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Biennale di Scultura di Roma

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RoMA<br />

biennAle<br />

<strong>di</strong> scultuRA


RoMA<br />

biennAle<br />

<strong>di</strong> scultuRA<br />

24 maggio - 31 luglio 2011<br />

Villa torlonia - casina Vala<strong>di</strong>er<br />

a cura <strong>di</strong><br />

gloria Porcella<br />

lamberto Petrecca<br />

TesTi <strong>di</strong><br />

lamberto Petrecca<br />

gloria Porcella<br />

carmine siniscalco<br />

Paula stoeke<br />

duccio trombadori<br />

ProgeTTo graFico<br />

e coPerTiNa<br />

lisa camPoresi<br />

e<strong>di</strong>TiNg e suPerVisioNe<br />

e<strong>di</strong>Toriale<br />

maria Paola PoPoni<br />

cre<strong>di</strong>Ti FoTograFici<br />

carl deal iii<br />

monica Palermo<br />

mario Pizzi<br />

mauro romano<br />

Paula stoeke<br />

uFFicio sTamPa<br />

natalia <strong>di</strong> stefano<br />

nilla zaira<br />

segreTeria<br />

orgaNizzaTiVa<br />

barbara santolamazza<br />

erika morganti<br />

mareTTi e<strong>di</strong>Tore ©<br />

www.marettie<strong>di</strong>tore.com<br />

nessuna parte <strong>di</strong> questo libro può<br />

essere riprodotta o trasmessa in<br />

qualsiasi forma o con mezzo elettronico,<br />

meccanico o altro senza<br />

l’autorizzazione scritta dei proprietari<br />

dei <strong>di</strong>ritti e dell’e<strong>di</strong>tore.<br />

copyright maretti e<strong>di</strong>tore 2011<br />

tutti i <strong>di</strong>ritti riservati<br />

finito <strong>di</strong> stampare nel mese<br />

<strong>di</strong> luglio 2011<br />

isbn 978-88-89477-42-7<br />

ParTNer<br />

me<strong>di</strong>a ParTNer<br />

RoMA<br />

biennAle<br />

<strong>di</strong> scultuRA<br />

rassegna<br />

internazionale<br />

<strong>di</strong> scultura<br />

roma 2011


7<br />

10<br />

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15<br />

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20<br />

24<br />

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40<br />

iN<strong>di</strong>ce<br />

l’inQuietu<strong>di</strong>ne della modernità:<br />

l’“arte accessibile”<br />

gloria Porcella<br />

roma: città aPerta<br />

senza confini<br />

lamberTo PeTrecca<br />

Quando arriVano<br />

gli ‘ultra-PoP’<br />

duccio Trombadori<br />

global oPPortunities<br />

Paula sToeke<br />

la PrimaVerile a.r.g.a.m.<br />

nel Verde dei Parchi<br />

carmiNe siNiscalco<br />

arTisTi inVitati<br />

camilla ancilotto<br />

romero britto<br />

erika calesini<br />

cracking art grouP<br />

salVador dalì<br />

giorgio de chirico<br />

annamaria gelmi<br />

alba gonzales<br />

seward Johnson<br />

giacomo manzù<br />

mira maylor<br />

sante monachesi<br />

henry moore<br />

maurizio orrico<br />

hannu Palosuo<br />

mauro Perucchetti<br />

lorenzo Quinn<br />

alfredo raPetti<br />

alessandro reggioli<br />

andrew rogers<br />

Pierluigi slis<br />

artisti selezionati da<br />

a.r.g.a.m.<br />

gioVanni balderi<br />

nunzio bibbò<br />

federico brook<br />

enzo carnebianca<br />

Venanzo crocetti<br />

Paolo guiotto<br />

alfio mongelli<br />

sinisca<br />

biograFie<br />

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l’inQuietu<strong>di</strong>ne della modernità:<br />

l’“arte accessibile”<br />

siamo giunti finalmente alla presentazione della 1^ e<strong>di</strong>zione della rassegna internazionale <strong>di</strong> scultura, un<br />

lavoro che è durato quasi due anni con la finalità <strong>di</strong> portare a roma una mostra <strong>di</strong> opere monumentali da<br />

esterno provenienti da tutto il mondo.<br />

il mio interesse verso questo progetto è stato in<strong>di</strong>rizzato dal valore che ha il contatto tra la gente e le opere<br />

d’arte. Quando ci si imbatte, anche involontariamente, in una scultura contemporanea in una strada, in un<br />

parco, in un luogo dove fino a poco tempo prima c’era solo verde o asfalto avviene un incontro-scontro<br />

che crea emozione, voglia <strong>di</strong> <strong>di</strong>scutere, nel bene o nel male. non è questo che importa, si parla <strong>di</strong> arte<br />

come trasmissione, comunicazione <strong>di</strong> sensazioni, <strong>di</strong> quei contenuti emotivi che molto spesso anticipano nella<br />

percezione imme<strong>di</strong>ata <strong>di</strong> un’opera quelli tecnico-artistici in senso stretto.<br />

soprattutto nell’ambito “contemporaneo” il parere della gente comune, non in possesso <strong>di</strong> un equiparabile<br />

bagaglio <strong>di</strong> conoscenze, <strong>di</strong>ssente da quello dei critici e degli “addetti ai lavori”, semplicemente per una<br />

questione <strong>di</strong> punto <strong>di</strong> vista, <strong>di</strong>fferente ma non necessariamente sbagliato. nell’organizzazione <strong>di</strong> questo evento,<br />

ho scelto <strong>di</strong> abbracciare la posizione del pubblico, scegliendo opere dal forte impatto estetico e dai significati<br />

provocatori. la rassegna, infatti, invita tutti a guardare senza pagare un biglietto, senza aver paura <strong>di</strong> toccare<br />

un’opera d’arte ed essere ripresi, senza la paura <strong>di</strong> non poter fare una fotografia, perché si ha spesso il<br />

piacere <strong>di</strong> farla abbracciati ad essa. Mi piace vedere la reazione delle persone e mi piace osservarle mentre<br />

si identificano con il loro artista preferito, quello che lo rappresenta <strong>di</strong> più o lo fa sognare <strong>di</strong> più.<br />

Per la prima volta la città si apre a percorsi artistici alternativi: segni, forme, materiali, tutto rimanda alle<br />

questioni globali che accendono il <strong>di</strong>battito culturale senza però <strong>di</strong>menticare la lezione dei gran<strong>di</strong> maestri<br />

del secolo scorso. Così le opere del Cracking art Group, <strong>di</strong> romero Britto, seward Johnson e Mira Maylor si<br />

affiancano a quelle firmate da salvador dalì, Giorgio de Chirico e Giacomo Manzù, riven<strong>di</strong>cando il ruolo<br />

della scultura all’interno dei paesaggi metropolitani. in una società dove anche l’arte è sempre più a portata<br />

<strong>di</strong> click e legata a contesti virtuali, questa <strong>Biennale</strong> <strong>di</strong> scultura alla sua prima e<strong>di</strong>zione invita l’osservatore<br />

a riflettere sulla presenza fisica dell’opera come impareggiabile mezzo <strong>di</strong> comunicazione collettiva e come<br />

testimonianza <strong>di</strong> un fare e <strong>di</strong> un operare artistico che trova il suo fondamento nel lavoro manuale.<br />

dopo questa introduzione posso serenamente passare a parlare dei veri protagonisti della rassegna, con la<br />

coscienza pulita <strong>di</strong> chi ha lavorato sodo per realizzare un bel progetto grazie all’aiuto <strong>di</strong> tanti: in primo luogo<br />

degli artisti, la maggior parte dei quali hanno realizzato l’opera espressamente per questo evento, delle<br />

Fondazioni de Chirico, Manzù e dalì che ci hanno prestato delle opere straor<strong>di</strong>narie, dell’archivio sante<br />

Monachesi, delle due ambasciate <strong>di</strong> Finlan<strong>di</strong>a ed israele che hanno promosso due artisti contemporanei


dei rispettivi paesi, all’a.r.G.a.M., l’associazione romana Galleria d’arte Moderna nata 40 anni fa e<br />

che raccoglie le proposte e le novità artistiche della Capitale; grazie alle istituzioni, in primo luogo alla<br />

Commissione europea, alla regione lazio ed al Comune <strong>di</strong> roma, grazie alla sculpture Foundation, la più<br />

grande organizzazione americana, e del mondo, de<strong>di</strong>cata alla scultura, con mostre dei più famosi scultori<br />

esistenti e proprietaria del più grande parco <strong>di</strong> opere scultoree mai realizzato prima.<br />

Quattro le sezioni che compongono il circuito espositivo: Gran<strong>di</strong> Maestri (salvador dalì, Giorgio de Chirico,<br />

Giacomo Manzù, sante Monachesi, Henry Moore), internazionali (romero Britto, seward Johnson, Mira<br />

Maylor, Hannu Palosuo, Mauro Perucchetti, andrew rogers, lorenzo Quinn), Contemporanei (Camilla<br />

ancilotto, erika Calesini, Cracking art Group, annamaria Gelmi, Maurizio orrico, alba Gonzales, alfredo<br />

rapetti, alessandro reggioli, Pierluigi slis), a.r.G.a.M. (Giovanni Balderi, nunzio Bibbò, Federico Brook,<br />

enzo Carnebianca, Venanzo Crocetti, Paolo Guiotto, alfio Mongelli, sinisca). la rassegna, inoltre, è presente<br />

nel percorso espositivo della 54. esposizione internazionale d’arte, la <strong>Biennale</strong> <strong>di</strong> Venezia con uno speciale<br />

spazio fotografico allestito sull’isola <strong>di</strong> san servolo dove vi è modo <strong>di</strong> ammirare le opere <strong>di</strong> alcuni tra gli<br />

artisti invitati al contempo all’evento romano. sono, infatti, in tutto 10 le figure ospitate sia a roma che<br />

alla <strong>Biennale</strong> arte veneziana, nel Pa<strong>di</strong>glione italia, in quelli regionali ed in quelli nazionali: nunzio Bibbò,<br />

erika Calesini, Cracking art Group, alba Gonzales, alfio Mongelli, Hannu Palosuo, lorenzo Quinn, alfredo<br />

rapetti, Pierluigi slis, sinisca. Una manifestazione, dunque, che ha il sapore della rivincita verso quanti<br />

“condannano” roma, volontariamente e non, ad un ruolo marginale all’interno dei circuiti dell’avanguar<strong>di</strong>a<br />

nell’arte.<br />

Per concludere, non posso esimermi dal rispondere, con l’unico mezzo che ho a <strong>di</strong>sposizione, ad alcune<br />

polemiche strumentali che sono apparse su un quoti<strong>di</strong>ano che ha voluto infangare il mio nome e quello della<br />

Galleria Ca’ d’oro (protagonista nel settore dell’arte contemporanea nella Città <strong>di</strong> roma da quasi mezzo<br />

secolo) con il solo scopo <strong>di</strong> denigrare questa 1^ e<strong>di</strong>zione della rassegna internazionale <strong>di</strong> scultura.<br />

il fatto <strong>di</strong> essere stata eletta consigliere municipale (quin<strong>di</strong> il primo gra<strong>di</strong>no <strong>di</strong> un’eventuale carriera politica)<br />

dal 2005 al 2008 è risultato l’unico appiglio <strong>di</strong>sponibile ad una certa stampa “in vena <strong>di</strong> critiche” per<br />

accusarmi <strong>di</strong> godere <strong>di</strong> appoggi politici che mi consentono <strong>di</strong> lavorare nel mondo dell’arte e della cultura, e<br />

<strong>di</strong> negare <strong>di</strong> aver mai partecipato ad eventi internazionali. demeriti inveritieri e <strong>di</strong>sinformazione che creano<br />

altra <strong>di</strong>sinformazione. Fortunatamente tutto ciò non ha avuto, e non ha, alcuna presa su chi conosce il mio<br />

lavoro, chi ricorda il mio impegno nella promozione della cultura negli anni in cui ho ricoperto un ruolo<br />

pubblico, e che danneggia inevitabilmente e volontariamente un’iniziativa come la rassegna internazionale<br />

<strong>di</strong> scultura: vetrina pregiata per l’arte e la Città <strong>di</strong> roma.<br />

abbandonando per un momento la <strong>di</strong>scussione e le polemiche, posso affermare che, per effetto contrario,<br />

questa costante demonizzazione del mio operato ha avuto due sole tangibili conseguenze: parlare <strong>di</strong><br />

una mostra <strong>di</strong> scultura sulla cui rilevanza artistica altri giornali non hanno avuto dubbi alcuno e, per quel<br />

quoti<strong>di</strong>ano, “meritarsi” una denuncia per <strong>di</strong>ffamazione.<br />

8|9<br />

Comunque serena durante tutta questa vicenda, mi sono sentita forte ogni giorno <strong>di</strong> più del fatto che sapevo<br />

<strong>di</strong> realizzare un evento <strong>di</strong> qualità per la mia città, apprezzato da chi ha visitato consapevolmente la mostra<br />

e da chi si è occasionalmente imbattuto in essa. Concludo con un ricordo che mi da certezza espressiva e <strong>di</strong><br />

pensiero: Giorgio de Chirico, uno dei più gran<strong>di</strong> artisti del ‘900 e testimone <strong>di</strong> nozze <strong>di</strong> mio padre, in vita è<br />

stato molto criticato dagli stessi ambienti conservatori, mentre oggi è presente a testa alta a rappresentarci,<br />

con onore ed in<strong>di</strong>menticabile bravura, in tutto il mondo… su ciò, ho sempre riflettuto, e su ciò continuerò<br />

sempre a riflettere per non sbagliare.<br />

gloria Porcella<br />

Gloria PorCella ai Pie<strong>di</strong><br />

della sCalinata <strong>di</strong> Piazza<br />

<strong>di</strong> sPaGna Con la sCUltUra<br />

<strong>di</strong> Henry Moore


oma: città aPerta<br />

senza confini<br />

e’ il grande amore per la Città <strong>di</strong> roma che ci ha spinto a organizzare questa 1^ e<strong>di</strong>zione della rassegna<br />

internazionale <strong>di</strong> scultura.<br />

roma la Città eterna, roma la città più bella del mondo. <strong>di</strong> sicuro roma, insieme ad atene, culla della storia,<br />

dell’arte e della cultura in occidente.<br />

Ma roma, rispetto ad atene, mostra una grande <strong>di</strong>fferenza. ad atene c’è l’acropoli e il Partenone. Poi più<br />

nulla. e’ una città moderna. roma no. a roma c’è stata una tale e pressoché continua fioritura <strong>di</strong> arte e <strong>di</strong><br />

architettura nel corso dei secoli, tanto da testimoniare un in<strong>di</strong>scusso primato lungo tremila anni.<br />

Gli artisti che si sono succeduti in questa grande, unica, opera d’arte che è la Città <strong>di</strong> roma, erano <strong>di</strong> volta<br />

in volta dei contemporanei. Michelangelo, raffaello, Mantegna, Bernini, Borromini, ecc. erano contemporanei<br />

dei Papi e dei car<strong>di</strong>nali loro committenti. Come spesso accade agli artisti contemporanei <strong>di</strong> ogni epoca,<br />

a volte anche loro risultavano, come <strong>di</strong>re, troppo audaci, come nel caso <strong>di</strong> Michelangelo e degli affreschi<br />

della sistina. Purtroppo poi, morto Michelangelo, un ottuso e bigotto personaggetto del Palazzo, amante<br />

dei bassi intrighi da corridoio e affetto da stizzoso protagonismo - anche <strong>di</strong> questi, purtroppo, ce ne sono in<br />

ogni epoca - riuscì a convincere le autorità vaticane dell’epoca a decretare la copertura delle pudenda dei<br />

personaggi <strong>di</strong>pinti nel Giu<strong>di</strong>zio Universale con i famigerati braghettoni rimasti tristemente a coprire l’arte <strong>di</strong><br />

Michelangelo fino all’ ultimo restauro terminato nel 1994, quando finalmente si decise <strong>di</strong> riportare alla luce<br />

l’originale michelangiolesco rimuovendo i braghettoni. l’arte per fortuna è un’altra cosa.<br />

s’impone allora una riflessione.<br />

noi dobbiamo certamente proteggere i nostri tesori. a roma esiste il 1° Parco archeologico del mondo.<br />

oltre a questa meraviglia ci sono tesori <strong>di</strong> inau<strong>di</strong>ta bellezza e <strong>di</strong> inestimabile valore stratificatisi, come si<br />

<strong>di</strong>ceva, nei secoli. in più nei sotterranei <strong>di</strong> quasi tutti i Musei ci sono opere d’ arte per riempirne almeno<br />

altrettanti. abbiamo tesori dappertutto. li dobbiamo proteggere.<br />

Ma che cosa vuol <strong>di</strong>re veramente proteggere? la funzione <strong>di</strong> “proteggere” può, deve avere due valenze. da<br />

un lato, senza dubbio, conservare e restaurare con competenza e rigore il meraviglioso patrimonio <strong>di</strong> cui<br />

<strong>di</strong>sponiamo. Ma accanto a questa, la funzione <strong>di</strong> “proteggere” ha anche una valenza <strong>di</strong>namica, attiva. si<br />

tratta <strong>di</strong> promuovere, stimolare, arricchire. Promuovere l’arte, stimolare la creatività, arricchire quel patrimonio<br />

con altre opere così come è sempre stato per secoli; ed è anzi proprio per questo motivo che roma, a<br />

<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> atene e <strong>di</strong> ogni altra città del mondo, ha una bellezza che si è formata non in un solo periodo<br />

storico ma lungo un arco <strong>di</strong> tremila anni. se ci si limita alla sola valenza del conservare, doverosa peraltro,<br />

si fa torto alla nostra storia e alle generazioni future. Con questa rassegna internazionale <strong>di</strong> scultura abbiamo<br />

voluto innanzitutto offrire una possibilità in più in tal senso.<br />

Quattro sezioni: a) Gran<strong>di</strong> Maestri; b) internazionali; c) Contemporanei; d) sezione a.r.G.a.M.<br />

non a caso la scelta <strong>di</strong> esporre sculture a cielo aperto si sposa con quanto già nel ‘400 angelo Poliziano andava<br />

affermando quando sosteneva che l’architettura e la scultura, rispetto alle altre forme d’arte, godono<br />

<strong>di</strong> un indubbio vantaggio in più. Godono della “ricezione nella <strong>di</strong>strazione”. infatti – <strong>di</strong>ceva il Poliziano – il<br />

conta<strong>di</strong>no che ogni mattina porta il suo carretto <strong>di</strong> frutta e verdura dalla campagna al mercato citta<strong>di</strong>no, non<br />

10|11<br />

sa nulla <strong>di</strong> arte… ma ci<br />

passa in mezzo e l’ arte<br />

entra dentro <strong>di</strong> lui senza<br />

che se ne accorga e ne<br />

influenza, a lungo andare,<br />

la sensibilità. in un<br />

museo bisogna decidere<br />

<strong>di</strong> andarci, fare la fila,<br />

pagare un biglietto. la<br />

convinzione invece che<br />

delle sculture a cielo<br />

aperto possano essere<br />

fruite liberamente e continuativamente<br />

da tutti e<br />

che questa ricezione arrechi<br />

beneficio a sempre<br />

più larghe fasce <strong>di</strong> pub- laMBerto PetreCCa e Gloria PorCella dUrante la ConFerenza<br />

blico, ci ha spinto a su- staMPa inaUGUrale della <strong>Biennale</strong> <strong>di</strong> sCUltUra a Casina Vala<strong>di</strong>er<br />

perare i vari, inevitabili<br />

ostacoli che un’esposizione <strong>di</strong> tal genere sapevamo potesse comportare.<br />

soprattutto per questo motivo siamo felici <strong>di</strong> collaborare con Gloria Porcella, da molti considerata, e a ragion<br />

veduta, una pioniera della Street Art, arte in strada o a cielo aperto che <strong>di</strong>r si voglia. Già nel 1997<br />

veniva presentata la prima mostra en plein air a roma in Piazza <strong>di</strong> spagna, a Via Condotti, a trinità dei<br />

Monti e in Via Veneto e da quel momento la passione per l’arte in strada ha costituito un contrappunto<br />

costante <strong>di</strong> un percorso professionale <strong>di</strong>spiegato sia in italia che all’estero. sempre collaborando con le<br />

istituzioni, tanto italiane quanto straniere, sono state realizzate mostre e installazioni che hanno sempre raccolto<br />

consensi da Berlino a Gsaadt, da Hannover (per l’expo Universale del 2000) a Cortina, da Venezia<br />

alla Costa smeralda, da Milano a torino, da Montecarlo a Mondello, da Viterbo a riccione, da ancona<br />

a strasburgo, per finire con una delle mostre più importanti mai realizzate negli ultimi vent’anni a Miami<br />

Beach (Usa), città che da 10 anni è sede della famosa Fiera <strong>di</strong> arte Contemporanea Miami art Basel dove<br />

sono state esposte 45 chiocciole giganti del collettivo artistico europeo Cracking art Group. e ogni volta<br />

sono stati affrontati - e sempre superati - vari tipi <strong>di</strong> problemi, da quelli logistici e organizzativi a quelli,<br />

come <strong>di</strong>re, più squisitamente legati all’establishment, al sistema. Ma se è vero, come è vero, che il compito,<br />

la missione dell’ arte è quello <strong>di</strong> elevare le sensibilità, toccare e far vibrare quelle corde in fondo al cuore<br />

che altre cose non possono neanche sfiorare, rivitalizzare le coscienze, allora ne sarà sempre valsa la pena.<br />

e se è vero, come è vero, che il Bene Comune non è fatto solo <strong>di</strong> fattori economici, certo importanti, ma soprattutto<br />

<strong>di</strong> sviluppo umano, etico e morale e che proprio su questo terreno l’arte può svolgere il suo compito<br />

e dare il suo massimo contributo, allora l’arte o, ancor meglio, il Patrimonio artistico Comune devono per<br />

forza rinnovarsi sempre ed arricchirsi <strong>di</strong> continuo.<br />

allora forse cominceremo a pensare alla nostra terra, alle nostre Città, non come a un qualcosa che ci è<br />

stato lasciato in ere<strong>di</strong>tà dai nostri Padri, ma come a un qualcosa datoci in prestito dai nostri figli. abbiamo<br />

il dovere <strong>di</strong> restituirle migliori!<br />

lamberTo PeTrecca


Quando arriVano<br />

gli ‘ultra-PoP’<br />

sagome voluminose occupano lo spazio e come punti <strong>di</strong> orientamento ne costellano la cavità. suggeriscono<br />

il palpito <strong>di</strong> una vitalità primor<strong>di</strong>ale e indefinita. ecco finalmente le ‘sculture’. eccoli, i corpi variamente progettati<br />

per estensione del pensiero visivo in virtù <strong>di</strong> una passionalità mimetica e formale che scommette sulla<br />

capacità <strong>di</strong> suscitare la metamorfosi emotiva <strong>di</strong> chi osserva o prende parte allo spettacolo.<br />

noi oggi sappiamo, anche meglio <strong>di</strong> ieri, fino a che punto la scultura sia una ‘lingua morta’ (arturo Martini)<br />

che però è in grado <strong>di</strong> fermentare un gioco plurimo <strong>di</strong> apparenze e <strong>di</strong> succedanei <strong>di</strong> creatività: dal corpo<br />

elaborato a mano che ritaglia lo spazio dopo averlo occupato, assistiamo al gioco cinetico dei vari rivestimenti<br />

(ve<strong>di</strong> Christo) o degli ‘happenings’, delle ‘performances’, delle <strong>di</strong>verse ‘macchine celibi’ (tinguely,<br />

zorio) e <strong>di</strong> altre soluzioni visive che ci inducono a <strong>di</strong>sarticolare la visione scultorea, la trasformano quasi<br />

fino alla sua sparizione.<br />

la simbiosi <strong>di</strong> esperienze e <strong>di</strong> virtualità espressive modulate dalla creatività contemporanea non reclama coerenza<br />

compositiva e tantomeno rigore <strong>di</strong> enunciato poetico: l’oggetto estetico derivato può così associare<br />

il movimento alla massa e all’energia, in alcuni casi quasi <strong>di</strong>ssolvendo il tra<strong>di</strong>zionale principio statico che<br />

rende la scultura sinonimo <strong>di</strong> oggetto solido innestato nello spazio.<br />

la virtù mitopoietica del materiale plastico, le manipolazioni elettroniche e gli ingran<strong>di</strong>menti visivi ad opera<br />

della telematica pubblicitaria rendono sempre più elastica la nozione <strong>di</strong> un’arte come la scultura: originariamente<br />

muta, immobile e su tre <strong>di</strong>mensioni, e adesso invece tende sempre più ad assorbire ed a far sue le<br />

<strong>di</strong>verse manipolazioni hi-tech.<br />

tutto l’immaginario post-moderno (cinema, fiction, televisione, eccetera) è popolato <strong>di</strong> simili figure posticce,<br />

fattoi<strong>di</strong> e fantocci animati, Golem e maschere artificiali che incarnano i più impreve<strong>di</strong>bili e arbitrari prodotti<br />

della fantasia. Così antiche mitologie e modernissime narrazioni fantascientifiche si incrociano in una contaminazione<br />

plurima come la segnaletica <strong>di</strong> un pandemonio incontrollato dell’immaginario collettivo e dello<br />

scenario metropolitano<br />

Cinema, fotografia, pubblicità, televisione, consumano ed incitano a rielaborare una nuova unità <strong>di</strong> misura<br />

della pittura e della scultura: ecco l’emulsione spettacolare del nostro tempo, con i suoi eroi eponimi, impegnata<br />

nel fare emergere, senza la minima <strong>di</strong>stinzione, la fisionomia <strong>di</strong> un’arte corrispondente all’epoca<br />

della osmosi planetaria, della concorrente civiltà del commercio, del capitalismo <strong>di</strong>ffuso, della velocità immateriale<br />

degli scambi e delle compatibilità economiche.<br />

e fa un effetto piacevolmente <strong>di</strong>stonico, cioè per nulla <strong>di</strong>ssonante, <strong>di</strong> vedere un primo sintomatico accenno<br />

al coro contemporaneo internazionale <strong>di</strong> “questi fantasmi”, cioè i derivati attuali della scultura, collocati in<br />

mezzo al verde <strong>di</strong> roma, tra il Pincio e la Via nomentana in Villa torlonia, e selezionati con intelligente noncuranza<br />

<strong>di</strong> stile e <strong>di</strong> intenzione espressiva a configurare il profilo <strong>di</strong> una sorta <strong>di</strong> ‘scultura-arte totale’, vale a<br />

<strong>di</strong>re <strong>di</strong> un genere espressivo dove spazio, ambiente, natura e cultura, ‘tra<strong>di</strong>zione del nuovo’ e immaginario<br />

postindusriale si danno la mano in un <strong>di</strong>alogo ravvicinato.<br />

12|13<br />

il CritiCo-CUratore dUCCio troMBadori<br />

e l’artista alFredo raPetti<br />

Così parla il tempo uniforme e omologato del messaggio pubblicitario e dell’amalgama plastico (‘civiltà del<br />

petrolio’) suggerendo elaborazioni visive che vagano nello spazio e si calano come strani apporti luminescenti<br />

(ve<strong>di</strong> le enormi chiocciole plastico-degradabili del Craking art Group). Ma si guarda anche (pensando<br />

alla <strong>di</strong>stanza che separa il marmo della Venere <strong>di</strong> Milo dal clima ‘postmoderno’) alla gelatina Jelly Baby<br />

<strong>di</strong> cui si serve l’italiano-lon<strong>di</strong>nese Mauro Perucchetti per modellare soggetti contemporanei in veste ‘paraneoclassica’<br />

suggellando con ironia ‘kitsch’ la confezione delle sue sculture.<br />

e pure enumerando con crescente stupore si assiste alla ricerca dell’effetto spettacolare come epicentro<br />

dell’impresa espressiva <strong>di</strong> seward Johnson, sintomatico plasticatore al computer <strong>di</strong> un gigantesco ‘immaginario<br />

in cinemascope’, emulo vagamente lirico degli oggetti elefantiaci stu<strong>di</strong>ati da Claes oldenburg. in<br />

sequenza del gusto pop, declinato per attenzione ai temi ambientali ed ecologici, sorprendono le ideazioni<br />

in vetroresina <strong>di</strong> Mauro Perucchetti, singolare interprete <strong>di</strong> un immaginario natural-surreale, e ancora <strong>di</strong> più<br />

le spettrali quanto smisurate efflorescenze modellate da andrew rogers, figure vegetali <strong>di</strong> un esorcizzato<br />

‘day after’, tanto quanto memori delle solitarie figurazioni <strong>di</strong>pinte <strong>di</strong> Georgia o’ Keefe.<br />

il ritmo della land art dà il tono all’immaginazione visiva <strong>di</strong> molti autori, e la scultura sembra davvero<br />

confermarsi come ‘campo allargato’ (‘expanded field’, per <strong>di</strong>rla con rosalind Kraus) dove convivono e si<br />

riassumono tutti i problemi formali della materia e quelli della immaterialità, il pieno e il vuoto, l’orizzontale<br />

e il verticale ed altre con<strong>di</strong>zioni della rappresentazione del volume nello spazio.<br />

e ancora la paro<strong>di</strong>a pop dell’oggetto meccanico, del cartone animato, dell’immaginario ‘teenage’, si<br />

mostrano in tutta la loro enfasi onirica nelle costruzioni in materiale ferrigno <strong>di</strong> erika Calesini, così come<br />

nelle brillanti figurazioni in plastica <strong>di</strong> romero Britto, nei reticolati allegorici figurati da Pierluigi slis, nella<br />

scultura-puzzle semovente messa in campo da Camilla ancilotto o nel gioco <strong>di</strong> sproporzioni messo in forma<br />

da lorenzo Quinn, con la mini-Vespa toccata dalla mano <strong>di</strong> un incombente quanto invisibile Gulliver.<br />

sono opere dal piglio brioso che giocano per lo più su <strong>di</strong> uno spirito paro<strong>di</strong>stico che associa il sorriso<br />

all’ambizione artistica per la ‘meraviglia’. in questa <strong>di</strong>sposizione d’animo si rivela fino in fondo lo spirito <strong>di</strong><br />

una generazione contemporanea che ha messo <strong>di</strong>etro le sue spalle i rumori e i fragori del secolo appena trascorso,<br />

non senza avere metabolizzato l’esperienza dei traumi e delle gran<strong>di</strong> illusioni delle generazioni passate.<br />

siamo al cospetto <strong>di</strong> un “nihilismo dolce”, al pari della (fu) transavanguar<strong>di</strong>a, come avrebbe detto il suo<br />

mentore principale, achille Bonito oliva? non <strong>di</strong>rei. Qui nemmeno il nihilismo, sia pure edulcorato, pare<br />

abbia fatto il nido. si fa piuttosto strada una spensieratezza del tutto positiva, una sorta <strong>di</strong> artisticità rappacificata<br />

col suo tempo, con una punta <strong>di</strong> ironia <strong>di</strong> natura ‘riformista’ e per nulla incline ad immaginare<br />

scenari ‘apocalittici’ e ‘rivoluzionari’.<br />

anche per questo, la rassegna internazionale <strong>di</strong> scultura <strong>di</strong> roma rappresenta un interessante termometro<br />

dell’oscillazione del gusto contempraneo. la ‘scultura’ che si fa strada nel tempo delle nuove generazioni<br />

ambisce a <strong>di</strong>alogare con gli appetiti, i desideri, le speranze della grande massa, ne con<strong>di</strong>vide aspettative<br />

e patrimonio immaginario, sollecita con modestia la possibilità <strong>di</strong> interagire senza violentare il gusto del<br />

pubblico, alla pari del cinema e tanto più della televisione.<br />

arte “ultra pop” potremmo <strong>di</strong>re, e non a caso segno <strong>di</strong> un modo internazionale <strong>di</strong> vedere (e <strong>di</strong> creare) che<br />

ha il suo centro nella civiltà Usa. da questo punto <strong>di</strong> vista ancora più interessante si fa il raccordo tra la<br />

<strong>di</strong>mensione “ultra-pop” e quella che la rassegna documenta come scultura operante nel segno della “tra<strong>di</strong>zione<br />

moderna”, declinando tanto il linguaggio della figurazione simbolica quanto quello della materia<br />

e della pura astrazione.


Particolare, per esempio, è l’opera dell’israeliana Mira Maylor, con le sue modulazioni in vetro, che tiene<br />

assieme motivazione etica ed estetica, tanto quanto l’astrazione simbolica <strong>di</strong> annamaria Gelmi; <strong>di</strong>versamente,<br />

invece, dal gusto <strong>di</strong> puro cesellatore <strong>di</strong> forme essenziali come il finlandese Hannu Palosuo, o pure<br />

dell’italiano alfredo rapetti, che sembra declinare una raffinata « estetica della scrittura » con le sue stele<br />

punteggiate <strong>di</strong> ideogrammi immaginari. a queste variazioni sul tema dell’astrazione più o meno simbolica,<br />

si accompagnano le opere <strong>di</strong> alba Gonzales, alessandro regioli e Maurizio orrico, che stilizzano la figurazione<br />

per ottenere la sintesi <strong>di</strong> un simbolismo plastico dal sapore vagamente metafisico.<br />

su una simile lunghezza d’onda, che tiene fermo alla ‘scuola della scultura’, oscillando tra astrazione e<br />

simbolismo figurativo, si <strong>di</strong>spone anche la selezione <strong>di</strong> artisti operata da a.r.G.a.M.: a partire dalle forme<br />

limpide, semplificate e stilizzate da sinisca, Mongelli, Brook e Balderi, per arrivare alle forme allusive potenziate<br />

dall’energico plasticare <strong>di</strong> Guiotto, Carnebianca, e Bibbò, non senza <strong>di</strong>menticare l’originale, estatica,<br />

delicata maniera <strong>di</strong> dare forma alla figura femminile da parte <strong>di</strong> un grande maestro della scultura italiana<br />

del ‘900 come Venanzo Crocetti.<br />

<strong>di</strong>scorso a parte,e in un certo senso più approfon<strong>di</strong>to, meriterebbero i maestri del ‘900 chiamati a fare in<br />

qualche maniera da ‘padrini’ a questa esposizione, pur senza voler in<strong>di</strong>care con la loro presenza una qualche<br />

filiazione <strong>di</strong>retta con la contemporaneità: Giorgio de Chirico, salvador dalì, Giacomo Manzù, Henry<br />

Moore e sante Monachesi.<br />

se de Chirico e dalì segnano in modo esemplare il tempo <strong>di</strong> una civiltà che ha voluto immergersi con l’arte<br />

nel mondo inesplorato e misterioso dei sogni, in<strong>di</strong>cando in questo patrimonio <strong>di</strong> immagini la ra<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> ogni<br />

autentica creazione, <strong>di</strong>verso ragionamento <strong>di</strong>stingue l’opera a base naturalista <strong>di</strong> uno scultore come Henry<br />

Moore, attento visitatore delle apparenze visibili ed autore <strong>di</strong> sintesi plastiche che celebrano la pienezza<br />

della vita come nelle più solari composizioni <strong>di</strong> Picasso (le donne sulla spiaggia degli anni trenta) e <strong>di</strong><br />

Matisse (‘la danse’, ‘la joye de vivre’, e ‘luxe, calme et volupté’). <strong>di</strong>stinta infine, ma non meno eccellente sul<br />

piano naturalistico, risulta l’ironica cucitura <strong>di</strong> forme effettuata dal post-futurista sante Monachesi, che con il<br />

suo ‘<strong>di</strong>ttatore’ sintetizza una testa d’uomo in atto <strong>di</strong> arringare con voce piena (evidente allusione al ‘duce’)<br />

in un gioco <strong>di</strong> curve, pieni e vuoti degna della migliore lezione espressiva <strong>di</strong> Balla e Boccioni.<br />

Forte <strong>di</strong> questo ancoraggio al passato moderno dell’arte, la rassegna <strong>di</strong> roma non vuole avere l’ambizione<br />

<strong>di</strong> fare ‘storia ragionata’ della varia e tormentata vicenda della scultura nel XX secolo. la presenza dei<br />

maestri citati, oltre a segnalare singolari sintonie con l’opera dei contempranei, vuole soprattutto in<strong>di</strong>care le<br />

linee guida <strong>di</strong> un progetto documentario che non si ferma solo ai nomi <strong>di</strong> questa occasione, bensì intende<br />

crescere ed allargarsi, per dotare gli spazi e gli scenari metropolitani <strong>di</strong> roma <strong>di</strong> una sempre maggiore<br />

attenzione sui capolavori della scultura, capitolo essenziale e testimonianza in<strong>di</strong>spensabile per intendere<br />

l’arte nella civiltà contemporanea.<br />

duccio Trombadori<br />

14|15<br />

global oPPortunities<br />

PaUla stoeKe, PriMo Piano<br />

rome is a global mecca for people to come to be enriched by the ancient, whether it be architecture, cultural<br />

history or the visual arts. Casting rome in a new light, as a destination for travelers, arts aficionados and<br />

artists to encounter contemporary works of sculpture, is something quite extraor<strong>di</strong>nary. this year’s premiere<br />

exhibition of three-<strong>di</strong>mensional work is a tour de force in terms of range of style. Visitors are invited to<br />

observe the <strong>di</strong>chotomy between dali’s rather familiar melting clock outside the Casina Vala<strong>di</strong>er and the<br />

surprising presences of the white marble superman and Batman in the courtyard by london sculptor Mauro<br />

Perucchetti . these in turn contrast with the subtle and intricate webbing of the piece by Hannu Palosuo of<br />

Finland. Mira Maylor, of israel, sets a contemplative mood with her canvas-like sculpture of pure white and<br />

blue, while romero Britto, born in Brazil, stuns with his vivid colors. the 42 works of art on <strong>di</strong>splay guide<br />

viewers through an array of emotions, proportions and materials that introduce the new and celebrate the<br />

classical with a contemporary turn.<br />

i believe that one of the most spectacular elements of what this show is destined to become has to do with<br />

the intrinsic draw of the city of rome. rome offers an irresistible landscape for sculptors and curators.<br />

Placing these <strong>di</strong>verse modern concepts amid the graceful antiquities of this fabled city – which acts like an<br />

operatic stage setting – brings a regal quality to the art itself. it is a pleasure to experience the surreal scene<br />

of gigantic pink snails (Cracking art Group, italy) living alongside the stone busts on pillars, as well as<br />

Mussolini’s Palace at Villa torlonia playing host to a 25 foot tall figurative tribute to the close of World War<br />

ii by seward Johnson (United states). When viewing andrew rogers’ (australia) sculpture from his floral<br />

series a backdrop of the racing chariots from the iconic Vittoriano rooftop frame the scene. these are just a<br />

few examples of these <strong>di</strong>stinctive settings.<br />

Under the guidance of curators Gloria Porcella and lamberto Petrecca, i believe we will watch this exhibition<br />

grow into one of the most sought after venues for artists from every country, and one of the most anticipated<br />

international showcases for the voice of contemporary sculpture.<br />

Paula sToeke<br />

the sculpture Foundation, inc. is a charitable and educational organization de<strong>di</strong>cated to provi<strong>di</strong>ng exhibitions and contemporary<br />

landmark public artworks for communities. the spectacular 35 acre sculpture park, Grounds For sculpture, in Hamilton, new Jersey<br />

showcases a significant portion of works owned by tsF. the Collection, inclu<strong>di</strong>ng more than 150 artists and currently valued at<br />

over fifty million dollars, is on view in urban centers, small towns, regional parks, and cultural institutions worldwide. Visit www.<br />

sculpturefoundation.org for ad<strong>di</strong>tional details.


la PrimaVerile a.r.g.a.m.<br />

nel Verde dei Parchi<br />

invitato da Gloria Porcella e lamberto Petrecca, a nome dell’associazione Culturale <strong>Biennale</strong> <strong>di</strong> sculture<br />

all’aperto, a collaborare con l’a.r.G.a.M. (associazione romana Gallerie d’arte Moderna) alla loro iniziativa,<br />

non ho esitato ad accettare desistendo dalla decisione presa <strong>di</strong> non realizzare quest’anno la tra<strong>di</strong>zionale<br />

PriMaVerile roMana approdata alla sua <strong>di</strong>ciannovesima e<strong>di</strong>zione e per due anni consecutivi<br />

realizzata senza alcun patrocinio e contributo istituzionale, per i noti tagli alla cultura talvolta in<strong>di</strong>scriminatamente<br />

apportati. Conosco Gloria da anni, ne apprezzo le capacità organizzative, la volontà e l’attivismo<br />

entusiasta, il suo non risparmiarsi nel portare a termine le iniziative nelle quali crede. e alla cui realizzazione<br />

contribuisce con non <strong>di</strong>verso impegno professionale lamberto Petrecca, il suo socio, una new entry che<br />

mi ha fatto piacere includere nel giro delle mie relazioni. la Ca’ d’oro, storica galleria della roma Centro,<br />

della cui programmazione Gloria Porcella è responsabile insieme al padre, l’amico toni, fa parte tra l’altro<br />

dell’a.r.Ga.M. e riprendere un rapporto <strong>di</strong> collaborazione con l’assessorato alle Politiche Culturali del Comune<br />

<strong>di</strong> roma (ed ora anche del Centro storico), che insieme alla Comunità europea ed alla regione lazio<br />

avrebbe sostenuto il progetto, era una possibilità offerta all’associazione dal binomio Porcella-Petrecca che<br />

non poteva non essere apprezzata da me personalmente e dai miei colleghi a.r.G.a.M.<br />

e così l’a.r.G.a.M. è stata coinvolta in questo progetto che, <strong>di</strong>venuto rasseGna internazionale <strong>di</strong><br />

sCUltUre all’aPerto e trasferitosi dalle piazze romane per cui era stato concepito alla Casina Vala<strong>di</strong>er e<br />

a Villa torlonia ha visto infine la luce, dopo alcune <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> carattere soprattutto burocratico, e nel modo<br />

migliore a mio avviso, in quanto le due se<strong>di</strong> nelle quali sono state posizionate le sculture mi sembrano più<br />

idonee, raccolte e sicure che non le piazze in precedenza selezionate.<br />

Vorrei sottolineare che il contributo a.r.Ga.M. si è concretato nello scegliere alcuni scultori e suggerirli al<br />

comitato organizzatore, prendere quin<strong>di</strong> i contatti con i singoli artisti, mettere a punto la scelta delle opere<br />

e assicurarne la <strong>di</strong>sponibilità per l’installazione, ma – dando a Cesare quel che è <strong>di</strong> Cesare – devo riconoscere<br />

che il lavoro <strong>di</strong> posizionamento delle sculture e <strong>di</strong> organizzazione della conferenza stampa alla<br />

Casina Vala<strong>di</strong>er è stato svolto dall’associazione Porcella - Petrecca, per intero ed egregiamente nonostante<br />

i problemi pratici <strong>di</strong> volta in volta insorti.<br />

la selezione iniziale dell’a.r.Ga.M. è stata in fase <strong>di</strong> chiusura del progetto ridotta a otto scultori, in quanto<br />

necessario eliminare qualche opera per le <strong>di</strong>fficoltà del trasporto, materiali ed economiche. Gli artisti presenti<br />

nella rassegna sono, in or<strong>di</strong>ne alfabetico: GioVanni Balderi - nUnzio BiBBo’ - FederiCo BrooK<br />

- enzo CarneBianCa - Venanzo CroCetti - Paolo GUiotto - alFio MonGelli - sinisCa.<br />

tre <strong>di</strong> questi, nUnzio BiBBo’ - alFio MonGelli - sinisCa, sono presenti alla 54° <strong>Biennale</strong> <strong>di</strong> Venezia,<br />

Pa<strong>di</strong>glione italia, il primo al Museo <strong>di</strong> sophia, in Bulgaria, gli altri due a roma e a Palazzo Venezia. Gli artisti<br />

scelti sono tutti noti in italia ed all’estero quali qualificati professionisti, sette vivono e lavorano a roma, ed<br />

all’ottavo – Venanzo Crocetti –, uno dei più interessanti scultori del novecento italiano, più conosciuto forse<br />

in Giappone che nella stessa italia, da pochi anni scomparso, è de<strong>di</strong>cato un prestigioso museo nella sua<br />

residenza romana <strong>di</strong> Via Cassia. Federico Brook, argentino <strong>di</strong> nascita, italiano <strong>di</strong> acquisizione, è senz’altro<br />

uno dei più significativi scultori stranieri residenti in italia, con un curriculum <strong>di</strong> tutto rispetto, vincitore <strong>di</strong><br />

16|17<br />

concorsi e ban<strong>di</strong> nazionali e<br />

internazionali. lo stesso afflato<br />

internazionale traspare dalla<br />

documentazione che accompagna<br />

le opere <strong>di</strong> alfio Mongelli,<br />

Presidente della rome University<br />

of Fine arts, negli ultimi anni<br />

particolarmente attivo anche in<br />

Cina, artista che costringe la<br />

scienza in involucri <strong>di</strong> metallo<br />

per trasmetterla in strutture po-<br />

da sinistra: toni PorCella, CarMine sinisCalCo, Pino CanGeMi, laMBerto PetreCCa,<br />

etiche. decisamente internazio- Gloria PorCella, MassiMiliano MonteFUsCo, Carlo de roManis, PaUla stoeKe<br />

nale, con circa 25 anni <strong>di</strong> soggiorni<br />

negli stati Uniti, è sinisca, nato pittore, dal 1970 de<strong>di</strong>catosi anche alla scultura, con 160 personali<br />

in quattro continenti, creatore <strong>di</strong> foreste <strong>di</strong> acciaio e <strong>di</strong> totem che sono un trionfo della verticalità ed una<br />

testimonianza <strong>di</strong> personale spiritualità. Paolo Guiotto è artista <strong>di</strong> nicchia, come pittore e come scultore, rappresentato<br />

anche agli Uffizi e al MoMa <strong>di</strong> new york, presente in questa rassegna con un’opera – Il corpo<br />

assente - che dalla sua prima presentazione al pubblico è entrato nella storia dell’arte. enzo Carnebianca,<br />

portatore <strong>di</strong> un mondo visionario arricchito da un patrimonio culturale che le sue opere trasmettono <strong>di</strong>rettamente<br />

al fruitore, espone un’opera <strong>di</strong> complessità compositiva e <strong>di</strong>fficile esecuzione, materia e spirito in una<br />

spirale <strong>di</strong> bronzo. nunzio Bibbò si <strong>di</strong>stingue dagli artisti della sua generazione per lo spirito <strong>di</strong> ricerca che<br />

segna il lavoro dei suoi anni più recenti, dove è passato dai materiali tra<strong>di</strong>zionali della scultura all’utilizzazione<br />

<strong>di</strong> altri strumenti che includono catrame e arnesi riciclati, con risultati <strong>di</strong> particolare interesse e novità.<br />

e per chiudere, citando il più giovane degli artisti a.r.G.a.M. <strong>di</strong> questa rassegna, presentiamo Giovanni<br />

Balderi, attratto dalla purezza del bianco statuario, attento e raffinato cesellatore della materia, creatore <strong>di</strong><br />

forme appena suggerite ed accennate e pur ricche <strong>di</strong> sensualità.<br />

e’ questa la prima rassegna internazionale <strong>di</strong> sculture all’aperto cui abbia partecipato l’a.r.G.a.M., altre<br />

potrebbero seguire e la rassegna <strong>di</strong>ventare una <strong>Biennale</strong> come in precedenza annunziato. io mi attengo al<br />

presente, e senza ipotecare il futuro inviterei a tenere in considerazione gli sforzi che sono stati fatti per arrivare<br />

oggi a questo risultato. si sarebbe forse potuto fare meglio e <strong>di</strong> più, non lo nego, se si fossero ottenuti<br />

maggiori incentivi e incontrate minori <strong>di</strong>fficoltà, ma già quanto è stato fatto va apprezzato nel suo giusto<br />

valore perché ha arricchito la città, ha portato l’arte ad un pubblico non necessariamente <strong>di</strong> inten<strong>di</strong>tori ed<br />

intellettuali, ha dato la possibilità a degli artisti <strong>di</strong> uscire dai loro stu<strong>di</strong> e dai luoghi deputati delle esposizioni<br />

per presentarsi in luoghi pubblici, a tutti aperti, e <strong>di</strong> iniziare un nuovo <strong>di</strong>alogo con nuovi interlocutori. e non<br />

è poco. Per questo con i miei colleghi ringrazio, a nome dell’a.r.Ga.M., l’associazione Culturale <strong>di</strong> Gloria<br />

Porcella e lamberto Petrecca per averci dato la possibilità <strong>di</strong> contribuire a questo progetto estendendo il programma<br />

della PriMaVerile a.r.G.a.M. 2011 alla presenza alla Casina Vala<strong>di</strong>er e a Villa torlonia <strong>di</strong> artisti<br />

proposti dall’associazione, in parte presentati anche al Museo Venanzo Crocetti, dove la nostra annuale<br />

manifestazione ha debuttato prima <strong>di</strong> partire per la Cina per quin<strong>di</strong> ritornare entro il mese <strong>di</strong> giugno al<br />

museo <strong>di</strong> partenza. Una PriMaVerile uscita dalle gallerie, approdata al museo, scesa quin<strong>di</strong> nelle piazze<br />

ed esportata anche all’estero… e neanche questo è poco dal momento che, non in calendario quest’anno,<br />

è rinata dall’inverno grazie ad un’inattesa telefonata <strong>di</strong> Gloria Porcella che ne auspicava e sollecitava la<br />

presenza e la continuità.<br />

carmiNe siNiscalco


arTisTi inVitati


PeCCato oriGinale<br />

20|21<br />

CaMilla<br />

ancilotto


22|a


JUst For yoU<br />

24|25<br />

roMero<br />

britto


azUl JUst For yoU<br />

26|27


tHe BlaCK CarPet re(CyCle)<br />

28|29<br />

eriKa<br />

calesini<br />

54. esPosizione internazionale d’arte, la <strong>Biennale</strong> <strong>di</strong> Venezia


30|a


snails<br />

32|33<br />

CraCKinG<br />

art grouP<br />

54. esPosizione internazionale d’arte, la <strong>Biennale</strong> <strong>di</strong> Venezia


34|35


noBility oF tiMe<br />

36|37<br />

salVador<br />

dalì


38|39<br />

sUrrealist<br />

Piano


Gli arCHeoloGi<br />

40|41<br />

GiorGio<br />

de chirico


42|43


la Porta<br />

44|45<br />

annaMaria<br />

gelmi


46|a


l’innesto<br />

48|49<br />

alBa<br />

gonzales<br />

54. esPosizione internazionale d’arte, la <strong>Biennale</strong> <strong>di</strong> Venezia


50|51


UnCon<strong>di</strong>tional sUrrender<br />

52|53<br />

seWard<br />

Johnson


<strong>di</strong>dasCalia<br />

oPera<br />

<strong>di</strong>dasCalia<br />

oPera<br />

54|a


56|57


il FaUno<br />

58|59<br />

GiaCoMo<br />

manzù


60|61


CoVer<br />

62|63<br />

Mira<br />

maylor


64|65


il <strong>di</strong>ttatore<br />

66|67<br />

sante<br />

monachesi


68|69


Untitled, 1937<br />

lead and Wire series<br />

70|71<br />

Henry<br />

moore


72|a


il ViaGGiatore<br />

74|75<br />

MaUrizio<br />

orrico


<strong>di</strong>dasCalia<br />

oPera<br />

<strong>di</strong>dasCalia<br />

oPera<br />

76|a


salotto<br />

78|79<br />

HannU<br />

Palosuo<br />

54. esPosizione internazionale d’arte, la <strong>Biennale</strong> <strong>di</strong> Venezia


80|a


Modern Heroes<br />

MiCHelanGelo 2020<br />

82|83<br />

MaUro<br />

Perucchetti


<strong>di</strong>dasCalia<br />

oPera<br />

<strong>di</strong>dasCalia<br />

oPera<br />

84|a


Jelly babies<br />

86|a


la dolCe Vita<br />

88|89<br />

lorenzo<br />

Quinn<br />

54. esPosizione internazionale d’arte, la <strong>Biennale</strong> <strong>di</strong> Venezia


tHis is not a GaMe<br />

90|91


lettera 2011<br />

92|93<br />

alFredo<br />

raPetti<br />

54. esPosizione internazionale d’arte, la <strong>Biennale</strong> <strong>di</strong> Venezia


<strong>di</strong>dasCalia<br />

oPera<br />

<strong>di</strong>dasCalia<br />

oPera<br />

94|a


saFety Heart arMoUr<br />

96|97<br />

alessandro<br />

reggioli


98|99


UnFUrlinG<br />

FroM oPtiMisM to HoPe<br />

100|101<br />

andreW<br />

rogers


<strong>di</strong>dasCalia<br />

oPera<br />

<strong>di</strong>dasCalia<br />

oPera<br />

102|a


Cesare<br />

104|105<br />

PierlUiGi<br />

slis<br />

54. esPosizione internazionale d’arte, la <strong>Biennale</strong> <strong>di</strong> Venezia


106|107


artisti selezionati da a.r.g.a.m.


dal Mare al Cielo<br />

110|111<br />

GioVanni<br />

balderi


112|113


il GUerriero<br />

114|115<br />

nUnzio<br />

bibbò<br />

54. esPosizione internazionale d’arte, la <strong>Biennale</strong> <strong>di</strong> Venezia


nUVola in GaBBia<br />

116|117<br />

FederiCo<br />

brook


118|119


sPirale<br />

120|121<br />

enzo<br />

carnebianca


122|123


Grande allieVa <strong>di</strong> danza<br />

124|125<br />

Venanzo<br />

crocetti


126|127


il CorPo assente<br />

128|129<br />

Paolo<br />

guiotto


130|131


enea<br />

132|133<br />

alFio<br />

mongelli<br />

54. esPosizione internazionale d’arte, la <strong>Biennale</strong> <strong>di</strong> Venezia


134|135


CoMPosizione <strong>di</strong> tre toteM<br />

136|137<br />

sinisca<br />

54. esPosizione internazionale d’arte, la <strong>Biennale</strong> <strong>di</strong> Venezia


138|a<br />

soNo sTaTi iNViTaTi alla<br />

54. esPosizioNe iNTerNazioNale d’arTe<br />

la bieNNale <strong>di</strong> VeNezia<br />

nUnzio BiBBò<br />

eriKa Calesini<br />

CraCKinG art GroUP<br />

alBa Gonzales<br />

alFio MonGelli<br />

HannU PalosUo<br />

lorenzo QUinn<br />

alFredo raPetti<br />

PierlUiGi slis<br />

sinisCa


iografie


CaMilla anCilotto<br />

è nata a roma il 14 ottobre 1970. Vive e lavora tra la toscana e roma. nel 1993 comincia ad approfon<strong>di</strong>re i suoi stu<strong>di</strong><br />

artistici presso l’istituto europeo <strong>di</strong> design e la scuola delle arti ornamentali san Giacomo a roma. in quegli anni partecipa<br />

a <strong>di</strong>verse mostre collettive nella Capitale. nel 1997 decide <strong>di</strong> arricchire il suo curriculum con un’esperienza <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e<br />

lavoro oltreoceano, a new york, presso la new york academy of art, dove consegue un <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> MFa (Master in Fine<br />

of art) con il massimo dei voti. a new york partecipa con successo a due collettive presso la Galleria “atmosphere”, nel<br />

quartiere <strong>di</strong> Chelsea a Manhattan, e alla Galleria “stuio 4West”, dove riscuote il successo <strong>di</strong> pubblico e critica. l’artista<br />

partecipa successivamente a due mostre collettive che la consacrano: “Bestiario”, con opere <strong>di</strong> Bruno Caruso, Giacomo<br />

Porzano, e Vespignani affiancate da quelle firmate da giovani promesse; e una de<strong>di</strong>cata a rembradt, nel 2006, con artisti<br />

<strong>di</strong> rilievo quali ennio Calabria, Kokocinski, Carlo Guarienti, Giuseppe Mo<strong>di</strong>ca e altri. nel 2008, viene chiamata ad<br />

esporre presso la Galleria davico <strong>di</strong> torino.<br />

roMero Britto<br />

nasce a recife, in Brasile, nel 1963 ed è un pittore, scultore e serigrafo neo-pop. stabilitosi a new york, Britto ha iniziato<br />

a lavorare per strada a Coconut Grove, <strong>di</strong>ventando famoso nella comunità. Ha realizzato i ritratti <strong>di</strong> roger Federer,<br />

dustin Hoffman, del senatore ted Kennedy e <strong>di</strong> moltissimi altri personaggi del mondo della politica, del business e dello<br />

spettacolo. si è affermato sulla scena artistica internazionale nel 1989, quando ha ricevuto da absolut Vodka l’incarico<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>segnare l’etichetta della bottiglia per una campagna pubblicitaria. subito dopo la campagna per absolut, lo stile<br />

bizzarro da cartoni animati <strong>di</strong> Britto è stato richiesto dalle gran<strong>di</strong> società per realizzare gran<strong>di</strong> murales, sculture e loghi <strong>di</strong><br />

prodotti in tutto il mondo. recentemente, ha ricevuto commissioni da società come <strong>di</strong>sney ed evian. Britto è stato nominato<br />

ambasciatore delle arti dello stato della Florida. le sue opere sono apparse in numerose pubblicazioni in tutto il mondo.<br />

Britto non si limita alla pittura su tela, ma ha <strong>di</strong>segnato anche loghi, mobili e costumi. Un’icona della cultura pop attuale,<br />

romero Britto crea capolavori contemporanei che evocano uno spirito <strong>di</strong> speranza e trasmettono un senso <strong>di</strong> felicità. la<br />

sua concezione artistica originale, definita “l’arte della guarigione”, unisce colori brillanti e soggetti vivaci ad elementi<br />

compositivi del Cubismo. l’opera <strong>di</strong> Britto trasmette un’onestà che si riflette nel suo desiderio <strong>di</strong> usare colori ricchi <strong>di</strong> felicità.<br />

eriKa Calesini<br />

è nata nel 1974 a Cattolica. artista italiana con una personalità artistica <strong>di</strong> spicco nel trattare i materiali e nel suggerire<br />

percorsi <strong>di</strong> riflessione artistica inusuali. Conclusi gli stu<strong>di</strong> all’istituto statale d’arte a Pesaro, dopo vari corsi <strong>di</strong> specializzazione<br />

in stilista <strong>di</strong> moda, inizia a lavorare in varie aziende come designer. ad un certo punto della sua vita, sente il<br />

bisogno <strong>di</strong> avere un suo proprio spazio e crea una sua linea <strong>di</strong> accessori e abbigliamento, che <strong>di</strong>stribuisce in negozi molto<br />

importanti. la moda la porta a vedere strade <strong>di</strong>verse, alternative, le allarga gli orizzonti della creatività. a lei piace molto<br />

l’arte. Una notte, improvvisamente, sente la voglia <strong>di</strong> piegare il ferro, <strong>di</strong> dare a questo metallo un’anima. e così comincia<br />

a creare un grande albero che poi chiamerà “albero <strong>di</strong> luce”. Un materiale freddo e brutto come un vecchio ferro, può<br />

avere un’anima. Una cosa impossibile che <strong>di</strong>venta possibile. interpretare l’anima nella materia, dare vita alle cose. e in<br />

quel momento capisce che la sua strada è quella, così la Calesini dà vita e anima a tutto il resto.<br />

le opere <strong>di</strong> sculture <strong>di</strong> erika non lanciano solo un messaggio ecologico e <strong>di</strong> sostenibilità ambientale, parlano <strong>di</strong> recupero<br />

dei sentimenti, <strong>di</strong> riciclo dell’anima. la sua arte trabocca <strong>di</strong> umanità, <strong>di</strong> amore e <strong>di</strong> dolore, <strong>di</strong> sentimenti vissuti che si imprimono<br />

indelebilmente sugli oggetti. in una parola, <strong>di</strong> nostalgia. Biciclette che <strong>di</strong>vengono opere d’arte, puzzle-sculture e<br />

icone <strong>di</strong> sapore pop si integrano, con risultati sorprendenti, dando vita a un evento unico nel suo genere, in cui la vivacità<br />

dei colori e la creatività delle opere rendono possibile un nuovo approccio all’arte <strong>di</strong> sapore lu<strong>di</strong>co ed innovativo.<br />

CraCKinG art GroUP<br />

la derivazione del termine Cracking art deriva dal verbo inglese to crack: schioccare, scricchiolare, spaccarsi, spezzarsi,<br />

incrinarsi, cedere, crollare... “Cracking è il <strong>di</strong>vario dell’uomo contemporaneo, <strong>di</strong>battuto tra naturalità originaria e un futuro<br />

sempre più artificiale”, proclama il collettivo <strong>di</strong> artisti che si nascondono <strong>di</strong>etro questo nome. Questa contrapposizione si<br />

riflette nella scelta dei materiali (plastica riciclata) e quin<strong>di</strong> nell’impegno sociale e ambientale del movimento. il Cracking<br />

art Group è attualmente composto da renzo nucara, Carlo rizzetti, Marco Veronese, alex, Kicco, William sweetlowe:<br />

6 artisti internazionali che sin dal primo anno <strong>di</strong> nascita del movimento, avvenuto nel 1993, evidenziano l’intenzione del<br />

142|143<br />

gruppo <strong>di</strong> cambiare ra<strong>di</strong>calmente la storia dell’arte attraverso un forte impegno sociale ed ambientale e l’uso rivoluzionario<br />

ed innovativo <strong>di</strong> materie plastiche <strong>di</strong>verse ed evocative <strong>di</strong> un rapporto sempre più stretto tra vita naturale e realtà artificiale.<br />

scelgono una modalità espressiva che unisce le logiche del gruppo a quelle dell’indagine in<strong>di</strong>viduale, che si concretizza<br />

in azioni performative coinvolgenti, in cui animali colorati e decisamente fuori scala invadono i luoghi più vari, da quelli<br />

deputati all’arte a quelli della vita più quoti<strong>di</strong>ana, dai supermercati alle autostrade. la <strong>di</strong>mensione del gruppo non limita<br />

l’espressione in<strong>di</strong>viduale degli artisti, che lavorano anche come singoli interpretando, ciascuno secondo le proprie urgenze,<br />

le problematiche e le tensioni del nostro tempo, conferendo, “plasticosità” a tutto ciò <strong>di</strong> cui si occupano. la plastica,<br />

frutto del Cracking catalitico (da cui il nome) che trasforma il petrolio in plastica, ha in sé le ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> una storia che dura<br />

da millenni, quella dell’uomo e del suo mondo. Una storia piena <strong>di</strong> trasformazioni e <strong>di</strong> avvenimenti, un brano culturale<br />

vastissimo e profondo, in cui natura umana, artificiale e ambientale si uniscono in una formula concettuale che ha sfidato<br />

le norme attuali dell’arte contemporanea. riciclare la plastica significa sottrarla alla <strong>di</strong>struzione tossica e devastante per<br />

l’ambiente, farne delle opere d’arte significa comunicare attraverso un linguaggio estetico innovativo ed esprimere una<br />

particolare sensibilità nei confronti della natura.<br />

salVador dalì<br />

salvador domingo Felipe Jacinto dalì domènech, marchese <strong>di</strong> Púbol (Figueras, 11 maggio 1904 – Figueras, 23 gennaio<br />

1989): un nome articolato per una personalità ancor più versatile. è stato pittore, scultore, scrittore, cineasta e designer.<br />

il talento artistico <strong>di</strong> dalì ha trovato espressione in svariati ambiti artistici, dal cinema alla scultura e la fotografia, portandolo<br />

a collaborare con artisti <strong>di</strong> ogni tipo. Faceva risalire il suo “amore per tutto ciò che è dorato ed eccessivo, la mia<br />

passione per il lusso e la mia pre<strong>di</strong>lezione per gli abiti orientali” ad una auto-attribuita “<strong>di</strong>scendenza araba”, sostenendo<br />

che i suoi antenati <strong>di</strong>scendevano dai Mori. dalì fu un uomo dotato <strong>di</strong> grande immaginazione ma con il vezzo <strong>di</strong> assumere<br />

atteggiamenti stravaganti per attirare l’attenzione su <strong>di</strong> sé. Un comportamento che ha talvolta irritato coloro che amano la<br />

sua arte tanto quanto ha infasti<strong>di</strong>to i suoi detrattori, poiché i suoi mo<strong>di</strong> eccentrici hanno in alcuni casi catturato l’attenzione<br />

del pubblico più delle sue opere. era un abile <strong>di</strong>segnatore tecnico, ma è celebre soprattutto per le immagini suggestive e<br />

bizzarre delle sue opere surrealiste. incontrò, tramite l’amico Mirò, i surrealisti e i dadaisti, dai quali si <strong>di</strong>stingue tuttavia<br />

per originalità <strong>di</strong> visione e spirito <strong>di</strong> in<strong>di</strong>pendenza. Quando nel 1936 dalì partecipa all’esposizione internazionale surrealista<br />

<strong>di</strong> londra, tiene la sua conferenza, intitolata “Fantômes paranoïaques authentiques”, vestito con tuta e casco da<br />

palombaro. è arrivato tenendo in mano una stecca da biliardo con due levrieri russi al guinzaglio e si deve togliergli il<br />

casco da palombaro perché è rimasto senza fiato. Commentò: “Ho solo voluto mostrare che mi stavo immergendo a fondo<br />

nella mente umana”. nelle sue fantastiche composizioni, dalì immette con estrema abilità suggestive implicazioni della psicanalisi.<br />

nel suo lavoro si è ampiamente servito del simbolismo. i suoi orologi e gli elefanti ne sono gli esempi più celebri.<br />

GiorGio de CHiriCo<br />

nasce in Grecia da una agiata famiglia italiana: il padre evaristo, ingegnere siciliano delle ferrovie, fu tra i principali<br />

realizzatori della prima rete ferroviaria in Bulgaria ed in Grecia; la madre Gemma Cervetto apparteneva alla buona borghesia<br />

genovese. nel 1891 ad atene nasce il fratello andrea alberto, che assumerà dal 1914 lo pseudonimo <strong>di</strong> alberto<br />

savinio per la sua attività <strong>di</strong> musicista, letterato e pittore. Giorgio si iscrisse al Politecnico <strong>di</strong> atene per intraprendere lo<br />

stu<strong>di</strong>o della pittura, stu<strong>di</strong>o che continuerà all’accademia <strong>di</strong> Firenze ed infine dal 1906 all’accademia delle belle arti <strong>di</strong><br />

Monaco <strong>di</strong> Baviera. in questo periodo conobbe la pittura <strong>di</strong> arnold Böcklin e dei simbolisti tedeschi. nell’estate del 1909<br />

si trasferì a Milano dove rimase sei mesi, all’inizio del 1910, si recò a Firenze dove <strong>di</strong>pinse la sua prima piazza metafisica,<br />

l’enigma <strong>di</strong> un pomeriggio d’autunno, nato dopo una visione che ebbe in Piazza santa Croce. nel 1911 de Chirico<br />

raggiunge il fratello alberto a Parigi dove conosce i principali artisti dell’epoca, comincia quin<strong>di</strong> a <strong>di</strong>pingere quadri con<br />

uno stile più sicuro. subisce l’influenza <strong>di</strong> Gauguin da cui prendono forma le prime rappresentazioni delle piazze d’italia.<br />

tra il 1912 e il 1913 la sua fama si propaga, anche se ancora non ottiene un adeguato successo economico. in questo<br />

periodo comincia a <strong>di</strong>pingere i suoi primi manichini. negli anni parigini, Giorgio <strong>di</strong>pinge alcune delle opere pittoriche<br />

fondamentali per il ventesimo secolo. allo scoppio della prima guerra mon<strong>di</strong>ale i fratelli de Chirico si arruolano volontari<br />

e vengono inviati a Ferrara. dopo un primo periodo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sorientamento dovuto al cambiamento <strong>di</strong> città, Giorgio rinnova la<br />

propria pittura, non <strong>di</strong>pinge più gran<strong>di</strong> piazze assolate ma nature morte con simboli geometrici, biscotti e pani. negli anni<br />

cinquanta la sua pittura è caratterizzata da autoritratti in costume <strong>di</strong> tipo barocco e dalle vedute <strong>di</strong> Venezia. Muore a roma<br />

il 20 novembre del 1978 al termine <strong>di</strong> una lunga malattia. Pochi mesi prima, il suo novantesimo compleanno era stato celebrato<br />

in Campidoglio. avrà per sempre un legame speciale con roma, dove oggi in quella che fu la casa del maestro, nel<br />

Palazzetto del Borgognoni a piazza <strong>di</strong> spagna, ospita la Casa Museo Giorgio de Chirico e la Fondazione a lui de<strong>di</strong>cata.


annaMaria GelMi<br />

stu<strong>di</strong>a all’istituto d’arte <strong>di</strong> trento, all’accademia <strong>di</strong> Brera a Milano con Cantatore e all’accademia <strong>di</strong> Venezia con saetti.<br />

tiene la sua prima mostra a trento alla galleria Mirana nel 1970. Usa materiali plastici come il plexiglas e il metacrilato<br />

realizzando opere <strong>di</strong> scultura e installazioni che giocano sulla trasparenza, altre con interventi a china su, gran<strong>di</strong> fogli <strong>di</strong><br />

acetato, <strong>di</strong> figure geometriche elementari, che appese proiettano le ombre coinvolgendo lo spazio. nel 1978 viene invitata<br />

per un soggiorno a Murano dove lavora il vetro con i maestri vetrai e realizza <strong>di</strong>verse opere. nei primi anni ottanta si<br />

allontana dal lavoro minimalista, essenzialmente bianco e nero per usare il colore. i lavori che connotano questo periodo<br />

sono memorie della storia, frammenti <strong>di</strong> architetture classiche, colonne, frontoni labirinti; tutti realizzati su carta Giapponese<br />

intelata. negli anni novanta le architetture <strong>di</strong>ventano solo un segno, un richiamo simbolico; il colore è più forte e fa<br />

pensare lo spazio come con<strong>di</strong>zione mentale <strong>di</strong> una visione <strong>di</strong>versa, ambigua e assoluta.<br />

realizza in questi anni le sculture-installazioni in ferro, pietra e ottone (il giar<strong>di</strong>no dell’altrove, il labirinto, Mistero sacro,<br />

il giar<strong>di</strong>no). dal 2000 presenta le sue opere su tela e le installazioni in ferro: nella Chiesa ss. Giacomo e Filippo andora,<br />

alla Facoltà <strong>di</strong> teologia Università <strong>di</strong> innsbruck in austria, all’istituto italiano <strong>di</strong> Cultura <strong>di</strong> innsbruck e allo stu<strong>di</strong>o lattuada<br />

a Milano. da allora la sua attività espositiva non si è mai interrotta, portandola in italia e all’estero.<br />

alBa Gonzales<br />

inizia il suo lavoro <strong>di</strong> scultrice nel 1973. dal 1975, data della sua prima mostra personale, lavora ininterrottamente nel<br />

proprio stu<strong>di</strong>o stabile <strong>di</strong> roma e presso i laboratori <strong>di</strong> scultura della Versilia (Pietrasanta, Querceta, Carrara) per le opere<br />

in marmo e per le fusioni in bronzo nelle fonderie <strong>di</strong> Pietrasanta e Verona. le opere in bronzo variano dalla <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong><br />

bronzetto alle me<strong>di</strong>e misure sino alle opere monumentali in marmo e materiali similari realizzati nella misura me<strong>di</strong>a sino a<br />

quella monumentale. la sua <strong>di</strong>mensione nel mondo della scultura è a livello internazionale. il riconoscimento e l’appoggio<br />

della critica è stato sempre costante. le sue opere si trovano presso musei, enti e collezionisti privati. nel 1989 ha fondato<br />

il Museo <strong>di</strong> scultura all’aperto e “Pianeta azzurro”, Centro internazionale <strong>di</strong> scultura Contemporanea, e sede dell’omonimo<br />

premio. le opere <strong>di</strong> alba Gonzales con l’evolversi della creatività si esprimono per tematiche partendo con figurazioni<br />

antropomorfiche in “Uomini e totem”, che fondono in modo originale il senso del mito arcaico e del macchinismo moderno<br />

(Uomo-macchina, 1979; Parabola <strong>di</strong> una macchina, 1982; Progetto Uomo, 1980; totem sincretistico, 1983) si ispira attraverso<br />

numerosi totem tesi verso una fantasiosa geometria modulare, un’architettura sonora. sulle opere della Gonzales<br />

ha scritto Vittorio sgarbi: “alba Gonzales è una modellatrice dalle doti inconsuete. le sue mani sono quanto mai sensibili<br />

nel plasmare le forme per espanderle nello spazio in sinuose volumetrie figurative e, nelle sue prove più lontane nel tempo,<br />

anche in strutture astratte geometricamente or<strong>di</strong>nate e pulsanti, vere e proprie scenografie <strong>di</strong> pietra. i suoi temi Gonzales<br />

li svolge con moderna<br />

seWard JoHnson<br />

lo scultore americano seward Johnson, nato nel 1930, è considerato uno dei più originali artisti del nostro tempo. Più <strong>di</strong><br />

350 bronzi <strong>di</strong> Johnson sono presenti in collezioni private e musei in tutti gli stati Uniti, in Canada, in europa e in asia. da<br />

<strong>di</strong>versi anni l’artista riempie le piazze delle città <strong>di</strong> tutto il mondo con statue raffiguranti gente comune indaffarata nelle<br />

attività quoti<strong>di</strong>ane. sono eseguite tramite un elaborato software che trasforma le immagini bi<strong>di</strong>mensionali in modelli, i quali<br />

vengono poi letteralmente stampati in tre <strong>di</strong>mensioni da una macchina collegata al computer. Come una sorta <strong>di</strong> déjá-vu<br />

artistici, Johnson solitamente realizza le sue statue prendendo spunto da celebri <strong>di</strong>pinti del passato, come ad esempio<br />

l’opera <strong>di</strong> Édouard Manet “le déjeuner sur l’herbe”. strategica la scelta del luogo dove espone le sue opere, che entrano<br />

e rivelano una nuova identità degli spazi urbani. i suoi lavori entrano nella vita della città e della gente, costringono a riflettere<br />

sui temi d’attualità e sul ruolo che l’arte può avere nella società. nella visione dell’artista “l’arte ha come specificità<br />

quella <strong>di</strong> riuscire a toccare nell’uomo quelle corde interiori altrimenti inerti, farle vibrare, donare emozioni e nuove consapevolezze<br />

per poi illuminare le altre sfere dell’agire, tanto nella sfera privata quanto in quella comune”. seward Johnson<br />

ha un legame particolare con roma, dove è ospitato uno dei suoi lavori più “<strong>di</strong>fficili” e tra i più gran<strong>di</strong> per <strong>di</strong>mensione: è il<br />

gigante <strong>di</strong> alluminio dal titolo “the awakening”. l’unica altra fusione <strong>di</strong> questa scultura si trova a Washington, collocata in<br />

occasione <strong>di</strong> una Conferenza internazionale <strong>di</strong> scultura più <strong>di</strong> due decenni fa. da allora il “gigante” è <strong>di</strong>ventato un punto<br />

<strong>di</strong> riferimento del panorama della città, come le visite al lincoln Memorial e alla Casa Bianca, ne è <strong>di</strong>venuta un simbolo.<br />

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GiaCoMo Manzù<br />

Giacomo Manzù, pseudonimo <strong>di</strong> Giacomo Manzoni, (Bergamo, 22 <strong>di</strong>cembre 1908 – roma, 17 gennaio 1991) è stato uno<br />

dei maggiori scultori italiani. Un<strong>di</strong>cesimo figlio del calzolaio e sagrestano angelo Manzoni e della moglie Maria Pesenti,<br />

impara presto a lavorare ed intagliare il legno. si avvicina all’arte durante il servizio militare, svolto a Verona (1927/’28),<br />

dove stu<strong>di</strong>a le porte <strong>di</strong> san zeno e i calchi dell’accademia <strong>di</strong> Belle arti Gian Bettino Cignaroli. nel 1929 Manzù si trasferisce<br />

a Milano, dove l’architetto Giovanni Muzio gli affida la decorazione della cappella dell’Università Cattolica. nel<br />

1933, espone alla triennale <strong>di</strong> Milano una serie <strong>di</strong> busti che gli valgono numerosi apprezzamenti e l’anno successivo tiene<br />

la sua prima mostra importante con il pittore aligi sassu, con cui con<strong>di</strong>vide lo stu<strong>di</strong>o, alla galleria “Cometa” <strong>di</strong> roma. nel<br />

1939 inizia a produrre una serie <strong>di</strong> bassorilievi in bronzo (stiacciato fiorentino), le deposizioni e le Crocifissioni per la<br />

serie Cristo nella nostra umanità, in cui il tema sacro della morte <strong>di</strong> Gesù Cristo viene usato per simboleggiare prima la<br />

brutalità del regime fascista e poi gli orrori della guerra. l’esposizione delle opere, tenutasi a Milano nel 1942, verrà severamente<br />

criticata dalle autorità politiche ed ecclesiastiche. il suo nudo Francesca Blanc vince il premio della Quadriennale<br />

<strong>di</strong> roma del 1943. la sua vita viene influenzata dalla permanenza a salisburgo fino al 1960. è in quella città che conosce<br />

inge schabel, che <strong>di</strong>venterà la sua compagna <strong>di</strong> vita. lei e la sorella sonja <strong>di</strong>ventano le modelle <strong>di</strong> tutti i suoi ritratti ed è<br />

in quel periodo che inizia a lavorare alla realizzazione della Porta della Morte per la Basilica <strong>di</strong> san Pietro in Vaticano<br />

(compiuta nel 1964). in particolare la porta vaticana, che impegna l’artista dal 1947 al 1964, <strong>di</strong>viene l’epicentro <strong>di</strong> una<br />

poetica che nel <strong>di</strong>alogare con la tra<strong>di</strong>zione ne rifiuta gli aspetti più strettamente accademici. nel 1964 Manzù va a vivere<br />

in una villa nei pressi <strong>di</strong> ardea (roma), nella località <strong>di</strong> Campo del Fico nel comune <strong>di</strong> aprilia (lt), che oggi in suo onore<br />

è stata ribattezzata Colle Manzù.<br />

dopo circa <strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong> bassorilievi, torna all’opera a figura intera realizzando in bronzo figure femminili che vanno dai ritratti<br />

della moglie a temi più o meno scopertamente erotici come l’artista con la modella (rilievo), gli amanti e lo strip-tease.<br />

in occasione del suo settantesimo compleanno, nel 1979, Manzù dona l’intera sua collezione (la “raccolta amici <strong>di</strong><br />

Manzù” fondata nel 1969 ad ardea) allo stato italiano. nel 1989, a new york, viene inaugurata <strong>di</strong> fronte alla sede<br />

dell’onU l’ultima sua grande realizzazione, una scultura in bronzo alta 6 metri.<br />

Mira Maylor<br />

è un artista del vetro e scultrice israeliana che lavora nel suo stu<strong>di</strong>o a tel aviv. il suo lavoro varia dalle monumentali commissioni<br />

a livello mon<strong>di</strong>ale <strong>di</strong> opere d’arte pubblica, alle opere d’arte minori per collezionisti privati. Molti dei suoi lavori<br />

sono realizzati esclusivamente in vetro, come il muro della sinagoga della residenza presidenziale <strong>di</strong> Gerusalemme. altre<br />

opere combinano il vetro con materiali <strong>di</strong>versi, come accade per il lavoro presso la Hebrew University, a Gerusalemme. le<br />

tecniche utilizzate sono molto <strong>di</strong>verse e variano dal vetro caldo alle tecniche <strong>di</strong> vetro freddo. Mira è già inclusa in <strong>di</strong>verse<br />

importanti collezioni d’arte in tutto il mondo.<br />

il suo lavoro si concentra, attraverso un punto <strong>di</strong> vista senza tempo, sulla cultura locale israeliana e si intreccia per <strong>di</strong>alogare<br />

con il meccanismo <strong>di</strong> coscienza del simbolismo su <strong>di</strong>versi livelli. Questi elementi sono evidenti nelle sue opere pubbliche<br />

come “let there Be light”. le sue opere vivono <strong>di</strong> significati stratificati e si prestano a varie interpretazioni. in questo senso<br />

il vetro rappresenta il materiale ideale grazie alla capacità <strong>di</strong> dare impressioni <strong>di</strong>verse, talvolta opposte, e allo stesso<br />

tempo <strong>di</strong> contenere e riflettere la luce.<br />

sante MonaCHesi<br />

l’artista nasce a Macerata nel 1910 e inizia la sua carriera artistica alla scuola d’arte Professionale <strong>di</strong> Macerata, stu<strong>di</strong>ando<br />

con lo scultore de angelis dal quale apprende la tecnica dell’incisione su legno. nel 1932 aderisce al movimento <strong>di</strong><br />

aeropittura Futurista e fonda con tano, Peschi ed altri artisti maceratesi, il Gruppo Futurista “Umberto Boccioni”, che dà<br />

vita ad un’intensa attività artistica <strong>di</strong> ricerca, ottenendo l’appoggio dello stesso Marinetti.<br />

nel 1937 comincia un periodo molto intenso per Marchesi pittore: partecipa all’esposizione Universale <strong>di</strong> Parigi, è presente<br />

alla <strong>Biennale</strong> <strong>di</strong> Venezia e alla Mostra itinerante <strong>di</strong> aeropittura Futurista, nel 1939 è alla Quadriennale <strong>di</strong> roma con l’<br />

autorevole presentazione <strong>di</strong> Marinetti. intraprende un cammino attraverso le nuove esperienze artistiche europee, esplorando<br />

le possibilità pittoriche dell’espressionismo, dei fauves e delle tendenze post-cubiste, affinando la sua istintiva sensibilità<br />

cromatica. sempre attratto dalla ricerca <strong>di</strong> nuovi materiali, negli anni ‘60 scopre la gommapiuma e il polimetilmetacrilato,<br />

con cui tenta <strong>di</strong> catturare il vuoto e creare forme in <strong>di</strong>venire. Fino alla sua morte, nel 1991, Monachesi realizza una serie<br />

<strong>di</strong> progetti focalizzando la sua attenzione all’uso, in chiave artistica, <strong>di</strong> materiali frutto delle nuove tecnologie industriali.


Henry Moore<br />

nasce nel 1898 a Castleford, nello yorkshire. suo padre è minatore ma lo incoraggia a stu<strong>di</strong>are. Mostra un precoce<br />

interesse per la scultura: ama intagliare il legno e modellare l’argilla. nel 1919 si iscrive alla scuola d’arte <strong>di</strong> leeds: è<br />

l’unico studente <strong>di</strong> scultura. nel 1921, Moore vince una borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o per il royal College of art <strong>di</strong> londra. Frequenta il<br />

Victoria and albert Museum e il British Museum, dove si lascia affascinare dalle sculture messicane. nel 1925 è <strong>di</strong> nuovo<br />

in viaggio con una borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o del royal College: visita roma, Firenze, Pisa, siena, assisi, Padova, ravenna e Venezia.<br />

si interessa soprattutto ai gran<strong>di</strong> maestri: Giotto, Masaccio, Michelangelo, donatello e Giovanni Pisano. nel 1928 riceve<br />

la prima commissione pubblica: un rilievo in pietra per la sede centrale del Charles Holden’s new london transport.<br />

il 1929 è l’anno della prima reclining Figure (Figura giacente) mentre nel 1930, Moore viene accolto nella “seven and<br />

Five society”, una società composta da 7 pittori e 5 scultori, e partecipa alla <strong>Biennale</strong> <strong>di</strong> Venezia.<br />

nel 1936, Moore si accosta ai surrealisti ed espone con loro alle new Burlington Galleries <strong>di</strong> londra. Partecipa anche<br />

alla mostra sull’arte astratta e cubista, organizzata da alfred Barr al Moma <strong>di</strong> new york. nel 1937 entra a far parte del<br />

gruppo surrealista lon<strong>di</strong>nese. nel 1948 <strong>di</strong>venta membro della royal Fine arts Commission (1948-1971). Vince il Primo<br />

premio per la scultura alla <strong>Biennale</strong> <strong>di</strong> Venezia.<br />

MaUrizio orriCo<br />

nasce a Cosenza nel 1962. dopo varie esperienze artistiche in italia, e dopo frequenti viaggi negli stati Uniti nei primi<br />

anni novanta, realizza una personale nel prestigioso spazio <strong>di</strong> leo Castelli a new york nel 1994. Contemporaneamente al<br />

lavoro <strong>di</strong> ricerca pittorica si occupa <strong>di</strong> fotografia analogica e <strong>di</strong>gitale e <strong>di</strong> altri mezzi espressivi quali scultura, installazione<br />

e video art. al momento i protagonisti <strong>di</strong> questo percorso artistico sono gli animali: pecore, mucche e maiali.<br />

Come cita il critico italo zannier docente <strong>di</strong> storia della fotografia all’Università <strong>di</strong> Venezia: “[… ]quella degli animali è<br />

come l’immagine della guerra, dove il sangue non ha odore né temperatura, e persino il suo colore è “<strong>di</strong>verso”, in quanto<br />

puro pigmento o pura luce”. la “raccolta” <strong>di</strong> orrico non è un “catalogo” <strong>di</strong> animali o una illustrazione della loro <strong>di</strong>namica<br />

fisica, come nella sperimentazione esplorata cronofotograficamente dai Marey, Muybridge, ann schultz negli ultimi decenni<br />

dell’ottocento, con risultati tecnici che allora sbalor<strong>di</strong>vano. Maurizio orrico, semmai, vuole “sbalor<strong>di</strong>re” in altro modo,<br />

cogliendo in sintesi i tratti fisionomici dell’animale, i loro sguar<strong>di</strong> interroganti, specialmente <strong>di</strong> buoi, pecore, maiali; animali<br />

che orrico riesce persino ad antropizzare, e in una certa misura ad umanizzare.<br />

infine, cerca amorosamente <strong>di</strong> scoprire forme nuove implicite in quegli animali, servendosi delle possibilità <strong>di</strong> selezione<br />

e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> visualizzazione grafica concessa dalla tecnologia <strong>di</strong>gitale e dal computer, in un tentativo ovviamente anche<br />

pittorico, <strong>di</strong> esaltazione del colore, e infine <strong>di</strong> straniamento, ossia <strong>di</strong> liberazione dalla tra<strong>di</strong>zione oggettiva della fotografia,<br />

intesa come fac simile. è tra i fondatori e membro del Psl, Pluri sensorial laboratory, un laboratorio work in progress che<br />

si occupa <strong>di</strong> tecniche agevolanti la riduzione <strong>di</strong> anomalie percettive.<br />

attualmente vive e lavora tra la città natale, Milano e new york.<br />

HannU PalosUo<br />

nato nel 1966 a Helsinki in Finlan<strong>di</strong>a. Ha vissuto a stoccolma e Berlino. nel 1989 è a roma con una borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o,<br />

dove frequenta la facoltà <strong>di</strong> lettere e Filosofia dell’Università degli stu<strong>di</strong> “la sapienza” con l’in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> “storia dell’arte<br />

Moderna” e l’accademia statale <strong>di</strong> Belle arti. la Capitale <strong>di</strong>venta la sua residenza principale, eppure numerose sono le<br />

esperienze <strong>di</strong> lavoro artistico in europa. l’ultima in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> tempo alla Cité international des arts: Parigi. le opere dell’artista<br />

sono presenti in collezioni private ed istituzioni pubbliche in Finlan<strong>di</strong>a, italia, Giordania, tunisia, Giappone, spagna,<br />

Montecarlo, Uruguay, Hong Kong, argentina, Germania, turchia, svezia, Bosnia, Gran Bretagna, Giordania, Usa e, a più<br />

riprese, anche in Giappone. la scelta culturale è acuta, non mero sfoggio <strong>di</strong> tecnica. Palosuo elabora un nuovo modo <strong>di</strong><br />

interpretare: « (...) comincia a muoversi tra mon<strong>di</strong> paralleli, l’oggetto-se<strong>di</strong>a <strong>di</strong>pinto quasi ad essere tangibile, la memoria<br />

dell’ombra, lo sfondo, tutti eseguiti con me<strong>di</strong>a <strong>di</strong>versi (...) l’ombra stessa è <strong>di</strong>pinta, e lo sfondo è lasciato intatto, solo tela.<br />

(Montonen 2008)». nel 2009, è alla 53.Mostra internazionale d’arte, la <strong>Biennale</strong> <strong>di</strong> Venezia, dove ha rappresentato<br />

l’italia nel Pa<strong>di</strong>glione della repubblica araba siriana a Palazzo zenobio.<br />

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MaUro PerUCCHetti<br />

artista italiano che vive e lavora a londra. recentemente, ha esposto alla Frieze art Fair lon<strong>di</strong>nese, nella zona <strong>di</strong> Marble<br />

arch, una sua installazione: “Jelly Baby Family”. Molto vicino all’arte povera italiana al punto da essere considerato più<br />

un artista “italiano” che un artista legato all’arte pop o minimalista americana. le sue sculture sono delle operazioni <strong>di</strong><br />

spigolosità ed eleganza nell’uso dei materiali e nell’organicità dell’opera che stupisce per grandezza e significato. riesce<br />

a far emergere un forte gioco ironico dalle sue sculture.<br />

l’artista utilizza come materia per i suoi lavori principalmente il Jelly Baby, gelatina che trasforma in figure pop minimali.<br />

l’Halcyon Gallery <strong>di</strong> londra ha curato una mostra personale dell’artista lo scorso gennaio. nel frattempo l’installazione<br />

“Jelly Baby Family” rimarrà a Marble arch fino ad aprile 2011. il progetto fa parte del Council City of sculpture Festival, in<br />

cui convergeranno altre opere da parte <strong>di</strong> gallerie e artisti. Materiali amati dall’artista trapiantato a londra sono i cristalli<br />

swaroskwi, che utilizza in maniera del tutto inusuale nelle sue sculture e che rappresentano riflessioni politiche o provocatorie<br />

delle quali l’arte <strong>di</strong> Perucchetti è fortemente intrisa. Famose anche le sue sculture in plastica o le sue “rie<strong>di</strong>zioni”<br />

<strong>di</strong> classici dell’arte come “il david” <strong>di</strong> Michelangelo. Come Jeff Koons si muove con sicurezza e sfrontatezza, in maniera<br />

<strong>di</strong>ssacratoria, pungente e pop. dal 2002 ad oggi ha esposto in tutto il mondo, da londra, a Parigi, oslo, Vienna, Miami.<br />

in italia, solo una volta, nel 2008, a Porto Cervo. Perucchetti si è guadagnato le critiche positive da parte del noto storico<br />

dell’arte edward lucie-smith.<br />

lorenzo QUinn<br />

nato a roma nel 1966, è figlio dell’attore americano anthony Quinn e <strong>di</strong> iolanda Quinn (Jolanda addolori). è cresciuto tra<br />

gli stati Uniti e l’italia, ma vive in spagna, a Barcellona. Ha incominciato a manifestare la sua attitu<strong>di</strong>ne artistica proprio a<br />

roma, nei primi anni ottanta, al punto da intraprendere gli stu<strong>di</strong> all’american academy of Fine arts <strong>di</strong> new york. attratto<br />

anche dalla passione per la recitazione, incomincia a farsi conoscere come attore sul grande schermo, interpretando la<br />

parte del pittore surrealista salvador dalì accanto a sarah douglas, nel 1991. dopo essersi personificato nei panni del<br />

pittore catalano e aver ricevuto il premio come miglior attore al Film Festival <strong>di</strong> Biarritz, Quinn decide <strong>di</strong> allontanarsi gradualmente<br />

dal cinema per de<strong>di</strong>carsi al mondo dell’arte e, in particolar modo, alla scultura.<br />

Michelangelo, Bernini, Jean-Baptiste Carpeaux e auguste ro<strong>di</strong>n sono capisal<strong>di</strong> in<strong>di</strong>spensabili nell’evolversi della sua cifra<br />

scultorea. ogni singola scultura nasce prima in forma scritta, sia essa poetica o letteraria e, successivamente, viene schematizzata<br />

su carta e poi creata su un modello più piccolo.<br />

Già all’età <strong>di</strong> ventun’ anni riesce a guadagnarsi l’attenzione della comunità artistica <strong>di</strong> new york e viene incaricato <strong>di</strong> fare<br />

un’opera d’arte per le nazioni Unite. in seguito, viene selezionato per una campagna pubblicitaria per absolut Vodka.<br />

Poco dopo, nel 1994, viene scelto per creare la scultura <strong>di</strong> sant’antonio per il Vaticano. l’opera è stata benedetta da Papa<br />

Giovanni Paolo ii in piazza san Pietro, davanti a 35.000 persone, e inserito nella Basilica del santo, a Padova, per commemorare<br />

l’ottavo centenario della morte del santo. nel 2005, due sculture hanno inaugurato l’aspire academy for sports<br />

excellence, a doha, in Qatar. nel 2008 evolution, è stato scelto per inaugurare la nuova sede della Halcyon Gallery, a<br />

Mayfair, londra. il suo progetto in corso, “the Globe of life”, che rappresenta i momenti più importanti della storia, sembra<br />

destinata a essere la sua opera più importante fino ad oggi, con cinque sculture in bronzo monumentali. Quinn ha esposto<br />

le sue opere in gallerie e musei <strong>di</strong> tutto il mondo<br />

alFredo raPetti<br />

nasce nel 1961 a Milano, città dove vive e lavora. il padre, Giulio, è in arte Mogol mentre il nonno materno è alfredo<br />

de Pedrini, presidente dell’associazione arti Grafiche. Già da giovanissimo, proprio grazie al nonno, si accosta al mondo<br />

dell’arte. e sarà sempre un crescendo artistico e professionale che lo porterà ad esporre in tutto il mondo, collaborando,<br />

nel 1998, con il fotografo, Fabrizio Ferri, ad un serie <strong>di</strong> progetti multime<strong>di</strong>ali a new york.<br />

la sua opera scultorea è da intendere come un prolungamento tri<strong>di</strong>mensionale del piano pittorico, caratterizzato da continui<br />

segni <strong>di</strong> grafia. ed è proprio la scrittura che costituisce il leitmotiv dell’arte <strong>di</strong> rapetti, dai lavori pittorici a quelli scultorei.<br />

la volontà <strong>di</strong> scrivere, <strong>di</strong> intagliare e impressionare la tela è alla base della sua ricerca artistica che senza dubbio dà<br />

vita a un lavoro <strong>di</strong> elevata qualità artistica e <strong>di</strong> forte equilibrio formale. la bellezza, la piacevolezza estetica potrebbero<br />

sembrare, a prima vista, l’unica qualità <strong>di</strong> questa pittura che sposa soprattutto il segno, la scrittura ricordandoci in qualche<br />

modo l’arte della calligrafia che fu importata in europa da Mark tobey, dopo un lungo soggiorno in oriente. lo scritto


per rapetti non ha però alcun significato razionale ma assume una valenza fortemente simbolica dato che, come l’artista<br />

stesso afferma, dentro le lettere, le parole ci siamo noi, con la nostra storia, la nostra vita senza le quali non potremmo<br />

esistere, saremmo <strong>di</strong>menticati come spesso succede oggi, nella totale incuria della storia dell’uomo, del suo passato e <strong>di</strong><br />

conseguenza del suo presente e possibile futuro. la musica è un altro elemento forte nelle opere <strong>di</strong> rapetti, non soltanto<br />

perché figlio del “paroliere” Mogol, ma perché costituisce uno dei legami più forti tra la sua idea <strong>di</strong> arte e la creazione<br />

artistica. le sue opere sono oggi battute nelle maggiori aste <strong>di</strong> arte contemporanea.<br />

alessandro reGGioli<br />

Vive e lavora a Firenze, dove è nato nel 1971. nel 1989, si è <strong>di</strong>plomato al liceo artistico e nel 1995 ha concluso gli<br />

stu<strong>di</strong> presso l’accademia <strong>di</strong> Belle arti <strong>di</strong> Firenze. Fra i suoi maestri si ricordano Giufietti e alessandro nocentini, poeta<br />

elegantissimo dei fiori sfioriti. reggioli è un artista materico, lo scheletro del suo operare è squisitamente simbolico, o meglio<br />

etico-simbolico, figlio anche <strong>di</strong> una passione esistenziale però frenata da un caparbio raziocinio. dal 1995 al 2010<br />

ha esposto in mostre personali in città come roma, Milano, Firenze, Hong Kong. numerosissime sono le mostre collettive,<br />

dal 1993 fino al 2008, nelle migliori gallerie d’arte italiane. <strong>di</strong> lui hanno scritto molti critici, facendo emergere la forza<br />

materica, della quale ciascuna opera è, fortemente, intrisa. il giornalista rai Vincenzo mollica <strong>di</strong> lui ha scritto: «C’è un<br />

cuore che batte nel pianeta terra e reggioli lo ha rappresentato, fermato, estratto per sottoporlo agli occhi degli umani che<br />

lo avevano scordato, che non sentono più i suoi battiti, che non vivono il suo respiro. il cuore della terra che abbiamo fatto<br />

ammalare, che vive da millenni e ancora resiste».<br />

andreW roGers<br />

andrew rogers è uno scultore australiano, le cui opere si trovano in tutto il mondo. Vive a Melbourne, dove opera come<br />

artista a tempo pieno. è il creatore del più grande progetto <strong>di</strong> land art, intitolato “rhythms of life”, avviato nel 1998.<br />

attualmente <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> 46 strutture in pietra massiccia (geoglifi) in israele, Cile, Bolivia, sri lanka, australia, islanda,<br />

Cina, in<strong>di</strong>a, turchia e nepal. Presto si aggiungeranno anche gli stati Uniti, il regno Unito, l’europa orientale e l’africa.<br />

separatamente e insieme questi geoglifi formano un insieme unico <strong>di</strong> <strong>di</strong>segni sulla terra e, estendendosi in tutto il mondo,<br />

collegano le persone con la storia e il patrimonio, promuovendo un messaggio <strong>di</strong> unione e pace. le sue opere sono state<br />

presentate da personalità <strong>di</strong> fama mon<strong>di</strong>ale come John Howard, Vincent Fox, efraim Katzir, richard Butler e simon Wiesenthal.<br />

<strong>di</strong> particolare nota è il sito in Cappadocia, in turchia, dove a maggio del 2010 rogers ha completato il “time and<br />

space”, parco geoglifo. le do<strong>di</strong>ci strutture comprendono più <strong>di</strong> 10.500 tonnellate <strong>di</strong> pietra. Come delle metafore, queste<br />

sculture rimandano al ciclo eterno della vita e della rigenerazione per l’intera umanità. dalle sue sculture <strong>di</strong> bronzo, invece,<br />

si evince la capacità <strong>di</strong> rappresentare il movimento della materia in un “<strong>di</strong>alogo” tra pieno e vuoto, tra continui incastri con<br />

uno slancio <strong>di</strong>namico, armonico ed elegante.<br />

PierlUiGi slis<br />

nasce nel 1974 a Wuppertal, in Germania, ma vive e lavora a revine, (treviso). Writer professionista dal 1992, è tra i<br />

fondatori de “ la Kremeria art Group”, collettivo <strong>di</strong> artisti con i quali ha realizzato opere <strong>di</strong> aerosol art per molte aziende<br />

illustri. si definisce un “evoluzionista concettuale”, che si lascia ispirare dalla contemporaneità creando nuove forme. sviluppa<br />

la ricerca artistica personale sulla riflessione e sull’analisi dei rapporti tra i pensieri generati dall’imperfetto e dalla<br />

precarietà delle cose e dall’esistenza. si esprime con composizioni pittoriche ed installazioni, usando materiali poveri, residui<br />

o materiali intrisi già <strong>di</strong> una storia. Ha realizzato installazioni e scenografie per la comunicazione aziendale <strong>di</strong> nomi<br />

<strong>di</strong> rilievo nel panorama nazionale. nel 2010, partecipa al “tour” americano relativo alla mostra itinerante “omaggio a<br />

Giorgio de Chirico”, organizzata dalla Fondazione Giorgio e isa de Chirico. Quella condotta da Pierluigi slis è pertanto<br />

un’operazione <strong>di</strong> “metamorfosi del reale”, che afferma la sua forza espressiva nella pienezza e nell’intensità del segno,<br />

accanto al graffitismo e alla fantasia.<br />

148|149<br />

a.r.G.a.M<br />

artisti selezionati da a.r.g.a.m.<br />

l’assoCiazione roMana Gallerie d’arte Moderna (a.r.G.a.M.), nata nel 1972 a roma come a.G.a.r. (associazione<br />

Gallerie d’arte romane), ha aderito in seguito al sindacato nazionale Mercanti d’arte Moderna <strong>di</strong>venuto<br />

nel 1975 associazione romana Mercanti d’arte Moderna, oggi denominata associazione nazionale Gallerie d’arte<br />

Moderna (a.n.G.a.M.). dal 1993 l’associazione ha assunto il nome <strong>di</strong> associazione romana Gallerie d’arte Moderna<br />

(a.r.G.a.M.) con un proprio atto costitutivo ed un proprio statuto, operando quale sezione territoriale dell’a.n.G.a.M.<br />

soltanto nel 1997, con l’assemblea del 20 gennaio, l’a.r.G.a.M. ha deciso, pur seguendo gli stessi fini <strong>di</strong> promozione<br />

dell’arte moderna e contemporanea e <strong>di</strong> tutela della categoria, <strong>di</strong> gestirsi autonomamente nei confronti dell’associazione<br />

nazionale con sede a Milano, al fine anche <strong>di</strong> riven<strong>di</strong>care l’importanza <strong>di</strong> roma quale centro culturale in grado <strong>di</strong> presentare<br />

proposte autonome nel campo dell’arte. l’associazione si è avvalsa della Presidenza <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Bruno sakraischik<br />

fino al 1986, <strong>di</strong> antonio Porcella dal 1986 al 1989, <strong>di</strong> Giuseppe Marino dal 1989 al 1992, e <strong>di</strong> Carmine siniscalco dal<br />

1992. attualmente l’a.r.Ga.M. conta 30 gallerie associate.<br />

dal 1993 sono state organizzate manifestazioni annuali nel nome <strong>di</strong> PriMaVerile roMana, secondo la formula <strong>di</strong>venuta<br />

ormai tra<strong>di</strong>zionale <strong>di</strong> mostre organizzate dalle gallerie partecipanti nei propri spazi espositivi su un tema adottato dall’assemblea<br />

dell’associazione, con una stessa data <strong>di</strong> apertura e chiusura, un unico invito ed un unico catalogo, un ufficio<br />

stampa ed un incontro-<strong>di</strong>battito, in occasione della conferenza stampa per la presentazione del catalogo, con l’intervento<br />

<strong>di</strong> galleristi, artisti ed addetti ai lavori.<br />

dal 1997, anno della sua quinta e<strong>di</strong>zione, la Primaverile a.r.G.a.M. ha avuto il patrocinio dell’assessorato alle Politiche<br />

Culturali del Comune <strong>di</strong> roma e dal 1999 si è avvalsa anche, per la sua realizzazione, <strong>di</strong> un contributo dell’assessorato<br />

stesso. dal 2005 l’associazione collabora con il Ministero dell’Università e della ricerca (MUr, già MiUr) ospitando nelle<br />

gallerie partecipanti alla Primaverile, in<strong>di</strong>pendentemente dal tema dell’anno, opere dei finalisti e vincitori del PreMio<br />

nazionale delle arti indetto dal MUr.<br />

Quest’anno alla sua se<strong>di</strong>cesima e<strong>di</strong>zione, la Primaverile ha adottato come tema portante Prendere Posizione, in<strong>di</strong>cativo<br />

segnale dell’importanza che l’associazione riserva al coinvolgimento etico dell’opera d’arte ai problemi della società<br />

<strong>di</strong> oggi. le opere sul tema, espressamente commissionate o raccolte dalle gallerie, saranno esposte al Museo Venanzo<br />

Crocetti, che per il secondo anno consecutivo ospita iniziative dell’associazione, dal 22 aprile al 22 maggio. le opere dei<br />

finalisti e vincitori del Premio nazionale delle arti 2007 saranno esposte dal 20 maggio al 20 giugno nelle se<strong>di</strong> espositive<br />

delle singole gallerie insieme alle proposte avanzate dalle gallerie stesse (personali o collettive sul tema). l’intera PriMa-<br />

Verile sarà sul sito a.r.G.a.M. www.argam.net/org/it per la durata <strong>di</strong> un anno.<br />

GioVanni Balderi<br />

nasce nel 1970 a seravezza. nel 1984? nizia lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> ornato floreale e stile, presso la bottega del Maestro ornatista<br />

ledo tartarelli. si <strong>di</strong>ploma con due borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o all’istituto statale d’arte <strong>di</strong> Pietrasanta dal 1990 al ’94. Continua lo<br />

stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> anatomia e modellato con lo scultore enzo Pasquini, maestro del neoClassico, poi iniziano le collaborazioni<br />

con <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong> d’arte <strong>di</strong> Pietrasanta, senza mai interrompere la personale ricerca espressiva. in australia nel 2001 tiene<br />

i corsi <strong>di</strong> tecniche della scultura, a Brisbane. nel 2009 è tra gli artisti <strong>di</strong> “italian Festival of arts and Crafts” Betlemme-<br />

Gerusalemme, in israele. le mostre personali lo portano a esporre in italia e anche all’estero, fino in alabama nel 2010<br />

al “Montgomery Museum of Fine arts”. il 2010 è anche l’anno in cui partecipa alla prima “<strong>Biennale</strong> internazionale <strong>di</strong><br />

Grottaglie” a taranto, e a “Forte 2010 Vs” a Forte dei Marmi.<br />

nUnzio BiBBò<br />

nato nel 1946 a Castelvetere, in Val Fortore, è uno scultore e pittore italiano che segue gli insegnamenti <strong>di</strong> renato Marino<br />

Mazzacurati, <strong>di</strong> emilio Greco e <strong>di</strong> Umberto Mastroianni. la memoria, la storia e la natura sono le tematiche guida<br />

dell’artista, le sue fonti primarie d’ispirazione. dal 1969 ad oggi ha esposto in italia e all’estero. Fra le <strong>di</strong>verse opere<br />

monumentali create da Bibbò, la più complessa viene terminata nel 1988, e si tratta della “Porta sui temi della vita <strong>di</strong> san<br />

Paolo” realizzata per la Cattedrale <strong>di</strong> reggio Calabria. Ma la sua arte lo ha portato ad essere conosciuto e apprezzato<br />

fuori dai confini nazionali e le sue opere sono oggi conservate in Bulgaria, in Germania, in inghilterra, negli stati Uniti.<br />

Bibbò ha rafforzato il suo legame con reggio Calabria realizzando altre due opere monumentali: la “Porta del Bene” e la<br />

“Porta del Male”, portali laterali del santuario <strong>di</strong> san Paolo a reggio Calabria.


FederiCo BrooK<br />

nasce a Buenos aires nel 1933 ma dal 1956 si trasferisce in italia e sceglie <strong>di</strong> vivere a roma. inizia la sua carriera artistica<br />

nel nostro paese: nel 1961 esegue due gran<strong>di</strong> opere in terracotta per il Palazzo del lavoro progettato da Pierluigi<br />

nervi per l’esposizione “italia 61” <strong>di</strong> torino; nel 1963 a roma esegue una fontana in pietra, struttura latina; nel 1964<br />

scolpisce un’altra fontana per la repubblica <strong>di</strong> san Marino e nello stesso anno esegue una scultura in pietra e bronzo<br />

“totem”, che inserita nell’architettura sostiene il soffitto <strong>di</strong> cemento dell’ingresso della clinica “Villa Mafald” a roma. nel<br />

1966 scolpisce il battistero della chiesa <strong>di</strong> san Martino Papa, a roma, ed esegue una fontana scultura per la nuova sede<br />

della rai in viale Mazzini, “Macchina spaziale”. tra il 1973 e il 1974 progetta ed esegue il soffitto per la nuova sede del<br />

Ministero delle Poste e telecomunicazioni nel quartiere eur <strong>di</strong> roma: si tratta <strong>di</strong> un modulo variabile in acrilico e metallo.<br />

Brook è stato invitato alla <strong>Biennale</strong> <strong>di</strong> Venezia del 1962, con cinque gran<strong>di</strong> sculture, e poi nella sezione <strong>di</strong> scultura internazionale<br />

della <strong>Biennale</strong> <strong>di</strong> Venezia del 1972. è stato nominato commissario alla <strong>Biennale</strong> <strong>di</strong> Venezia negli anni 1964,<br />

1968, 1972, 1988 e 1990.?le sue opere si trovano in collezioni pubbliche, quali la Galleria nazionale d’arte Moderna<br />

<strong>di</strong> roma, il Museo Ca’ rezzonico <strong>di</strong> Venezia, Gallerie Comunali <strong>di</strong> Macerata, anticoli Corrado; e private, in argentina,<br />

Belgio, Brasile, Canada, Francia, Germania, inghilterra, italia, Messico, Panama, Perù, repubblica <strong>di</strong> san Marino, spagna,<br />

stati Uniti, svizzera, Uruguay, Venezuela.<br />

enzo CarneBianCa<br />

nasce a roma nel 1948, dove vive e lavora. lo stile <strong>di</strong> Carnebianca si esprime in un mondo visionario <strong>di</strong> un surrealismo<br />

intrigante. le sue raffigurazioni scultoree e pittoriche esprimono una mitologia intima, con esseri del subconscio: “antroposerpenti”,<br />

spirali, le figure con il terzo occhio con i cefali delle proporzioni “atlantidee”. i suoi esseri semi<strong>di</strong>vini ricordano<br />

il tempo che fu o quello che sarà, nello spazio illuminato dal “sol turchese”. il suo percorso artistico inizia negli anni ‘60<br />

allo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> scenografia teatrale con il maestro Camillo Parravicini, e nel cinema negli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>no de laurentiis sulle<br />

scenografie <strong>di</strong> Fred tuch. artista poliedrico, già dalla fine degli anni ’60 si de<strong>di</strong>ca alla scultura, con le opere in legno, pietra,<br />

ceramica e inquietanti figure in bronzo, che rimangono tra le sue creazioni più originali. è facile rintracciare le origini<br />

del mondo fantastico <strong>di</strong> Carnebianca nelle popolate memorie <strong>di</strong> civiltà scomparse. Va considerato come il più coerente e<br />

geniale prosecutore della linea fantastico-surrealista che, in italia, ha il suo inizio con alberto savinio, ma ha ovviamente<br />

molti e motivati legami con il surrealismo europeo, soprattutto nella versione iper-figurativa <strong>di</strong> dalì.<br />

Venanzo CroCetti<br />

le potenzialità artistiche <strong>di</strong> Venanzo Crocetti si evidenziarono fin dalla fanciullezza, quando all’età <strong>di</strong> cinque anni <strong>di</strong>segnò<br />

le pareti della sua abitazione con il carbone. Frequentando le scuole elementari, mise in risalto l’innata bravura nel<br />

<strong>di</strong>segno. nel 1928, dopo alcuni anni <strong>di</strong>fficili, si trasferì a roma, riuscendo ad attenuare le <strong>di</strong>fficoltà economiche dopo<br />

le gravi vicende famigliari. il suo nome cominciò a essere sempre più conosciuto mentre le sue opere, <strong>di</strong> pari passo, andavano<br />

crescendo <strong>di</strong> valore. a vent’anni, grazie al premio assegnatogli dalla Galleria nazionale <strong>di</strong> Firenze, fu invitato<br />

a partecipare alla <strong>Biennale</strong> <strong>di</strong> Venezia del 1934. nel 1946, a soli 33 anni, gli fu affidata la cattedra <strong>di</strong> scultura in seno<br />

all’accademia <strong>di</strong> belle arti <strong>di</strong> Venezia. nel 1956, si trasferì a Firenze, dove aveva vinto il concorso per la cattedra <strong>di</strong> scultura<br />

nell’accademia. nel 1965, concluse il lavoro (durato alcuni anni) per la “Porta dei sacramenti” nella Basilica <strong>di</strong> san<br />

Pietro in Vaticano, opera inaugurata da Papa Paolo Vi, il 12 settembre 1965. Mantenne la presenza nelle più importanti<br />

mostre e manifestazioni artistiche in italia, ma espose anche nella Mostra d’arte italiana <strong>di</strong> Parigi. in continua crescita, la<br />

sua fama raggiunse un livello internazionale. Molti suoi lavori furono esportati all’estero, molti dei quali in Giappone dove<br />

espose in varie mostre.<br />

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Paolo GUiotto<br />

nato a san donà del Piave, in Veneto, nel 1934. Ha frequentato la scuola d‘arte dei Carmini ed in seguito l‘accademia <strong>di</strong><br />

Belle arti della città lagunare. Ha iniziato ad esporre all‘inizio degli anni ‘60. dopo aver attraversato una lunga stagione<br />

<strong>di</strong> lavori, mostre ed esposizioni nelle quali il principale mezzo espressivo rimaneva la pittura, solo nel1968 si è in<strong>di</strong>rizzato<br />

verso la scultura, realizzando quello che già all’epoca veniva considerato “un capolavoro in senso assoluto”: il corpo<br />

assente. Ha collaborato anche con luchino Visconti, curando costumi e scene nell’opera “salome” <strong>di</strong> richard strauss, rappresentata<br />

al Festival dei due Mon<strong>di</strong> <strong>di</strong> spoleto nel 1961. la sua attività espositiva lo ha visto presente in mostre personali<br />

in numerose città italiane ed estere (roma, napoli, livorno, Como, Milano, Firenze, Padova, Parma, Venezia, amsterdam).<br />

nel 1991, ha realizzato una mostra antologica a Palazzo Braschi, Museo <strong>di</strong> roma, dove ha esposto gran parte delle sue<br />

opere, consentendo <strong>di</strong> cogliere pienamente tutta la ricchezza del suo percorso artistico. le sue opere si trovano in prestigiosi<br />

musei come il Museo d‘arte Moderna <strong>di</strong> new york e la Galleria degli Uffizi <strong>di</strong> Firenze. sono opere che fanno parte<br />

anche <strong>di</strong> collezioni private e pubbliche. Vive e lavora a roma.<br />

alFio MonGelli<br />

alfio Mongelli nasce a roma il 9 <strong>di</strong>cembre 1939. all’età <strong>di</strong> tre<strong>di</strong>ci anni, sceglie <strong>di</strong> intraprendere la carriera <strong>di</strong> artista, frequentando<br />

prima l’istituto d’arte, sotto la guida <strong>di</strong> Pericle Fazzini, ettore Colla e <strong>di</strong> leoncillo, poi l’accademia <strong>di</strong> Belle arti<br />

<strong>di</strong> roma. nel 1971, si aggiu<strong>di</strong>ca la cattedra <strong>di</strong> scultura all’accademia <strong>di</strong> Belle arti <strong>di</strong> Frosinone, <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>venta il <strong>di</strong>rettore<br />

dal 1977 al 1984. Conosce e frequenta importanti maestri come lo scultore Giacomo Manzù. nel 1988, la soprintendenza<br />

<strong>di</strong> roma lo celebra con una grande mostra al Museo nazionale <strong>di</strong> Palazzo Venezia a roma, presentata dagli eminenti<br />

critici d’arte Pierre restany, rené Berger e Carmelo strano. negli anni novanta, prosegue e intensifica la sua attività<br />

espositiva con mostre personali e collettive in tutto il mondo. nel 1992, in spagna è rappresentante unico della scultura<br />

italiana all’expo Universale <strong>di</strong> siviglia (Palazzo italia) ed è invitato all’italian trade Center <strong>di</strong> new york, dove espone una<br />

mostra ripresa dall’emittente americana Cnn per la rubrica “science e tecnologie”.<br />

dal 2000 è presidente della r.U.F.a. - rome University of Fine arts (unica libera accademia <strong>di</strong> Belle arti <strong>di</strong> roma legalmente<br />

riconosciuta). nel 2007, è invitato ad esporre all’Università <strong>di</strong> tsighua (Cina), academy of art and design, nella<br />

seconda e<strong>di</strong>zione della rassegna internazionale “arte e scienza<br />

sinisCa<br />

sinisca nasce a napoli nel 1929 e si trasferisce a roma nel 1946. residente negli stati Uniti dal 1976 al 2004. attualmente<br />

vive a roma e spello, dove nel 2002 ha inaugurato la “Fondazione sinisca ac.”. auto<strong>di</strong>datta, ha seguito a napoli<br />

stu<strong>di</strong> classici e scientifici, ha lavorato a roma in un ufficio <strong>di</strong> statistica, alla iBM. si è de<strong>di</strong>cato, completamente, all’attività<br />

artistica nel1958, dapprima come pittore e <strong>di</strong>segnatore ed in seguito, dal 1970, anche come scultore, affermandosi nello<br />

stesso tempo quale scenografo, designer e creatore <strong>di</strong> gioielli. l’interesse <strong>di</strong> sinisca per la scultura <strong>di</strong>venta dal 1973 sempre<br />

più profondo: dalla grande esposizione al Museo de arte assis Chateaubriand <strong>di</strong> san Paolo alla Mostra <strong>di</strong> strutture<br />

all’aperto <strong>di</strong> Piazza Margana, a roma; dalla presentazione della «struttura sonora» al Museo d’arte Moderna <strong>di</strong> rio de<br />

Janeiro al «Concerto per strutture» con musica elettronica organizzato a napoli e sorrento.<br />

si è particolarmente interessato alla produzione <strong>di</strong> multipli, nel settore delle opere grafiche e delle strutture metalliche. Ha<br />

viaggiato in europa, oriente e stati Uniti, con lunghi soggiorni <strong>di</strong> lavoro all’estero. Ha tenuto 166 esposizioni personali e<br />

ha partecipato ad oltre 250 esposizioni collettive in italia e all’estero e a manifestazioni ufficiali nazionali e internazionali.

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