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Io e gli altri Il piacere di raccontarsi

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Il venerdì successivo, con la macchina, andai ad Arezzo, in

Toscana. Alloggiai in una casa dotata di salotto, cucina,

camera da letto, bagno e soppalco con scala a chiocciola

dove dormivo insieme a mia sorella.

La sera prima della premiazione, mi esercitai molte volte a

leggere la mia poesia. La mattina dopo, scesi dal soppalco,

indossai una maglia bianca con delle stelle grigie, una

gonna e delle calze nere e gli stivali.

Mi pettinai, misi la poesia nella borsa leopardata e uscii di

casa.

Arrivata a teatro, presi posto assieme alla mia famiglia e

aspettai il mio turno.

Iniziarono prima gli adulti, poi i giovani e, alla fine, i

giovanissimi. Io facevo parte di questi ultimi e mi

emozionai tantissimo quando salii sul palco per recitare la

mia poesia. Una volta lassù, mi accorsi di avere i riflettori

puntati su di me e mille occhi addosso.

Leggere con dei giudici alle spalle e un pubblico davanti,

mi mise ansia. Dopo un po’ di tempo annunciarono i

vincitori e scoprii di aver vinto 50 euro e di essermi

classificata al 2° posto.

Il giorno dopo partii e arrivai a Salerno di domenica. Non

dovevo andare a scuola e di conseguenza, avevo il tempo

di festeggiare. Appesi il certificato firmato “Premio Wilde”

vicino al letto e decisi di riposarmi un po’.

Da quel giorno ho partecipato a molti concorsi e, ancora

oggi, sono impegnata in alcuni di essi e spero tanto di

vincere.

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