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Il giornale studentesco della sede di via don Minzoni del Liceo Galilei
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La Romanitas dopo la caduta
dell’Impero Romano d’Occidente
Cari Grattoniani, il 476 d.C. è un anno
vituperato dalla maggior parte di noi a causa
della caduta dell’Impero Romano
d’Occidente (se non si considera che de iure
Giulio Nepote è rimasto imperatore fino al
480, dato che non ha mai abdicato), ma
davvero il senso della Romanitas è morto
con l’avvento del Medioevo?
In questo articolo parlerò della Romanitas
nel Medioevo, concentrandomi
principalmente sull’Impero Bizantino.
Prima di tutto occorre fare delle premesse:
anche quando l’Impero Romano non era
ancora diviso, la parte occidentale era
diversa da quella orientale perché i Romani
non imponevano la loro cultura, anzi, la
arricchivano con quella dei popoli
conquistati; il maggiore elemento di
uniformità era la Legge. Nella Pars
Occidentalis le culture principali erano
quella
latina, le
tradizioni
locali (ad
esempio,
la sannitica
o la
gallica) e
quella
greca per le
classi più
colte. Nella
Pars
Orientis
era la
cultura
ellenistica
quella più
diffusa e la
koiné la
lingua
parlata da
tutti; il
latino era
invece
usato solo
negli atti ufficiali ed era conosciuto
soprattutto dalle classi colte. Ma quindi
l’Impero Bizantino è davvero "erede"
dell’Impero Romano? La risposta non è
univoca e dipende dalle differenze
diacroniche createsi fra il 476 e il 1453. È
evidente che, dopo il 476, la romanità
orientale non scompare magicamente e
quindi l’Impero Romano d’Oriente è a tutti
gli effetti romano. Gli imperatori orientali
hanno ancora una visione universale
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