PULSE
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Intro
La pulsazione è una successione di
suoni (detti anche battiti, movimenti,
tempi) con andamento regolare.
Può avere accenti oppure no.
Può rallentare o accelerare, ma deve
mantenere una sensazione di regolarità.
La pulsazione si differenzia dalla
vibrazione perché i suoi battiti sono
percepiti singolarmente, non sono
troppo veloci né troppo lenti.
Una pulsazione può essere una
successione di suoni (vibrazioni veloci),
di luci (vibrazioni visive), di vibrazioni
tattili. Prendiamo ad esempio lo scandire
delle lancette dell’orologio.Il suono delle
lancette è a sua volta, sia una vibrazione
– il suono tic-tac – sia una pulsazione
perché si ripete ogni secondo. Possiamo
anche avere pulsazioni visive, per
esempio con una lampadina che
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lampeggia a tempo. Queste non
sono nemmeno onde sonore, ma
onde luminose. Infine ci sono le
pulsazioni tattili, che sentono
anche i sordi, sono quelle che si
trasmettono nell’ambiente, che
passano nel terreno, nel pavimento,
nell’aria. Se la pulsazione diventa
troppo lenta, per esempio un
battito ogni minuto, la mente non
la percepisce più perché si distrae.
Quindi se i battiti sono troppo
veloci diventano vibrazioni e le
percepiamo come suoni, se sono
troppo lenti li percepiamo come
singoli battiti.
Tutti i sentimenti della
vita scaturiscono da
questo segreto:
il ritmo delle cose.
E ci vuole pochissimo
per mancare l’amore,
quando le cose si
dispiegano troppo
lente o troppo veloci.
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Paolo Sorrentino
Se facciamo partire il metronomo
a 60 e lasciamo passare 86.400
pulsazioni, ci ritroviamo alla stessa
ora del giorno dopo perché ogni
giorno è composto esattamente da
86.400 secondi.
Il ritmo del pianeta Terra è molto
regolare rispetto ai nostri ritmi
umani del battito cardiaco, del
respiro, dei passi ecc. Seguendo
una velocità al metronomo, noi
siamo sicuri di procedere con una
pulsazione che non modifica mai
di velocità.Il metronomo si può
rallentare o accelerare, ci fornisce
diverse velocità, in genere parte da
40 battiti al minuto fino a 208. La
pulsazione è la prima forma di ritmo
e dobbiamo imparare a riprodurla.
Per imparare, possiamo seguire il
metronomo o la musica, battendo
le mani ad una velocità che ci è
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Il metronomo,
il ritmo del
pianeta Terra
comoda e senza scorticarci i palmi
battendo le mani troppo forte.
Scegliamo una musica che ci piace,
scegliamo sempre una musica che ci
piace quando studiamo, impariamo
meglio! Se stiamo provando per le
prime volte a riprodurre una pulsazione
regolare, possiamo usare il metronomo,
oppure scegliamo una musica con
andamento ritmico e regolare.
Se non capite bene cosa sia “ritmico e
regolare”, allora usate il metronomo che
non vi sbagliate. Un esercizio per seguire
il tempo è battere sul tavolo con una
matita. Il suono che ne esce è corto e
preciso, facile da eseguire.
Per lo studio del ritmo, è importante
saper “andare a tempo” cioè avere la
capacità di scegliere una velocità e
mantenerla. Ci sono due esercizi utili:
1. scegliere una velocità e battere il
P-t-pf-t
P-t-pf-t
Beat
Box
Esercizio 1
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In principio era il
Ritmo e il Ritmo
si fece Carne, e
venne ad abitare
presso di noi.
Jimmi Hendrix
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tempo in maniera regolare, da soli
2. scegliere una musica e battere il
tempo seguendo il suo andamento.
Per le prime volte è meglio provare il
primo esercizio, da soli. Si cerca di
riprodurre una pulsazione il più possibile
regolare. Quando abbiamo imparato,
proviamo a seguire un brano registrato
o il metronomo, scegliendo sempre
un tempo facile da seguire. Oggi si
usano spesso le velocità metronomiche,
si suona col metronomo in cuffia.
Semplifica il lavoro delle registrazioni,
col computer e anche nella conduzione
di gruppi live e di orchestre.
Questa pratica però non può essere
usata per tutti i generi musicali e
comunque va utilizzata con cognizione.
Ad esempio se suoniamo col metronomo
non potremo rallentare o accelerare e
questo è un limite che molta musica
attuale possiede. Nei concerti non
abbiamo mai usato il metronomo in
cuffia e per noi sarebbe frustrante
farlo, ma per le registrazioni lo
abbiamo fatto, avendo cura di
suonare in maniera da rimanere
a tempo, ma di lasciare spazio a
eventuali dilatazioni della velocità
se la musica lo richiede per poi
riprendere a tempo senza perdere
la pulsazione. In questo modo, si
può rendere la scansione ritmica
più umana, più naturale.
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1
Flip Book
Flip Book
2
Acquistare una certa regolarità
non è così semplice, chi ha molta
predisposizione magari ce l’ha da
subito, ma altri dovranno studiare
per ottenerla.Ognuno ha le sue
qualità e difetti, dobbiamo imparare
a conoscerli e correggere i difetti.
Non c’è bisogno di scoraggiarci,
a volte le persone molto dotate
La regolarità e il
groove.
non possiedono però la sensibilità per
trasmettere emozioni.
Tutti, anche i super dotati, avranno la
loro dose di difficoltà nella vita, quindi,
mettiamoci il cuore in pace e impariamo
a fare quello che non ci riesce.
Comunque, suonare in modo regolare
non è una cosa che si impara da un
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giorno all’altro, ma è una qualità
che si migliora di giorno in giorno.
Anche i più bravi possono fare
meglio perché lo scopo non è
solo quello di “andare a tempo”,
ma è di rendere il proprio ritmo
coinvolgente.
Quello che si intende quando si dice
“avere groove”. Chi ha groove suona
Il ritmo è l’anima
della vita. L’universo
intvero gira intorno
al ritmo. Ogni cosa
ed ogni azione
umana girano
intorno al ritmo.
Babatunde Olatunji
Beat
Box
Esercizio 2
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P-t-pf-t
t-P-pf-t
molto bene, distribuisce benessere con
la sua musica, chi è in grado di percepire
questo lo amerà per tutta la vita, ecco
perché nascono i fans e la gente adora
i musicisti veri. Quelli finti sono adorati
perché dietro c’è un lavoro di marketing
che nemmeno ve lo sognate.
Quando ascoltiamo la buona musica,
stiamo veramente bene, ma talmente
bene che rimaniamo riconoscenti
e devoti ai musicisti che la
producono.
Per avere groove bisogna intanto
capire qual’è la differenza tra
essere precisi e avere groove. Il
termine groove è una parola molto
usata nella musica nera, jazz, funky
e anche nel rock. Ha un significato
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che va al di là della capacità di suonare
regolarmente.
Groove in inglese vuol dire routine,
ripetizione, solco; è la capacità di
suonare un ritmo in maniera rilassata,
semplice e energica, trasmettendo
all’ascoltatore la voglia di muoversi al
ritmo della musica.
Ritmo della danza e metrica musicale
Uno degli aspetti
più rilevanti
nell’insegnamento della
tecnica della danza
classica (e non solo)
è quello di utilizzare il
conteggio musicale in
maniera corretta durante
la lezione. Il danzatore e
la danza sono uniti alla
musica; il “come” si usa
la musica è di estrema
importanza per creare una
simbiotica relazione che
definisca la dinamica, la
qualità del movimento e
passi della danza classica
hanno naturalmente un ritmo
proprio e si costruiscono
attraverso l’analisi della
ritmica e della metrica
musicale. Per questo motivo
è necessario approfondire
alcuni aspetti essenziali della
misurazione del movimento
nella lezione di danza. Lo
facciamo di seguito. La
musica, spiega Mario Fulgoni,
porta «dentro di sé un cuore
che pulsa regolarmente e
più o meno velocemente a
seconda degli stati d’animo
l’estetica della danza.
Il danzatore attraverso
la musica interiorizza
tecnicamente e
cinesteticamente e
traduce attraverso il
movimento questa stretta
relazione.
La scelta musicale dei
brani per gli esercizi
è molto importante:
essi devono essere
funzionali alle intenzioni
metodologiche del
docente di danza.
Tutti i movimenti o i
o dell’impegno muscolare».
«La musica», prosegue
Fulgoni, «è accompagnata
da pulsazioni regolari, non
percepibili all’orecchio (come
quelle del cuore), ma molto
chiare e continue». Nel
lessico musicale l’alternarsi
di contrazione e distensione,
di tensione e riposo, viene
solitamente definito come
succedersi di levare e battere.
Su questo succedersi di
levare e battere si sofferma
anche Antonio Sorgi, che
scrive: «musicalmente
Cess Nooteboom
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Il ritmo è anche
tempo, e dove due
ritmi non coincidono
– quello della natura
e quello dell’uomo –
accadono cose strane.
parlando, il battere e il
levare sono due termini che
convivono, poiché non si
può eseguire un corretto
battere (tempo forte), se
questo non è preceduto da
un levare (tempo debole),
altrettanto efficace». I due
termini (battere e levare),
che hanno un significato
intuitivo, traggono origine
dal movimento della mano
che nella musica mensurale
è sempre stato utilizzato
per misurare il ritmo: «la
mano si “leva” in su nell’arsi
(elevazione – tensione) e
si “batte” in giù nella tesi
(deposizione – riposo)».
Tutti i movimenti verticali
dall’alto in basso – spiega
Luigi Rossi – si definiscono
movimenti in battere; tutti gli
altri, laterali o dal basso in
alto, si definiscono movimenti
in levare. «Per facilitare la
lettura ritmica ogni brano
musicale viene diviso in
tante parti di eguale durata
chiamate Misure o Battute».
Esse sono «lo spazio
esistente fra due Stanghette
verticali attraversanti
il pentagramma»
e delimitano «gruppi
regolari per numero di
pulsazioni». Queste ultime
vengono chiamate anche
movimenti perché ognuna
di esse corrisponde ad
un movimento della
mano destra in battere
o in levare. Ogni singola
misura contiene un
determinato numero di
pulsazioni indicato da
un numero frazionario
posto all’inizio del brano,
subito dopo la chiave.
Tale numero frazionario
indica il tempo musicale
del brano e determina
anche «quanto ci si ferma
in ogni misura, cioè quale
è la loro durata». Ogni
pulsazione è divisibile in
parti più piccole chiamate
suddivisioni.
Credits
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Faculty of Design and Art
Bachelor in Design and Art – Major in
Design
WUP 19/20 | 1st-semester foundation
course
Project Modul:
Editorial Design
Design by:
Rodrigo Luis Medina
Magazine | Pulse
Supervision:
Project leader: Prof. Antonino Benincasa
Project assistants: Maximilian Boiger,
Andreas Trenker
Photography:
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Khadija Yousaf (page11)
Hannah Gibbs (page11)
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Bozen-Bolzano, January 2020
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Paper:
Inside pages – Serimax, 100 g/m2
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