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BEST MAGAZINE 79

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L’immortale Raffaello

volle conoscere ad ogni costo Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti e raggiunse

vette talmente alte di perfezione artistica e di fama nelle corti europee che si narra

che al momento della sua morte una crepa scosse i palazzi vaticani e nuvole scure

offuscarono il cielo, come se il mondo avesse perso una divinità.

Raffaello era capace, come nessun altro, di scavare nella profondità dell’animo umano

e di riuscire a dare ai personaggi che dipingeva su tela un’anima che si percepiva

osservandoli, come se quei disegni fossero vivi. Fra i suoi soggetti preferiti troviamo la

Madonna con il Bambino, forse per ricordare una madre persa troppo presto, ma fu

quando Papa Giulio II lo chiamò a Roma ad affrescare le stanze papali che Raffaello

trovò la sua consacrazione.

Aveva appena 25 anni e da qui in poi restò fino alla morte, avvenuta il 6 aprile 1520, al

servizio del pontefice e del suo successore Leone X, interrompendo così non solo un

percorso artistico senza precedenti, ma anche il sogno ambizioso del papa che voleva

ridare lustro alla grandezza di Roma.

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