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Introduzione: Scrivere la Natura - Davide Sapienza

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INTRODUZIONE<br />

do remoto e silenzioso che prenderà il posto del sogno. L’autore<br />

ci trasmette l’ansia per ciò che è sconosciuto (<strong>la</strong> Fortezza Bastiani<br />

che attende Drogo), ma anche l’angoscia strisciante che avvolgerà<br />

tutto il romanzo. Perciò Il deserto dei Tartari è anche un romanzo<br />

di ambiente, su una natura indecifrabile che circonda l’uomo.<br />

In questo risiede <strong>la</strong> sua estrema modernità: troviamo l’uomo che<br />

cerca di proteggersi dalle proprie angosce provando a entrare nel<br />

cuore del<strong>la</strong> terra desertica, senza veramente accettar<strong>la</strong> per ciò che<br />

è, ma aspettando un gesto che giunga da dietro il suo orizzonte.<br />

La forza illusoria dell’attesa è amplificata dalle gole e dai dirupi in<br />

cui l’ufficiale – minuscolo – è come risucchiato. È <strong>la</strong> natura quasi<br />

leopardiana a preconizzarne il destino: i mutamenti di colore, i<br />

movimenti d’aria che comunemente avvengono in montagna al<br />

tramonto, grazie al crescendo delle sfumature oscure, si trasformano<br />

in presagi evidenti al lettore:<br />

Guardateli, Giovanni Drogo e il suo cavallo, come sono piccoli<br />

sul fianco delle montagne che si fanno sempre più grandi e selvagge.<br />

Egli continua a salire per arrivare al<strong>la</strong> Fortezza in giornata, ma più<br />

svelte di lui, dal fondo, dove romba il torrente, più svelte di lui salgono<br />

le ombre. A un certo punto esse si trovano proprio all’altezza di Drogo<br />

sul fianco opposto del<strong>la</strong> go<strong>la</strong>, sembrano per un momento rallentare<br />

<strong>la</strong> corsa, come per non scoraggiarlo, poi scivo<strong>la</strong>no su per i greppi<br />

e i roccioni, il cavaliere è rimasto di sotto. 3<br />

Non possiamo infine prescindere da un altro grande autore italiano<br />

che per tutta <strong>la</strong> vita ha interpel<strong>la</strong>to <strong>la</strong> natura per cogliervi il destino<br />

umano: Giacomo Leopardi. Leggiamo insieme una pagina<br />

dal Dialogo di Cristoforo Colombo e di Pietro Gutierrez, dove l’autore<br />

ricrea <strong>la</strong> dimensione esistenziale di chi attende una grande scoper-<br />

3 Ibidem, p. 27.<br />

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