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Catalogo Observa 2019

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MUSEO<br />

DELLA CITTÀ<br />

Piazza Zanardelli<br />

Chiari (BS)<br />

DAL 5 AL 13<br />

OTTOBRE<br />

<strong>2019</strong><br />

LTRE LO<br />

SGUARDO<br />

ASSOCIAZIONE FOTOGRAFICA


OBSERVA<br />

3ª edizione <strong>2019</strong><br />

Ed eccoci alla terza edizione di OBSERVA: un<br />

evento che si sta pian piano radicando nel panorama<br />

nazionale di questo genere fotografico.<br />

A dire il vero, la Street viene da molti definita<br />

“Il genere che non prevede generi”: si può<br />

considerare infatti un modo di vivere la fotografia<br />

in libertà, in grado di far percepire un<br />

tempo, un luogo e le persone che lo vivono in<br />

modo naturale, senza forzature.<br />

Essa nasce dall’interazione tra il fotografo e<br />

ciò che incontra, come un modo di prendere<br />

appunti visivi, che rende il suo vagabondare<br />

sempre nuovo, talvolta sorprendente, addirittura<br />

divertente.<br />

A volte succede il miracolo: il banale e l’ordinario<br />

diventano straordinari e l’occhio attento<br />

dello street photographer è capace di coglierlo<br />

al volo. Basta un attimo...e il miracolo svanisce....<br />

Come in ogni cammino, l’atto del camminare<br />

si ripete, ma il percorso varia e si arricchisce<br />

di novità. Questa terza edizione di <strong>Observa</strong> infatti<br />

ne riserva alcune importanti.<br />

Abbiamo deciso di non presentare un Collettivo<br />

come nei due anni precedenti, ma privilegiare<br />

i singoli autori, scelti fra i migliori del<br />

panorama nazionale.<br />

All’interno del percorso fotografico degli autori,<br />

abbiamo privilegiato i progetti realizzati<br />

con una scelta ben precisa del tema e soprattutto<br />

del luogo.<br />

L’esposizione segue un percorso ben definito:<br />

da un contesto più ampio e generico come il<br />

quartiere di una città, lo sguardo del visitatore<br />

si restringe pian piano e alla fine entra<br />

in uno spazio chiuso, delimitato, più intimo e<br />

meditativo.<br />

E per aiutare il visitatore a vivere questo<br />

sguardo in modo diretto, abbiamo preparato<br />

delle audioguide che raccontano in breve la<br />

biografia del fotografo e il suo progetto.<br />

Per il secondo anno anche Oltre lo sguardo<br />

ha voluto mettersi in gioco, presentando un<br />

progetto comune dal titolo NO FACE.<br />

E non basta: in questa terza edizione è stata<br />

introdotta un’importante novità: un concorso<br />

fotografico di street photography che dà l’opportunità<br />

agli appassionati di questo genere<br />

di confrontarsi e mettersi in mostra.<br />

E per concludere voglio ricordare uno dei più<br />

grandi fotografi, pietra angolare della storia<br />

della fotografia, che ci ha lasciato a 94 anni<br />

poche settimane fa: ROBERT FRANK.<br />

In perenne viaggio, rivoluzionò la fotografia<br />

con uno stile diretto ed espressivo ritraendo<br />

i grandi eventi, i non eventi e il flusso quotidiano<br />

del vivere. Il suo capolavoro The Americans<br />

cambiò il modo di vedere il reportage,<br />

dando un’immagine dell’America della fine<br />

degli anni ’50 molto diversa dall’idea positiva<br />

che si voleva trasmettere. Nessuno aveva mai<br />

descritto un’America così triste, vuota, oscura,<br />

sgranata, ma profondamente vera.<br />

Grazie grande, grandissimo Robert Frank!<br />

Dal 5 al 13 ottobre <strong>2019</strong>. Museo della città di Chiari.<br />

<strong>Observa</strong>, Street Photo Festival<br />

Un bel progetto, una bella scommessa!<br />

Lidia Mingotti<br />

Presidente Circolo Fotografico Oltre lo sguardo di Erbusco


PRESENTAZIONE<br />

Alla Street Photography, per definizione,<br />

non è richiesto di identificare con precisione<br />

il luogo da cui vengono estrapolati<br />

i frammenti di esistenza che la caratterizzano.<br />

Sembra cioè che le fotografie più efficaci<br />

siano proprio quelle riferite ad un “non<br />

luogo”, sebbene il fotografo all’atto dello<br />

scatto si trovi sempre immerso in un ben<br />

preciso “qui” ed “ora”.<br />

La selezione dei lavori che proponiamo in<br />

questa terza edizione di <strong>Observa</strong> ha invece<br />

voluto privilegiare quei progetti realizzati<br />

con una scelta ben precisa del tema e<br />

soprattutto del luogo, pur senza rinunciare<br />

alle caratteristiche specifiche di questo<br />

genere fotografico.<br />

Il risultato è un percorso di lettura che si<br />

snoda lungo gli ambiti di ricerca di questi<br />

giovani autori che, con uno stile moderno<br />

e audace, parte da un contesto ampio e<br />

generico come il quartiere di una città, per<br />

arrivare ad ambiti sempre più specifici e<br />

ristretti come una nave da crociera o un<br />

imbarcadero.<br />

Gli autori, tra cui anche un’autrice multimedia<br />

visual storyteller, presentano progetti<br />

molto diversi e accattivanti e a nostro<br />

avviso si possono considerare tra i migliori<br />

street photographer del panorama nazionale.


NICOLA FERRARA<br />

LONDON C41<br />

“C41 è un processo di sviluppo cromogeno introdotto da<br />

Kodak nel 1972”.<br />

Nel 2014, due anni dopo essermi trasferito a Londra, spinto<br />

dalla curiosità, ho iniziato a fotografare con una vecchia<br />

fotocamera analogica. Con il passare del tempo ho iniziato<br />

a notare collegamenti e legami viscerali tra le varie fotografie,<br />

motivo per cui ho deciso di dedicarmi ad un progetto<br />

su Londra. Per circa 4 anni ho girato principalmente per le<br />

strade affollate di Oxford Street, Soho e Trafalgar Square,<br />

imbattendomi in diversi eventi, dimostrazioni e situazioni<br />

interessanti. Da circa un anno ho deciso di mettere queste<br />

immagini insieme continuando a cercare collegamenti tra<br />

loro ed a valorizzare le foto per me più importanti.<br />

Il progetto è ancora aperto con l’obiettivo di essere finalizzato<br />

entro il 2020.<br />

biografia<br />

Nicola Ferrara (1983) - sono un ingegnere e fotografo, attualmente vivo a<br />

Parma.<br />

Inizio ad appassionarmi alla fotografia nel 2011 dopo aver frequentato dei<br />

corsi presso la scuola fotografica del politecnico di Bari, proseguendo poi<br />

da autodidatta. Successivamente al mio trasferimento a Londra inizio ad<br />

interessarmi alla fotografia spontanea. In particolare la mia attenzione si<br />

concentra sulle relazioni tra le persone ed i contesti che li circondano,<br />

cercando di mostrare improbabili connessioni e sollevare domande nell’osservatore.<br />

Nelle mie fotografie alterno toni ruvidi a toni più delicati, ma decisi.<br />

Nel 2016 ho co-fondato il collettivo internazionale Superluna.


STREET PHOTOGRAPHER


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LUCA ROSSI<br />

UN FLUSSO DI COSCIENZA<br />

QUASI IMPERFETTO 1.0<br />

La tecnica narrativa “flusso di coscienza” consiste nella<br />

libera rappresentazione dei pensieri di una persona così<br />

come compaiono nella mente, prima di essere riorganizzati<br />

logicamente in frasi. Non ho trovato una definizione che si<br />

adatta di più al mio modo di fotografare.<br />

Un flusso di coscienza imperfetto 1.0 è un progetto emerso<br />

dalla continua analisi del mio archivio ed ha come filo<br />

conduttore quella strana sensazione di essere osservati che<br />

quando diventa pesante si trasforma in Scopofobia (paura<br />

morbosa di essere osservati e attirare l’attenzione altrui).<br />

biografia<br />

Ho iniziato a fotografare da bambino in analogico sotto la guida della carissima<br />

cugina Albertina Rossi che faceva parte del Circolo Fotografico Vicentino.<br />

Fino da allora ammiravo e seguivo fotografi come Attilio Pavin, Mario<br />

Lasalandra, Placido Barbieri.<br />

Durante l’adolescenza ho abbandonato completamente la pratica, ma mantenuto<br />

vivo l’interesse per la fotografia, che ho poi ripreso con l’avvento del<br />

digitale.<br />

L’amore per la fotografia di strada e la continua ricerca mi hanno portato<br />

negli anni a dedicare molto tempo a gruppi di studio e workshop per<br />

confrontarmi con l’eccellenza degli autori contemporanei che mi hanno influenzato<br />

e mi ispirano come Umberto Verdoliva, Riccardo Bononi (Istituto<br />

di Ricerca e Formazione nelle Scienze Sociali IRFOSS), Ferdinando Fasolo e<br />

Giampaolo Romagnosi Gruppo Mignon).<br />

Non credo ci sia un punto di arrivo in fotografia, ma penso ci sia solo il<br />

cammino che ne è esso stesso l’essenza.


STREET PHOTOGRAPHER


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GIORGIO GALIMBERTI<br />

TORRE ISOZAKI<br />

Il bianco bruciato e il nero assoluto si uniscono narrando<br />

le architetture cubiste di questo edificio Milanese, persone<br />

trasformate in silhouette diventano attori inconsapevoli,<br />

trasformati in personaggi surrealisti, immagini smaterializzate,<br />

paesaggi a volte quasi lunari... Geometrie, luci, riflessi,<br />

bianchi e neri assoluti ne descrivono gli ambienti, alterandone<br />

a volte il contenuto stesso, mantenendo comunque<br />

la sincerità del mio modo di vedere e di raccontare ... Un<br />

Mondrian in bianco e nero, volumi e strutture che fanno<br />

pensare a De Chirico, inquadrature ispirate alla Città’ che<br />

sale di Umberto Boccioni. Una Milano diversa, un luogo<br />

metafisico, un luogo che porterò sempre nei miei ricordi<br />

più belli ... Un luogo che anche solo per poco o forse per<br />

sempre è stato mio, nel mio sguardo, nel mio immaginario,<br />

nelle mie emozioni... La mia G9 ha scandito gli spazi, il tempo...Insieme<br />

abbiamo fatto nostro questo capolavoro della<br />

“Nuova Milano”, della “Milano che sale”...<br />

biografia<br />

Giorgio Galimberti nasce a Como il 20 marzo 1980. Da sempre appassionato<br />

di fotografia, complice anche un clima familiare aperto all’arte e alla<br />

creativitá, fin da piccolo comincia ad avvicinarsi al mezzo fotografico attraverso<br />

le Polaroid. Con i primi tentativi di manipolazione e alterazione<br />

dell’immagine, Giorgio esplora approfonditamente la dimensione giocosa<br />

del supporto istantaneo. Durante l’adolescenza, la passione non viene mai<br />

meno e, attraverso la frequentazione di numerose mostre ed esposizioni,<br />

unitamente ad un’intensa attività pratica in camera oscura, si costruisce<br />

un personalissimo background fotografico, basato principalmente sulle<br />

tecniche di sperimentazione dei grandi maestri che hanno fatto la storia<br />

della fotografia. Dopo un periodo di momentaneo distacco, durato qualche<br />

anno, si riavvicina al mondo della fotografia digitale senza mai abbandonare<br />

del tutto la fotografia analogica. Attraverso la sperimentazione del bianco e<br />

nero perfeziona i suoi gusti e, memore della lezione dei grandi maestri della<br />

fotografia, si avvicina ad una visione del mondo incentrata prevalentemente<br />

sugli effetti della luce sui corpi e sui paesaggi urbani. In questo modo l’autore<br />

riprende alcuni elementi tipici della street photography, rielaborandoli<br />

in funzione di un linguaggio fotografico moderno e narrativo, che unisce<br />

agli scorci di vita quotidiana le visioni sospese dell’architettura urbana con<br />

uno stile fortemente personale e riconoscibile. Numerose le sue partecipazioni<br />

a mostre personali e collaborazioni con importanti gallerie d’ arte<br />

Italiane e Internazionali che gli hanno permesso di entrare nella fotografia<br />

autoriale. Si dedica alla didattica trasmettendo durante i suoi Workshop e<br />

seminari il suo punto di vista sulla fotografia d’autore.


STREET PHOTOGRAPHER


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SALVATORE MATARAZZO<br />

DARWIN IS “STREET”<br />

Darwin diceva che l’uomo nella sua arroganza crede di essere un’opera divina, mentre<br />

lui più umilmente pensava che fosse più giusto considerarlo discendente degli<br />

animali. Ho girato negli zoo e in alcune fiere nei paesi della toscana, fotografando<br />

animali e persone, cercando di far emergere in questi dittici fotografici un certo dualismo<br />

fra le due specie. Ho cercato di essere imparziale nelle mie scelte, sfruttando<br />

la mia tecnica fotografica là dove l’istinto mi consigliava di usarla, senza mai forzare<br />

troppo l’idea e lasciando che i concetti uscissero fuori man mano mi avvicinavo<br />

alla fine del lavoro. Questo progetto fotografico non ha la pretesa di ergersi a prova<br />

scientifica o di altro tipo, ho solo esposto fatti oggettivi. Penso che le somiglianze in<br />

queste foto emergano, anzi forse si intravede qualcosa di veramente antropologico,<br />

ma non sarò io a forzare o veicolare l’osservatore. Ognuno deve essere libero di<br />

vederci quello che vuole. Voglio però esprimere un pensiero che sentivo giá prima<br />

del progetto e di cui ho avuto conferma durante il mio lavoro: credo che gli animali<br />

abbiano una coscienza, magari selvaggia e tribale, ma che li rende perfettamente<br />

consapevoli di se stessi e del loro ruolo essenziale. Noi umani, invece, troppo spesso<br />

ci perdiamo in cose superflue.<br />

biografia<br />

Salvatore Matarazzo (Viareggio, 1980) è un fotografo di strada contemporaneo, la sua ricerca è<br />

caratterizzata da ritratti molto espressivi che simboleggiano le manie e le ossessioni del nostro<br />

tempo. Dopo aver studiato fotografia ha iniziato a lavorare come fotoreporter per il quotidiano Il<br />

Tirreno e per alcune agenzie di settore, pubblicando le sue foto nelle maggiori testate giornalistiche<br />

nazionali. Interessato alla vita di strada e agli spazi pubblici, nella sua fotografia Salvatore<br />

usa il flash in modo istintivo e non convenzionale, va molto vicino alle persone e le fotografa<br />

senza avvisarle, cogliendo con un po’ di ironia espressioni e momenti unici e irripetibili. La fotografia<br />

di strada ha giocato un ruolo fondamentale nella produzione di Salvatore: inizialmente<br />

come modo per documentare notizie, reportage ed eventi; poi, nel 2012, ha scelto di lasciare il<br />

fotogiornalismo per dedicarsi ad una forma di espressione priva di qualsiasi condizionamento. Il<br />

suo nuovo punto di vista lo ha portato a varie pubblicazioni nelle migliori riviste fotografiche, tra<br />

queste, International Street Photography, Photo Magazine, Street Photography Magazine e The<br />

Huffigton Post. Nel 2013 Salvatore diventa parte del collettivo internazionale Elephant Gun. Dopo<br />

diverse esposizioni personali e collettive, nel 2014 pubblica il suo primo libro, Carnival, dedicato<br />

a Viareggio, la sua città natale. Nello stesso anno è selezionato tra i finalisti del Miami Street Photography<br />

Festival, obiettivo che ha ripetuto nel 2015. Nel 2016 il suo progetto Darwin is “Street”<br />

vince il terzo premio nel concorso internazionale TIFA categoria PRO. Nello stesso anno il Darwin<br />

viene esposto durante il Pasa Futura Festival in Sud Corea a Suwon. Nel 2017 entra a far parte del<br />

collettivo internazionale di Street Photography, Full Frontal Flash.<br />

Site: https://www.salvatorematarazzo.com/<br />

Flickr: https://www.flickr.com/photos/95787103@N07/<br />

Instagram: https://www.instagram.com/matarazzophoto/?hl=it<br />

Facebook: https://www.facebook.com/salvatore.matarazzo.5?ref=bookmarks


STREET PHOTOGRAPHER


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GIANLUCA MORINI<br />

CLOSE TO ROUTINE<br />

Questo progetto di Street photography si ispira ai precedenti lavori di Bruce Gilden,<br />

Maik Cohen e Charlie Kirk, utilizzando il flash e obiettivi grandangolari tipicamente<br />

paesaggistici, rivisitandone lo stile e adattandolo allo specifico contesto culturale.<br />

Il lavoro nasce dalla necessità di creare un contatto, di comunicare con perfetti<br />

estranei di quello che è il contesto della provincia italiana, per poi spingersi anche al<br />

di fuori dei confini nazionali.<br />

Egli va alla ricerca del grottesco, del comune, dell’ambiguo e del contrastante, andando<br />

a creare un rapporto di empatia con perfetti sconosciuti attraverso l’utilizzo<br />

di uno stile di fotografia ravvicinato e anticonformista.<br />

L’autore riesce così a catturare quelle situazioni che fanno trasparire la commedia e<br />

il dramma del vivere, e i personaggi che ci passano accanto ogni giorno diventano<br />

protagonisti e non sono più semplici sconosciuti...<br />

biografia<br />

Nasce a Como nel 1996, iniziando il suo percorso fotografico da autodidatta<br />

all’età di 18 anni.<br />

In contemporanea agli studi universitari, inizia una ricerca fotografica<br />

personale e si delineano i primi progetti fotografici e alcune esibizioni nella<br />

sua provincia natale, per poi arrivare nel 2018 alla prima esposizione di<br />

gruppo presso il Centro Culturale Candiani in concomitanza alla mostra<br />

di Yuri Catania No Fashion Places of America, dove è vincitore ex equo<br />

insieme a Riccardo Bertoia nel contesto del concorso Insegne Parole e<br />

immagini d’Italia.<br />

Nel <strong>2019</strong> è uno dei finalisti del prestigioso premio Nocivelli per artisti<br />

emergenti.<br />

È apparso in varie pubblicazioni, sia nazionali che internazionali.<br />

La sua ricerca attuale è particolarmente dedicata all’osservazione del<br />

territorio e dei suoi spazi urbani e al complicato rapporto personale con<br />

esso, soprattutto per quanto riguarda l’Italia, paese in cui è cresciuto e il<br />

Brasile, paese natale dei suoi genitori.


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STEFANO LISTA<br />

ON BOARD<br />

I “nonluoghi”, secondo l’antropologo francese Marc Augé, sono quegli spazi che negano<br />

l’identità, le relazioni e la storia. Spazi spesso costruiti su misura per rassicurare i loro<br />

fruitori attraverso la riproposizione di format conosciuti e spingerli al desiderio frenetico di<br />

consumare.<br />

La crociera è il nonluogo per eccellenza quando si parla di RELAZIONI. Sulla nave nulla è<br />

lasciato al caso: tutto al suo interno, dalla fruizione degli spazi alla gestione dei tempi, è<br />

calcolato con precisione.Tutto risponde a criteri di efficienza tecnologica allo stato dell’arte.<br />

Il risultato è una spersonalizzazione delle relazioni che riduce il crocierista ad attore di un<br />

copione già scritto da altri.<br />

La crociera è il nonluogo per eccellenza quando riduce la STORIA e le CULTURE alla stregua<br />

di “curiosità” o “oggetti interessanti”. A bordo è possibile trovare bar e ristoranti che richiamano<br />

differenti stili, culture o epoche storiche. Ma la storia a bordo è fatta di plastica invece<br />

che di pietra, di recitazione invece che di esperienza.<br />

La crociera è il nonluogo per eccellenza quando nega L’IDENTITÀ. Il saggista Stefan Zweig<br />

ha scritto “Una volta l’uomo aveva un’anima e un corpo, oggi ha bisogno anche di un passaporto,<br />

altrimenti non viene trattato da essere umano”. Ciò che identifica il passeggero è la<br />

sua “card” con la quale potrà entrare, uscire e consumare. L’utente/passeggero/cliente non<br />

ha bisogno di farsi conoscere e di farsi accettare dalla comunità a bordo. Non è richiesto<br />

alcuno sforzo di integrazione e di conoscenza reciproca. È sufficiente che sia identificato<br />

come utente solvibile. Attenderà il proprio turno, seguirà le istruzioni, fruirà del prodotto per<br />

un periodo transitorio. E alla fine pagherà.<br />

I crocieristi sono vacanzieri abituali, con i loro ritmi, i loro riti e i loro miti. Sono rassicurati<br />

continuamente dalla possibilità di individuare a bordo tutto ciò che la televisione o il web<br />

propongono come modello di vita. Ma quando tra i ruoli di attori della “grande commedia”<br />

si intravedono fessure di umanità, ci si accorge che lo sforzo entusiastico di divertirsi spesso<br />

lascia spazio ad una realtà fatta di noia, disorientamento e solitudine.<br />

biografia<br />

Sono nato nel 1974 e ho studiato Economia. All’età di 36 anni ho deciso<br />

di lasciare il mio lavoro per dedicarmi completamente alla fotografia. Ho<br />

iniziato a studiarla a partire dalla sua storia, dal suo linguaggio e dai suoi<br />

più grandi autori. Oggi sono un fotografo documentarista e un formatore.<br />

Sono interessato particolarmente a due temi:<br />

1) la fotografia umanistica che ritrae l’uomo nel momento in cui abbassa la<br />

guardia e si spoglia, con o senza consapevolezza, dell’immagine di se che<br />

vorrebbe proporre agli altri;<br />

2) l’indagine sul concetto di “reclusione” fisica e spirituale cui l’uomo è<br />

sottoposto o si sottopone per scelta.<br />

Le mie fotografie sono state esposte a Tokyo, Bruxelles, San Francisco,<br />

Parigi, Roma, Londra, Barcellona, Amburgo, Trieste. Insieme a mia moglie<br />

Adele realizzo servizi di reportage di matrimonio proponendo una visione<br />

documentaria e innovativa della fotografia di cerimonia. Inoltre sono direttore<br />

di Meshroom, una delle più grandi scuole di fotografia del Centro Italia.<br />

Alcuni miei lavori sono distribuiti per scopi editoriali dall’Agenzia Parallelozero.<br />

Sono testimonial del brand Album Epoca.


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MATTEO SIGOLO<br />

IMBARCADERO 360<br />

L’imbarcadero veneziano è un luogo di transizione.<br />

Galleggia sull’acqua, ma è ancorato a terra; è uno spazio coperto, ma ha finestre che si<br />

aprono a trecentosessanta gradi.<br />

È un luogo d’attesa particolare, in cui le vite di ognuno si fermano per pochi minuti, in questo<br />

panorama di sagome, riflessi e sovrapposizioni. Tutto è cullato dal dondolio delle onde<br />

e i rumori della vita vengono attutiti da quello dell’acqua.<br />

In queste transizioni nuove, così diverse da ciò che avevo vissuto prima di trasferirmi a Venezia,<br />

mi sono ritrovato ad osservare e ad ascoltare, ritrovandomi nell’attesa altrui, isolando<br />

me stesso e gli altri in grandi cornici di panorama.<br />

Gli imbarcaderi più affollati, quelli delle zone più turistiche, non offrono quasi mai queste<br />

opportunità.<br />

È in quelli meno frequentati che il ritmo paziente dell’atmosfera veneziana si delinea con<br />

più precisione, quelli in cui stai in piedi al centro di un ambiente così ristretto e l’illusione<br />

di uno spazio molto più vasto si muove silenziosamente tutto attorno, quelli in cui ognuno,<br />

da solo, aspetta con gli altri.<br />

biografia<br />

Matteo Sigolo è nato nel 1986. Vive e lavora a Venezia.<br />

Fin dai primi anni dell’università mostra una profonda passione per la fotografia,<br />

che presto diventa una parte importante della sua vita.<br />

Seguendo il suo grande amore per la natura, sperimenta inizialmente la<br />

fotografia di paesaggio. Un paio di anni dopo, un lungo viaggio in Cina gli<br />

dà la possibilità di conoscere un ambiente completamente diverso da quello<br />

Europeo, pieno di personaggi e situazioni interessanti, e gli esseri umani<br />

diventano il nuovo soggetto della sua ricerca artistica. Da quel momento<br />

in poi inizia ad avvicinarsi al fotogiornalismo e alla street photography. Le<br />

espressioni, i gesti e la fervida e vivace vita della strada e dei suoi abitanti<br />

diventano quindi i suoi maggiori soggetti di interesse.<br />

Esplorando più a fondo Venezia, inizia una nuova ricerca e fotografa posti<br />

conosciuti e famosi evitando cliché e stereotipi, per cercare nuovi e inusuali<br />

dettagli e situazioni.<br />

www.matteosigolo.com


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CAMILLA FERRARI<br />

ACQUARIUM<br />

Aquarium è un’esplorazione delle conseguenze di un attacco di panico, accaduto a Pechino<br />

nell’Agosto del 2017. Il progetto è una ricerca visiva della mia esperienza in una città che mi<br />

ha rifiutata e che, inconsciamente, stavo a mia volta rifiutando.<br />

Sono atterrata a Pechino il 23 Agosto 2017.<br />

Quando feci i miei primi passi nella Città Proibita, i miei occhi riuscirono a vedere soltanto<br />

un’immagine sfuocata di qualcosa che mi ricordavo di aver visto in fotografie, sui libri o<br />

online. Per la prima volta, nonostante la mia esperienza come viaggiatrice, ho avuto un<br />

attacco di panico.<br />

Inizialmente, il rumore delle mani che muovevano le tende dei bagni pubblici era così forte<br />

da essere quasi disturbante. E lo era anche il rumore che usciva dai karaoke bar nella notte<br />

e il chiacchiericcio delle persone che camminavano sui marciapiedi.<br />

A volte osservi e a volte vieni osservato. È come vedere attraverso un vetro che distorce<br />

ciò che i tuoi occhi vedono, che fa brillare la luce di fronte a te e secondo dopo secondo ti<br />

inserisce in un mondo parallelo.<br />

E, improvvisamente, ti ritrovi dall’altra parte del vetro.<br />

Non puoi sentire ciò che gli altri dicono, ma puoi sentire il dolce coccolare dell’acqua che ti<br />

circonda.<br />

E così, prima che potessi rendermene conto, quel suono delle mani che muovevano le tende<br />

dei bagni pubblici era diventato una ninna nanna. Il rumore dei karaoke bar si era trasformato<br />

in musica e il chiacchiericcio si era evoluto in ritmo.<br />

Tutto era diventato delicato, anche l’ignoto.<br />

biografia<br />

Camilla Ferrari (1992) è una multimedia visual storyteller di base a Milano,<br />

la sua città natale. Il suo interesse si concentra sulla relazione tra l’essere<br />

umano, ciò che lo circonda e sulle storie che quotidianamente lo segnano,<br />

esplorando questa relazione con uno sguardo delicato. Parte della sua ricerca<br />

riguarda il modo in cui i social media hanno il potere di arricchire il<br />

visual storytelling, attraverso la commistione di brevi video e fotografie,<br />

immagini ferme e in movimento. Per estendere il senso di gentilezza che<br />

traspare dalle sue immagini, Camilla esprime le sue osservazioni anche<br />

attraverso le Instagram Stories, una parte attiva del suo processo creativo.<br />

Camilla è stata recentemente nominata da Artsy come una delle 20 Rising<br />

Female Photojournalists, è stata tra i nominati per la Joop Swart Masterclass<br />

<strong>2019</strong> e selezionata tra i <strong>2019</strong> PDN’s 30: New and Emerging Photographers<br />

to Watch, per la Nikon-NOOR Academy a Torino e per l’Eddie<br />

Adams Workshop XXXI, uno dei più importanti workshop internazionali di<br />

fotogiornalismo. Ha lavorato con clienti che spaziano dal mondo editoriale<br />

al mondo commerciale, tra cui: Apple, National Geographic, Elle Decor Italia,<br />

InsideOver Magazine, The Culture Trip, DxO, blink.la.<br />

camilla@camillaferrari.it<br />

www.camillaferrari.com<br />

ig: @camillaferrariphoto


STREET PHOTOGRAPHER


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Galeru Tatiana


STREET PHOTOGRAPHER


Mingotti Lidia


STREET PHOTOGRAPHER


Dancelli Mauro<br />

STREET PHOTOGRAPHER


Serra Roberto


Tononi Fernando<br />

OLS STREET “NO FACE”


Conforti Marco<br />

OLS STREET “NO FACE”


Alfano Massimo


Comune di<br />

CHIARI<br />

Si ringraziano

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