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ACAVinforma n.2 2022

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informa

Periodico di informazione e documentazione dell’Associazione Centro Aiuti

Volontari Cooperazione Sviluppo Terzo Mondo anno 36 | N. 2 | DICEMBRE 2022

Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Tassa riscossa - Taxe perçue - contiene I.R.


informa

Anni di impegno,

ma ne è valsa la pena

Lo scorso mese di novembre sono tornato a Koboko dopo

tre anni di assenza. In questo periodo ho sempre seguito

a distanza l’attività svolta da ACAV nella regione del

West Nile, ma è stato importante riprendere personalmente

contatti con le autorità locali e con il nostro personale

ugandese, incontrare molti dei beneficiari dei nostri

progetti e vedere “dal vivo” quanto è stato realizzato ed è

in corso di realizzazione. Ho potuto constatare, in particolare

tramite le parole del Sindaco di Koboko Sanya

Wilson, quanto sia apprezzata l’attività svolta da ACAV.

La nostra associazione si affianca all’amministrazione comunale

della città nella realizzazione dei numerosi interventi

previsti dal progetto finanziato dall’Unione Europea,

volto al miglioramento dei servizi forniti alla popolazione,

che, a partire dal 2016, è notevolmente aumentata per via

del consistente afflusso di rifugiati sud sudanesi.

Mediante il progetto, avviato nel 2020 e che si concluderà

nel 2023, sono stati effettuati o sono in corso di

ultimazione numerosi interventi: nuove aule scolastiche,

la biblioteca di una scuola superiore, ambulatori in diversi

centri di salute, un centro di salute mentale, un macello,

un centro di assistenza ai rifugiati ed altro ancora.

Sono inoltre previsti corsi di formazione per i giovani,

passo fondamentale per lo sviluppo delle attività economiche

locali.

ACAV informa Periodico di informazione e

documentazione dell’Associazione Centro Aiuti

Volontari Cooperazione Sviluppo Terzo Mondo

Aut. Tribunale di Trento n. 539 dell’11 aprile 1997

Il Consiglio Direttivo

Presidente: Giorgio Boneccher

Vicepresidente: Laura Strada Velia

Consiglieri: Ivan Alberti, Renzo Franceschini,

Giacomo Merlo, Gianbattista Toller

Organi di Controllo: Anna Giordano, Stefano Tomazzoni,

Ruggero Trentin

Servizio Civile: Giulia Ademi, Angelica Porcellato

Responsabile Ufficio Trento: Angela Coslop

Cliccate su www.acav.eu e troverete notizie sempre

aggiornate sui progetti che insieme portiamo avanti!

ACAV Via Sighele, 3 - 38122 Trento tel. e fax 0461 935893

Giorgio Boneccher in un campo di cassava

Nel Distretto di Koboko ho incontrato gruppi di contadini,

duemila, inseriti nel progetto che ACAV realizza

quale partner del World Food Programme.

Se a circa duecento agricoltori diamo assistenza tecnica

durante la fase della produzione, il nostro impegno

è ora rivolto in particolare al post raccolto (magazzinaggio,

insaccamento) per garantire che ciò che viene venduto

ai consumatori sia di buona qualità e sia valorizzato

nella fase di accesso al mercato.

Mi sono recato anche nel campo rifugiati di Rhino

Camp dove, in base al progetto finanziato dalla fondazione

tedesca Gerda Henkel, ACAV dà sostegno a quattrocentocinquanta

contadini, in parte locali e in parte

rifugiati, in modo da aumentare – tramite formazione, assistenza

tecnica e consegna di sementi selezionate – la

produttività delle loro coltivazioni.

Va detto che l’ottenimento di migliori risultati in campo

agricolo è di particolare importanza in un periodo in

cui i prezzi degli alimenti subiscono fortissimi aumenti

anche in Uganda.

Non è mancata, sempre nel Distretto di Koboko, la visita

ad alcuni pozzi da tempo non più funzionanti e che

recentemente abbiamo riabilitato con il sostegno economico

della Regione Trentino – Alto Adige.

In questa zona l’accesso all’acqua potabile continua

ad essere un problema e gli interventi volti a migliorare,

per quanto possibile, questa situazione restano sempre

di fondamentale importanza.

Il viaggio mi consente di confermare la convinzione

che ACAV, grazie al lavoro del nostro unico “espatriato”,

Pierluigi Floretta, e dei numerosi collaboratori ugandesi,

continui a svolgere una serie di attività che, benché limitate,

restano importanti per il miglioramento delle precarie

condizioni di vita delle popolazioni locali.

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informa

Purtroppo le risorse finanziarie disponibili non ci consentono

di fare di più. Nell’ultimo quadriennio, c’è stato

un forte ridimensionamento dei contributi assegnatici

dalla Provincia Autonoma di Trento e recentemente è

cessato, almeno per il momento, anche il sostegno economico

della Fondazione San Zeno. Auspico che ACAV

possa invece ancora contare sull’aiuto di numerosi letto-

ri di questo opuscolo e, pur consapevole del difficile momento

che stiamo attraversando, auguro a tutti voi che

possiate trascorrere un sereno Natale ed andare incontro

a un felice Nuovo Anno.

Giorgio Boneccher

Presidente ACAV

In alto: foto di gruppo con il sindaco di Koboko Sanya Wilson

Sopra: il Presidente in visita al progetto del WFP

dicembre 22 | n. 2 | 3


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Uganda, la corsa dei prezzi

Ma quanto costa la cassava!

Nel mese di novembre ho incontrato i colleghi ugandesi.

Abbiamo valutato ciò che è stato realizzato, abbiamo fatto

piani per il futuro, che presenta molte ombre.

Argomento dominante degli incontri di quest’anno è

stata l’inflazione e soprattutto l’aumento dei prezzi dei generi

alimentari di largo consumo. La farina di cassava, il

“pane” che dovrebbe essere alla portata di tutti, è aumentata

in poco tempo da 0.25 a 0.60 euro al chilo, quella

di mais da 0.50 a 0.80 e le farine di miglio e di sorgo sono

aumentate del cinquanta per cento in pochi mesi.

Anche i prezzi dei “companatici” sono cresciuti in maniera

importante, con i fagioli, le uova, il latte, l’olio di semi

cresciuti mediamente del quaranta per cento, mentre

il pesce e la carne hanno subito aumenti modesti intorno

al quindici per cento. Va detto che pesce e carne erano

roba da ricchi anche prima del picco inflazionistico e i loro

aumenti interessano poco alla gente comune.

Secondo NUMBEO, il più importante database sul costo

della vita nei diversi paesi del mondo, per seguire una

dieta equilibrata in Uganda andrebbero spesi almeno

quattro euro al giorno a persona.

Ma perché questa impennata dei prezzi? Quali fattori

hanno influito sul costo di generi alimentari, quelli “autoctoni”,

che non sono importati dall’estero ma prodotti

in Uganda?

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informa

Le dinamiche del costo della vita ugandese

non dovrebbero essere legate a quanto succede

nel resto del pianeta: guerre, epidemie, crisi

energetiche e ambientali…. Invece sembra proprio

che nel mondo interconnesso in cui viviamo

l’aumento dei prezzi dei combustibili, degli

oli di semi e delle farine di grano determinato

dalla guerra in Ucraina abbiano provocato l’aumento

del costo dei generi alimentari prodotti in

Uganda.

Una corsa al rialzo dove in pochissimi ci guadagnano

e in molti ci rimettono. Fra quelli che ci

rimettono ci sono anche i piccoli contadini, che,

se da un lato guadagnano più soldi quando

vendono i modesti esuberi di produzione che

riescono a portare sui mercati locali, devono poi

spendere molto di più per comprare quanto

non riescono a produrre in proprio.

La settimana scorsa a Koboko ho visitato alcuni

cantieri edili dove sono in fase di costruzione

infrastrutture scolastiche finanziati dalla

Unione Europea, lavori per i quali ACAV fornisce

assistenza tecnica. Le imprese costruttrici

assumono la manovalanza nei dintorni del cantiere,

pescando soprattutto fra i giovani che non

studiano e non lavorano, in modo da portare un

po’di “ricchezza” alle comunità vicine. La paga

giornaliera di questi giovani è di due euro e

mezzo, quanto basta a comprare due chilogrammi

di riso, oppure tre litri di latte, settecento

grammi di carne oppure 1,6 litri di benzina.

Nel suo discorso alla nazione del giugno

scorso, il Presidente Museveni ha annunciato

solennemente che l’Uganda ha raggiunto il livello

di “middle income status” (Stato a medio

reddito) con un Prodotto Interno Lordo di millequarantasei

euro pro capite. Il Presidente probabilmente

non conosce Trilussa che in una sua

poesia, molto prima che la statistica irrompesse

nella nostra vita, ce la spiegò in molto semplice:

se qualcuno mangia due polli e qualcun

altro no, in media hanno mangiato un pollo a

testa, anche se di fatto sappiamo che uno non

ha mangiato.

Consapevoli di questo, la missione di ACAV

rimane quella di accompagnare, nel loro percorso

di crescita umana ed economica, la gran

parte delle persone che vivono in Uganda e non

hanno ancora avuto modo di assaggiare la loro

parte di pollo.

Pierluigi Floretta

Direttore regionale di ACAV

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PREZZI ALLE STELLE. TESTIMONIANZE DALL’UGANDA

In questo momento in Uganda la speranza che prima o poi le cose possano cambiare è

l’unica ancora a cui aggrapparsi.

SANDE MARIO NANCY PEACE ATAYI FLAVIA

Atayi Flavia, madre di tre figli, mi dice che avrebbe

già dovuto chiudere il suo negozio.

Le ha provate tutte ma i costi dei prodotti sono

aumentati drasticamente in tutto il Paese. Da giovane

aveva grandi ambizioni, non voleva dipendere

solo dal salario di lavoratrice agricola ma ora

la sua bottega è un peso.

“Le vendite sono crollate, prima guadagnavamo

da venticinque a quaranta euro al giorno, adesso

a stento raggiungo gli otto euro’’.

Il cibo è diventato la spesa più grande. “Con 0,30 €

di patate potevo sfamare tutta la famiglia a colazione,

ora devo pagare da 0,50 € a 0,80 € e noi

adulti saltiamo i pasti in modo da ridurre il numero

di bocche da sfamare”.

Nancy Peace è una venditrice di verdure nel mercato

di Ombaci. Compra le verdure in un mercato

al confine tra Uganda e Repubblica Democratica

del Congo, a circa quattro chilometri di distanza.

Un anno fa gli affari andavano meglio. “Compravamo

un pacco di verdure dai contadini a 0,03 €,

poi lo dividevamo in tre pacchi per venderne

ognuno a 0,03 €. Ma ora la quantità di verdure si

è notevolmente ridotta e quando le dividiamo gli

acquirenti si lamentano”. Quando le chiedo perché

i prezzi delle verdure sono aumentati, Nancy

mi dice che ne arrivano meno al mercato, a causa

del costo del carburante. “Le piogge sono state

stabili quest’anno e quindi questa non può essere

la ragione della scarsità di ortaggi”.

Per i tanti rifugiati sud sudanesi come Sande Mario,

24 anni, l’aumento dei prezzi non è nulla in

confronto alla guerra, ma persino Mario deve ammettere

che l’inflazione ha reso la vita difficile.

Con la sua famiglia gestisce un piccolo salone per

capelli nel centro commerciale di Ombaci.

È l’unica fonte di reddito e per questo ha dovuto

aumentare i servizi offerti: riparazione di biciclette,

di scarpe, ricariche dei telefoni.

“Di solito facevamo pagare 0,40 o 0,50 € per un

taglio di capelli, ma ora anche 0,25 € vanno bene.

Le persone non hanno soldi”.

Grace Akendru

Addetta alla comunicazione

di ACAV in Uganda

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Non bastava il Covid...

torna l’incubo Ebola

È passato meno di un anno dalla riapertura delle scuole e

la ripresa delle lezioni dopo quasi due anni di sospensione

per COVID-19 e i bambini ugandesi sperimentano nuove

restrizioni alla loro possibilità di recarsi a scuola.

Il Governo ha deciso di anticipare di due settimane l’inizio

delle vacanze per materne, primarie e secondarie.

La causa? La diffusione del virus dell’ebola.

Se ormai il Covid-19 in Uganda di fatto non è più emergenza

– non si vedono più mascherine e non si sollecitano

più le vaccinazioni – il 20 settembre scorso il Ministero del-

Cos’è l’ebola?

La malattia del virus Ebola è una febbre emorragica

spesso fatale. Negli anni ha provocato epidemie in diversi

paesi africani, con tasso di mortalità variabile dal

venticinque al novanta per cento.

Inizialmente non ci sono sintomi specifici e la diagnosi

è molto difficile.

Il virus viene trasmesso alle persone da animali selvatici

e si diffonde attraverso il contatto con sangue, secrezioni

o altri fluidi biologici (es. saliva, urina, vomito)

di soggetti infetti e in ambienti contaminati. Per questo

il contagio è più frequente tra familiari, conviventi e personale

sanitario.

Non esiste alcun trattamento specifico per curare questa

malattia.

Oggi si è arrivati alla scoperta di un vaccino molto promettente,

anche se non ancora registrato per l’utilizzo

sui pazienti. La prevenzione si affida alle misure igienico-sanitarie,

alla capacità di diagnosi, al tracciamento e

all’isolamento dei contagiati.

Fonte: https://www.medicisenzafrontiere.it/cosa-facciamo/topic/ebola/

la salute dell’Uganda ha dovuto lanciare un nuovo allarme:

è stato confermato il primo caso di ebola dopo un decennio

dalla scomparsa della malattia.

Da metà novembre non si registrano nuovi casi ma la

scelta di chiudere anticipatamente le scuole è stata presa

prudenzialmente dopo la conferma di ventitre studenti contagiati

dal virus, otto dei quali non ce l’hanno fatta, e centinaia

di casi tra i bambini.

Chiudere le scuole limita i luoghi in cui gli scolari si riuniscono

e dove sono a stretto contatto con tante persone,

i propri compagni, gli insegnanti e il personale che potrebbero

potenzialmente diffondere il virus.

I distretti che al momento presentano focolai sono sette,

con più di centotrenta contagi e più di cinquanta morti,

tra i quali personale medico e bambini.

Il tasso di mortalità è molto alto, intorno al trentanove

per cento. Le zone interessate si trovano tutte nel’area centro-meridionale

del Paese, quindi lontano dai luoghi nei

quali opera ACAV, ma sono presenti casi anche nella capitale

Kampala.

Giulia Ademi

Servizio Civile

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informa

Dai campi al mercato

si allunga la “filiera” della formazione

L’ottantacinque per cento della popolazione del West Nile,

regione in cui opera ACAV, è dedita all’agricoltura, che

prevalentemente è di sussistenza.

Lo abbiamo detto varie volte in questa sede, ma è bene

ribadirlo, per capire quanto è fondamentale il nostro

lavoro in un settore che coinvolge la quasi totalità della

popolazione.

Da sempre i progetti agricoli di ACAV si sono

concentrati sulla fase di produzione, in particolare sulla

formazione dei contadini con corsi teorici e pratici per

l’utilizzo di metodi più produttivi, dando supporto e assistenza

tecnica, fornendo attrezzi e sementi migliorate

– quest’ultime più resistenti, di maggior qualità e in

grado di fornire raccolti più ricchi – e insegnando ai contadini

a creare dei vivai per coltivare le piantine in autonomia.

Negli ultimi anni, ACAV ha deciso di allargare il suo

campo di azione e fare un salto in avanti. Oltre che nella

produzione, stiamo indirizzando i nostri interventi anche

nella fase di post-raccolta: pre-pulitura del prodotto e

cernita, eventuale essiccatura e lavorazione – come nel

settore delle farine – confezionamento e stoccaggio.

I risultati ottenuti ci incoraggiano: aumento della qualità

del cibo destinato sia all’autoconsumo delle famiglie

dei contadini sia alle eccedenze vendute sul mercato, diventate

più “attraenti” anche per chi compra.

Attualmente, nel progetto “Livelihoods Sustainability

for Refugees and Hosting Communities” sostenuto dalla

CASSAVA TRADIZIONALE

CASSAVA MIGLIORATA

Semi e talee

migliorati

Le sementi migliorate per le

colture annuali che ACAV distribuisce

ai contadini ugandesi

provengono da un istituto

di ricerca del ministero

dell’agricoltura NARO (National

Agricultural Research Organization)

e quindi si evita il

rischio di creare dipendenza

economica dalle grandi multinazionali.

Una volta ottenuto il raccolto,

i contadini avranno nuove sementi

da utilizzare; altre potranno

acquistarle nei negozi

specializzati di prodotti agricoli.

Per le piantine da frutto e per

la cassava, invece, ACAV forma

i contadini presso la scuola

di Jabara, dove vengono

insegnate le pratiche di innesto

per permettere di moltiplicare

le piantine in autonomia.

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informa

Post produzione il raccolto viene insaccato

fondazione tedesca Gerda Henkel, ACAV supporta quattrocentocinquanta

agricoltori (trecento rifugiati e centocinquanta

ugandesi) stanziati a Rhino Camp o nelle sotto-contee

vicine.

Curiamo la formazione sulle buone pratiche agronomiche

e sull’importanza delle varietà migliorate rispetto

a quelle tradizionali; distribuiamo talee di cassava e semi

di sesamo, arachidi, mais e sorgo sufficienti per coltivare

un acro di terreno, messo a disposizione gratuitamente

a chi lavora la terra ed è residente nella zona.

Infine, attraverso corsi di formazione, affianchiamo i

contadini nella gestione post- raccolta, nel controllo della

qualità e nell’utilizzo di mezzi di innovazione.

Con il progetto “Agriculture Market Support”, finanziato

dal World Food Programme ACAV si è spinta ancora

più in là, supportando duemila contadini di Koboko

nella vendita dei loro prodotti sul mercato, mettendo in

contatto, creando delle connessioni tra i produttori e chi

venderà i loro prodotti: mediatori, fornitori, etc.

ACAV organizza corsi di marketing agricolo, di alfabetizzazione

finanziaria, supporta la formazione di trentasei

giovani in orticoltura presso la scuola di JAVIK a cui

è stato dato anche un kit di attrezzi e sementi.

Con questi due importanti progetti partecipiamo alla

realizzazione dell’obiettivo numero uno dell’agenda

2030: porre fine alla povertà in tutte le sue forme e

ovunque; in particolare entro il 2030 “costruire la resilienza

dei poveri e di quelli in situazioni vulnerabili e ridurre

la loro esposizione e vulnerabilità ad eventi estremi

legati al clima e ad altri shock e disastri economici,

sociali e ambientali”.

Il riscontro che il lavoro di ACAV va in questa direzione

e che funziona lo possiamo trovare nella testimo-

nianza di Ramathan Kassa, beneficiario del progetto del

World Food Programme , che con entusiamo ha raccontato

la sua storia e che, di seguito, vi proponiamo.

È un motivo di orgoglio sapere che, nonostante questo

periodo buio dal punto di vista economico, i beneficiari

di ACAV possono contare su un “salvagente” in più

e possono far fronte anche alle crisi economiche.

Il nostro obiettivo è quello di aiutare tanti contadini

come Kassa, aiutarne il più possibile.

Angela Coslop

Responsabile Ufficio Trento

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L’amore di Kassa

per la terra

Il suo amore per l’agricoltura è innato. Quando ha iniziato

la scuola, all’età di 11 anni, sapeva già cosa voleva studiare:

agronomia. Poi, in seconda media, ha dovuto lasciare

gli studi perché i suoi genitori contadini non

potevano pagare la scuola secondaria.

Nato nel villaggio rurale di Dimbeni, nel distretto di

Koboko, Ramathan Kassa oggi ha settantatré anni, tre

mogli e 17 figli.

“Ho sposato la mia prima moglie a Rhino Camp. Poco

dopo, in mia assenza, i miei fratelli hanno portato a

casa un’altra donna. Volevo una sola moglie, ma i miei

fratelli hanno insistito perché le prendessi entrambe. Ho

accettato”.

Lungo la strada, è arrivata una terza donna: “Non era

un problema, avevo già gestito con successo due mogli“,

si vanta tra i sorrisi.

Non ha rimpianti perché la sua famiglia lo ha spinto a

lavorare di più e non sono mai mancati cibo e istruzione.

Non riuscirebbe ad immaginare la sua vita senza la terra.

Nel 2017 Kassa ha fondato il Nyomora Organic

Group, con lo scopo di promuovere l’uso di alternative

naturali ai prodotti chimici, di adottare moderne tecniche

nella produzione, nella raccolta e nella commercializzazione

dei prodotti, senza trascurare anche altre settori

come la gestione del risparmio e del credito e la

tenuta dei registri.

Nyomora è tra i gruppi che attualmente ricevono il sostegno

di ACAV, finanziato dal World Food Programme

delle Nazioni Unite.

In seguito alla formazione ricevuta, la strategia di Kassa

è cambiata: “Prima coltivavo principalmente per procurare

cibo alla mia famiglia ma ACAV mi ha aperto gli occhi.

Ora l’agricoltura è diventata un’attività commerciale”.

All’inizio di quest’ anno, ha ricavato circa centotrentacinque

dollari solo con le piante di mango, che gli sono

state fornite da ACAV. “Ora gli acquirenti vengono direttamente

a casa mia per prendere mango in grandi

quantità. Grazie ad ACAV sono collegato con il mercato,

non devo più andare in bicicletta a Koboko per vendere

i manghi. Era molto scomodo”.

Un mese fa ha venduto cinque sacchi di mais. Ha guadagnato

circa trecento dollari e altri trecentotrenta dollari

con il riso della prima stagione, ma dalla risaia si aspetta

di più. “Il nostro riso è il più pulito di tutti e senza pietre”.

Kassa investe il suo reddito nell’ attività agricola e l’eccedenza

viene utilizzata per costruire case dignitose per

le sue tre famiglie e dare un’istruzione ai nipoti “Non posso

permettere che altri bambini passino quello che ho

passato io”.

Uno dei nipoti è il dottor Sadik

Kassim, oggi direttore dell’Organizzazione

nazionale di Ricerca Agricola

(NARO) dell’Uganda. Il prossimo

obiettivo del gruppo Nyomora,

è quello di risparmiare denaro per

costruire un negozio, dove tenere i

prodotti per venderli a prezzi migliori

durante i periodi di scarsità.

Al momento, a causa della mancanza

di strutture di stoccaggio, i

prodotti si devono vendere a poco

prezzo subito dopo il raccolto. Ma

Kassa ora non si accontenta più. Ha

cambiato strategia.

Grace Akendru

Addetta alla comunicazione

di ACAV in Uganda

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ACAV, le ragioni del nostro impegno

i perché del vostro aiuto

Contadini come Ramathan Kassa ce ne sono pochi in

Uganda. Ha settantatré anni e vede lontano. Più che un

contadino si sente un imprenditore agricolo. Non coltiva

i campi solo per mantenere la famiglia, dalla terra vuole

di più, vuole un profitto e per questo il suo riso e i suoi

manghi devono essere sani e ben conservati e quando

arrivano al mercato devono essere i migliori.

Vuole venderli a un buon prezzo per ricavare un reddito

che gli permetta di nutrire la sua famiglia, mandare

a scuola i nipoti e poi reinvestire nello sviluppo della sua

piccola azienda e magari, insieme ad altri, aprire un negozio.

Kassa ha imparato che in agricoltura si può superare

la soglia della sopravvivenza. Ha maturato questa convinzione

dalla sua esperienza con ACAV e dal concreto

sostegno che la nostra ONG dà ai contadini ugandesi,

non solo per sfamarli ma per accompagnarli in un progetto

nuovo, che dia un senso alla loro fatica.

Vi raccontiamo la storia di Kassa – ma all’interno del

ostro periodico troverete altri particolari – perché è un

esempio di quello che si può fare in Africa attraverso la

cooperazione internazionale.

Possiamo difendere bambini, donne, famiglie dall’indigenza,

dalla fame, dalle malattie. Con il vostro aiuto lo

facciamo da anni scavando pozzi d’acqua, costruendo

scuole, istruendo contadini ed artigiani, assistendo i rifugiati

nel distretto di Koboko. Ma se continuerete a stare

con noi potremo fare di più.

Vogliamo potenziare ciò che già abbiamo sperimentato,

come la promozione di pratiche di sviluppo rispettose

dell’ambiente e idonee ad affrontare i cambiamenti

climatici.

Vogliamo aiutare gli agricoltori ugandesi a confidare su

sé stessi, fornendo loro conoscenze e strumenti per farlo.

Vogliamo dare risposte che saldino gli africani alla loro

terra affinché non siano costretti ad abbandonare tutto

perché non hanno alternative alla fame.

Vogliamo che in terra africana possano vivere, costruire

il loro futuro e quello delle generazioni che verranno

e che non dovranno cercare nelle migrazioni forzate

l’unica possibilità di vita.

ACAV opera in un paese che negli ultimi vent’anni ha

avuto una crescita economica tra le più alte dell’Africa

ma che ora a causa del Covid prima e dei riverberi della

guerra sul fronte russo-ucraino poi, potrebbe essere in

parte compromessa.

Secondo l’Agenzia italiana per la cooperazione allo

sviluppo nel periodo 2020-21 la povertà in Uganda è aumentata

dal 27,5 al 32,7%. C’entrano due anni di pandemia

Covid-19, c’entrano gli effetti della guerra in Europa.

Nell’ultimo numero del nostro giornalino avevamo anticipato

come fosse impossibile all’Uganda sfuggire alle

conseguenze drammatiche provocate dal conflitto russo-ucraino,

al blocco delle navi piene di grano nei porti,

all’impennata del costo di carburante e fertilizzanti. Ora

l’inflazione, che corre e spaventa le famiglie ugandesi, ne

è la testimonianza.

Ma Ramathan Kassa sfodera fiducia, pensa ai suoi

manghi e al suo riso, pensa al domani.

Laura Strada

Vice Presidente ACAV

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informa

Cronache da Rhino Camp

la fame di terra, l’aiuto di ACAV

Puntuale come tutti i mesi, all’inizio di novembre, il

World Food Program ha distribuito la razione pro capite

ai rifugiati del Sud Sudan di Rhino Camp. Due le possibilità

di scelta: quattro chilogrammi di riso o cinque

euro in contanti.

Se avete letto, nel mio precedente articolo, quanto ho

scritto sul picco inflazionistico dei generi alimentari in

Uganda vi potete rendere conto di cosa si possa comprare

con cinque euro.

Recentemente ho partecipato ad una giornata di riflessione

organizzata dall’Unione Europea sugli interventi

a sostegno dei rifugiati in questo paese.

Il funzionario che rappresentava il governo ha concluso

il suo intervento dicendo: “In Uganda abbiamo accolto

un milione e mezzo di rifugiati. Grazie ad una legislazione

all’avanguardia, queste persone hanno accesso

ai servizi e alle opportunità lavorative al pari dei cittadini

ugandesi. In un momento storico in cui le organizzazioni

internazionali deputate al loro supporto hanno ridotto

di molto il loro contributo e il governo ugandese

ha altre priorità, sta ai rifugiati stessi darsi da fare per

trovare mezzi di sostentamento”.

Facile a dirsi e molto complicato da mettere in pratica

in un paese dove solo il dieci per cento dei lavoratori

ha un lavoro “formale” che garantisce uno stipendio a fine

mese mentre il rimanente novanta per cento, la maggioranza

dei quali si definisce libero professionista, vive

alla giornata grazie all’economia “informale”.

I rifugiati si aggiungono al precariato diffuso ed entrano

in competizione con le fasce più deboli della co-

12 | dicembre 22 | n. 2


informa

munità ospitante, che spesso reagisce male nel timore

di dover dividere le poche opportunità disponibili.

Un settore che potrebbe assorbire forza lavoro tra i

profughi è quello agricolo se non fosse che manca loro

la disponibilità del fattore fondamentale, la terra, che possono

solo affittare a condizioni spesso proibitive.

Trovare un equilibrio fra bisogni, aspettative e legittime

aspirazioni dei rifugiati e quelli delle comunità ospitanti

vuol dire contribuire a dare risposte concrete ai problemi

di tutti i giorni.

Da tre anni ACAV, in collaborazione con le amministrazioni

locali e gli altri attori del settore, è impegnata a

facilitare la messa a disposizione di terreni coltivabili ai

rifugiati.

Con una iniziativa finanziata da Gerda Henkel Foundation,

centro Universitario di ricerca con sede a Düsseldorf

in Germania, vengono selezionati i contadini della

comunità ospitante disponibili a prestare ai rifugiati porzioni

di terra di almeno mille metri quadrati in cambio di

sementi e talee di cassava migliorate e di contenitori per

conservare le granaglie, che vengono distribuiti anche ai

rifugiati disposti a lavorare la terra.

Dopo aver ricevuto i terreni da coltivare i beneficiari

vengono formati e seguiti da tecnici agronomi, sia durante

il ciclo produttivo che nelle operazioni post-raccolta

e di approccio ai mercati locali.

Spesso succede che importanti porzioni di raccolto,

specialmente cereali e riso, vengano perdute durante la

conservazione a causa dell’insorgenza di muffe o per la

presenza di parassiti.

Piccoli accorgimenti nella scelta dei locali di stoccaggio

e l’utilizzo di contenitori adeguati e puliti possono incrementare

di molto la qualità e la quantità di prodotti da

inviare al mercato.

Ho spesso l’impressione che sia difficile spiegare in

poche parole ciò che ACAV sta facendo, anche grazie al

vostro aiuto, per contribuire al percorso di sviluppo che

gli africani stanno lentamente e faticosamente percorrendo.

La speranza è che dai nostri racconti possiate

comprenderlo meglio e, perché no, scegliere di darci una

mano.

Pierluigi Floretta

Direttore Regionale Africa

Rhino Camp: alcuni dati

Popolazione totale

136,909

Totale Famiglie

32,146

Paese di provenienza dei rifugiati

Sud Sudan

130,934

Rep. Dem.

del Congo

5,077

Sudan

797

Ruanda

43

Burundi

18

Composizione

81%

donne e bambini

27%

50%

donne

giovani tra i 15 e 24 anni

2%

persone anziane

Dati UNHCR giugno 2022

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informa

Vi raccontiamo una storia:

ACAV e scuola insieme

per un futuro più giusto

Quando diversi anni fa abbiamo accolto la proposta che

l’allora direttrice di ACAV, Elisabetta Bozzarelli, aveva

rivolto alla nostra scuola dell’Infanzia, abbiamo subito

pensato che questo progetto, volto alla promozione di

un’educazione alla cittadinanza attiva e consapevole,

fosse davvero un’opportunità preziosissima che avrebbe

portato e fatto crescere in noi pensieri nuovi e generativi

a favore delle bambine e dei bambini che frequentano

la scuola dell’Infanzia “delle Canossiane”.

Di questo eravamo sicure da subito, ma non avremmo

potuto immaginare la ricchezza di esperienze, idee,

incontri, collaborazioni, che continuano a nutrire e arricchire

la quotidianità del nostro contesto educativo.

La storia, che attraverso questo progetto ha portato

i bambini a conoscere dapprima Gocciolina Azzurra,

in seguito Fogliolina Green e il Giardino Incantato, ha

permesso loro di rendersi protagonisti attivi di tante e

differenti esperienze di apprendimento, progettate dalle

insegnanti per avvicinarli e sensibilizzarli in questi

anni ad alcuni obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo

Sostenibile, esperienze che hanno poi trovato

spazio nelle tre pubblicazioni che sono state realizzate

dalla Scuola.

Intrecci, dialogo, reti territoriali, alleanze educative, inclusione,

sono termini nei quali la Scuola da sempre si riconosce,

ma che, proprio grazie a questo progetto, ha fatto

maggiormente propri e rispetto ai quali ha investito la

propria progettualità, rendendola densa di proposte educativo/didattiche

che hanno attivato i bambini dentro e

fuori le mura che la circondano e che hanno permesso loro

di partecipare alle esperienze collettive offerte, ciascuno

secondo le proprie possibilità, potendo contare sulle

14 | dicembre 22 | n. 2


informa

risorse rese disponibili dentro il gruppo dei pari, imparando

ad essere intraprendenti e proattivi attraverso un esercizio

di cittadinanza responsabile di raffinata concretezza.

Le bambine e i bambini, dentro e fuori la scuola, hanno

fatto della partecipazione un tratto distintivo della loro

cittadinanza, aperta e plurale. E questo, ci mostrano

gli studiosi Jane Lave e Etienne Wenger, non è solo una

possibilità di sviluppo identitario per ciascuno di loro, ma

è prima ancora indicatore del benessere di una comunità

che raccoglie persone, adulti e bambini, che si appassionano

insieme e che interagendo imparano.

Le insegnanti e la coordinatrice della Scuola

dell’Infanzia “Virginia De Panizza”

Una piantina

di nome Martina

“Vi raccontiamo una storia…” è un progetto, finanziato

dalla Provincia Autonoma di Trento, che intreccia

l’esperienza di ACAV con il mondo della scuola sul tema

della cittadinanza globale.

Da questo incontro sono nati due libri: “Mille gocce” e

“Fogliolina Green”. Il terzo libro relativo all’ultimo anno

di progetto è in fase di scrittura.

Un’esperienza che ha sorvolato i confini della nostra

provincia, creando dei ponti tra i bambini ugandesi e

quelli trentini, i quali, oltre a raccogliere offerte per la

costruzione delle fontanelle nella scuola di Amuru,

hanno realizzato dei disegni da consegnare ai loro coetanei

dell’Uganda.

E poi ci sono le piantine che ACAV ha distribuito ai

bambini ugandesi, affinché se ne prendano cura. Ogni

piantina ha la targhetta con il nome del bambino trentino

che l’ha realizzata.

dicembre 22 | n. 2 | 15


GIORNATA

Natale solidale,

DELLA

un dono

PACE:

dal cuore,

ACAV HA RICEVUTO nel cuore IL dell’Africa DIPLOMA DAI BAMBINI

BUON NATALE

E FELICE ANNO NUOVO

BORSe 1

20 €

Una bottiglia di spremuta di mela e pera Lucia

Maria Melchiori

Gianduiotti ICAM in un sacchettino di stoffa

Una composta di frutta Tremasi

Una borsetta in tessuto africano realizzato

dalle ragazze in formazione professionale

Il ricavato di questi doni

solidali andrà a

supportare i nostri

progetti in campo

agricolo, a supporto di

migliaia di contadini del

West Nile Ugandese.

COME PRENOTARE IL TUO DONO?

Scrivici un’email ad acav@acavtn.it

Chiamaci allo 0461-935893

Borse 2

25 €

Una bottiglia di vino Cavit

• Una Tavoletta di cioccolata ICAM

e cioccolatini ICAM in

un sacchettino di stoffa

• Una composta di frutta Tremasi

• Una borsetta in tessuto

africano realizzato dalle ragazze

in formazione professionale

AIUTACI

ANCHE TU!

Rinnova la tua partecipazione

e sostieni la solidarietà.

Cassa Rurale di Trento

IBAN IT63J0830401813000013314874

oppure C/C postale n. 12134383

ACAV informa - Periodico di informazione e documentazione dell’Associazione Centro Aiuti Volontari Cooperazione Sviluppo Terzo Mondo anno 36 | N. 2 |

DICEMBRE 22 - COMITATO DI REDAZIONE: Giorgio Boneccher, Elisabetta Bozzarelli, Maria Floretta, Angela Coslop | DIRETTORE RESPONSABILE: Laura Strada |

IMPAGINAZIONE E STAMPA: Publistampa Arti Grafiche - Pergine Valsugana (TN)

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