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PG - 78 - V Dopo Pentecoste (1)

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Domenica<br />

27 giugno 2021<br />

Foglio Liturgico - Anno VI - 26/2021<br />

Anno B<br />

V Domenica dopo <strong>Pentecoste</strong><br />

Giovanni 12, 35-50<br />

In quel tempo. Il Signore Gesù disse alla folla:<br />

«Ancora per poco tempo la luce è tra voi. Camminate<br />

mentre avete la luce, perché le tenebre<br />

non vi sorprendano; chi cammina nelle tenebre<br />

non sa dove va. Mentre avete la luce, credete<br />

nella luce, per diventare figli della luce». Gesù<br />

disse queste cose, poi se ne andò e si nascose<br />

loro. Sebbene avesse compiuto segni così<br />

grandi davanti a loro, non credevano in lui,<br />

perché si compisse la parola detta dal profeta<br />

Isaia: «Signore, chi ha creduto alla nostra parola?<br />

E la forza del Signore, a chi è stata rivelata?».<br />

Per questo non potevano credere, poiché<br />

ancora Isaia disse: «Ha reso ciechi i loro occhi<br />

e duro il loro cuore, perché non vedano con gli<br />

occhi e non comprendano con il cuore e non si<br />

convertano, e io li guarisca!». Questo disse<br />

Isaia perché vide la sua gloria e parlò di lui.<br />

Tuttavia, anche tra i capi, molti credettero in lui,<br />

ma, a causa dei farisei, non lo dichiaravano,<br />

per non essere espulsi dalla sinagoga. Amavano<br />

infatti la gloria degli uomini più che la gloria<br />

di Dio. Gesù allora esclamò: «Chi crede in me,<br />

non crede in me ma in colui che mi ha mandato;<br />

chi vede me, vede colui che mi ha mandato.<br />

Io sono venuto nel mondo come luce, perché<br />

chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.<br />

Se qualcuno ascolta le mie parole e non le<br />

osserva, io non lo condanno; perché non sono<br />

venuto per condannare il mondo, ma per salvare<br />

il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie<br />

parole, ha chi lo condanna: la parola che ho<br />

detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché<br />

io non ho parlato da me stesso, ma il Padre,<br />

che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che<br />

cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che<br />

il suo comandamento è vita eterna. Le cose<br />

dunque che io dico, le dico così come il Padre<br />

le ha dette a me».<br />

Il Primo giorno<br />

Accogliamo con fede la Parola del Signore,<br />

lampada per i nostri passi<br />

La fede cristiana, considerata da molti come<br />

alienante dalla vita, è in realtà esattamente il<br />

contrario. Non ci catapulta in un altro mondo,<br />

ma ci fa vivere le vicende di questo mondo in<br />

un’ottica nuova.<br />

È luce, il Signore. Le Sue parole illuminano le<br />

nostre scelte, rischiarano le nostre tenebre.<br />

La fede è la luce che illumina la nostra stanza<br />

interiore. Se vivessimo in un luogo oscuro,<br />

impariamo a muoverci, con il passare del<br />

tempo, a riconoscere gli oggetti che ci stanno<br />

attorno, ad avere una vita “normale”.<br />

Poi, d’improvviso, qualcuno apre gli scuri e la<br />

luce del sole entra nella nostra stanza.<br />

Gli oggetti sono gli stessi, la nostra vita è la<br />

stessa, ma ora tutto ha un aspetto diverso:<br />

ciò che in precedenza non riuscivamo a capire<br />

è chiaro, e nulla più ci fa paura. La fede<br />

diventa misura dell’essere e dell’agire.<br />

Così è la fede: ci fa sperimentare in modo<br />

diverso la nostra realtà quotidiana, la relazione<br />

con le persone e le cose del mondo, il loro<br />

senso ed il loro valore, ma soprattutto è più<br />

difficile che si inciampi o ci si scontri.<br />

Accogliere le parole del Signore, fidarsi di<br />

Lui, significa fare questa bruciante esperienza<br />

di novità che cambia il nostro modo di<br />

vedere le cose.<br />

Perciò, piuttosto che maledire l’oscurità, accendiamo<br />

la luce della fede che si manifesta<br />

a noi attraverso la Parola di Dio contenuta<br />

nelle Scritture, lampada per i nostri passi e<br />

luce sul nostro cammino.<br />

La stessa Parola, però, discrimina e giudica.<br />

Chi si ostina a non lasciare entrare la luce si<br />

condanna a vivere nell’oscurità. La tenebra,<br />

quindi, non è “punizione” divina, ma conseguenza<br />

della nostra libera scelta.<br />

Lasciamo che la Parola, oggi e sempre, illumini<br />

e riscaldi la nostra vita, motivi ed orienti<br />

le nostre scelte quotidiane all’interno delle<br />

nostre famiglie e della nostra Comunità Pastorale.<br />

don Diego - Parroco


Pagina 2<br />

commento alla Lettera di San Paolo apostolo ai Romani 4, 3-12<br />

a cura di Adriano Lembi<br />

Abramo è prefigurazione della Chiesa in uscita?<br />

Nelle Letture di questa Quinta Domenica dopo<br />

<strong>Pentecoste</strong> emerge la figura del patriarca Abramo,<br />

riconosciuto come padre da ebrei, musulmani<br />

e cristiani, quella incalcolabile moltitudine della<br />

quale gli aveva parlato il Signore e nella quale<br />

confluiscono, spesso non sopportandosi e addirittura<br />

odiandosi, figli circoncisi e non circoncisi.<br />

Del resto, anche Abram (non ancora Abramo),<br />

quando il Signore gli promise una sterminata<br />

discendenza, non era circonciso. Abram era<br />

quasi centenario e la moglie Sarai (non ancora<br />

Sara) vecchia e non più in grado di concepire.<br />

Eppure attraverso loro si compì la promessa.<br />

Abram si fece circoncidere dopo che Dio, come<br />

segno dell’alleanza, impose la circoncisione ai<br />

figli generati dal suo popolo e a quelli acquistati<br />

da stranieri. Possiamo dire che dei circoncisi<br />

Abramo è padre secondo la carne, mentre dei<br />

non circoncisi, e fra questi noi cristiani, è padre<br />

spirituale, secondo la fede. In ogni caso essere<br />

discendenti di Abramo significa essere destinatari<br />

delle promesse divine. Ed è secondo la fede e<br />

non per circoncisione che Abramo divenne<br />

“figlio” perché giustificato, reso giusto, cioè colui<br />

che aderisce per fede alla volontà del Signore. E<br />

che Abramo sia figlio è testimoniato dal fatto che<br />

il Signore cambia nome (solo un genitore può<br />

imporre il nome al figlio) a lui (Abram diventa<br />

Abraham, Abramo: “ab”, cioè “padre” e<br />

“hamon”, cioè “moltitudine”) e a Sarai che<br />

diventa Sara. La figura di Abramo suscita<br />

sicuramente qualche perplessità, forse qualche<br />

ironia. Promesse azzardate come quelle<br />

del Signore sono irrealizzabili dal nostro punto<br />

di vista. Anche Abramo e Sara furono un po’<br />

spiazzati e Sara ne sorrise. Il Signore vuole<br />

che l’alleanza stretta con Abramo si estenda a<br />

tutte le generazioni future con un accordo<br />

scritto nella carne (la circoncisione) perché le<br />

generazioni future conoscano chi è il Signore<br />

e la Sua potenza. I non circoncisi, cristiani e<br />

pagani, sono discendenti spirituali che però<br />

“camminano sulle orme della fede del nostro<br />

padre Abramo prima della sua circoncisione”.<br />

Sarà azzardato ritenere che Abramo rappresenti<br />

ciò che da tempo Papa Francesco predica<br />

e desidera, una chiesa in uscita? Abramo è<br />

uscito da se stesso, dalla sua tribù, senza<br />

elucubrare sulla richiesta del Signore. È stato<br />

accogliente verso gli angeli, emissari di Dio, è<br />

stato obbediente fino a non negare il sacrificio<br />

dell’unico figlio Isacco, figlio della promessa,<br />

Comunità Pastorale dei Santi Pietro e Paolo<br />

si è misurato con Dio per salvare due città corrotte,<br />

non ha usato violenza per impedire che<br />

non tutta la tribù lo seguisse verso una terra<br />

sconosciuta. Qual è la situazione della nostra<br />

fede? Viene filtrata dalla nostra razionalità o ci<br />

conduce a cambiare profondamente? Le due<br />

Letture ci dicono con chiarezza che ogni età è<br />

importante per crescere nella fede, anche se<br />

siamo in là con gli anni, se desideriamo riposarci<br />

e tirare i remi in barca. Ma sono tempi in cui<br />

cedere alla disillusione e alla stanchezza fisica<br />

e morale? Dio ci chiama continuamente perché<br />

ha bisogno dell’impegno di tutti gli uomini per<br />

dare solide basi alle comunità del suo popolo.<br />

Noi, come Abramo, dobbiamo trasmettere alle<br />

generazioni future ciò che ci ha ordinato il Signore<br />

che suscita sempre nuovi figli attraverso<br />

il Battesimo.<br />

Preghiera<br />

Quale gioia, Signore, ascoltare la Tua parola!<br />

Non c’è età che non ne riceva la luce che<br />

illumina anche i nostri giorni di tenebra. Aumenta<br />

la nostra fede perché crediamo alla<br />

Tua parola e torniamo a camminare sulla<br />

strada che Tu hai tracciato per tutti gli uomini.<br />

Amen<br />

Nella festa liturgica dei Santi Martiri<br />

Gervaso e Protaso – “Tales ambio<br />

defensores – Desidero simili difensori”<br />

come disse di loro Sant’Ambrogio,<br />

considerandoli due giganti della fede<br />

–, sabato 19 giugno nella Basilica di<br />

Santo Stefano Maggiore si è svolto<br />

l’incontro di Pastorale Familiare<br />

promosso dal Servizio diocesano per<br />

la Famiglia in presenza di don Mario<br />

Antonelli, Vicario episcopale per<br />

l’Educazione e la celebrazione della<br />

fede e di Mons. Ivano Valagussa,<br />

responsabile della Formazione permanente<br />

del Clero. Sono intervenuti<br />

anche gli operatori di Pastorale Familiare:<br />

membri del Coordinamento<br />

diocesano con i referenti delle Zone<br />

e dei Decanati, responsabili di associazioni,<br />

movimenti e gruppi di spiritualità<br />

ed azione familiare, rappresentanti<br />

dei Consultori diocesani ed i<br />

coordinatori diocesani ACOR-”Porta<br />

della Speranza”, il gruppo di lavoro<br />

diocesano per la Pastorale dei separati,<br />

divorziati e nuove unioni, che fa<br />

parte del Servizio per la Famiglia.<br />

«Voglio usare tre aggettivi – ha esordito<br />

nel suo intervento il Vescovo<br />

Mario – da inserire nella Proposta<br />

pastorale per l’anno prossimo, in<br />

preparazione all’Incontro Mondiale<br />

delle Famiglie in cui si riflette sull’Esortazione<br />

Apostolica “Amoris Laetitia”.<br />

Il primo di questi aggettivi<br />

è “unita”, una Chiesa unita secondo<br />

il Vangelo di Giovanni nei capitoli dal<br />

13 al 17, dove il Signore prega perché<br />

i discepoli «siano una cosa sola»<br />

e la loro «gioia sia piena». Questo<br />

è il modo con cui Gesù guarda la<br />

comunità dei Suoi discepoli: uniti<br />

dall’amore. Mi pare che la famiglia<br />

sia un percorso esemplare e tipico<br />

per dire questo amore. In quei capitoli<br />

del Vangelo, l’amore esige una<br />

reciprocità, è un dare e un ricevere,<br />

servire ed essere disponibili ad essere<br />

serviti. Occorre meditare su come<br />

noi possiamo costruire una comunità<br />

unita. La Pastorale Familiare non è<br />

occuparsi di un settore, seppure<br />

importante, ma è curarsi della cellula<br />

fondamentale da cui dipende il benessere<br />

o il malessere di tutta la<br />

comunità. Le differenti sensibilità,<br />

esperienze e vocazioni sono legate<br />

da questo tipo di amore e la triade –<br />

ossia i responsabili<br />

per la Famiglia<br />

sul territorio, di solito un sacerdote<br />

e una coppia di sposi – che<br />

cerchiamo di tenere viva in ogni<br />

Decanato ha questo scopo. Il secondo<br />

aggettivo riguarda la famiglia<br />

inserita in una comunità «libera».<br />

Siamo, nel mondo, come testimoni<br />

della vocazione alta alla santità. In<br />

un’epoca in cui l’individualismo sembra<br />

l’unico modo per raggiungere la<br />

felicità, noi diciamo che il futuro<br />

dipende dalla famiglia, perché una<br />

società che non fa figli pensa al suo<br />

suicidio. La libertà è annunciare il<br />

Vangelo della famiglia perché, per<br />

noi, la via della gioia e della creazione<br />

del futuro è la famiglia e vogliamo<br />

che le Istituzioni la salvaguardino.<br />

Infine, una Chiesa «lieta» perché,<br />

appunto, «la gioia sia piena». La<br />

gioia, che vive anche nelle fatiche e<br />

nelle difficoltà, indica una caratteristica<br />

che i cristiani mostrano in virtù<br />

dell’unione con il Signore. Dobbiamo<br />

rimediare ad una Chiesa piena di<br />

mormorazione, con una litigiosità<br />

amara; basta con una Chiesa in cui i<br />

battibecchi prevalgono sull’alleluia!<br />

Basta con un cristianesimo complessato<br />

che continua a contarsi per dire<br />

che siamo sempre di meno! Non è<br />

quanti siamo, ma come siamo che è<br />

importante! Basta con un cristianesimo<br />

triste che va avanti per volontarismo<br />

e che ritiene che il pensiero<br />

contemporaneo debba metterci in<br />

imbarazzo. Quello che viene sarà<br />

l’anno dell’«Amoris laetitia» con la<br />

La Chiesa unita, libera e lieta ha la famiglia al centro<br />

gioia di essere dentro questo amore».<br />

«Ordine e Matrimonio sono due<br />

Ministeri con una missione unica - ha<br />

affermato Mons. Ivano Valagussa -<br />

Insieme, occorre intuire, discernere e<br />

scegliere nuovi passi di evangelizzazione<br />

e di vita cristiana da portare<br />

dove abitiamo. . Così si supera anche<br />

quella visione clericocentrica<br />

della famiglia come oggetto di pastorale,<br />

mentre ne è soggetto. Sposi e<br />

presbiteri partecipano, con modalità<br />

diverse, all’unica missione della<br />

Chiesa. Momento sorgivo di questa<br />

relazione tra presbiteri, diaconi e<br />

sposi è l’Eucaristia domenicale,<br />

valorizzando i cammini di accompagnamento<br />

già esistenti e confrontandosi<br />

su temi di grande urgenza quali<br />

la vita come vocazione, il lavoro e la<br />

sua precarietà, l’educazione e il<br />

nostro rapporto con quella casa<br />

comune che è la terra. La parrocchia<br />

divenga sempre più una famiglia di<br />

famiglie!». In previsione dell’Incontro<br />

Mondiale delle Famiglie, in programma<br />

a Roma dal 22 al 26 giugno<br />

2022, per la Diocesi di Milano è già<br />

fissato per il 19 giugno 2022 un<br />

grande incontro in Piazza Duomo tra<br />

le famiglie e l’Arcivescovo, preceduto<br />

da altri momenti di confronto nelle<br />

varie Zone pastorali. Il cammino di<br />

preparazione per il prossimo Anno<br />

Pastorale già dispone del sussidio<br />

“La vita è l’arte dell’incontro. Il Vangelo<br />

secondo la famiglia genera<br />

relazioni nuove” per approfondire in<br />

materia di Pastorale Familiare le<br />

tematiche dell’Enciclica “Fratelli tutti”.


Il Primo giorno<br />

Pagina 3<br />

Il Vescovo Mario ai ragazzi dell’Oratorio Estivo 2021:<br />

«Date luce alla vostra vita! Guardate in alto, amate la vetta, desiderate la meta»<br />

In visita agli Oratori del Decanato della Zona<br />

Pastorale V, l’Arcivescovo Mons. Delpini ha proposto<br />

ai partecipanti del Grest alcune riflessioni<br />

accompagnate da segni simbolici: «Ho portato<br />

con me questa lampada rossa con una fiamma<br />

vivace che resiste anche al vento - ha affermato il<br />

Vescovo Mario - È un patrimonio di arte, di colore,<br />

di tecnica, ma è accesa perché qualcuno ha preso<br />

il fuoco per accendere, appunto, questa graziosa<br />

lampada in ceramica. Vorrei che voi, guardando<br />

questa lampada, possiate pregare il Signore<br />

affinché non siate lampade spente. Dire sì al<br />

Signore vuol dire impegnarsi, ardere, dare luce,<br />

diffondere allegria e avere uno scopo della vita.<br />

Chi di voi ha ricevuto il dono dello Spirito sa di<br />

cosa parlo. È come quando si vuole andare in<br />

montagna: ci si mette in cammino, ma c’è chi si<br />

spaventa e torna indietro. Qualche altro crede di<br />

poter fare uno scatto, ma poi è costretto a fermarsi<br />

perché è troppo affaticato. In cima arriva, invece,<br />

chi dice: “Camminiamo insieme, prendiamo un<br />

passo non troppo pigro, né rapido”. Sono quelli<br />

che non si stancano nemmeno perché la fatica è<br />

diventata un ritmo, non uno scatto. Come si fa<br />

allora a raggiungere la meta senza scoraggiarsi?<br />

Camminando insieme, con il passo giusto, lasciandosi<br />

guidare da chi conosce la strada e<br />

avendo il desiderio di raggiungere la meta. Anche<br />

se il cammino è difficile potete farcela: amate la<br />

vetta, desiderate la meta. Gesù è vivo e ti parla,<br />

quindi, ascoltaLo per non perdere il desiderio di<br />

bene e i doni che hai ricevuto. L’amicizia è la<br />

grazia di camminare insieme, ma occorre distinguere<br />

tra un’amicizia che è complicità, un modo<br />

solo per passare il tempo e non merita di essere<br />

desiderata e quella vera, che fa diventare migliori<br />

e attraverso cui si fa qualcosa per aiutare gli altri.<br />

Insieme si può fare ciò che da soli non si potrebbe.<br />

Ascoltate Gesù, costruite amicizie per diventare<br />

migliori, abbiate il coraggio delle grandi mete<br />

per desiderare la santità. Siate audaci, coraggiosi,<br />

non accontentatevi del minimo: guardate più in<br />

alto, fino a veder le stelle!». L’incontro dei ragazzi<br />

con l’Arcivescovo si è concluso con la recita della<br />

“preghiera del giovedì” composta dallo stesso<br />

Vescovo Mario «con le tre domande che ritengo<br />

le più importanti della vita, gli interrogativi che<br />

hanno tutti: “Che senso ha la vita? Come si fa a<br />

Centro Estivo alla Scuola Materna “Sacra Famiglia”<br />

Dall’1 al 23 luglio apre ala<br />

Scuola dell’Infanzia “Sacra<br />

Famiglia” il Centro Estivo: 64<br />

gli iscritti che si alternano per<br />

tre settimane. Si intende offrire<br />

alle famiglie un servizio che<br />

sia soprattutto fonte di svago<br />

e divertimento, un’esperienza<br />

ricreativa ed educativa centrata<br />

sui bisogni e sugli interessi<br />

dei bambini, protagonisti attivi<br />

della loro esperienza estiva,<br />

attori vivaci e motivati. La<br />

nostra programmazione intende far sì che i bambini<br />

siano partecipi e liberi di esprimersi in tutte le<br />

attività ludiche, ricreative, espressive e di animazione<br />

proposte. Lo slogan ed il tema del Centro<br />

Estivo alla Materna di Via Roma sono gli stessi<br />

dell’Oratorio: “Hurrà” per esprimere un grido di<br />

gioia, di entusiasmo e di voglia di vivere che segna<br />

anche un ritorno alla normalità, seppure con<br />

tutte le cautele necessarie per far<br />

fronte alla situazione sanitaria<br />

ancora difficile. Il gioco fa parte<br />

della vita dei bambini in modo<br />

quasi travolgente: se fatto bene e<br />

con passione, nel rispetto delle<br />

regole e nella creatività di chi vi<br />

partecipa, esalta tutto il bello e il<br />

buono che noi siamo! Questo ci fa<br />

crescere, ci fa crescere tanto,<br />

nella gioia, allegramente, sfidando<br />

i nostri limiti, imparando il rispetto<br />

degli altri e tutto quanto coinvolge<br />

la vita. Questa proposta ci esalta, perché sappiamo<br />

che entusiasmerà i bambini. Insieme diremo,<br />

anzi grideremo: «Hurrà!», la parola della nostra<br />

esultanza. “I giochi dei bambini non sono dei<br />

giochi, bisogna invece valutarli come le loro azioni<br />

più serie” (Montaigne). I giochi saranno pensati in<br />

modo da lasciare ai bambini la possibilità di intervenire,<br />

modificare ed interpretare in modo diverso<br />

Weekend di vittorie per i colori biancorossi<br />

Un fine settimana vincente per il GSO! Domenica<br />

20 giugno si è concluso il quadrangolare “22<br />

Memorial Rinaldo Annoni e Coppa Disciplina in<br />

memoria di Francesco Cigognini” che ha visto<br />

impegnata la squadra di calcio open femminile<br />

del GSO. <strong>Dopo</strong> un anno difficile ed un campionato<br />

faticoso, il torneo è stato un vero e proprio<br />

trionfo per le ragazze del GSO “Don Bosco”<br />

Arese che si sono aggiudicate il primo posto<br />

con merito, grande tenacia e determinazione,<br />

battendo in finale le ragazze del Cassina Nuova<br />

con il risultato di 5 – 1. Come ciliegina sulla<br />

torta è arrivato anche il premio a Francesca<br />

Bubba che, con quattro goal, si è aggiudicata la<br />

Coppa Cigognini quale miglior marcatrice del<br />

Torneo. “Abbiamo vissuto una due giorni<br />

all'insegna della condivisione - ha dichiarato<br />

la dirigente del GSO Beatrice Bertacca<br />

- Finalmente abbiamo potuto assaggiare<br />

una normalità che sembrava lontana!<br />

Un applauso a tutte le ragazze che ci<br />

hanno regalato bellissime emozioni ed un<br />

calcio spettacolare! Adesso un po’ di riposo<br />

e arrivederci a settembre per ripartire<br />

alla grande!”. Ma non è finita qui! La squadra<br />

maschile “Ragazzi a 11”, dopo aver sbaragliato<br />

la concorrenza nel Campionato primaverile, si è<br />

qualificata per le fasi finali di categoria. Ai quarti,<br />

il primo ostacolo sono stati i pari età della<br />

squadra “Città di Segrate”. I ragazzi biancorossi<br />

pregare? Che cosa devo fare, qual è il mio compito?”.<br />

Una preghiera che parla del senso dell’esistenza,<br />

del rapporto con Dio, della vocazione. Vi<br />

raccomando di leggerla ogni tanto, specialmente<br />

di giovedì».<br />

Maestro, dimmi la verità della vita!<br />

«La verità prima della vita è questa:<br />

la tua vita è benedetta da Dio.<br />

E la verità seconda è questa:<br />

tu vivi per essere una benedizione<br />

per tutti quelli che ti incontrano».<br />

Maestro, insegnami a pregare!<br />

«Tu prega così:<br />

Padre nostro che sei nei cieli, Padre!<br />

Sia santificato il tuo nome, Padre!<br />

Venga il tuo regno, Padre!<br />

Sia fatta la tua volontà, Padre!»<br />

Maestro, dimmi che cosa devo fare!<br />

«Non perdere oggi l’occasione per amare.<br />

Non lasciare che nessuno<br />

vada via da te senza un sorriso.<br />

Non sottovalutarti mai:<br />

sei fatto ad immagine di Dio!<br />

Non dimenticarti mai della tua vocazione<br />

ad essere felice».<br />

le varie iniziative presentate. Ci attendono TRE<br />

SETTIMANE all’insegna del divertimento e della<br />

gioia di stare insieme! I bambini vengono suddivisi<br />

in due gruppi e ad ogni gruppo spetta il compito di<br />

pensare al nome e alla realizzazione della propria<br />

bandiera… BUON DIVERTIMENTO!<br />

hanno superato il turno vincendo per 4 -1 in<br />

casa degli avversari. Ora ci attendono le semifinali!!<br />

La prossima partita vedrà il GSO sfidarsi<br />

contri i rivali del “FROG Milano”. Appuntamento<br />

per tutti domenica 27 giugno alle ore 19.00<br />

presso l’Oratorio “Don Bosco” di Arese.


Pagina 4<br />

Comunità Pastorale dei Santi Pietro e Paolo<br />

Presiede la concelebrazione don Giuliano<br />

Ispettore dei salesiani di Don Bosco.<br />

A conclusione annuncerà novità circa la<br />

presenza salesiana in città.<br />

25 luglio: Prima Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani con Indulgenza Plenaria<br />

Martedì 22 giugno, Papa Francesco ha pubblicato<br />

il Messaggio “Io sono con te tutti i giorni” (Mt<br />

28,20) per anticipare la Prima Giornata Mondiale<br />

dei nonni e degli anziani, in programma il prossimo<br />

25 luglio come occasione di rinascita dopo le<br />

sofferenze e i lutti della pandemia, auspicando<br />

che nonne e nonni ricevano quel giorno la visita di<br />

un “angelo”. «Alcune volte – scrive il Pontefice –<br />

questi angeli avranno il volto dei nostri nipoti, altre<br />

SANTE MESSE<br />

TEMPO dopo PENTECOSTE<br />

SABATO<br />

Ore 17.30 - San Bernardino<br />

Ore 18.00 - Santi Pietro e Paolo<br />

Ore 18.30 - Maria Aiuto dei Cristiani<br />

DOMENICA<br />

Ore 08.30 - Santi Pietro e Paolo<br />

Ore 10.00 - Maria Aiuto dei Cristiani<br />

Ore 10.30 - San Bernardino<br />

Ore 11.00 - Santi Pietro e Paolo<br />

Ore 12.00 - Maria Aiuto dei Cristiani<br />

Ore 17.30 - Santi Pietro e Paolo<br />

Ore 18.00 - Maria Aiuto dei Cristiani<br />

Ore 20.45 - Santi Pietro e Paolo<br />

ANAGRAFE PARROCCHIALE<br />

Battesimo<br />

Pietro Relepli - Viola Buttera<br />

Leonardo Meroni - Vittoria Giacomini Vadalà<br />

Alessia Preatoni - Lorenzo Drago<br />

Defunti<br />

Angiolina Rapaccioli - Roberto Camiciottoli<br />

Questi nostri fratelli e tutti i defunti in Cristo,<br />

per la misericordia di Dio, riposino in pace.<br />

dei familiari, degli amici di sempre o di quelli che<br />

abbiamo conosciuto proprio in questo momento<br />

difficile. In questo periodo abbiamo imparato a<br />

comprendere quanto siano importanti per ognuno<br />

di noi gli abbracci e le visite, e come mi rattrista il<br />

fatto che in alcuni luoghi queste non siano ancora<br />

possibili». Il Papa invita a non andare mai in pensione<br />

dall’annuncio del Vangelo. «Leggiamo ogni<br />

giorno una pagina del Vangelo, preghiamo con i<br />

Salmi, leggiamo i Profeti. Rimarremo commossi<br />

della fedeltà del Signore. Io stesso – ha aggiunto -<br />

posso testimoniare di aver ricevuto la chiamata a<br />

diventare Vescovo di Roma quando avevo raggiunto,<br />

per così dire, l’età della pensione e già<br />

immaginavo di non poter più fare molto di nuovo.<br />

Il Signore sempre è vicino a noi, sempre, con<br />

nuovi inviti, con nuove parole, con la sua consolazione,<br />

ma sempre è vicino a noi. Voi sapete che il<br />

Signore è eterno e non va mai in pensione, mai”.<br />

Il Messaggio suona come un incoraggiamento agli<br />

anziani e a nonni. «Non importa – scrive il Papa -<br />

quanti anni hai, se lavori ancora oppure no, se sei<br />

rimasto solo o hai una famiglia, se sei diventato<br />

nonna o nonno da giovane o più in là con gli anni,<br />

se sei ancora autonomo o se hai bisogno di essere<br />

assistito, perché non esiste un’età per andare<br />

in pensione dal compito di annunciare il Vangelo,<br />

dal compito di trasmettere le tradizioni ai nipoti.<br />

C’è bisogno di mettersi in cammino e, soprattutto,<br />

di uscire da se stessi per intraprendere qualcosa<br />

di nuovo”. Papa Francesco chiede agli anziani<br />

soprattutto tre cose: sogni, la memoria e la preghiera.<br />

«Il Profeta Gioele pronunciò una volta questa<br />

promessa: «I vostri anziani faranno sogni, i vostri<br />

giovani avranno visioni» (3,1). Il futuro del mondo<br />

è in questa alleanza tra i giovani e gli anziani. Chi,<br />

se non i giovani, può prendere i sogni degli anziani<br />

e portarli avanti? Ma per questo è necessario<br />

continuare a sognare: nei nostri sogni di giustizia,<br />

di pace, di solidarietà risiede la possibilità che i<br />

nostri giovani abbiano nuove visioni, e si possa<br />

insieme costruire il futuro. I sogni poi devono<br />

essere intrecciati con la memoria. Penso a quanto<br />

è preziosa quella dolorosa della guerra e a quanto<br />

da essa le nuove generazioni possono imparare<br />

sul valore della pace. E sei tu a trasmettere questo,<br />

che hai vissuto il dolore delle guerre. Ricordare<br />

è una vera e propria missione di ogni anziano:<br />

la memoria, e portare la memoria agli altri». La<br />

stessa cosa - sostiene il Papa - riguarda anche<br />

quei nonni che hanno vissuto l’esperienza delle<br />

migrazioni. Citando Papa Benedetto, “santo anziano<br />

che continua a pregare e a lavorare per la<br />

Chiesa”, che disse “La preghiera degli anziani può<br />

proteggere il mondo, aiutandolo forse in modo più<br />

incisivo che l’affannarsi di tanti”, il Papa sottolinea:<br />

«Soprattutto in questo tempo così difficile per<br />

l’umanità, mentre stiamo attraversando, tutti sulla<br />

stessa barca, il mare tempestoso della pandemia,<br />

la tua intercessione per il mondo e per la Chiesa<br />

non è vana, ma indica a tutti la serena fiducia di<br />

un approdo». Per la Prima Giornata Mondiale dei<br />

Nonni e degli Anziani, in calendario il prossimo 25<br />

luglio, Papa Francesco concede l’Indulgenza<br />

Plenaria alle consuete condizioni (confessione<br />

sacramentale, comunione eucaristica e preghiera<br />

secondo le intenzioni del Pontefice) ai nonni, agli<br />

anziani e a tutti i fedeli che, “motivati dal vero<br />

spirito di penitenza e carità”, parteciperanno alla<br />

solenne celebrazione presieduta dal Santo Padre<br />

in San Pietro oppure alle diverse funzioni che si<br />

svolgeranno in tutto il mondo.<br />

L’Indulgenza sarà concessa, come precisa la<br />

Penitenzieria Apostolica ai fedeli che, sempre il<br />

25 luglio prossimo, dedicheranno tempo adeguato<br />

a visitare in presenza o virtualmente i fratelli anziani<br />

bisognosi o in difficoltà (malati, abbandonati,<br />

disabili) e sarà concessa agli anziani malati e tutti<br />

coloro che, impossibilitati di uscire dalla propria<br />

casa per grave motivo, si uniranno spiritualmente<br />

alle funzioni sacre della Giornata Mondiale, offrendo<br />

a Dio Misericordioso le loro preghiere,<br />

dolori o sofferenze della propria vita, soprattutto<br />

mentre si trasmetteranno tramite i mezzi televisivi,<br />

radiofonici ma anche tramite i nuovi mezzi di<br />

comunicazione sociale le parole del Sommo Pontefice<br />

e le celebrazioni. Ai sacerdoti la Penitenzieria<br />

“chiede fermamente di ascoltare le confessioni,<br />

di rendersi disponibili, con spirito pronto e<br />

generoso, per la celebrazione della Penitenza”.<br />

La Giornata è un'occasione per vivere la Chiesa<br />

in uscita: a Roma il Papa celebra alle 10.00 in<br />

presenza di nonni ed anziani della Diocesi di<br />

Roma. Nella celebrazione viene dedicata una<br />

memoria particolare agli anziani morti per Coronavirus<br />

e per quanti ci hanno lasciato senza che<br />

fosse possibile nemmeno celebrarne i funerali:<br />

verranno letti i loro nomi accendendo una candela<br />

come gesto prezioso di riconciliazione per ogni<br />

Comunità.

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