You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
4
l’inchiostro fresco
1 - Maggio 2021
Storia & Memoria
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
La mia valle:
storia della Valle di Gnocchetto
nella costruzione della galleria
di Panicata.
Invece nel 1855, nei pressi della
cascina Sguardia, venne installato
uno stabilimento metallurgico
per il trattamento del minerale
aurifero rinvenuto nello
Stura. L’iniziativa venne presa
dall’ingegnere francese Edoardo
Primard, fondatore della “Società
Franco-Sarda per le Miniere
d’oro d’Ovada”, che ottenne due
concessioni minerarie, denominate
“Belforte” e “Ovada”. Le ricerche
evidenziarono la presenza
di oro e argento nelle rocce e
nelle sabbie del torrente. Nonostante
ciò, i contrasti tra Primard
ed i soci francesi portarono allo
scioglimento della società.
In quel periodo, visse a Gnocchetto
mons. Giovanni Battista
Marenco che fu collaboratore
di san Giovanni Bosco e rivestì
importanti cariche nella congregazione
salesiana. Fu vescovo di
Massa Carrara, arcivescovo di
Edessa e nunzio apostolico in
Centro America. Trascorse lunghi
periodi a Gnocchetto, nella
casa di località Mattine, in cui
soggiornò anche lo stesso don
Bosco.
Negli anni 1883-1884, gli imprenditori
genovesi Antonio
Sciaccaluga e Francesco Giacinto
Oliva costruirono il cotonificio
di Gnocchetto e l’intera borgata,
che venne appunto denominata
“Gnocchetto” dal nome
dell’omonima cascina. Dopo la
morte dei fondatori, il cotonificio
venne gestito da Cesare
Oliva. Suo fratello Michelangelo
fu sindaco di Ovada negli anni
1917-1918, mentre Gianni Oliva,
figlio di Cesare, fu podestà
di Rossiglione e Campo Ligure
negli anni Trenta.
A Gnocchetto, gli Oliva fecero
edificare due ville padronali e
vari edifici dove trovarono posto
le abitazioni per gli operai e per
il direttore dello stabilimento, il
refettorio aziendale, il dormitorio
per le operaie ed alcuni esercizi
commerciali.
Vennero aperte le scuole, gestite
dalle Madri Pie, e nel 1913
iniziò a funzionare l’ufficio postale.
Nel 1915 la frazione, con
le limitrofe località dei comuni
di Ovada, Belforte, Rossiglione
e Tagliolo, contava 800 abitanti.
Alla fine della Prima Guerra
Mondiale, si diffuse a Gnocchetto
un clima fortemente patriottico
grazie alla presenza dell’Associazione
Combattenti guidata
da Giovanni Alloisio, originario
della cascina Carobon.
Negli anni Venti, si ebbero manifestazioni
imponenti in onore
dei caduti e dei reduci di guerra,
con la partecipazione della banda
musicale di Gnocchetto. Ben
presto si giunse allo scontro tra
gli ex combattenti ed il partito
fascista, guidato da Giacomo
Spotorno direttore del cotonificio.
I contrasti tra Alloisio e
Spotorno portarono allo scioglimento
dell’associazione combattenti
ed alla sua rinascita sotto la
guida fascista.
Giunse poi la Seconda Guerra
Mondiale con tristi episodi come
l’arresto, da parte dei tedeschi,
del cappellano di Gnocchetto,
don Fiorenzo Bongiovanni, ed
il deragliamento ferroviario del
27 febbraio 1945, con diciotto
vittime. In quegli anni bui, fu
proprio l’imprenditore Giovanni
Alloisio, aderente al Partito
d’Azione ed alle brigate partigiane
di Giustizia e Libertà, a far
giungere nella cascina Coppa,
non lontano da Gnocchetto, ingenti
aiuti alimentari destinati ai
partigiani rifugiati sulle montagne.
Nel 1944 venne istituita la parrocchia
del S.S. Crocifisso, con
un territorio esteso su tre comuni,
che andava dalla cima del
monte Colma al monte Ciazze
ed alla zona del Ponte di Ferro.
Con la fine della guerra, si ebbe
anche in questa zona la forte
affermazione del partito comunista.
Intanto il cotonificio
dava i primi segnali di crisi. Fu
il giovane parroco, don Giannino
Minetti, ad intuire quello che
sarebbe stato l’infelice destino
della frazione. Egli fece costruire
dei locali destinati alla gioventù,
in cui venne collocato anche il
cinema-teatro parrocchiale. Si
impegnò, senza successo, per
la costruzione del ponte sullo
Stura e del cimitero, opere a cui
avrebbero dovuto provvedere
i comuni di Ovada, Belforte e
Tagliolo. Per evitare lo spopolamento
della vallata, don Minetti
avviò pratiche per collegare alla
linea elettrica i cascinali situati
nelle zone più decentrate e chiese,
al ministro dei Trasporti Bernardo
Mattarella, l’istituzione
di una fermata del treno per i
numerosi operai che si recavano
a lavorare a Genova. Purtroppo
tutte le sue iniziative non ebbero
successo. Negli anni Cinquanta
a Gnocchetto erano presenti
numerose attività: cinematografo
e teatro, cotonificio Valle
Stura con 250 operai, ufficio
postale telegrafico, distributore
carburante, circolo ricreativo
con bocciofila con tre campi da
bocce, commestibili e tabaccaio,
forno, trattoria con commestibili
e raccolta del latte, refettorio
aziendale per gli operai del cotonificio,
dormitorio per le operaie,
scuole elementari. Nei primi
anni del secolo scorso, nella frazione
c’erano anche un barbiere,
un’osteria ed un macello.
Nel 1957 gli abitanti della parrocchia
di Gnocchetto erano
508 (circa 280 nel comune di
Ovada, 150 sotto Belforte, 70
sotto Tagliolo). La frazione era
sede di due seggi elettorali, uno
per Gnocchetto d’Ovada e l’altro
per il Santo Criste, frazione di
Belforte. Erano pure attive una
sezione del Partito Comunista
ed una della Democrazia Cristiana.
In quel periodo venne
istituita anche la fiera annuale
della Santa Croce. Durante l’anno
vi erano ben quattro feste patronali:
le due feste della Croce,
la festa di San Francesco d’Assisi
e quella di Sant’Antonio Abate.
La chiesa doveva essere elevata
al rango di santuario e gli abitanti
di Belforte vi si recavano in
processione due volte all’anno,
in maggio ed in settembre.
A quei tempi, i parroci si scandalizzavano
perché a Gnocchetto
si ballava troppo. La frazione
appariva ancora attiva e vivace,
ma ben presto molti abitanti della
zona iniziarono ad emigrare
verso Ovada, Rossiglione e Genova.
Nel 1970 la popolazione della
parrocchia scese a 177 abitanti,
con un calo di 331 residenti in
soli 13 anni. Ciò causò la chiusura
delle scuole e di tutti gli esercizi
commerciali. Rimasero solo le
Poste e nel 1967 venne costituita
la località postale di Gnocchetto,
dotata di codice di avviamento
postale 15070, e comprendente
anche le strade Pian del Merlo e
Termo, parte della strada Santa
Lucia, la strada Ciutti e numerose
località della strada Voltri.
Nel 1978, dopo la devastante alluvione
dell’anno precedente, la
famiglia Costa di Genova, proprietaria
del cotonificio, decise la
chiusura dello stabilimento. Ormai
contava solamente una cinquantina
di operai. Fu trasformato
in una centrale idroelettrica
ancora oggi appartenente
ai Costa. Anche la costruzione
dell’autostrada fu per Gnocchetto
una disgrazia, con il conseguente
abbattimento di edifici, la
distruzione della grande piana
di Mattine ed un’ulteriore riduzione
dei residenti. Nell’agosto
del 2004, venne chiuso l’ufficio
postale di Gnocchetto, mentre
l’anno prima era stato necessario
interdire al traffico il ponte
sullo Stura, costruito negli anni
Settanta. Le fotografie del ponte
ci mostrano una struttura priva
dell’adeguata manutenzione. Per
dieci anni, esso venne abbandonato,
senza che nessuno se ne
curasse, ed infatti subì un crollò
nel gennaio del 2013. Furono
vani i tentativi di costruire un
ponticello pedonale sostitutivo;
eppure una passerella sul torrente
esisteva già nell’anno 1590.
Lorenzo Pastorino