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il grillo parlante giornalino della casa di riposo divino amore nuova sair

numero di ottobre

numero di ottobre

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IL GRILLO

PARLANTE

Giornalino della Casa di Riposo del Divino Amore

I N D I C E

A M A L ' A N Z I A N O

V E L O D I C I A M O

I N V E R S I : L E

P O E S I E D E I

N O S T R I O S P I T I

S P E C I A L E 2

O T T O B R E F E S T A

D E I N O N N I

I L M E S E D I

O T T O B R E

N . 1 0 • O T T O B R E 2 0 2 0

I l G i o r n a l i n o s i r i n n o v a

Editoriale

Da questo numero il Giornalino della Casa di

Riposo del Divino Amore cambia look: ci

siamo rinnovati!

Abbiamo scelto un nuovo testimonial per

rappresentarci. Il grillo, simbolo di fortuna in

molte culture, è diventato più anziano, e

quindi più saggio.

D E T T I E

P R O V E R B I

S U L L E T R A C C E

D E L P A S S A T O

L A N O T T E D E L 3 1

T R A S T O R I A E

L E G G E N D A

H A L L O W E E N I N

I T A L I A


Si è vestito dei suoi anni, ha cambiato stagione come anche noi in questo

periodo abbiamo fatto e stiamo facendo.

Si cambiano gli indumenti, e anche la nostra vita muta. Indossiamo abiti più

pesanti per poterci proteggere dal freddo autunnale, anche perché non

possiamo permetterci di prendere freddo e ammalarci.

A breve ci organizzeremo anche per la vaccinazione antinfluenzale, così da

essere più protetti in vista dell’arrivo dell’inverno.

Per essere più sicuri, abbiamo scelto di rimodulare le visite dei vostri cari

parenti. Ci sono delle regole di sicurezza che dobbiamo rispettare per tenere

lontano il terribile coronavirus.

I vostri figli, figlie, nipoti, hanno accettato le nuove disposizioni di sicurezza,

perché sono consapevoli e vi vogliono una infinità di bene. Insieme a loro, noi

operatori della Casa di Riposo del Divino Amore combattiamo questa battaglia

per tutelare la salute di tutti!

Non possiamo incontrarci, abbracciarci, toccarci. Dobbiamo mantenere le

distanze ma ... SENZA PERDERCI DI VISTA.

Riprendiamo a fare videochiamate, a specchiarci nel tablet, usando la

tecnologia per rimanere in contatto, guardarci negli occhi, in attesa che torni il

sereno e la nostra vita di sempre.

Paola Valvano, psicologa e coordinatrice Nuova Sair

• 2


A M A L ' A N Z I A N O

Lascialo parlare,

perché nel suo passato ci sono cose vere e vissute,

lascialo vincere nella discussione,

perché ha bisogno di sentirsi sicuro di sé.

Lascialo andare dai suoi amici,

perché è la che si sente vivere.

Lascialo raccontare storie già ripetute,

vuol vedere se stai stare in compagnia.

Lascialo vivere tra le cose che ha amato,

soffre a sentirsi spiantato nella sua

veneranda età.

Lascialo gridare quando ha torto,

perché lui e i bambini hanno diritto

alla comprensione

Lascialo salire nell’auto di famiglia quando

vai in vacanza,

quando non ci sarà più proverai rimorso

per non averlo fatto.

Lascialo invecchiare con lo stesso paziente amore

con cui fai crescere i tuoi bambini

Tutti e due fanno parte della natura.

Lascialo pregare come vuole,

perché l’anziano è uno che avverte l’ombra di Dio

sulla strada che gli resta da percorrere.

Fa' questo e sarai in pace!

Fonte: Rivista “Vivere” n. 294 (2002)

P O E S I A

3 •


I L L A B O R A T O R I O D I P O E S I A

In occasione della Festa dei Nonni i nostri anziani hanno messo in rima

alcuni versi e condiviso l'esperienza con gli operatori Nuova Sair.

Le attività educative sono una parte fondamentale del programma di

assistenza, perché migliorano il tono dell'umore degli ospiti, favoriscono

il mantenimento della memoria e aiutano a mantenersi attivi.

C'era una volta il 2 Ottobre

di tanti anni fa ........

ma quel che ora importa

è il 2 Ottobre di questo anno

qua.

C'era una volta dei nonni la compagnia

con la famiglia in festa e in allegria .

Abbiamo detto "c'era una volta". Ahimè!

Adesso non sappiamo che cos'è

e ci chiediamo "perché?

è arrivata la pandemia

e tante cose ci ha portato via

potevamo dirci stanchi

invece la soluzione è andare avanti

ora i nostri capelli

sono diventati bianchi

siamo nonni tutti quanti

non ce ne frega niente

aspettiamo e cantiamo

allegramente

ricordando quei tempi ormai lontani

una canzone a loro dedicheremo

e la malinconia cosi scacceremo

Salutiamo caldamente

- con amore i vostri nonni.

• 4


Inno alla Gioia

NOI SIAMO GLI ANZIANI

CHE VIVONO

IN QUESTA CASA

Noi siamo gli anziani che vivono in questa casa

tutta circondata da alberi secolari

che purificano l'aria

con gli uccelli che di mattina

quando si svegliano ci rallegrano con il loro canto.

I N V E R S I

V E L O D I C I A M O

Questa convivenza nata tra di noi

ci conforta e ci rallegra il cuore

al Divino Amore.

Il nostro Amore è un inno vero

un inno alla Gioia e del Cuor.

Il Gruppo Longevo del Divino Amore

5 •


2 O T T O B R E : F E S T A D E I N O N N I

G l i a n z i a n i , p a t r i m o n i o d i s a g g e z z a

c h e d à v a l o r e a l n o s t r o l a v o r o

articolo pubblicato sul sito NuovaSair.it dedicato agli anziani che vivono

nelle residenze dove opera la cooperativa

Il 2 Ottobre è una giornata che racconta la capacità di resistere agli urti

della vita e al dramma dell’emergenza sanitaria, dell’isolamento.

Nell’anno della pandemia, la Festa dei nonni è l’occasione per

testimoniare l’attitudine resiliente dei nostri anziani, rafforzata dal

rapporto con gli operatori di Nuova Sair che li assistono in 25 strutture

in tutta Italia.

Tra i nonni di assistiti da Nuova Sair c’è Caterina (nome di fantasia). Ha

70 anni e vive al Sant’Alessio di Roma, primario centro pubblico per non

vedenti, da quando ne aveva 5. «Insieme a noi ne ha viste tante – dice

Monika Imbimbo, coordinatrice Nuova Sair che opera nella residenza

interna alla Asp -. Questa ricorrenza, che abbiamo festeggiato con tè e

biscotti, segna un confine: ci lasciamo alle spalle i terribili mesi del

lockdown, ci facciamo forza a vicenda. La saggezza dei nostri anziani ci è

d’aiuto e insieme supereremo tutte le difficoltà».

Nella Casa di riposo dell’Opera Pia Ceci a Camerano, in provincia di

Ancona, la festa è stata l’occasione per dare sollievo ai 103 ospiti.

«Abbiamo dedicato gli ultimi giorni a preparare i festeggiamenti –

spiega l’educatrice professionale Nuova Sair, Silvia Ferrato – aiutando

gli anziani nella preparazione della torta e delle coccarde augurali. Tra i

più entusiasti, il signor Giuseppe (nome di fantasia) di 80 anni che negli

ultimi tempi aveva manifestato molta sofferenza per le restrizioni

imposte dall’emergenza sanitaria e che oggi finalmente, insieme a noi,

ha trovato la forza per sorridere».

• 6


A Roma, Giustina vive da anni nella Casa di riposo del Divino Amore.

«La sua storia è quella di una combattente – fa sapere la coordinatrice

Paola Valvano – che ha lottato per una vita contro la malattia rara del

figlio, conciliando famiglia e professione di maestra. Come gli altri

ospiti, Giustina soffre di non poter raggiungere il bar del Santuario

Vecchio per leggere il giornale, scambiare due chiacchiere. La festa dei

Nonni ha portato un po’ di buonumore».

Nella Residenza comunale per anziani “Paolo Beccaria” di Cervesina, è

stata festa doppia. I nostri operatori insieme agli altri ospiti, infatti,

hanno festeggiato con gioia i 106 anni della Signora Anna. Ed è stata

festa anche nelle tante strutture per anziani di Enti Ecclesiastici e

Istituti Religiosi gestiti da Nuova Sair in Piemonte, Lombardia, Toscana,

Lazio e Sardegna.

Qui i nostri operatori, insieme agli assistiti, hanno celebrato gli Angeli

Custodi, i Messaggeri celesti deputati alla protezione dei patriarchi, che

la Chiesa ricorda il 2 ottobre. Una ricorrenza molto sentita dai tanti

residenti e, particolarmente, dalle suore anziane che i nostri operatori

assistono con affetto nelle dimore dedicate.

I lavoratori di Nuova Sair che operano nelle Rsa, case di riposo,

residenze protette, dimore e case di cura sono circa un migliaio tra

infermieri, fisioterapisti, educatori, assistenti di base e operatori sociosanitari.

Anche a loro giungano, in questa giornata, gli auguri per una nuova

stagione insieme ai nostri cari anziani, patrimonio di saggezza che

arricchisce di significato il lavoro della nostra Cooperativa.

7 •


L A F E S T A D E I N O N N I

D E L D I V I N O A M O R E

CON LE MANI

IL LABORATORIO DI DISEGNO ESEGUITO DAI NOSTRI OSPITI PER

CELEBRARE IL 2 OTTOBRE 2020

• 8


I NOSTRI OSPITI INSIEME AGLI OPERATORI NUOVA SAIR:

UNA BELLA FAMIGLIA

9 •


• 1 0


1 1 •


• 1 2


I Laboratori della Casa di Riposo Divino Amore

Le attività che gli ospiti della Casa di Riposo svolgono con la collaborazione degli

operatori Nuova Sair e in autonomia, hanno importanti riflessi sulla vita dei

singoli e del gruppo.

Migliorano i livelli di autostima

Innalzano il tono dell'umore

Potenziano le capacità residue

Facilitano la socializzazione

Migliorano la qualità della vita dell'anziano

Questi obiettivi sono importanti in generale per promuovere l'invecchiamento

attivo delle persone ospitate, a maggior ragione in questo periodo di emergenza

sanitaria che forzatamente obbliga a rimanere protetti all'interno della Casa.

Dal mese di Novembre i laboratori saranno concentrati sulle attività motorie,

sull'educazione musicale, sulle attività manuali dedicate al Natale.

1 3 •


I L M E S E D I O T T O B R E

Ottobre è il decimo mese dell'anno secondo il calendario gregoriano e il

secondo mese dell'autunno nell'emisfero boreale, della primavera

nell'emisfero australe;

conta 31 giorni e si colloca nella seconda metà di un anno civile.

Il nome deriva dal latino october, perché era l'ottavo mese del

calendario romano, che incominciava con il mese di marzo.

Il mese è caratterizzato da una minore esposizione alla luce del sole,

sancita anche dal ritorno, nei paesi dell’Unione Europea, all’ora solare

con le lancette spostate un’ora indietro.

In realtà, dal punto di vista climatico c’è la stessa imprevedibilità che si

verifica a marzo; non a caso i romani li mettevano in relazione,

consacrandoli entrambi a Marte, ora come dio della guerra, allegoria

dello scontro con l’inverno (a ottobre), ora come dio della rinascita (a

marzo).

Giallo e rosso sono i colori predominanti il paesaggio naturale, scarsi i

momenti di raccolta dei frutti della terra.

• 1 4


Ottobre gelato

ogni insetto è debellato.

Se Ottobre è piovarolo

è pure fungarolo.

Ottobre è quasi matto,

ma nessuno gli fa il ritratto.

Ottobre piovoso, campo prosperoso.

D E T T I E

P R O V E R B I

Vento d'ottobre grida come l'orco: fa cader la

ghianda che fa ingrassare il porco.

Se di Ottobre scroscia e tuona,

l'invernata sarà buona.

Ottobre è bello, ma tieni pronto l'ombrello.

Ottobre: vino e cantina dalla sera alla mattina.

Per S. Simone (28 ottobre)

il galletto si fa cappone.

1 5 •


S U L L E T R A C C E D E L P A S S A T O

ALCUNI FATTI STORICI ACCADUTI NEL MESE DI OTTOBRE

3 ottobre 1990 (30 anni fa): si riuniscono le due Germanie

A distanza di circa un anno dalla caduta del Muro di Berlino, le due

Germanie tornano ad essere una sola nazione. In questa data i cinque

"lander" (Brandeburgo, Meclemburgo-Pomerania Occidentale, Sassonia,

Sassonia-Anhalt e Turingia) della Repubblica Democratica Tedesca

(nota come Germania dell’Est) firmano il Trattato di unificazione,

aderendo alla Repubblica Federale di Germania (l’ovest).

Tecnicamente si tratta di un'annessione dell’est da parte della

Germania Occidentale e questo provocherà nei tedeschi della RDT un

iniziale malcontento.

Il processo che ha fatto maturare questa decisione ha avuto il suo punto

di svolta nel 1985, con l’avvento della politica riformista di Michail

Gorbačëv, che oltre a cambiare la fisionomia dell'Unione Sovietica ha

ispirato un movimento di riforme nei paesi posti sotto l'influenza dell'ex

Urss.

fonte: Mondi.it

L'ultimo via libera all'unificazione era arrivato il 12 settembre 1990 con

la firma del Trattato sullo stato finale della Germania da parte di:

Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Unione Sovietica, con quest'ultima

che aveva dato il via libera all'entrata della nuova Germania nella

NATO, purché non venissero stanziate truppe nella parte orientale.

• 1 6


3 ottobre 1839 (181 anni fa): si inaugura la prima linea

ferroviaria a doppio binario

Il 3 ottobre 1839, alla presenza di Ferdinando II - Re delle Due Sicilie,

venne inaugurata la Napoli-Portici, prima linea ferroviaria italiana a

doppio binario, lunga complessivamente 7,2 chilometri.

Il Viaggio inaugurale con la locomotiva Vesuvio - La locomotiva a vapore

“Vesuvio”, di fattura inglese, con 258 passeggeri, partita da Portici -

poiché la stazione di Napoli al Carmine non era ancora pronta - percorse

la tratta in una decina di minuti circa alla velocità di 50 km orari. Il

primo convoglio era composto dalla Vesuvio, locomotiva a vapore di

costruzione inglese Longridge, e da otto vagoni.

Il discorso del Re - La mattina del 3 ottobre 1839, il Re si recò nella villa

del Carrione al Granatello di Portici dove era stato allestito il padiglione

reale, lì ricevette il costruttore e gestore Armando Giuseppe Bayard e la

sua squadra di ingegneri al suo seguito e insieme presero posto sul

convoglio inaugurale verso Napoli.

Ferdinando II, tenne un discorso in francese con il quale auspicò di

veder realizzata la ferrovia fino al mare Adriatico.

A mezzogiorno in punto ordinò la partenza. Sul primo convoglio

ferroviario italiano viaggiavano quella mattina 48 personalità, una

rappresentanza militare costituita da 60 ufficiali, 30 fanti, 30 artiglieri e

60 marinai. Nell'ultima vettura prese posto la banda della guardia reale.

Una vera “rivoluzione” - E' facile immaginare quale impatto ebbe la

ferrovia nel 1839. Dapprima venne riservata quasi esclusivamente alla

famiglia e all'entourage reale. Ma quando i binari arrivarono a

Castellammare cominciarono a utilizzarli anche cittadini e imprese.

fonte: Il sole 24 Ore

1 7 •


L A N O T T E D E L 3 1 O T T O B R E

Leggende sull'origine di Halloween

Un fabbro irlandese di nome Jack, particolarmente dedito all’alcol ma

molto astuto, riuscì a beffare per ben due volte il diavolo che voleva la

sua anima e arrivò a fare un patto col maligno perché gli risparmiasse la

dannazione eterna.

Quando Jack morì, non potendo essere accettato in Paradiso data la sua

vita da peccatore, e nemmeno all’Inferno visto l’accordo col diavolo, fu

condannato ad errare in eterno senza trovare pace. E dato che l’eternità

è fredda e buia, Jack mise un tizzone ardente dentro una rapa, e

usandola come lanterna cominciò a vagare senza tregua.

Questa è la triste storia di Jack O’ Lantern, la zucca intagliata che si

espone ogni anno ad Halloween per segnalare alle anime dei morti che

nella propria casa non c’è posto per loro.

Le leggenda ha origini irlandesi, ed è proprio qui che la tradizione

nasce, non negli Stati Uniti come spesso di crede.

Un'altra interpretazione associa i festeggiamenti del 31 ottobre ad un

rito romano, la Pomona, che il 1 novembre onorava la dea dei frutti e dei

giardini.

fonte: stile.it

Insomma, l’origine di questa festa è tutta europea, ma allora perché i

suoi più entusiasti sostenitori sono gli Stati Uniti? Semplice, perché

l’emigrazione degli Irlandesi nella metà del 1800 fu massiccia, e portò

con sé le tradizioni nord europee. E se in origine la simbologia era

legata ad una rapa intagliata, il ‘passaggio’ alla zucca avvenne

semplicemente perché questo ortaggio era più reperibile su suolo

americano.

• 1 8


H A L L O W E E N I N I T A L I A

In molte zone d'Italia vi sono tradizioni antichissime legate alla notte di

Halloween. Vediamone alcune.

In Puglia

A Orsara di Puglia, borgo pugliese in provincia di Foggia, anziché

Halloween, si festeggia la notte dei Fucacoste e Cocce Priatorje (“falò e

teste del Purgatorio”).

Le “cocce” sono delle zucche intagliate, in origine a forma di croce,

contenenti lumini accesi, che servono a scacciare le anime dei dannati:

la festa sembra risalire addirittura all’anno Mille.

In Calabria

A Serra S. Bruno (Vibo Valentia) i ragazzini intagliano la zucca per

riprodurre un coccalu di muortu, cioè un teschio.

Poi vanno per le strade chiedendo “Mi lu pagati lu coccalu?” (“Me lo

pagate il teschio?”), che ricorda molto quel detto “dolcetto o

scherzetto?”che si dice nella tradizione Anglosassone.

In Abruzzo

Le zucche si chiamano “Cocce de morte” e vengono portate in giro dai

ragazzi come personificazione dei morti: quando bussano alle porte e si

presentano con “l’aneme de le morte”, il padrone di casa offre dolci,

frutta secca o spiccioli. A volte l’elemosina è accompagnata da canti,

come a Pettorano sul Gizio (L’Aquila), uno dei borghi più belli d’Italia.

fonte: Sardegnareporter.it

1 9 •


In Sicilia

La “Festa dei Morti” è attesa soprattutto dai bambini: se sono stati

bravi, riceveranno in dono dai parenti defunti il Cannistro, un cesto

pieno di giocattoli e dolci, tra cui i Pupi di zuccaro e le Ossa ri morti,

dolci a forma di tibie umane a base di farina, zucchero e chiodi di

garofano.

In Sardegna

Halloween ha molti nomi: i più diffusi sono Is Animeddas al Sud e Su

Mortu Mortu nel Nord della regione: la sera del 31 ottobre si cena con la

pastasciutta, in particolare spaghetti, e si sta attenti a lasciare nel piatto

una porzione per Maria Punta Boru, una vecchina che, se non trova da

sfamarsi, buca le pance con il suo uncino (Punta Boru) per mangiare

pasta inghiottita ormai dagli altri!

fonte: stile.it

• 2 0


In Friuli Venezia Giulia

In Friuli si festeggia ancora l’antico capodanno celtico con la La Fiesta

dalis Muars, che cade proprio il 31 ottobre. Nel dialetto del posto, Muars

significa zucca, ed è proprio lei la protagonista di questi festeggiamenti;

intagliata e decorata, con luci al proprio interno, viene posizionata fuori

alla porta di casa per ingraziarsi gli spiriti.

In Val d’Aosta e in Piemonte

In queste regioni è radicata un’antica tradizione che prevede per la sera

del 31 ottobre di portare un piatto in più sulla tavola per i parenti

defunti. I partecipanti sono soliti anche far visita ai cimiteri e poi

recitare il rosario riuniti con le proprie famiglie per poi consumare una

cena a base di castagne.

fonte: Skuola.net

2 1 •


Il Grillo Parlante è il Giornalino della Casa di Riposo Divino Amore.

Gli ospiti collaborano alla sua produzione con i contenuti elaborati nel

diversi laboratori, insieme agli educatori e agli operatori della

cooperativa Nuova Sair che gestisce la Casa.

Nato come esperienza di gruppo a febbraio 2020, il Grillo Parlante è

diventato una preziosa esperienza di condivisione durante i mesi del

lockdown e, successivamente, è cresciuto come testimonianza della

comune volontà degli ospiti e degli operatori di dare voce all'impegno

comune per portare all'esterno la voce della Casa di Riposo.

Nei prossimi numeri proseguiremo a rinnovarci dando sempre più

spazio alle attività che i nostri anziani svolgono quotidianamente,

sempre assistiti da Nuova Sair.

a cura dalla dott.ssa P. Valvano e di tutto il personale della Casa di Riposo

Casa di Riposo del Divino Amore

Accoglie persone con più di 65 anni di età,

autosufficienti anche solo parzialmente.

La Casa si trova nello splendido comprensorio del

Santuario del Divino Amore, a Roma. È disposta

su due piani, le camere - singole e doppie - sono

particolarmente luminose, spaziose e curate.

Gli ospiti vivono in una dimensione familiare e

sono costantemente assistiti dagli operatori

Nuova Sair, cooperativa sociale leader nei servizi

di assistenza socio-sanitaria.

via del Santuario n. 10 - 00134 Rm

nuovasair@nuovasair.it

0671351627

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