lo sguardo di<br />

fede sull’uomo attraverso<br />

l’alfabeto quotidiano (comune)<br />

della vita (gli ambiti),<br />

esaltando la capacità ispiratrice<br />

della fede sull’umano;<br />

b) di assumere il confronto con<br />

il pluralismo in una prospettiva<br />

di dialogo<br />

(Relazione di d. Paolo Carrara<br />

9/1/’19)<br />

È chiaro che questo lavoro non<br />

lo può fare solo qualcuno, ma<br />

necessita la collaborazione di<br />

tutti: dalle 38 parrocchie appartenenti<br />

alla nostra CET, da<br />

tutti i membri del neoeletto<br />

Consiglio Pastorale Territoriale<br />

(i nominativi li trovate di seguito),<br />

a partire dai coordinatori<br />

scelti, dai componenti delle 5<br />

Terre Esistenziali, e non solo,<br />

come pure i “gruppi aperti di lavoro”<br />

che nasceranno cammin<br />

facendo, unitamente, necessariamente,<br />

ai sacerdoti, alle<br />

religiose e ai religiosi, presenti<br />

sul nostro territorio.<br />

Tutto questo con competenza,<br />

intelligenza, sapienza, passione<br />

e fede umile e semplice, accompagnata<br />

dalla pazienza del<br />

dialogo e del confronto, anche<br />

con chi la pensa diversamente<br />

da noi, senza esagerare con<br />

“eccesso di serietà”! Un po’ di<br />

sana ironia non ci farà male …<br />

A tutti l’augurio di un cammino<br />

di riforma e di rinnovamento<br />

contrassegnato non dalla lamentela,<br />

ma dalla serenità e<br />

dalla fiducia di sentirci un po’<br />

più Chiesa e Chiesa aperta, così<br />

come da tempo ci sprona Papa<br />

Francesco:<br />

“Usciamo, usciamo ad offrire a<br />

tutti la vita di Gesù Cristo. Ripeto<br />

qui per tutta la Chiesa ciò che<br />

molte volte ho detto ai sacerdoti<br />

e laici di Buenos Aires: preferisco<br />

una Chiesa accidentata, ferita e<br />

sporca per essere uscita per le<br />

strade, piuttosto che una Chiesa<br />

malata per la chiusura e la comodità<br />

di aggrapparsi alle proprie<br />

sicurezze. Non voglio una Chiesa<br />

preoccupata di essere il centro e<br />

che finisce rinchiusa in un groviglio<br />

di ossessioni e procedimenti.<br />

Se qualcosa deve santamente<br />

inquietarci e preoccupare la nostra<br />

coscienza è che tanti nostri<br />

fratelli vivono senza la forza, la<br />

luce e la consolazione dell’amicizia<br />

con Gesù Cristo, senza una<br />

comunità di fede che li accolga,<br />

senza un orizzonte di senso e di<br />

vita. Più della paura di sbagliare<br />

spero che ci muova la paura di<br />

rinchiuderci nelle strutture che<br />

ci danno una falsa protezione,<br />

nelle norme che ci trasformano<br />

in giudici implacabili, nelle abitudini<br />

in cui ci sentiamo tranquilli,<br />

mentre fuori c’è una moltitudine<br />

affamata e Gesù ci ripete senza<br />

sosta: «Voi stessi date loro da<br />

mangiare» (Mc6,37). (Evangelii<br />

Gaudium, 49)<br />

don Angelo Riva<br />

La Lettera<br />

marzo ‘19<br />

[7]


Mercoledì 20 febbraio è stato convocato<br />

per la prima volta il Consiglio Pastorale<br />

Territoriale.<br />

Ecco i membri che lo compongono, tra cui<br />

due della nostra parrocchia: Ivan Rota e<br />

Riccardo Perico.<br />

Sabato 9 marzo, poi, al Palasettembre di<br />

Chiuduno il Vescovo Francesco ha incontrato<br />

tutti i nuovi Consigli Pastorali, più di<br />

600 persone.<br />

Membri del Consiglio Pastorale Territoriale<br />

Vicario Territoriale: don Angelo Riva, parroco di Carenno e Lorentino<br />

Moderatore Fraternità Ponte S. Pietro: don Giuseppe Navoni, prevosto di Palazzago<br />

Vice moderatore don Alessandro Nava, parroco di Mapello, Valtrighe e amministratore di Ambivere<br />

Moderatore Fraternità Valle S. Martino: don Roberto Gallizioli, parroco dell’Unità Pastorale di Cisano.<br />

Vice moderatore don Matteo Bartoli, curato a Calolziocorte<br />

Moioli Michele parrocchia di Vercurago, coordinatore TE Cittadinanza<br />

Cereda Laura parrocchia di Vercurago, coordinatrice TE Relazioni d’amore<br />

Cantù Ilaria parrocchia di Pontida, coordinatrice TE Fragilità<br />

Conti Maddalena parrocchia di Palazzago, coordinatrice TE Tradizione<br />

Colombi Giovanni parrocchia di Presezzo, coordinatore TE Lavoro e festa<br />

Suor Michela parrocchia di Calolzio, rappresentante delle religiose<br />

Padre Luigi parrocchia di Somasca, rappresentante dei religiosi<br />

Valsecchi Giulio parrocchia di Locate, rappresentante delle Aggregazioni Laicali<br />

Vanoncini Filippo, parrocchia di Brembate Sopra<br />

Bonaiti Stefano, parrocchia di Calolziocorte<br />

Togni Davide, parrocchia di Prezzate<br />

Autelitano Paolo, parrocchia di Calolziocorte<br />

Roveri Serena, parrocchia di San Gottardo<br />

Ravasio Raide, parrocchia di Almenno S. Bartolomeo<br />

Bonaiti Fabio, parrocchia di Carenno<br />

Rossi Ornella, parrocchia di Ponte S. Pietro<br />

Bugada Luca, parrocchia di Mapello<br />

Viola Simone, parrocchia di Cisano<br />

Tironi Roberta, parrocchia di Lorentino (Sopracornola)<br />

di Calolziocorte<br />

Ghezzi Pietro, parrocchia di Brembate Sopra<br />

Azzolari Elio, parrocchia di Prezzate.<br />

Chiappa Elisabetta, parrocchia di Celana di Caprino<br />

Bergamasco<br />

Galloni Francesco, parrocchia Pascolo<br />

Morandi Giuseppe, parrocchia di Cisano<br />

Rigamonti Fabio, parrocchia di Pontida<br />

Beltramelli Estella, parrocchia di Palazzago<br />

Fernandez Pilar, parrocchia di Brembate Sopra<br />

Valsecchi Luca, parrocchia di Calolziocorte<br />

Rota Ivan, parrocchia di Palazzago<br />

Galli Alessandra, parrocchia di Brembate Sopra<br />

Marchetto Manuela, parrocchia di Vercurago<br />

Greppi Elio, parrocchia di Vercurago<br />

Ubiali Angelo parrocchia di Ponte S. Pietro<br />

Perico Riccardo, parrocchia di Palazzago<br />

Il 15 marzo 2009<br />

il Vescovo Francesco<br />

entrava nella<br />

Diocesi di Bergamo.<br />

La torta più buona<br />

per questo X anniversario<br />

è una Comunità<br />

che prega per lui. Auguri.


Santa Lucia<br />

Appena giunta sul sagrato,<br />

con tanto di carretto trainato<br />

da un asinello, Santa Lucia<br />

ha acceso ufficialmente<br />

il grande albero, addobbato<br />

con centinaia di luci. Del<br />

resto, il nome stesso della<br />

Santa tanto attesa da grandi<br />

e piccini, porta con sé il<br />

riferimento alla luce. Allora,<br />

la festa di Santa Lucia è<br />

un’anticipazione del senso<br />

del Natale, luce che brilla<br />

nelle tenebre e anche i regali<br />

che lei porta, ci invitano<br />

ad accogliere il regalo che è<br />

il Signore. Tantissime famiglie,<br />

con bambini e ragazzi,<br />

hanno riempito la chiesa<br />

parrocchiale e, in contemporanea,<br />

anche Beita e Burligo.<br />

Del resto i Santi non hanno<br />

il dono della bilocazione? Un<br />

dono ha aperto la notte più…<br />

lunga che ci sia, in attesa di<br />

tutti gli altri, portati casa per<br />

casa. Un gran lavoro…<br />

La Lettera<br />

marzo ‘19<br />

[9]


Case e casa: i gruppi<br />

[A cura di Antonio]<br />

...correva l’anno pastorale<br />

2013/14 ...il Vescovo Francesco<br />

consegnava, durante l’Assemblea<br />

Diocesana di apertura<br />

dell’anno pastorale, alcune<br />

provocazioni e riflessioni.<br />

Nella lettera “Donne e uomini<br />

capaci di Vangelo” scriveva:<br />

“Cosa ci guadagno a credere?<br />

...Emerge la necessità di una<br />

fede che si incarna in un’umanità<br />

a tutto tondo: di un<br />

uomo, di una donna credenti<br />

e proprio per questo comunicatori<br />

di fede... proprio perché<br />

la vita appare il luogo decisivo<br />

della proposta della fede, non<br />

dobbiamo immaginare che<br />

un adulto cresca nella fede<br />

semplicemente attraverso la<br />

proposta ben organizzata di<br />

trasmissione di contenuti, di<br />

conoscenze, di idee... la fede<br />

è qualcosa di vivo, mai definitivamente<br />

compiuta o posseduta...<br />

La fede è relazione con<br />

Lui... La catechesi suppone che<br />

sia avvenuto un incontro tra<br />

Gesù e la libertà dell’uomo”.<br />

Era facile leggerci un invito rivolto<br />

alle nostre comunità a<br />

“guardarsi” e dare vita a nuove<br />

proposte che vedessero<br />

noi laici come parte attiva nel<br />

processo di approfondimento<br />

della nostra fede.<br />

Don Giuseppe raccolse la sfida<br />

e la rilanciò nel Consiglio Pastorale<br />

proponendo l’iniziativa<br />

che avrebbe preso il nome di<br />

“Gruppi nelle case” e domandando<br />

la disponibilità di alcuni<br />

laici per animare gli incontri<br />

che si sarebbero tenuti nelle<br />

case, avendo come traccia le<br />

schede proposte ogni anno<br />

dalla Diocesi sulle tematiche<br />

dei programmi pastorali.<br />

Qualche perplessità sul buon<br />

esito dell’iniziativa forse c’era...<br />

I fatti hanno dato ragione<br />

a chi ci ha creduto. Già il primo<br />

anno sono stati attivati sette<br />

gruppi sparsi nel paese, in cui<br />

sono state coinvolte un centinaio<br />

di persone. Nel 2017<br />

uno degli animatori ebbe l’idea<br />

di dividere il percorso in due<br />

tempi: cinque incontri nelle<br />

case prima di Natale per continuare<br />

poi nella seconda parte<br />

tutti insieme nella Casa di Comunità.<br />

L’idea offrì una nuova<br />

connotazione all’iniziativa: dal<br />

“privato” delle case alla condivisione<br />

più estesa nella “Casa”,<br />

dal confronto nei “gruppi” al<br />

confronto nella “Comunità”.<br />

Nel frattempo era partito anche<br />

un gruppo a Burligo, nel<br />

Circolo San Carlo.<br />

Dalle considerazioni raccolte<br />

fra gli animatori dei gruppi,<br />

emergono, pur nella differenza<br />

delle modalità organizzative,<br />

alcuni elementi comuni ben<br />

esplicitati dalle parole degli<br />

animatori:<br />

“gli incontri nei gruppi migliorano<br />

il rapporto fra le persone:<br />

incontrandosi per strada ci<br />

si saluta in un modo diverso,<br />

con un dialogo aperto...”; “...non<br />

è facile arrivare in un gruppo<br />

e mettersi in gioco: è bello<br />

constatare che questo avviene...”<br />

“...sia le emozioni gioiose<br />

che quelle dolorose, vengono<br />

esternate senza la preoccupazione<br />

di trovarsi fra sconosciuti...”<br />

“...già conoscevo le persone<br />

che incontro nei gruppi,<br />

La Lettera<br />

[10]<br />

marzo ‘19


oggi il rapporto con loro è più<br />

profondo...” “...molti dei partecipanti<br />

mi esprimono il loro<br />

entusiasmo per l’iniziativa...” “...<br />

nel tempo è cresciuto il coinvolgimento<br />

attivo dei partecipanti,<br />

rendendo meno centrale<br />

il ruolo dell’animatore...” “...<br />

quello che emerge durante gli<br />

incontri è sempre una novità<br />

rispetto alle attese...” “...gli incontri<br />

sono sempre più vivaci...”<br />

“...i giovani hanno recepito<br />

che tra i vari appuntamenti è<br />

presente anche questa iniziativa...”<br />

Gli incontri nella Casa di Comunità<br />

proseguono e sono<br />

aperti a chiunque lo desideri:<br />

i prossimi appuntamenti sono<br />

lunedì 18 febbraio e lunedì 01<br />

aprile alle ore 20:30; poi il ritiro<br />

di Quaresima, Domenica 10<br />

marzo. Ulteriori informazioni<br />

sulla pagina facebook “Gruppi<br />

Case Palazzago” https: /www.<br />

facebook.com/gruppicase/<br />

Ti aspettiamo, sarà un piacere<br />

averti con noi!<br />

La Lettera<br />

marzo ‘19<br />

[11]


Giallo, rosso, nero e bianco<br />

[A cura dei giovani]<br />

Come nella notte di Natale è il dialogo tra Luca e Leo a condurci alla scoperta di una grande opera di<br />

Picasso, intorno alla quale i giovani hanno preparato i quattro momenti della Veglia: “Misericordia<br />

e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno”. Sl 84.<br />

E come nella cappella del Castello di Vallauris, quattro personaggi (giallo, rosso, nero e bianco) a<br />

rappresentare i popoli della terra, anelano alla pace, dipinta sul fondo come “paloma”.<br />

Al Gloria, nella celebrazione, è stato sovrapposto il tondo restaurato con Gesù Bambino- Redentore<br />

(1740-60) della Chiesa di Carosso: il vero volto della pace è Lui. Il sottobicchiere, il segno<br />

natalizio dato a tutte le celebrazioni in Parrocchia e nelle frazioni, riportava il francobollo ispiratosi<br />

a quest’opera e la preghiera per il pranzo di Natale: brindare alla pace è costruire cammini di comunione<br />

e fraternità.<br />

Luca: mamma, che fatica!<br />

Quando mai ho accettato di<br />

accompagnarti, è un’ora che<br />

staremo camminando: potevamo<br />

starcene in spiaggia e<br />

invece…<br />

Leo: Guarda che abbiamo fatto<br />

due rampe di scale! Ma poi<br />

vuoi mettere? Per vedere un<br />

posto come questo…<br />

Luca: Ah già, cos’era? Ah, ecco<br />

la guida: “Musée National<br />

Pablo Picasso La guerre et la<br />

paix” (leggendo sbagliato).<br />

Leo: Volevi dire “Musée National<br />

Pablo Picasso La guerre et<br />

la paix” (leggendo giusto). Oh,<br />

eccoci arrivati. L’entrata dovrebbe<br />

essere da quella parte.<br />

Luca: Finalmente! Non ce la<br />

facevo più… Allora, qui dice<br />

così: “consigliamo l’ingresso<br />

alla cappella della pace nel castello<br />

di Vallauris solo alla luce<br />

di una candela. Le forme dei<br />

dipinti di Picasso, che ricoprono<br />

le pareti, prenderanno vita<br />

al passaggio della fiamma”.<br />

Ecco. Non abbiamo la candela.<br />

Ora che si fa?<br />

La Lettera<br />

[12]<br />

marzo ‘19


Leo: Tu mi sottovaluti: eccola!<br />

Sapevo che sarebbe servita.<br />

Aspetta un attimo che l’accendo…<br />

perfetto. Ora possiamo<br />

entrare.<br />

Leo: Uoooo… è più bella di<br />

quanto pensassi. Guarda, la<br />

parte di sinistra rappresenta<br />

la guerra, mentre quella<br />

di destra la pace. Picasso ha<br />

chiamato quest’opera “Manifesto<br />

per la pace”.<br />

Luca: La guida dice che è stata<br />

fatta nel 1959, durante la<br />

guerra fredda. Tra l’altro non<br />

è la sua prima opera contro la<br />

guerra.<br />

Leo: Uh, guarda questo: è un<br />

cavallo nero e… sembra che<br />

stia calpestando un libro!<br />

Luca: “L’ignoranza è innocua.<br />

La presunzione di conoscere<br />

distrugge gli uomini”.<br />

Leo: Già, fa più vittime chi<br />

crede di sapere che chi ammette<br />

di avere ancora molto<br />

da imparare. Sai, mi sono<br />

sempre chiesto come mai<br />

Picasso abbia messo questa<br />

forma qui, da questo lato.<br />

Luca: Ma è un sole! Se guardi<br />

ci sono tutti i colori. A me<br />

colpisce molto quel rosso, lì,<br />

proprio al centro.<br />

Leo: “Riesce ad amare chi è<br />

disponibile all’amore”.<br />

Luca: Vero. Forse Picasso,<br />

dipingendo il sole con tutti i<br />

colori uniti assieme, voleva<br />

dire che è l’amore il Sole della<br />

pace.<br />

Leo: Certo, perché non ci ho<br />

pensato prima? E poi le spighe<br />

che escono sono i frutti<br />

di questo amore.<br />

Luca: Uh, senti qua. Ho trovato<br />

una descrizione della scena<br />

della guerra. Te la leggo: “Il<br />

cornuto signore della guerra,<br />

accompagnato da sagome<br />

nere armate, avanza su un<br />

antico carro funebre trainato<br />

da cavalli scheletrici che calpestano<br />

un libro. L’avanzata è<br />

arrestata dal guardiano della<br />

Giustizia: nudo e munito di<br />

lancia che fa da supporto ai<br />

piatti della bilancia, frappone<br />

tra sé e la guerra solo uno<br />

scudo ornato di colomba”.<br />

Leo: Ah! Ecco. Ora sì che è<br />

tutto più chiaro. Ma… questa<br />

gabbia? Cosa significa?<br />

Luca: “L’uomo deve liberarsi<br />

dalle gabbie dell’odio”.<br />

Leo: E’ vero. Spesso le vedi<br />

alcune persone, lì, chiuse in<br />

un rancore, in un broncio, in<br />

una tristezza che gli impedisce<br />

di fare davvero la pace. A<br />

proposito di pace, c’è scritto<br />

anche qualcosa su quest’altra<br />

scena?<br />

Luca: Certo! Aaallora… Ecco<br />

qua: “Su sfondo verde, in un<br />

giardino, sotto un albero carico<br />

di frutti e un sole-occhio<br />

con raggi di spighe, figure<br />

impegnate in attività vitali<br />

e creative (leggere, scrivere,<br />

allattare). Su sfondo blu, la<br />

musica, la danza, la fecondità,<br />

l forza creatrice, la vitalità<br />

e un funambolo aiutato da<br />

una civetta che regge un’asta<br />

ai cui estremi sono appesi un<br />

acquario pieno di uccelli e una<br />

gabbia piena di pesci”.<br />

Leo: Wow, per fortuna l’abbiamo<br />

presa questa guida.<br />

Di tutte queste figure, questo<br />

suonatore è quella che mi<br />

piace di più.<br />

Leo: “La paura dell’uomo è da<br />

sempre la morte, il suo desidero<br />

è da sempre la pace, la<br />

vita”.<br />

Luca: è nella nostra natura,<br />

queste due pulsioni sono ciò<br />

che ci muovono. Ma ora? Dovremmo<br />

arrivare in fondo.<br />

Leo: Sì, hai ragione, vieni, seguimi…<br />

La Lettera<br />

marzo ‘19<br />

[13]


Due assaggi dei testi utilizzati da personaggi rosso e giallo<br />

-Sono un insegnante: io faccio<br />

e farò sempre politica in classe.<br />

Il punto è che la politica che<br />

faccio e che farò non è quella<br />

delle tifoserie, dello schierarsi<br />

da una qualche parte e cercare<br />

di portare i ragazzi a pensarla<br />

come te a tutti i costi. Non è<br />

così che funziona la vera politica.<br />

La politica che faccio e che<br />

farò è quella nella sua accezione<br />

più alta: come vivere<br />

bene in comunità, come diventare<br />

buoni cittadini, come<br />

costruire insieme una polis<br />

forte, bella, sicura, luminosa<br />

e illuminata. Ha tutto un altro<br />

sapore, detta così, vero?<br />

Ecco perché uscire in giardino<br />

e leggere i versi di Giorgio<br />

Caproni, di Emily Dickinson, di<br />

David Maria Turoldo è fare politica.<br />

La Lettera<br />

[14]<br />

marzo ‘19


-Assistenza tecnica: - “Salve,<br />

come posso aiutarla?”<br />

Cliente: - “Ho pensato di installare<br />

di nuovo l’Amore. Mi<br />

può aiutare?”<br />

- “Certamente. Se è pronto,<br />

possiamo farlo adesso.”<br />

- “Penso di sì. Da che cosa inizio?”<br />

- “Prima di tutto, apra il “Cuore”.<br />

Lo sa dove ce l’ha, il Cuore?<br />

- “Si, ma posso installare l’Amore<br />

se lì ho anche altri programmi?<br />

- “Quali programmi ha attivi?”<br />

- “Eh, ho “I vecchi rancori”. “La<br />

bassa autostima”. “La delusione<br />

e la frustrazione”<br />

- “I vecchi rancori” non sono un<br />

problema, l’Amore li sposterà<br />

gradualmente dalla memoria<br />

ma conserverà come i file<br />

temporanei. Lo stesso dicasi<br />

della “Bassa autostima”. Ma lei<br />

deve cancellare “La delusione<br />

e la frustrazione”, perché ostacolano<br />

installazione del programma.”<br />

- “Ma non so come cancellarli.”<br />

- “Allora, vada al menu Start<br />

e provi a cliccare il “Perdono”.<br />

Clicchi finché non si cancelleranno<br />

“La delusione e la frustrazione.”<br />

- “Oh, ok! Ci sono. E’ iniziato,<br />

da solo, il download dell’Amore.<br />

E’ normale?”<br />

- “Si, ma è un programma di<br />

base, l’upgrade finale aggiunge<br />

“Altri Cuori”.<br />

- “Mi scrive “Errore. Il programma<br />

non funziona con i componenti<br />

interni.” Che significa?”<br />

- “Significa che l’Amore già<br />

funziona con i componenti interni<br />

ma non è ancora nel suo<br />

Cuore. Per farlo, deve iniziare<br />

ad amare se stesso.”<br />

- “Che devo fare?”<br />

- “Clicchi su “Auto accettazione”<br />

e poi carichi i file “Auto perdono”<br />

ed “Essere consapevoli<br />

dei propri pregi e difetti”.<br />

- “Fatto”.<br />

- “Ora copi tutto nel “mio cuore”<br />

e il sistema provvede. Però<br />

deve cancellare a mano, da<br />

tutti i menu, “L’autocritica verbosa”,<br />

e svuotare il Cestino.<br />

Non carichi mai più “L’autocritica<br />

verbosa.”<br />

- “Ci sono! Il “Mio Cuore si sta<br />

riempiendo di nuovi file. Vedo<br />

il “Sorriso”, “L’equilibrio dell’anima”.<br />

Succede sempre così?”<br />

- “Non sempre, a volte serve<br />

più tempo. Un dettaglio solo:<br />

“L’amore” è un software gratuito.<br />

Ma per farlo funzionare<br />

deve regalarlo agli altri e loro<br />

vi regaleranno le loro versioni.<br />

(Nikolay Bulgakov)<br />

La Lettera<br />

marzo ‘19<br />

[15]


Napule è...<br />

[A cura di Leonardo,<br />

Federica e Luca]<br />

“Napule è mille culure<br />

Napule è mille paure<br />

Napule è a voce de’ criature<br />

Che saglie chianu chianu<br />

E tu sai ca’ nun si sulo”<br />

Così Pino Daniele descriveva la<br />

sua città. La Napoli che abbiamo<br />

conosciuto noi con gli adolescenti<br />

dal 27 al 30 dicembre<br />

non è stata molto diversa. Ciò<br />

che segue evidenzia le parole<br />

associate di primo acchito a<br />

questa città, la terza più popolosa<br />

d’Italia.<br />

All’inizio, certo, in tutti prevaleva<br />

il pregiudizio di una città<br />

SREGOLATA, che qualcuno<br />

definiva SCHIFOSA, e andarci<br />

sembrava quasi un RISCHIO.<br />

Nonostante tutto, però, ci siamo<br />

messi in viaggio con la consapevolezza<br />

di avere davanti<br />

un posto tutto DA SCOPRIRE,<br />

nelle sue bellezze e nelle sue<br />

fragilità.<br />

L’impatto è stato forte: vedere<br />

effettivamente il degrado<br />

di certe zone e il traffico senza<br />

regole ci ha messi subito<br />

sul chi va là. Passando però<br />

per le vie della città, abbiamo<br />

scoperto un CALORE e una VI-<br />

VACITÀ che non avevamo mai<br />

visto.<br />

Le persone erano disponibili,<br />

pronte sempre a una RISATA<br />

o ad aiutarti a trovare la strada<br />

migliore. Abbiamo vissuto<br />

la DIVERSITÀ di Napoli con la<br />

CURIOSITÀ di chi crede che il<br />

mondo sia bello perché vario<br />

e con la cura di chi riconosce<br />

che, in ogni caso, eravamo davanti<br />

a un popolo che aveva<br />

tanto bisogno di AIUTO.<br />

La sera tornavamo sempre<br />

stanchi, con DIEGO, il receptionist,<br />

che ci accoglieva col sorriso<br />

perché sapeva che conoscere<br />

Napoli richiedeva molte<br />

energie, nonostante fosse<br />

tanto DIVERTENTE.<br />

Prima di cenare cercavamo di<br />

condividere tra AMICI quello<br />

che avevamo vissuto durante<br />

il giorno: la visita allo STU-<br />

PEFACENTE Cristo Velato di<br />

Sanmartino, la profonda testimonianza<br />

di Vincenzo, del<br />

quartiere Sanità o quella delle<br />

Suore Poverelle di Scampia, la<br />

caratteristica via dei presepi o<br />

la vivace Spaccanapoli.<br />

Ovviamente, poi, MANGIARE<br />

lì è stato parecchio INTERES-<br />

SANTE: tra PIZZA e SFOGLIA-<br />

TELLE abbiamo avuto il piacere<br />

di provare tutte le specialità<br />

del posto, chiudendo un occhio<br />

sulla dieta.<br />

Concludiamo la nostra vacanza<br />

con la visita al Castel dell’O-<br />

VO. Saliamo in cima, sulla terrazza,<br />

da dove si ha una bella<br />

vista panoramica. Il sole è alto e<br />

scalda la città MOVIMENTATA.<br />

Dopo una foto di gruppo, alcuni<br />

si fermano ad ascoltare,<br />

ad aprire le ORECCHIE. Sentono<br />

RIDERE, sentono dei<br />

BONGHI e il DIVERTIMENTO<br />

di persone felici, che vanno<br />

oltre le loro povertà, che si ricordano<br />

che la vita è una e va<br />

vissuta così, con semplicità e<br />

genuinità.<br />

Questo è forse l’insegnamento<br />

che portiamo a casa<br />

da Napoli. Attraverso la figura<br />

di Giuseppe Diana, prete<br />

ucciso dalla mafia, quella<br />

di Vincenzo, delle Suore e di<br />

tutte le persone che abbiamo<br />

incontrato: bisogna lottare<br />

ogni giorno per cambiare le<br />

cose mettendo in gioco tutti<br />

se stessi, ma ricordando che<br />

un sorriso è forse il modo più<br />

bello che abbiamo per dire “ti<br />

voglio bene”.<br />

La Lettera<br />

[16]<br />

marzo ‘19


Scampia? Deriva da scampagnata<br />

perché prima della legge<br />

167/62* era la campagna di<br />

Napoli cui le famiglie cittadine<br />

giungevano per rilassarsi,<br />

per vivere in tranquillità e nella<br />

natura le feste o i fine settimana.<br />

Oggi richiama molto<br />

altro e questo altro non è certo<br />

lusinghiero. Le Suore delle Poverelle<br />

che abbiamo incontrato<br />

nell’ultimo giorno del camposcuola,<br />

ci hanno invitato a<br />

dire di getto ciò che associamo<br />

a Scampia: degrado,<br />

malavita, sporcizia, droga,<br />

camorra, abbandono…E<br />

ci hanno sorpreso perché<br />

in questo panorama loro<br />

sono presenti per dare<br />

speranza ai sogni, per offrire<br />

opportunità, mettendo<br />

in gioco energie, impegno,<br />

preghiera per scoprire<br />

tanta bellezza anche qui. E<br />

dai loro racconti abbiamo<br />

visto questa bellezza venire<br />

alla luce.<br />

*La legge 18 aprile 1962, n. 167 (“Disposizioni per favorire l’acquisizione di aree ... per l’edilizia economica e popolare”), introdusse<br />

in Italia i cosiddetti “Piani di Edilizia Economica Popolare” (PEEP), venne emanata con lo scopo fondamentale di fornire all’ente<br />

pubblico gli strumenti concreti per programmare gli interventi nel settore della casa e per incidere, tramite questi, sull’assetto<br />

del territorio urbano, contrastando la speculazione fondiaria e indirizzando lo sviluppo edilizio all’edilizia economica e popolare.<br />

VIDE NAPULE<br />

se dice: “vide Napule e po’ muore”,<br />

ma chi l’ha vista, nun vo’ maie murì<br />

pecché ccà se fatica e se fa ammore<br />

e chi patisce nun ‘o fa capì.<br />

E si chillo che vene è n’ommo ‘e core<br />

nun po’ fa a meno ‘e nun se ntennerì…<br />

e quanno sente ‘o sisco d’o vapore<br />

fa o’paro e sparo e nun vò cchiù partì.<br />

E appriesso già se sape che succede:<br />

succede ca ‘e stu passo, chiano chiano,<br />

ognuno c’a sta terra mette pede<br />

se scorda d’o paese suio luntano,<br />

nnanze a o’ Vesuvio e ‘o mare cagna fede<br />

se ncanta e vo’ restà napulitano!<br />

La Lettera<br />

marzo ‘19<br />

[17]


Roma: quale stupore<br />

e meraviglia!?<br />

[A cura di Patrizia e Cresimandi]<br />

Domenica 30 dicembre 2018:<br />

siamo in Piazza San Pietro in<br />

attesa dell’Angelus del Papa<br />

e aspettiamo con pazienza le<br />

ore 12:00 nel freddo umido<br />

della mattinata. Finalmente<br />

Papa Francesco si affaccia alla<br />

finestra del Palazzo Apostolico…<br />

che emozione!<br />

“Cari fratelli e sorelle, buongiorno!”<br />

“Oggi celebriamo la<br />

festa della Santa Famiglia e<br />

la liturgia ci invita a riflettere<br />

sull’esperienza di Maria,<br />

Giuseppe e Gesù, uniti da un<br />

amore immenso e animati da<br />

grande fiducia in Dio. L’odierno<br />

brano evangelico racconta<br />

il viaggio della famiglia di Nazareth<br />

verso Gerusalemme,<br />

per la festa di Pasqua. Ma, nel<br />

viaggio di ritorno, i genitori si<br />

accorgono che il figlio dodicenne<br />

non è nella carovana. Dopo<br />

tre giorni di ricerca e di timore,<br />

lo trovarono nel tempio, seduto<br />

tra i dottori, intento a discutere<br />

con essi. Alla vista del<br />

Figlio, Maria e Giuseppe “restarono<br />

stupiti”… Nella famiglia<br />

di Nazareth non è mai venuto<br />

meno lo stupore neanche<br />

in un momento drammatico<br />

come lo smarrimento di Gesù:<br />

è la capacità di stupirsi di fronte<br />

alla graduale manifestazione<br />

del Figlio di Dio. È lo stesso<br />

stupore che colpisce anche i<br />

dottori del tempio, ammirati<br />

“per la sua intelligenza e le<br />

sue risposte”. Ma cos’è lo stupore?<br />

Cos’è stupirsi? Stupirsi<br />

e meravigliarsi è il contrario<br />

del dare tutto per scontato, è<br />

il contrario dell’interpretare la<br />

realtà che ci circonda e gli avvenimenti<br />

della storia secondo<br />

i nostri criteri. E una persona<br />

che fa questo non sa cosa sia la<br />

meraviglia, cosa sia lo stupore.<br />

Stupirsi è aprirsi agli altri, comprendere<br />

le ragioni degli altri:<br />

questo rapporto è importante<br />

per sanare i rapporti compromessi<br />

tra le persone, ed è indispensabile<br />

anche per guarire<br />

le ferite aperte nell’ambito<br />

familiare. Quando ci sono dei<br />

problemi nelle famiglie, diamo<br />

per scontato che noi abbiamo<br />

ragione<br />

e chiudiamo<br />

la porta<br />

agli altri.<br />

Invece<br />

bisogna<br />

pensare:<br />

“ma che<br />

cos’ha<br />

di buono<br />

questa persona?”, e meravigliarsi<br />

per questo buono…”<br />

Alla luce delle parole del Papa,<br />

vogliamo ricordare il nostro<br />

viaggio a Roma, un’esperienza<br />

meravigliosa che rimarrà nei<br />

nostri cuori e ci ha aiutato a<br />

crescere nel sentimento della<br />

meraviglia e dello stupore verso<br />

le cose e verso le persone.<br />

Abbiamo provato:<br />

Stupore e meraviglia davanti<br />

alle bellezze artistiche di<br />

Roma: il Mosè e la Pietà di Michelangelo,<br />

Il quadro di Caravaggio<br />

“La vocazione di Matteo”,<br />

le famose piazze di Roma:<br />

Piazza di Spagna con Trinità<br />

dei Monti, Piazza Navona, la<br />

Fontana di Trevi, la maestosità<br />

delle basiliche romane: San<br />

Paolo Fuori le Mura, San Giovanni<br />

in Laterano, Santa Maria<br />

Maggiore, San Pietro in Vincoli,<br />

Santa Maria in Trastevere, San<br />

Pietro…!<br />

Stupore e meraviglia davanti<br />

ai resti della civiltà romana:<br />

gli scavi archeologici dei Fori<br />

Imperiali, l’imponenza del Colosseo,<br />

l’Arco di Costantino, la<br />

Colonna Traiana, il Pantheon<br />

e gli attuali<br />

palazzi<br />

del<br />

potere:<br />

il Campidoglio,<br />

Palazzo<br />

Chigi,<br />

Palazzo<br />

Madama,<br />

Montecitorio<br />

e il Quirinale!<br />

Stupore e meraviglia nello<br />

scoprire la forza della testimonianza<br />

dei primi martiri cristiani:<br />

le catacombe, le tombe dei<br />

La Lettera<br />

[18]<br />

marzo ‘19


santi Pietro e Paolo, le reliquie<br />

dei martiri dei tempi moderni<br />

nella chiesa di San Bartolomeo!<br />

Stupore e meraviglia nel vedere<br />

i segni della Passione di<br />

Gesù nella chiesa di Santa Croce<br />

in Gerusalemme e nel salire<br />

la Scala Santa in preghiera!<br />

Stupore e meraviglia nel contemplare<br />

i presepi presenti in<br />

ogni chiesa e in particolare il<br />

Gesù Bambino miracoloso in<br />

legno portato in processione<br />

nella chiesa di Santa Maria in<br />

Aracoeli e la dolcezza e tenerezza<br />

del presepio di sabbia in<br />

Piazza San Pietro!<br />

Stupore e meraviglia nell’osservare<br />

i piccoli gesti di attenzione,<br />

di generosità e di solidarietà<br />

tra i ragazzi!<br />

Stupore e meraviglia nel vedere<br />

i genitori, i catechisti, i<br />

sacerdoti prodigarsi e darsi da<br />

fare per tutti coloro che avevano<br />

bisogno di aiuto, di sostegno<br />

e di incoraggiamento!<br />

Stupore e meraviglia nel vivere<br />

bene la celebrazione quotidiana<br />

delle s. messe, nel preparare<br />

le preghiere dei fedeli,<br />

nell’ascoltare le belle omelie di<br />

don Giulivo e don Roberto, nonostante<br />

la stanchezza delle<br />

intense giornate di cammino!<br />

Stupore e meraviglia nel sentire<br />

il saluto del Papa e pronunciare<br />

il nome della nostra<br />

parrocchia!<br />

Stupore e meraviglia presenti<br />

sui volti nelle bellissime foto<br />

scattate!<br />

Stupore e la meraviglia presenti<br />

anche nel cuore dei ragazzi,<br />

espressi nei loro commenti<br />

e impressioni:<br />

- Mi ha stupito molto la Basilica<br />

di San Pietro perché è piena<br />

di statue e opere spettacolari e<br />

sempre molto illuminate, ma soprattutto<br />

il corpo imbalsamato<br />

di papa Giovanni XXIII e mi è piaciuta<br />

anche la Fontana di Trevi<br />

illuminata e con un’acqua pulitissima!<br />

(Lisa G.).<br />

- Mi ha stupito molto l’Altare della<br />

Patria perché me lo aspettavo<br />

molto più piccolo e poi mi ha<br />

colpito la Fontana di Trevi perché<br />

aveva l’acqua limpidissima (Giorgia).<br />

- Mi ha stupito molto la grandezza<br />

delle chiese e il Mosè (Daniel).<br />

- Secondo me è stato meraviglioso<br />

l’Arco di Trionfo, ma mi<br />

ha stupito quanta pazienza tutti<br />

hanno avuto per le chiese (Angelo).<br />

- Mi hanno impressionato molto<br />

la bellezza e la grandezza dei<br />

monumenti romani (Valentina).<br />

- ll viaggio –pellegrinaggio a<br />

Roma mi è piaciuto moltissimo,<br />

ma la cosa che mi ha stupito di<br />

più è stata la Basilica di San Pietro<br />

perché è molto decorata con<br />

La Lettera<br />

marzo ‘19<br />

[19]


oro e dipinti, per la Pietà di Michelangelo,<br />

ma anche per la sua<br />

grandezza (Sofia).<br />

- Questa nuova esperienza è<br />

stata molto entusiasmante,<br />

meravigliosa e in certi momenti<br />

(nelle camere) ansiosa. La cosa<br />

più bella è stata, credo sia scontato,<br />

la Basilica di San Pietro,<br />

però c’è stata una delusione:<br />

non abbiamo visitato il cupolone,<br />

ma in compenso abbiamo<br />

visto il papa, ci ha salutato e ci<br />

hanno inquadrato in televisione.<br />

In camera ho vissuto momenti<br />

paurosi, ansiosi e divertentissimi<br />

(Giorgio).<br />

- Mi ha colpito maggiormente<br />

la Basilica di San Paolo Fuori le<br />

Mura con i medaglioni dei Papi<br />

di oggi e di ieri e la sua facciata<br />

dorata illuminata dal tramonto<br />

(Andrea).<br />

- L’emozione più forte che ho<br />

provato è stata quando il Papa<br />

ha detto il nome della nostra<br />

parrocchia (Mattia).<br />

- I monumenti che mi hanno<br />

colpito di più, suscitando in me<br />

meraviglia, sono stati il Colosseo<br />

e l’Altare della Patria, mentre ho<br />

provato emozione quando ci ha<br />

salutato il Papa dicendo il nome<br />

del mio paese (Manuel).<br />

- E’ stato emozionante questo<br />

viaggio! Mi ha meravigliato vedere<br />

le basiliche: questi luoghi di<br />

culto decorati nei minimi particolari.<br />

Quadri,<br />

mosaici,<br />

statue rappresentano<br />

un passato<br />

di prestigio e<br />

oggi noi possiamo<br />

ammirare<br />

la laboriosità<br />

del<br />

tempo passato.<br />

Altra<br />

emozione è<br />

stato il saluto di Papa Francesco<br />

quando ci ha nominato all’Angelus.<br />

Peccato non essere andati<br />

sulla Cupola di san Pietro…<br />

pace… vorrà dire che ci ritornerò!<br />

(Ismaele).<br />

- Mi è piaciuto molto stare con<br />

i miei amici (anche quelli di Almenno).<br />

Grazie a questa gita, ho<br />

consolidato le mie amicizie, ho<br />

visitato Roma, ma avrei voluto<br />

visitare il CUPOLONE e comprare<br />

dei souvenir (Davide).<br />

- Mi è piaciuto vedere il Colosseo<br />

che, se guardato in foto o in TV, è<br />

molto diverso (Luca B.)<br />

- A me è piaciuto essere nominato<br />

dal Papa (Stefano R.M).<br />

- Mi è piaciuto moltissimo il Colosseo<br />

perché lo pensavo molto<br />

più piccolo. Poi mi è piaciuto<br />

il Vaticano anche se non siamo<br />

saliti sul cupolone. Mi sono divertita<br />

molto con i miei compagni<br />

(Gaia).<br />

- Essere andata a<br />

Roma è una cosa<br />

che non dimenticherò<br />

mai perché oltre<br />

ad aver imparato<br />

un sacco di cose mi<br />

sono divertita tantissimo,<br />

ho socializzato<br />

e conosciuto persone<br />

davvero speciali. Volevo<br />

ringraziare tutti<br />

per aver fatto vivere<br />

ad ognuno di noi questa esperienza<br />

(Francesca).<br />

- Sono molto felice perché questo<br />

viaggio mi ha permesso di<br />

conoscere meglio gli altri e incontrare<br />

persone nuove (Alissa).<br />

Al di là dello stupore e della meraviglia<br />

per la città di Roma con<br />

il suo fascino e la sua bellezza,<br />

abbiamo provato stupore e meraviglia<br />

nel camminare insieme,<br />

nel trascorrere quattro giorni in<br />

un clima di amicizia, di condivisione<br />

e di comunione fraterna<br />

tra ragazzi, catechisti, genitori e<br />

don come fossimo una grande<br />

famiglia.<br />

Stupore è aprirsi agli altri e meravigliarsi<br />

del buono che c’è in<br />

loro! Noi lo abbiamo vissuto in<br />

questo pellegrinaggio e l’augurio<br />

di noi catechiste per i nostri<br />

ragazzi cresimandi è che lo Spirito<br />

Santo li faccia sempre stupire<br />

e meravigliare del buono<br />

che si può costruire nella continua<br />

scoperta e sequela di Gesù!<br />

La Lettera<br />

[20]<br />

marzo ‘19


Presepi mobili<br />

Una vera sorpresa i presepi<br />

portati dai ragazzi nella Festa<br />

della Sacra Famiglia, dopo<br />

che ogni tappa del cammino<br />

d’Avvento era stata abbinata<br />

alle diverse statue distribuite<br />

a tutti.<br />

Così abbiamo ammirato ambientazioni<br />

e materiali diversi:<br />

pane, scrigno, bottiglia, vaso,<br />

corteccia, lana, scarponcino,<br />

stelle, boccia, anfora, scala,<br />

lanterna, campana di vetro,<br />

conchiglia, cesto di vimini, scatola<br />

di bottiglia…Se era intenzione<br />

premiarne alcuni, alla<br />

fine ci siamo resi conto che era<br />

impossibile. La giuria ha quindi<br />

scelto due presepi per l’originalità<br />

(Mariachiara Previtali e<br />

Gaia Valesio) e per la sintonia<br />

con il tema del percorso d’Avvento<br />

(Francesco Manzoni e<br />

Caterina Centurelli).<br />

Nel giorno dell’Epifania abbiamo<br />

però dato a tutti - e anche<br />

a coloro che avevano partecipato<br />

con instagram al Presepio<br />

Post: #PalaPresepio2018<br />

- un piccolo dono.<br />

Ma non finisce qui: l’anno<br />

prossimo continueremo con<br />

altre statue…<br />

La Lettera<br />

marzo ‘19<br />

[21]


Gesù Salvatore<br />

[Restauro a Carosso]<br />

Ha avuto bisogno di alcune attenzioni e poi l’abbiamo vista per tutto il tempo del Natale, in centro<br />

all’altare maggiore, per essere poi collocata nella sua sede abituale, nella volta dell’altare laterale<br />

destro a Carosso: è l’ovale con il Gesù Redentore, dipinto anonimo di metà settecento. Il Bambino,<br />

seduto sulle nubi, si presenta già come il Redentore di quel mondo su cui si appoggia e al quale<br />

rivela lo strumento del suo amore, la croce. La pulitura ha evidenziato anche i putti nello sfondo.<br />

Non temere...<br />

[Epifania]<br />

Ogni anno il presepe vivente dell’Epifania si arricchisce di nuovi personaggi in costume. Il brano guida<br />

dell’anno pastorale con l’annunciazione, ci ha suggerito il tema degli Arcangeli che abbiamo visto entrare<br />

con tanto di ali e con i segni caratteristici del loro nome. Ai tre unanimemente conosciuti –Michele, Gabriele<br />

e Raffaele-abbiamo unito gli altri quattro che la tradizione apocrifa ci fa conoscere: Uriel, Barachiel,<br />

Jeudiel e La Sealtiel. LetteraCosì siamo arrivati a 120 personaggi, San Carlo Borromeo compreso. E la Sacra Famiglia?<br />

Quest’anno marzo ‘19<br />

[22] è stata interpretata da Andrea, Sara e il piccolo Francesco. In verità anche un pastorello rosso<br />

vestito si aggirava intorno a … Gesù Bambino. Era il fratello Nicola. Ma sappiamo, Gesù non aveva fratelli.


18-30enni<br />

Anche noi abbiamo cercato di entrare nel movimento del Sinodo dei<br />

Giovani per non farci scappare la provocazione che ha lanciato a tutta<br />

la Chiesa. Così, l’Equipe educativa ha proposto “In prima linea”, una serata<br />

di ascolto di storie di giovani. Da lì sono poi partiti i giorni di con-vivenza<br />

di dieci giovani nella casa di Comunità e la proposta, già attuata,<br />

di un film ogni mese. Così, per riflettere, per confrontarsi, per tracciare<br />

altre linee… Vengono qui riportate due testimonianze. Le altre, sulla<br />

prossima Lettera.<br />

Letizia a Casa Raphael<br />

Casa Raphael è una “casafamiglia”<br />

immersa nel verde<br />

delle colline di Torre Boldone<br />

che offre assistenza a persone<br />

affette da HIV/AIDS. Per<br />

me questo è un luogo grazie al<br />

quale ho avuto la possibilità di<br />

conoscere persone fantastiche<br />

ed entrare in contatto con una<br />

realtà oggi un po’ dimenticata.<br />

La mia esperienza, inizialmente<br />

nata per un progetto di alternanza<br />

scuola-lavoro, é passata<br />

dal semplice osservare la<br />

quotidianità di queste persone,<br />

al costruire un vero e proprio<br />

rapporto<br />

con loro.<br />

Tra una partita<br />

a carte<br />

ed un’altra,<br />

abbiamo<br />

imparato a<br />

conoscerci:<br />

in maniera<br />

molto spontanea<br />

alcune<br />

di loro, giorno dopo giorno,<br />

si sono confidate con me<br />

raccontandomi alcune storie<br />

più o meno complicate della<br />

loro vita e mi sono resa conto<br />

dell’importanza che anche<br />

solo l’ascolto può avere in<br />

determinate situazioni. Da<br />

questa esperienza ho anche<br />

capito come molte volte ci si<br />

approcci a questa malattia<br />

con pregiudizi e false certezze<br />

(purtroppo oggi molto<br />

diffusi) che creano disagi<br />

e sofferenze ingiuste nelle<br />

persone affette. Oltre agli<br />

ospiti della casa, ho avuto<br />

anche la possibilità di vedere<br />

la passione e la dedizione con<br />

cui le persone lavorano in questo<br />

ambiente, dedicandovisi<br />

in maniera<br />

più che ammirevole,<br />

nonostante<br />

le numerose<br />

difficoltà<br />

che un<br />

lavoro del<br />

genere può<br />

implicare.<br />

Spero che<br />

i sabato trascorsi insieme in<br />

questo ultimo anno e quelli<br />

futuri siano d’aiuto per le persone<br />

che ho conosciuto fino<br />

ad ora, anche solo per stappare<br />

un sorriso o per trascorrere<br />

qualche attimo di spensieratezza<br />

insieme. Casa Raphael è<br />

solo una delle tante “comunità”<br />

sparse nella nostra provincia<br />

e diocesi. Per quanto certe<br />

realtà ci possano sembrare<br />

lontane dal nostro vivere, anche<br />

nel nostro piccolo territorio<br />

ci sono molte persone che<br />

hanno bisogno d’aiuto. Basterebbe<br />

semplicemente offrire<br />

loro una presenza, un punto<br />

d’ascolto, qualche attimo di<br />

distrazione. Anche se alla fine<br />

delle giornate trascorse sono<br />

gli ospiti a ringraziarmi per la<br />

visita, sono io a dover ringraziare<br />

loro per avermi accolta in<br />

maniera così cordiale e naturale<br />

nelle loro vite.<br />

La Lettera<br />

marzo ‘19<br />

[23]


Suor Terry alla stazione<br />

Un grazie di cuore per questo<br />

invito perché mi avete<br />

permesso di fare un tuffo nel<br />

passato e ricordare gli anni del<br />

mio volontariato in stazione.<br />

L’esperienza della stazione mi<br />

ha permesso di tenere occhi,<br />

orecchie, mente e soprattutto<br />

il cuore aperto, disponibile e<br />

accogliente.<br />

Posso dire che questi anni<br />

sono stati la mi palestra di<br />

VITA:<br />

il vangelo, la stazione, i miei<br />

poveri e la puzza: sporcarmi le<br />

mani mi ha permesso di impastare<br />

la mia vita con le tante<br />

vite fragili e ferite che hanno<br />

permesso a me, suor Terry, di<br />

diventare la donna e la suora<br />

che sono.<br />

La stazione e il camper sono<br />

state per me pagine di vangelo!<br />

La carità nasce da gesti<br />

concreti: sedersi al tavolo a<br />

mangiare con gli ospiti e nonostante<br />

l’odore sgradevole<br />

esser capace di guardarlo negli<br />

occhi e accoglierlo senza<br />

essere giudicato; in inverno al<br />

freddo e al gelo aiutarli a trovare<br />

una panchina vuota e con<br />

scatoloni e coperte preparare<br />

il tutto per la notte; imparare<br />

i loro nome di Battesimo perché<br />

è bello essere chiamati<br />

per con l proprio nome….<br />

Uscire con il camper per<br />

raggiungere le giovani<br />

prostitute per offrire un<br />

bicchiere di the caldo e<br />

scambiare due parole…<br />

i poveri quando entrano<br />

nel cuore non escono più.<br />

I poveri mi hanno insegnato<br />

la gratuità e ad essere<br />

una persona vera e a<br />

sorridere alla VITA. In stazione<br />

ho vissuto davvero<br />

il VANGELO: «Ogni volta<br />

che avete fatto queste<br />

cose a uno solo di questi<br />

miei fratelli più piccoli, l’avete<br />

fatto a me».<br />

Ho incontrato Gesù!<br />

Uno Sposo, Gesù, che non<br />

mi lascia “seduta”.<br />

La mia vita è “relazione”,<br />

nella gioia e nella fatica<br />

perché incontrare l’altro<br />

diverso da te, è un rimettersi<br />

ogni volta in gioco in<br />

modo diverso e mi piace<br />

pensare che nei mie gesti,<br />

sorrisi, parole, abbracci ci<br />

sia sempre la SUA E SOLA<br />

PRESENZA. Io sono solo<br />

un suo strumento! Strumento<br />

felice della propria<br />

VITA.<br />

La Lettera<br />

[24]<br />

marzo ‘19


Convivenza<br />

Convivenza s. f. [der. di convivere]: quotidiano, amicizia, vicinanza, famiglia. Collaborazione, vissuto, storie, volti.<br />

Mensa, spirito, gioco, sorrisi. Attesa, cura, attenzione, impegno. Servizio, bellezza, affetto, verità. In definitiva, vita.<br />

Da domenica 2 a giovedì 6 dicembre,<br />

io e altri giovani abbiamo<br />

invaso la Casa di Comunità<br />

per vivere l’esperienza<br />

della convivenza. In sostanza,<br />

abbiamo vissuto dei giorni assieme<br />

cercando di mantenere<br />

il più possibile i nostri impegni<br />

quotidiani.<br />

Se ci pensate, non c’è niente<br />

di troppo diverso che stare in<br />

famiglia. Daniele, uno di noi,<br />

dice: “Comunità significa fare<br />

dei piccoli sacrifici personali<br />

per poter stare bene insieme,<br />

come in una famiglia. Grazie<br />

per i bei momenti trascorsi con<br />

voi.”<br />

Scoprirsi famiglia è forse il<br />

dono più grande che ci portiamo<br />

a casa da questi giorni.<br />

Nelle nostre case, molte cose<br />

sono date per scontate: dai<br />

piatti da lavare alle pulizie da<br />

fare, dagli orari da rispettare<br />

al tempo da passare insieme.<br />

Quanto ci sentiamo davvero<br />

famiglia a casa?<br />

La convivenza ha fatto riemergere<br />

queste piccole cose, ma<br />

ci ha fatto riflettere anche su<br />

altro.<br />

Luca dice: “Di questa esperienza<br />

mi è piaciuto il fatto che<br />

ci siamo aspettati a vicenda.<br />

Anche se a pranzo non era<br />

sempre possibile, per colazione<br />

e cena abbiamo sempre<br />

aspettato o anticipato i tempi<br />

in modo da trovarci tutti insieme<br />

all’inizio e alla fine di ogni<br />

giornata, ognuna delle quali è<br />

stata piena di impegni differenti<br />

per ciascuno di noi, ma<br />

che ha avuto un inizio e una<br />

fine in comunità.”<br />

Convivenza è stata per noi<br />

luogo in cui ci siamo sentiti attesi,<br />

luogo di relazione e cura<br />

dell’altro. Abbiamo aperto gli<br />

occhi, scoprendo che dietro<br />

le persone che incontravamo<br />

ogni tanto in oratorio, si nascondevano<br />

degli amici, forse<br />

dei fratelli.<br />

Da rifare? Assolutamente sì.<br />

Quando? Ancora non lo sappiamo,<br />

ma una prima linea<br />

l’abbiamo tracciata.<br />

La Lettera<br />

marzo ‘19<br />

[25]


24 24 aprile aprile - 5 maggio maggio<br />

Santa Lucia<br />

24 aprile - 5 maggio<br />

XXXI edizione<br />

XXXI edizione<br />

Partecipa<br />

2 settimane,<br />

con<br />

6 contrade,<br />

la tua<br />

tante<br />

contrada<br />

sfide.<br />

Partecipa Chi lo vince per con 3 volte, la lo tua tiene per contrada<br />

sempre.<br />

Sebastiano - 347 351 7010<br />

Gromlongo<br />

Sebastiano - 347 351 7010<br />

Gromlongo<br />

Paolo - 327 156 6763<br />

XXXI edizione Brocchione, Carosso,<br />

Paolo - 327 156 6763<br />

Brocchione, F.lli Ripamonti Carosso,<br />

Partecipa Partecipa con la con F.lli<br />

tua la tua Ripamonti<br />

contrada<br />

Sebastiano - 347 351 7010<br />

Gromlongo<br />

Paolo - 327 156 6763<br />

Brocchione, Carosso,<br />

F.lli Ripamonti<br />

Alberto - 347 016 3867<br />

Centro, Borghetto<br />

Cos’è il Palio?<br />

Cos’è il Palio?<br />

2 settimane, 6 contrade, tante sfide. Il “Palio” è un trofeo che la contrada<br />

vincitrice custodisce fino all’anno successivo.<br />

Chi lo vince per 3 volte, lo tiene per sempre.<br />

Il “Palio” è un trofeo che la contrada vincitrice custodisce fino all’anno successivo.<br />

Perché il Palio?<br />

Facciamo il Palio perché vogliamo divertirci.<br />

Per stare insieme, per sentirci un po’ più parte di questa comunità.<br />

Ah, anche per vincere, poi.<br />

Alberto - 347 016 3867<br />

Perché il Palio? Centro, Borghetto<br />

Alberto - 347 016 3867<br />

Centro, Borghetto<br />

Facciamo il Palio perché vogliamo divertirci. Per stare insieme, per sentirci<br />

un po’ più parte di questa comunità. Ah, anche per vincere, poi.<br />

Bello. Ma come partecipo?<br />

Al Palio partecipa chiunque. Anche i bambini. Anche i non troppo giovani.<br />

Per partecipare scopri qual è la tua contrada e contatta il tuo capitano.<br />

Tranquilli, non si è mai abbastanza e ci sono sfide per tutti i gusti.<br />

Bello. Ma come partecipo?<br />

Ilaria - 347 858 8954<br />

S. Sosimo, Beita,<br />

Ilaria - 347 858 8954<br />

Qui il calendario: S. Secchia Sosimo, Beita,<br />

Il Calendario Secchia<br />

Al Palio partecipa chiunque. Anche i bambini. Anche i non troppo giovani.<br />

Per partecipare scopri qual è la tua contrada e contatta il tuo capitano.<br />

Tranquilli, non si è mai abbastanza e ci sono sfide per tutti i gusti.<br />

Mar 9 Mar 16<br />

Pallavolo<br />

Pallavolo<br />

Mer 24 Gio 25<br />

Prova<br />

culturale<br />

Camminata<br />

Corsa<br />

Gianluca - 347 899 4086 Daniel -347 169 7256<br />

Longoni<br />

Dom 28 Lun 29 Burligo<br />

Mer 1<br />

Gio 2<br />

Ilaria - 347 858 8954<br />

Gianluca - 347 S. Sosimo, 899 Beita, 4086 Daniel -347 169 7256<br />

Calcio Calcio Pallavolo<br />

Longoni Secchia<br />

Burligo<br />

Bambini<br />

Carte<br />

Sab 27<br />

Calcio<br />

Gianluca - 347 899 4086 Daniel -347 169 7256<br />

Longoni<br />

Burligo<br />

Ven 3 Sab 4<br />

Calcio<br />

Talent<br />

Dom 5<br />

Giochi<br />

Premiazioni


[A cura di Ileana]<br />

Incontro per Ministri<br />

Straordinari della Comunione<br />

Don Michelangelo Finazzi<br />

(Direttore dell’Ufficio Pastorale<br />

Salute e Sofferenza) ha<br />

aperto l’incontro con un saluto<br />

e la preghiera. Poi ha ceduto<br />

subito la parola al Vescovo<br />

Mons. Francesco Beschi. Egli<br />

ha ringraziato i Ministri Straordinari<br />

della Comunione e<br />

i volontari che, accogliendo<br />

l’invito degli uffici diocesani,<br />

sono convenuti molto numerosi<br />

(ca 350 persone) presso<br />

l’auditorium della Casa del<br />

Giovane a Bergamo per riflettere<br />

insieme sulla vocazionalità<br />

della vita, per riscoprire la<br />

preziosità del ministero a cui<br />

essi sono stati chiamati ed<br />

esprimere insieme la propria<br />

riconoscenza al Signore.<br />

Partendo dal brano del Vangelo<br />

“di Emmaus” ha invitato<br />

a ripensare ai quattro verbi<br />

che sottendono al riconoscimento<br />

di Gesù da parte dei discepoli<br />

e che ancora sono ripetuti<br />

quotidianamente nella<br />

celebrazione dell’Eucarestia:<br />

PRESE il pane, lo BENEDISSE,<br />

lo SPEZZO’, lo DIEDE.<br />

Si è soffermato sul “diede”<br />

poiché qui il DARE assume il<br />

significato di CONSEGNARE.<br />

È il grande gesto d’amore di<br />

Dio che si CONSEGNA, si AF-<br />

FIDA alla libertà dell’uomo<br />

(che ne può fare ciò che vuole);<br />

cioè nell’Eucarestia Dio<br />

dona se stesso; Egli, l’Amore,<br />

SI FA DONO, dona il Suo<br />

Amore.<br />

I MSC, continua il Vescovo,<br />

sono portatori<br />

di<br />

un Dono,<br />

aiutando<br />

nella distribuzione<br />

all’assemblea<br />

e ai fratelli<br />

impossibilitati<br />

a partecipare<br />

alla celebrazione<br />

dell’Eucarestia, ricordando<br />

sempre che “possiamo dare<br />

ciò che abbiamo guadagnato,<br />

e possiamo donare solo ciò<br />

che, a nostra volta abbiamo<br />

ricevuto in dono”.<br />

Mentre il Vescovo ci lasciava,<br />

don Michelangelo ha ripreso<br />

il tema della vocazione intesa<br />

come vita di fede che diventa<br />

risposta a Dio, quando la vita<br />

è stare con Dio, in ascolto,<br />

in relazione con Lui e con la<br />

Chiesa.<br />

Toccanti sono state le testimonianze<br />

di tre Ministri impegnati<br />

presso le cappellanie<br />

di ospedali dove, portare<br />

l’Eucarestia, significa anche<br />

incontrare realtà molto diversificate<br />

e delicate. Questo<br />

richiede impegno per curare<br />

la propria formazione e<br />

nell’improntare la propria vita<br />

a Gesù, per cui diventano fondamentali<br />

l’ascolto e la contemplazione<br />

nella preghiera.<br />

Scoprire il senso cristiano<br />

della sofferenza diventa una<br />

sfida quotidiana per il volontario<br />

al letto del malato.<br />

Ad una volontaria che di fronte<br />

a questa chiamata così<br />

particolare esprimeva la propria<br />

perplessità ed i propri timori,<br />

mons. P. Rota Scalabrini<br />

rispose: “Il Signore vi ha scelti<br />

non perché siete bravi, ma<br />

perché ne avevate bisogno”.<br />

A conclusione Don Michelangelo<br />

ha informato che, per<br />

chi se la sentisse di accogliere<br />

questa ulteriore chiamata<br />

a portare l’Eucarestia ai<br />

malati negli ospedali, anche<br />

quest’anno partirà a Bergamo<br />

il corso di preparazione<br />

che si articolerà in 10 giornate<br />

dedicate a studio, preghiera<br />

ed esperienze dirette<br />

in corsia.<br />

Quindi, una veloce carrellata<br />

per presentare gli elementi<br />

intorno ai quali si sviluppa<br />

questo servizio e la preghiera<br />

hanno chiuso il piacevole, interessante<br />

pomeriggio.<br />

La Lettera<br />

marzo ‘19<br />

[27]


La carità ritornata<br />

[San Giovanni Bosco]<br />

Nella festa di metà anno catechistico<br />

che coincide con la festa<br />

di San Giovanni Bosco e della<br />

vita, attingiamo dalla vita del<br />

Santo dei giovani, un racconto<br />

che caratterizza la giornata e il<br />

segno che viene lasciato. Ecco<br />

quella scelta quest’anno che<br />

leggiamo dalle stesse parole di<br />

don Bosco:<br />

Era domenica e prima di partire<br />

dovetti dire la Messa per la gente<br />

di Castelnuovo. Per arrivare<br />

poi a tempo a Lavriano non andai<br />

a piedi, ma a cavallo. Avevo<br />

percorso metà strada al trotto e<br />

al galoppo. Mi trovavo nella valle<br />

di Casalborgone tra Cinzano e<br />

Bersano, quando da un campo<br />

seminato a miglio si alzò di colpo<br />

uno storno di passeri. Quel<br />

frullare rumoroso e improvviso<br />

spaventò il mio cavallo che<br />

scattò in una corsa frenetica per<br />

campi e prati. Cercai di tenermi<br />

saldamente in sella, ma ad un<br />

tratto mi accorsi che essa cedeva<br />

e scivolava di lato. Tentai di<br />

raddrizzarla, ma uno scarto improvviso<br />

mi catapultò in alto.<br />

Caddi riverso sopra un mucchio<br />

di pietre. Un uomo aveva assistito<br />

da una collina alla mia<br />

brutta avventura, e scese di corsa<br />

insieme ad un aiutante. Mi<br />

trovò svenuto. Con delicatezza<br />

mi portò in casa sua e mi distese<br />

sul letto migliore che aveva.<br />

Mi prestò tutte le cure possibili,<br />

e dopo un’ora rinvenni. Mi meravigliai<br />

di essere in una casa<br />

sconosciuta. - Non si spaventi -<br />

mi disse subito quel brav’uomo<br />

- Vedrà che qui non le mancherà<br />

niente. Ho già mandato a chiamare<br />

il medico, e un mio aiutante<br />

è andato a ricuperare il cavallo.<br />

Io sono solo un contadino, ma<br />

in casa mia troverà tutto il necessario.<br />

Si sente molto male?<br />

-Dio la ricompensi della sua<br />

carità, mio caro amico. Non credo<br />

di aver niente di grave. Non<br />

posso muovere una spalla, ho<br />

paura che si sia rotta. Qui dove<br />

sono? -Sulla collina di Bersano,<br />

in casa di Giovanni Calosso, soprannominato<br />

Brina. Lei non mi<br />

conosce, ma anch’io ho girato<br />

il mondo e ho avuto bisogno di<br />

altri. Sono stato un frequentatore<br />

di fiere e di mercati, e me ne<br />

sono capitate tante!<br />

-Mentre attendiamo il medico,<br />

perché non mi racconta qualche<br />

sua avventura? -Ne avrei tante<br />

da raccontare! Molti anni fa,<br />

tanto per fare un esempio, ero<br />

andato ad Asti con la mia asina.<br />

Dovevo far provviste per l’inverno.<br />

Tornando, la mia povera bestia<br />

era fin troppo carica. Mentre<br />

ero nelle valli di Moriondo, scivolò<br />

in un pantano e stramazzò<br />

nel bel mezzo della strada. I miei<br />

sforzi per rimetterla in piedi non<br />

servirono a niente. Era mezzanotte,<br />

pioveva ed era buio pesto.<br />

Non sapevo più a che santo raccomandarmi,<br />

e mi misi a gridare<br />

aiuto. Dopo alcuni minuti qualcuno<br />

mi rispose da un casolare<br />

vicino. Con delle fiaccole accese<br />

per fare un po’ di luce, vennero in<br />

mio aiuto un chierico, suo fratello<br />

e due altri uomini. Mi aiutarono<br />

a scaricare l’asina, la tirarono<br />

fuori dal fango e mi ospitarono<br />

in casa loro. Io ero mezzo morto,<br />

imbrattato di fango dalla testa<br />

ai piedi. Mi pulirono, mi prepararono<br />

un’ottima cena, poi mi<br />

fecero dormire in un letto morbidissimo.<br />

Prima di ripartire, il<br />

mattino dopo, volevo pagare il<br />

disturbo, come mi pareva mio<br />

dovere. Il chierico si rifiutò gentilmente<br />

dicendo: «Domani anche<br />

noi potremmo aver bisogno<br />

di lei». -A quelle parole mi sentii<br />

commosso. Quel brav’uomo si<br />

accorse che avevo gli occhi rossi<br />

e domandò: -Si sente male? –<br />

No. Questo suo racconto è bello<br />

e commovente. -Era proprio<br />

una brava famiglia, quella che<br />

incontrai quella notte. Potessi<br />

far qualcosa per loro lo farei volentieri.<br />

-Come si chiamava? - La<br />

famiglia dei Bosco, chiamati in<br />

dialetto «Boschett». Ma perché<br />

si commuove di nuovo? Conosce<br />

per caso quelle persone? Quel<br />

chierico sta bene? - Quel chierico,<br />

mio caro amico, è questo<br />

sacerdote che lei ha accolto in<br />

casa sua. Lei mi ha ricompensato<br />

mille volte per quello che ho<br />

fatto quella notte. Mi ha portato<br />

svenuto nella sua casa, mi ha<br />

messo nel suo letto. La divina<br />

Provvidenza ci ha voluto fare<br />

vedere con i fatti che chi fa del<br />

bene, trova del bene.<br />

Sì, la carità, di cui anche San Paolo<br />

faceva l’elogio nel famoso<br />

inno proclamato nella seconda<br />

lettura, è proprio come un BO-<br />

OMERANG! Una volta lanciato,<br />

ritorna indietro. Ebbene, LA<br />

CARITÀ, PRIMA O POI, TORNA<br />

INDIETRO. San Giovanni Bosco<br />

riceveva dalla Provvidenza e donava<br />

ciò che riceveva. Al termine<br />

della celebrazione è stato dato a<br />

La Lettera<br />

marzo ‘19<br />

[28]


tutti i ragazzi un boomerang con<br />

la frase di don Bosco: “Coraggio,<br />

coraggio sempre. Non stanchiamoci<br />

mai di fare il bene e Dio<br />

sarà con noi”.<br />

Lo spettacolo del pomeriggio è<br />

stato animato in modo frizzante<br />

e vivace da diversi gruppi di ragazzi<br />

che si sono cimentati con<br />

balli, giochi, varietà e canzoni,<br />

cucite dal presentatore Luca,<br />

con sottile ironia, così sottile che<br />

non tutti afferravano. Ma questo<br />

è il bello della diretta.<br />

La Lettera<br />

marzo ‘19<br />

[29]


Sacralità<br />

dell’uomo e delle cose<br />

Stefano Nava, artista e illustratore, presenta<br />

“Un uomo. 4 ottobre 1226”<br />

tra le cui pagine rivive l’esperienza di Francesco d’Assisi<br />

Stefano Nava sta presentando<br />

il suo ultimo volume magnificamente<br />

illustrato, “Un uomo<br />

4 ottobre 1226” (Edizioni<br />

Messaggero Padova, 60 pagine<br />

di grande formato) insieme<br />

ad alcune tavole originali. Ma<br />

prima ancora del “materiale’<br />

porta la sua testimonianza,<br />

che ha il proprio centro gravitazionale<br />

nel personaggio, san<br />

Francesco, ritratto sulla copertina<br />

e in tanti altri disegni.<br />

E come luogo del cuore Assisi,<br />

dove durante un Triduo Pasquale<br />

presso le Suore Alcantarine<br />

ha conosciuto Caterina<br />

Villani, sua sposa dal 2010,<br />

reggiana, appassionata di biodanza.<br />

Oggi vivono a Marmirolo, vicino<br />

alla chiesa, con i figli Francesco,<br />

tre anni (sua, presa alla<br />

nascita, la prima immagine in<br />

cui ci si imbatte sfogliando il<br />

nuovo libro, per “umanizzare”<br />

da subito la figura del Poverello),<br />

e Filippo, di un anno, e<br />

come famiglia provano a tenere<br />

aperta la porta della casa<br />

di campagna e lo spazio della<br />

vecchia stalla per favorire momenti<br />

di ascolto e di amicizia.<br />

Stefano è nato a Palazzago,<br />

in provincia di Bergamo, nel<br />

1977. Fin dall’infanzia legato<br />

all’oratorio del paese, all’inizio<br />

della giovinezza ha sentito l’esigenza<br />

di approfondire la sua<br />

fede, ed ecco comparire nel<br />

suo orizzonte il mondo di Assisi.<br />

Dopo il Liceo artistico, dove<br />

dall’insegnante Giulio Albrigoni<br />

impara ad addomesticare la<br />

mano alla figura umana, Stefano<br />

si laurea in architettura e<br />

continua a dipingere con olio e<br />

acrilico, in uno stile piuttosto<br />

graffiato, con la guida del maestro<br />

Cesare Ravasio.<br />

“Percorso di artista e di ricerca<br />

vocazionale che vanno un po’<br />

di pari passo”, dice, che a ventisette<br />

anni frequenta l’anno<br />

propedeutico quindi entra in<br />

seminario, dove completa il<br />

biennio filosofico prima di fermarsi<br />

(“Nel ruolo di sacerdote<br />

non mi ci vedevo”), pur continuando<br />

a orbitare su Assisi.<br />

Da lì al successivo incontro<br />

con Caterina e al matrimonio,<br />

celebrato dopo due anni di fidanzamento<br />

a Palazzago, con<br />

La Lettera<br />

[30]<br />

marzo ‘19


trasferimento immediato nel<br />

Reggiano, il passo è stato tutto<br />

sommato breve. Oggi Nava<br />

si mantiene francescano anche<br />

nel lavoro part time che<br />

esercita come operatore sanitario<br />

all’Infermeria dei Cappuccini,<br />

mentre il pomeriggio è<br />

libero di dedicarsi all’arte e alla<br />

cultura.<br />

In provincia di Reggio Emilia ha<br />

realizzato un trittico con ultima<br />

cena, morte e risurrezione<br />

di Cristo nella chiesa di San<br />

Maurizio, mentre a Sant’Ilario<br />

d’Enza, nella cappella interna<br />

delle scuole del movimento<br />

“Familiaris Consortio” ha installato<br />

un’opera sul Crocefisso<br />

Risorto e un’altra su Maria.<br />

Altre opere si trovano nell’Aretino,<br />

presso la Fraternità di Romena<br />

- il cui responsabile, don<br />

Luigi Verdi, firma la prefazione<br />

di “Un uomo 4 ottobre 1226” -<br />

e naturalmente nel paese d’origine,<br />

Palazzago, nella chiesa<br />

di San Giovanni Battista e nella<br />

Casa di Comunità.<br />

Da circa sette anni a questa<br />

parte Stefano affianca alla<br />

produzione<br />

dei quadri la<br />

realizzazione<br />

di illustrazioni<br />

raffinate<br />

e poetiche<br />

pur nella loro<br />

precisione<br />

di tratto. La<br />

tecnica cambia,<br />

i soggetti<br />

preferiti no: “Mi piace rappresentare<br />

le cose della quotidianità,<br />

come le scarpe, i lenzuoli,<br />

il pane, la mensa ... come qualcosa<br />

di sacro”, spiega l’artista.<br />

Alcune tavole sono più narrative,<br />

altre simboliche: “Avendo<br />

affinato con il tempo la tecnica,<br />

adesso amo concentrarmi<br />

maggiormente sul concetto”, è<br />

la motivazione dell’autore, che<br />

dal libro appena pubblicato<br />

mostra la figura della perfetta<br />

letizia: quattro bastoni, di<br />

per sé segni del rifiuto patito<br />

dal santo di Assisi, che però<br />

conficcati nel terreno e uniti,<br />

formano una piccola tenda, a<br />

simboleggiare invece l’accoglienza.<br />

Così come la gabbia aperta<br />

dipinta sulla copertina<br />

di “Un uomo”, issata sul<br />

bordone del viandante che<br />

scende da La Verna sotto<br />

un cielo nuvoloso, esprime<br />

tutto il desiderio di libertà<br />

di Francesco, più di tante<br />

parole. Parole che comunque<br />

nel libro ci sono,<br />

scritte di pugno dall’autore<br />

solo dopo aver finito con i<br />

disegni, anch’esse ricercate<br />

e quasi scolpite una per<br />

una, in un esercizio di sottrazione<br />

e di essenzialità.<br />

I testi viaggiano in parallelo<br />

ma si specchiano nelle<br />

atmosfere disegnate: “Il<br />

lavoro su Francesco - aggiunge<br />

- è molto personale; il libro<br />

che ho pubblicato non è la biografia<br />

di Francesco; certo richiamata<br />

dagli episodi rappresentati,<br />

ma è soprattutto un<br />

dialogo, vuole trasmettere ciò<br />

che il santo ha comunicato alla<br />

mia vita, al punto che qualche<br />

lettore mi ha detto che non<br />

sempre si riesce a distinguere<br />

quando parli il santo e quando<br />

io in prima persona”.<br />

Vivremo questa presentazione<br />

il 22 marzo, alle 20.30,<br />

nella chiesa parrocchiale di<br />

Palazzago. Stefano (meglio<br />

Roberto) farà partire la musica<br />

- canzoni di musica leggera, da<br />

Jovanotti a Laura Pausini - e il<br />

suo personale e vivido commento<br />

alle illustrazioni, fatto<br />

di citazioni dalla Sacra Scrittura<br />

e di pagine di Vangelo incarnate<br />

in Francesco, un uomo<br />

che ha saputo lodare Dio nei<br />

momenti in cui la vita ha detto<br />

no, e anche in questo risiedeva<br />

la sua grandezza. “Ognuno ha<br />

un modo unico di amare”, ”A<br />

farci crescere, più che la forza<br />

di volontà, è la delicatezza che<br />

i fratelli ci regalano”... sono soltanto<br />

alcuni frammenti della<br />

testimonianza di questo artista<br />

che continua la sua disponibilità<br />

a portare la sua mostra<br />

itinerante in parrocchie, conventi<br />

o circoli culturali.<br />

La Lettera<br />

marzo ‘19<br />

[31]


Audaci e creativi<br />

[Convegno diocesano<br />

A cura dell’Equipe Educativa]<br />

“Invito tutti ad essere audaci e creativi. Ciò che conta è non camminare da soli” (Papa Francesco)<br />

L’1 dicembre una delegazione<br />

dell’equipe educativa di Palazzago<br />

ha partecipato al convegno<br />

diocesano delle equipe in<br />

cui si è raccolto il senso del lavoro<br />

fatto e da fare.<br />

80 gruppi, più di 700 persone<br />

di cui 145 preti sono i numeri<br />

che ci riporta il presente: in<br />

poco tempo il modello dell’equipe<br />

educativa si è diffuso<br />

per tutta la bergamasca e anche<br />

Palazzago c’è.<br />

Magari vi ricordate di noi<br />

quando, l’anno scorso, abbiamo<br />

avviato la campagna #SaveThePalio,<br />

che poi il Palio l’ha<br />

salvato davvero, arrivando alla<br />

XXX edizione. Oppure a qualche<br />

riunione, in cui<br />

ci siamo presentati e<br />

abbiamo spiegato in<br />

breve che cosa facciamo.<br />

Il convegno ce lo ha<br />

ricordato cos’è un’equipe<br />

educativa e<br />

lo ha fatto in pochi<br />

punti, semplici. Eccone<br />

alcuni:<br />

- Sinodalità educativa:<br />

chi cammina<br />

da solo non arriva molto lontano.<br />

Le equipe educative sono<br />

innanzitutto un luogo dove si<br />

sta insieme, dove si pensa insieme,<br />

dove di progetta insieme.<br />

Siamo un gruppo di persone<br />

di età diverse, con vite<br />

diverse e esigenze diverse, ma<br />

siamo chiamati a lavorare insieme<br />

per il bene della comunità.<br />

- Corresponsabilità laicale:<br />

l’equipe è un modo per<br />

sentirsi parte. Sempre di più<br />

ognuno di noi, non solo dell’equipe,<br />

sarà chiamato a prendere<br />

in mano la realtà dell’oratorio<br />

e a dire che ci appartiene,<br />

che se qualcosa non funziona<br />

è anche colpa nostra, non del<br />

Don, che se ci sentiamo più vicini<br />

è anche merito nostro.<br />

- Compiti: è un’equipe<br />

attiva. Cosa è chiamata a fare<br />

un’equipe educativa? Soprattutto<br />

pensare, ragionare e<br />

progettare. Dobbiamo cercare<br />

di capire le esigenze della comunità,<br />

ascoltarla e scegliere<br />

su cosa puntare. Noi, per<br />

esempio, abbiamo scelto di<br />

dedicarci al senso di appartenenza,<br />

ancora tutto da costruire<br />

nel nostro oratorio.<br />

Infine, siamo chiamati ad essere<br />

audaci e creativi, in quello<br />

che facciamo, che pensiamo<br />

e che proponiamo. Avere coraggio<br />

e uscire dai recinti delle<br />

solite cose. Speriamo che,<br />

assieme al vostro aiuto, ce la<br />

potremo fare.<br />

Insomma, avete capito che l’oratorio<br />

è di tutti e dobbiamo<br />

prendercene cura. Per far questo<br />

vogliamo ascoltarvi, sentire<br />

quello che secondo voi non<br />

funziona, è da cambiare oppure<br />

quello che invece è bello<br />

e vorreste tenere così come è.<br />

Vi chiediamo di interessarvi, di<br />

pensare alla vostra esperienza<br />

di oratorio e di farci sapere<br />

qualcosa, promettiamo di dar<br />

retta a tutti.<br />

Mandate un messaggio, chiamateci,<br />

scrivete qualcosa, insomma,<br />

vogliamo sapere la<br />

vostra perché siete voi, e dunque<br />

noi, i protagonisti di questo<br />

spazio, di questa realtà, di<br />

questa comunità.<br />

La Lettera<br />

[32]<br />

marzo ‘19


Casa Viva<br />

Entrando al pianterreno<br />

della Casa di Comunità,<br />

si vede allargarsi,<br />

sulla parete destra, il<br />

“Mosaico dei grazie”,<br />

un puzzle di piastrelle<br />

in gres realizzate dai<br />

monaci di Bose dove si<br />

alternano fossili di fiori<br />

e foglie a nomi incisi.<br />

Sono i nomi di persone<br />

che, direttamente,<br />

o attraverso i loro cari<br />

che li vogliono così ricordare,<br />

hanno dato<br />

una mano alla realizzazione<br />

dell’opera parrocchiale.<br />

FINE LAVORI impegno totale € 1.095.681 di cui 1.079.681 liquidati<br />

È chiaro che sono tantissime le persone che lo hanno fatto e continuano a farlo. Qui ne mettiamo alcune<br />

cui va il grazie comunitario e quelle affidateci esplicitamente dai familiari anche attraverso una<br />

16.000<br />

donazione. La parete è grande e vorrebbe continuare ad ospitare piastrelle.<br />

Ecco l’aggiornamento relativo al pagamento dei lavori della Casa di Comunità.<br />

FINE LAVORI impegno totale € 1.095.681 di cui 1.079.681 liquidati<br />

16.000<br />

RINEGOZIATO NUOVO MUTUO di € 410.000<br />

Nr.4 rate trimestrali per un importo annuo di € 51.250<br />

XXXII RATA XXIV RATA XVI RATA VIII RATA<br />

XXXI RATA XXIII RATA XV RATA VII RATA<br />

XXX RATA XXII RATA XIV RATA VI RATA<br />

XXIX RATA XXI RATA XIII ATA V RATA<br />

XXVIII RATA XX RATA XII RATA IV RATA<br />

XXVII RATA XIX RATA XI RATA III RATA<br />

XXVI RATA XVIII RATA X RATA II RATA<br />

XXV RATA XVII RATA IX RATA<br />

RINEGOZIATO NUOVO MUTUO di € 410.000<br />

Nr.4 rate trimestrali per un importo annuo di € 51.250<br />

XXXII RATA XXIV RATA XVI RATA VIII RATA<br />

XXXI RATA XXIII RATA XV RATA VII RATA<br />

XXX RATA XXII RATA XIV RATA VI RATA<br />

XXIX RATA XXI RATA XIII ATA V RATA<br />

La Lettera<br />

marzo ‘19<br />

[33]


Pillole<br />

Con i ritiri dei ragazzi, anche quello degli adolescenti che ha meritato<br />

un affondo sulla Lett…Rina, tanto è stato bello. Iniziato nel<br />

salone della casa di Comunità con tre video a commento delle domande<br />

di folle, pubblicani e soldati a Giovanni Battista: “Che cosa<br />

dobbiamo fare?”, continuato con il viaggio in macchina con la condivisione<br />

di alcuni interrogativi, giunto al Patronato San Vincenzo<br />

per la cena e le parole di don Davide Rota, conclusosi in Città Alta,<br />

davanti all’Eucarestia nella chiesa del Carmine. Come diceva il titolo<br />

dell’affondo: miracoli del Natale?<br />

Diciannove coppie hanno partecipato al percorso in preparazione al<br />

matrimonio cristiano, organizzato da alcune parrocchie della Fraternità.<br />

Particolarmente belle le presentazioni che ogni coppia ha<br />

fatto della propria storia nelle diverse serate. Intenso il clima creatosi<br />

attraverso le proposte dei relatori, il confronto a piccoli gruppi,<br />

la preghiera. Cordiale la pizzata finale e profondo il momento del<br />

ritiro, davanti all’Eucarestia, con i segni che poi troveremo nel matrimonio:<br />

acqua benedetta, luce, profumo… Il riso no, ma ci sarà nel<br />

giorno del sì. Ma… con moderazione.<br />

Come ogni casa,<br />

anche le nostre<br />

chiese hanno bisogno<br />

di una cura<br />

e un’attenzione<br />

continua. Così a<br />

Burligo ci si è concentrati<br />

sul Battistero,<br />

a Palazzago<br />

sugli altari<br />

laterali, a Carosso<br />

sul restauro di un<br />

quadro. Grazie ai<br />

volontari e agli offerenti.<br />

Nuovo labaro per la Sezione degli Alpini di<br />

Palazzago. E’ stato benedetto al termine della<br />

celebrazione presieduta da Mons. Daniele<br />

Rota, nella quale sono stati ricordati tutti coloro<br />

che “sono andati avanti” per raggiungere<br />

il Signore delle cime…<br />

Anche a Burligo è stato<br />

collocato il defibrillatore,<br />

a destra dell’ingresso<br />

della chiesa<br />

parrocchiale. Grazie<br />

alle Associazioni che<br />

l’hanno offerto, al Dottor<br />

Salaroli Christian e<br />

ai volontari che l’hanno<br />

posizionato.<br />

Il ritiro d’inizio Quaresima, nella forma del Bibliodramma<br />

con Manuel e Laura, ci ha fatti entrare<br />

nella Passione<br />

secondo Luca,<br />

immedesimandoci<br />

nei<br />

personaggi del<br />

testo e guardando<br />

al centro<br />

Gesù nel gesto<br />

d’amore.<br />

La Lettera<br />

[34]<br />

marzo ‘19


Cantiere aperto<br />

alla Madonna de la Salette<br />

Anche nella chiesa della Beita<br />

è entrata la… ruspa. Con il<br />

nuovo anno sono iniziati i lavori<br />

appaltati alla Ditta Previtali e<br />

continuati secondo i piani stabiliti:<br />

rimozione della pavimentazione,<br />

scavo e realizzazione<br />

del vespaio, stonacatura delle<br />

pareti fino al cornicione, chiusura<br />

in sicurezza di aperture<br />

trovate, tracce degli impianti e<br />

due strati di nuova intonacatura<br />

per preparare l’intervento dei<br />

restauratori.<br />

Non ci sono state “sorprese” nel<br />

sottosuolo, come già si poteva<br />

ipotizzare dai risultati del geo<br />

radar. Durante i lavori è stato<br />

portato in luce il tracciato della<br />

primissima chiesa, molto più ridotta<br />

nelle dimensioni, che ci fa<br />

rendere conto degli interventi<br />

successivi di allargamento sulla<br />

navata e sulla parte laterale<br />

sinistra.<br />

Sono stati diversi i sopralluoghi:<br />

Ditte, Architetto e Ingegnere,<br />

Addetto alla sicurezza,<br />

Restauratori, Uffici di Curia e<br />

Soprintendenza. Con loro si è<br />

giunti alla scelta di proseguire<br />

anche con il secondo lotto,<br />

riguardante il restauro delle<br />

volte, per evitare di non terminare<br />

l’opera e rimandare a<br />

chissà quando la conclusione.<br />

Ci vorranno quindi diversi mesi<br />

di lavoro, per giungere al termine,<br />

con la configurazione degli<br />

spazi liturgici: ambone, mensa,<br />

sede, tabernacolo e crocefisso.<br />

La nicchia centrale con la statua<br />

della Madonna rimarrà dove è,<br />

vista la dimensione di devozione<br />

mariana legata a questa<br />

chiesa, mentre la nicchia dell’ex<br />

battistero ritrovata sotto l’intonaco<br />

all’inizio della parete<br />

sinistra, diventerà lo spazio<br />

per l’acquasantiera all’ingresso<br />

della chiesa. In una data che<br />

ancora non possiamo definire,<br />

faremo l’inaugurazione dei<br />

restauri e la benedizione della<br />

chiesa con la presenza del nostro<br />

Vescovo Francesco.<br />

Intanto: generosi, generosi…<br />

La Lettera<br />

marzo ‘19<br />

[35]


Battesimi<br />

Domenica 13 gennaio Battesimo del Signore<br />

ore 10.30<br />

Andrea Cortinovis di Mauro e Consuelo Benaglia,<br />

nato il 27 aprile 2018<br />

Andrea<br />

Domenica 24 febbraio 2019 ore 11.30<br />

Gioia Felotti, di Emanuele e Avogadri Erica,<br />

nata il 16 settembre 2018<br />

Sofia Zinesi, di Oscar e Berlendis Alessandra,<br />

nata il 9 novembre 2018<br />

Pietro Panza, di Alex e Battaglia Rita,<br />

nato il 1 novembre 2018<br />

Cecilia Gerosa, di Efrem e Carminati Flora,<br />

nata il 13 ottobre 2018<br />

Mirko Hayani, di Jalal e Arrigoni Sara,<br />

nato il 3 novembre 2018<br />

Edoardo Pellegrinelli, di Mattia e Magni Eva,<br />

nato il 19 novembre 2018<br />

Gioia Sofia Pietro<br />

Cecilia Mirko Edoardo<br />

La Lettera<br />

marzo ‘19<br />

[36]


Defunti<br />

ANGELA ROTA CONTI<br />

(detta ANGIOLETTA) IN GAVAZZENI<br />

di anni 73<br />

deceduta a Palazzago il 5 gennaio<br />

funerata il 7 gennaio 2019.<br />

Deposizione ceneri il 15 gennaio.<br />

L’amore che hai dedicato a noi, che<br />

ha permesso di rendere la nostra famiglia<br />

così unita, la tua semplicità, la<br />

tua dolcezza di moglie, mamma e nonna, ci danno la forza di<br />

continuare come tu ci hai insegnato... in punta di piedi, sempre.<br />

La tua famiglia<br />

La Lettera - bollettino Palazzago cm.9h x 5,5<br />

Casa Funeraria<br />

... dal 1969<br />

ALESSANDRO MEDOLAGO<br />

di anni 71<br />

deceduto a Bergamo il 19 dicembre<br />

funerato e sepolto a Palazzago<br />

il 21 dicembre 2018<br />

Resterai sempre nel cuore di quanti ti<br />

vollero bene.<br />

Con affetto, i tuoi cari<br />

GIACOMO SCAGLIA<br />

di anni 37<br />

deceduto a Burligo il 24 dicembre<br />

e ivi funerato e sepolto<br />

il 26 dicembre 2018.<br />

La tua famiglia<br />

ti ricorderà per sempre.<br />

ANGELO PANZA<br />

di anni 73<br />

deceduto a Palazzago il 26 dicembre<br />

funerato e sepolto il 28 dicembre 2018.<br />

L’esempio della tua forza, del tuo coraggio,<br />

della tua onesta bontà ci accompagnerà<br />

nel corso della vita con il<br />

tuo ricordo.<br />

Con affetto, la tua famiglia<br />

Marco 348 710 99 87<br />

Emilio 348 710 99 85<br />

SERVIZI FUNEBRI<br />

SERGIO AGAZZI<br />

di anni 78<br />

deceduto il 14 gennaio<br />

funerato a Palazzago il 16<br />

gennaio. Deposizione ceneri<br />

il 26 gennaio 2019<br />

Grazie per i tuoi saluti! Ogni<br />

giorno, anche se non riuscivi<br />

più a parlare, alzavi il braccio<br />

sinistro, quello che riuscivi ancora a muovere e ci<br />

salutavi sorridendo. Quando non sei più riuscito ad<br />

alzare il braccio hai continuato a salutarci sorridendo<br />

e quando non sei più riuscito a sorridere ci salutavi<br />

con occhi affettuosi. Vogliamo ricordarti così,<br />

con il braccio sinistro alzato che ci saluti e sorridi.<br />

Grazie!<br />

I tuoi cari<br />

GIUSEPPE RIPAMONTI<br />

detto NINO<br />

di anni 84<br />

deceduto l’1 febbraio<br />

funerato a Palazzago<br />

il 2 febbraio.<br />

Deposizione ceneri<br />

il 12 febbraio 2019<br />

Ricordatemi così...<br />

con un sorriso, con una preghiera.<br />

OLIMPIO TIRONI<br />

di anni 91<br />

deceduto a Bergamo<br />

l’1 febbraio<br />

funerato a Palazzago<br />

il 4 febbraio.<br />

Deposizione ceneri<br />

il 12 febbraio 2019<br />

I tuoi cari<br />

Il tempo non potrà cancellare<br />

il tuo ricordo.<br />

I tuoi cari<br />

ANTONIA SANTORO<br />

di anni 77<br />

deceduta a Ponte San Pietro<br />

il 7 febbraio<br />

funerata e sepolta a<br />

Palazzago il 9 febbraio 2019<br />

Lapidi - Tombe - Monumenti<br />

035.548180 035.642579 035.294528<br />

Almenno S.B. Almenno S.S. Seriate<br />

via P.Borsellino,1 via G.Buttinoni,15 via C.Battisti,86<br />

www.rotaservizifunebri.it<br />

La Lettera<br />

marzo ‘19<br />

[37]


Anniversari<br />

VILLA MASSIMO<br />

(2012 - 2019)<br />

Non ci scordiamo mai di<br />

te! Sei sempre nei nostri<br />

pensieri. Sei la stella che<br />

illumina il nostro percorso<br />

di vita!<br />

I tuoi cari<br />

PELLEGRINELLI DONATO<br />

(2008 - 2019)<br />

Il tempo passa ma il tuo<br />

ricordo è sempre vivo nei<br />

nostri cuori.<br />

Tua moglie e figli<br />

BENEDETTI PIETRO<br />

(1997 - 2019)<br />

POMA ARIELE<br />

(1953 - 2019)<br />

BENEDETTI CESARE<br />

(2010 - 2019)<br />

Gli anni passano ma la luce dei vostri occhi ci guida sempre.<br />

I vostri figli<br />

TESTA SEBASTIANA<br />

ved. BIFERA<br />

(2013 - 2019)<br />

Il ricordo vive per sempre<br />

nei nostri cuori, sarai<br />

sempre con noi.<br />

I tuoi cari<br />

MAZZOLENI PIETRO<br />

(2010 - 2019)<br />

Sono passati nove anni,<br />

il ricordo di te rimane indelebile.<br />

Manchi sempre,<br />

manchi tanto, manchi<br />

ovunque.<br />

La tua famiglia<br />

RIPAMONTI ANGELO<br />

(2000 - 2019)<br />

TESTA FIORINA<br />

ved. RIPAMONTI<br />

(2011 - 2019)<br />

Niente ci separerà dal vostro ricordo,<br />

neppure il trascorrere dei giorni o degli anni.<br />

I vostri cari vi pensano con immenso amore,<br />

con infinita riconoscenza.<br />

ROTA CARLO<br />

(2015 - 2019)<br />

Caro Carlo ti ricordiamo<br />

sempre con tanto amore,<br />

sei con noi nel più dolce<br />

pensiero di ogni giorno,<br />

aiutaci nel nostro cammino.<br />

Danila e figli<br />

PREVITALI NATALE<br />

(2005 - 2019)<br />

CIMADORO<br />

MARIA REGINA<br />

(2003 - 2019)<br />

Il tempo passa ma il vostro ricordo è sempre<br />

con noi.<br />

I vostri cari<br />

La Lettera<br />

[38]<br />

marzo ‘19


Il Calice di Burligo<br />

A Burligo, nelle feste di Natale, abbiamo celebrato con un calice da poco<br />

restaurato.<br />

È in metallo fuso, dorato, con la coppa in argento dorato e pietruzze,<br />

datato 1906, in stile neogotico.<br />

Dalla base esagonale, sulla quale si stagliano tre teste di santi, si eleva il<br />

piede, a metà del quale si aprono piccole edicole: tre si esse hanno statue<br />

di Santi. La sottocoppa decorata sempre in stile, accoglie la coppa<br />

per il vino. Sulla base è incisa la scritta: Rev.mo Sacerd. Vincentio Micheletti<br />

quadrages 1906 Oratori strenuo Melenianen.<br />

[A cura di Leonardo]<br />

Carnem levare, Carnem vale,<br />

Carnevale<br />

C’è sempre una festa d’addio.<br />

Quando parte un amico, quando<br />

ci si trasferisce, la notte prima<br />

di sposarsi. Sentiamo sempre<br />

il bisogno di dare un ultimo<br />

sguardo a quello che eravamo,<br />

prima di voltare pagina.<br />

Il Carnevale nasce proprio<br />

come festa d’addio. Probabilmente<br />

la parola deriva dall’espressione<br />

latina carnem<br />

levare o carnem vale, che significano<br />

rispettivamente “togliere<br />

la carne” e “addio carne”.<br />

I cristiani di allora dicono addio<br />

alla carne prima che cominci la<br />

quaresima.<br />

Da qui voglio partire, non per<br />

fare la predica sul Carnevale<br />

e sulla rinuncia, ma perché<br />

c’è una cosa che mi ha colpito<br />

quest’anno: gli adolescenti, alcuni<br />

perlomeno.<br />

Preparando lo spettacolo di<br />

quest’anno (che, a mio parere,<br />

ha bisogno di essere un po’ rivoluzionato),<br />

ho notato come<br />

sia stato difficile per loro salire<br />

su quel palco e interpretare un<br />

qualsiasi ruolo. Abbiamo passato<br />

settimane in cui eravamo<br />

praticamente disperati, perché<br />

nessuno voleva fare nulla.<br />

Imbarazzo? Paura di dimenticarsi<br />

le battute? Di fare una<br />

brutta figura? Forse un po’<br />

tutto assieme.<br />

Fare teatro significa togliere<br />

la carne. Non il cibo, ma la nostra.<br />

Recitare significa abbandonare<br />

se stessi per entrare<br />

nel corpo di un altro. Significa<br />

mettere da parte i nostri pensieri,<br />

il nostro parlare, la nostra<br />

dignità, ogni tanto. Riuscire a<br />

togliere la carne è difficile, perché<br />

significa crescere.<br />

Un ragazzo cresce quando si<br />

accorge che ha un futuro davanti<br />

e che in quel futuro potrà<br />

cambiare. Un ragazzo cresce<br />

quando si accorge che non è<br />

prigioniero del presente, come<br />

molti ci vogliono far credere.<br />

Un ragazzo cresce quando riesce<br />

a togliere la carne, a mettere<br />

il muso fuori da se stesso.<br />

Che il Carnevale per qualcuno<br />

di loro sia stato anche questo?<br />

Lo spero.<br />

La Quaresima, allora, sarà il<br />

tempo per capire come voglio<br />

cambiare, verso dove, seguendo<br />

le orme di chi. Lo auguro a<br />

tutti, perché mai si smette di<br />

crescere.<br />

La Lettera<br />

marzo ‘19<br />

[39]

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