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Turin Table - The book

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T U R I N T A B L E

performance art week

19-24 Febbraio 2018


MONDAY

Text by Francesca Lilli

I Mondi dell’arte individuano un numero di relazioni, discorsi ed esperienze

che definiscono una realtà esistente in continua mutazione. È

la definizione di H.S.Becker che in “Art Worlds” ci aiuta ad identificare

quello che è, a mio parere, il ruolo dell’arte all’interno della società.

Il sociologo statunitense parla di collaborazione tra i partecipanti, di

un prodotto dell’arte realizzato grazie alla collaborazione tra tutte le

persone che entrano in relazione con l’essere dell’artista stesso. Ma

spesso sentiamo chiedere: Cos’è veramente l’arte? Cosa non lo è?

Chi è o non è un’artista? In modo sciocco e superficiale molte volte

si vuole rispondere e forse è la stessa cosa che sta capitando ora a

me. Credo che la migliore risposta sia quella di voler considerare l’arte

come un’emozione reale. Ci troviamo sicuramente davanti ad una

situazione nella quale è sempre difficile accettare quella che è l’arte

del XXI secolo ma questo perché sembra essersi così tanto allontanata

dall’estetica idealista della società. Una società molto attenta

all’eccesso, al troppo su tutto, al superamento di ogni limite, che ci ha

cresciuti tutti con l’incertezza, la pigrizia, l’ansia, il rischio, l’instabilità

socio-economica, la crisi del mondo. Eppure opacizzati da tutto questo

non riusciamo a renderci conto di quanto invece sia trasparente

il significato dell’arte. Essa sostiene relazioni, rende possibili esperienze,

dà un contributo alla società ed al singolo, anche quando ci

sembra esser diventata politica, in realtà non lo è, perché non può

esistere un’arte che non entri in relazione con l’ambiente, con gli altri

e con il suo pubblico. Ed è proprio quando il pubblico riesce a comprendere

il pensiero dell’artista che l’oggetto diventa arte. Ma questo

accade non perché qualcuno ci chiede con forza di comprendere ma

perché siamo riusciti a fermarci davanti ad esso ed a percepire il suo

pensiero.

Secondo Schelling è l’arte l’unica disciplina capace di comprendere

l’assoluto, l’artista è il profeta, capace di creare dal suo inconscio

qualcosa che nella realtà diventa esempio per gli uomini.

L’arte parla della società, racconta le nostre vite, con esse si relaziona,

ed è per questo che è emozione. Una delle discipline artistiche

che ritengo essere capace di suscitare direttamente ed in modo totalitario

questo tipo di coinvolgimento è la performance. Sviluppatasi

negli anni ’60 rappresenta una novità rispetto alla pittura ed alla

scultura. Scardina quelle che erano le certezze nel mondo dell’arte

e soprattutto del mercato dell’arte, non esiste più un oggetto vendibile.

Con una società impegnata in movimenti come il femminismo,

i movimenti reazionari anti politici, le rivolte sociali, gli artisti

vogliono parlare della vita con la vita stessa: “L’arte per l’arte” diceva


Bourdieu. Sono molti quelli che aderirono a questa forma di arte

‘deviante’: Allan Kaprow, Robert Rauschenberg, Joseph Beuys,

Carole Scheeman, Gina Pane, Vitto Acconci, Marina Abramovich

e molti altri. Ciò che appare più interessante è come in questa

pratica, se così si può definire, l’artista sceglie sé stesso come tela

sulla quale comporre la propria opera. Marina Abramovich, prima

di diventare un’icona della moda o di essere uno dei personaggi

comici di Virginia Raffaele, si esponeva in modo plateale al pubblico

e lasciava che le sue emozioni si fondessero con quelle degli

spettatori. Joseph Beuys attraverso le sue azioni cercava di dare

una forma alla società, “La Rivoluzione siamo noi” è la frase che

meglio racchiude tutte le sue idee. Alla Kaprow, fondatore degli

Happenings, crea azioni organizzate nelle quali il caso gioca un

ruolo fondamentale di interattività tra le persone. Tempo fa scrissi

un testo “La performance come invasione della realtà”, noioso,

era l’elenco di tutto quello che avevo studiato nel corso degli anni,

ma la domanda che già cominciavo a farmi era: Perché oggi tutti

vogliono fare performance? Credo che attualmente si sia perso il

vero significato dell’essere un performer. Mi capita spesso di imbattermi

in conversazioni nelle quali il termine performance è utilizzato un

pò per tutto, come se tutto quello che non si sa cosa sia, è performance.

Ma non è cosi! Oggi ne abbiamo dimenticato il vero valore.

E’ vero! Il pubblico ricopre un ruolo di fondamentale importanza,

ma occorre che esso sia presente e per farlo deve ricevere l’energia

che il performer, uno o tanti, sa generare. Ed è questa la

sua caratteristica più complessa ma anche la più interessante. La

performance è un momento di conoscenza, di relazione, ogni artista

sceglie di esporre sé stesso, corpo e mente, ma è soprattutto

energia. Non si può ripetere, l’azione non sarà mai la stessa, ogni

situazione, ogni momento vive di sé stesso. È capace di riordinare

o di creare ancora più disordine. Alcune volte stupisce, altre delude

ma in ogni caso coinvolge ed è questo l’aspetto che oggi fatichiamo

a riconoscere. Ciò non dipende soltanto dalla società, dai

modelli ai quali siamo abituati ma dipende da noi stessi, dovremmo

cominciare, soprattutto nell’arte, a voler rischiare, a mettersi alla

prova, ad abbandonare quella pigrizia e quella paura di sbagliare

che ci tiene legati ad assiomi inutili. Siamo dei “soggetti concreti,

individuali, inconfondibili e naturalmente insostituibili” dice Judith

Butler, dovremmo provare a ricordarcelo. E quindi in bocca al lupo

a tutti gli artisti ed i partecipanti di Turin Table!!


TUESDAY

Arists in Turin

thoughts, opinions and discussions on round and square tables.

Turin Table begins like this.. and the Mole is a shadow between us.


WEDNESDAY

performance day in the corridor of Palazzo Nuovo.

with the active participation of the students of Anthropology.

ANDRIY HELYTOVYCH

ELENA TORTIA


FEDERICA PEYROLO

FLORENCE LAM


LUCIA BRICCO

MATTEO ROVESCIATO


NIKA LOPEZ

OLA KOZIOL


THOMAS REUL

“human forest” and observation made with students of Anthropology


THURSDAY

Participation in the “ Costruire Bellezza” project - in the space made available

by the difficulty adult service of the city of Turin, in via Ghedini n6.



FRIDAY

second part of a day:


Performance in pubblic space -

Parco Dora Torino






first part of a day:

What Happens in Making Art? a discussion Lab on Performance Art

h10-13 University of Turin

Classroom C4 Campus Luigi Einaudi

Lungo Dora Siena100A Torino

Around the Table:

Tiziana Andina

Davide Dal Sasso

Vera Tripodi

Lucia Bricco

Matteo Rovesciato

Nika Lopez

Thomas Reul

Elena Tortia

Handryi Helytovych

Federica Peyrolo

Florence Lam

Ola Koziol

Francesca Lilli

Valentina Porcellana


What Happens

in Making Art?

IMAGE

OBJECT

LANDSCAPE

-choose an image that speaks and you can talk about and you

want to talk about.

-choose a group in which your image can be identified while

knowing that the other groups are included in yours.

(There are three groups: image - landscape - object)

..an image can be a representation of a landscape, it can be

a representation of an object or an image itself, in reality it

always contains these three elements, but choosing one gives

it a key to reading, an indication of our sensitivity to it.






SATURDAY

Performance Party !!!!!! (L’EPILOGO)

Rifugio Urbano , Via Riberi 2, Torino









LA NANA


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