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foto Maria Vittoria Backhaus<br />
<strong>Io</strong> <strong>design</strong><br />
Paola Antonelli e il senso delle cose, il santuario<br />
“affettuoso” di Abigail Ahern, vivere modulari e flessibili,<br />
Giulio Iacchetti: <strong>design</strong> con humour<br />
Il primo prototipo della poltrona Wingback di Tom Dixon, dalla collezione privata di Rossana Orlandi.<br />
Lampada da terra Tab F1 di Barber & Osgerby per Flos. Custodia per violoncello di Grazia Montesi.<br />
io donna – 17 aprile 2010 211
<strong>Io</strong> donna al Salone<br />
La redazione di <strong>Io</strong> donna<br />
in missione al Salone<br />
del Mobile di Milano.<br />
Le novità da non perdere,<br />
le nostre prime impressioni,<br />
le opinioni raccolte al volo.<br />
In quattro episodi: Luci,<br />
Tessuti, Cucine, Design.<br />
Seguiteci su: iodonna.it<br />
A cura di silvia robertazzi.<br />
In redazione:<br />
maria grazia borriello<br />
(ufficio centrale),<br />
lia ferrari, cristiano vitali.<br />
Hanno collaborato:<br />
alessandro albert, maria<br />
vittoria backhaus, henry<br />
bourne, virginio briatore, maria<br />
luisa frisa, alessandro valenti.<br />
io donna – 17 aprile 2010<br />
sommario<br />
Voglia di tenerezza. Ritorno alla semplicità.<br />
Comporre e scomporre. E poi, che bello stare in cucina.<br />
I quattro temi-tendenza dell’abitare dopo la crisi<br />
<strong>AT</strong> casa<br />
Contenuti interattivi (blog)<br />
e multimedialità (Iphone,<br />
Facebook e Twitter).<br />
Dedicati agli amanti del<br />
<strong>design</strong>. Aggiornati più volte<br />
al giorno: video, agenda,<br />
interviste, focus.<br />
Su: atcasa.corriere.it/Salonedel-Mobile-2010<br />
214<br />
PAoLA AnToneLLI<br />
rACConTA I nUovI SCenArI<br />
di Maria Luisa Frisa<br />
COSE & FORME<br />
RASSICURANTI<br />
220<br />
Come tu la vuoi<br />
di Lia Ferrari<br />
224<br />
La vita semplice<br />
di Cristiano Vitali<br />
IDEE & SPAZI<br />
DI N<strong>AT</strong>URA<br />
232<br />
Cerco relazioni virtuose<br />
di Silvia Robertazzi<br />
238<br />
Silenzio, parla il legno<br />
di Lia Ferrari<br />
NUOVE<br />
ROTTE MOBILI<br />
244<br />
Uno + Uno = Centomila<br />
di Alessandro Valenti<br />
248<br />
Modul(azioni) formali<br />
di Cristiano Vitali<br />
NEO CONVIVIO<br />
255<br />
Il <strong>design</strong> è un gioco di società<br />
di Virginio Briatore<br />
259<br />
Alta cottura<br />
213
214<br />
una conversazione, molti scenari<br />
IL SENSO DI PAOLA PER LE COSE<br />
Dove va il <strong>design</strong>? Risponde chi sa<br />
di Maria Luisa Frisa<br />
italiana di new york, Paola Antonelli è il curatore del dipartimento di Architettura<br />
e Design del MoMA. Quelle che organizza sono mostre “seminali”:<br />
riflettono sul senso del <strong>design</strong> e aprono nuovi orizzonti di pensiero. Sistemi<br />
di sorveglianza, mappe celesti, cibi transgenici, strumenti di comunicazione.<br />
Antonelli mostra che tutto questo, e non solo, è <strong>design</strong>. Una disciplina specialistica<br />
solo all’apparenza. Chiamata a immaginare gli scenari dove si giocherà<br />
in futuro la qualità della vita di tutti di noi. E anche quella del nostro pianeta.<br />
Paola Antonelli<br />
è curatore del dipartimento<br />
Architettura e Design<br />
del MoMA di New York,<br />
dove lavora dal 1994.<br />
Ha insegnato ad Harvard.<br />
Design è un termine che di recente si è<br />
amplificato molto nei suoi significati.<br />
Fashion <strong>design</strong>er, food <strong>design</strong>er, graphic<br />
<strong>design</strong>er, sound <strong>design</strong>er. Tutte<br />
professioni che oggi danno forma e<br />
qualità al mondo...<br />
I <strong>design</strong>er sono sempre stati donatori<br />
universali, gruppo 0 +. Sono preparati<br />
ad affrontare questioni molto diverse,<br />
e il loro modo di progettare è<br />
un modello per molti. Per il loro ruolo<br />
di intermediari fra ricerca e produzione,<br />
sanno inoltre essere ottimi<br />
interlocutori. Oggi si trovano al centro<br />
di una straordinaria impollinazione<br />
incrociata. A chiedere il loro<br />
contributo sono moltissime comunità<br />
disciplinari. Non solo per pensare-<br />
ideare-progettare oggetti, anche per<br />
disegnare scenari e strategie. Con<br />
profumieri, architetti, chimici, biologi,<br />
e, appunto, <strong>design</strong>er, ho da poco<br />
organizzato un convegno sul profumo.<br />
Come tutto ciò che coinvolge<br />
uno dei cinque sensi, anche il profumo,<br />
oggi, è una forma di <strong>design</strong>.<br />
È anche, il <strong>design</strong>, una delle chiavi di<br />
accesso al futuro...<br />
Certamente. Uno dei suoi obiettivi<br />
più importanti è aiutare le persone<br />
a gestire il cambiamento. I <strong>design</strong>er<br />
stanno tra la rivoluzione e la vita quotidiana.<br />
Sanno ascoltare la natura, i<br />
ricordi delle persone, i loro punti di<br />
forza e le loro debolezze. Ma anche<br />
il bisogno di facile accesso a oggetti<br />
e sistemi. Sanno dei nostri desideri<br />
cautamente avventurosi - un piccolo<br />
fremito al giorno è ok, di più diventa<br />
un ostacolo. Sono capaci di cogliere i<br />
cambiamenti nella tecnologia, nella<br />
io donna – 17 aprile 2010<br />
Alessandro Cosmelli/ Contrasto
scienza, nelle regole sociali, per convertirli<br />
in idee e oggetti che le persone<br />
possono comprendere e usare.<br />
Senza <strong>design</strong>, internet sarebbe una<br />
serie di stringhe incomprensibili e<br />
codici oscuri, non la città virtuale di<br />
homepage e finestre, porte, pulsanti<br />
e link che conosciamo. E tutti gli<br />
elettrodomestici sarebbero ridotti a<br />
scheletri di funzioni prive di significato.<br />
Senza la traduzione del visual<br />
<strong>design</strong>, molti concetti fondamentali,<br />
come il genoma umano, rimarrebbero<br />
incomprensibili ai più.<br />
Quindi il <strong>design</strong> ha una funzione<br />
sociale...<br />
Senza, non ci sarebbe comunicazione<br />
fra oggetti e persone, e anche una<br />
peggior comunicazione fra le persone.<br />
I <strong>design</strong>er danno vita e voce agli<br />
oggetti, e raccontano le nostre visioni<br />
e le nostre aspirazioni per un futuro<br />
prossimo. Comprese quelle che ancora<br />
non sappiamo di avere.<br />
Quali sono i temi su cui si giocherà il<br />
futuro della disciplina?<br />
Tra i principali, ristabilire un equilibro<br />
con l’ambiente. Anche dal punto<br />
di vista economico. A pensarci sono<br />
in molti. Dalla gastronomia (slow<br />
food), all’agricoltura (il dibattito sui<br />
prodotti organici), ai viaggi (ecoturismo),<br />
alla produzione di energie<br />
(il concetto di generazione distribuita),<br />
all’aiuto economico (microinvestimenti),<br />
alla politica (il Town hall<br />
meeting, dibattito aperto). L’idea<br />
in comune è affrontare dal basso le<br />
problematiche mondiali. Un semplice<br />
gesto può innescare una potente<br />
reazione a catena, con implicazioni<br />
globali. I <strong>design</strong>er, che sono i più onnivori<br />
fra tutti i pensatori, applicano<br />
la stessa metodologia dal basso all’alto<br />
per generare innovazioni sintonizzate<br />
con il mondo.<br />
La gente ha una visione del <strong>design</strong><br />
quotidiana e domestica. Ma oggi le<br />
parole ricorrenti sono Interaction<br />
<strong>design</strong>, nanotecnologie...<br />
Designer e scienziati devono essere<br />
sempre tre passi avanti. L’Interaction<br />
<strong>design</strong> è già parte del nostro mondo,<br />
per esempio tutte le volte che usiamo<br />
un bancomat.<br />
“Design and the elastic mind” è il titolo<br />
di una mostra che hai organizzato<br />
al MoMA nel 2008. Chi sono, oggi, le<br />
menti elastiche capaci di immaginare<br />
gli scenari del futuro?<br />
Le trovate qua: moma.org/interactives/<br />
exhibitions/2008/elasticmind/<br />
Chi invece, tra i <strong>design</strong>er del passato,<br />
è stato capace di immaginare nuove<br />
frontiere?<br />
I primi che mi vengono in mente sono<br />
Charles&Ray Eames. Non per le loro<br />
sedie, ma perché hanno inventato le<br />
presentazioni multimediali.<br />
La scuola è un punto nevralgico e<br />
strategico per il nostro futuro. Oggi<br />
le scuole dove si impara il <strong>design</strong>, in<br />
tutte le sue declinazioni, si sono moltiplicate.<br />
Quali sono le migliori? È<br />
vero che l’Italia non è competitiva?<br />
Non posso dire di conoscerle tutte,<br />
ma credo che la migliore scuola<br />
al mondo sia il Royal College of Art<br />
di Londra, specialmente il programma<br />
Design Interactions. La Eindhoven<br />
Academy of Art and Design ha vissuto<br />
un momento eccellente sotto la<br />
direzione di Li Edelkoort, e così pure<br />
l’École Cantonale d’Art de Lausanne<br />
(Écal) con Pierre Keller. Entrambe<br />
stanno cambiando i direttori, vediamo<br />
cosa succederà. Per quanto<br />
riguarda l’Italia, davvero non so rispondere.<br />
Da quando ha chiuso l’Interaction<br />
di Ivrea, e Fabrica, a Treviso,<br />
ha un po’ rallentato il ritmo, non<br />
so bene cosa succede. Forse perché le<br />
altre scuole non sono altrettanto attrezzate<br />
in pubbliche relazioni, magari<br />
stanno facendo lavori meravigliosi<br />
e non lo sappiamo. La realtà è<br />
che non possono contare su curatori<br />
e giornalisti, siamo pigri e viziati. Per<br />
comparire, devono presentarsi bene,<br />
fare un bel progetto di comunicazione.<br />
Possibilmente basato su una buona<br />
sostanza.<br />
Ti do una buona notizia. Gillian<br />
Crampton-Smith che assieme a<br />
Philip Tabor aveva fondato l’Interaction<br />
di Ivrea e prima il dipartimento<br />
del Royal College, dirige ora<br />
la specialistica alla Facoltà di <strong>design</strong><br />
e arti dell’Università Iuav di<br />
Venezia. Tocchi comunque un nervo<br />
scoperto, quando parli di cattiva<br />
comunicazione...<br />
C’è molto da lavorare!<br />
Ancora. Una delle critiche rivolte<br />
all’Italia è di non essere più in grado<br />
di innovare. Prevedibile è un termine<br />
che sento usare spesso anche per il<br />
<strong>design</strong> e molte altre declinazioni della<br />
contemporaneità. Da italiana con<br />
sguardo straniero, come commenti?<br />
Preferirei non commentare e mantenere<br />
il nostro sguardo “aaaampio” e<br />
globale... •<br />
io donna – 17 aprile 2010 215
COME TU LA VUOI<br />
Lezione numero uno:<br />
amate la vostra casa.<br />
Due: scegliete d’istinto.<br />
La vera tendenza è mescolare<br />
oggetti senza tempo,<br />
avvolgenti. Parola di Abigail<br />
Ahern, autrice di A girl’s<br />
guide to decorating<br />
di Lia Ferrari, foto di Rachael Smith<br />
spazi rassicuranti
ella sua guida alla<br />
decorazione di interni<br />
per ragazze (A girl’s<br />
guide to decorating, edizioni<br />
Quadrille Publishing),<br />
l’interior stylist londinese<br />
Abigail Ahern insegna a trasformare<br />
spazi anonimi in spazi hip (parole<br />
sue) senza spendere una fortuna.<br />
Spiega per esempio come costruirsi<br />
una libreria, applicare una carta da<br />
parati, scegliere e combinare luci e<br />
tessuti. Il manuale è suddiviso in capitoli<br />
che corrispondono ai fondamentali<br />
della decorazione: spazio, colore,<br />
luce, texture, “tocchi personali”.<br />
Lo stile non ha niente a che vedere<br />
con il denaro, conclude l’autrice.<br />
<strong>Casa</strong> Ahern rispecchia questo pensiero.<br />
Su quattro piani, occupa un<br />
218<br />
spazi rassicuranti<br />
edificio vittoriano in una tranquilla<br />
via di Hackney, quartiere molto<br />
“avanti” del quadrante nord di Londra.<br />
Per arredare con i soldi rimasti<br />
dopo la ristrutturazione - pochi - la<br />
Ahern ha scatenato la fantasia. Senza<br />
paura di sovrapporre, anzi giocando<br />
a conciliare l’impossibile.<br />
Pareti e pavimenti grigio polvere<br />
fanno da sfondo a una serie di studiate<br />
stonature. Tavolini fucsia con<br />
poltrone verdi. Alto <strong>design</strong> (poco,<br />
per la verità) e bric-à-brac. Una sedia<br />
futuribile in vetroresina e il divanetto<br />
vestito di mohair rosa. L’abat-jour<br />
anni Settanta con paralume a fiori<br />
e la consolle Ottocento verniciata<br />
a spray color rosso pomodoro. Pure<br />
uno chandelier marziano e una lampada<br />
Anglepoise gigante. Bluette.<br />
A sinistra, una consolle<br />
verniciata a spray<br />
e un abat-jour rivisitato.<br />
Nella pagina accanto,<br />
chandelier neobarocco<br />
e una vasca a centrostanza.<br />
Il primo acquisto è stata la chaise<br />
longue della zona giorno, una poltrona<br />
minima in cemento, vista e comprata<br />
da Mint, <strong>design</strong> shop in Wigmore<br />
street. La maggior parte dei pezzi<br />
viene comunque da Atelier Ahern,<br />
la boutique della padrona di casa.<br />
Si trova nel quartiere di Islington, e<br />
consegna in tutto il mondo. Per il<br />
quotidiano Independent è un posto<br />
“fuori dagli schemi”. Il New York Times<br />
la descrive come uno spigoloso “Paese<br />
delle meraviglie”. Il Times definisce la<br />
proprietaria: «Una cacciatrice di stili<br />
eccezionale». Da pochissimo, il primo<br />
sabato del mese l’Atelier Ahern si<br />
trasforma in Style Surgery. Un pronto<br />
soccorso dello stile, con Abigail e la<br />
sorella Emma a dispensare consigli<br />
per costruirsi «uno spazio che farà<br />
io donna – 17 aprile 2010
Sopra, lampada in carta<br />
di riso, divanetto vestito<br />
in mohair rosa e una carta<br />
da parati effetto trompel’oeil.<br />
A destra, lampada<br />
Anglepoise formato gigante.<br />
220<br />
spazi rassicuranti<br />
impazzire di gelosia i vostri amici».<br />
Funziona su appuntamento. Per gli altri<br />
c’è il blog, al sito atelierabigailahern.<br />
com. Qualche estratto: «Circondatevi<br />
di cose che vi piacciono e sovrapponetele.<br />
Accumulate tavoli, mensole,<br />
sedie e il vostro rifugio avrà un tono<br />
bohémien e libero». Poi: «Evitate il<br />
minimalismo. È prevedibile e noioso.<br />
Non abbiate paura di personalizzare i<br />
mobili. Vestite la poltrona Luigi XVI<br />
con una pelle esclusiva, verniciate con<br />
lo spray rosso uno scrittoio vittoriano.<br />
Una casa deve essere teatrale, allettante,<br />
eclettica, un po’ cartoon senza<br />
essere kitsch».<br />
Ancora: «È un peccato che le pareti<br />
rimangano spoglie. Stratificatele<br />
esagerando. Dipinti, lettere, ritagli.<br />
La boiserie di legno può essere<br />
un rimedio fantastico per pareti monotone.<br />
Potete fabbricarvela da voi.<br />
Non dovete per forza rivestire tutta<br />
la stanza: la parete dietro il letto, o il<br />
corridoio, possono essere un ottimo<br />
punto di partenza. Se volete dipingere<br />
il legno, usate colori decisi per il<br />
massimo impatto».<br />
E ancora: «La vostra casa non è<br />
uno showroom. Deve essere rilassata<br />
e vivibile, stimolare i sensi e accendere<br />
la mente. Un porto dove<br />
aver voglia di approdare alla fine<br />
di ogni giornata. Il rifugio che non<br />
vorrete più lasciare quando vi ci siete<br />
accoccolati». In primavera: «Per<br />
alleggerire lo spazio basta poco. Riponete<br />
tessuti e tappeti pesanti e introducete<br />
qualcosa di più leggero. Fa<br />
bene all’umore». In breve, il 25 marzo:<br />
«Amate la vostra casa». •<br />
io donna – 17 aprile 2010<br />
Styling Ruth Welsby - foto agenzia Speranza/ Olycom
1. sedia “Freyja” in metallo Rossana Orlandi 330 €.<br />
2. Lampada-cappello “vertigo” Rossana Orlandi 860 €.<br />
3. tavolo “Raw” in rovere massello Zanotta 3.960€.<br />
4. vaso “Reunion” Rosenthal Studio-Line 159 €.<br />
5. statuina Royal Copenhagen 89 €.<br />
6. sedia “Dsw” in vetroresina e legno di noce Vitra 306 €.<br />
1<br />
2<br />
3
4<br />
5<br />
forme rassicuranti<br />
La vita<br />
sempLice<br />
Gruppi di mobili<br />
ritratti in un interno.<br />
e, attorno,<br />
pochi oggetti caldi<br />
e affettuosi.<br />
Quelli a cui di solito<br />
fingiamo di non<br />
tenere: statuine<br />
di porcellana, vasettidi<br />
fiori, tazze, libri...<br />
di Cristiano Vitali<br />
foto di Maria Vittoria Backhaus<br />
6
1<br />
2<br />
forme rassicuranti<br />
3 4<br />
1. sedia “sunday morning” di martino Gamper Nilufar.<br />
2. teiera collezione “Broken” Richard Ginori 1735, 128 €.<br />
3. Lampada da terra “Babele” Porada 1.246 €.<br />
4. calendario in cotone Maison Martin Margiela 150 €.<br />
5. poltroncina “emily” in cuoio e legno Flexform 1.423 €.<br />
6. cuscino in cotone ricamato a mano Massimo Alba.<br />
6<br />
5
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
1. appendiabiti “Rings” di Zascho petkow Segnosintesi.<br />
2. sedia - scultura “clone” Rossana Orlandi 7.500 €.<br />
3. pantaloni in cotone Massimo Alba.<br />
4. mobile con specchio “pearl make Up” Skitsch 1.300 €.<br />
5. statuina Royal Copenhagen 59 €.<br />
6. “Ball Light” di Michael Anastassiades 460 €.<br />
6<br />
5
1<br />
2<br />
3<br />
forme rassicuranti<br />
1. poltrona “Gala” in giunco naturale Vittorio Bonacina.<br />
2. Birilli in legno colorato Rossana Orlandi 50 € il set.<br />
3. “Wood Lamp” con cavo elettrico verde Muuto 149 €.<br />
4. Dormeuse in pelle capitonné “Wearing Leather<br />
Button Down” con piccolo tavolino girevole in metallo.<br />
Design Rodolfo Dordoni Minotti a partire da 5.765 €.<br />
4
1<br />
2<br />
3<br />
1. Gabbie di aylia Langreuter Rossana Orlandi 1.650 €.<br />
2. vasca “vieques” e bocchettone collezione “Fez”<br />
<strong>design</strong> patricia Urquiola per Agape 6.032 e 619 €.<br />
3. statuina Royal Copenhagen 65 €.<br />
4. mensola-casetta “studio 3” Ferm Living 109,95 €.<br />
5. Lampada “abatladeur” Luisa delle Piane 160 €.<br />
4<br />
5
Decorazioni floreali di sachinko ito<br />
1<br />
2<br />
forme rassicuranti<br />
1. mobile-bar realizzato con legni provenienti da mobili<br />
non recuperabili, <strong>design</strong> Robi Renzi per Renzivivian.<br />
2. tavolino “Bolle” con sei piani d’appoggio e gambe<br />
in acciaio saldate fra loro Living Divani 813 €.<br />
3. Frigorifero linea “classic KF 12823 sD” Miele 840 €.<br />
4. sedia in legno recuperato Rossana Orlandi.<br />
4<br />
3
232<br />
visionnaire (di natura)<br />
“CERCO RELAzIOnI vIRTuOsE”<br />
Crea spazi magici in cui gli oggetti<br />
“parlano”. Faye Toogood, 33 anni,<br />
inglese, è una stylist che si nutre<br />
di immagini, colori, cose. Il suo credo:<br />
“Tutti dovrebbero coltivare un orto”<br />
di Silvia Robertazzi<br />
A sinistra, Faye<br />
Togood. A destra,<br />
“Corn Craft”,<br />
installazione con opere<br />
di Nacho Carbonell.<br />
Il <strong>design</strong>er è presente<br />
a Milano allo Spazio<br />
Ferré con una mostra.<br />
La prima cosa che faccio la mattina<br />
appena sveglia è aprire le<br />
tende e guardare fuori dalla finestra.<br />
Odio la pioggia.<br />
Condiziona il mio umore<br />
e il mio look: monaca o farfalla, dipende<br />
dal tempo». Faye Toogood si<br />
racconta in una pausa dello shooting<br />
che l’ha portata a Milano. Ex redattrice<br />
di The World of Interiors, stylist<br />
e creative director, questa donna minuta<br />
dai grandi occhi azzurri, londinese<br />
al cento per cento, ha conquistato<br />
il pubblico del <strong>design</strong> con i suoi<br />
set visionari. Come “Corn Craft”,<br />
imbastito con granturco e frumento<br />
promosso dalla Fumi Gallery per<br />
la <strong>design</strong> week di Londra. Gli allestimenti<br />
di Toogood raccontano storie,<br />
danno nuova forma agli oggetti, creano<br />
relazioni non sempre ortodosse<br />
tra i termini piccolo/grande, nuovo/<br />
vecchio, misura/fuori scala, astratto/<br />
concreto. Lei ne parla con semplicità<br />
ed energia.<br />
Come spiegherebbe il suo lavoro a chi<br />
non lo conosce?<br />
Difficile definirlo un lavoro. È la mia<br />
vita. La verità è che sono una irriducibile<br />
visionaria. Mi nutro di immagini,<br />
sono la mia ossessione. Ancora non<br />
mi capacito del fatto che mi paghino<br />
per fare quello che per me è naturale:<br />
trasferire idee e concetti nel mondo<br />
delle due e delle tre dimensioni.<br />
Qual è il primo aspetto su cui si<br />
concentra quando inizia un lavoro<br />
nuovo?<br />
La prima preoccupazione è spiegare<br />
al cliente l’idea. Trasferire la sua validità.<br />
<strong>Io</strong> con le parole non sono brava,<br />
io donna – 17 aprile 2010
234<br />
visionnaire (di natura)<br />
vivo in una piccola casa in stile georgiano<br />
nel centro di Londra. È il mio<br />
santuario e invita ad abitare con lentezza<br />
In alto, atmosfera da favola moderna<br />
nel set allestito per The World of Interiors.<br />
Faye Toogood è stata per anni<br />
senior stylist del noto mensile inglese.<br />
Oggi collabora con Wallpaper,<br />
Elle Decoration, Vogue e Telegraph.<br />
quindi raccolgo un album di immagini.<br />
È il mio modo di comunicare.<br />
Come fa a mettere in relazione oggetti<br />
e ambienti? C’è un filo rosso che la<br />
guida nel creare correlazioni?<br />
A volte le relazioni scaturiscono da<br />
fattori base. Colore, forma, funzione.<br />
Altre volte, a suggerirmi un accostamento<br />
sono lo spazio o un’immagine<br />
che mi sono costruita mentalmente.<br />
se questi sono potenti, le connessioni<br />
nascono spontanee. non ci sono regole,<br />
ma una costante: la ricerca continua<br />
di sorpresa e meraviglia. voglio<br />
che le mie creazioni siano impreviste<br />
e seducenti.<br />
Com’è lo spazio che ha creato per<br />
lei?<br />
La mia è una piccola casa in stile georgiano<br />
nel centro di Londra. È il mio<br />
santuario. Affaccia sull’acqua ed è un<br />
matrimonio perfetto tra città e campagna.<br />
La cosa più bella è comunque<br />
l’airone che vive davanti al mio<br />
giardino.<br />
Come cambierà il modo di abitare,<br />
secondo lei, nel prossimo futuro?<br />
La domanda che mi faccio io è, più<br />
che altro, “quando” cambierà. se non<br />
ci decidiamo ad abbracciare la parola<br />
slow, lentezza, niente può cambiare.<br />
Quanti di noi vivono in una grande<br />
città, si muovono come trottole, comunicano<br />
via sms, sono sempre connessi<br />
all’iPod e di corsa? Abbiamo bisogno<br />
di più tempo e di una vita più<br />
semplice. Per leggere, cucinare, crescere,<br />
fare. spesso lo dimentichiamo,<br />
siamo troppo indaffarati. È probabile<br />
che in futuro la casa sia sempre più<br />
io donna – 17 aprile 2010
236<br />
visionnaire (di natura)<br />
I miei maestri? Gio Ponti, Fornasetti<br />
e Magistretti. Hanno ridisegnato<br />
il mondo con decori e colori audaci<br />
Sopra, studio per tessuti patchwork<br />
commissionati dai grandi magazzini<br />
Liberty di Londra. In alto,<br />
l’allestimento curato nel 2009<br />
per una presentazione del <strong>design</strong>er<br />
inglese Tom Dixon a Milano.<br />
integrata alla tecnologia. Mi auguro<br />
che noi, invece di esibire l’ultimo modello<br />
di televisore ultrapiatto e ultrasofisticato,<br />
saremo occupati a sfornare<br />
pane fresco, buono e profumato.<br />
In quali luoghi trascorreremo<br />
più tempo delle nostre giornate<br />
convulse?<br />
nelle aree comuni della casa: living<br />
e giardino prima di tutto. Il giardino<br />
soddisfa la nostra voglia di verde,<br />
ma anche il bisogno di mantenere il<br />
contatto con i cicli della vita. Tutti<br />
dovrebbero avere un orto, un pezzo<br />
di terra da coltivare e di cui raccogliere<br />
i frutti. sogno un futuro senza<br />
supermercati.<br />
Colore, luce, materiali. Come li<br />
interpreta? Quali suggestioni le<br />
inducono?<br />
Cerco di rivelare l’essenza delle cose.<br />
Anche l’imperfezione è portatrice di<br />
significato. se c’è un buco in una sedia<br />
non lo nascondo. E non amo lavorare<br />
con le luci artificiali. Anche<br />
l’ombra, la parte meno visibile degli<br />
oggetti, è importante.<br />
Le piace lo stile italiano?<br />
Gli italiani hanno un innato senso del<br />
gusto. Li ammiro molto, per questo.<br />
La maggior parte dei <strong>design</strong>er di culto<br />
arrivano proprio dalla creatività<br />
italiana del novecento. Mi riferisco<br />
ai grandi: a Gio Ponti, Piero Fornasetti<br />
e vico Magistretti che hanno<br />
avuto un grande impatto sul mio lavoro<br />
e, ovviamente, su quello di molti<br />
altri creativi. soprattutto per la loro<br />
capacità di ridisegnare il mondo con<br />
decori e colori audaci.<br />
Esiste un luogo che le ispira più di<br />
tutti? E, se sì, qual è?<br />
L’India. Mi fa sentire viva, mi infonde<br />
un’energia incredibile. una sensazione<br />
unica che non ho mai provato<br />
in nessun altro luogo. Ci torno molto<br />
spesso. Chissà, forse un giorno sarà<br />
per sempre. •<br />
io donna – 17 aprile 2010
spazi (di natura)<br />
Silenzio, PARlA il leGno<br />
Metri cubi di vuoto, calce bianca, profumo di bosco.<br />
Sul lago di Garda, l’eremo di ernst Gamperl.<br />
l’ ebanista tedesco che conosce la lingua degli alberi<br />
di Lia Ferrari, foto di Henry Bourne
La scala che conduce<br />
dal laboratorio allo studio.<br />
Nella pagina accanto, zoom<br />
sulla texture di un vaso<br />
in rovere, tra le essenze più<br />
amate da Ernst Gamperl.
spazi (di natura)<br />
rnst gamperl vive e lavora in una frazione di Tremosine, poco più di duemila<br />
anime sull’altopiano sopra il lago di Garda. Tra colline terrazzate e vecchie<br />
case come la sua, ristrutturata assieme alla moglie Ulrike. Calce bianca, arredi<br />
ridotti all’essenziale, molti metri cubi di vuoto e profumo di legno. in sottofondo<br />
la musica di John Coltrane, il jazzista più amato. liberarsi delle cose<br />
inutili e circondarsi soltanto di cose belle. Questa l’idea.<br />
nato a Monaco nel 1965, Gamperl è un cantore del legno. Si è avvicinato al tornio da<br />
ragazzo, in un laboratorio di carpenteria, e ha finito per farne la sua vita. ogni anno un<br />
centinaio di sculture lascia la sua casa in mezzo al nulla diretto a collezioni private o vetrine<br />
come quella di erastudio (erastudio.it), la galleria che lo rappresenta a Milano. Vasi,<br />
ciotole, contenitori di varia grandezza sono ricavati da enormi ceppi di legno. Fabbricarli<br />
costa grande fatica fisica. Agli inizi, Gamperl lavorava anche duecento essenze diverse,<br />
compresi legni esotici molto pregiati. oggi si concentra sulle specie europee: rovere,<br />
A sinistra, camino a legna<br />
e un tavolo spartano<br />
per il pranzo. Nella pagina<br />
accanto, la stanza da letto,<br />
altrettanto essenziale.<br />
240 io donna – 17 aprile 2010
242<br />
spazi (di natura)<br />
acero, faggio rosso e ulivo italiano. ogni opera ha inizio con la scelta del tronco. Sempre<br />
legno verde, fresco. i forestali segnalano gli alberi sradicati dalla pioggia e dal vento:<br />
per chi ama la natura, abbattere inutilmente un albero è un delitto. Gamperl sceglie<br />
i tronchi che lasciano intravvedere una forma nascosta, l’opera inscritta. e cita il grande<br />
architetto louis Kahn, che diceva: «Chiedi al legno cosa vuole diventare». Poi via:<br />
«Anche se ho già in mente la struttura, quando lavoro mi lascio guidare dal sentimento.<br />
il caso prende parte alla creazione». A guidarlo è anche la memoria della fibra. Spiega<br />
che gli alberi memorizzano la qualità del terreno, il vento, il sole, la pioggia, la forza arcaica<br />
della natura. lavorando, queste tensioni secolari si liberano per dare vita a forme<br />
organiche. insomma, la natura collabora con l’artigiano, e il carattere più autentico del<br />
legno riesce a conservarsi intatto. ogni scultura non è comunque finita finché il tempo<br />
non è intervenuto a modificarla. Gamperl studia il ritrarsi del legno durante l’essiccatura,<br />
e riesce a calcolare gli effetti che produrrà sulle sculture nella loro vita fuori dal suo<br />
laboratorio. Come dice lui stesso: «Per fare i miei pezzi ci vogliono vent’anni». Scultore,<br />
artigiano, <strong>design</strong>er? Anziché riflettere sulla sua identità artistica, preferisce definirsi<br />
semplicemente un tornitore. Per trasmettere la sua arte ai giovani, per quattro anni ha<br />
tenuto un workshop a BoisBouchet (boisbuchet.org), la tenuta di campagna nel Sud est<br />
della Francia dove gli studenti, d’estate, imparano a mettere in pratica le teorie del <strong>design</strong>.<br />
Per tutti gli altri, c’è l’annuale piccola presentazione a Tremosine, in occasione della<br />
Pentecoste. (info: ernst-gamperl.de). •<br />
Sopra, a sinistra, l’artistaebanista<br />
Ernst Gamperl<br />
al tornio. A destra, alcune<br />
delle sue creazioni, ricavate<br />
quasi esclusivamente<br />
da legni di origine europea.<br />
io donna – 17 aprile 2010
244<br />
nuove rotte mobili<br />
UNO + UNO = CENTOMILA<br />
Mobilità, flessibilità, trasformazione. Sono le parole<br />
d’ordine dopo la crisi. Così, dal rifugio al divano, arredare<br />
diventa un gioco di incastri. La regola? Liberi tutti<br />
di Alessandro Valenti<br />
Sopra, gli sgabelli/vasi “Arnold Circus Stool”<br />
di Martino Gamper. Nella pagina accanto: “Confession”<br />
di Arik Lévy per la parigina Galerie Slott.<br />
Aprile, Milano, 2010: immaginate un uomo seduto<br />
per terra. Una cinghia gli lega le ginocchia<br />
e avvolgendogli la vita sostiene la postura. Più<br />
si distende più le sue gambe si allungano più la<br />
stringa gli tiene dritta la schiena. Sembra<br />
a suo agio, comodo, rilassato. Viene voglia di accovacciarsi<br />
e provare. E di saperne di più su questa sedia da indossare<br />
ideata dall’architetto cileno Alejandro Aravena, Leone<br />
d’Oro alla Biennale di Architettura di Venezia nel 2008 e<br />
membro della giuria del Pritzker Prize nel 2009. L’oggetto/cintura,<br />
prodotto da Vitra, si chiama “Chairless”. Per<br />
realizzarla sono stati impiegati materiali di scarto delle<br />
lavorazioni industriali: filati e cuoio. Per associazione di<br />
immagini, vengono in mente tante altre cose, riflessioni<br />
sparse sulle nuove rotte del <strong>design</strong> contemporaneo. Come<br />
i nuovi oggetti proposti dall’industria: maneggevoli, trasportabili<br />
e facili di produrre. Lo sono sempre di più. E il<br />
Salone del Mobile, come sempre nei momenti di passaggio,<br />
fa da cartina tornasole.<br />
era da un po’ che showroom e gallerie non mettevano<br />
in mostra tanti oggetti accessibili, facili, democratici. In<br />
altre parole: moderni come gli object-type di Le Corbusier.<br />
È una forma di modernità nuova, però. Tutta concentrata<br />
sul corpo, quello con la C maiuscola. Con l’abitazione e<br />
gli arredi che diventano abito, pelle, protesi. C’è un’anima,<br />
dietro la nuova produzione in serie, attenta alla libertà e<br />
imprevedibilità della forma d’uso. Chi stabilisce se i pezzi<br />
della linea “Arnold Circus Stool” di Martino Gamper sono<br />
sgabelli o vasi/contenitori? E chi decide se sovrapporli, assemblarli,<br />
sparpagliarli o impilarli? A determinare il ruolo<br />
e l’affettività delle cose è il gesto umano. Libero anche<br />
di scrivere le deroghe alla regola, le variabili al sistema.<br />
Nella moda ci aveva già pensato Issey Miyake con la linea<br />
io donna – 17 aprile 2010
nuove rotte mobili<br />
Variare poco per cambiare molto.<br />
Scegliere pezzi facili che si adattano con facilità.<br />
Dopo anni di sprechi, si riscopre la misura<br />
A-POC, ovvero “A Piece of Clothes”: capi di abbigliamento<br />
ricavati da un unico tubolare di tessuto grazie a un’avveniristica<br />
tecnica computerizzata. La massima personalizzazione<br />
dentro lo standard.<br />
C’è qualcosa di molto attuale in questo: l’idea di variare<br />
poco per cambiare molto. È l’altra faccia del New Deal<br />
del <strong>design</strong>: ritrovare la misura dopo gli anni degli eccessi<br />
(e degli sprechi) e quelli delle privazioni. Pochi pezzi<br />
(in modo da buttare via il meno possibile) combinabili,<br />
facilmente adattabili. Portabili, anche. Suddivisi per taglie:<br />
Small, Medium, Large, Extra-Large.<br />
Rem Koolhaas e il suo “S,M,L,XL”<br />
- libro culto dell’architettura contemporanea<br />
- hanno fatto scuola. Si pensi<br />
alla collezione “Delicious” di Mathieu<br />
Lehanneur: contenitori di metallo dalla<br />
superficie matelassé (la losanghe impunturate<br />
tanto care a Coco Chanel),<br />
disegnati in quattro misure, per garantire<br />
il maggior numero di combinazioni<br />
possibili.<br />
è un nuovo tipo di modularità.<br />
All’insegna dell’accessibilità e della comodità.<br />
Lo sanno bene brand italiani<br />
come Poliform (che presenta il programma<br />
“My life in 80m²”) o Lago con<br />
i suoi arredi trasformisti. L’imperativo<br />
del dopo crisi è “good life”: vivere bene.<br />
Lo stile passa in secondo piano rispetto<br />
ai concetti di comfort, trasformabilità,<br />
sostenibilità, mobilità, flessibilità.<br />
A pronunciarle sono i <strong>design</strong>er, gli architetti<br />
e le aziende che militano sul<br />
Sopra, Libreria “Sequence”<br />
di Molteni & C., <strong>design</strong><br />
di Patricia Urquiola. In alto,<br />
panca componibile in cartone<br />
“Softwall” di Molo Design.<br />
campo. Tutti insieme. Tra i tanti: i fratelli Ronan & Erwan<br />
Bouroullec per Kvadrat (e prima per Cappellini e Vitra),<br />
Philippe Nigro per Ligne Roset, Ron Arad per la spagnola<br />
Nani Marquina, Francis Cayouette per Ikea PS.<br />
la <strong>design</strong>er patricia urquiola, chiamata a dire la sua<br />
sulla flessibilità, la riconduce al termine “femminilità”, ovvero<br />
alle qualità creative, intuitive ed emotive che originano<br />
dall’emisfero cerebrale destro. «È la direzione in cui<br />
sta andando il mondo» dice. Per Molteni&C. ha disegnato<br />
una libreria e altri nuovi pezzi della linea<br />
“Sequence”. Un inno alla versatilità<br />
all’interno del sistema seriale. Donna è<br />
anche la francese Florance Jaffrain, ideatrice<br />
per il label You Know delle nuove<br />
sedute “Bonheur” e “Ballon”, emblemi<br />
della positività del <strong>design</strong> modulare trasformabile.<br />
Non mancano i nuovi materiali,<br />
tra cui tessuto e carta. Citare “Softwall”<br />
di Molo<strong>design</strong> è d’obbligo: le pareti<br />
a soffietto, realizzate con cartone cellulare,<br />
esplorano i confini tra microarchitettura<br />
e macro<strong>design</strong>. Le applicazioni sono<br />
infinite. Il messaggio: separare non vuole<br />
più dire costruire muri. Nel 2009, per<br />
Moustache, Matali Crasset ha disegnato<br />
“Xtra room”: una cabane in feltro e legno<br />
per trasformare una stanza con pochi ge-<br />
sti. L’espressione “per sempre” non fa più<br />
parte degli spazi domestici. È un bel passo<br />
avanti. Di grande utilità. Ed è l’imperativo<br />
della nuova modularità. Ladies and<br />
Gentlemen date il bentornato al “<strong>design</strong><br />
in the real world”. •<br />
246 io donna – 17 aprile 2010
1<br />
1. Tappeto in lana “do-lo-rez” Nani Marquina 2.688 €.<br />
2. lampada a sospensione “Hope” Luceplan 740 €.<br />
3. Tris di tavolini “Wireframe” Glas Italia da 710 €.<br />
4. Statuina-cagnolino in vetro “Gino” Gaia&Gino 120 €.<br />
5. divano modulare “Confluences” Ligne Roset da 1.974 €.<br />
6. moduli “Clouds” per pareti divisorie Kvadrat.<br />
3<br />
2<br />
4
5<br />
forme mobili<br />
modul(azioni) formali<br />
Come sfondo, la trama digitale di un tappeto.<br />
davanti, pezzi-mattoncino, divani-onda<br />
e un cane-pixel. “incastrati” alla perfezione<br />
di Cristiano Vitali, foto di Maria Vittoria Backhaus<br />
6
1<br />
2
forme mobili<br />
1. Tavolino multicolor “Snake” Meritalia 2.300 €.<br />
2. Composizione modulare a giorno “30mm” Lago.<br />
3. divano “Superonda” in poliuretano rivestito in materiale<br />
plastico sfoderabile PalomaProps 2.600 €.<br />
4. lampada da tavolo con superficie in metacrilato lavorato<br />
a rilievo. <strong>design</strong> ross lovegrove per Artemide.<br />
3 4
1. modulo-libreria “Target” con basi di appoggio a croce.<br />
<strong>design</strong> nendo Arketipo 1.320 €.<br />
2. radiatore in acciaio “Green” Runtal 324 €.<br />
3. applique “Pixel” in polietilene Kundalini 180 € l’una.<br />
4. Sedute-tavolino sovrapponibili “Per Par Pum” in metallo<br />
verniciato e piano laccato Lema 740 € il set da tre.<br />
1<br />
forme mobili<br />
2 3
neo convivio 1<br />
IL DESIGN<br />
È UN GIOCO DI SOCIETÀ<br />
Dadi che sorridono. Posate bio<br />
per cene in piedi. Un vassoio ispirato<br />
a un abbraccio. Giulio Iacchetti<br />
progetta strumenti per fare amicizia<br />
di Virginio Briatore, foto di Alessandro Albert<br />
Il <strong>design</strong>er Giulio<br />
Iacchetti e le caraffe<br />
“Brocco” realizzate<br />
da Gianni Deidda.<br />
Giulio iacchetti si è<br />
laureato a marzo. A 43<br />
anni. In Conservazione<br />
dei Beni Culturali<br />
presso l’Università<br />
di Ravenna, con una tesi intitolata:<br />
La conservazione degli oggetti del disegno<br />
industriale. Quando lo incontriamo,<br />
nel suo studio ferve una doppia animazione.<br />
Da un lato i preparativi per<br />
il Salone del Mobile, dall’altro quelli<br />
per la festa di laurea. Aria da monaco<br />
laico, severo e felice, Iacchetti<br />
è una colonna portante del nuovo <strong>design</strong><br />
italiano. La posata biodegradabile<br />
Moscardino, disegnata con Matteo<br />
Ragni nel 2001, ha vinto il Compasso<br />
d’Oro ed è oggi nella collezione permanente<br />
del <strong>design</strong> al MoMA di New<br />
York. Il suo libro Italianità, pubblicato<br />
l’anno scorso da Corraini, è un passo<br />
importante per spiegare la “coscienza<br />
visiva” su cui si regge l’identità di un<br />
Paese. In vent’anni di lavoro Iacchetti<br />
ha realizzato circa 200 prodotti. Sedie,<br />
divani, lampade, rubinetti, sanitari,<br />
oggetti per la tavola e anche cioccolata<br />
e biscotti. I suoi progetti hanno sempre<br />
una storia, un messaggio, un nome<br />
ironico o istruttivo. Le sue parole sono<br />
chiare, dirette, semplici.<br />
Come definirebbe il suo lavoro di<br />
<strong>design</strong>er?<br />
Somiglia al lavoro di un chimico. Bisogna<br />
amalgamare diversi ingredienti:<br />
l’azienda, il marketing, i materiali,<br />
le tecnologie di produzione, lo spirito<br />
dei tempi. <strong>Io</strong> sono un individuo che<br />
partecipa a un processo industriale, e<br />
il mio lavoro si situa a monte di quello<br />
degli operai.<br />
io donna – 17 aprile 2010 255
Sotto, vassoio “Vassily” per Alessi.<br />
In basso, la posata “Moscardino”<br />
di Pandora Design, premiata<br />
con il Compasso d’Oro nel 2001.<br />
256<br />
neo convivio 1<br />
Come progetta?<br />
Come prima cosa, disegno a mano.<br />
Ho un quaderno pieni di schizzi da<br />
cui poi scelgo quel che mi serve. I disegni<br />
sono come il vino: devono fermentare,<br />
maturare, affinarsi. Segue il<br />
primo prototipo, anche questo realizzato<br />
quasi sempre a mano. Le mani<br />
sono la mediazione tra noi e le cose.<br />
Ogni oggetto è una genesi, e in quanto<br />
tale vorrei che avesse qualcosa di<br />
chiaro, di mistico, di sacro. Anche<br />
nella scelta del nome.<br />
Se dovesse scegliere un aggettivo per<br />
il suo <strong>design</strong> quale sarebbe?<br />
Non credo che gli oggetti abbiano bisogno<br />
di aggettivi esplicativi. Gli oggetti<br />
sono e basta. Comunicano con<br />
la materia, la forma, il nome. I miei<br />
provano a raccontare una storia. E<br />
quando sono veramente belli, sono<br />
come le favole per i bambini. Non ci<br />
si stanca mai di leggerli.<br />
In questo momento di crisi cosa pensa<br />
sia meglio comprare?<br />
Prodotti vitali, duraturi, che si pensa<br />
possano essere utili e piacevoli per il<br />
viaggio della propria vita.<br />
Quando entra in una casa che cosa osserva<br />
prima di tutto?<br />
Cerco di capire se la vita vissuta corrisponde<br />
o meno al ritratto pubblico<br />
della persona.<br />
Da dove parte, per decifrare lo spirito<br />
di una casa?<br />
Dalla cucina, dagli utensili per preparare<br />
e cuocere il cibo, dagli arredi<br />
per mangiare e mettersi a tavola. La<br />
cucina per me è condivisione, e la casa<br />
prima di tutto un punto di incontro,<br />
il luogo dove invitare gli amici per un<br />
caffè, un aperitivo, un piatto di pasta.<br />
Per questo il mio vassoio per Alessi<br />
l’ho voluto estensibile. Ha la dimensione<br />
di un abbraccio.<br />
So che inseguiva Alessi da tempo...<br />
Sì, ho inviato progetti ad Alessi per<br />
18 anni. Me li hanno rifiutati in tutti<br />
i modi: prima su carta da lettere battuta<br />
a macchina, poi su carta da lettere<br />
stampata con stampante ad aghi,<br />
quindi su carta stampata al laser. Alla<br />
fine, via e-mail.<br />
Ma ce l’ha fatta... Quali altri progetti<br />
ha preparato per il Salone?<br />
Una torre di babele concettuale, una<br />
linea di sanitari, dadi da gioco che<br />
sorridono, posate ecologiche e infine<br />
due progetti dalla forte carica simbolica.<br />
Il primo è una linea di oggetti<br />
per la scrivania realizzati dal marchio<br />
Regenesi con la plastica delle capsule<br />
di caffè. L’altro è “Odnom”, il mondo<br />
visto alla rovescia. Un mappamondo<br />
da tavola con il fondo specchiato che<br />
porta in evidenza il Sud del mondo,<br />
spesso dimenticato o visto con timore.<br />
Si parla sempre di sicurezza, ma<br />
poi si progetta la paura. Oggetti per<br />
difendersi, evadere dalla realtà, rinchiudersi<br />
in un guscio. <strong>Io</strong> voglio progettare<br />
per la conoscenza reciproca.<br />
Contro la paura. •<br />
io donna – 17 aprile 2010
neo convivio 2<br />
aLTa coTTURa<br />
32.500 metri quadrati. È lo spazio che il Salone del Mobile<br />
dedica quest’anno alla cucina. Fino a lunedì 19 aprile, saranno<br />
esposte in fiera tutte le novità pronte ad abitare le nostre case.<br />
Ne abbiamo scelte dieci. Minimali e non, in acciaio o legno,<br />
ad angolo, in linea, con isola centrale. Tutte cucine “aperte”,<br />
segno di una nuova voglia di stare insieme. La stessa che viene<br />
celebrata da “Tutti a tavola”, l’evento che i Saloni portano<br />
alla Villa Reale di Milano fino al 9 maggio. Quadri, filmati,<br />
performance, testimonianze in presa diretta. Un collage<br />
di abitudini legate al cibo. Questa è la suggestione.<br />
Per la pratica, i consigli di tre chef stellati. Voltate pagina<br />
ArmAni/DADA<br />
Primo prodotto della partnership<br />
con il Gruppo Molteni, “Bridge”<br />
(al Salone verrà presentata con nuove<br />
finiture) è concepita come<br />
una cucina a due facce: stazione<br />
di lavoro e un funzionale mobile<br />
di servizio per la zona pranzo.<br />
io donna – 17 aprile 2010 259
260<br />
Carlo<br />
Cracco<br />
Cracco<br />
via Victor Hugo, 4<br />
Milano<br />
neo convivio 2<br />
L’aria condizionata non dovrebbe mancare mai.<br />
Una cappa aspira l’aria cattiva, ma poi bisogna<br />
immetterne di nuova, fresca e pulita. E niente luci<br />
al neon. Se è verdura, deve essere verde<br />
ernestomeDA<br />
Firmata da Marc Sadler, “carré”<br />
propone una cartella di 45 colori<br />
e la bellezza progettuale<br />
di un nuovo concetto di maniglia<br />
a scomparsa. La tradizionale<br />
impugnatura, infatti, si trasforma<br />
in un incavo invisibile nell’anta.<br />
miele<br />
Gli elettrodomestici a incasso<br />
della nuova linea “Ice” proposti<br />
in un moderna soluzione<br />
compositiva: forno compatto<br />
con microonde integrate, macchina<br />
per il caffè, forno a vapore<br />
combinato con uno scaldavivande<br />
e un forno per nicchie da 90 cm.<br />
sCAVolini<br />
attenzione al verde per la “Tetrix”<br />
di Michael Young che utilizza<br />
una struttura in legno Idroleb<br />
ecocompatibile, mentre le ante<br />
in vetro temprato possono avere<br />
superfici a mosaico grazie alla<br />
scelta di pannelli in colori diversi.<br />
io donna – 17 aprile 2010
262<br />
Filippo<br />
La Mantia<br />
Filippo La Mantia<br />
via Veneto 50,<br />
Roma<br />
neo convivio 2<br />
L’acqua va vicino ai fuochi. È la soluzione più<br />
pratica. <strong>Io</strong> sono un fan dei fornelli a induzione: sono<br />
più sicuri, non ti scotti e risparmi energia. E poi,<br />
coltelli affilati. Se un coltello non taglia, svirgola<br />
sChiffini<br />
Un piacevole disordine caratterizza<br />
lo stile di “Mesa”, la cucina disegnata<br />
da alfredo Häberli che ha nel grande<br />
tavolo di rovere la sede conviviale.<br />
Lo circondano un’isola operativa<br />
e comodi contenitori a colonna<br />
per lo stoccaggio delle provviste.<br />
VAlCuCine<br />
Grazie a nuovi pannelli in vetro<br />
e alluminio 100% riciclabili<br />
(Invitrum) “artematica Vitrum”<br />
è la prima cucina al mondo<br />
realizzata in questi materiali.<br />
Facilmente smontabile grazie<br />
a giunzioni meccaniche, è anche<br />
completamente atossica.<br />
VArennA<br />
La ricerca di una semplicità formale<br />
ha guidato il centro stile cR&S<br />
Varenna verso una soluzione evoluta<br />
e informale. “Kyton” infatti,<br />
è una cucina pratica e luminosa.<br />
adatta a chi vuole vivere i propri<br />
spazi seguendo l’estro del momento.<br />
io donna – 17 aprile 2010
264<br />
Gennaro<br />
Esposito<br />
Torre del Saracino<br />
via Torretta, 9<br />
Marina d’Equa (Na)<br />
neo convivio 2<br />
Potendo, abbatterei il muro tra sala e cucina anche<br />
nel mio ristorante: assistere alla preparazione<br />
del cibo è un’emozione. a terra, mattonelle<br />
a sguscio. Senza spigoli vivi, è più facile pulire<br />
euromobil<br />
Ragione e sentimento. Sono le basi<br />
del progetto Excellent Design<br />
di cui la “E25” fa parte. Una cucina<br />
autorevole che si distingue<br />
per l’eccellenza delle innovazioni<br />
estetiche, l’alto grado di<br />
componibilità e i materiali preziosi.<br />
frAnke<br />
con i suoi quattro fuochi in linea,<br />
il piano cottura “Neptune 1200”<br />
è un’armonia di <strong>design</strong> e tecnologia.<br />
Il piano ribassato si fonde nel top<br />
creando una superficie unica<br />
ed ergonomica. Grazie anche<br />
a pratiche manopole frontali.<br />
snAiDero<br />
Un raffinato progetto di industrial<br />
<strong>design</strong> adattabile a ogni esigenza.<br />
così si presenta code, la cucina<br />
che mette al centro del suo spazio<br />
la persona e la qualità della sua vita.<br />
E che ha nel “su misura al cm”<br />
la sua caratteristica essenziale.<br />
io donna – 17 aprile 2010
io map<br />
(per non perdere la bussola)<br />
agape,<br />
tel. 0376.371738<br />
arketipo,<br />
tel. 055.8876248<br />
arMaNi/DaDa,<br />
via pisoni 2, Milano<br />
tel. 02.62087415<br />
arteMiDe,<br />
via Bergamo 18, pregnana<br />
Milanese (Milano),<br />
tel. 02.935181<br />
erNestoMeDa,<br />
ernestomeda.it<br />
eUroMoBiL,<br />
euromobil.it<br />
ferM LiviNg,<br />
distribuito da trend-House,<br />
tel. 045.7235995<br />
trend-house.it<br />
fLexforM,<br />
tel. 0362.3991<br />
flexform.it<br />
fraNke,<br />
franke.com<br />
gaia & giNo,<br />
gaiagino.com<br />
gLas itaLia,<br />
tel. 039.2323202<br />
graZia MoNtesi,<br />
tel. 02.29002057<br />
kUNDaLiNi,<br />
tel. 02.84800088<br />
kvaDrat,<br />
tel. 02.76280946<br />
Lago,<br />
lago.it<br />
LeMa,<br />
numero verde 800.233752<br />
LigNe roset itaLia,<br />
tel. 02.48514007<br />
LiviNg DivaNi,<br />
tel. 031.630954<br />
livingdivani.it<br />
LUcepLaN,<br />
tel. 02.662421<br />
luceplan.it<br />
MaisoN MartiN<br />
MargieLa,<br />
via della spiga 46, Milano,<br />
tel. 02.76017087<br />
martinmargiela.com<br />
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via Bandello 14-16, Milano,<br />
tel. 02.4674471<br />
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tel. 0362.3591<br />
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via Madonnina 12, Lurago<br />
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tel. 031.699800<br />
ZaNotta,<br />
via vittorio veneto 57,<br />
Nova Milanese (Milano),<br />
tel. 0362.4981<br />
Nel weekend, a Milano<br />
tUtti a tavoLa! Villa Reale, via Palestro 16<br />
dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 23. Fino al 9 maggio<br />
Teatro, cinema, pittura, video, letteratura, musica.<br />
L’evento dei Saloni celebra l’arte del simposio.<br />
cassiNa via Durini 16<br />
dalle 10 alle 20<br />
I maestri vanno visti da vicino: “Authentic colour”<br />
mostra Le Corbusier e Charlotte Perriand (in foto,<br />
il suo tavolino “petalo”, collezione cassina i Maestri).<br />
MiLaNo DesigN viLLage via Savona 56<br />
dalle 10 alle 21<br />
Sfilano i grandi marchi. Da Cappellini a Poltrona Frau.<br />
sWarovski via Tortona 32<br />
dalle 10 alle 20<br />
Acrobazie di cristallo e mise en scène magiche. Di rito.<br />
Best-Up Fabbrica del Vapore, via Procaccini 4<br />
dalle 10 alle 22<br />
Bello, equo, sostenibile. Com’è verde il mio <strong>design</strong>.<br />
DesigN MiaMi Spazio Fendi - via Sciesa 3<br />
dalle 14 alle 19<br />
“Design vertigo”. Giovani sperimentatori alla prova.<br />
De paDova via Durini 16<br />
dalle 10 alle 21<br />
Le maquette di Achille Castiglioni. Una prima visione<br />
assoluta.<br />
gaLLeria LUisa DeLLe piaNe via Giusti 24<br />
dalle 10.30 alle 20<br />
“Cuisine d’objets e VolteFace”. Oggetti da fare in casa.<br />
266 io donna – 17 aprile 2010