REVISTA CONNESSIONE EDIÇÃO DE JULHO N° 21 ANO 2022
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AMETISTA
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L’ametista è una varietà violacea di quarzo, spesso
associata a rocce basaltiche subalcaline, sin dal 3000
a.C., in Egitto, Sudafrica e in Mesopotamia, una delle
gemme più utilizzate per la creazione di gioielli, sigilli
e intagli. Il termine deriva dal greco améthystos che
significa “non ebbro”.
I Greci ritenevano che costituisse un eccellente rimedio
contro gli effetti dell’alcool e i Romani contribuirono
ad alimentare questa credenza. Una particolare
etichetta comportamentale imponeva infatti ai commensali
di bere vino in coppe di cristallo ogni volta
che l’ospite accostava la sua alle labbra. Egli però si limitava
a bere acqua pura in un calice d’ametista, i cui
riflessi viola ‘coloravano’ l’acqua dandole l’apparenza
del vino. Così l’ospite poteva rimanere signorilmente
sobrio mentre i suoi commensali cedevano all’ebbrezza.
Il suo colore viola ha però uno svantaggio, infatti la
sua prolungata esposizione al sole e alla luce intensa
ne provoca l’impallidimento; ad una temperatura tra
i 400 °C e i 500 °C, i cristalli cambiano il loro colore
in modo radicale (in giallo-bruno-arancio) diventando
artificialmente simili ai cristalli di quarzo citrino e
spesso venduti fraudolentemente come tali.
I cristalli di ametista si rinvengono essenzialmente
all’interno di geodi sviluppatisi nelle rocce basaltiche
a causa di un’attività idrotermale successiva, ma spesso
prossima, all’evento magmatico stesso. I geodi sono
cavità presenti entro le rocce ignee, che rappresentano,
di fatto, bolle di gas variamente modellate dallo
scorrimento maggiore o minore del liquido magmatico.
Quanto minore è la viscosità del liquido, tanto più
allungata può essere la forma del geode di cui la parte
più acuminata coincide con la direzione dello scorrimento
del flusso. Sulle pareti interne di tali geodi si
possono sviluppare raggruppamenti di cristalli (tra i
più comuni quarzo, zeoliti, carbonati e solfati) “cresciuti”
grazie alla particolare composizione chimica e
alla temperatura relativamente alta (da 850 a 50 °C)
dei fluidi idrotermali percolati attraverso la roccia.
Fino a pochi decenni or sono con il termine di Ametista
orientale, veniva designato il corindone viola di
qualità gemmologica; poiché tale terminologia poteva
generare confusione con il quarzo ametista viola
propriamente detto, la terminologia è stata cambiata
e perciò quella qualità di corindone oggigiorno viene
definita come “zaffiro viola”.