REVISTA CONNESSIONE - II EDIÇÃO / JANEIRO 2021
Revista “Connessione” é um projeto da “Radio Connessione” e da produtora cultural, rádio e editora SELIGANAMUSICA. Através das páginas da Revista “Connessione” temos um compromisso com todos vocês de expandir e fomentar informações sobre a cultura e conhecimento. Sabemos que existem muitas revistas circulando e não queremos que a Revista “Connessione” seja só mais uma no mercado. Queremos que a nossa revista possa sempre fazer a diferença com conteúdos que deixem os nossos leitores sempre informados. A Revista “Connessione” tem suas páginas escritas por pessoas de diversos lugares como: Brasil, Japão, Itália, França, com o objetivo de fazer a união entre as pessoas de vários países e mostrar a cultura e a vivência de cada uma delas. __________________________________ La "Revista Connessione" è un progetto di Radio Connessione e della produttrice culturale, radio ed editora SELIGANAMUSICA. Attraverso le pagine della "Revista Connessione" ci impegniamo ad ampliare e promuovere l'informazione sulla cultura e la conoscenza. Sappiamo che ci sono molte riviste in circolazione e non vogliamo che la "Revista Connessione" sia solo una in più sul mercato.Vogliamo che la nostra rivista sia sempre in grado di fare la differenza con contenuti che tengono sempre informati i nostri lettori. La "Revista Connessione" ha le sue pagine scritte da persone di luoghi diversi come: Brasile, Giappone, Italia, Francia, con l'obiettivo di fare l'unione tra le persone di diversi paesi e mostrare la cultura e l'esperienza di ciascuno di loro.
Revista “Connessione” é um projeto da “Radio Connessione” e da produtora cultural, rádio e editora SELIGANAMUSICA.
Através das páginas da Revista “Connessione” temos um compromisso com todos vocês de expandir e fomentar informações sobre a cultura e conhecimento.
Sabemos que existem muitas revistas circulando e não queremos que a Revista “Connessione” seja só mais uma no mercado. Queremos que a nossa revista possa sempre fazer a diferença com conteúdos que deixem os nossos leitores sempre informados.
A Revista “Connessione” tem suas páginas escritas por pessoas de diversos lugares como: Brasil, Japão, Itália, França, com o objetivo de fazer a união entre as pessoas de vários países e mostrar a cultura e a vivência de cada uma delas.
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La "Revista Connessione" è un progetto di Radio Connessione e della produttrice culturale, radio ed editora SELIGANAMUSICA. Attraverso le pagine della "Revista Connessione" ci impegniamo ad ampliare e promuovere l'informazione sulla cultura e la conoscenza.
Sappiamo che ci sono molte riviste in circolazione e non vogliamo che la "Revista Connessione" sia solo una in più sul mercato.Vogliamo che la nostra rivista sia sempre in grado di fare la differenza con contenuti che tengono sempre informati i nostri lettori.
La "Revista Connessione" ha le sue pagine scritte da persone di luoghi diversi come: Brasile, Giappone, Italia, Francia, con l'obiettivo di fare l'unione tra le persone di diversi paesi e mostrare la cultura e l'esperienza di ciascuno di loro.
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LA MUSICOTERAPIA
In queste linee cercherò di riportare parte delle mie
esperienze di questi anni. Ovviamente non è niente
di didattico, ma soltanto un tentativo di raccontare,
al mio modo, una parte della bellissima professione.
Ho sempre ritenuto la musica come una cosa magica,
poi studiando si capisce che non è affatto una magia
perché la musica è molto concreta e arriva direttamente
alle persone. Ma l’idea della musicoterapia non
è molto chiara e tante persone non la concepiscono
come un lavoro. Quando parliamo di “terapia” è uguale
a medicina che tratta della cura delle malattie. Allora
la musicoterapia che medicina può essere?
Quando facciamo questa domanda dobbiamo spostare
il discorso sull’utenza, a quelle persone che utilizzano
del trattamento musicoterapico, i clienti, gli ospiti
nei centri e case di riposo, gli utenti. Perché sono persone
spesso molto sofferenti, alcune in difficoltà molto
gravi, con problemi relazionali, cognitivi, emotivi,
corporale e fisici.
Mi ricordo tempo fa, quando lavoravo in un centro
per disabili, di una volontaria presente nella mia seduta
di musicoterapia che mi chiese: “ah… ma ti pagano
per fare questo mestieri e per giocare?”
Oggi posso rispondere che per me la musicoterapia è
basata sul ascolto e una continua scoperta della persona
che hai davanti a te. È riuscire a stare con le persone
senza giudicarli, è un modo di stare con loro basato
sul ascolto empatico e di rispetto, e tutto questo è il
suono a regalarti e che contribuisce a questo connubio.
È l’utilizzo del linguaggio musicale che implica
elementi di corporeità, di vocalità, di intonazione e
improvvisazione e secondo me soltanto l’esperienza di
campo e con il tempo si può formare un musicoterapista.
Nella musicoterapia non sono le 7 note dell’scala musicale
la cosa più importante, ma invece è il “suono”
come della voce, del silenzio, della natura, della percussione,
suoni dell’stesso corpo. Il nostro cervello è
composto da due emisferi, quello destro legato alla
parte emotiva e il sinistro quello più razionale e la
musica è lo strumento che unisce queste due parti del
cervello, per natura la musica è evocativa e riporta
il soggetto a momenti vissuti come per esempio nel
caso specifico delle persone affette dalla malattia da
Alzheimer che purtroppo a causa della patologia il
paziente non si ricorda il nome dei propri cari come
la famiglia figli, mariti, ecc., ma con la musica è invece
capace di individuare e cantarla senza dimenticare
una parola del testo.
Nel mio lavoro nelle cliniche e case di riposo sono
abituato a studiare e comporre la vita musicale degli
ospiti, con dati ricavati dalla propria famiglia con interviste
realizzate insieme ai loro cari, per individuare
i loro gusti musicali e l’importanza della musica nei
vari periodi della loro vita. Questo perchè la musica è
sempre stata in nostra compagnia in ogni momento
della nostra vita come per esempio: nella nascita, nel
incontro con il primo fidanzato, nei matrimoni, nelle
feste, nei momenti difficili, nelle perdite di una persona
cara.
In ogni passaggio della nostra vita c’è stata una musica
presente.
Interessante notare che una persona con l’età di 80/90
anni ama la musica rock e ascolta i Pink Floyd, Led
Zeppelin con molto piacere e sorridente racconta gli
episodi vissuti nella giovinezza. Quando chiediamo
a una persona che musica ascolta la risposta ci da indicazioni
di come è esattamente quella persona, del
suo vissuto, come una fotografia che porta all’immagine
del atto presente. In base ai suoi gusti musicali
il musicoterapista riesce a comunicare, muoversi e a
riportarsi a livello verbale di maniera più empatica
dovuto ai generi di musica appartenenti al vissuto e
gusto della persona.
Un’altra caratteristica usata nella musica e che utilizzo
nei miei laboratori è il fare “silenzio”. Molto spesso utilizzo
questa esperienza nella comunità per recupero
della tossicodipendenza, a quella tipologia di utenti
sopraffatti da pensieri, con continui sbalzi di umore,
ossessivo e con difficoltà di ascolto.
Devo sottolineare che viviamo in una cultura abituata
al caos, al eccesso, e tante volte chiediamo silenzio ai
bambini ad esempio nelle scuole senza percepire che
noi stessi siamo privati dal silenzio. Quasi sempre alla
fine dei laboratori chiedo ai partecipanti di disegnare
il loro silenzio, per cosi dare voce ai loro conflitti.
Vorrei precisare che nei miei laboratori non ci sono
nessun tipo di analisi, nessuna interpretazione del
esperienza vissuta durante l’attività, questo perché io
non sono uno psicologo, psicoterapeuta, medico. Mi
limito all’esperienza del ascolto della persona e nel
utilizzo della musica come strumento terapeutico e
anche di divertimento.
Toni Julio
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