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Il museo archeologico di Carbonia - Sardegna Cultura

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<strong>Il</strong> territorio<br />

Come si è potuto notare, i materiali esposti nel Museo <strong>di</strong> Villa<br />

Sulcis provengono da numerosi inse<strong>di</strong>amenti. Alcuni <strong>di</strong> questi sono<br />

situati nelle vicinanze più o meno imme<strong>di</strong>ate <strong>di</strong> <strong>Carbonia</strong>, mentre<br />

altri sono assai <strong>di</strong>stanti e privi <strong>di</strong> uno stretto rapporto territoriale.<br />

Passando ad un breve esame dei singoli inse<strong>di</strong>amenti, sarà opportuno<br />

un or<strong>di</strong>ne cronologico, rispettando i criteri che hanno governato<br />

l’esposizione dei materiali.<br />

<strong>Il</strong> primo e più antico inse<strong>di</strong>amento del territorio <strong>di</strong> <strong>Carbonia</strong> è il<br />

ben noto riparo sotto roccia <strong>di</strong> Su Carroppu, ubicato nei pressi della<br />

località <strong>di</strong> Sirri. Si tratta <strong>di</strong> una cavità naturale, creata dallo scorrimento<br />

<strong>di</strong> acque, il cui nome ha il significato <strong>di</strong> inghiottitoio. La<br />

grotta ha ospitato un antico inse<strong>di</strong>amento relativo ad una fase compresa<br />

tra il 6000 e il 3500 e si pone quin<strong>di</strong> tra i principali siti <strong>di</strong><br />

<strong>Sardegna</strong> relativi a questo particolare periodo.<br />

Sempre del territorio comunale <strong>di</strong> <strong>Carbonia</strong> fa parte la località <strong>di</strong><br />

Coderra. Questo toponimo significa “coda della terra” e quin<strong>di</strong> probabilmente<br />

allude alla fine dei rilievi che si innalzano a sud-ovest <strong>di</strong><br />

<strong>Carbonia</strong> e lambiscono la piana <strong>di</strong> San Giovanni Suergiu. In questa<br />

località sono situati alcuni anfratti naturali, modellati e scavati nella<br />

trachite dall’azione combinata del vento e della pioggia. Queste<br />

cavità in età neolitica erano utilizzate come sepolture, come in<strong>di</strong>cano<br />

chiaramente i materiali rinvenuti.<br />

Non molto <strong>di</strong>stante dalla località <strong>di</strong> Coderra si erge il Monte<br />

Crobu. In questo luogo, il cui nome lo in<strong>di</strong>ca frequentato da corvi,<br />

sono ubicate alcune domus de janas, scavate nel versante del monte<br />

che si affaccia verso sud-ovest. Una sola tomba <strong>di</strong> questa necropoli è<br />

stata esplorata con moderni criteri scientifici. Si tratta della Tomba<br />

I, utilizzata nel III millennio a. C., che è stata scavata secondo uno<br />

schema architettonico particolarmente interessante. L’ingresso alla<br />

tomba si apre sul fondo <strong>di</strong> un ampio corridoio imbutiforme e consente<br />

l’accesso ad una prima camera <strong>di</strong> forma semicircolare. Segue<br />

poi una ulteriore camera in asse con l’ingresso, su cui lati si aprono<br />

cinque nicchioni. In queste cellette dovevano essere deposti i<br />

defunti. La struttura complessa <strong>di</strong> questa tomba non ha riscontri<br />

analoghi nella regione sulcitana e si richiama alle tipologie delle<br />

domus de janas presenti nella <strong>Sardegna</strong> settentrionale.<br />

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