Fronte 1..1 - Scuolabook
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N. Dodero - P. Baroncini - R. Manfredi<br />
LINEAMENTI DI<br />
GEOMETRIA RAZIONALE<br />
IL PIANO E LO SPAZIO EUCLIDEO<br />
PER LA SCUOLA SECONDARIA<br />
DI SECONDO GRADO<br />
Ghisetti e Corvi Editori<br />
Lineamenti di geometria razionale - Ghisetti e Corvi © 2009 De Agostini Scuola S.p.A. - Novara
internet: www.ghisettiecorvi.it<br />
e-mail: sedes.spa@sedes-spa.it<br />
Proprietà letteraria riservata<br />
© Copyright 2002 by SEDES spa - Milano<br />
Ghisetti e Corvi Editori ®<br />
1ª edizione: 2002<br />
Printed in Italy<br />
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web www.aidro.org<br />
Eventuali segnalazioni di errori o refusi e richieste di chiarimenti sulle scelte operate dagli autori e<br />
dalla Casa Editrice possono essere inviate all’indirizzo di posta elettronica della redazione.<br />
Stampa: Litostampa Istituto Grafico - Bergamo<br />
Edizione: V VI VII VIII IX X<br />
Anno: 2007 2008 2009 2010 2011 2012<br />
Lineamenti di geometria razionale - Ghisetti e Corvi © 2009 De Agostini Scuola S.p.A. - Novara
Presentazione a Studenti e Insegnanti<br />
I vari argomenti di geometria euclidea, nel piano<br />
e nello spazio, sono riportati in capitoli. Ciascun<br />
capitolo è suddiviso in sezioni che hanno un titolo<br />
tipograficamente contraddistinto da un particolare<br />
carattere. Le sezioni di un capitolo sono anche<br />
riassunte in un sommario posto nella prima<br />
pagina di ciascun capitolo. Ogni sezione è poi<br />
suddivisa, di solito, in sottosezioni che sono caratterizzate<br />
da un numero di paragrafo e da un titolo<br />
secondario.<br />
La teoria è esposta nella forma più semplice possibile,<br />
ma sempre in modo organico, esauriente e<br />
con quel rigore logico che è caratteristico della<br />
materia.<br />
La teoria, come noto, necessita di un’adeguata<br />
esemplificazione per poter essere consolidata. Lo<br />
studente viene pertanto guidato, nella comprensione<br />
della teoria, da esempi esplicativi nei quali<br />
si chiariscono i concetti esposti oppure si guida lo<br />
studente alla stesura di dimostrazioni e alla risoluzione<br />
di problemi.<br />
Assai ampia è la raccolta di esercizi opportunamente<br />
graduati e diversificati: dai più semplici si<br />
passa ad altri più impegnativi adatti a stimolare<br />
l’intelligenza dello studente.<br />
Oltre ai tradizionali e numerosissimi esercizi (teoremi<br />
da dimostrare e problemi da risolvere) lo studente<br />
incontrerà talvolta gruppi di esercizi contraddistinti<br />
da un simbolo particolare:<br />
Quesiti . Si tratta per lo più di domande volte<br />
ad accertare la comprensione dei concetti fondamentali<br />
studiati nella parte di teoria. Lo studente<br />
potrà rispondere a tali quesiti oralmente o per<br />
iscritto, secondo le indicazioni del proprio docente.<br />
Lo studente può considerare questi quesiti come<br />
domande che l’insegnante potrebbe rivolgergli<br />
in una eventuale interrogazione.<br />
Esercizi guidati . Si propongono allo studente<br />
dei teoremi da dimostrare o dei problemi da risolvere<br />
dandone lo schema risolutivo. Lo studente,<br />
così guidato, dovrà completare l’esercizio (volendo,<br />
direttamente sul testo) sostituendo al posto dei<br />
puntini di sospensione le opportune frasi, formule,<br />
simboli, ... per giungere alla completa soluzione<br />
del quesito.<br />
Quesiti a risposta multipla . In questo tipo<br />
di test viene proposto un quesito o un esercizio<br />
con tre o più possibili risposte precedute da un<br />
quadratino: lo studente, dopo aver risolto l’esercizio,<br />
dovrà barrare con una crocetta la risposta ritenuta<br />
esatta.<br />
Vero o falso . In quest’ultimo tipo di test viene<br />
proposta un’affermazione, che esprime, per esempio,<br />
una proprietà che può essere o vera o falsa<br />
(non sono previste altre possibilità). Se lo studente,<br />
dopo un breve ragionamento ritiene che l’affermazione<br />
fatta è vera, barrerà la casella V e se<br />
invece la ritiene falsa barrerà al casella F .<br />
È ovviamente auspicabile che la risposta venga<br />
motivata.<br />
Auguriamo a studenti e docenti buon lavoro!<br />
Lineamenti di geometria razionale - Ghisetti e Corvi © 2009 De Agostini Scuola S.p.A. - Novara<br />
3<br />
Gli Autori
Simboli<br />
Simboli<br />
usati<br />
nel testo<br />
R insieme dei numeri reali<br />
4<br />
R þ insieme dei numeri reali positivi<br />
R þ 0<br />
insieme dei numeri reali positivi e dello zero<br />
R insieme dei numeri reali negativi<br />
[ simbolo di unione tra insiemi<br />
\ simbolo di intersezione tra insiemi<br />
simbolo di inclusione tra insiemi in senso stretto<br />
simbolo di inclusione tra insiemi in senso largo<br />
[ insieme vuoto<br />
_ simbolo di disgiunzione tra proposizioni o predicati ( leggi «vel», «o», «oppure»)<br />
^ simbolo di congiunzione tra proposizioni o predicati ( leggi «et», «e contemporaneamente»)<br />
! simbolo di implicazione materiale tra proposizioni o predicati (usato anche per collegare due<br />
passaggi algebrici )<br />
! simbolo di coimplicazione materiale tra proposizioni o predicati<br />
simbolo di composizione tra funzioni<br />
== simbolo di parallelismo tra rette<br />
? simbolo di perpendicolarità tra rette<br />
ffi simbolo di congruenza tra figure<br />
simbolo di coincidenza tra punti o tra figure<br />
¼ simbolo di uguaglianza<br />
¼ :<br />
simbolo di equivalenza<br />
¼) simbolo di implicazione logica<br />
() simbolo di coimplicazione logica<br />
’ simbolo di uguaglianza numerica approssimata<br />
Lineamenti di geometria razionale - Ghisetti e Corvi © 2009 De Agostini Scuola S.p.A. - Novara
Indice<br />
CAPITOLO 1 Introduzione alla geometria razionale 9<br />
Notizie storiche introduttive, 9. Introduzione alla geometria euclidea, 10.<br />
Applicazioni della logica alla geometria, 11. Principi fondamentali, 11. Teoremi,<br />
12. Dimostrazione diretta, 12. Dimostrazione per assurdo, 13. Teoremi derivati,<br />
14. Teorema reciproco o inverso, 14. Teorema contronominale, 15. Teorema contrario,<br />
15. Seconda legge delle inverse, 15. Esercizi, 17.<br />
CAPITOLO 2 Nozioni fondamentali di geometria razionale 18<br />
Concetti primitivi, 18. Postulati fondamentali, 19. Postulati di appartenenza,<br />
19. Il postulato d’ordine, 20. Rette, semirette, segmenti, linee, 20. Semirette e<br />
segmenti, 20. Il postulato di partizione del piano, 22. Osservazione sulla continuità della<br />
retta, 23. Posizioni reciproche tra rette, 23. Figure convesse e concave, 24. Linee<br />
curve, 24. Angoli, 25. Poligoni, 27. Congruenza tra figure piane, 28. Proprietà<br />
delle congruenze, 29. Confronto di segmenti e angoli, 29. Somma e differenza<br />
di segmenti e di angoli, 31. Somma e differenza di segmenti, 31. Multipli<br />
e sottomultipli di un segmento, 32. Punto medio di un segmento, 33. Somma e differenza<br />
di angoli. Bisettrice di un angolo, 33. Angoli supplementari ed esplementari, 34.<br />
Angoli retti, acuti, ottusi. Rette perpendicolari, 35. Angoli opposti al vertice, 37. Misura<br />
dei segmenti, 37. Relazioni in un insieme, 38. Lunghezza di segmento, 39. Misura<br />
degli angoli, 39. Ampiezza di un angolo, 40. Misura delle superfici, 41.<br />
Area di una figura piana, 41. Un po’ di storia, 42. Esercizi, 44.<br />
CAPITOLO 3 I triangoli 51<br />
Definizioni, 51. Criteri di congruenza dei triangoli. Triangoli isosceli, 52.<br />
Primo criterio di congruenza, 53. Osservazione sulla dimostrazione di un teorema, 54.<br />
Secondo criterio di congruenza, 55. Triangoli isosceli, 56. Terzo criterio di congruenza,<br />
57. Proprietà del triangolo isoscele, 59. Classificazione dei triangoli rispetto<br />
agli angoli, 60. Il primo teorema dell’angolo esterno, 60. Conseguenze, 61. Disuguaglianze<br />
tra elementi di un triangolo, 62. Osservazione, 62. Costruzioni<br />
geometriche fondamentali, 64. Bisettrice di un angolo, 64. Trasporto di un angolo<br />
dato, 65. Punto medio di un segmento, 66. Esistenza e unicità della retta perpendicolare<br />
da un punto a una retta data, 66. Un po’ di storia, 68. Necessità della dimostrazione,<br />
68. Esercizi, 70.<br />
CAPITOLO 4 Rette parallele. Applicazioni ai triangoli 85<br />
Teoremi fondamentali sulle rette parallele, 85. Rette tagliate da una trasversale,<br />
85. Costruzione della parallela a una retta, 87. Il postulato di Euclide, 87. Criteri di<br />
parallelismo, 87. Proprietà fondamentali delle rette parallele, 88. Osservazione, 89.<br />
Osservazione, 90. Semirette parallele, 91. Distanza di due rette parallele, 92. Applicazioni<br />
ai triangoli, 93. Secondo teorema dell’angolo esterno, 93. Somma degli angoli<br />
interni di un triangolo, 93. Proprietà del triangolo isoscele, 94. Somma degli angoli<br />
interni di un poligono, 95. Congruenza dei triangoli rettangoli, 95. Criterio particolare<br />
di congruenza dei triangoli rettangoli, 96. Un po’ di storia, 96. Esercizi,<br />
100.<br />
CAPITOLO 5 Luoghi geometrici. Parallelogrammi 111<br />
Luoghi geometrici, 111. Asse di un segmento, 111. Bisettrice di un angolo, 112.<br />
Osservazione, 113. Dov’è l’errore, 113. Parallelogrammi e loro proprietà,<br />
Lineamenti di geometria razionale - Ghisetti e Corvi © 2009 De Agostini Scuola S.p.A. - Novara<br />
5<br />
Indice
Indice<br />
6<br />
114. Le proprietà dei parallelogrammi, 114. Criteri per stabilire quando un quadrilatero<br />
è un parallelogrammo, 116. Parallelogrammi particolari, 118. Rettangoli,<br />
118. Rombi, 119. Quadrati, 120. Un riscontro con la realtà, 120. Trapezi,<br />
121. Altezze dei parallelogrammi e dei trapezi, 122. Uno schema riassuntivo, 122.<br />
Esercizi applicativi, 122. Fascio di rette parallele, 124. Un po’ di storia, 126.<br />
Dov’è l’errore, 127. Esercizi, 129.<br />
CAPITOLO 6 Circonferenza. Poligoni inscritti e circoscritti 142<br />
Definizioni e proprietà della circonferenza e del cerchio, 142. Circonferenza<br />
e cerchio, 142. Archi e angoli al centro, 143. Confronto, somma, differenza di archi,<br />
144. Proprietà delle circonferenze, 145. Posizioni reciproche di una retta e di<br />
una circonferenza, 148. Posizioni reciproche di due circonferenze complanari,<br />
150. Distanza di un punto da una circonferenza, 152. Angoli alla circonferenza,<br />
152. Tangenti da un punto a una circonferenza, 156. Punti notevoli di<br />
un triangolo, 157. Il cerchio di Eulero o dei nove punti, 159. Poligoni inscritti<br />
e circoscritti, 159. Poligoni regolari, 162. Un po’ di storia, 164. Lunghezza<br />
della circonferenza, 165. Un riscontro con la realtà, 166. Esercizi,<br />
168.<br />
CAPITOLO 7 Trasformazioni isometriche nel piano euclideo 199<br />
Trasformazioni geometriche, 199. Isometrie, 200. Proprietà delle isometrie,<br />
200. Identità, 202. Simmetria centrale, 202. Centro di simmetria di una figura,<br />
203. Simmetria assiale, 204. Asse di simmetria di una figura, 206. Traslazione,<br />
207. Vettori, 207. Rotazione, 208. Composizione di isometrie, 209. Assi e<br />
centri di simmetria di particolari poligoni, 211. Le isometrie nella realtà,<br />
214. Esercizi, 216.<br />
CAPITOLO 8 Equivalenza delle superfici piane 223<br />
Definizioni e postulati, 223. Poligoni equivalenti, 226. Trasformazione di<br />
poligoni, 228. Teoremi di Euclide e di Pitagora, 230. Un po’ di storia,<br />
231. Misura delle aree di particolari poligoni, 232. Area del cerchio, 234.<br />
Un po’ di storia, 235. Esercizi, 237.<br />
CAPITOLO 9 Grandezze geometriche. Teorema di Talete 252<br />
Classi di grandezze omogenee, 252. Misura delle grandezze, 254. Postulato<br />
di continuità della retta, 257. Segmenti commensurabili e incommensurabili, 258.<br />
Un po’ di storia, 258. Incommensurabilità tra lato e diagonale di un quadrato, 259.<br />
Rapporto di grandezze omogenee, 260. Proporzioni tra grandezze, 262. Proprietà<br />
delle proporzioni tra grandezze, 263. Grandezze proporzionali, 265. Criterio<br />
generale di proporzionalità, 267. Esempi di grandezze direttamente proporzionali,<br />
268. Area del rettangolo, 270. Rettangoli equivalenti e segmenti in proporzione,<br />
270. Grandezze inversamente proporzionali, 271. Teorema di Talete e sue conseguenze,<br />
272. Parallela a un lato di un triangolo, 273. Costruzioni con riga e compasso<br />
in applicazione del teorema di Talete, 274. I teoremi delle bisettrici, 276. Un<br />
po’ di storia, 276. Esercizi, 278.<br />
CAPITOLO 10 Triangoli simili e applicazioni 288<br />
Triangoli simili, 288. Criteri di similitudine dei triangoli, 289. Primo criterio,<br />
289. Secondo criterio, 290. Terzo criterio, 291. Proprietà dei triangoli simili,<br />
Lineamenti di geometria razionale - Ghisetti e Corvi © 2009 De Agostini Scuola S.p.A. - Novara
292. Basi e altezze in triangoli simili, 292. Perimetri di triangoli simili, 292. Aree di<br />
triangoli simili, 293. Esercizi di applicazione sui triangoli simili, 294. I teoremi di Euclide,<br />
295. Esercizi di applicazione dei teoremi di Euclide, 297. Corde, secanti e<br />
tangenti di una circonferenza, 299. Poligoni simili, 300. Perimetri di poligoni<br />
simili, 302. Aree di poligoni simili, 302. Perimetri e aree di poligoni regolari, 302.<br />
Concetto di similitudine in generale, 303. Riduzione e ingrandimenti di disegni,<br />
303. Sezione aurea di un segmento, 304. Rapporto aureo, 305. Proprietà della<br />
sezione aurea di un segmento, 305. Costruzione della sezione aurea di un segmento,<br />
305. Decagono, pentagono, pentadecagono regolari, 306. Rettangolo aureo, 308. Il<br />
rapporto aureo e la successione di Fibonacci, 308. Un po’ di storia, 308. Esercizi,<br />
310.<br />
CAPITOLO 11 Applicazioni dell’algebra alla geometria 331<br />
Problemi geometrici, 331. Risoluzione algebrica dei problemi geometrici, 331. Le<br />
fasi della risoluzione algebrica di un problema geometrico, 332. Osservazione sui poligoni<br />
inscritti, 333. Esempi di risoluzione algebrica di problemi geometrici, 335. Complementi<br />
di geometria piana, 340. Triangolo equilatero: relazione tra lato e altezze,<br />
340. Triangolo rettangolo con gli angoli di 30 e60, 340. Triangolo rettangolo<br />
con un angolo di 45 , 343. Trapezi circoscritti a una circonferenza, 344. Trapezi circoscritti<br />
a una semicirconferenza, 345. Area di un triangolo: formula di Erone, 346. Raggio<br />
della circonferenza circoscritta a un triangolo, 347. Raggio della circonferenza circoscritta<br />
a un triangolo isoscele, 348. Raggio della circonferenza inscritta in un triangolo,<br />
349. Raggio della circonferenza inscritta in un triangolo isoscele, 349. Raggio della<br />
circoferenza inscritta in un triangolo rettangolo, 350. Lati di poligoni regolari, 350.<br />
Costruzione geometrica di espressioni algebriche, 352. Un po’ di storia,<br />
353. Esercizi, 357.<br />
CAPITOLO 12 Rettificazione della circonferenza e quadratura del<br />
cerchio 392<br />
Classi contigue di grandezze omogenee, 392. Le linee, 392. Estensione lineare<br />
della circonferenza e sua misura, 393. Estensione lineare degli archi e<br />
loro misura, 395. Costruzioni approssimate della circonferenza rettificata,<br />
396. Estensione superficiale del cerchio e sua misura, 397. Superficie di un<br />
settore e sua misura, 398. Soluzioni approssimate della quadratura del cerchio,<br />
399. Un po’ di storia, 400. Esercizi, 404.<br />
CAPITOLO 13 Rette e piani nello spazio 412<br />
Preliminari, 412. Rette e piani nello spazio, 413. Posizione di una retta rispetto<br />
a un piano, 413. Posizione di due rette nello spazio, 413. Posizione di due piani nello<br />
spazio, 414. Retta e piano perpendicolari, 415. Rette parallele nello spazio, 418.<br />
Proiezioni – Angolo di una retta con un piano, 419. Retta e piano paralleli, 421. Piani<br />
paralleli, 423. Il teorema di Talete nello spazio, 425. Diedri, 426. Definizioni fondamentali,<br />
426. Misura di un diedro, 430. Piani perpendicolari, 430. Rette sghembe,<br />
432. Esercizi, 435.<br />
CAPITOLO 14 Angoloidi. Trasformazioni nello spazio 446<br />
Angoloidi, 446. Definizioni, 446. Proprietà degli angoloidi, 447. Congruenza degli<br />
angoloidi, 447. Criteri di congruenza, 449. Trasformazioni geometriche nello<br />
spazio, 449. Isometrie nello spazio, 449. Simmetria rispetto a un punto, 450.<br />
Simmetria rispetto a una retta, 451. Simmetria rispetto a un piano, 452.<br />
Rotazione nello spazio intorno a un asse, 453. Traslazione nello spazio,<br />
453. Congruenza diretta e inversa, 454. Trasformazioni non isometriche nello<br />
spazio, 456. Omotetia, 456. Similitudine nello spazio, 457. Esercizi, 458.<br />
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7<br />
Indice
Indice<br />
8<br />
CAPITOLO 15 Solidi notevoli 463<br />
Poliedri, 463. Prismi, 464. Parallelepipedo, 466. Cubo, 468. Piramide, 468. Tronco<br />
di piramide, 471. Poliedri regolari, 471. Teorema di Eulero e sue conseguenze,<br />
474. Simmetrie nel tetraedro e nell’ottaedro regolare, 474. I poliedri e i cristalli,<br />
475. Un po’ di storia, 476. I corpi rotondi, 477. Superfici e solidi di rotazione,<br />
477. Cilindro, 478. Cono, 480. Tronco di cono, 482. Superficie conica a due falde,<br />
482. Sezioni coniche, 483. Sfera, 484. Posizioni reciproche di rette, piani e superfici<br />
sferiche, 485. Posizioni reciproche di due sfere, 486. Figure inscritte e circoscritte a<br />
una superficie sferica e a una sfera, 487. Parti della sfera e della superficie sferica,<br />
487. Esercizi, 490.<br />
CAPITOLO 16 Misure dell’area della superficie e del volume dei<br />
solidi 506<br />
Estensione della superficie di un solido, 506. Superficie di un prisma e misura<br />
della sua area, 506. Superficie di una piramide e di un tronco di piramide e misura della<br />
loro area, 507. Superficie di un cilindro e misura della sua area, 508. Superficie di<br />
un cono e di un tronco di cono e misura della loro area, 509. Superficie di una sfera e<br />
misura della sua area, 510. Baricentri e il primo teorema di Guldino, 514.<br />
Equivalenza dei solidi, 516. Preliminari, 516. Principio di Cavalieri, 517. Equivalenza<br />
dei poliedri, 518. Misura dei volumi dei poliedri, 519. Tronco di prisma triangolare<br />
e misura del suo volume, 521. Equivalenza dei solidi rotondi e misura del loro volume,<br />
522. Un po’ di storia, 527. Il secondo teorema di Guldino, 529. Esercizi<br />
svolti tratti da temi assegnati agli esami di stato del liceo scientifico,<br />
531. Esercizi, 548.<br />
CAPITOLO 17 Geometrie non euclidee 591<br />
Gli ‘‘Elementi’’ di Euclide e il postulato delle parallele, 591. Termini, assiomi<br />
e postulati, 592. Il ruolo del postulato delle parallele, 593. I tentativi di dimostrare<br />
il postulato delle parallele e la nascita delle geometrie non-euclidee, 594.<br />
Saccheri e Lambert, 595. Geometrie non euclidee, 597. Lobac˘evskij e la geometria<br />
iperbolica, 597. Riemann e la geometria ellittica, 598. Geometria e spazio fisico,<br />
600.<br />
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CAPITOLO 1<br />
Notizie storiche introduttive<br />
Introduzione alla geometria<br />
euclidea<br />
Applicazioni della logica<br />
alla geometria<br />
Notizie storiche introduttive<br />
INTRODUZIONE ALLA<br />
GEOMETRIA RAZIONALE<br />
Per la comprensione del successivo studio<br />
della geometria, può essere sufficiente soffermarsi<br />
solo sulle due prime sezioni del capitolo<br />
(notizie storiche e introduzione alla<br />
geometria euclidea) e lasciare la sezione relativa<br />
all’applicazione della logica per uno<br />
studio più approfondito sia della logica sia<br />
della geometria. Può essere utile però ricorrere<br />
a questa terza sezione ogni qualvolta si<br />
facesse, nel testo, qualche riferimento esplicito<br />
a concetti espressi in quei paragrafi prima<br />
trascurati. Non si richiedono, per la<br />
comprensione di questo capitolo, precedenti<br />
nozioni di geometria.<br />
1 La parola geometria deriva dal greco e significa misura della terra. Le origini della geometria<br />
sono antichissime e, per lo più, legate a necessità pratiche. Le tavolette e i papiri egiziani, risalenti al<br />
2000 a.C., mettono in evidenza che gli antichi Egizi avevano conoscenze geometriche, anche se queste<br />
sembrano aver avuto il solo scopo di servire come pratico strumento per misurare e per costruire.<br />
Nell’antica Grecia si pensava che la geometria fosse nata in Egitto: per esempio, le periodiche inondazioni<br />
del Nilo costringevano gli Egiziani a ridisegnare frequentemente i confini delle proprie terre e<br />
quindi a misurarle. Anche i Babilonesi (*), che possedevano notevoli conoscenze matematiche, utilizzavano<br />
la geometria a fini pratici, per esempio, per progettare opere di bonifica delle loro terre, per<br />
risolvere problemi legati alla distribuzione, tra gli eredi, di proprietà terriere, ecc. Ma la geometria<br />
come vera scienza nasce quando l’interesse per la matematica non è più soltanto utilitaristico, ma risponde<br />
al desiderio di pura conoscenza. Tale desiderio fu una caratteristica del pensiero greco, già<br />
nel primo millennio avanti Cristo. Durante il VI secolo a.C. furono introdotte in Grecia le conoscenze<br />
geometriche degli Egiziani e dei Babilonesi, specialmente per opera di Talete di Mileto e di Pitagora<br />
di Samo. Essi, infatti, ebbero la possibilità di recarsi presso quei popoli che erano allora i centri del<br />
sapere. Ciò contribuì allo sviluppo dello studio della geometria inteso come ricerca di leggi generali e<br />
di giustificazioni di tutto ciò che veniva affermato. Per circa tre secoli lo studio della geometria progredì,<br />
in Grecia, notevolmente, per opera di uomini di grande intelligenza tra i quali possiamo ricordare,<br />
oltre ai già citati Talete e Pitagora, Euclide (III secolo a.C.).<br />
L’opera di quest’ultimo, gli ‘‘Elementi’’, ebbe, per lo sviluppo della geometria, una notevole importanza<br />
e costituì il punto di partenza per l’insegnamento elementare della geometria nel corso di vari<br />
secoli. Infatti, ancora oggi, la geometria di cui tratteremo nei prossimi capitoli viene chiamata geometria<br />
euclidea.<br />
(*) I Babilonesi abitavano la Mesopotamia meridionale (attuale Iraq).<br />
Lineamenti di geometria razionale - Ghisetti e Corvi © 2009 De Agostini Scuola S.p.A. - Novara<br />
9<br />
Introduzione alla geometria razionale<br />
1<br />
TEORIA
TEORIA Introduzione alla geometria razionale<br />
1<br />
10<br />
In questo affresco egizio sono rappresentati alcuni schiavi intenti a opere di muratura.<br />
Introduzione alla geometria euclidea<br />
2 Come già abbiamo detto, nel VI secolo a.C., ebbe origine in Grecia lo studio di una geometria<br />
astratta non più legata alle necessità delle diverse applicazioni pratiche. I Greci incominciarono infatti<br />
a considerare le figure geometriche idealmente staccate dalle cose che esse rappresentavano e dalle<br />
operazioni necessarie per la loro misura. S’introdussero così, per astrazione, punti privi di dimensione,<br />
linee con una dimensione (e quindi prive di spessore), superfici con due dimensioni (e quindi<br />
prive di spessore).<br />
Nello studio della geometria si parte da concetti edaenti primitivi, cioè che non si possono definire<br />
con idee più elementari, ma che sono espressi da parole il cui significato è noto a tutti.<br />
Tra i concetti primitivi della geometria vi sono, ad esempio, quello di movimento rigido (cioè quello<br />
per cui una figura può muoversi nel piano o nello spazio senza deformarsi) e quello di appartenenza.<br />
Sono enti primitivi gli enti fondamentali della geometria, quali il punto, laretta, ilpiano elospazio,<br />
che è l’insieme di tutti i punti.<br />
Oltre a questi quattro vocaboli, nello studio della geometria, se ne incontreranno altri, il cui significato,<br />
però, dovrà essere spiegato mediante altri vocaboli di significato noto. S’incontreranno cioè vocaboli<br />
che devono essere definiti; s’introduranno quindi delle definizioni, mediante le quali tutti i termini<br />
che vengono usati acquistano un ben preciso significato.<br />
Le definizioni serviranno anche per esprimere alcuni concetti (per esempio il concetto di perpendicolarità<br />
e di parallelismo tra rette) e quindi potremo dire che una definizione è una proposizione nella<br />
quale si caratterizza in modo inequivocabile un concetto o un ente, ricorrendo, di solito, ad altri concetti<br />
o enti precedentemente definiti.<br />
Per lo studio della geometria, oltre ai concetti primitivi e alle definizioni, si fa anche uso di postulati<br />
(o assiomi).<br />
Questi sono delle affermazioni che esprimono delle proprietà evidenti, suggerite dalla nostra intuizione<br />
e dalla nostra esperienza. I postulati, quindi, esprimono delle verità da tutti riconosciute: infatti,<br />
nella geometria che studieremo, i postulati sono tali da rendere la geometria stessa un modello della<br />
realtà che ci circonda. Un primo esempio di postulato è quello che caratterizza la retta e che ne esprime<br />
una proprietà fondamentale: per due punti passa una e una sola retta.<br />
Ma l’intuizione non basta per scoprire nuove verità e interviene allora il ragionamento, cioè l’elaborazione,<br />
fatta dal pensiero, dei dati forniti dall’intuizione e dall’esperienza.<br />
Oltre alle proprietà ‘‘evidenti’’, lo spazio risulta avere altre proprietà che però, essendo meno evidenti<br />
delle precedenti, per essere accettate devono essere dimostrate. Le proposizioni che enunciano tali<br />
proprietà si dicono teoremi e le considerazioni logiche che si debbono fare affinché, partendo dai<br />
Lineamenti di geometria razionale - Ghisetti e Corvi © 2009 De Agostini Scuola S.p.A. - Novara
concetti primitivi e dai postulati introdotti, si arrivi al teorema proposto, costituiscono la dimostrazione<br />
del teorema. Si dicono poi corollari quelle proposizioni che sono conseguenze immediate di un<br />
teorema.<br />
Il ragionamento, oltre a dimostrare ogni singolo teorema, serve anche a stabilire se vi sia un legame<br />
logico fra una qualunque proposizione e quelle trovate o ammesse precedentemente e quali di esse<br />
siano strettamente necessarie per costruire la geometria, che, per questo, è detta anche geometria razionale.<br />
Lo studente non deve quindi meravigliarsi se, qualche volta, vengono dimostrate certe proposizioni<br />
che pure hanno carattere intuitivo.<br />
Nel far ciò si raggiunge anche lo scopo di controllare l’intuizione stessa, perché, mentre è vero ed<br />
essenziale che l’intuizione ci deve fornire i concetti fondamentali sui quali costruire tutto l’edificio<br />
geometrico, è pur vero che il ragionamento ci ha insegnato che qualche volta l’intuizione può condurre<br />
su falsa strada e ci ha costretto di conseguenza a modificare alcune idee primordiali.<br />
La geometria razionale non è peròuna scienza puramente astratta e puramente logica; si studiano anche<br />
le possibili applicazioni e per questo vi è la necessità di collegare le varie proposizioni con le esperienze<br />
effettuabili nel mondo esterno. Le proposizioni che studieremo sono tutte perfettamente aderenti a<br />
quella che noi chiamiamo realtà. Da ciò deriva l’utilità pratica della geometria e si giustifica uno dei<br />
suoi compiti, che è quello di fornire certe conoscenze che da tutti devono essere possedute. Ai nostri<br />
giorni si può dire che in ogni settore si sfruttano proprietà geometriche e, nello stesso tempo, si danno<br />
alla geometria spunti per l’approfondimento di alcuni argomenti: per esempio, in biologia per lo studio<br />
delle forme poliedriche degli esseri unicellulari, in mineralogia per lo studio dei cristalli, in architettura<br />
e in ingegneria per lo studio delle diverse strutture, in astronomia per lo studio del moto degli astri, ecc.<br />
Anche gli artigiani ricorrono a cognizioni geometriche, se pur semplici, tutte le volte che, nel loro<br />
lavoro, vogliono seguire la via più corretta ed evitare così sprechi del materiale che essi usano.<br />
Applicazioni della logica alla geometria<br />
Principi<br />
fondamentali<br />
11<br />
3 Nello studio della geometria si schematizza una situazione reale mediante<br />
modelli ai quali si applicano i metodi del ragionamento propri della<br />
logica.<br />
I principi fondamentali della logica, di cui viene fatto uso, sono i seguenti (*):<br />
1. il principio d’identità: ogni ente è identico a se stesso;<br />
2. il principio di non contraddizione: una proposizione non può essere contemporaneamente vera e<br />
falsa;<br />
3. il principio del terzo escluso: una proposizione o è vera o è falsa;<br />
4. la proprietà transitiva dell’implicazione: se una proposizione ne implica una seconda e questa a<br />
sua volta ne implica una terza, allora la prima implica la terza.<br />
Quest’ultima proprietà vale anche per i predicati (**) e per l’implicazione logica relativa ai predicati<br />
(***) e può essere schematizzata nel seguente modo:<br />
½ðP1 ¼) P2Þ^ðP2 ¼) P3ÞŠ ¼) ðP1 ¼) P3Þ:<br />
(*) Si tratta di alcune tautologie che s’incontrano nello studio della logica.<br />
(**) Per predicato s’intende un’espressione linguistica, contenente una o più variabili, che diventa una proposizione vera o falsa<br />
secondo i valori assegnati alle variabili (scelti in un prefissato dominio).<br />
(***) Dati due predicati AðxÞ e BðxÞ, quando ogni valore di x (appartenente al dominio) che rende vero AðxÞ rende vero anche<br />
BðxÞ, si ha un’implicazione logica e si scrive AðxÞ ¼) BðxÞ, che si legge AðxÞimplica BðxÞ. Si scrive anche che BðxÞ è una deduzione<br />
logica da AðxÞ.<br />
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Introduzione alla geometria razionale<br />
1<br />
TEORIA
TEORIA Introduzione alla geometria razionale<br />
1<br />
4 Un concetto fondamentale per lo sviluppo della geometria è quello di<br />
Teoremi<br />
implicazione logica. Infatti il teorema si può definire come una implicazione<br />
logica tra due predicati detti ipotesi ðIÞ e tesi ðTÞ, implicazione che deve<br />
ovviamente essere verificata:<br />
I ¼) T:<br />
Nel caso che I non implichi logicamente TðI 6¼) TÞ si suole parlare di teorema non vero.<br />
Nel teorema si distinguono<br />
l’enunciato che esprime il contenuto dell’implicazione logica da verificare;<br />
l’ipotesi che esprime quello che si suppone vero (antecedente dell’implicazione);<br />
la tesi (conseguente dell’implicazione) che esprime quello che si deve verificare;<br />
la dimostrazione che è il processo deduttivo che porta ad affermare la verità della tesi tutte le volte<br />
che si verifica l’ipotesi.<br />
Spesso i teoremi non sono enunciati esplicitamente sotto forma di implicazione logica; è però utile<br />
che lo studente si abitui ad esprimerli in tale forma. Consideriamo ad esempio la proposizione:<br />
un angolo ottuso è maggiore della metà di un angolo retto, (1)<br />
che è l’enunciato di un facilissimo teorema.<br />
La (1) può essere trasformata nella forma seguente:<br />
se un angolo è ottuso, allora esso è maggiore della metà di un angolo retto. (2)<br />
In questo caso, indicando con x un generico angolo, l’ipotesi è il predicato<br />
e la tesi è il predicato<br />
pðxÞ : x e ottuso<br />
qðxÞ : x e maggiore della meta di un angolo retto:<br />
La (2), pertanto, assume la forma dell’implicazione logica<br />
pðxÞ ¼) qðxÞ ðI ¼) TÞ;<br />
implicazione che, pur essendo ovvia, andrà verificata (dimostrata).<br />
Se vale il teorema I ¼) T, si dice che Iècondizione sufficiente per il verificarsi di T e che T è condizione<br />
necessaria per il verificarsi di I (*).<br />
Dimostrazione<br />
diretta<br />
12<br />
5 Il ragionamento che dalla verità diI conduce alla verità diT è ladimostrazione<br />
e tiene conto dei postulati, dei teoremi precedenti, di eventuali costruzioni<br />
e della proprietà transitiva dell’implicazione logica. Quando un teorema<br />
si dimostra secondo questo procedimento si dice che si è fatta una di-<br />
mostrazione diretta.<br />
Vediamo ora due esempi di dimostrazione diretta, uno in aritmetica e l’altro in geometria.<br />
(*) In generale, si dice che una condizione C è necessaria perché si verifichi una data proprietà P quando, dall’ammettere la P, si<br />
deduce il necessario verificarsi della C ðP ¼) CÞ; reciprocamente, la condizione C si dice sufficiente perché si verifichi la proprietà<br />
P quando, l’ammettere la C basta per concludere il verificarsi della P ðC ¼) PÞ.<br />
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1 Dimostrare che un numero naturale divisibile per 6 è divisibile anche per 3.<br />
Dobbiamo verificare l’implicazione I ¼) T, essendo<br />
I : n e divisibile per 6<br />
T : n e divisibile per 3<br />
Consideriamo la seguente ‘‘catena’’ di implicazioni logiche:<br />
n 2 N:<br />
n divisibile per 6 ¼) n ¼ 6 m m 2 N<br />
n ¼ 6 m ¼) n ¼ð2 3Þ m<br />
n ¼ð2 3Þ m ¼) n ¼ 3 ð2mÞ<br />
n ¼ 3 ð2mÞ ¼) n divisibile per 3:<br />
Per la proprietà transitiva dell’implicazione logica si ha:<br />
Abbiamo così verificato l’implicazione I ¼) T.<br />
n divisibile per 6 ¼) n divisibile per 3:<br />
2 Dimostrare che un angolo ottuso è maggiore della metà di un angolo retto.<br />
Si tratta del teorema enunciato nel paragrafo precedente; dovendo ancora iniziare lo studio vero<br />
e proprio della geometria, supporremo noti i concetti espressi nel teorema (angolo ottuso,<br />
angolo retto, disuguaglianza tra angoli) e, per semplicità, ragioneremo sulle ampiezze, espresse<br />
in gradi, degli angoli che nomineremo. Occorre verificare l’implicazione I ¼) T, essendo<br />
I : x è ottuso; T : x è maggiore della metà dell’angolo retto,<br />
con x elemento dell’insieme degli angoli.<br />
Consideriamo la seguente catena di implicazioni logiche<br />
x ottuso ¼) x > 90 x > 90 ¼) x > 45<br />
e pertanto, in base alla proprietà transitiva dell’implicazione logica,<br />
x ottuso ¼) x > 45 ;<br />
cioè abbiamo verificato che, se un angolo è ottuso, allora esso è maggiore della metà di un angolo<br />
retto (45 ).<br />
Gli esempi svolti mostrano come si possa schematizzare una dimostrazione per via diretta; va però<br />
detto che in geometria le dimostrazioni si presentano talvolta più articolate e complesse, ma, dopo<br />
un’analisi della situazione, possono essere ricondotte a semplici schemi di ragionamento.<br />
Dimostrazione<br />
per assurdo<br />
6 Per dimostrare un teorema si ricorre anche al metodo indiretto della<br />
riduzione all’assurdo. Per dimostrare l’implicazione I ¼) T con tale procedimento,<br />
si suppone vera, oltre all’ipotesi I, la negazione della tesi; si suppone<br />
cioè vero il predicato T (cioè si ‘‘nega la tesi’’) (*) e si dimostra, per via<br />
diretta, l’implicazione T ¼) I. In tal caso vengono ad essere contemporaneamente vere I e I, il che è<br />
impossibile per il principio di non contraddizione; pertanto non potendo essere vera T (perché conduce<br />
alla contraddizione I ^ IÞ, per il principio del terzo escluso deve valere T. Si suol dire, in questo<br />
caso, che l’implicazione I ¼) T è stata verificata mediante una ‘‘dimostrazione per assurdo’’.<br />
(*) La negazione di una proposizione A si indica con A.<br />
13<br />
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Introduzione alla geometria razionale<br />
1<br />
TEORIA
TEORIA Introduzione alla geometria razionale<br />
1<br />
In geometria, talvolta, invece di dimostrare l’implicazione T ¼) I, si suppone vera T e si deduce<br />
qualche proprietà che è in contrasto con i postulati introdotti o con qualche teorema precedentemente<br />
dimostrato: da questa contraddizione segue che, non potendo sussistere la verità diT, risulta necessariamente<br />
vera la verità diT.<br />
Dimostriamo ora gli stessi due esempi del numero precedente mediante il metodo della riduzione<br />
all’assurdo.<br />
1 Dimostrare che un numero divisibile per 6 è divisibile anche per 3.<br />
Come già visto, si ha<br />
I : n e divisibile per 6<br />
T : n e divisibile per 3<br />
n 2 N<br />
e si deve dimostrare I ¼) T .<br />
Consideriamo un generico numero n divisibile per 6 (l’ipotesi I è sempre supposta vera) e neghiamo<br />
la tesi supponendo che n non sia divisibile per 3 (cioè supponiamo T falsa e quindi T<br />
vera). Se n non fosse divisibile per 3, nella sua scomposizione in fattori primi non comparirebbe<br />
il 3 e quindi, a maggior ragione non comparirebbe il 6 ¼ 2 3: questo significa che n non<br />
potrebbe essere divisibile per 6 (*). Si è così dimostrato che T ¼) I e pertanto, non potendo<br />
sussistere contemporaneamente I e I, si deduce che non può essere vera T, cioè che è vera T.<br />
Resta così dimostrata, per via indiretta, l’implicazione I ¼) T.<br />
2 Dimostrare che un angolo ottuso è maggiore della metà di un angolo retto.<br />
Occorre dimostrare I ¼) T , essendo<br />
I : x e ottuso e T : x e maggiore della meta dell’angolo retto:<br />
Ragioniamo per assurdo e supponiamo che l’angolo x (ottuso per ipotesi) non sia maggiore della<br />
metà dell’angolo retto; allora risulta x 45 e quindi, a maggior ragione, è x < 90 e perciò<br />
x è acuto, cioè x non è ottuso, il che è in contraddizione con l’ipotesi. Poiché la negazione<br />
della tesi ha condotto alla negazione dell’ipotesi ðT ¼) I ) si conclude che non è possibile negare<br />
la tesi e che quindi essa è senz’altro vera ogni volta che è vera l’ipotesi. Si è così dimostrato<br />
per via indiretta che I ¼) T .<br />
Teoremi<br />
derivati<br />
7 Data l’implicazione I ¼) T che supporremo verificata e che chiameremo<br />
teorema diretto, da essa si possono ricavare altre tre implicazioni che<br />
non è detto siano verificate. Esse sono le seguenti.<br />
1. Teorema reciproco o inverso, che è ottenuto scambiando l’ipotesi con la tesi del teorema diretto.<br />
Quindi, se I ¼) T è il teorema diretto, il suo teorema reciproco è l’implicazione T ¼) I.<br />
2. Teorema contronominale (o contrapposto), che ha per ipotesi la negazione della tesi del teorema<br />
diretto e per tesi la negazione dell’ipotesi del diretto.<br />
Quindi il teorema contrapposto al teorema I ¼) T è l’implicazione T ¼) I.<br />
3. Teorema contrario, che è ottenuto sostituendo all’ipotesi e alla tesi del teorema diretto le rispettive<br />
negazioni.<br />
Quindi il teorema contrario del teorema I ¼) T è l’implicazione I ¼) T.<br />
Teorema<br />
reciproco<br />
o inverso<br />
14<br />
8 Il teorema reciproco non è sempre vero.<br />
Infatti consideriamo i due seguenti teoremi, che sono entrambi veri.<br />
(*) Giunti a questo punto si suol dire che l’ultima affermazione è in contrasto con l’ipotesi e quindi era assurdo negare la tesi, che<br />
resta così dimostrata.<br />
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1º) Se x è un angolo ottuso, allora è maggiore della metà di un angolo retto.<br />
2º) Se x è un angolo maggiore di un angolo retto, allora il doppio di x è maggiore di un angolo piatto.<br />
Il teorema reciproco del primo non è vero, perché sex è maggiore della metà di un angolo retto può<br />
non essere ottuso (ad es. l’angolo di 60º), mentre il reciproco del secondo è vero, perché, se il doppio<br />
di x è maggiore di un angolo piatto, x deve essere maggiore di un angolo retto.<br />
Quando di un teorema I ¼) T è vero anche l’inverso, cioè T ¼) I, si ha la coimplicazione logica<br />
I () T<br />
e i due predicati I e T si dicono equivalenti.<br />
In tal caso si dice anche che I è condizione necessaria e sufficiente per il verificarsi di T e viceversa.<br />
Teorema<br />
9 Il teorema contronominale è sempre vero. (*)<br />
contronominale Viceversa, se di un teorema è vero il contronominale, allora è vero il teorema<br />
diretto.<br />
Infatti, poiché il contronominale di un teorema vero è vero, in questo caso sarà vero il contronominale<br />
del contronominale, cioè il teorema diretto.<br />
Questa è laprima legge delle inverse: se un teorema è vero, allora è vero anche il suo contronominale e<br />
viceversa.<br />
10 Il teorema contrario non è sempre vero.<br />
Teorema<br />
contrario<br />
Infatti riprendendo gli esempi del n. 8 si vede che il contrario del primo non<br />
è vero, perché se un angolo non è ottuso può essere però maggiore della metà<br />
di un angolo retto (ad es. 60º), mentre il contrario del secondo è vero perché se un angolo non è<br />
maggiore di un angolo retto, allora il suo doppio non è maggiore di un angolo piatto.<br />
L’implicazione ðI ¼) TÞ, cioè il teorema contrario del teorema dato I ¼) T, èvera se, e solo se, è<br />
vero il teorema ðT ¼) IÞ, cioè il teorema inverso del teorema dato.<br />
Si può infatti osservare che il teorema contrario del teorema diretto è il contronominale del teorema<br />
inverso e pertanto (vedi n. 9), l’essere vero il teorema inverso di un dato teorema porta alla verità del<br />
teorema contrario del teorema dato e viceversa.<br />
Seconda legge<br />
delle inverse<br />
15<br />
11 Siano veri i teoremi<br />
I1 ¼) T1 I2 ¼) T2 ::: In ¼) Tn:<br />
relativi a tutte le possibili ipotesi I1, I2, ..., In su uno stesso soggetto. Se le tesi T1, T2, ..., Tn si escludono<br />
a vicenda, cioè se due qualsiasi di esse non possono essere vere contemporaneamente, allora<br />
sono validi i teoremi reciproci<br />
T1 ¼) I1; T2 ¼) I2; :::; Tn ¼) In:<br />
È questo l’enunciato della seconda legge delle inverse.<br />
Consideriamo i seguenti tre teoremi veri<br />
a) se un angolo convesso è ottuso, il doppio di tale angolo è maggiore di un angolo piatto;<br />
(*) Nello studio della logica si dimostra che, in generale, l’implicazione contronominale di una data implicazione è logicamente<br />
uguale all’implicazione diretta data.<br />
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Introduzione alla geometria razionale<br />
1<br />
TEORIA
TEORIA Introduzione alla geometria razionale<br />
1<br />
16<br />
b) se un angolo è retto, il doppio di tale angolo è un angolo piatto;<br />
c) se un angolo è acuto, il doppio di tale angolo è minore di un angolo piatto.<br />
Osserviamo ora che un angolo convesso, cioè il soggetto in esame, può essere solo ottuso, o<br />
retto, o acuto: sono queste tutte le possibili ipotesi sull’angolo. Inoltre le tre tesi si escludono a<br />
vicenda, nel senso che due qualsiasi di esse non possono valere contemporaneamente: infatti<br />
un angolo non può contemporaneamente essere maggiore e uguale né maggiore e minore né<br />
minore e uguale a un angolo piatto. Possiamo quindi applicare la seconda legge delle inverse<br />
e concludere che sono senz’altro veri i teoremi reciproci che qui enunciamo:<br />
a) se il doppio di un angolo convesso è maggiore di un angolo piatto, l’angolo è ottuso;<br />
b) se il doppio di un angolo è uguale a un angolo piatto, l’angolo è retto;<br />
c) se il doppio di un angolo è minore di un angolo piatto, l’angolo è acuto.<br />
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CAPITOLO 1<br />
17<br />
INTRODUZIONE ALLA<br />
GEOMETRIA RAZIONALE<br />
1 Data l’implicazione «Se piove esco con l’ombrello», enunciare le implicazioni reciproca,<br />
contrapposta e contraria.<br />
2 Dire se è vera o falsa la seguente affermazione, giustificando la risposta: «Il teorema contrario<br />
è il contrapposto del reciproco».<br />
3 Tradurre in implicazione la proposizione: «Condizione necessaria perché un numero diverso<br />
da 2 sia primo è che sia dispari».<br />
4 Tradurre in implicazione «Condizione sufficiente perché un numero sia pari è che sia<br />
divisibile per 6».<br />
5 Tradurre in coimplicazione «Condizione necessaria e sufficiente perché un triangolo sia<br />
equilatero è che sia equiangolo».<br />
6 Nel teorema «Un triangolo equilatero è isoscele» specificare l’ipotesi e la tesi, la condizione<br />
necessaria e la sufficiente.<br />
7 Enunciare il reciproco e il contrario del teorema «La metà di un angolo convesso ottuso è un<br />
angolo acuto» e dire se essi sono veri.<br />
8 Enunciare il reciproco, il contrario e il contrapposto del teorema «Un numero divisibile per 8<br />
è pari».<br />
9 Dimostrare per via diretta il teorema «Se un numero è divisibile per 10, allora è divisibile per<br />
2 e per 5».<br />
10 Dimostrare per assurdo il teorema: «Se un numero non è divisibile per 2 e per 5, allora non è<br />
divisibile per 10».<br />
11 Nei seguenti teoremi riconoscere in quali si può applicare la seconda legge delle inverse e in<br />
caso affermativo enunciare i teoremi reciproci:<br />
a) «Se un numero è pari termina con cifra pari, mentre se è dispari termina con cifra dispari».<br />
b) «Se un numero è divisibile per 4 termina con cifra pari, mentre se è dispari termina con<br />
cifra dispari».<br />
c) «Il doppio di un angolo acuto è un angolo convesso, mentre il doppio di un angolo ottuso<br />
è un angolo concavo».<br />
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Introduzione alla geometria razionale<br />
1<br />
ESERCIZI
TEORIA Nozioni fondamentali di geometria razionale<br />
2<br />
CAPITOLO 2<br />
Concetti primitivi<br />
Postulati fondamentali<br />
Rette - semirette - segmenti - linee<br />
Angoli. Poligoni<br />
Congruenza tra figure piane<br />
Confronto di segmenti e di angoli<br />
Somma e differenza di segmenti e<br />
di angoli<br />
Misura dei segmenti, degli angoli,<br />
delle superfici<br />
Concetti primitivi<br />
NOZIONI FONDAMENTALI<br />
DI GEOMETRIA RAZIONALE<br />
È questo un capitolo il cui studio è indispensabile<br />
per la comprensione del successivo<br />
sviluppo della geometria: vengono qui date<br />
tutte le fondamentali nozioni relative alle figure<br />
geometriche piane.<br />
1 I concetti primitivi, cioè i concetti dei quali non si dà alcuna definizione, si formano nella mente<br />
di tutti gli uomini vedendo e toccando gli oggetti da cui sono circondati. Tale è, ad esempio, l’idea<br />
di spazio, che è l’ambiente in cui viviamo. Lo spazio viene pensato continuo (cioè senza interruzioni)<br />
e illimitato (cioè senza confini).<br />
Altri concetti sono quelli di punto, retta e piano, che costituiscono gli enti geometrici fondamentali.<br />
2 Si ricordi che il concetto di punto geometrico si ha soltanto per astrazione, quando, per esempio,<br />
si pensa a un piccolo segno fatto sopra un foglio o sopra la lavagna, privato di qualsiasi estensione.<br />
Nello studio della geometria i punti vengono designati (fig. 1) con le lettere maiuscole dell’alfabeto:<br />
A, B, C.<br />
A<br />
C<br />
B<br />
A, B, C, sono tre punti<br />
18<br />
r è una retta<br />
r<br />
�<br />
� è un piano<br />
Figura 1<br />
Un insieme qualunque di punti si dice figura geometrica o semplicemente figura. Anche un singolo<br />
punto costituisce una figura geometrica.<br />
Si ha così una prima definizione.<br />
D Si definisce figura un insieme, non vuoto, di punti.<br />
In generale, quando si parlerà diunione odiintersezione tra figure, si intenderà operare in senso insiemistico.<br />
Lo spazio è l’insieme di tutti i possibili punti e può considerarsi, perciò, come la figura che contiene<br />
tutti i punti e quindi tutte le figure. Quando facciamo scorrere la punta di una matita sopra un foglio<br />
di carta tracciamo una linea: il concetto di linea geometrica si forma nella nostra mente quando la<br />
traccia della matita venga pensata priva di qualsiasi spessore, come se fosse descritta da un punto<br />
geometrico: la linea è quindi un insieme di punti.<br />
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Fra tutte le linee che si possono immaginare, la più importante è laretta. Il concetto di retta viene<br />
dato dalle linee tracciate con la riga e prolungate indefinitamente col pensiero da una parte e dall’altra<br />
(fig. 1).<br />
Tra le idee primitive vi è anche quella di superficie, che si forma nella nostra mente considerando, per<br />
esempio, un velo, di qualsiasi forma, ma pensato privo di spessore. Come ogni linea si può considerare<br />
generata da un punto mobile nello spazio, così ogni superficie può considerarsi generata da una<br />
linea che si muove.<br />
Fra le varie superfici, la più importante è lasuperficie piana, che si chiama semplicemente piano<br />
(fig. 1).<br />
L’idea di piano nasce in noi pensando a un foglio esteso indefinitamente in tutte le direzioni.<br />
Postulati fondamentali<br />
3 Come già abbiamo visto nel capitolo precedente, i postulati sono proposizioni che esprimono<br />
proprietà degli enti geometrici che si chiedono di accettare per vere senza dimostrazione (postulare,<br />
in latino, significa chiedere).<br />
Tutti i postulati della geometria euclidea esprimono delle proprietà evidenti e intuitive in modo che la<br />
geometria risulti effettivamente un modello della realtà come noi la percepiamo.<br />
I primi postulati sono:<br />
P Lo spazio contiene infiniti punti, infinite rette e infiniti piani.<br />
P Un piano contiene infiniti punti e infinite rette.<br />
P Una retta contiene infiniti punti.<br />
Postulati di<br />
appartenenza<br />
4 P1 Due punti distinti appartengono a una e a una sola retta o anche<br />
per due punti distinti passa una e una sola retta.<br />
Ne segue che, se due rette hanno due punti in comune, esse coincidono. Perciò due rette distinte o non<br />
hanno alcun punto in comune o ne hanno uno soltanto, punto che in tal caso si dice punto d’intersezione<br />
o punto d’incontro delle due rette.<br />
Le rette si indicano con le lettere minuscole come a, b, c, r, s..., oppure si designano col nome di due<br />
loro punti: la retta individuata dai punti A e B si chiama «retta AB». Un punto di una retta si dice che<br />
appartiene alla retta (che giace sulla retta o che è interno alla retta). Osservando la figura 2 e ricordando<br />
che una retta è un insieme di punti, si può scrivere<br />
A 2 r; B 2 r; C 62 r: ðil punto C e esterno alla retta).<br />
Se tre o più punti appartengono a una stessa retta si dice che essi sono allineati.<br />
Questo postulato esprime quella proprietà che, nel linguaggio comune, si enuncia dicendo che «la<br />
retta è una linea diritta»: è infatti evidente che se noi chiamassimo retta una qualsiasi altra linea passante<br />
per due punti determinati, allora la retta potrebbe essere... curva (fig. 3).<br />
C<br />
A B<br />
r<br />
19<br />
Figura 2 Figura 3<br />
Lineamenti di geometria razionale - Ghisetti e Corvi © 2009 De Agostini Scuola S.p.A. - Novara<br />
A<br />
B<br />
Nozioni fondamentali di geometria razionale<br />
2<br />
TEORIA
TEORIA Nozioni fondamentali di geometria razionale<br />
2<br />
P2 Tre punti non allineati appartengono a uno e a un solo piano o anche per tre punti non allineati<br />
passa uno e un solo piano oppure ancora tre punti non allineati individuano un piano e uno<br />
solo.<br />
Questo postulato caratterizza quella proprietà che, nel linguaggio comune, si esprime dicendo che «il<br />
piano è una superficie piatta»: è infatti evidente che, se noi chiamassimo piano una qualsiasi superficie<br />
che passa per tre punti non allineati, il piano potrebbe essere...<br />
ondulato.<br />
P3 Se due punti di una retta appartengono a un piano, allora<br />
la retta è contenuta (o giace) nel piano. A<br />
Dalla figura 4 si può dedurre che A 2 , B 2 , C 2 , A 2 r,<br />
B 2 r, r .<br />
Il postulato<br />
d’ordine<br />
�<br />
B<br />
r<br />
C<br />
Figura 4<br />
5 È noto che una strada rettilinea può essere percorsa secondo due versi<br />
di percorrenza. Lo stesso accade per una retta, nella quale vi sono due versi o<br />
sensi di percorrenza: questa proprietà èdel tutto intuitiva. È anche intuitivo<br />
che rispetto a ciascuno di questi due versi non vi sia né il primo né l’ultimo<br />
punto, cioè, come si suol dire, la retta è una linea aperta: in altre parole, fissato un verso e un punto A<br />
della retta esiste sempre un punto che precede A e un punto che segue A. Queste osservazioni vengono<br />
espresse dal seguente postulato d’ordine.<br />
P Si può stabilire una relazione d’ordine tra i punti di una retta, ossia si possono ordinare i punti<br />
di una retta in modo che<br />
dati due punti distinti A e B della retta, o A precede B oppure B precede A;<br />
se A precede B e B precede C, allora A precede C.<br />
Tale ordinamento dei punti di una retta, detto anche verso della retta, si può stabilire in due modi<br />
opposti: se in un verso A precede B, nel verso opposto B precede A (figg. 5, 6, 7). Rispetto a ciascuno<br />
dei due versi la retta è una linea aperta, cioè non ha né un primo né un ultimo punto.<br />
A B<br />
A precede B<br />
A B<br />
A segue B<br />
Figura 5 Figura 6<br />
A B C<br />
A precede B; B precede C ��� precede C<br />
Figura 7<br />
Quando su una retta è fissato un verso si parla di retta orientata.<br />
Parlando di retta orientata AB si intende che il verso sulla retta è tale che A precede B (come nella<br />
figura 5); invece, relativamente alla figura 6, si parlerà di retta orientata BA.<br />
Rette, semirette, segmenti, linee<br />
Semirette<br />
e segmenti<br />
20<br />
6 D Data una retta orientata r (fig. 8) e un suo punto qualsiasi O, si<br />
chiama semiretta di origine O l’insieme costituito dal punto O stesso e dai<br />
punti di r che precedono (oppure che seguono) O nel verso fissato.<br />
Il punto O 2 r determina su r due semirette ed è l’origine di ciascuna di esse. Si dice anche che le due<br />
semirette sono tra loro opposte o anche che sono l’una il prolungamento dell’altra. La retta r, che<br />
contiene le due semirette, è il loro sostegno. I punti di una semiretta diversi dall’origine si dicono interni<br />
a quella semiretta, mentre quelli che non le appartengono si dicono esterni.<br />
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TEORIA Nozioni fondamentali di geometria razionale<br />
2<br />
Un po’ di storia<br />
42<br />
Euclide<br />
Abbiamo già visto che, a differenza degli altri popoli antichi, come gli egiziani o i babilonesi i quali<br />
usavano la geometria per ottenere un risultato pratico, i greci studiarono la matematica in generale<br />
svincolandosi dalle conoscenze acquisite empiricamente, costruendola come un sistema di assiomi,<br />
definizioni e proposizioni dedotte logicamente l’una dall’altra.<br />
Anche se si ha notizia di qualche trattato precedente, il più antico trattato giunto fino a noi è l’opera<br />
di Euclide intitolata ‘‘Gli elementi’’.<br />
Euclide fu un matematico greco della cui biografia si sa molto poco. È noto che è vissuto tra la fine<br />
del IV e gli inizi del III secolo a.C., ma si ignora dove sia nato. Dopo la morte di Alessandro<br />
Magno avvenuta nel 323 a.C. i suoi generali si divisero il suo impero: Tolomeo divenne re dell’Egitto<br />
col nome di Tolomeo I Soter ed essendo un sovrano aperto alla cultura istituì ad Alessandria<br />
una scuola, nota come il ‘‘Museo’’, una specie di istituto superiore dei nostri giorni, destinata a diventare<br />
famosa in tutto il mondo come centro di studi. Qui venne chiamato a insegnare la matematica<br />
Euclide, noto per essere l’autore dei 13 libri di ‘‘ o ’’ (Elementi), che si possono considerare<br />
il più diffuso testo di matematica di tutti i tempi. Egli, per l’importanza del suo insegnamento<br />
nella scuola di Alessandria è chiamato ‘‘Euclide di Alessandria’’ anche se qualche volta è stato<br />
confuso con Euclide di Megara, un filosofo greco discepolo di Socrate, vissuto un secolo prima.<br />
Le leggende lo descrivono come un vecchio austero, ma nello stesso tempo affabile e gentile. Si<br />
narra che Tolomeo gli chiedesse una ‘‘scorciatoia’’ per apprendere la geometria e che Euclide gli rispondesse<br />
che ‘‘non esiste nessuna strada regia che porti alla geometria’’. Un’altra volta, avendogli<br />
un allievo chiesto quale fosse l’utilità dello studio della geometria, si sarebbe rivolto a uno schiavo<br />
invitandolo a dare all’allievo una moneta visto che questi ‘‘ha bisogno di trarre guadagno da ciò<br />
che impara’’. Evidentemente Euclide non dava importanza al lato pratico della geometria.<br />
Negli ‘‘Elementi’’ è raccolto tutto il sapere geometrico dell’epoca: i 13 libri non sono un’opera originale,<br />
cioè Euclide non è l’autore dei risultati qui raggiunti, ma ha organizzato in un sistema logico<br />
e completo tutto quanto era stato scoperto fino ad allora nel campo della matematica.<br />
I primi due libri trattano dei triangoli e dei parallelogrammi, il terzo e il quarto del cerchio e dei<br />
poligoni regolari, il quinto della teoria delle proporzioni, il sesto della similitudine piana, il settimo,<br />
l’ottavo e il nono dell’aritmetica dei numeri interi e delle frazioni, il decimo, in cui figura il noto algoritmo<br />
euclideo per la ricerca del M.C.D. di due numeri, degli irrazionali quadratici e biquadratici,<br />
infine gli ultimi tre della geometria dello spazio.<br />
Il metodo seguito è quello rigorosamente logico deduttivo. Egli parte da nozioni comuni, o assiomi,<br />
applicabili a tutte le scienze, e da postulati, validi per una scienza particolare, che vengono supposti<br />
veri perché intuitivamente evidenti, e, con deduzioni logiche, ricava teoremi e risolve problemi.<br />
Ogni dimostrazione rimanda alle proposizioni precedentemente enunciate o provate e viene chiusa<br />
dalla formula ‘‘come si doveva fare’’ che è diventata la nostra c.d.d. (‘‘come dovevasi dimostrare’’)<br />
o c.v.d. (‘‘come volevasi dimostrare’’).<br />
Data la loro diffusione ci sono arrivate diverse copie manoscritte degli ‘‘Elementi’’, più o meno modificate<br />
rispetto al testo originale che è andato perduto. Nella maggior parte di esse troviamo le<br />
prime 10 proposizioni:<br />
1) un punto è ciò che non ha parti<br />
2) una linea è lunghezza senza larghezza<br />
3) le estremità di una linea sono punti<br />
4) una linea retta è una linea costituita in modo uniforme dai suoi stessi punti<br />
5) una superficie è ciò che possiede solamente lunghezza e larghezza<br />
Lineamenti di geometria razionale - Ghisetti e Corvi © 2009 De Agostini Scuola S.p.A. - Novara
43<br />
6) le estremità di una superficie sono linee<br />
7) una superficie piana è una superficie che è costituita in modo uniforme dalle sue stesse linee<br />
8) un angolo piano è la inclinazione reciproca di due linee in un piano che si incontrano e non giacciono<br />
su una stessa retta<br />
9) quando le linee che definiscono l’angolo sono rette, l’angolo è detto rettilineo<br />
10) quando una linea retta che interseca un’altra linea retta determina due angoli adiacenti che sono<br />
uguali tra loro, ciascuno degli angoli uguali è retto, e la linea retta che interseca l’altra è chiamata<br />
perpendicolare alla retta che interseca.<br />
I primi 5 postulati sono i seguenti:<br />
1) si può tracciare una linea retta da un punto qualsiasi a un punto qualsiasi<br />
2) si può prolungare una linea retta finita in modo continuo in una linea retta<br />
3) si può descrivere una circonferenza con centro e distanza qualsiasi<br />
4) gli angoli retti sono reciprocamente uguali<br />
5) se una linea retta cade su due linee rette rendendo gli angoli interni da una stessa parte minori di<br />
due angoli retti, le due linee rette, se indefinitamente prolungate, si incontrano dalla stessa parte<br />
dove si trovano i due angoli minori di due angoli retti.<br />
Le prime 5 nozioni comuni (assiomi) sono:<br />
1) cose uguali a una medesima cosa sono uguali anche tra loro<br />
2) se cose uguali vengono aggiunte a cose uguali, gli interi sono uguali<br />
3) se cose uguali vengono sottratte da cose uguali, i resti sono uguali<br />
4) cose che coincidono l’una con l’altra sono uguali<br />
5) l’intero è maggiore della parte.<br />
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Nozioni fondamentali di geometria razionale<br />
2<br />
TEORIA
ESERCIZI Nozioni fondamentali di geometria razionale<br />
2<br />
CAPITOLO 2<br />
Postulati fondamentali - Rette - Angoli<br />
QUESITI<br />
44<br />
NOZIONI FONDAMENTALI<br />
DI GEOMETRIA RAZIONALE<br />
a. Che cosa è una figura?<br />
b. Quando due figure sono complanari?<br />
c. Che cosa significa affermare che la retta è una linea aperta?<br />
d. Enunciare il postulato d’ordine.<br />
e. Definire la semiretta e il segmento.<br />
f. Quando due segmenti sono consecutivi e quando sono adiacenti?<br />
g. Enunciare il postulato di partizione del piano.<br />
h. Che cosa significa affermare che la retta è illimitata? E che la retta è densa?<br />
i. Enunciare il postulato di Euclide.<br />
l. Dare la definizione di figura convessa e di figura concava.<br />
m. Definire l’angolo, l’angolo convesso, l’angolo concavo, l’angolo piatto, l’angolo giro, l’angolo<br />
nullo.<br />
n. Definire quando due angoli sono consecutivi e quando adiacenti.<br />
o. In quale caso l’intersezione tra due semipiani può essere ancora un semipiano? E in quale<br />
caso l’intersezione dà luogo a un angolo?<br />
p. Formulare la definizione di poligono, poligono convesso, poligono concavo.<br />
q. Che cosa è un poligono regolare? Il triangolo equilatero è un poligono regolare?<br />
r. Definire la diagonale di un poligono. Un triangolo ha diagonali?<br />
1 Su una retta r si disegnino tre punti distinti A, B, C; quante e quali figure geometriche restano<br />
così determinate?<br />
2 Determinare tutti i segmenti orientati formati da tre punti A, B, C non appartenenti a una<br />
stessa retta e di ciascuno denominare il consecutivo.<br />
3 Disegnare due segmenti AB e AC consecutivi e non adiacenti. Disegnare poi due segmenti<br />
MN ed NP adiacenti; che cosa rappresenta il segmento MP ?<br />
4 Denominare tutti i segmenti orientati determinati da quattro punti A, B, C, D appartenenti a<br />
una retta.<br />
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5 Segnare su un foglio quattro punti a tre a tre non allineati. Quanti segmenti si possono<br />
tracciare congiungendo quei punti a due a due?<br />
6 Date due semirette a e b di origine O, individuare l’angolo convesso così determinato. Come<br />
devono essere le due semirette per formare un angolo piatto?<br />
7 Disegnare due angoli consecutivi e determinare la loro somma; disegnare poi due angoli<br />
adiacenti: in questo caso qual è la loro somma?<br />
8 Date le semirette OA, OB, OC aventi l’origine O in comune, denominare tutti gli angoli che<br />
hanno per lati due di queste semirette.<br />
9 Sono date in un piano tre rette non concorrenti in uno stesso punto e, a due a due, incidenti.<br />
In quante regioni il piano è diviso dalle tre rette?<br />
10 Giustificare che, se due segmenti hanno due punti in comune, giacciono sulla stessa retta.<br />
11 Giustificare la seguente proposizione: due rette distinte incidenti sono complanari.<br />
(Su ciascuna retta individuare un punto diverso dal punto di intersezione... si hanno così tre<br />
punti...).<br />
12 Giustificare il seguente enunciato: una retta e un punto P esterno a essa individuano uno e un<br />
solo piano.<br />
13 In un piano sono date due rette parallele r e s. Determinare, in tutti i casi possibili,<br />
l’intersezione dei semipiani generati rispettivamente da r edas.<br />
14 Determinare in quante regioni un piano è diviso da quattro rette a due a due incidenti e a tre a<br />
tre non concorrenti in uno stesso punto.<br />
15 Disegnare un pentagono ABCDE; denominarne gli angoli interni ed esterni; disegnare le<br />
diagonali: quante sono?<br />
16 Quante diagonali ha un esagono? E un poligono di nove lati? E in generale uno di n lati?<br />
VERO O FALSO<br />
45<br />
17 Un postulato esprime una proprietà evidente che può essere facilmente<br />
dimostrata<br />
18 Non è possibile dare la definizione di retta<br />
19 Si può definire il segmento come un sottoinsieme non illimitato della retta<br />
20 Due segmenti adiacenti sono anche consecutivi<br />
21 Se da una poligonale chiusa si tolgono due lati si ottiene una poligonale<br />
aperta<br />
22 Un semipiano è individuato dalla sua origine<br />
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V F<br />
V F<br />
V F<br />
V F<br />
V F<br />
V F<br />
Nozioni fondamentali di geometria razionale<br />
2<br />
ESERCIZI
ESERCIZI Nozioni fondamentali di geometria razionale<br />
2<br />
23 L’unione di due figure convesse può essere una figura concava<br />
24 La semiretta è illimitata in un solo verso<br />
25 Due angoli con un lato in comune sono consecutivi<br />
26 Due angoli consecutivi sono anche adiacenti<br />
27 L’angolo nullo è convesso<br />
28 L’angolo piatto è concavo perché i prolungamenti dei suoi lati gli<br />
appartengono<br />
29 L’intersezione di due semipiani opposti è una retta<br />
30 L’angolo può essere definito come l’intersezione di due semipiani<br />
(contenuti nello stesso piano) con le origini incidenti<br />
31 L’intersezione di due angoli consecutivi è una semiretta<br />
Congruenza. Somma e differenza di segmenti e di angoli<br />
QUESITI<br />
46<br />
V F<br />
V F<br />
V F<br />
V F<br />
V F<br />
V F<br />
V F<br />
V F<br />
V F<br />
a. Definire due figure congruenti.<br />
b. Enunciare le proprietà fondamentali della congruenza tra figure.<br />
c. Enunciare il postulato del trasporto di segmenti.<br />
d. Che cosa s’intende per multiplo di un segmento?<br />
e. Enunciare il postulato del trasporto di un angolo.<br />
f. Che cosa s’intende per sottomultiplo di un angolo?<br />
g. Enunciare il postulato di divisibilità dei segmenti e degli angoli.<br />
h. Dare la definizione di punto medio di un segmento e di bisettrice di un angolo.<br />
i. Quando due punti A e B sono simmetrici rispetto a un punto O?<br />
l. Quando due punti A e B sono simmetrici rispetto a una retta r?<br />
m. Che cos’è l’asse di un segmento?<br />
n. Che cosa s’intende per distanza di un punto da una retta? Tale distanza può essere il segmento<br />
nullo?<br />
o. In quale caso la proiezione di un segmento (non nullo) sopra una retta è il segmento nullo?<br />
p. Dare le definizioni di angoli supplementari, angoli esplementari, angolo retto, angoli complementari,<br />
angolo acuto, angolo ottuso, angoli opposti al vertice.<br />
q. Dimostrare che gli angoli opposti al vertice sono congruenti.<br />
r. Definire la lunghezza di un segmento.<br />
s. Definire l’ampiezza di un angolo.<br />
t. Definire l’area di una superficie.<br />
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VERO O FALSO<br />
47<br />
1 Si può sempre effettuare la somma di due segmenti<br />
2 Si può sempre effettuare la differenza di due segmenti<br />
3 La somma di due angoli piatti è un angolo giro<br />
4 Se AO ffi OB allora A e B sono simmetrici rispetto a O<br />
5 Due angoli supplementari hanno sempre un lato in comune<br />
6 La somma di due angoli acuti è un angolo acuto<br />
7 Fare la somma di due angoli è equivalente a farne la loro unione<br />
8 Due rette sono perpendicolari se, incontrandosi, formano quattro angoli<br />
di cui uno è retto<br />
9 Se due segmenti sono congruenti, allora hanno lo stesso punto medio<br />
V F<br />
V F<br />
V F<br />
V F<br />
V F<br />
V F<br />
V F<br />
V F<br />
V F<br />
10 Sia AB un segmento e O un suo punto tale che AO sia congruente a OB. Si consideri tra O e B<br />
un punto C; confrontare i segmenti AB, AC, CB scrivendo le disuguaglianze in modo che<br />
– una prima volta, il primo membro sia maggiore del secondo;<br />
– una seconda volta, il primo membro sia minore del secondo.<br />
11 Disegnare quattro segmenti, sommare i due maggiori e togliere dal segmento così ottenuto la<br />
somma degli altri due. Fare poi la differenza tra il maggiore e il minore e aggiungere la<br />
differenza degli altri due. Verificare che i risultati sono eguali.<br />
12 Su una semiretta, a partire dalla sua origine O, riportare successivamente e nel medesimo<br />
senso i segmenti OA; AB ffi 3 OA; BC ffi OA; CD ffi 2 OA; poi, in senso contrario, il<br />
segmento DE multiplo secondo 5 del sottomultiplo di OA secondo il numero 4. Rispetto a<br />
quale numero i segmenti OB, OD, CE, AC, BD, OE sono rispettivamente multipli di OA?<br />
13 Siano dati due segmenti a e b.<br />
a) Disegnare un segmento congruente alla loro somma, poi un segmento congruente alla loro<br />
differenza.<br />
b) Aggiungere la loro somma alla loro differenza e verificare che si ottiene il doppio del segmento<br />
maggiore.<br />
c) Sottrarre dalla loro somma la loro differenza e verificare che si ottiene il doppio del segmento<br />
minore.<br />
14 Dimostrare che la distanza del punto medio di un segmento da un qualunque punto preso<br />
sopra uno dei prolungamenti del segmento è congruente alla semisomma delle distanze di<br />
questo punto dagli estremi del segmento.<br />
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Nozioni fondamentali di geometria razionale<br />
2<br />
ESERCIZI
ESERCIZI Nozioni fondamentali di geometria razionale<br />
2<br />
48<br />
15 Dimostrare che la distanza del punto medio di un segmento da un qualunque punto del<br />
segmento è congruente alla semidifferenza delle distanze di questo punto dagli estremi del<br />
segmento.<br />
16 Su una semiretta, a partire dall’origine A, si prendano due segmenti AB e AC con AB > AC;<br />
siano M ed N i loro punti medi. Dimostrare che<br />
MN ffi 1<br />
ðAB ACÞ:<br />
2<br />
17 Siano A, B, C, D quattro punti in linea retta seguentisi nell’ordine alfabetico e tali che sia<br />
AB ffi CD. Dimostrare che AC ffi BD e che i due segmenti AD e BC hanno lo stesso punto<br />
medio.<br />
18 Siano A, B, C, D quattro punti in linea retta seguentisi nell’ordine alfabetico e siano M e N i<br />
punti medi di AB e CD. Dimostrare che:<br />
AC þ BD<br />
MN ffi :<br />
2<br />
19 Disegnare due angoli consecutivi supplementari; come risultano i due angoli?<br />
20 Disegnare due angoli consecutivi complementari; come risultano le due rette a cui appartiene<br />
ciascuno dei lati, non in comune, dei due angoli?<br />
21 Date le semirette OA, OB, OC aventi l’origine in comune, denominare tutti gli angoli (minori<br />
di un angolo giro) che hanno per lati due di queste semirette.<br />
22 Siano a, b, c tre semirette aventi la stessa origine O e disposte in modo che gli angoli b ab e b bc<br />
siano acuti ð b ab 6¼ b bc bcÞ. Siano a 0 , b 0 , c 0 le tre semirette opposte rispettivamente ad a, b, c;<br />
denominare tutti gli angoli che così si sono determinati e dire quali sono a due a due<br />
congruenti e perché.<br />
23 Verificare che, se due angoli sono supplementari, le loro metà sono complementari.<br />
24 Da un punto di un piano si facciano uscire quattro semirette in modo che il terzo angolo sia<br />
congruente al primo e il quarto al secondo. Verificare e dimostrare che la terza semiretta è il<br />
prolungamento della prima.<br />
25 Dimostrare che se due angoli consecutivi sono supplementari, essi sono adiacenti.<br />
26 Dimostrare che se due angoli acuti sono diseguali, i loro complementari sono diseguali in<br />
senso contrario.<br />
27 Dato l’angolo d AOB ottuso, disegnare l’angolo 2 d AOB AOB; perché esso è concavo?<br />
28 Da un punto O di un segmento AB e da parte opposta allo stesso, escono due semirette OC e<br />
OD, che formano gli angoli non consecutivi d AOD e d BOC congruenti. Dimostrare che le<br />
semirette OC e OD appartengono a una stessa retta.<br />
29 Dimostrare che l’angolo formato dalla bisettrice di un angolo con una semiretta qualunque<br />
condotta per il vertice è congruente alla semisomma o alla semidifferenza degli angoli formati<br />
da questa semiretta con i lati dell’angolo, secondo che essa è esterna o interna all’angolo.<br />
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