27.05.2013 Views

scarica la documentazione completa dell'evento - Come alla Corte ...

scarica la documentazione completa dell'evento - Come alla Corte ...

scarica la documentazione completa dell'evento - Come alla Corte ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

COME ALLA CORTE DI FEDERICO II<br />

OVVERO<br />

PARLANDO E RIPARLANDO DI SCIENZA<br />

NUMERI: SIMBOLI E REALTÀ 9<br />

di Franco Brezzi<br />

I TRE MOSCHETTIERI DELLA MATEMATICA 11<br />

di Guido Trombetti<br />

I GRANDI NUMERI DELLA CHIMICA 13<br />

di Luciano Mayol<br />

SOGNANDO CON I NUMERI 15<br />

di Luciano De Menna<br />

ANCHE I FISICI DANNO I NUMERI 17<br />

di Fedele Lizzi<br />

I NUMERI DELLA FILOSOFIA 19<br />

di C<strong>la</strong>udia Megale


Dio ha creato i numeri interi, tutto il resto è opera dell'uomo.<br />

Ma ce n’era proprio bisogno?<br />

Leopold Kronecker<br />

Matematico tedesco del XIX secolo<br />

Studente di Ingegneria del XXI secolo


Gli articoli degli incontri si trovano al sito<br />

www.comeal<strong>la</strong>corte.unina.it


Franco Brezzi<br />

Nato a Vimercate (Mi<strong>la</strong>no) il 29 aprile 1945 e <strong>la</strong>ureato in<br />

Matematica nel 1967 presso l'Università di Pavia, è stato<br />

professore di Analisi Matematica prima presso il Politecnico di<br />

Torino (dal 1975 al 1977), poi presso l'Università di Pavia dal<br />

(1977 al 2006) e infine presso lo IUSS (Istituto Universitario<br />

di Studi Superiori) di Pavia dal 2006 a oggi.<br />

È attualmente direttore dell’Istituto di Matematica Applicata e<br />

Tecnologie Informatiche del CNR, coordinatore dei corsi di<br />

dottorato dello IUSS, presidente dell'Unione Matematica<br />

Italiana e membro dell'Executive Committee del<strong>la</strong> European<br />

Mathematical Society. Fa inoltre parte del Consiglio<br />

Scientifico del CNRS Francese, dell'OCCAM di Oxford (UK) e del<strong>la</strong> SMAI francese. Ha anche fatto parte in<br />

passato del Consiglio Scientifico di numerosi istituti di ricerca nazionali ed internazionali, tra cui <strong>la</strong> SIMAI<br />

(Società Italiana di Matematica Applicata e Industriale; dal<strong>la</strong> sua fondazione nel 1990 al 2008), il RICAM<br />

di Linz e l'IMDEA di Madrid.<br />

È membro dell’Istituto Lombardo, Accademia di Scienze e Lettere, socio corrispondente dell’Accademia<br />

Nazionale dei Lincei, membro del<strong>la</strong> European Academy of Sciences e membro del Gruppo 2003. È<br />

Commendatore al Merito del<strong>la</strong> Repubblica Italiana per meriti scientifici dal 2006.<br />

È autore di circa 160 articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali e di cinque libri. Fa inoltre parte<br />

del comitato di redazione di una ventina di riviste scientifiche internazionali e di numerose col<strong>la</strong>ne di libri.<br />

I suoi interessi scientifici riguardano soprattutto l'analisi numerica delle equazioni a derivate parziali, con<br />

applicazioni a vari settori di interesse ingegneristico come il calcolo strutturale, <strong>la</strong> meccanica dei fluidi e<br />

l'elettromagnetismo.<br />

Ha ottenuto vari premi e riconoscimenti, tra cui il Premio Città di Cagliari nel 1991, <strong>la</strong> T.H.H. Pian Medal<br />

dal<strong>la</strong> International Society for Computational Engineering and Sciences nel 2000, <strong>la</strong> Fellowship del<strong>la</strong> IACM<br />

(International Associatiation for Computational Mechanics) nel 2002, <strong>la</strong> nomina a Higly Cited Researcher<br />

dello Institute for Scientific Information di Fi<strong>la</strong>delfia nel 2002, <strong>la</strong> Gauss-Newton Medal del<strong>la</strong> IACM nel<br />

2004, il Von Neumann Award del<strong>la</strong> SIAM (Society for Industrial and Applied Mathematics, Stati Uniti) nel<br />

2009 e il premio Gili-Agostinelli del<strong>la</strong> Accademia delle Scienze di Torino nel 2010.


COME ALLA CORTE DI FEDERICO II<br />

Numeri: simboli e realtà<br />

NUMERI: SIMBOLI E REALTÀ<br />

Franco Brezzi<br />

Professore di Analisi matematica<br />

IUSS - Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia<br />

Il ruolo del Numero nel<strong>la</strong> nostra civiltà è<br />

più complesso di quanto non si possa pensare a<br />

prima vista. Per cominciare, il numero riveste<br />

ancora un carattere cabalistico e misterioso. In<br />

generale, l’uomo del<strong>la</strong> strada si trova in<br />

imbarazzo se gli si chiede di definire cosa sia un<br />

numero. Tutti capiscono benissimo il significato<br />

di “tre caramelle” o di “tre pere”. Non tutti<br />

capiscono a fondo il significato di “tre”. Forse<br />

anche questa sottile elusività ha contribuito, nel<br />

tempo, a far sì che al numero venissero attribuiti<br />

arcani significati simbolici (ad esempio il 3 o il 7)<br />

e misteriosi poteri (ad esempio, in modi diversi,<br />

il 17 o il 666).<br />

Ma anche al di là degli aspetti cabalistici,<br />

è tutto il rapporto con gli aspetti quantitativi che<br />

riesce difficile, spesso antipatico, a volte<br />

totalmente repulsivo. Con <strong>la</strong> stessa scienza, ed<br />

in partico<strong>la</strong>re con tutte le discipline che praticano<br />

con serietà il metodo scientifico, <strong>la</strong> nostra<br />

società ha un rapporto di amore-odio quasi<br />

schizofrenico. Basta guardare <strong>la</strong> nostra<br />

pubblicità per notare come <strong>la</strong> scienza e <strong>la</strong> stessa<br />

ragione vengano, a seconda dei casi, esaltate o<br />

disprezzate.<br />

La stessa schizofrenia si manifesta nelle<br />

discipline che pur avvalendosi del nome di<br />

Scienze, hanno col metodo scientifico rapporti<br />

Centro di Ateneo per <strong>la</strong> Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa<br />

Università degli Studi di Napoli Federico II<br />

ancora saltuari. Ma mentre <strong>la</strong> medicina, da un<br />

<strong>la</strong>to, tende a fare un uso sempre maggiore di<br />

strumenti che danno risposte quantitative, ed in<br />

generale ad avere rapporti sempre più stretti col<br />

metodo scientifico, dall’altro <strong>la</strong>to sembrano in<br />

controtendenza <strong>la</strong> sostituzione dei vecchi voti<br />

con giudizi del tipo “sufficiente, discreto, buono,<br />

ottimo”, ed innovazioni pedagogiche simili.<br />

L’aspetto più ostico del rapporto tra<br />

cittadini e numeri si trova però nell’uso che<br />

viene fatto dei numeri per quantificare i rischi.<br />

Indubbiamente tale quantificazione è a volte<br />

proibitiva. La probabilità di beccarsi il c<strong>la</strong>ssico<br />

vaso da fiori in testa camminando sul<br />

marciapiede potrebbe, almeno teoricamente,<br />

essere misurata (ma il risultato dovrebbe<br />

dipendere da molti fattori come il tipo di strada,<br />

<strong>la</strong> stagione, l’ora, etc.). Ma <strong>la</strong> probabilità che il<br />

Vesuvio esploda, o che un meteorite rada al<br />

suolo Pavia sarebbe molto, molto più difficile da<br />

misurare. E <strong>la</strong> stima del<strong>la</strong> probabilità di trovare,<br />

nei prossimi mille anni, nel<strong>la</strong> nostra ga<strong>la</strong>ssia,<br />

omini con pelle zebrata verde e gial<strong>la</strong> avrebbe<br />

margini di errore assolutamente ridicoli.<br />

Il problema più grave, però, non è tanto<br />

<strong>la</strong> stima delle probabilità: è, piuttosto, l’uso che<br />

<strong>la</strong> nostra ragione tende a farsene. <strong>Come</strong><br />

l’esigenza, di cittadini e politici, di avere sempre<br />

e solo situazioni “a rischio zero” (che ovviamente<br />

sono del tutto impossibili) o l’ingannevole<br />

valutazione istintiva delle probabilità, che rende i<br />

numeri ritardatari tanto appetibili e i venditori di<br />

schemi sicuri (per vincere a Lotto, Roulette e<br />

Superenalotto) tanto ricchi. Di tutto questo<br />

parleremo. Molto spesso scherzando, ma sempre<br />

con qualche sottofondo di verità: è matematica,<br />

perbacco!!<br />

9


COME ALLA CORTE DI FEDERICO II<br />

Numeri: simboli e realtà<br />

Centro di Ateneo per <strong>la</strong> Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa<br />

Università degli Studi di Napoli Federico II<br />

10


I TRE MOSCHETTIERI<br />

DELLA MATEMATICA<br />

Guido Trombetti<br />

COME ALLA CORTE DI FEDERICO II<br />

Numeri: simboli e realtà<br />

Professore di Analisi matematica<br />

Università degli Studi di Napoli Federico II<br />

Che i numeri non siano tutti uguali è<br />

un’ovvietà. Il perché però alcuni godano di una<br />

fama maggiore di altri è dovuto a circostanze<br />

partico<strong>la</strong>ri. Talvolta dettate dal caso.<br />

Se c’è un numero che più di tutti ha<br />

destato l’attenzione di matematici e non è<br />

sicuramente . Ma chi è ? Uno studente delle<br />

scuole medie risponderebbe che è 3.14. Tre e<br />

quattordici… Il che va certamente bene per<br />

risolvere i suoi esercizi. Ma cosa si nasconde<br />

dietro questo simbolo? Cosa realmente<br />

rappresenta? Nel<strong>la</strong> realtà pigreco nasce dal<strong>la</strong><br />

necessità di misurare <strong>la</strong> lunghezza di una<br />

circonferenza o l’area del cerchio. Fin<br />

dall’antichità è stato approssimato in tanti modi.<br />

Prima dai babilonesi con 3,125. Poi dagli<br />

egiziani con 3,160. Bisogna aspettare il III<br />

secolo a.C. perché tale numero venga<br />

all’attenzione di Archimede. Lo stratagemma<br />

usato da Archimede per ottenere una<br />

approssimazione di fu quello di costruire<br />

poligoni inscritti e circoscritti ad una<br />

circonferenza di diametro 1 e di considerare<br />

poligoni con un numero di <strong>la</strong>ti via via più grande.<br />

Aumentando il numero dei <strong>la</strong>ti del poligono<br />

inscritto e di quello circoscritto i due perimetri si<br />

avvicinano (tendono) ad uno stesso valore.<br />

Centro di Ateneo per <strong>la</strong> Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa<br />

Università degli Studi di Napoli Federico II<br />

Questo valore è proprio . Con 96 <strong>la</strong>ti<br />

Archimede trovò che il perimetro interno era<br />

3,14084 e quello esterno 3,142858. Archimede<br />

però ignorava il fatto che tale numero godesse di<br />

una proprietà che solo 2000 anni dopo qualcuno<br />

avrebbe dimostrato: pigreco è un numero<br />

irrazionale ovvero non esprimibile come rapporto<br />

di due numeri interi. In realtà pigreco è<br />

qualcosa di più. E’ un numero trascendente.<br />

Tanto per capirci … <strong>la</strong> radice quadrata di due non<br />

è razionale. Ma è soluzione di una semplicissima<br />

equazione: x 2 =2. Una cosa del genere non è<br />

vera per pigreco.<br />

pigreco non è l’unico numero<br />

trascendente. I numeri trascendenti sono infiniti,<br />

“molti di più” di quelli non trascendenti.<br />

Se ad esempio deposito in banca 1<br />

milione di euro e ricevo l’interesse del 100%<br />

all’anno, dopo un anno avrò 2 milioni di euro. Se<br />

<strong>la</strong> banca mi da un interesse del 50% ogni 6 mesi<br />

dopo 6 mesi avrò con 1,5 milioni di euro. E dopo<br />

un anno 1,5 più il 50% di 1,5 milioni di euro.<br />

Quindi 2,25 milioni di euro. E 2,25 altro non è<br />

che (1 +1/2) 2 .Se l’interesse è 1/12 del 100% al<br />

mese dopo un anno avrò di (1+1/12) 12 =2.62…<br />

milioni di euro. E così passando all’interesse<br />

giorno per giorno dopo un anno avrò con<br />

(1+1/365) 365 = 2,71…milioni di euro. Sempre <strong>la</strong><br />

stessa formu<strong>la</strong>: (1+1/n) n . <strong>Come</strong> fare per<br />

avvicinarsi sempre di più al caso limite in cui<br />

l’interesse è calco<strong>la</strong>to “istante per istante”? E’<br />

istintivo rispondere: basta prendere “n uguale ad<br />

infinito”. Cioè fare quello che in matematica si<br />

chiama “ limite per n che tende all’infinito”. In<br />

tal caso dopo un anno avrò<br />

2,7182818284590…milioni di euro. Questo<br />

numero è noto come numero di Nepero. Nel<strong>la</strong><br />

11


COME ALLA CORTE DI FEDERICO II<br />

Numeri: simboli e realtà<br />

top ten dei numeri più gettonati è secondo solo a<br />

pigreco. <strong>Come</strong> pigreco anche e è un numero<br />

trascendente.<br />

Ma cosa hanno in comune pigreco ed e,<br />

oltre al fatto di essere trascendenti? Apparentemente<br />

nul<strong>la</strong> ma non è così.<br />

Tutti sanno che nessun numero reale<br />

elevato al quadrato da risultato -1. Un quadrato<br />

è sempre positivo. Così i matematici, quasi per<br />

gioco, si sono inventati un nuovo numero. Il<br />

numero i, “l’unità immaginaria” battezzato così<br />

da Cartesio nel 1637. Eppure il suo quadrato di<br />

immaginario non ha proprio nul<strong>la</strong>, infatti è -1.<br />

Insieme a lui nascono anche i numeri complessi.<br />

A lungo considerati “artifici” e non numeri.<br />

“Numeri che non dovrebbero esistere”. Perché il<br />

numero complesso abbia senso, il concetto<br />

stesso di numero deve prima essere deconte-<br />

Centro di Ateneo per <strong>la</strong> Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa<br />

Università degli Studi di Napoli Federico II<br />

stualizzato dal<strong>la</strong> realtà. Il numero non deve solo<br />

rappresentare uno strumento per contare<br />

monete, stimare lunghezze, misurare lo scorrere<br />

del tempo.<br />

Nel<strong>la</strong> mia fantasia, come ho già scritto in<br />

altra sede, questi tre numeri sono come i tre<br />

moschettieri.<br />

pigreco è gaudente e festaiolo come<br />

Porthos. Il numero e invece è meno conosciuto<br />

di pigreco. Rispetto al quale appare più<br />

riservato. Quasi ritroso. Mi ricorda Athos.<br />

Saggio. Il numero i mi sembra raffinato,<br />

serafico, misterioso come Aramis.<br />

Il col<strong>la</strong>nte dei tre moschettieri non lo<br />

dimentichiamo era D’Artagnan.<br />

Quello di pigreco, e ed i, <strong>la</strong> più bel<strong>la</strong><br />

formu<strong>la</strong> del mondo: (e) ixpigreco + 1=0<br />

12


COME ALLA CORTE DI FEDERICO II<br />

Numeri: simboli e realtà<br />

I GRANDI NUMERI DELLA CHIMICA<br />

Luciano Mayol<br />

Professore di Chimica organica<br />

Università degli Studi di Napoli Federico II<br />

Volendo indicare in forma iperbolica una<br />

moltitudine di oggetti, di persone, si ricorre<br />

solitamente a espressioni del tipo “numero<br />

astronomico”, “fol<strong>la</strong> oceanica”, ecc. A nessuno (o<br />

quasi) verrebbe mai in mente di usare allo scopo<br />

immagini prese dal<strong>la</strong> Chimica, <strong>la</strong> scienza<br />

dell’immensamente piccolo. Eppure, in tema di<br />

grandi numeri, <strong>la</strong> Chimica non è seconda ad<br />

alcun’altra disciplina. Vediamo perché,<br />

introducendo, innanzitutto, il numero del<strong>la</strong><br />

Chimica per antonomasia, il Numero di<br />

Avogadro. Ogni sostanza chimica è costituita da<br />

atomi, ioni o molecole che non possono essere<br />

divisi in particelle più piccole senza cambiare <strong>la</strong><br />

natura del<strong>la</strong> sostanza stessa. Per ragioni<br />

facilmente intuibili, i chimici utilizzano per i loro<br />

calcoli un’unità di misura, <strong>la</strong> mole, che contiene<br />

un numero fisso di queste particelle elementari.<br />

La mole è una quantità di materia manipo<strong>la</strong>bile,<br />

dell’ordine dei grammi. Ad esempio, una mole di<br />

acqua ha una massa di 18 grammi e una di<br />

saccarosio di 342 grammi, ed entrambe<br />

contengono lo stesso numero di molecole. Tale<br />

numero, detto Numero di Avogadro, è<br />

straordinariamente grande (6 x 10 23 , ossia, 6<br />

seguito da 23 zeri!). Al suo cospetto, i numeri<br />

del macrocosmo sono quisquilie, pinzil<strong>la</strong>cchere,<br />

direbbe Totò! Facciamo qualche confronto. Si<br />

stima che il numero di stelle del<strong>la</strong> nostra<br />

Centro di Ateneo per <strong>la</strong> Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa<br />

Università degli Studi di Napoli Federico II<br />

ga<strong>la</strong>ssia sia compreso tra 200 e 600 miliardi (2 -<br />

6 x 10 11 ). Quindi, da un semplice calcolo, si può<br />

dedurre che il numero di molecole contenute in<br />

una so<strong>la</strong> mole di acqua (18 grammi, una tazzina<br />

da caffè) è almeno 1.000 miliardi (10 12 ) di volte<br />

più grande del numero di tutte le stelle presenti<br />

nell’intera ga<strong>la</strong>ssia! Un’altra considerazione può,<br />

forse, servire ancora meglio a dare l’idea<br />

dell’entità dei numeri in gioco. Il volume<br />

complessivo del<strong>la</strong> massa oceanica è stimato<br />

intorno a 1.370 milioni di Km 3 , pari a circa 1.4 x<br />

10 21 litri. Immaginiamo di versare a Marechiaro<br />

<strong>la</strong> tazzina di acqua di cui sopra e di attendere un<br />

tempo sufficientemente lungo da permettere un<br />

perfetto mesco<strong>la</strong>mento dell’acqua di tutti gli<br />

oceani (tale processo è puramente ipotetico,<br />

ovviamente). Si può facilmente calco<strong>la</strong>re che<br />

ogni litro d’acqua, raccolto in un punto qualsiasi<br />

del globo terracqueo, magari alle Isole Fiji, per<br />

esempio, conterrebbe un numero significativo di<br />

molecole del<strong>la</strong> tazzina iniziale (circa 400). Sul<strong>la</strong><br />

base di considerazioni analoghe, posso<br />

affermare che, se uno fa una doccia e, dopo<br />

qualche giorno, si bagna in uno specchio di mare<br />

non troppo distante, ha <strong>la</strong> ragionevole certezza<br />

di venire a contatto con un numero cospicuo di<br />

molecole già incontrate nel<strong>la</strong> stanza da bagno.<br />

Quindi, l’asserzione di Eraclito, secondo cui non<br />

ci si bagna mai due volte nel<strong>la</strong> stessa acqua, a<br />

livello moleco<strong>la</strong>re, non è poi rigorosamente vera!<br />

Giocando con i numeri del<strong>la</strong> Chimica, si può<br />

giungere a tante conclusioni interessanti, spesso<br />

distanti dal<strong>la</strong> percezione comune. Se chiediamo<br />

a un signore in un bar se il caffè che sta<br />

tranquil<strong>la</strong>mente gustando contiene cianuro,<br />

risponderà certamente di no (altrimenti non lo<br />

berrebbe!). Invece il cianuro c’è (e come!), ma è<br />

presente in concentrazione tale da non essere<br />

13


COME ALLA CORTE DI FEDERICO II<br />

Numeri: simboli e realtà<br />

nocivo. Per dare un’idea, <strong>la</strong> concentrazione<br />

massima di cianuro legalmente tollerata<br />

nell’acqua potabile è dell’ordine di 10 -7 mo<strong>la</strong>re,<br />

corrispondente a un numero di ioni cianuro per<br />

litro 100 mi<strong>la</strong> volte più alto del numero di stelle<br />

del<strong>la</strong> ga<strong>la</strong>ssia! Disponendo di uno strumento<br />

sufficientemente sensibile, è possibile<br />

evidenziare in un campione <strong>la</strong> presenza di<br />

sostanze insospettate. Se, al contrario, in un<br />

campione non è rilevata una partico<strong>la</strong>re<br />

sostanza, non si può escludere con assoluta<br />

certezza che essa sia presente lo stesso. La soglia<br />

di rilevazione dei moderni metodi analitici è,<br />

Centro di Ateneo per <strong>la</strong> Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa<br />

Università degli Studi di Napoli Federico II<br />

infatti, nel migliore dei casi, intorno a 10 -15<br />

mo<strong>la</strong>re (corrispondente a circa 600 milioni di<br />

particelle per litro). Così, se, ad esempio, in un<br />

litro di una soluzione in esame ci sono 10 milioni<br />

di molecole di cocaina, il valore di<br />

concentrazione di droga misurato risulterà zero.<br />

Appare evidente, dunque, che il significato del<br />

numero zero in Chimica è diverso da quello cui<br />

siamo comunemente abituati: se una persona<br />

possiede 10 milioni di euro, il suo patrimonio<br />

non risulterà certo essere zero (tranne, forse,<br />

che per il fisco!).<br />

14


COME ALLA CORTE DI FEDERICO II<br />

Numeri: simboli e realtà<br />

SOGNANDO CON I NUMERI<br />

Luciano De Menna<br />

Professore di Elettrotecnica<br />

Università degli Studi di Napoli Federico II<br />

La prima immagine che mi è venuta in<br />

mente, quando mi hanno chiesto di scrivere su<br />

“cinema e numeri”, è stata quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> sequenza<br />

iniziale “... cinque, quattro tre, due, uno ...” che<br />

si vedeva un tempo nelle pellicole non ancora<br />

definitivamente montate. Dopo quel conto al<strong>la</strong><br />

rovescia, <strong>la</strong> magia del cinema incominciava.<br />

Poi ho provato a contare con i titoli dei<br />

film: Il primo cavaliere, La seconda moglie, Il<br />

terzo uomo, Quarto potere, Il quinto elemento,<br />

Il sesto senso, Il settimo sigillo, Otto donne e un<br />

mistero, "9", Dieci piccoli indiani o I dieci<br />

comandamenti. Ci sono anche i numeri frazionari<br />

come in Otto e mezzo e Nove settimane e<br />

mezzo. Insomma, ci sono tutti. Del resto era<br />

inevitabile visto che il cinema rappresenta <strong>la</strong><br />

nostra vita o, a volte, dà corpo alle nostre<br />

fantasie, e queste e quel<strong>la</strong> sono infarcite di<br />

numeri: numeri come misura, spesso denaro,<br />

come in La ragazza da un milione di dol<strong>la</strong>ri, ma<br />

anche peso, come in Ventuno grammi -<br />

dovrebbe essere il peso dell'anima -, o distanza,<br />

Mille miglia lontano o Ventimi<strong>la</strong> leghe sotto i<br />

mari. Ma anche numeri come simboli, come in Pi<br />

greco - il teorema del delirio. E naturalmente i<br />

numeri sono presenti non solo nei titoli:<br />

ricordate l'allucinante parete ricoperta di numeri<br />

Centro di Ateneo per <strong>la</strong> Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa<br />

Università degli Studi di Napoli Federico II<br />

di A beautiful mind, o <strong>la</strong> <strong>la</strong>vagna piena di<br />

formule di Will Hunting - Genio ribelle e di<br />

Sipario strappato? Ma comunque i numeri al<br />

cinema non rappresentano mai veramente se<br />

stessi, sono dei simboli: non si può chiedere allo<br />

spettatore di capire, con un colpo d’occhio,<br />

formule complesse o operazioni matematiche.<br />

Il creatore di B.C., Johnny Hart, un<br />

cartoonist le cui strip erano abitate da buffi<br />

omini dell'età del<strong>la</strong> pietra rigorosamente vestiti<br />

di una pelle d'animale gettata su di una spal<strong>la</strong>,<br />

aveva immaginato così <strong>la</strong> nascita dell'amicizia<br />

tra noi e i numeri. Due trogloditi, ma mica tanto,<br />

discutono tra loro mentre sullo sfondo si vedono<br />

pasco<strong>la</strong>re delle pecore ed un toro solitario.<br />

Quello più alto dice all’altro “Se tu mi dai il tuo<br />

toro, io ti do tante pecore”. L’altro ci pensa su<br />

un po’ e poi dice “Sì, ma tante quante?”. Chi sa<br />

se è andata proprio così, se cioè l’esigenza<br />

primaria è stata quel<strong>la</strong> di rego<strong>la</strong>re il mondo delle<br />

quantità. Alcuni sostengono che è nata prima<br />

l’esigenza dei numeri ordinali, primo, secondo<br />

ecc., per rego<strong>la</strong>re il mondo delle gerarchie:<br />

anche nel branco dei lupi il capo mangia per<br />

primo ed è il primo in tutto.<br />

Ma poi all'improvviso mi ha fulminato<br />

una banale verità: i numeri sono il gioco. Con i<br />

numeri noi giochiamo e ci sono numeri in tutti i<br />

giochi: nelle carte, nel<strong>la</strong> roulette, nei dadi, nelle<br />

schedine, nelle lotterie e quindi, a Napoli, nel<br />

lotto. E allora ho ricordato quel bellissimo film di<br />

Anna Bucchetti sul gioco del lotto, Dreaming by<br />

numbers. Una poetica registrazione di una realtà<br />

che a Napoli, nel bene e nel male, è di casa. Ci<br />

voleva una mi<strong>la</strong>nese trapiantata ad Amsterdam,<br />

per fare un quadro così affettuoso di questa<br />

nostra disgraziata città. Nel documentario veniva<br />

15


COME ALLA CORTE DI FEDERICO II<br />

Numeri: simboli e realtà<br />

intervistato il mio amico Giuseppe Imbucci, che<br />

da un po’ ci ha <strong>la</strong>sciato, storico ed esperto del<br />

gioco e del<strong>la</strong> povertà, come lui amava definirsi.<br />

“Lucià - mi diceva - più c’è povertà e più si<br />

gioca; è un teorema!”<br />

Ho trascritto uno dei brani dell’intervista:<br />

“Il gioco del lotto non è innocente…Il gioco del<br />

lotto in se ha un sistema e un’ambizione che è<br />

quel<strong>la</strong> di interpretare il mondo, perché rinvia ad<br />

una cultura antichissima, precristiana, <strong>la</strong> cultura<br />

pitagorica... e al<strong>la</strong> “Kaba<strong>la</strong>”. “Ta Kabalà” è una<br />

paro<strong>la</strong> che rinvia al<strong>la</strong> interpretazione<br />

numerologica del<strong>la</strong> vita. Il pitagorismo nasce<br />

sulle rive del mare. Lì, se non avevi come<br />

scrivere, potevi usare i “kalculos”. “Kalculos” in<br />

greco significa pietrina, pietra… in realtà significa<br />

Centro di Ateneo per <strong>la</strong> Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa<br />

Università degli Studi di Napoli Federico II<br />

anche far di calcolo.” Poi posando sul tavolo un<br />

sassolino, continuava: “Questo “Kalculos”,<br />

questa pietrina è il numero uno; è anche il punto<br />

e due “Kalculos” fanno <strong>la</strong> semiretta e tre<br />

necessariamente fanno il triangolo, fino al<br />

disegno del<strong>la</strong> “Tetraktis”, i dieci numeri, che era<br />

il simbolo che i pitagorici portavano sul petto. Ed<br />

in questi dieci numeri è contenuta in nuce tutta<br />

l’immagine del mondo. Il pitagorismo è un<br />

grande sistema simbolico, che si tramanda poi<br />

nel<strong>la</strong> “Kaba<strong>la</strong>”, fino al<strong>la</strong> nostra “Smorfia”<br />

napoletana. E questa città, che è tra le città più<br />

antiche d’Europa, nel<strong>la</strong> sua cultura popo<strong>la</strong>re<br />

pratica quest’antichissima civiltà. La pratica<br />

inconsapevolmente... misteriosamente e…<br />

quotidianamente… con semplicità”.<br />

16


COME ALLA CORTE DI FEDERICO II<br />

Numeri: simboli e realtà<br />

ANCHE I FISICI DANNO I NUMERI<br />

Fedele Lizzi<br />

Professore di Teoria quantistica dei campi<br />

Università degli Studi di Napoli Federico II<br />

In fisica usiamo tanti numeri, in qualche<br />

modo il <strong>la</strong>voro del fisico consiste nel dare i<br />

numeri. Un teorico “calco<strong>la</strong>” numeri, un fisico<br />

sperimentale misura quantità fisiche, che sono<br />

poi altri numeri.<br />

Fra i tanti numeri che si calco<strong>la</strong>no e<br />

misurano alcuni hanno uno status speciale, le<br />

costanti fondamentali. Tra<strong>la</strong>scio qui le costanti<br />

fondamentali matematiche come , o <strong>la</strong> e di<br />

Napier trattane altrove. Queste sono costanti<br />

assolute, nel senso che non è possibile concepire<br />

un mondo in cui il loro valore sia diverso<br />

(almeno io non ci riesco)!<br />

Invece parliamo delle costanti<br />

fondamentali del<strong>la</strong> fisica. Fra queste tre hanno<br />

un ruolo basi<strong>la</strong>re, e su di esse si basano teorie<br />

fondamentali. La velocità del<strong>la</strong> luce c, al<strong>la</strong> base<br />

del<strong>la</strong> re<strong>la</strong>tività speciale, <strong>la</strong> costante di P<strong>la</strong>nck e<br />

<strong>la</strong> costante di gravitazione universale G,<br />

rispettivamente al<strong>la</strong> base del<strong>la</strong> meccanica<br />

quantistica e del<strong>la</strong> teoria del<strong>la</strong> gravitazione,<br />

soprattutto nel<strong>la</strong> sua moderna versione del<strong>la</strong><br />

re<strong>la</strong>tività generale.<br />

Ci sono differenze fondamentali con le<br />

costanti matematiche. La prima è che mentre<br />

queste si calco<strong>la</strong>no, le costanti fisiche vanno<br />

misurate. Ovvero dobbiamo fare un esperimento<br />

Centro di Ateneo per <strong>la</strong> Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa<br />

Università degli Studi di Napoli Federico II<br />

per valutarle, ed avremo un numero con una<br />

precisione che non sarà mai assoluta, se<br />

vogliamo avere altre cifre decimali dovremo fare<br />

un altro esperimento migliorato (e più costoso!)<br />

Inoltre in generale sono quantità<br />

dimensionali, ovvero hanno delle unità di<br />

misura, per esempio c=299792458 m/sec. Ma<br />

avremmo anche potuto scrive c=112,664<br />

miliardi di miglia al<strong>la</strong> settimana, oppure<br />

c=13724,2 calorie per minuto al<strong>la</strong> libbra al<br />

pollice. Il fatto è che c è una quantità<br />

dimensionale, con le dimensioni di una<br />

lunghezza diviso un tempo, e possiamo scegliere<br />

le unità di misura che vogliamo. È possibile<br />

immaginare mondi in cui queste costanti sono<br />

differenti. Un divertente libro di Gamow,<br />

intito<strong>la</strong>to “Mr. Tompkins”, immagina un universo<br />

dove <strong>la</strong> velocità del<strong>la</strong> luce è molto più bassa...<br />

Quindi il valore numerico di queste costanti<br />

universale è accidentale ed ha a che fare con<br />

come noi abbiamo scelto le nostre unità di<br />

misura. E con una convenzione diversa possiamo<br />

cambiarne il valore a piacimento.<br />

Ma c’è una eccezione, <strong>la</strong> costante di<br />

struttura fine dell’elettromagnetismo, che rego<strong>la</strong><br />

l’intensità del<strong>la</strong> forza elettromagnetica: =<br />

1/137. Questa è un numero puro, ovvero non<br />

necessita di unità di misura, al pari di , ma è<br />

anche una quantità fisica misurabile come c, e<br />

possiamo immaginar<strong>la</strong> con un valore diverso (e<br />

in effetti ad alte energie il suo valore cambia). E<br />

dato che è un numero puro, il suo valore non<br />

cambia con le unità di misura scelte. Volendo lo<br />

potremmo facilmente comunicare (magari in<br />

forma binaria) ad un alieno, che si potrebbe fare<br />

un’idea del nostro stato di avanzamento<br />

tecnologico dal numero di cifre decimali che<br />

17


COME ALLA CORTE DI FEDERICO II<br />

Numeri: simboli e realtà<br />

siamo stati capaci di calco<strong>la</strong>re e misurare. E se<br />

gli alieni sanno molte più cifre decimali di noi?<br />

Allora facciamoci subito dire come hanno fatto a<br />

Centro di Ateneo per <strong>la</strong> Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa<br />

Università degli Studi di Napoli Federico II<br />

convincere i loro politici a dare più soldi al<strong>la</strong><br />

ricerca!<br />

18


COME ALLA CORTE DI FEDERICO II<br />

Numeri: simboli e realtà<br />

I NUMERI DELLA FILOSOFIA<br />

C<strong>la</strong>udia Megale<br />

Dottoranda in Scienze Filosofiche<br />

Università degli Studi di Napoli Federico II<br />

Siamo anche numeri, <strong>la</strong> nostra vita ne è<br />

scandita da una serie infinita, codici personali di<br />

conto corrente e di carte di credito; numeri degli<br />

anni che passano per quel tempo che<br />

irreversibilmente dà forma al nostro esistere<br />

come teorizzava, agli inizi del Novecento il<br />

francese Bergson, scrivendo di Materia e<br />

memoria.<br />

Oggi, non stupisce che<br />

2760889966649 è il numero scelto da Mattia<br />

Balossino e che il 2760889966651 sia quello cui<br />

si associa Alice Del<strong>la</strong> Rocca, i due protagonisti<br />

del fortunato romanzo di Paolo Giordano da cui è<br />

stata tratta di recente l’omonima pellico<strong>la</strong> diretta<br />

da Saverio Costanzo. I due ragazzi sono infatti<br />

paragonati a “coppie di numeri primi che se ne<br />

stanno vicini, anzi quasi vicini perché tra di loro<br />

c’è sempre un numero pari che gli impedisce di<br />

toccarsi per davvero”; sono attratti l'uno<br />

dall’altro, ma divisi da un invalicabile ostacolo. Si<br />

avvertono emarginati da una società che non li<br />

comprende o forse che loro non comprendono. E<br />

sono “Numeri, simboli e realtà” in questa età del<br />

post moderno che riscopre a suo modo e vive<br />

anche nel<strong>la</strong> letteratura l’intimo significato<br />

filosofico del numero. Esso ha una storia<br />

antichissima che attraversa tutto il pensiero<br />

occidentale con un versante ontologico (<strong>la</strong><br />

“natura” dei numeri) e uno epistemologico<br />

Centro di Ateneo per <strong>la</strong> Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa<br />

Università degli Studi di Napoli Federico II<br />

corrispondente al<strong>la</strong> svolta cartesiana (<strong>la</strong><br />

giustificazione delle matematiche).<br />

Per gli antichi Greci i numeri erano<br />

figure cui si riducono tutte le cose “tutte le cose<br />

che si conoscono” come si legge in un<br />

frammento di Filo<strong>la</strong>o; è un’appartenenza non<br />

molto diversa da quel<strong>la</strong> sostenuta da Galileo<br />

Galilei a proposito del “gran libro del<strong>la</strong> natura<br />

(…) scritto in caratteri matematici”, in triangoli,<br />

linee e punti ma questa volta espressione di una<br />

misura e non più di una qualità-copia dell’idea<br />

come nel Timeo p<strong>la</strong>tonico. Dal<strong>la</strong> fase realistica di<br />

matrice pitagorica secondo <strong>la</strong> quale il numero è<br />

elemento costitutivo del<strong>la</strong> realtà, accessibile non<br />

ai sensi ma al<strong>la</strong> ragione al moderno con<br />

Cartesio, Newton, Leibniz e Kant – tanto per<br />

ricordare i matematici e filosofi più noti che<br />

hanno aperto <strong>la</strong> fase soggettivistica: il numero è<br />

un’idea, una manifestazione del pensiero. Per<br />

Kant è uno schema, <strong>la</strong> cui novità sta nel suo non<br />

rappresentare un’operazione empirica, cioè<br />

effettuata sul materiale sensibile, ma di essere<br />

un’attività intellettuale che opera sul molteplice<br />

dato dall’intuizione sensibile pura (nelle forme<br />

dello spazio e del tempo). Con lo scritto di<br />

Frege sui Fondamenti dell’aritmetica del 1884 si<br />

può indicare l’inizio di un’altra fase delle re<strong>la</strong>zioni<br />

tra matematica e filosofia a noi più vicina: il<br />

numero è oggettivo ma non reale, nel senso che<br />

gli viene riconosciuta l’estensione del concetto e<br />

<strong>la</strong> capacità di rappresentazione. Il che è in<br />

sintonia con il vissuto dell’uomo contemporaneo<br />

al centro del messaggio numerico del fortunato<br />

testo letterario che, non a caso, ricorda lo studio<br />

di Riemann per aver mesco<strong>la</strong>to i “numeri<br />

immaginari” con <strong>la</strong> funzione zeta descritta da un<br />

paesaggio in quattro dimensioni, le prime due<br />

19


COME ALLA CORTE DI FEDERICO II<br />

Numeri: simboli e realtà<br />

utili a tracciare le coordinate di detti numeri<br />

nel<strong>la</strong> funzione; le altre per descrivere il numero<br />

immaginario prodotto dal<strong>la</strong> funzione, quell’im-<br />

Centro di Ateneo per <strong>la</strong> Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa<br />

Università degli Studi di Napoli Federico II<br />

maginario e quel<strong>la</strong> funzione di cui hanno ancora<br />

bisogno i nostri pensieri e le nostre solitudini nel<br />

mondo moderno delle globali comunicazioni.<br />

20

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!