11_IRIDE

Christian Pozzi e Sara Ribolzi
Christian Pozzi è docente
presso il DEASS della
SUPSI e ricercatore ergoterapista
del Centro competenze
anziani. Da anni
si occupa di implementare
le buone pratiche in ergoterapia
nei diversi setting
geriatrici. È referente per
l’ergoterapia nella Formazione
continua dell'area
sanità in riabilitazione.
Sara Ribolzi è studentessa
al terzo anno nel corso di
laurea SUPSI in Ergoterapia.
Ha svolto il suo quarto
stage clinico presso il Centro
competenze anziani.
Pandemia, ergoterapia
e stage resilienti:
la testimonianza di Sara
[1] Ellen, C., Patricia, D. V.,
Miet, D. L., Peter, V., Patrick,
C., Robby, D. P., Kristine,
O., Maria, R.-B., Arnaud, S.,
Antonio, M.-B. J., Judit, F.-S.
A., Laura, V.-M., & de Velde
Dominique, V. (2021).
Meaningful activities during
COVID-19 lockdown and
association with mental
health in Belgian adults.
BMC Public Health, 21(1),
622. https://doi.org/10.1186/
s12889-021-10673-4
[2] Promislow, D. E. L.
(2020). A Geroscience
Perspective on COVID-19
Mortality. The Journals of Gerontology.
Series A, Biological
Sciences and Medical Sciences,
75(9), e30–e33. https://doi.
org/10.1093/gerona/glaa094
[3] Zheng, Z., Peng, F., Xu,
B., Zhao, J., Liu, H., Peng, J.,
Li, Q., Jiang, C., Zhou, Y., Liu,
S., Ye, C., Zhang, P., Xing, Y.,
Guo, H., & Tang, W. (2020).
Risk factors of critical &
mortal COVID-19 cases:
A systematic literature
review and meta-analysis.
Journal of Infection, 81(2),
e16–e25. https://doi.org/10.1016/j.jinf.2020.04.021
[4] Wister, A., & Speechley,
M. (2020). COVID-19:
Pandemic Risk, Resilience
and Possibilities for
Aging Research. Canadian
Journal on Aging = La Revue
Canadienne Du Vieillissement,
39(3), 344–347.
https://doi.org/10.1017/
S0714980820000215
La formazione universitaria a causa
della pandemia da COVID-19 ha dovuto
percorrere nuove vie, esplorare nuove
traiettorie didattiche. Molto si è letto
sull’argomento: l’articolo vuole essere
un momento di riflessione e condivisione
di una esperienza avvenuta presso
il Centro competenze anziani che ha
permesso un intreccio affascinante tra
stage clinico e ricerca. Unico prerequisito
richiesto agli studenti la motivazione
di adattarsi alla difficoltà, in altre parole
l’essere resilienti.
Crisi globale da COVID-19 e aspetti
socio-sanitari legati all’invecchiamento
La crisi globale dovuta al COVID-19 sta rimodellando
la società in modi inaspettati e profondi.
Abbiamo osservato e talvolta vissuto cambiamenti
drastici in poche settimane; tuttora viviamo
in un clima di incertezza dove le nostre
routine, i nostri rituali, le nostre attività si sono
trasformate almeno nella modalità di svolgimento.
[1] Dal punto di vista sanitario stiamo affrontando
per la prima volta una pandemia al
tempo di internet e dei social media: la velocità
di connessione è direttamente proporzionale
alla velocità con cui i dati (veri o presunti) nascono
e vengono condivisi potenzialmente con
il mondo intero.
Fin dalle prime fasi pandemiche (marzo – aprile
2020) è emerso che il virus SARS-COV-2 provocava
una sindrome respiratoria acuta grave che
tuttora rappresenta una minaccia mortale. Tutti
gli individui erano e sono suscettibili all’infezione
ma l’età avanzata in unione con l’eventuale
fragilità rimane uno dei fattori di rischio per
produrre conseguenze gravi in coloro che sono
stati infettati. Questo ha portato a considerare
questa pandemia una “gero-pandemia” ed ha
spinto il campo dell’invecchiamento al centro
della scena. È parso subito chiaro che per i ricercatori
interessati alla geriatria ed ai processi di
invecchiamento fosse determinante analizzare
le variabili età, fragilità, aspetti sociali e come
l’interazione di questi abbiano determinato le
traiettorie sanitarie delle persone che stavano
lottando contro il temibile virus. [2]
Fortunatamente, molti modelli prognostici in
medicina dimostrano, già da diversi anni, che l’età
è solo uno dei tanti fattori nelle decisioni di triage
come questa: molto si è scritto e molto si è detto
riguardo fragilità e comorbilità. Questo ragionamento
clinico è stato ben chiarito e analizzato in
molti articoli e revisioni pubblicate alla metà del
2020 [3][4] : pazienti maschi, di età superiore ai 65
anni, fumatori affrontano un rischio maggiore di
sviluppare la condizione critica o mortale legata
al COVID-19 rispetto a pari età senza comorbilità.
Altre condizioni da considerare fragilizzanti
erano l’ipertensione, il diabete, le malattie cardiovascolari
e le malattie respiratorie che risultano
essere elementi che influenzano la prognosi di
COVID-19. Tutto ciò conferma come l’età è certamente
un fattore ma non può essere l’unico da
valutare e da prendere in considerazione. Una
nuova conferma, anche in era pandemica, per
uno dei cardini della geriatria.
Crisi globale da COVID-19 e aspetti
formativo - didattici nel corso di laurea
SUPSI in Ergoterapia
Come sottolineato nel capitolo precedente il
COVID-19 ha portato in primo piano la geriatria
e lo studio delle dinamiche sociali legate all’invecchiamento.
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