Catalogo PDF - Tagliacozzo
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Presentazione<br />
del 28° Festival<br />
Internazionale<br />
di Mezza Estate<br />
di <strong>Tagliacozzo</strong><br />
Da ventotto anni il Comune di <strong>Tagliacozzo</strong> organizza<br />
la manifestazione estiva e continua,<br />
pur tra mille difficoltà, a reperire le risorse<br />
necessarie all’organizzazione e a valorizzare una<br />
produzione divenuta negli anni punto di riferimento<br />
nel territorio e per il territorio.<br />
Sotto il patrocinio dell’Agis ( Agenzia Generale Italiana<br />
dello Spettacolo), il Festival di Mezza Estate<br />
di <strong>Tagliacozzo</strong> fa parte di “Italia Festival”, insieme<br />
a Ravello, Stresa, Emilia Romagna, Intercity, Spoleto,<br />
Ravenna…<br />
L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia concede<br />
per il quinto anno il suo patrocinio, ed è stata presente<br />
in ogni edizione: l’Orchestra Barocca, il Sestetto<br />
Stradivari, l’Ensemble di Ottoni della<br />
Accademia.<br />
I Teatro dei Colori di Avezzano e l’Associazione<br />
Amici del Festival di Mezza Estate continuano a<br />
collaborare e sostenere l’impegno per il festival.<br />
Abbiamo ospitato, in questi ultimi quattro anni<br />
anni, artisti di rango internazionale, come Gidon<br />
Kremer, Alessandro Carbonare, Aleksander Lonquich,,<br />
Roberto Prosseda, Francesco Cafiso, Fabrizio<br />
Bosso, Antonello Salis, Bobby Watson,<br />
Stefano Di Battista, e promosso giovanissimi talenti<br />
come i vincitori del Premio Pianistico “Roma”<br />
o del Premio Cajkovski.<br />
Abbiamo proposto programmi classici, tradizionali<br />
e novità assolute.<br />
Attenti alla storia del nostro territorio abbiamo allestito<br />
prime assolute, come l’esecuzione dell’opera<br />
di Saint-Saens, “ Ascanio”, ispirata alla<br />
storia di Ascanio De Mari, nato a <strong>Tagliacozzo</strong>.<br />
Abbiamo fatto eseguire, in collaborazione con il<br />
Coro Costanzo Porta di Cremona, per la prima<br />
volta, il Codice <strong>Tagliacozzo</strong> del 1600, custodito da<br />
quattro secoli presso il Convento di S.Francesco.<br />
Forti di questa interessante esperienza, l’edizione<br />
del 2012 vuole consolidare i risultati fin qui raggiunti<br />
seguendo le linee guida che hanno ispirato<br />
il progetto sul festival: la qualità dell’evento e della<br />
realizzazione di esso, la scelta ragionata dei luoghi<br />
di interesse storico artistico, ideali contenitori<br />
degli eventi, le collaborazioni prestigiose e necessarie,la<br />
promozione di giovani artisti.<br />
All’interno della programmazione, tutta di altissimo<br />
livello qualitativo, preme segnalare, dopo il<br />
Concerto della Banda Militare della Guardia della<br />
Finanza che utilizziamo per annunciare nella storica<br />
Piazza dell’Obelisco l’inizio del Festival, uno<br />
dei più prestigiosi complessi barocchi italiani:<br />
1
L’Europa Galante di Fabio Biondi.<br />
E poi, il Balletto del Teatro di Torino, l’Astra Roma<br />
Ballet, Guy Touvron, European Wind Soloists...<br />
E il jazz con Danilo Rea e i Bozen Brass.<br />
E “La Serva Padrona” di Pergolesi, nell’allestimento<br />
prodotto dall’Accademia Nazionale di Santa<br />
Cecilia in collaborazione con Roma Sinfonietta, per<br />
valorizzare i giovani di Opera Studio, la prestigiosa<br />
scuola di Renata Scotto.<br />
E il Teatro, con Sergio Castellitto e Margareth Mazzantini,<br />
con La Mansarda e con il Notturno d’autore...<br />
e con uno spettacolo eccezionale dedicato<br />
alla nostra poetessa, Petronilla Paolini Massimi.<br />
E, infine, la novità che realizza il desiderio più sentito:<br />
il coinvolgimento di giovani musicisti che collaboreranno<br />
alla direzione e alla produzione<br />
artistica del XXVIII Festival di Mezzaestate, acquisendo<br />
le capacità e le competenze che permetteranno<br />
loro di essere il futuro del Festival, grazie<br />
all’amministrazione che ha creduto in loro.<br />
Per concludere un nota sul pubblico,che nelle<br />
scorse edizioni ha dimostrato un adesione totale,<br />
sincera e al di sopra di ogni aspettativa e che, speriamo,<br />
continuerà ad apprezzare le scelte artistiche<br />
del Festival.<br />
Per continuare a crescere, perché crescita culturale<br />
vuol dire crescita economica, civile, ed etica.<br />
2<br />
Lucia Bonifaci<br />
Giuseppe Berardini<br />
Gabriele Ciaccia<br />
Direzione Artistica<br />
TAGLIACOZZOINFILM<br />
Per innamorarmi del cinema non c’è voluto<br />
molto. E’ bastato scoprire che esiste un<br />
posto in cui tanti diventano uno solo. Un<br />
luogo in cui, complice un buio primordiale, ci lasciamo<br />
scivolare, sottraendoci ai ritmi frenetici<br />
delle nostre vite quotidiane, per accogliere la luce<br />
della proiezione su un semplice schermo bianco<br />
che si trasforma improvvisamente nello specchio<br />
delle nostre esistenze.<br />
La solitudine della nostra poltroncina di velluto,<br />
della nostra sedia da arena estiva, del nostro posto<br />
nel mondo cede il passo alla sensazione esaltante<br />
della condivisione, della vita raccontata, dell’arte.<br />
Si tratta di una scoperta che, come ben sappiamo,<br />
ha origini lontane, in forme d’arte diverse ma che<br />
tanto hanno in comune con il cinema perché in<br />
gran parte lo nutrono: la musica, la danza, il teatro.<br />
Nell’antica Grecia, all’apice della sua espressione<br />
artistica, tra il quarto e il quinto secolo avanti Cristo,<br />
la tragedia rappresentava il massimo momento<br />
di condivisione sociale tra i cittadini della<br />
polis su temi che ancora oggi noi consideriamo<br />
universali e profondamente legati all’animo umano<br />
e alla relazione con gli altri. Il cinema oggi - come<br />
approfondiremo nell’incontro di domenica 5 agosto<br />
sullo sfondo scenografico di Piazza dell’Obelisco<br />
insieme a Giovanni Rizzoni, autore del libro<br />
“La democrazia al cinema” - è certamente la più<br />
“politica” delle arti, quella che più può essere in<br />
grado di occuparsi della polis, ovvero della comunità<br />
in cui viviamo.
Mi è sembrato naturale quindi, nel viaggio che mi<br />
ha condotto alla prima edizione di TAGLIACOZ-<br />
ZOINFILM - esperienza custodita nell’alveo accogliente<br />
del Festival Internazionale di Mezza<br />
Estate, del quale condivide l’ampio respiro di apertura<br />
al mondo e il desiderio di muoversi tra stili e<br />
generi, senza paura - puntare l’obiettivo su due<br />
aspetti che, nelle infinite forme che assumono<br />
nelle nostre esistenze, ne scandiscono ritmi, emozioni,<br />
cambiamenti: la solitudine e la partecipazione.<br />
Viviamo nell’epoca di internet, dei social network,<br />
che accompagnano solitudini metropolitane alla<br />
stessa velocità con cui attraversano lotte per la libertà<br />
di paesi vittime delle dittature o che sentono<br />
l’ineludibile chiamata al cambiamento.<br />
La comunicazione, l’informazione multimediale<br />
che ci appare ormai “totale e immediata” rischia<br />
di lasciare sempre più spesso solo il destinatario<br />
passivo, il singolo individuo nella sua stanza.<br />
Soli sono gli individui senza più diritti, sole le<br />
donne che non li hanno mai avuti e tanto si sono<br />
viste sfilare via in questi anni di ciò che con le unghie<br />
e coi denti avevano provato a conquistare.<br />
Soli sono i bambini, non solo gli orfani reali, ma<br />
anche quelli che sempre più spesso sono figli di<br />
genitori costretti dai tempi a restare, essi stessi,<br />
in una condizione di figliolanza prolungata illimitatamente.<br />
Sole le istituzioni abbandonate dai cittadini,<br />
i cittadini abbandonati dalle istituzioni. La<br />
solitudine della vecchiaia, apparente luogo comune<br />
che rischia di diventare la condizione più diffusa<br />
nel nostro paese in perenne calo<br />
demografico. La<br />
solitudine dello<br />
straniero, altra<br />
faccia della medaglia<br />
di un paese<br />
“anziano” come<br />
l’Italia, che rischia<br />
di restare isolato<br />
fin dalla nascita,<br />
dal momento che<br />
gli viene rifiutata<br />
la cittadinanza. La<br />
solitudine del nostro<br />
territorio, di<br />
un ambiente naturale<br />
e culturale tutto ancora da preservare.<br />
Ma solitudine anche come stato di grazia per la<br />
creatività, per la riflessione, per la visione lucida<br />
in una prospettiva di ricongiungimento con l’altro,<br />
prima o poi.<br />
Solitudine del poeta, del ricercatore, dello scienziato,<br />
di chi decide di aprirsi al mondo, di chi è giovane<br />
e di chi lo è stato.<br />
E poi, la partecipazione: l’incontro con l’altro, gli<br />
altri, in una visione di contatto che superi la simulazione<br />
virtuale. La volontà di essere presenti e<br />
contribuire a un progetto comune, di agire per gli<br />
altri, insieme agli altri. Lo sguardo sull’altro, lo<br />
sguardo dell’altro, il dialogo, la volontà di condividere<br />
un pezzo di strada, di salire e arrivare in cima<br />
insieme, di costruire qualcosa insieme. Raccontare,<br />
rendere partecipe della bellezza chi amiamo<br />
o chi ci viene incontro. Condividere la crisi e la fe-<br />
3
licità. Solidarietà e confronto. Partecipazione il cui<br />
valore è compreso attraverso la sua assenza e<br />
viene evocata a gran voce dagli eventi, da uno<br />
stato delle cose in continuo movimento, dagli individui<br />
che non possono più farne a meno.<br />
Seguendo queste ipotesi di percorso,<br />
TAGLIACOZZOINFILM - che nasce dalla volontà di<br />
Gabriele Venturini, Assessore alla Cultura e al Turismo<br />
del Comune di <strong>Tagliacozzo</strong> di restituire ai<br />
cittadini e ai frequentatori della cittadina marsicana<br />
la magia del cinema - punta ad essere una manifestazione<br />
artistica che trova nella rassegna cinematografica<br />
il suo cuore e traino per una serie di<br />
micro e macro eventi ad essa connessi che possano<br />
accompagnare gli spettatori in un viaggio<br />
unico, avvincente, sorprendente nel cinema, verso<br />
se stessi e verso gli altri.<br />
Come la mostra L’attimo neorealista: fotogrammi<br />
1941-1952, ospitata grazie alla preziosa collaborazione<br />
del Centro Sperimentale di Cinematografia,<br />
dedicata a uno dei momenti più alti del cinema<br />
italiano e mondiale, quel Neorealismo che seppe<br />
raccontare mirabilmente la tragica realtà di un<br />
Paese devastato dal secondo conflitto mondiale e<br />
di una popolazione ridotta allo stremo, ma mossa<br />
da grande umanità, volontà di riscatto e desiderio<br />
di lottare insieme per un futuro migliore.<br />
Le pellicole della rassegna - protagoniste indiscusse<br />
con la loro storia, il loro background, il valore<br />
degli autori - saranno riunite sotto un intreccio<br />
di stati d’animo, questioni antiche e scandagli<br />
nell’attualità.<br />
4<br />
In chiusura, faro più luminoso nell’orizzonte di riferimento<br />
di TAGLIACOZZOINFILM è naturalmente<br />
la città di TAGLIACOZZO stessa che, con la sua<br />
forza e la sua bellezza, mix miracoloso di natura,<br />
storia e arte, è stata fonte di ispirazione principale<br />
e costante di tutta l’iniziativa, nella prospettiva di<br />
un viaggio verso una dimensione sempre più consapevole<br />
di comunità di riferimento per il panorama<br />
culturale di tutto il territorio marsicano e<br />
abruzzese, grazie al bagaglio di umanità, vitalità, e<br />
desiderio di crescere ancora che attraversa lo<br />
sguardo della sua gente.<br />
Veronica Flora<br />
Curatore artistico<br />
TAGLIACOZZOINFILM<br />
Concorso Musicale<br />
Premio “Città di <strong>Tagliacozzo</strong>”<br />
All’interno del Festival di Mezza Estate 2012<br />
si svolgerà la I edizione del Concorso Musicale<br />
“Premio Città di <strong>Tagliacozzo</strong>”.<br />
Il concorso è rivolto agli allievi di strumenti a fiato<br />
dei Conservatori e Licei Musicali abruzzesi e nasce<br />
dalla volontà dell’Amministrazione Comunale e<br />
della Direzione artistica del Festival di promuovere<br />
la cultura musicale abruzzese e offrire ai giovani<br />
musicisti un sostegno in termini economici e di visibilità.<br />
Andrea Caretta<br />
Responsabile del Concorso
Saluto della<br />
Amministrazione<br />
Comunale<br />
di <strong>Tagliacozzo</strong><br />
Il Festival Internazionale di Mezza Estate è un<br />
evento importantissimo non solo per <strong>Tagliacozzo</strong><br />
ma per tutto il territorio.<br />
E’ una manifestazione internazionale che offre<br />
venti giorni di cultura e di arte ad altissimo livello.<br />
Il tutto è impreziosito dalla cornice architettonica<br />
che <strong>Tagliacozzo</strong> offre.<br />
Gli spettacoli saranno distribuiti nei loghi più suggestivi<br />
del paese: la Piazza dell’Obelisco, il Chiostro<br />
di San Francesco, la Piazzetta Tre Molini, la<br />
Chiesa di San Cosma e Damiano, il Teatro Talia, il<br />
Palazzo Ducale, che finalmente riaprirà i battenti.<br />
Quest’anno il Festival porterà degli elementi innovativi,<br />
infatti pur mantenendo l’impianto storico<br />
delle sezioni della Musica, Teatro e Danza, saranno<br />
introdotti un Premio Musicale “Città di <strong>Tagliacozzo</strong>”<br />
per strumenti a fiato, rivolto ai giovani musicisti<br />
dei Conservatori e delle scuole di musica<br />
Abruzzesi, e una rassegna cinematografica.<br />
Il tutto con la speranza che anche i giovani possano<br />
avvicinarsi a questa manifestazione così importante<br />
e così bella.<br />
Gabriele Venturini<br />
Assessore alla Cultura, al Turismo<br />
e allo Spettacolo<br />
Testo tratto dal video di presentazione del Festival,<br />
disponibile su YouTube all’indirizzo:<br />
http://youtu.be/61HGyrbsSsc<br />
Piazza dell’Obelisco<br />
5
Calendario<br />
Giovedi 26 Luglio | MuSICA<br />
Piazza Obelisco, ore 21.15<br />
Concerto di presentazione<br />
Banda Musicale della<br />
Guardia di Finanza<br />
Direttore: Ten. Col. M°<br />
Leonardo Laserra Ingrosso<br />
(Ingresso Libero)<br />
6<br />
Martedi 31 Luglio | MuSICA<br />
Chiesa SS.Cosma e Damiano, ore 21.15<br />
Fabio Biondi<br />
e Europa Galante<br />
(Biglietto € 5)<br />
Martedì 31 luglio | CInEMA<br />
Palazzo Ducale, ore 18.00<br />
“Aspettando Melancholia:<br />
la scienza introduce il cinema”<br />
Associazione culturale Estrellas y Planetas<br />
(Ingresso Libero)<br />
Mercoledi 1 Agosto | CInEMA<br />
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />
Melancholia<br />
di Lars von Trier<br />
(Biglietto € 3)<br />
Giovedì 2 agosto | CInEMA<br />
Palazzo Ducale, ore 18.00<br />
1001 Irans<br />
di Firouzeh Khosrovani<br />
(Ingresso Libero)<br />
Giovedi 2 Agosto | CInEMA<br />
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />
una separazione<br />
di Asghar Farhadi<br />
(Biglietto € 3)<br />
Venerdi 3 Agosto | MuSICA<br />
Chiostro di San Francesco, ore 21.15<br />
Guy Touvròn e<br />
I Flauti di Toscanini<br />
Direttore: Paolo Totti<br />
Tromba: Guy Touvròn<br />
(Biglietto € 5)
Sabato 4 Agosto | TEATro rAGAzzI<br />
Teatro Talia, ore 17.00<br />
La fiaba dei tre<br />
desideri ridicoli<br />
Compagnia la Mansarda<br />
Drammaturgia: Roberta Sandias<br />
Regia: Maurizio Azzurro<br />
(Ingresso Libero)<br />
Sabato 4 Agosto | CInEMA<br />
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />
Cesare deve morire<br />
di Paolo e Vittorio Taviani<br />
Dell’ammazzare il maiale<br />
di Simone Massi<br />
Cortometraggio di 7 min<br />
(Biglietto € 3)<br />
Domenica 5 agosto | CInEMA<br />
Piazza dell’Obelisco, ore 18.00<br />
Incontro con l’Autore:<br />
“La democrazia al cinema”<br />
di Giovanni rizzoni<br />
(Ingresso Libero)<br />
Domenica 5 Agosto | MuSICA<br />
Teatro Talia, ore 21.15<br />
La serva padrona<br />
Santa Cecilia<br />
opera Studio<br />
Ensemble roma Sinfonietta<br />
Direttore: Fabio Maestri<br />
Regia: Cesare Scarton<br />
(Biglietto € 5)<br />
Lunedi 6 Agosto | CInEMA<br />
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />
Pina<br />
di Wim Wenders<br />
(Biglietto € 3)<br />
Martedi 7 Agosto | TEATro<br />
Piazza Obelisco, ore 21.00<br />
Mare al mattino<br />
reading con<br />
Sergio Castellitto<br />
e Margaret Mazzantini<br />
Dal romanzo omonimo di<br />
Margaret Mazzantini<br />
(Biglietto € 10)<br />
7
Mercoledi 8 agosto | CInEMA<br />
Palazzo Ducale, ore 18.00<br />
zavorra e Cargo<br />
di Vincenzo Mineo<br />
(Ingresso Libero)<br />
Mercoledi 8 Agosto | DAnzA<br />
Piazza Obelisco, ore 21.15<br />
In Mozart +<br />
Free Chocolate Love<br />
BTT - Balletto del Teatro di Torino<br />
(Biglietto € 10)<br />
8<br />
Giovedi 9 Agosto | MuSICA<br />
Chiostro di San Francesco, ore 21.15<br />
Colours<br />
Bozen Brass Quintet<br />
(Biglietto € 5)<br />
Venerdi 10 Agosto| TEATro rAGAzzI<br />
Teatro Talia, ore 17.00<br />
Piccolo piccolissimo<br />
grande grandissimo<br />
Compagnia Teatro dei Colori<br />
Regia: Gabriele Ciaccia<br />
(Ingresso Libero)<br />
Venerdi 10 agosto | CInEMA<br />
Palazzo Ducale, ore 18.00<br />
Cadenas<br />
di Francesca Balbo<br />
(Ingresso Libero)<br />
Venerdi 10 Agosto | DAnzA<br />
Piazza Obelisco, ore 21.15<br />
Eleonora Duse<br />
arte, passione e mito<br />
Astra roma Ballet<br />
di Diana Ferrara<br />
(Biglietto € 10)<br />
Sabato 11 agosto | CInEMA<br />
Palazzo Ducale, ore 18.00<br />
Bakroman<br />
di Gianluca e Massimiliano De Serio<br />
(Ingresso Libero)<br />
Sabato 11 Agosto | TEATro<br />
Palazzo Ducale, ore 21.15<br />
Fatto Teatro un foglio<br />
al mio pensiero<br />
vita di Petronilla Paolini Massimi,<br />
fra 3 stanze, sonetti e madrigali<br />
Associazione Musamoi<br />
(Biglietto € 5)
Domenica 12 agosto | CInEMA<br />
Palazzo Ducale, ore 18.00<br />
Formato ridotto<br />
di Antonio Bigini, Claudio Giapponesi,<br />
Paolo Simoni<br />
(Ingresso Libero)<br />
Domenica 12 Agosto | MuSICA<br />
Chiostro di San Francesco, ore 21.15<br />
Il libro della giungla<br />
orchestra Sinfonica Abruzzese<br />
e Sergio Bustric<br />
Direttore: Marcello Bufalini<br />
Da R. Kipling<br />
(Biglietto € 5)<br />
Lunedì 13 agosto | CInEMA<br />
Palazzo Ducale, ore 18.00<br />
“Dentro e fuori #occupyWallStreet:<br />
forme di partecipazione contemporanea<br />
tra nuovi media e cinema”<br />
(Ingresso Libero)<br />
Lunedì 13 agosto | CInEMA<br />
Palazzo Ducale, ore 18.45<br />
La battaglia di Algeri<br />
di Gillo Pontecorvo<br />
(Ingresso Libero)<br />
Lunedi 13 Agosto | MuSICA<br />
Chiostro di San Francesco, ore 21.15<br />
Danilo rea<br />
Piano Solo<br />
(Biglietto € 5)<br />
Martedì 14 agosto | CInEMA<br />
Palazzo Ducale, ore 18.00<br />
Tahir Liberation Square<br />
di Stefano Savona<br />
(Ingresso Libero)<br />
Martedi 14 Agosto | MuSICA<br />
Palazzo Ducale, ore 21.15<br />
Anche il Bello<br />
deve morire!<br />
Simone Vallerotonda<br />
Tiorba e Chitarra spagnuola<br />
(Biglietto € 5)<br />
Mercoledi 15 Agosto | CInEMA<br />
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />
Quasi amici<br />
di olivier nakache e Eric Toledano<br />
(Biglietto € 3)<br />
9
10<br />
Giovedi 16 Agosto | CInEMA<br />
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />
Diaz<br />
di Daniele Vicari<br />
(Biglietto € 3)<br />
Venerdì 17 agosto | CInEMA<br />
Palazzo Ducale, ore 18.00<br />
The Dark Side of The Sun<br />
di Carlo Hintermann<br />
(Ingresso Libero)<br />
Venerdi 17 Agosto | MuSICA<br />
Palazzo Ducale, ore 21.15<br />
European Wind<br />
Soloists<br />
(Biglietto € 5)<br />
Sabato 18 agosto | CInEMA<br />
Palazzo Ducale, ore 18.00<br />
CorTIeGEnTILI<br />
Rassegna di cortometraggi sull’Aquila<br />
dopo il 6 aprile 2009<br />
(Ingresso Libero)<br />
Sabato 18 Agosto | TEATro<br />
Da Piazza Obelisco nel Centro Storico, ore 21.15<br />
notturno d' Autore<br />
un progetto di Federico Fiorenza<br />
e Antonia renzella<br />
Spettacolo itinerante per turni<br />
di spettatori ogni 25 minuti.<br />
(Ingresso Libero)<br />
Domenica 19 Agosto | DAnzA<br />
Piazza Obelisco, ore 21.15<br />
not(t)e di Tango<br />
Gioia Abballe y Simone Facchini (ballerini)<br />
Duo +2 Quartet<br />
(Biglietto € 10)<br />
Lunedi 20 Agosto | CInEMA<br />
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />
riso amaro<br />
di Giuseppe De Santis<br />
(Ingresso Libero)<br />
Il programma potrà subire variazioni dovute a cause di forza maggiore.<br />
In caso di pioggia gli spettacoli si terranno nel Teatro Talia.
Eventi<br />
<strong>Tagliacozzo</strong>infilm<br />
L’attimo neorealista:<br />
fotogrammi 1941-1952<br />
Mostra fotografica<br />
Dal 31 luglio al 20 agosto 2012<br />
Palazzo Ducale<br />
Già presentata con grande successo in Italia e all’Estero<br />
(a fine 2011 è ospitata all’Istituto Italiano di Cultura a Los<br />
Angeles per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia), la<br />
mostra L’attimo neorealista: fotogrammi 1941-<br />
1952 approda a <strong>Tagliacozzo</strong> nell’ambito della prima edizione<br />
della manifestazione del Comune marsicano<br />
dedicata al cinema TAGLIACOZZOINFILM.<br />
L’esposizione si compone di 82 fotografie che ritraggono<br />
momenti di grande intensità tratti da 32 pellicole, scelte<br />
fra le più importanti opere del Neorealismo e fra alcuni<br />
dei film che ne anticiparono l’avvento (di qui l’arretramento<br />
al 1941 della data di partenza della selezione).<br />
Realizzata dalla Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia<br />
con la Fondazione Ente dello Spettacolo,<br />
la mostra rende omaggio a cineasti come Rossellini, Visconti,<br />
De Sica, De Santis, ancora oggi circondati da<br />
un’aura di leggenda, i cui film hanno descritto con impressionante<br />
realismo e grande maestria la condizione<br />
di un’Italia devastata dalla guerra, guardando con grande<br />
chiarezza e lucidità alla sua realtà politica e sociale.<br />
Elemento distintivo di questa esposizione è quello di essere<br />
composta esclusivamente da fotogrammi estrapolati<br />
dalle pellicole, non quindi fotografie di scena ma veri<br />
e propri istanti dei film. Questa scelta nasce dalla volontà<br />
di fornire una testimonianza significativa di uno dei momenti<br />
più alti della cinematografia italiana e mondiale,<br />
quel Neorealismo che seppe raccontare con sensibilità<br />
e partecipazione la tragica realtà di un Paese devastato<br />
dal secondo conflitto mondiale e di una popolazione ridotta<br />
allo stremo, ma anche la grande umanità e volontà<br />
di riscatto che il popolo italiano seppe dimostrare.<br />
Ecco allora immagini estrapolate dalle pellicole, in un<br />
bianco e nero di grande intensità emotiva che immortala<br />
l’indimenticabile Anna Magnani nella scena finale<br />
in Roma Città Aperta di Rossellini, le figure femminili<br />
vestite di nero della Terra trema di Visconti, fino allo<br />
sguardo disperato di Lamberto Maggiorani in Ladri di<br />
Biciclette di De Sica.<br />
La mostra, realizzata con il contributo dell’Archivio fotografico<br />
e iconografico della Cineteca<br />
Nazionale, vuole raccontare non solo la straordinaria<br />
bellezza delle situazioni, dei volti e dei paesaggi, ma<br />
anche il senso di un movimento artistico capace di aderire<br />
alla realtà italiana e contemporaneamente suscitare<br />
emozioni attraverso<br />
storie universali.<br />
11
GIoVAnI<br />
ProTAGonISTI<br />
E’ evidente a <strong>Tagliacozzo</strong> l’accordo perfetto tra la cornice<br />
architettonica del centro storico e le “immagini in movimento”<br />
sullo schermo cinematografico. La suggestione<br />
suscitata da voci e suoni echeggianti nei diversi spazi -<br />
tanto timidamente nascosti quanto potentemente evocativi<br />
di epoche e storie diverse - della cittadina marsicana.<br />
Luoghi che hanno bisogno di tornare ad essere “abitati<br />
culturalmente”, respirati e vissuti dalla gente con la<br />
complicità dell’arte. E del cinema in particolare: necessario,<br />
oggi più che mai, alle falde della montagna, lungo<br />
le stradine tortuose del centro storico.<br />
Già, il cinema. L’arte popolare per eccellenza, l’arte del<br />
ventesimo e del ventunesimo secolo che apre una rinnovata<br />
era di commistione di stili e generi, di tecniche<br />
innovative. L’arte che spalanca la porta non più solo a<br />
una luce rappresentata, dipinta, scolpita, ma che strappa<br />
alla quotidianità la luce vera, la luce dell’immagine fotografica,<br />
scattata su una realtà di corpi in movimento così<br />
vicini alla realtà da sembrare veri: la storia e la favola,<br />
l’epica e la volontà documentaristica, commedia e tragedia,<br />
sacro e profano.<br />
L’arte consacrata dall’unicità e dall’originalità dello<br />
sguardo dietro la macchina da presa dei tanti autori affiancati<br />
dalle altrettanto numerose professionalità che<br />
convergono dentro un’opera d’arte a portata di tutti, vista<br />
per pochi soldi in piccole e grandi sale di proiezione in<br />
tanta parte del mondo. L’inizio di una nuova e antichissima<br />
modalità di narrazione.<br />
Il cinema che porta impressa sulla pellicola (e oggi sempre<br />
più spesso registrata su supporto digitale, e veicolata<br />
attraverso le tecnologie multimediali) la storia delle storie.<br />
Un amore, una guerra, la nascita, la morte. La vita<br />
12<br />
documentata, raccontata, deformata dall’occhio del regista,<br />
circondato dall’universo di mestieri che ancora<br />
oggi, in maniera diversa certamente rispetto a oltre un<br />
secolo fa, lo accompagnano nella creazione di un’opera.<br />
L’opera cinematografica.<br />
Qualcosa di diverso dal coinvolgimento voyeristico dello<br />
spettacolo teatrale, dalla fisicità trascinante di un opera<br />
di teatro-danza, dall’abbandono ritmico di un concerto,<br />
dalla memoria silenziosa della lettura durante un incontro<br />
letterario. Qualcosa di diverso eppure capace di riunire<br />
al tempo stesso tutti questi elementi insieme, scaraventarli<br />
a mille chilometri di distanza, parlando dialetti sconosciuti<br />
e raccontando vite che non saranno mai vissute.<br />
O che magari guardiamo in faccia ogni giorno.<br />
Proprio in forza di tutte queste caratteristiche e di tante<br />
altre, il cinema diventa il catalizzatore ideale per recepire<br />
un bisogno culturale ampio e complesso, ancora<br />
in gran parte non appagato, intimamente legato alla carica<br />
creativa innovativa, di ricerca e sperimentazione<br />
artistica che caratterizza un’ampia rappresentanza dei<br />
giovani tagliacozzani, marsicani, più in generale<br />
abruzzesi.<br />
Talento e sensibilità artistica suscitati nei giovani non<br />
solamente attraverso studi specifici e di genere, ma legati<br />
a una riflessione sempre più profonda sulla storia e sulle<br />
tradizioni locali in relazione alle realtà territoriali, nazionali<br />
e internazionali e agli eventi che - in una realtà sempre<br />
più glocal - li vedono coinvolti e proiettati in una<br />
partecipazione attiva nell’esperienza di TAGLIACOZZOIN-<br />
FILM.<br />
Sensibilità artistica talora coltivata in contesti apparentemente<br />
diversi (come quello scientifico, economico, sociale),<br />
ma nei quali, come accade da sempre, a<br />
manifestarsi in maniera inequivocabile è il bisogno di<br />
qualcosa che ci aiuti a ricercare - attraverso la manifestazione<br />
artistica - la natura, il mondo, gli altri, noi stessi.<br />
Una storia: “Buio”, Andrea Parente, luglio 2012
unPLuGGED<br />
Il cinema ama essere introdotto da arti sorelle. Come la<br />
musica. Soprattutto quando batte forte nel cuore di chi<br />
la scrive e chi la suona. Ad introdurre alcune proiezioni<br />
di TAGLIACOZZOINFILM ci saranno musicisti e cantautori<br />
di talento del territorio marsicano che scateneranno<br />
tutta la propria energia e passione per l’arte, la musica e<br />
il cinema in brevi, intensi omaggi ai film della rassegna.<br />
PATrIzIo DE LuCA<br />
<strong>Tagliacozzo</strong> 1996. Sulla staccionata (che ora non c’è più)<br />
davanti alla sala giochi (che ora non c’è più) con un<br />
gruppo di amici mette su il primo gruppo: i “Parca”. In<br />
seguito, nel 2003, avvia un altro epico progetto tra <strong>Tagliacozzo</strong><br />
e Avezzano: i “Soft Marble”. Segue l’esperienza<br />
con la band “The Engine Drivers”, band tributo ai “The<br />
Who”. Attraverso il lavoro svolto con i “Soft Marble” e<br />
gli “Engine Drivers” affina la sua tecnica come cantante,<br />
circondato da musicisti di livello. Trasferitosi a Pescara,<br />
nel 2010 si unisce ai “Too Late To Wake”, con i quali, attualmente,<br />
sta lavorando a un LP in studio.<br />
Sabato 4 agosto<br />
Piazzetta Tre Molini,ore 21.15<br />
Giovedì 16 agosto<br />
Piazzetta Tre Molini,ore 21.15<br />
Sabato 18 agosto<br />
Palazzo Ducale, ore 18.00<br />
GIAMPAoLo PICCInInI<br />
Cantante, musicista, poeta.<br />
Sabato 18 agosto<br />
Palazzo Ducale, ore 18.00<br />
Lunedi 20 agosto<br />
Piazzetta Tre Molini,ore 21.15<br />
DEGuSTAzIonE<br />
FoToGrAMMA<br />
Il cinema, le stelle e il profumo inebriante di un buon<br />
vino locale.<br />
Prima delle proiezioni e dei principali incontri di TAGLIA-<br />
COZZOINFILM, sarà offerto agli spettatori un momento<br />
di degustazione enogastronomica, volta a sollecitare nel<br />
pubblico un approccio multisensoriale al film, a trovare<br />
nuove strade del gusto, tra visione e degustazione.<br />
Un momento di calda convivialità condivisa nell’attesa<br />
trepidante di immergersi nel buio della proiezione e proseguire<br />
il viaggio nella poesia del cinema.<br />
Partner di prestigio dell’iniziativa, che affonda vigorosamente<br />
le radici nel territorio marsicano, è la Cantina del<br />
Fucino.<br />
13
Tutti gli spettacoli<br />
14
Giovedi 26 Luglio | MuSICA<br />
Piazza Obelisco, ore 21.15<br />
Concerto di presentazione<br />
Banda Musicale<br />
della Guardia<br />
di Finanza<br />
Direttore: Ten. Col.<br />
M° Leonardo Laserra Ingrosso<br />
G. Orsomando Cuore abruzzese<br />
Marcia sinfonica<br />
G. Rossini Il Barbiere di Siviglia<br />
(tr. A. Vessella) Sinfonia dall’opera<br />
R. Wagner La Cavalcata delle Walkirie<br />
(tr. G. Manente) dal III atto de La Walkiria<br />
R. Chapì El Tambor de Granaderos<br />
(tr. I. Egea)<br />
H. Zimmer Il Gladiatore<br />
(arr. F. Bernaerts)<br />
J. Williams Star wars<br />
(tr. J. de Meij)<br />
A. Marquez Danzón. 2<br />
(tr. J. Villodre)<br />
La Banda Musicale della Guardia di Finanza<br />
nasce ufficialmente nel 1926, riunendo in un'unica<br />
compagine strumentale le diverse fanfare che fin<br />
dal 1883 erano state istituite presso molti reparti<br />
del Corpo.<br />
Attualmente è un complesso artistico stabile composto<br />
da 102 elementi provenienti dai diversi conservatori<br />
italiani, accuratamente selezionati tramite<br />
concorso nazionale.<br />
Durante la sua lunga e intensa attività concertistica,<br />
la Banda si è esibita presso le più prestigiose<br />
istituzioni musicali italiane, quali l'Accademia Nazionale<br />
di Santa Cecilia, la Scala di Milano, il San<br />
Carlo di Napoli, il Teatro dell'Opera di Roma, il<br />
Massimo di Palermo, la Fenice di Venezia, il Petruzzelli<br />
di Bari, il Rossini di Pesaro, il Bellini di Catania<br />
e l'Ariston di Sanremo. La Banda del Corpo<br />
ha più volte collaborato con alcune delle più affermate<br />
orchestre sinfoniche italiane e internazionali,<br />
come quella della RAI di Roma, quella del Maggio<br />
Musicale Fiorentino - con la quale nel 1991 si è<br />
esibita in mondovisione in un concerto diretto da<br />
Zubin Metha - e quella del Festival dei Due Mondi<br />
di Spoleto, con la quale assieme al coro di Washington<br />
ha partecipato nel 1993 al concerto di chiusura<br />
del Festival.<br />
Recatasi ripetutamente all'estero, la Banda ha effettuato<br />
fortunate tournées in Germania, Lussemburgo,<br />
Svizzera, Belgio e Francia. Nel 2001, nel<br />
2002 e nel 2007 è stata invitata a New York in occasione<br />
delle celebrazioni per il Columbus Day, durante<br />
le quali, nel 2002, ha tenuto un<br />
applauditissimo concerto a Ground Zero, luogo<br />
simbolo della coscienza nazionale americana, nel<br />
quale fino ad allora si era esibita la sola Boston<br />
Symphony Orchestra.<br />
15
La Banda è stata diretta da illustri Maestri, quali<br />
Giuseppe Manente, Antonio D'Elia, insigne compositore<br />
e accademico di Santa Cecilia, Olivio Di<br />
Domenico, docente presso il Conservatorio di<br />
Roma, Fulvio Creux e Gino Bergamini.<br />
Dal 16 Aprile 2002, la Banda Musicale della Guardia<br />
di Finanza è diretta dal Maestro Tenente Colonnello<br />
Leonardo Laserra Ingrosso.<br />
Leonardo Laserra Ingrosso, nato ad Avetrana, in<br />
provincia di Taranto, ha compiuto gli studi musicali<br />
contemporaneamente a quelli universitari, diplomandosi<br />
in Musica Corale e Direzione di Coro<br />
presso il Conservatorio “Gioacchino Rossini” di<br />
Pesaro, in Composizione presso il Conservatorio<br />
“Niccolò Piccinni” di Bari, in Strumentazione per<br />
Banda e Direzione d’Orchestra presso il Conservatorio<br />
“Alfredo Casella” dell’Aquila.<br />
Dal 1991 al 1996 è stato docente di Composizione<br />
al Liceo Musicale “Giovanni Paisiello” di Taranto.<br />
Vincitore del Concorso Nazionale per l’insegnamento<br />
di Armonia e Contrappunto nei Conservatori<br />
di Musica di Stato, nel 2002 diventa Maestro<br />
Direttore della Banda Musicale della Guardia di Finanza.<br />
È regolarmente invitato come giurato a importanti<br />
concorsi nazionali e internazionali.<br />
16
Martedi 31 Luglio | MuSICA<br />
Chiesa SS.Cosma e Damiano, ore 21.15<br />
Fabio Biondi<br />
e Europa Galante<br />
Fabio Biondi, violino<br />
Andrea Rognoni, violino<br />
Antonio Fantinuoli, violoncello<br />
Giangiacomo Pinardi, tiorba<br />
Paola Poncet, cembalo<br />
“Apoteosi e Follia”:<br />
A.Vivaldi Sonata in re minore per due<br />
violini e basso "La Follia"<br />
F. Couperin Apoteosi di Corelli Grande<br />
Sonate en trio<br />
M.Mascitti Psyché<br />
Sonata per violino op.5 n.12<br />
***<br />
A. Corelli Sonata per violino e basso<br />
La Follia in re minore<br />
CPE Bach Sonata per due violino e<br />
basso "Sanguineus et<br />
Malencholicus"<br />
Europa Galante<br />
Europa Galante nasce nel 1990 dal desiderio del<br />
suo direttore artistico, Fabio Biondi di fondare un<br />
gruppo strumentale italiano per le interpretazioni,<br />
su strumenti d’epoca, del grande repertorio barocco<br />
e classico.L’ensemble ottiene un grande<br />
successo fin dalla pubblicazione del primo disco,<br />
dedicato alla produzione concertistica vivaldiana<br />
(Premio Cini di Venezia, Choc de la Musique in<br />
Francia). Negli anni seguenti il gruppo colleziona<br />
un’eccezionale lista di riconoscimenti: 5 Diapason<br />
d’Oro, Diapason d’Oro dell’anno in Francia, premio<br />
RTL, nomina Disco dell’anno in Spagna, Canada,<br />
Svezia, Francia e Finlandia, Prix du disque, tra i<br />
tanti altri.Da allora Europa Galante si è esibita nelle<br />
più importanti sale da concerto e teatri del mondo.<br />
In Italia collabora con l’Accademia Nazionale di<br />
Santa Cecilia nel recupero di opere vocali del ‘700<br />
italiano. Nell’ambito di questa collaborazione, nel<br />
2009 è stata inaugurata la stagione a Roma con<br />
l’Oratorio di A. Scarlatti “La Santissima Annunziata”.Europa<br />
Galante si è anche impegnata nella<br />
diffusione del repertorio scarlattiano, con numerosi<br />
Oratori e Opere tra le quali, in collaborazione<br />
con il Festival Scarlatti di Palermo, Massimo Puppieno,<br />
Il Trionfo dell’Onore, Carlo Re d’Alemagna<br />
e La Principessa Fedele.<br />
Nel 2002, Fabio Biondi ed Europa Galante hanno<br />
ottenuto il Premio Abbiati della critica musicale italiana<br />
per l’insieme dell’attività concertistica e per<br />
l’esecuzione del Trionfo dell’Onore. Di nuovo nel<br />
2008 gli e' stato assegnato, insieme alla Compagnia<br />
Colla, il premio speciale Abbiati per Filemone<br />
e Bauci di Haydn, per l'originalità e il pregio della<br />
riscoperta di questo lavoro, che gli ha restituito il<br />
pieno splendore strumentale e vocale.Nel 2004 il<br />
Premio Scanno per la Musica è stato assegnato a<br />
17
Fabio Biondi ed Europa Galante in considerazione<br />
dei meriti acquisiti da questa ensemble, che è diventato<br />
uno dei gruppi musicali più autorevoli in<br />
campo internazionale. Oltre alle numerose date europee,<br />
Europa Galante sarà negli Stati Uniti per una<br />
lunga tournèe di undici concerti con la Mezzo Soprano<br />
Vivica Genaux in sedi prestigiose quali la<br />
Walt Disney Hall e la Carnegie Hall.<br />
18<br />
Fabio Biondi<br />
Nato a Palermo, Fabio Biondi inizia la sua carriera<br />
internazionale all'età di dodici anni, con i primi<br />
concerti solistici. A sedici anni viene invitato al Musikverein<br />
di Vienna per interpretare i Concerti per<br />
violino di Bach. Da allora collabora quale primo<br />
violino con i più famosi ensembles specializzati<br />
nell'esecuzione di musica antica con strumenti e
prassi esecutiva originali: la Cappella Real, Musica<br />
Antiqua Vienna, Il Seminario Musicale, La Chapelle<br />
Royale e i Musiciens du Louvre (sin dalla sua fondazione).Nel<br />
1990 la svolta decisiva: fonda Europa<br />
Galante. Il suo sviluppo musicale orientato verso<br />
un repertorio universale, ma anche incline alla riscoperta<br />
di compositori oggi poco eseguiti, si direziona<br />
verso una letteratura che copre trecento<br />
anni di musica. La sua produzione discografica lo<br />
conferma. Accanto alle Quattro Stagioni vivaldiane,<br />
Concerti Grossi di Corelli o le Sonate di<br />
Schubert, Schumann o Bach, si evidenziano gli<br />
sforzi (in veste direttoriale) tesi alla riscoperta<br />
degli oratori, serenate e opere di Alessandro Scarlatti<br />
(La Messa di Natale, Clori, Dorino e Amore,<br />
Massimo Puppieno e Il trionfo dell'onore) alle<br />
opere di Haendel (Poro), come al repertorio violinistico<br />
del '700 italiano (Veracini, Vivaldi, Locatelli,<br />
Tartini).Oggi, Fabio Biondi incarna il simbolo della<br />
perpetua ricerca dello stile, uno stile libero da condizionamenti<br />
dogmatici e interessato alla ricerca<br />
del linguaggio originale. Questa inclinazione lo<br />
porta a collaborare in veste di solista e direttore<br />
con orchestre quali: l’Orchestra di Santa Cecilia a<br />
Roma, Orchestra da Camera di Rotterdam, l’Orchestra<br />
dell’Opera di Nizza, l’Orchestra dell’Opera<br />
di Halle, Orchestra da Camera di Zurigo, Orchestra<br />
da Camera di Norvegia, Orchestra Mozarteum di<br />
Salisburgo, la Mahler Chamber Orchestra, etc. Nel<br />
2009 ha diretto l'orchestra del Teatro la Fenice,<br />
presentando l'Agrippina di Haendel con un cast di<br />
grande rilievo.Fabio Biondi è diventato, da marzo<br />
del 2005, direttore stabile per la musica antica<br />
della Stavanger Symphony Orchestra.Nella stagione<br />
2011/2012 Fabio Biondi dirigerà l’Orchestra<br />
della Svizzera Italiana, l’Orchestra Nazionale di<br />
Montpellier, così come l’Orchestra dell’Accademia<br />
Nazionale di Santa Cecilia, l’Ensemble Orchestral<br />
de Paris e la Tivoli Symphony Orchestra di Copenhagen.<br />
Dal 2011, Fabio Biondi è Accademico dell’Accademia<br />
Nazionale di Santa Cecilia.<br />
Fabio Biondi suona un violino ‘Andrea Guarneri’<br />
(Cremona,1686). Suona anche un violino ‘Carlo<br />
Ferdinando Gagliano’ del 1766, già appartenuto al<br />
suo Maestro Salvatore Cicero, e affettuosamente<br />
messo a disposizione dall’omonima fondazione.<br />
19
Martedì 31 luglio | CInEMA<br />
Palazzo Ducale, ore 18.00<br />
“Aspettando<br />
Melancholia:<br />
la scienza introduce il cinema”<br />
Incontro di divulgazione scientifica sui pianeti<br />
extra solari in collaborazione con l’Associazione<br />
culturale<br />
Estrellas y Planetas<br />
Perché “cinema e scienza”?<br />
L’incontro nasce dalla volontà di TAGLIACOZZOIN-<br />
FILM di offrire al suo pubblico un punto di vista<br />
scientifico che faccia da contrappunto agli scenari<br />
apocalittici - sfondo ideale per l’indagine di natura<br />
filosofica sulla condizione di solitudine connaturata<br />
dell’individuo - messi in scena nel film Melancholia<br />
di Lars von Trier, in programma<br />
mercoledì 1 agosto.<br />
L’intervento sarà curato dalla Dott.ssa Annalisa Calamida,<br />
membro dell’E-ELT Science Office, che illustrerà<br />
il progetto “E-ELT” e i suoi obbiettivi<br />
scientifici, con particolare riferimento alla ricerca<br />
di pianeti extra solari.<br />
Lo European Extremely Large Telescope (E-ELT)<br />
sarà il più grande telescopio ottico-infrarosso del<br />
mondo. Con un diametro di 39 metri, E-ELT sarà<br />
20<br />
cento volte più sensibile dei migliori telescopi attualmente<br />
in funzione.<br />
E-ELT amplierà enormemente la nostra conoscenza<br />
dell’astronomia permettendo, per esempio,<br />
la scoperta di nuovi pianeti extra-solari simili alla<br />
Terra, lo studio delle prime stelle e galassie, e la
misura diretta dell’espansione dell’universo. Un<br />
tale telescopio potrebbe in futuro rivoluzionare la<br />
nostra percezione dell’Universo, come fece il telescopio<br />
di Galileo 400 anni fa.<br />
Il progetto è portato avanti dallo European Southern<br />
Observatory (ESO), un’organizzazione inter-<br />
governativa europea per promuovere la scienza e<br />
la tecnologia nel campo astronomico.<br />
L’Associazione culturale Estrellas y<br />
Planetas di Montecompatri (Rm), si occupa dal<br />
2009 di divulgazione della scienza con particolare<br />
riferimento all’astronomia antica e all’astrofisica<br />
contemporanea.<br />
Avvalendosi di uno staff altamente qualificato, costituito<br />
esclusivamente da professionisti della ricerca<br />
scientifica, l’associazione coordina ed<br />
organizza numerose attività; dal 2009 collabora<br />
alle attività didattiche e divulgative dell’INAF – Osservatorio<br />
Astronomico di Roma, organizza programmi<br />
didattici in collaborazione con importanti<br />
Istituti Superiori di Roma, organizza eventi scientifici<br />
per i suoi associati.<br />
Inoltre dal 2010 è nata una stretta collaborazione<br />
con il Comune di Sante Marie (Aq), a pochissimi<br />
chilometri di distanza da <strong>Tagliacozzo</strong>, grazie alla<br />
quale sono già state realizzate numerose iniziative;<br />
fiore all’occhiello di questa collaborazione è il nuovissimo<br />
Mu.M.A. (Museo Multimediale di Astrofisica)<br />
allestito presso Palazzo Colelli a Sante<br />
Marie.<br />
Il museo è visitabile previa prenotazione da gruppi<br />
organizzati. Dalla prossima stagione scolastica si<br />
avvierà un incremento delle attività che prevedranno<br />
anche eventi notturni con vere osservazioni<br />
astronomiche guidate da astronomi di<br />
importanti centri di ricerca italiani e stranieri.<br />
Info: www.estrellasplanetas.org<br />
21
Mercoledì 1 agosto | CInEMA<br />
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />
Melancholia<br />
Danimarca, Svezia, Francia, Germania, 2011, 130<br />
min<br />
rEGIA Lars von Trier<br />
SCENEGGIATURA Lars von Trier<br />
FOTOGRAFIA Manuel Alberto Claro<br />
MONTAGGIO Morten Højbjerg, Molly Marlene<br />
Stensgaard<br />
PRODUZIONE Zentropa Entertainments<br />
DISTRIBUZIONE Bim<br />
CAST Kirsten Dunst (Justine), Charlotte Gainsbourg<br />
(Claire), Kiefer Sutherland, Alexander Skarsgård,<br />
Stellan Skarsgård, Charlotte Rampling,<br />
John Hurt, Udo Kier<br />
SINOSSI<br />
Justine sposa Michael nella lussuosa residenza di<br />
sua sorella Claire. Proprio in quei giorni il gigantesco<br />
pianeta Melacholia si sta avvicinando alla<br />
Terra e sta per schiantarvisi contro. Mentre Justine<br />
cerca rifugio nella certezza del matrimonio per<br />
sfuggire al terrore della fine, Claire non si rassegna<br />
all’ineluttabilità della morte…<br />
ABOUT<br />
Melancholia è il film “gancio” della rassegna,<br />
22<br />
quello che ha suggerito che TAGLIACOZZOINFILM<br />
ruotasse attorno al binomio solitudine-partecipazione.<br />
La visione apocalittica rispetto alle sorti<br />
dell’umanità su questa Terra è per il regista danese,<br />
come lo era stato all’epoca, mutatis mutandis,<br />
per suoi celebri predecessori - dallo Stanley<br />
Kubrick di 2001: Odissea nello spazio (1968) al<br />
Ridley Scott di Blade Runner (1982), dove è il futuro<br />
in sé ad essere apocalittico - una prospettiva<br />
speciale per indagare una condizione umana di solitudine<br />
connaturata quanto più essa è calata nella<br />
rete delle relazioni sociali - borghesi, nel caso dei<br />
protagonisti della storia - in relazione ad un ambiente<br />
circostante naturale vivo e ben più capace<br />
rispetto all’individuo di accettare e lasciarsi attraversare,<br />
modificando se stesso, dal cambiamento,
anche quando esso volge verso ciò che noi umani<br />
convenzionalmente chiamiamo “fine”.<br />
Con il suo spirito provocatorio, disturbing, e al<br />
tempo stesso profondamente sentimentale - “romantico”<br />
nell’ispirazione letteraria, musicale più<br />
classicamente tedesca ma ancor di più, dal punto<br />
di vista cinematografico, devotamente “viscontiana”<br />
che lo caratterizza - Lars von Trier propone<br />
un moderno affresco di apocalisse, con la sua particolare<br />
attenzione alla qualità femminile, espressa<br />
in particolare nelle finestre sull’animo rappresentate<br />
dalle due sorelle, Justine e Claire, specchio<br />
una dell’altra. Di fronte alla fine del mondo, la solitudine<br />
vissuta al limite della depressione di Justine<br />
(Kirsten Dunst) trova la sua dimensione<br />
ideale: il turbamento che sempre l’accompagna<br />
davanti a un infinito “leopardiano” si acquieta e ritrova<br />
un senso più umano di condivisione con l’altro.<br />
Tra i firmatari negli anni ’90 del manifesto del<br />
cinema DOGMA per un utilizzo nel cinema del digitale<br />
teso, al di là della finzione della messa in<br />
scena, alla rappresentazione delle possibili e diverse<br />
verità del contingente, von Trier anima l’ambiente<br />
naturale artefatto ma spietatamente<br />
autosufficiente che circonda le vite dei protagonisti<br />
reinterpretando l’immaginario pittorico, musicale,<br />
letterario di capolavori dell’arte - da John Everett<br />
Millais a Pieter Bruegel, da Richard Wagner a Caravaggio<br />
- traformandolo gradualmente in soggetto<br />
vivo, agente e dialogante con chi può<br />
finalmente ascoltarlo (Justine e il nipotino e, gradualmente,<br />
Claire). (Veronica Flora)<br />
FESTIVAL E PREMI<br />
Miglior film, migliori scenografie e miglior fotografia alla<br />
24esima edizione degli European Film Awards, l’Oscar<br />
europeo<br />
Kirsten Dunst, miglior attrice al Festival di Cannes 2011<br />
INTRODUCE IL FILM<br />
KATIA IPPASO<br />
(Giornalista, scrittrice, tiene seminari di critica<br />
teatrale, cinematografica e drammaturgia presso<br />
la Sapienza, Università di Roma)<br />
23
Giovedì 2 agosto | CInEMA<br />
Palazzo Ducale, ore 18.00<br />
1001 Irans<br />
Spagna, Italia, 2010, 42 min<br />
rEGIA Firouzeh Khosrovani<br />
FOTOGRAFIA Paolo Guglielmo Sulpasso (Rome),<br />
Mehran Tamadon (Paris), David Rengel Borreguero<br />
(Madrid), Ivan Bricio (Madrid), Lukas Seibel<br />
(Chicago), Marcos Ruisaba (Tenerife), Firouzeh<br />
Khosrovani (San Diego)<br />
MONTAGGIO Babak Karimi<br />
MUSICA Mohammad Reza Mortazavi<br />
SUONO Paolo Segat<br />
ABOUT<br />
“Sono iraniana”. Dodici anni fa, quando sono arrivata<br />
in Italia, non ero consapevole del peso di<br />
quest’identità, complessa, irriducibile: per me era<br />
semplice, come respirare il proprio nome senza<br />
chiederne il senso.<br />
Improvvisamente mi sono ritrovata a dover sostenere<br />
tutto il carico di essere figlia di tre decenni di<br />
Rivoluzione Islamica.<br />
Come se fossi il prodotto di questo sistema, come<br />
se fossi costretta a indossare una maschera di<br />
rappresentanza ufficiale; ma non avevo le conoscenze,<br />
né le intenzioni, né la capacità di far fronte<br />
a quelle domande serrate che mi chiedevano di<br />
24<br />
chiarire nero su bianco il senso di quell’Iran islamizzato<br />
e tanto minaccioso agli occhi degli occidentali.<br />
Potrei dire che sono state le tante reazioni e domande<br />
che mi sono state rivolte nel corso della<br />
mia permanenza, in Italia e in Europa, a far sorgere<br />
in me la coscienza di un’identità da definire volta<br />
per volta e difendere.<br />
Vedevo bene come nell’Italia di quegli anni l’Iran<br />
era soprattutto un attore politico, che, volente o<br />
nolente, ero chiamata a rappresentare in modo<br />
tanto netto da non lasciar spazio a ombra di dubbio:giudicavano<br />
il mio paese, ma ero io stessa a sentirmi<br />
giudicata in prima persona, come se non intercorresse<br />
nessuna differenza tra la mia identità personale<br />
e l’identità generica del paese da cui<br />
provenivo.<br />
L’immagine che ha l’occidente dell’Iran è il frutto<br />
delle notizie che diffondono i mass media internazionali,<br />
o del cinema iraniano: entrambi hanno<br />
contribuito ai luoghi comuni più ricorrenti. Se la<br />
Persia millenaria era lo scenario da mille e una<br />
notte con i tappeti volanti, i fasti imperiali, la parola<br />
Iran ormai è associata al nero dei chador, l’islam<br />
politicizzato, agli ayatollah, al governo teocratico,<br />
le scuole coraniche e la bomba atomica.<br />
Questi stereotipi e le contraddittorie affermazioni<br />
degli europei sul mio paese mi hanno suggerito la<br />
necessità di realizzare un film sull’immaginario pittoresco<br />
o grottesco che l’Iran d’oggi evoca in occidente;<br />
che in alcune occasioni si avvicina alla<br />
realtà, altre volte ne riflette frammenti parziali o
addirittura se ne allontana, fino ad assurde fantasie.<br />
Il film raccoglie e confronta le differenti risposte<br />
spontanee all’affermazione d’identità “sono iraniana”<br />
oppure “sono persiana”.<br />
In vari paesi europei, il film intervista persone di<br />
diversa estrazione sociale e professionale - dal<br />
venditore ambulante al professore universitario.<br />
La prima domanda rivolta loro è che immagine associano<br />
alla parola Iran.<br />
Le loro reazioni variano dall’ammirazione per la<br />
ricchezza culturale (cinema, poesia, letteratura, patrimonio<br />
archeologico) alla disapprovazione per la<br />
censura sociale, la discriminazione sessuale e la<br />
repressione politica vista ad esempio durante le<br />
pacifiche manifestazioni del movimento “verde”<br />
dopo le contestate elezioni.<br />
Le voci raccolte nelle diverse lingue in cui si esprimono<br />
gli intervistati in Italia, Spagna, Gran Breta-<br />
gna e Francia, acquistano valore nell’alternarsi con<br />
le immagini selezionate. Rivoluzione, monarchia,<br />
guerra, paesaggi e vita quotidiana in Iran scorrono<br />
in foto e filmati che insieme illustrano e contrastano<br />
i giudizi espressi nelle interviste.<br />
Mille e un Iran, cerca di avvicinarsi all’Iran contemporaneo,<br />
un paese complesso di settanta milioni<br />
d’abitanti, con un profondo divario tra la<br />
società e la classe dirigente, che non rappresenta<br />
il comune sentire. Una realtà non riassumibile in<br />
visioni schematiche, parziali e monolitiche. (Firouzeh<br />
Khosrovani)<br />
INTRODUCE IL FILM<br />
BIANCA MARIA FILIPPINI<br />
(Professoressa di Letteratura Persiana, Università<br />
degli Studi della Tuscia di Viterbo, esperta di<br />
Cinema Iraniano)<br />
25
Giovedì 2 agosto | CInEMA<br />
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />
una separazione<br />
Iran, 2011, 123 min<br />
rEGIA Asghar Farhadi<br />
SCENEGGIATURA Asghar Farhadi<br />
FOTOGRAFIA Mahmoud Kalari<br />
MONTAGGIO Hayedeh Safiyari<br />
PRODUZIONE Asghar Farhadi<br />
DISTRUBUZIONE Sacher Distribuzione<br />
CAST Peyman Moadi (Nader), Leila Hatami<br />
(Simin), Sareh Bayat, Sarina Farhadi, Babak Karimi,<br />
Ali-Asghar Shahbazi, Shirin Yazdanbakhsh<br />
SINOSSI<br />
Nader e Simin hanno ottenuto il visto per lasciare<br />
l’Iran ma Nader si rifiuta di partire e lasciare il<br />
26<br />
padre affetto da Alzheimer. Simin intende chiedere<br />
il divorzio per partire lo stesso con la figlia Termeh<br />
e, nel frattempo, torna a vivere da sua madre.<br />
Nader deve assumere una giovane donna, Razieh,<br />
che possa prendersi cura del padre mentre lui lavora,<br />
ma non sa che la donna, molto religiosa, non<br />
solo è incinta ma sta anche lavorando senza il permesso<br />
del marito. Ben presto Nader si troverà<br />
coinvolto in una rete di bugie, manipolazioni e confronti,<br />
mentre la sua separazione va avanti e sua<br />
figlia deve scegliere da che parte stare e quale futuro<br />
avere...<br />
ABOUT<br />
C’è una paese sempre al centro dell’attenzione<br />
mondiale: l’Iran. E una ben nota censura, nel nostro<br />
caso cinematografica, che è solo uno dei tanti<br />
strumenti per mettere a tacere voci diverse, della<br />
politica come della cultura, come quella di Jafar<br />
Panahi, autore di film importanti come Il palloncino<br />
bianco (1995) e Il Cerchio (2000): otto ritratti<br />
di donne, otto storie di quotidiana sopravvivenza<br />
in una società estremamente codificata e punitiva<br />
per la condizione delle donne che stride con la magnificenza<br />
di un’eredità culturale antica come<br />
quella persiana e la vitalità della sua gente.<br />
Nei confronti di Panahi - condannato nel 2010 a 6<br />
anni di reclusione, con la preclusione di poter dirigere,<br />
scrivere e produrre film, viaggiare e rilasciare<br />
interviste sia all’estero che all’interno<br />
dell’Iran per 20 anni - Farhadi, autore di Una separazione,<br />
ha espresso, come moltissimi artisti a<br />
livello internazionale, solidarietà. Solidarietà a un
uomo e a un popolo che annovera alcuni dei più<br />
grandi registi della storia del cinema mondiale:<br />
Abbas Kiarostami, Mohsen Makhmalbaf e sua figlia<br />
Samira Makhmalbaf, Babak Payami, Bahman<br />
Ghobadi, l’illustratrice e regista Marjane Satrapi<br />
autrice dell’incantevole “Persepolis”, solo per citare<br />
i più noti.<br />
Asghar Farhadi conferma in questo film il talento<br />
già emerso in About Elly (2010) e un gusto particolare<br />
per la ricerca di una verità che, se anche esiste,<br />
non è mai una sola. Così, partendo<br />
dall’interrogativo di una ragazzina se scegliere di<br />
restare in Iran o se trasferirsi all’estero (distacco<br />
dalla propria terra solo “immaginato” nel film ma<br />
presente nelle sensazioni e nelle azioni dei protagonisti)<br />
Farhadi parla di altre storie di “separazione”,<br />
in cui i diversi muri più o meno virtuali<br />
eretti dalla società allontanano gli individui gli uni<br />
dagli altri, gli uomini dalle donne, i poveri dai ricchi,<br />
la legge dalla giustizia. Separazione che allontana<br />
dalla propria patria o, se vogliamo,<br />
nell’etimologia tedesca di heimat, dalla propria<br />
“matria”, in un gioco di parole che rivela il continuo<br />
oscillare della ragazzina protagonista tra la figura<br />
paterna e quella materna verso la formazione<br />
di una propria identità, nel contesto di un’universale<br />
incomunicabilità tra madre e figlia, schiacciate<br />
entrambe dal peso dei loro conflitti interiori, della<br />
condizione femminile in una società teocratica e<br />
maschilista, di cui è eccezione emblematica la figura<br />
umanissima del padre che si rivela più “femminile”<br />
di entrambe, nel loro continuo far ricorso<br />
alla razionalità per far fronte alle difficoltà di ogni<br />
giorno.<br />
Una separazione è un film universale perché, sebbene<br />
profondamente calato nella realtà iraniana,<br />
parla per certi versi - per molti versi - anche del<br />
nostro paese, di noi. In un intreccio di questioni<br />
umane e sociali, private e comuni spiate da un<br />
buco della serratura neorealista. La sensazione di<br />
solitudine qui è fortissima, insita nel concetto<br />
stesso di “separazione”, che vede persone vicine<br />
non più in grado di ascoltarsi, di comunicare. Solitudine<br />
ancora più drammatica e angosciante perché<br />
palpabile rispetto alle istituzioni da un lato e<br />
alla religione dall’altro, in una società in cui regna<br />
un senso antico di comunità, solidarietà familiare,<br />
di quartiere, ecc. ma che non pare sufficiente a<br />
non far sentire l’individuo, persino una ragazzina,<br />
nelle sue scelte, completamente abbandonata a se<br />
stessa. Sola.<br />
FESTIVAL E PREMI<br />
Festival di Berlino 2011:<br />
Orso d’Oro: Miglior Film<br />
Orso d’Argento: Migliore Interpretazione Femminile.<br />
Orso d’Argento: Migliore Interpretazione Maschile, Ecumenical<br />
Jury Prize, Peace Award College<br />
Premio Oscar 2012 come Miglior film straniero<br />
XII Asiatica Film Mediale (Roma 12 - 22 ottobre 2011) -<br />
film d’apertura<br />
INTRODUCE IL FILM<br />
BIANCA MARIA FILIPPINI<br />
(Professoressa di Letteratura Persiana, Università<br />
degli Studi della Tuscia di Viterbo, esperta di Cinema<br />
Iraniano)<br />
27
Venerdi 3 Agosto | MuSICA<br />
Chiostro di San Francesco, ore 21.15<br />
Guy Touvròn<br />
e I Flauti di<br />
Toscanini<br />
Direttore: Paolo Totti<br />
Tromba: Guy Touvròn<br />
Flauti in Do Luigi Rodorigo, Athena Picarelli, Silvia<br />
La Rocca, Martina De Longis, Annamaria Lanciani,<br />
Marcella Piccinini, Marco Bruni, Romana Rubeo,<br />
Laura D’Amico, Mauro Baiocchi, Fabrizia Urbani,<br />
Giselda Baratta, Eleonora Milana<br />
Flauti in Sol Lucrezia Cortilli, Marica Tirone, Simona<br />
Carbone, Emilio Incerto<br />
Flauti Bassi Giulia Cellini, Ida Paris<br />
Flauto Contrabbasso Francesca Grosso<br />
H. Roman Drottningholm Suite<br />
Allegro – Minuetto – Lento –<br />
Allegro – Minuetto<br />
G.Ph. Telemann Sonata da Concerto in Re<br />
Maggiore per Tromba e<br />
Orchestra TWV 41:3<br />
Moderato – Largo – Vivace<br />
J.S. Bach Aria sulla IV corda dalla Suite<br />
in Re Maggiore per Orchestra<br />
28<br />
BWV 1068<br />
W.A. Mozart Allegro dalla Serenata in Sol<br />
Maggiore per Archi KV525<br />
‘Eine Kleine Nachtmusik’<br />
V. Bellini Sinfonia da ‘Norma’<br />
G. Veneri Puffetto e Primavera dalla<br />
‘Suite per Orchestra di Flauti’<br />
G. Rossini Ouverture da ‘Il barbiere<br />
di Siviglia’<br />
A. Piazzolla Violentango<br />
A. Marcello Concerto in do minore per<br />
Tromba e Orchestra<br />
Andante e Spiccato – Adagio<br />
– Presto
Ensemble I Flauti di Toscanini<br />
Nata nell’ambito della Associazione Arturo Toscanini<br />
di Avezzano nel 2003, l’Orchestra ha svolto<br />
un’intensa attività concertistica in Italia e all’estero<br />
(Tunisia, Spagna, Francia).<br />
Nel Maggio 2010 l’ensemble è ospite per un concerto<br />
presso il Conservatorio di Siviglia, che ha<br />
visto usare, prima orchestra in Italia, il flauto contrabbasso,<br />
commissionato e fatto costruire apposta<br />
dall’artigiano olandese Jelle Hogenhuis.<br />
Paolo Totti<br />
Nato a Roma nel 1972 ha compiuto gli studi musicali<br />
al Conservatorio S. Cecilia di Roma.<br />
Ha suonato praticamente in tutte le formazioni previste<br />
nel repertorio del flauto traverso sotto l’egida<br />
della Comunità Europea, della Presidenza del Consiglio<br />
dei Ministri e delle Istituzioni nazionali più<br />
importanti in ambito musicale.<br />
Ha inciso quattro cd con repertorio in prima assoluta.<br />
Fondatore e Presidente da quindici anni della Associazione<br />
Culturale Arturo Toscanini, è istitutore<br />
e direttore dell’orchestra “I Flauti di Toscanini”, di<br />
cui cura tutte le trascrizioni.<br />
Docente di flauto traverso nella scuola media ad<br />
indirizzo musicale.<br />
Guy Touvron<br />
La passione, il rigore e la generosità sono le chiavi<br />
di volta della carriera di Guy Touvron.<br />
Dai grandi Premi internazionali (da 1971 a 1975)<br />
alle partecipazioni prestigiose effectuate oggi nel<br />
mondo intero, Guy Touvron è un artista perfetto,<br />
"completo" come lo descrive quello che fù il suo<br />
Maestro al Conservatorio Superiore di Musica di<br />
Parigi : Maurice ANDRE.<br />
Guy Touvron ha suonato con le più famose orchestre.<br />
Guy Touvron percorre il mondo dei festival : Lille,<br />
Prades (Francia), Lanaudière (Canada), Ansbach<br />
(Germania), Polllença (Sapgna), Stresa (Italia), Salisburgo<br />
(Austria), Montreux (Svizzera).<br />
Suona anche regolarmente in ASIA (7 tournée in<br />
Giappone), e negli Stati Uniti.... Ha inciso finora<br />
più di 75 dischi, e compiuto i 40 anni di carriera<br />
con oltre 3000 concerti.<br />
29
Sabato 4 Agosto | TEATro rAGAzzI<br />
Teatro Talia, ore 17.00<br />
La fiaba dei<br />
tre desideri ridicoli<br />
Compagnia la Mansarda<br />
Drammaturgia: Roberta Sandias<br />
Regia: Maurizio Azzurro<br />
Da una antica fiaba tedesca<br />
Musiche originali Maria Gabriella Marino<br />
Drammaturgia: Roberta SandiasRegia: Maurizio<br />
Azzurro<br />
Musiche originali: Maria Gabriella Marino<br />
Scene e Costumi: Ennio Ecuba e Veronica Netti<br />
Attori in scena: Maurizio Azzurro; Roberta Sandias<br />
Menzione speciale della Giuria al PREMIO RIBALTA 2007<br />
Teatro Parioli- Roma<br />
Premio Miglior attore Festival Nazionale di teatro per ragazzi<br />
TEATRO PINOCCHIO 2007 IV EDIZIONE<br />
30<br />
Lo spettacolo è tratto da una antica fiaba popolare<br />
tedesca, dove protagonista è una coppia che vive<br />
ai margini del bosco, sbarcando il lunario in piccole<br />
faccende quotidiane dal sapore antico: tagliar<br />
legna, attingere acqua al pozzo e sbrigare mille<br />
altre attività rituali che scandiscono le loro giornate,<br />
sempre uguali.<br />
Due caratteri in contrapposizione: una moglie, Carlotta,<br />
allegra e solare, un marito, Gervaso, buio e<br />
brontolone: i due formano una coppia teatrale di<br />
sicuro impatto, che innesca continuamente contrasti<br />
e piccoli battibecchi, vorticose situazioni comiche<br />
e dialoghi serrati, dal vago sapore del teatro<br />
dell’assurdo, in una rappresentazione teatrale dal<br />
ritmo coinvolgente e di grande impatto comico.<br />
Nell’ambientazione e nella forte caratterizzazione<br />
dei personaggi ci si è ispirati alle atmosfere del<br />
Tingel Tangel di Karl Valentin, regalando allo spettacolo<br />
toni surreali e sopra le righe: una comicità<br />
fisica, oltre che verbale.<br />
Come in tutte le fiabe che si rispettino, c’è l’elemento<br />
magico: a rompere la quotidianità della coppia,<br />
accade un evento inaspettato: una vecchia<br />
maga, capitata nei pressi della loro bicocca un po’<br />
per caso e un po’ per ventura, concede ad uno<br />
scettico Gervaso la possibilità di realizzare tre desideri…<br />
Cosa accadrà?<br />
Lo sviluppo imprevedibile della storia, che ha un<br />
finale inaspettato, lascia aperta una riflessione sul<br />
tema del desiderio e della sua realizzazione.<br />
L’allestimento della fiaba, è arricchito da momenti<br />
musicali e canzoni coinvolgenti.
Sabato 4 agosto | CInEMA<br />
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />
Dell’ammazzare<br />
il maiale<br />
Italia, 2011, (cortometraggio di 7 min)<br />
IDEAzIonE e rEGIA Simone Massi<br />
RIPRESE Julia Gromskaya<br />
MUSICA Stefano Sasso con la consulenza di Larry<br />
Sider<br />
PRODUZIONE Production Simone Massi<br />
DISEGNI Pastelli a olio su carta - Bianco, nero e<br />
rosso<br />
32<br />
SINOSSI<br />
Mentre viene trascinato fuori dalla stalla il maiale<br />
ha modo di vedere il cielo e le cose del mondo<br />
ABOUT<br />
Con il suo tratto definitivo dalla memoria ancestrale,<br />
Simone Massi ci offre un piccolo teorema<br />
sulla vita e sulla morte in una realtà contadina dove<br />
la natura detta legge e la mano dell’uomo prova<br />
sempre a intervenire su di essa. Visioni e mise à<br />
l’abîme che molto hanno a che fare con la società<br />
contemporanea. (Veronica Flora)<br />
FESTIVAL E PREMI<br />
David di Donatello 2012 (Miglior cortometraggio)
Sabato 4 agosto | CInEMA<br />
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />
Cesare deve morire<br />
Italia, 2012, 76 min<br />
rEGIA Paolo e Vittorio Taviani<br />
REGIA DELLE SCENE TEATRALI Fabio Cavalli<br />
SCENEGGIATURA Paolo e Vittorio Saviani, con la<br />
collaborazione di Fabio Cavalli<br />
FOTOGRAFIA Simone Zampagni<br />
MONTAGGIO Roberto Perpignani<br />
MUSICA Giuliano Taviani, Carmelo Travia<br />
FONICI Benito Alchimede e Brando Mosca<br />
PRODUZIONE Kaos Cinematografica srl, in associazione<br />
con Stemal Entertainment srl, Le Talee,<br />
La Ribalta – Centro Studi E.M. Salerno; in collaborazione<br />
con Rai Cinema<br />
DISTRIBUZIONE Sacher Distribuzione<br />
CAST Cosimo Rega (Cassio), Salvatore Striano<br />
(Bruto), Giovanni Arcuri (Cesare), Antonio Frasca<br />
(Marcantonio), Juan Dario sonetti (Decio), Vittorio<br />
Parrella (Casca), Rosario Majorana (Metello), Vincenzo<br />
Gallo (Lucio), Francesco De Masi (Trebonio),<br />
Gennaro Solito (Cinna), Francesco Carusone<br />
(Indovino), Fabio Rizzato (Stratone), Maurilio Giaffreda<br />
(Ottavio)<br />
SINOSSI<br />
Teatro del carcere di Rebibbia. La rappresentazione<br />
di Giulio Cesare di Shakespeare ha fine fra gli applausi.<br />
Le luci si abbassano sugli attori tornati carcerati.<br />
Vengono scortati e chiusi nelle loro celle.<br />
Sei mesi prima il direttore del carcere e il regista<br />
teatrale interno spiegano ai detenuti il nuovo progetto:<br />
Giulio Cesare.<br />
Prima tappa: i provini. Seconda tappa l’incontro<br />
col testo. Il linguaggio universale di Shakespeare<br />
aiuta i detenuti-attori a immedesimarsi nei personaggi.<br />
Il percorso è lungo: ansie, speranze, gioco.<br />
Sono i sentimenti che li accompagnano nelle loro<br />
notti in cella, dopo un giorno di prove. Ma chi è<br />
Giovanni che interpreta “Cesare”? Chi è Salvatore<br />
“Bruto”? Per quale colpa sono stati condannati? Il<br />
film non lo nasconde. Frasi scritte centinaia di anni<br />
fa incidono sul presente nel modo che Jan Kott attribuiva<br />
loro nel saggio del 1964 dal titolo “Shakespeare,<br />
nostro contemporaneo”.<br />
ABOUT<br />
Il carcere rappresenta nell’immaginario comune il<br />
luogo di solitudine per eccellenza. Aprendo le<br />
porte all’arte e alla cultura, i detenuti si trovano davanti<br />
agli occhi un temporaneo varco sulla vita, sul<br />
mondo, costruito su una ritrovata, diversa relazione<br />
con l’altro, sia esso il proprio compagno, il<br />
regista, il pubblico. Una ventata di vita racchiusa<br />
in un elaborato progetto artistico, quello della<br />
compagnia teatrale che opera nel carcere di Rebibbia,<br />
capace di mantenerne intatta l’autenticità,<br />
la complessità, la vertigine in un contesto carcerario<br />
generalmente monotono a tratti estraniante<br />
dove si lavora per la riabilitazione di individui che,<br />
33
secondo la legge vigente, hanno compiuto reati<br />
che li hanno resi non più adatti alla vita nella società<br />
civile.<br />
L’arte come anche lo studio - nell’etimologia latina<br />
di studium, amore, passione - rappresentato in<br />
carcere dalle istituzioni scolastiche, universitarie,<br />
dalle iniziative delle associazioni di volontariato -<br />
può certamente risvegliare sensi intorpiditi dalla<br />
condizione di costrizione di esseri umani reali, vivi<br />
nella maggior parte dei casi, come accade fuori,<br />
dotati di grande sensibilità, talento, intelligenza.<br />
Anche quando hanno scritto sulla propria condanna<br />
“fine pena: mai”.<br />
Nonostante la tematica e l’ambientazione, certamente<br />
non facile, e una messa in scena che si avvale<br />
di un bianco e nero capace di scavare<br />
magistralmente nei volti e nell’anima dei protagonisti,<br />
il film, come ha rilevato lo stesso Nanni Moretti<br />
che ne è il distributore, mantiene, complice<br />
probabilmente anche l’esperienza sul campo del<br />
regista Fabio Cavalli, una freschezza e una verità<br />
che spesso emanano le opere prime.<br />
Questo film, insieme a Pina di Wim Wenders, altra<br />
34<br />
pellicola che vedremo nella nostra rassegna lunedì<br />
6 agosto, sottolinea la capacità del cinema di “leggere”<br />
e far vivere altre arti attraverso una diversa<br />
forma comunicativa, differenti strumenti creativi.<br />
Nella messa in scena del “Cesare” shakespeariano,<br />
non vi è solo l’immagine edificante di un gruppo<br />
di individui che fa teatro come terapia verso il cambiamento.<br />
Il Cesare di questi detenuti è un opera<br />
teatrale a tutti gli effetti, che porta in sé tutta la potenza<br />
della riflessione politica, sociale, umana<br />
dell’opera del Bardo.<br />
(Veronica Flora)<br />
FESTIVAL E PREMI<br />
Orso d’oro Festival di Berlino 2012<br />
David di Donatello 2012 per Miglior film, Miglior regia,<br />
Miglior montaggio, Miglior fonico in presa diretta, Miglior<br />
produzione<br />
Nastri d’argento 2012 Premio per il Miglior cast<br />
INTRODUCE IL FILM<br />
SALVATORE STRIANO<br />
(Attore)
Domenica 5 agosto | CInEMA<br />
Piazza dell’Obelisco, ore 18.00<br />
Incontro con l’Autore:<br />
“La democrazia<br />
al cinema”<br />
di Giovanni rizzoni<br />
Il cinema può ancora oggi definirsi la più politica<br />
delle arti.<br />
Un film ben riuscito non ci trasmette solo emozioni,<br />
ma riesce spesso a sollevare, in forma coinvolgente<br />
e diretta - a volte con una sola,<br />
indimenticabile immagine - anche grandi questioni<br />
della politica contemporanea, facendoci riflettere<br />
sulle difficoltà del nostro stare insieme, sui labirinti<br />
del potere, sui dilemmi della democrazia.<br />
A questi temi è dedicato l’incontro con Giovanni<br />
Rizzoni, un autore che si è particolarmente dedicato<br />
al tema dei rapporti fra arti visive e cultura<br />
politica e giuridica.<br />
Partendo dagli spunti contenuti nel suo libro, La<br />
democrazia al cinema - i dilemmi del costituzionalismo<br />
in cinque film, Rizzoni discuterà con il<br />
pubblico alcune delle domande che pongono in<br />
questione il governo democratico contemporaneo:<br />
quali sono oggi le difficoltà della deliberazione<br />
pubblica? La democrazia partecipativa costituisce<br />
un’alternativa a quella rappresentativa? L’ampliamento<br />
delle forme di democrazia diretta è oggi finalmente<br />
possibile? Perché abbiamo bisogno di<br />
una Costituzione?<br />
Le immagini e le storie di alcuni grandi film - compresi<br />
quelli in programmazione nella rassegna TA-<br />
GLIACOZZOINFILM - ci faranno da guida per<br />
esplorare le possibili risposte ad alcune di queste<br />
grandi domande. (Giovanni Rizzoni)<br />
GIOVANNI RIZZONI<br />
Insegna Comparative Constitutional Law alla Facoltà<br />
di scienze politiche dell’Università LUISS<br />
Guido Carli a Roma ed è consigliere parlamentare.<br />
E’ autore di numerose pubblicazioni in materia di<br />
diritto parlamentare e costituzionale. Ha partecipato<br />
in qualità di esperto a una serie di progetti di<br />
cooperazione promossi dell’OCSE e della Commissione<br />
europea per il sostegno e la valutazione di<br />
processi di riforma istituzionale e legislativa in<br />
paesi europei ed extraeuropei.<br />
35
Domenica 5 Agosto | MuSICA<br />
Teatro Talia, ore 21.15<br />
La serva padrona<br />
Santa Cecilia<br />
opera Studio<br />
Ensemble roma Sinfonietta<br />
Direttore: Fabio Maestri<br />
Regia: Cesare Scarton<br />
Intermezzo in due parti di<br />
Gennaro Antonio Federico<br />
Musica di Giovanni Battista Pergolesi<br />
(edizione critica di Fabio Maestri)<br />
Personaggi e Interpreti<br />
Serpina Damiana Mizzi, soprano<br />
Uberto Dario Ciotoli, baritono<br />
Vespone Nicola Ciulla, mimo<br />
Ensemble Roma Sinfonietta<br />
Violini: David Simonacci, Mervit Nesnas<br />
Viola: Lorenzo Rundo<br />
Violoncello: Marco Simonacci<br />
Contrabbasso: Marco Piccirillo<br />
Cembalo: Silvia Paparelli<br />
36<br />
SANTA CECILIA OPERA STUDIO<br />
L'iniziativa di istituire un programma di alto perfezionamento<br />
in canto lirico dedicato alla formazione<br />
professionale di giovani cantanti presso una<br />
struttura adeguata e funzionale nasce dall'esigenza<br />
di salvaguardare quanto resta di un patrimonio<br />
culturale straordinario, quello dell'Opera e del Belcanto,<br />
vero vanto della civiltà italiana dall'inizio del<br />
Seicento in poi, che corre il rischio di scomparire<br />
in tutto il mondo. La problematica situazione delle<br />
scuole di canto, non sempre in grado di assicurare<br />
ai giovani una preparazione soddisfacente, gli innumerevoli<br />
e spesso inutili concorsi, le difficoltà<br />
di inserimento nel mercato del lavoro, il non facile<br />
reperimento da parte dei teatri lirici di compagnie<br />
di canto adeguate, anche per opere di grande repertorio,<br />
sono dimostrazioni più che evidenti della<br />
gravità della crisi. Ciò nonostante, il nostro paese<br />
continua a essere meta di giovani artisti provenienti<br />
da tutto il mondo, alla ricerca di una idonea<br />
preparazione.<br />
L'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, che vanta<br />
una illustre tradizione di corsi di alto perfezionamento<br />
in campo strumentale, ha raccolto questa<br />
sfida dando vita a Santa Cecilia Opera Studio, una<br />
scuola di canto di alto livello che mira a completare<br />
tutti gli aspetti della formazione professionale del<br />
cantante, da quelli più spiccatamente musicali e di<br />
tecnica vocale, a quelli della presenza scenica sul<br />
palcoscenico, della corretta dizione e della scelta<br />
del repertorio. L'intento è anche di sottrarre gli ar-
tisti alle leggi di un mercato non di rado spietato<br />
nello sfruttamento dei giovani talenti, soprattutto<br />
nella delicata fase dell'avvio alla carriera professionale.<br />
Non ultimo dei problemi è infatti il prematuro<br />
logoramento dei mezzi vocali di molti pur<br />
dotati giovani a causa di scelte sbagliate di repertorio.<br />
Dalla prima sessione tenuta nel 2004, gli allievi effettivi<br />
di Santa Cecilia Opera Studio sono stati diverse<br />
centinaia, provenienti da ogni parte del<br />
mondo, molti dei quali hanno poi iniziato importanti<br />
carriere solistiche. Una parte fondamentale<br />
del percorso formativo di Santa Cecilia Opera Studio<br />
è infatti la creazione di concrete opportunità<br />
professionali, grazie alla programmazione di concerti<br />
e recital nel corso dell’anno, alla realizzazione<br />
di progetti di teatro musicale e alle numerose collaborazioni<br />
con teatri e festival in Italia e all’estero.<br />
L’attività di Santa Cecilia Opera Studio è resa possibile<br />
grazie al generoso contributo di Laurel<br />
Schwartz, che da anni sostiene e segue con passione<br />
e disinteressata attenzione lo sviluppo del<br />
progetto e la crescita dei tanti giovani che vi partecipano.<br />
Altrettanto importante è la collaborazione<br />
con la Fondazione Boris Christoff, che contribuisce<br />
alla realizzazione delle sessioni di studio e delle attività<br />
artistiche programmate nel corso dell'anno.<br />
Santa Cecilia Opera Studio beneficia inoltre del<br />
prezioso contributo di Infocamere, che da alcuni<br />
anni promuove la produzione di CD e DVD dei concerti<br />
e delle opere realizzate, e della Fondazione Ettore<br />
Paratore. Prosegue, infine, nella cornice dello<br />
splendido Teatro Flavio Vespasiano di Rieti, la frut-<br />
tuosa collaborazione con il Reate Festival iniziata<br />
nel 2009 all'insegna del Belcanto. Grazie alla partecipazione<br />
al progetto europeo Euroclassical, di<br />
cui l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia è membro,<br />
i concerti degli artisti di Santa Cecilia Opera<br />
Studio saranno fruibili sul sito www.classicalplanet.com.<br />
L’Ensemble Roma Sinfonietta si è costituito in<br />
seno all’Orchestra Roma Sinfonietta- che dal 1993<br />
svolge un’intensa attività concertistica collaborando<br />
con i maggiori esponenti della musica per<br />
il cinema e non solo (Ennio Morricone, Nicola Piovani,<br />
Luis Bacalov, Quincey Jones, Roger Waters,<br />
Dulce Pontes, Mariella Devia, Claudio Baglioni, Michael<br />
Bolton, Michael Nyman, Gianni Ferrio e<br />
presso l ‘Università di Roma Tor Vergata - per approfondire<br />
e diffondere un repertorio raro.<br />
37
Lunedì 6 agosto | CInEMA<br />
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />
Pina<br />
Germania, 2011, 100 min<br />
rEGIA Wim Wenders<br />
SCENEGGIATURA Wim Wenders<br />
FOTOGRAFIA Hélène Louvart<br />
SCENOGRAFIA Péter Pabst<br />
COSTUMI Rolf Börzik, Marion Cito<br />
MONTAGGIO Toni Froschhammer<br />
MUSICA Thom Hanreich<br />
PRODUTTORE Gian-Piero Ringel, Wim Wenders<br />
DISTRIBUZIONE BiM Distribution<br />
CAST Pina Bausch, Regina Advento, Malou Airaudo,<br />
Ruth Amarante, Rainer Behr, Andrey Berezin,<br />
Damiano Ottavio Bigi, Bénédicte Billet, Ales<br />
Cucek, Clementine Deluy, Josephine Ann Endicott,<br />
Lutz Förster<br />
SINOSSI<br />
Il film è un tributo alla celebre coreografa tedesca<br />
Pina Bausch e alla sua compagnia di teatrodanza<br />
a Wuppertal. Il progetto inizia nel 2008 e prosegue<br />
anche dopo la morte di Pina Bausch, avvenuta<br />
nell’estate del 2009.<br />
ABOUT<br />
Pina è un film speciale per diversi motivi. È innan-<br />
38<br />
zitutto un’occasione per conoscere una delle figure<br />
più straordinarie della danza del Novecento, Pina<br />
Bausch; e farlo attraverso lo sguardo poetico di un<br />
grande cineasta, che ha saputo cogliere e rendere<br />
sullo schermo il senso più intimo del lavoro della<br />
coreografa tedesca, celebre per aver creato a partire<br />
dalla fine degli anni settanta un nuovo genere<br />
di danza, estraneo sia ai codici del balletto che a<br />
quelli della danza moderna di allora.<br />
Il progetto del film nasceva nel 1985 quando Wenders<br />
vide per la prima volta e in modo del tutto casuale<br />
la compagnia tedesca del Wuppertal<br />
Tanztheater in scena al teatro la Fenice di Venezia;<br />
fu un incontro travolgente fino alle lacrime con la<br />
potenza di un linguaggio del corpo che non immaginava<br />
minimamente fosse in grado di affascinarlo,<br />
tanto da cambiargli la vita - dice lo stesso<br />
Wenders - e portandolo a pensare addirittura che<br />
forse neanche tutta la storia del cinema gli avesse<br />
mai restituito tanta verità sulla vita.<br />
Per quanto scosso da quell’esperienza, il regista<br />
sentì di passare alla realizzazione del progetto solo<br />
dopo la scoperta della soluzione tecnologica del<br />
3D, ossia dopo oltre vent’anni di amicizia fra i due
artisti, anni in cui l’idea di fare un film insieme<br />
aveva iniziato a prendere forma concretizzandosi<br />
poi nel 2008 con la selezione del materiale su cui<br />
lavorare.<br />
Sono quattro le coreografie che Pina aveva scelto<br />
come base per il documentario - “Café Müller”, “Le<br />
Sacre du Printemps”, “Vollmond” e “Kontakthof”<br />
- e non a caso le prime due sono le stesse che<br />
Wenders vide quella volta a Venezia. Ma nel giugno<br />
2009, a un passo dall’inizio delle riprese, la<br />
coreografa morì improvvisamente, lasciando nelle<br />
mani del regista e dei suoi danzatori la concezione<br />
dell’impianto drammaturgico del film.<br />
Il film è un ulteriore approfondimento da parte di<br />
Wenders dell’opera rivoluzionaria di Pina Bausch.<br />
Il regista, infatti, gira per intero le coreografie<br />
scelte, ma decide di imperniare la sua ricerca sugli<br />
assoli dei danzatori, e per costruirli adotta la stessa<br />
modalità della coreografa, probabilmente la chiave<br />
innovativa di tutto il suo lavoro, di rivolgere loro<br />
delle domande personali, chiedendo di rispondere<br />
con il solo movimento del corpo. Non mancano le<br />
voci dei danzatori, ma esse sono lasciate rigorosamente<br />
fuori campo mentre l’inquadratura fissa<br />
sul primo piano di ognuno ne analizza il ritratto.<br />
Quelle di Wenders sono domande su Pina ovviamente<br />
e gli assoli, dunque, costituiscono le risposte<br />
dei danzatori su di lei, sequenze di grande<br />
impatto emozionale, in cui certamente giocano un<br />
ruolo determinante la colonna sonora molto suggestiva<br />
e il serrato ritmo visivo dato dal contrasto<br />
delle ambientazioni. In uno sfondo di volta in volta<br />
industriale, naturale, metropolitano, teatrale in cui<br />
i corpi bauschiani in abiti da sera dall’inconfondibile<br />
eleganza lottano, desiderano, amano, esprimono<br />
gioia, ma anche dolore, comunicano<br />
insomma un’interiorità. La macchina da presa ne<br />
scruta il movimento in rapporto a uno spazio che<br />
per lo spettatore diviene avvolgente, realizzando<br />
quella compenetrazione fra linguaggio cinematografico<br />
e coreografico che è senza altro una delle<br />
cifre più caratteristiche di questo film. (Annamaria<br />
Corea)<br />
FESTIVAL E PREMI<br />
Deutscher Filmpreis 2011: Miglior documentario<br />
È stato inoltre presentato fuori concorso alla 61ª edizione<br />
del Festival Internazionale del cinema di Berlino il 13 febbraio<br />
2011. In Italia è stato presentato nella sezione<br />
Eventi speciali della 6ª edizione del Festival Internazionale<br />
del Film di Roma.<br />
INTRODUCE IL FILM<br />
ANNAMARIA COREA<br />
(Dottore di ricerca in “Tecnologie digitali e metodologie<br />
per la ricerca sullo spettacolo”, esperta<br />
di danza, Sapienza, Università di Roma)<br />
39
Martedi 7 Agosto | TEATro<br />
Piazza Obelisco, ore 21.00<br />
Mare al mattino<br />
reading con<br />
Sergio Castellitto<br />
e Margaret Mazzantini<br />
Dal romanzo omonimo di<br />
Margaret Mazzantini<br />
Farid è un bambino libico, la sua casa è circondata<br />
dal deserto, il suo migliore amico è una gazzella<br />
che lo guarda teneramente. Quando tutto sembra<br />
perduto, la madre giovane e bella, Jamila, cerca di<br />
fuggire via mare su una piccola barca, insieme a<br />
molti altri, in cerca di libertà da una dittatura feroce.<br />
Farid non aveva mai visto il mare, questa<br />
grande, superficie blu che non mantiene la promessa<br />
di una nuova vita, diventando invece il loro<br />
carcere. Vito è un ragazzo siciliano che è cresciuto<br />
ascoltando le storie raccontate da sua madre e sua<br />
nonna, appartenenti alla comunità italiana che<br />
Gheddafi ha cacciato da Tripoli negli anni Settanta.<br />
Vito sta guardando lo stesso tratto di mare tra Italia<br />
e Libia, ma dalla spiaggia di un'isola sul lato opposto.<br />
Un racconto di toccante intensità, Mare al<br />
mattino affronta il tema universale della migrazione<br />
delle persone, il destino di coloro che diventano<br />
esiliati dalla loro case, dai parenti e dalle<br />
40<br />
radici, la violenza della guerra e della natura, la<br />
forza delle donne, quando si deve difendere il futuro<br />
dei loro figli, la speranza del genere umano<br />
per una vita migliore. Un'opera che conferma il talento<br />
di Margaret Mazzantini come scrittrice vicino<br />
al cuore dei lettori, che sa descrivere con il linguaggio<br />
terso della letteratura gli aspetti più oscuri<br />
della nostra presenza, con l'impegno di difendere<br />
il diritto di tutti gli esseri umani alla dignità e di rispettare<br />
e valorizzare il dovere di tutte le persone<br />
adulte di far crescere figli che siano felici.<br />
MARGARET MAZZANTINI<br />
E’ nata a Dublino in Irlanda dallo scrittore Carlo<br />
Mazzantini e la pittrice Anne Donnelly. Terza di<br />
quattro figlie vive l’infanzia in giro per l’Europa, in<br />
Spagna e a Tangeri, fino a stabilirsi a Tivoli, nella<br />
campagna alle porte di Roma. Frequenta l'Accademia<br />
d'arte drammatica Silvio D'Amico di Roma<br />
dove si diploma nel 1982. A vent’anni debutta al<br />
Teatro Olimpico di Vicenza interpretando Ifigenia<br />
nell’omonima tragedia di Wolfgang Goethe e continua<br />
la sua formazione attraverso testi fondamentali,<br />
come Tre sorelle di Chechov al Teatro di<br />
Genova, Antigone di Sofocle al teatro Greco di Taormina<br />
con Turi Ferro, Mon Faust di Paul Valéry<br />
nel 1987 al Piccolo di Milano con Tino Carraro,<br />
Bambino di Susan Sontag e Praga Magica di Angelo<br />
Maria Ripellino al Festival dei due Mondi di<br />
Spoleto. Nel 1987 si sposa con l’attore Sergio Castellitto<br />
con cui inizierà anche un importante percorso<br />
artistico. Nel 1992 e 1993, con Castellitto,<br />
ha interpretato, fra l’altro, la fortunata pièce A piedi
nudi nel parco di Neil Simon. Il suo esordio in letteratura<br />
è del 1994 con Il catino di zinco (Marsilio)<br />
che vince il Premio Selezione Campiello. Seguono<br />
Manola (Mondadori, 1999) e nel 2001 Non ti muovere<br />
(Mondadori) con cui vince nel 2002 il premio<br />
Strega e, tra gli altri, il premio Grinzane Cavour e<br />
il premio internazionale Zepter come miglior libro<br />
europeo. Non ti muovere è stato un caso editoriale<br />
da quasi due milioni di copie ed è stato tradotto in<br />
35 paesi. Nel 2003 lavora a Zorro - un eremita sul<br />
marciapiede (Mondadori), un monologo teatrale<br />
interpretato da Sergio Castellitto. Nel novembre<br />
2008, sempre per l’editore Mondadori, pubblica<br />
Venuto al mondo che vince il premio Campiello<br />
2009 ed è in fase di preparazione il progetto di realizzazione<br />
del film. Nessuno si salva da solo, pubblicato<br />
da Mondadori nel 2011, è il suo ultimo<br />
romanzo. Attualmente vive a Roma con il marito e<br />
i loro quattro figli.<br />
SERGIO CASTELLITTO<br />
Attore , sceneggiatore e regista tra i più importanti<br />
del cinema italiano. Originario di Campobasso,<br />
frequenta l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica<br />
“Silvio d’Amico”. Lavora in teatro con Luigi<br />
Squarzina e Aldo Trionfo. Inizia poi la sua carriera<br />
cinematografica come attore accanto a Marcello<br />
Mastroianni, segue poi il film “La famiglia” di Ettore<br />
Scola. Nel 1990 vince il David di Donatello<br />
come attore per il film di Carlo Vanzina “Tre colonne<br />
in cronaca”, e il premio Nastro d’argento per<br />
il ruolo interpretato nel film di F. Archibugi “Il<br />
grande cocomero”. Con “L’uomo delle stelle” di G.<br />
42<br />
Tornatore vince il secondo Nastro d’argento. Nel<br />
2002 è protagonista del film di M. Bellocchio<br />
“L’ora di religione”. Come regista esordisce al cinema<br />
con il film “Libero burro” presentato alla<br />
Mostra di Venezia e nel 2004 dirige il film “Non ti<br />
muovere” tratto dall’omonimo romanzo della moglie<br />
Margaret da lui interpretato a fianco di Penelope<br />
Cruz. Acclamato dal pubblico e dalla critica il<br />
film, presentato al Festival di Cannes, vince numerosi<br />
premi, tra cui il David di Donatello a Penelope<br />
Cruz, il Nastro d’argento per la miglior sceneggiatura,<br />
il Globo d’oro 2005 come miglior film e 5 Nastri<br />
d’argento 2005. Nel 2005 torna a lavorare con<br />
Bellocchio ed è protagonista nel film ”Il regista di<br />
matrimoni” presentato a Cannes (un certain renard)<br />
. Lavora poi nel film di Gianni Amelio “La<br />
stella che non c’è “ e nel 2008 è nella megaproduzione<br />
americana di “Le cronache di Narnia:Il principe<br />
Caspian”, secondo capitolo della fortunata<br />
serie. Nel 2009 è alla Mostra del Cinema di Venezia<br />
con il film di V.Terracciano “Tris di donne e abiti<br />
nuziali”. Attualmente sta lavorando all’uscita del<br />
suo prossimo film tratto dal romanzo di Margaret<br />
“Venuto al mondo”.<br />
Note a cura di Antonia Renzella
Mercoledi 8 agosto | CInEMA<br />
Palazzo Ducale, ore 18.00<br />
zavorra<br />
Italia, 2012, 50 min<br />
rEGIA Vincenzo Mineo<br />
FOTOGRAFIA Bruno Fundarò<br />
MONTAGGIO Dario Indelicato<br />
SUONO Alessandro Boscolo<br />
PRODUZIONE Prodotto da Vincenzo Mineo – Trinacria<br />
Visual Art. In collaborazione con Associazione<br />
Culturale Bogotà<br />
CAST Il cast è composto dal personale e dagli anziani<br />
ospiti dei centri geriatrici di Trapani<br />
SINOSSI<br />
Spesso le persone anziane vivono in isolamento,<br />
ai margini di una condizione sociale e affettiva, e<br />
gli ospizi sono un grande aiuto in questo senso,<br />
perché offrono loro sostegno e cure, la possibilità<br />
di avere compagnia e conforto.<br />
FESTIVAL E PREMI<br />
Finalista David di Donatello – Documentari di lungometraggio<br />
2012<br />
Cargo<br />
Italia, 2010, 48 min<br />
rEGIA Vincenzo Mineo<br />
FOTOGRAFIA Bruno Fundarò<br />
MONTAGGIO Dario Indelicato<br />
SUONO Alessandro Boscolo<br />
MUSICA Linda Maria Bongiovanni<br />
PRODUZIONE Prodotto da Vincenzo Mineo – Trinacria<br />
Visual Art. In collaborazione con Associazione<br />
Culturale Bogotà<br />
CAST Il cast del documentario è composto dall’equipaggio<br />
della nave INDIGO POINT – PB TAN-<br />
KERS<br />
SINOSSI<br />
CARGO vuole rendere testimonianza non solo del<br />
lavoro svolto a bordo da ufficiali e marinai, ma<br />
vuole anche sentire le loro storie, le loro solitudini<br />
e i momenti di aggregazione, il tempo libero e i<br />
contatti con la terraferma. Tutto questo per far conoscere<br />
il piacere e le difficoltà di un lavoro svolto<br />
sul mare, su una nave che diventa anch’essa protagonista,<br />
un’isola in movimento vissuta da una<br />
eterogenea comunità-equipaggio in “isola-mento”,<br />
con le sue gerarchie e i suoi equilibri, con i suoi<br />
sogni e i suoi desideri.<br />
FESTIVAL E PREMI<br />
In concorso Documentari – David di Donatello 2010<br />
43
Mercoledi 8 Agosto | DAnzA<br />
Piazza Obelisco, ore 21.15<br />
In Mozart +<br />
Free Chocolate<br />
Love<br />
BTT - Balletto del<br />
Teatro di Torino<br />
Direttore: Loredana Furno<br />
In MozArT<br />
Musiche MICHAEL NYMAN<br />
da Drowning by Numbers<br />
FrEE CHoCoLATE LoVE<br />
Un tributo a Andy Warhol Mito della POP Art<br />
Musiche DAVID SHEA + SCANNER<br />
Coreografie MATTEO LEVAGGI<br />
Danzatori Kristin Furnes, Manuela<br />
Maugeri, Viola Scaglione,<br />
Denis Bruno, Giuseppe<br />
Inga, Vito Pansini<br />
Luci, Fabio Sajiz<br />
Produzione Balletto Teatro di Torino<br />
Co-produzione Lavanderia a Vapore<br />
di Collegno<br />
44<br />
Matteo Levaggi crea nel 2005 Drowning by Numbers<br />
per il Balletto dell’Arena di Verona, su musiche<br />
eseguite dal vivo di Michael Nyman. Riprende
oggi il balletto riadattandolo agli straordinari danzatori<br />
del Balletto Teatro di Torino.<br />
La Michael Nyman Band debutta al National Thea-<br />
tre di Londra, eseguendo il famoso brano In Re<br />
Don Giovanni, in cui le prime 16 battute dall'Aria<br />
del Don Giovanni venivano smontate e riassemblate<br />
in una originale combinazione di musica<br />
classica occidentale, rock'n'roll e minimalismo. Da<br />
allora Nyman ha fatto spesso riferimento a Mozart<br />
nelle sue colonne sonore e nelle sue composizioni.<br />
Il primo è proprio quello della colonna sonora del<br />
film Drowning by Numbers di Peter Greenaway,<br />
una "esplorazione" delle qualità ritmiche, melodiche<br />
e armoniche che Nyman trovò così misteriosamente<br />
attraenti nel lento movimento della<br />
Sinfonia Concertante per violino e viola di Mozart.<br />
Ne nasce un pezzo musicale esplosivo, ricco di<br />
suoni e suggestioni, in cui far immergere una<br />
danza ben ancorata al vocabolario classico, come<br />
del resto è qui la musica, ma attraversata da un<br />
grande sentire contemporaneo.<br />
La seconda parte della serata riprende in una<br />
nuova forma, il primo lavoro coreografico di Levaggi<br />
per ensemble, ispirato al mito della Pop Art,<br />
Andy Warhol.<br />
Free Chocolate Love, sulla trascinante e ipnotica<br />
musica dell’americano David Shea e dell’inglese<br />
Scanner, ci immerge in un mondo colorato, in cui<br />
i danzatori si mettono in mostra, si scambiano i<br />
ruoli, trascinando il pubblico in un vortice di danza<br />
e musica elettronica per giovani amanti (come gli<br />
autori stessi la defininiscono) e un mondo Glamour.<br />
Pop, Star, Pose, Love, Smootchy, Andy, Karole<br />
and me!<br />
45
Giovedi 9 Agosto | MuSICA<br />
Chiostro di San Francesco, ore 21.15<br />
Colours<br />
Bozen Brass Quintet<br />
In the Stone (Earth, Wind and Fire)<br />
La Vie en Rose (Edith Piaf)<br />
Sonate 3 in C Moll (Gottfried Finger)<br />
Schlagerparade (Potpourri)<br />
Duetto buffo di due gatti (Gioacchino Rossini)<br />
Von Fremden Ländern und Menschen (R. Schumann)<br />
***<br />
Child's Anthem (Toto)<br />
Bad Girl (Jamiroquai)<br />
She's a Maniac (Michael Sembello)<br />
Billy Jean (M. Jackson)<br />
Time of my life (Bill Medley)<br />
Englishman in New York (Sting)<br />
Nocturne (F. Mendelssohn)<br />
Not Yet (Michel Camillo)<br />
I Bozen Brass sono un quintetto di<br />
ottoni che non si può classificare<br />
secondo le comuni categorie. Si potrebbero<br />
definire innanzitutto curiosi,<br />
i cinque sudtirolesi, e sempre<br />
pronti a sorprendere.<br />
46<br />
Norbert Fink al corno, Stefan Mahlknecht al trombone,<br />
Robert Neumair alla tromba, Toni Pichleralla<br />
tuba e Anton Ludwig Wilhalm alla tromba sono nel<br />
gruppo dal 2003, e da allora sono in cammino, insieme,<br />
verso traguardi alti e lontani.Basilare è la<br />
solida formazione musicale che sorregge ognuno<br />
dei componenti, acquisita presso le migliori istituzioni<br />
musicali in patria e all'estero, accompagnata<br />
da un'esperienza esecutiva multiforme, tra<br />
orchestre ed ensemble di respiro internazionale.<br />
Ulteriori importanti ingredienti sono l'amore per la<br />
musica e il puro piacere nel praticarla, che in qualità<br />
di insegnanti riescono pure a trasmettere bene<br />
ai loro allievi. Essi offrono agli ascoltatori un arco<br />
di proposte musicali davvero ricco, attraverso ogni<br />
epoca della storia della musica e passando per<br />
ogni stile.
Venerdì 10 agosto | CInEMA<br />
Palazzo Ducale, ore 18.00<br />
Cadenas<br />
Italia, 2012, 60 min<br />
rEGIA Francesca Balbo<br />
SCENEGGIATURA Francesca Balbo<br />
FOTOGRAFIA Francesca Balbo e Andrea Turri<br />
MONTAGGIO Carlotta Cristiani e Bruno Oliviero<br />
MUSICA Dario Miranda<br />
SUONO Mirko Guerra, Alberto Gallo<br />
COORDINAMENTO DISTRIBUZIONE Antonietta<br />
Bruni<br />
PRODUTTORE Alessandro Borrelli<br />
PRODUZIONE La Sarraz Pictures srl<br />
Realizzato con il contributo del MiBAC - Direzione<br />
Generale per il Cinema-Film d’interesse culturale<br />
ABOUT<br />
In quella parte di Sardegna che si snoda tra la Trexenta,<br />
il Campidano e il Gennargentu corre un<br />
treno senza tempo, il cui passaggio è salutato da<br />
piccoli puntini gialli che agitano una paletta verde<br />
e rossa, le “guarda-barriera”.<br />
Un lavoro che si eredita in linea femminile da generazioni.<br />
Bloccano il traffico al passare del treno, poche<br />
centinaia di chilometri di rotaie secondarie che in-<br />
crociano strade secondarie percorse da macchine,<br />
trattori, pecore e apecar.<br />
Ad ogni incrocio presidiato da una signora in giubbottino<br />
fluorescente il macchinista tira una corda<br />
e alza il braccio per salutare. Il treno supera con<br />
un fischio la “guarda-barriera” e corre via nella<br />
polvere, scomparendo dietro una curva: uomini,<br />
macchine e animali sono finalmente liberi dalla catena<br />
che chiude l’accesso ai binari.<br />
Intorno il paesaggio alterna campi gialli e muretti<br />
a secco, pianure macchiate di cactus, foreste e<br />
strette gole di montagna.<br />
Il film racconta queste donne, le “guarda-barriera”<br />
sui binari delle Ferrovie della Sardegna: la loro vita,<br />
il loro lavoro, il rapporto con il tempo e lo spazio<br />
della Ferrovia.<br />
Sono donne che, come molte altre donne nel<br />
mondo, lottano per i loro diritti di lavoratrici e per<br />
una migliore qualità della vita, mentre vivono immerse<br />
nell’attesa, circondate da una natura immobile,<br />
dove ogni elemento del progresso<br />
rappresenta una minaccia.<br />
FESTIVAL E PREMI<br />
Vincitore del Premio di sceneggiatura per il documentario<br />
“Solinas 2009”<br />
47
Venerdi 10 Agosto| TEATro rAGAzzI<br />
Teatro Talia, ore 17.00<br />
Piccolo<br />
piccolissimo<br />
grande<br />
grandissimo<br />
Compagnia Teatro dei Colori<br />
Per gli alunni grandi della scuola dell’infanzia e<br />
della scuola primaria<br />
Testo, spazio, regia: Gabriele Ciaccia<br />
da ‘Cipì’ di Mario Lodi<br />
Interpreti: Gabriele Ciaccia, Monica Di Bernardo,<br />
in collaborazione Valentina Ciaccia<br />
Diapositive :Giuseppe Pantaleo<br />
Suono - Luci: Roberto Santavicca<br />
Figure: Bartolomeo Giusti<br />
Musiche : Maria Rita Fracassi<br />
Produzione: Gabriella Montuori<br />
Un uccellino, “Cipì” nasce sotto i tetti, affronta le<br />
difficoltà della natura, della città, la paura degli animali<br />
più grandi, conoscerà la prigionia, la fame e<br />
scoprirà la libertà in un mondo che va tutto capito<br />
e conquistato. Un mondo dove il vento, il sole, il<br />
48<br />
temporale sono grandi forze attraverso le quali si<br />
giunge ad essere coraggiosi vincendo ogni prova.<br />
Poi ci sono gli altri, i simili, con i quali salire fino<br />
alle nuvole, per diventare sempre più uniti per abbracciarsi<br />
e per amarsi, e stare fermi a guardare<br />
due stelle scese dal cielo che raccontano della<br />
notte incantevole. La storia, scritta dai ragazzi e<br />
dal loro maestro, descrive gli avvenimenti scoperti<br />
nella natura, dove emergono esperienze che vivono<br />
parallelamente a quelle dei bambini. In questo<br />
processo di identificazione si scopre un po’<br />
della vita e lo si fa anche con il teatro. Lo spettacolo<br />
si costruisce intorno a due attori-narratori che<br />
giocano con piccoli elementi di luce, pupazzi, diapositive,<br />
oggetti ingranditi dalle ombre, trasformando<br />
così lo spazio del racconto in un grande<br />
luogo immaginario. “Cipì” e stato scritto da un<br />
maestro - scrittore speciale: Mario Lodi, insieme<br />
ai suoi alunni, è uno dei classici della letteratura<br />
per l’infanzia italiana, una sensibilità nuova a misura<br />
dei bambini, per costruire una visione diversa<br />
del mondo.<br />
Associazione Teatro dei Colori Onlus<br />
L’Associazione TEATRO DEI COLORI Onlus, Centro<br />
di Ricerca e Pedagogia nello Spettacolo, nasce nel<br />
1987 ad Avezzano, Presidente e Legale rappresentante<br />
la dott.sa Gabriella Montuori, Direttore Artistico<br />
il prof. Gabriele Ciaccia.<br />
Gode del riconoscimento del Ministero per i Beni<br />
e le Attività Culturali – Direzione Generale per lo<br />
Spettacolo dal Vivo sin dal 1987 .<br />
Dal 1994 è socia AGIS (Associazione Generale Ita-
liana Spettacolo) nell'ambito della Federazione dei<br />
Teatri d’Arte Contemporanea , sezione Associazione<br />
Nazionale delle Compagnie e delle Residenze<br />
di Innovazione Teatrale.<br />
Ha collaborato e collabora inoltre con Università,<br />
Accademie e Centri di ricerca.<br />
Svolge attività di tournèe e partecipa a festival e<br />
rassegne teatrali su tutto il territorio nazionale.<br />
L’ Associazione Teatro Dei Colori Onlus ha ottenuto<br />
il primo posto nell'ambito dell' Osservatorio Cri-<br />
tico dell' E.T.I. (Roma 1988) con lo spettacolo “Colori...immaginare<br />
l'immagine” , ed ha vinto il “Premio<br />
Ribalta” con lo spettacolo “Il mago dei<br />
Numeri” da H.M. Enzesberger.<br />
Ha realizzato con il F.S.E. POR Regione Abruzzo i<br />
Progetti di Alta formazione “Il gioco del teatro” e<br />
”Dalle mani al teatro” nell’anno 2000; “Il corpo,<br />
l’oggetto, lo spazio” nell’anno 2002; “Spettacolo:<br />
creazione, progettazione, comunicazione” nel periodo<br />
2007 – 2008.<br />
49
Venerdi 10 Agosto | DAnzA<br />
Piazza Obelisco, ore 21.15<br />
Eleonora Duse<br />
arte, passione e mito<br />
Astra roma Ballet<br />
di Diana Ferrara<br />
Coreografie: Sabrina Massignani<br />
Assistente IreneVincoletto<br />
Musica di G.Kremer, M.Richter, G.Fauré, E.Morricone,<br />
Hans Zimmer<br />
Ricerca e collaborazione letteraria di FILIPPO CA-<br />
BURLOTTO<br />
Sceneggiatura di FRANCESCA ANZALONE<br />
Costumi di LORENZA SAVOINI<br />
Direzione organizzativa ed artistica Diana Ferrara<br />
“l’arte è la vita”<br />
L’arte per Eleonora Duse, è indissolubilmente legata<br />
alla vita. Lo spettacolo vuole ripercorrere in<br />
modo emozionale la costante dicotomia e contraddittorietà<br />
sentimentale che ha caratterizzato l’intera<br />
vita della Divina, indissolubilmente legata al palcoscenico.<br />
Il balletto vuole quindi omaggiarla presentandola<br />
in momenti di forte coinvolgimento<br />
emozionale percorrendo tre aspetti suggeriti già<br />
nel titolo stesso, arte, passione e mito.<br />
L’arte è la vita. Eleonora Duse, simbolo indiscusso<br />
50<br />
del teatro moderno non è solo artista, ma capocomico,<br />
manager di una sua compagnia, musa ispiratrice<br />
e soggetto artistico, donna di grande<br />
tenacia e forti passioni ma contemporaneamente<br />
vittima e carnefice della sua stessa personalità.<br />
Le passioni. Donna dal temperamento passionale,<br />
dal grande coinvolgimento artistico si lega a uomini<br />
di cultura, di arte, di spettacolo. Si innamora<br />
dell’artista prima ancora che dell’uomo.<br />
Il mito. La vita per lei è palcoscenico, recitazione,<br />
finzione, illusione, personaggi. E’ la Divina, è la<br />
grande Eleonora Duse, la tragica, colei che ha<br />
cambiato il modo di recitare, la donna moderna,<br />
l’innovatrice, l’anticonformista.<br />
Interpreti: Eleonora Duse Beatrice Munarin<br />
e con Alexandra Ben Karaa, Aurora Licitra, Giulia<br />
Torri/ Agnese Zanetti, Tommaso Avezzano Comes,<br />
Elidon Zemblaku, Giorgio Iacono.<br />
Astra Roma Ballet<br />
La Compagnia ASTRA ROMA BALLET creata nel<br />
1985 da Diana Ferrara, Prima Ballerina Etoile del<br />
Teatro dell’Opera di Roma e sostenuta in parte dal<br />
contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali,<br />
è formata da un gruppo di giovani danzatori<br />
in grado di affrontare i più diversi stili di danza.<br />
La freschezza e l’agilità del gruppo consentono di<br />
diffondere in maniera capillare lo spettacolo di<br />
danza, sia nelle grandi città italiane ed estere, che<br />
nei piccoli centri, avvicinando così il più vasto pubblico<br />
al balletto classico, al neoclassico e al contemporaneo.<br />
L’ASTRA ROMA BALLET ha ormai al suo attivo più
di settecento rappresentazioni nei grandi teatri italiani,<br />
nelle rassegne, nei Festival, nonché all’estero:<br />
in Canadà, Stati Uniti, Senegal, Scozia, Germania,<br />
Svizzera, Tunisia, Marocco, Guatemala, Panama,<br />
Spagna, Siria, Corea, Ungheria, Cipro, Algeria.<br />
Ha lavorato con affermati coreografi come Luciano<br />
Cannito, Massimo D’Orazio, Marcia Plevin,<br />
Paolo Mohovic, Attila Silvester, Pieter van der<br />
Sloot, Alessandro Vigo, Loris Petrillo, Donella<br />
Bucca, Enrico Morelli, Daniela Megna, Veronica<br />
Frisotti, Roberto Sartori, Sabrina Massignani.<br />
Novità assoluta 2012 “ELEONORA DUSE, l’arte, la<br />
passione, il mito” coreografia di Sabrina Massignani.<br />
51
Sabato 11 agosto | CInEMA<br />
Palazzo Ducale, ore 18.00<br />
Bakroman<br />
Italia, 90 minuti, 2010<br />
rEGIA Gianluca De Serio,<br />
Massimiliano De Serio<br />
SCENEGGIATURA Gianluca De Serio, Massimiliano<br />
De Serio<br />
FOTOGRAFIA Gianluca De Serio<br />
MONTAGGIO Stefano Cravero<br />
SUONO Andrea Viali<br />
PRODUZIONE Alessando Borrelli - La Sarraz Pictures<br />
s.r.l.; in collaborazione con Kivanis International<br />
CAST Tasserè, Aziz, Omar, Sofie e i Ragazzi di<br />
Strada del “Sindacato” di Ouaga<br />
“Bakroman” è stato sostenuto da:<br />
Film Commission Torino Piemonte<br />
Piemonte Doc Film Fund (Fondo Regionale per il<br />
Documentario - Sviluppo Settembre 2009)<br />
SINOSSI<br />
In lingua moré (Burkina Faso) “bakroman” significa<br />
“ragazzo di strada”: nelle strade di Ouagadougou<br />
(capitale del Burkina Faso) più di seicento<br />
ragazzi vivono senza niente da mangiare, né un<br />
tetto sotto cui dormire.<br />
Eppure, si sono uniti in un “sindacato”, per difen-<br />
52<br />
dere i propri diritti e coltivare le proprie speranze.<br />
Per poter uscire, un giorno, dalla strada.<br />
FESTIVAL E PREMI<br />
Premio Migliore Documentario Italiano – Torino Film Festival<br />
Gianluca e Massimiliano De Serio<br />
I loro cortometraggi hanno ottenuto candidature<br />
al Globo d’Oro e ai David di Donatello (2005 e<br />
2006) e vinto tre Nastri d’Argento (2004, 2005,<br />
2006).<br />
Il loro ultimo film SETTE OPERE DI MISERICOR-<br />
DIA (2011) con Roberto Herlitzka ha ricevuto numerosi<br />
riconoscimenti internazionali, tra cui il<br />
Premio della Giuria al Film Festival di Marrakech<br />
e diverse candidature ai Nastri d’argento<br />
2012.<br />
SOLIDARIETA’<br />
In occasione della proiezione di BAKROMAN nell’ambito<br />
di TAGLIACOZZOINFILM è prevista la possibilità<br />
di offrire un contributo per la causa del<br />
“Sindacato” dei Ragazzi di Strada di Ouaga attraverso<br />
l’Associazione Ajer con il Progetto BAKRO-<br />
MAN del CISV. http://www.cisvto.org/
Sabato 11 Agosto | TEATro<br />
Palazzo Ducale, ore 21.15<br />
Fatto Teatro un<br />
foglio al mio pensiero<br />
vita di Petronilla Paolini Massimi,<br />
fra 3 stanze, sonetti e madrigali<br />
Associazione Musamoi<br />
Drammaturgia e regia: Maria Luisa Bigai<br />
da testi editi inediti e documenti storici<br />
Con Maria Luisa Bigai e Maria Teresa Pintus e<br />
Nicola Pisani (sax), Carlo Cimino (contrabbasso)<br />
Ricerca immagini e collaborazione alla drammaturgia<br />
Maria Teresa Pintus<br />
Ricerca musicale e musiche originali dal vivo<br />
di Nicola Pisani e Carlo Cimino<br />
In un' epoca di Papi sovrani, di nobili squattrinati<br />
ed ambiziosi secolo di menzogne, agguati e pubblico<br />
decoro, una Signora ebbe il gravissimo difetto<br />
di amare la letteratura..<br />
Prodotto da Mùsamoi per il Festival di Mezzestate<br />
di <strong>Tagliacozzo</strong> (AQ), questo progetto restituisce<br />
voce e suono alla straordinaria vicenda di<br />
una donna che senza muovere in piedi gira il<br />
mondo e con la scrittura si salva la vita e diviene<br />
“Immortale”...<br />
Petronilla Paolini Massimi è innanzitutto una delle<br />
poche autrici del Settecento annoverate in tutte le<br />
più prestigiose antologie della letteratura Italiana.<br />
Ma leggendo le sue lettere, le testimonianze, gli<br />
atti processuali che hanno a che fare con la sua vicenda<br />
umana e personale - oltre che i suoi sonetti,<br />
i madrigali, i racconti e le pagine di cronaca- si<br />
scopre che Petronilla è soprattutto una donna straordinaria,<br />
piena di intelligenza, forza d'animo, di<br />
coraggio e determinazione.<br />
Sullo sfondo di una Roma Barocca che alterna violentissimi<br />
carnevali a castighi papali, Petronilla ha<br />
che fare con i più noti personaggi dell'epoca: dal<br />
Cardinale Altieri alla Regina Cristina di Svezia, dalla<br />
famiglia dei Massimi, a quella dei Colonna e vive<br />
una vicenda personale che sembra essa stessa un<br />
romanzo pieno di colpi di scena.<br />
53
Il progetto di restituire voce e suono a queste vicende<br />
e ai versi di Petronilla, ha preso le mosse<br />
due anni orsono da un'idea di Lucia Bonifaci. Trovandosi<br />
per le mani i volumi di documenti e testi<br />
editi e inediti della scrittrice Petronilla Paolini Masimi,<br />
curati dall' associazione Marsiaverde, (col<br />
contributo della regione Abruzzo e il patrocinio del<br />
Comune di <strong>Tagliacozzo</strong>), come direttore artistico<br />
del Festival di Mezzestate di <strong>Tagliacozzo</strong>, ha sentito<br />
necessario valorizzare tanta significativa ricchezza,<br />
e promuovere la memoria ancor prima che il lustro<br />
di questa poetessa abruzzese che ebbe l'onore e il<br />
vanto di far parte dell'Arcadia e di varie prestigiose<br />
accademie letterarie, e venne riconosciuta già ai<br />
54<br />
suoi tempi come una delle penne e delle personalità<br />
più significative di un'epoca.<br />
La vitalità e vivacità di questo personaggio scavalca<br />
i tempi e cerca lo spazio: Petronilla si racconta<br />
con tutta se stessa, entrando e uscendo<br />
dalla pagina e dal suo tempo, e cercando nel<br />
suono della voce, e nei ritmi del contemporaneo,<br />
un sentiero verso la propria identità più profonda.<br />
Per la realizzazione di questa serata si interseca la<br />
decennale collaborazione di Maria Luisa Bigai con<br />
Maria Teresa Pintus, apprezzata in tanti progetti e<br />
drammaturgie, in scena fra l'altro nell'ambito dell'Estate<br />
Romana (fra tutte: varie edizioni di PAXione<br />
a Fontanonestate), con la ricerca di Bigai tra<br />
parola e suono -dal melologo classico alle forme<br />
di ricerca contemporanea- che procede nella collaborazione<br />
con il compositore Nicola Pisani e il<br />
musicista Carlo Cimino.<br />
Maria Luisa Bigai<br />
Diploma e Perfezionamento in Recitazione presso<br />
Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio<br />
D'Amico" Roma.<br />
Diploma in Regia presso Accademia Nazionale<br />
d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico" Roma.<br />
Regista e drammaturga lavora in Teatro, con particolare<br />
attenzione alla scrittura femminile e ha allestito<br />
Opere classiche e contemporanee. La sua<br />
regia di L'Ultima Notte di Salomè presentata al<br />
Cafè La Mama di New York è stata scelta per The<br />
Best Plays Theater Yearbook di Jeffrey Eric Jen-
kins.<br />
Ha allestito e recitato in molti luoghi tra cui Roma,<br />
Milano, Parigi, Lisbona, Utrecht, New York.<br />
Ha lavorato per la RAI-radiotelevisione italiana,<br />
come attrice, regista, sceneggiatrice.<br />
Attrice è stata diretta da Luca Ronconi, Andrea Camilleri<br />
Duccio Tessari, Roberto Guicciardini.<br />
Docente per oltre dieci anni presso l’ Accademia<br />
Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico" di<br />
Roma. Insegna Arte Scenica nei Conservatori di<br />
Musica di Stato (Pescara, Matera, Trento, e Cosenza,<br />
dove riveste l'inarico di coordinatore del dipartimento<br />
di canto e teatro musicale).<br />
Docente presso Università della Calabria nell'a.a.<br />
2011/2012, con il modulo Musica e Poesia, per il<br />
corso Musica e Narrazione del DAMS.<br />
Maria Teresa Pintus<br />
Diretta da R.Guicciardini, Ugo Gregoretti, M.Panici,<br />
L.Damiani, Emanuela Giordano, Maria Inversi,<br />
Attilio Corsini, Bruno Maccallini, F.Staasch, Ennio<br />
Coltorti, Walter Pagliaro affronta classici (Eschilo,<br />
Aristofane, Moliere, Goldoni, Manzoni, Strindberg,<br />
F. Garcia Lorca) e testi contemporanei (Wesker, Ionesco,<br />
Eliot, N.Ginzburg, E.Vaime, R.Binosi Manfridi)<br />
e di autori emergenti italiani e stranieri tra cui<br />
Massini, Palladino, Fratus, Barbosa, Neilson.<br />
In televisione in varie fiction e per sei puntate a La<br />
Squadra , al cinema con L. Wertmuller, Luca e<br />
Marco Mazzieri, E.Giordano.<br />
Continua una ricerca sul rapporto tra parola e musica<br />
come autrice e regista in spettacoli come<br />
“Tosca e le altre”, “Don Giovanni”, “Beating” e<br />
l’istallazione video con voce e musica “Spiriti D’Acqua”<br />
collaborando con P.Cangialosi, Solis Quartet,<br />
Filippo Saccucci, Carlo Alberto Neri, Roberto Fabbriciani.<br />
Dal 2005 collabora con l'Accademia della Crusca<br />
di Firenze con lo spettacolo “Chi vuol esser lieto<br />
sia” con Paolo Poli, Virginio Gazzolo, Enrico Bonavera,<br />
Vincenzo Versari in varie città europee in<br />
collaborazione con gli istituti di cultura italiana all'estero.<br />
55
Domenica 12 agosto | CInEMA<br />
Palazzo Ducale, ore 18.00<br />
Formato ridotto<br />
Libere riscritture<br />
di cinema amatoriale<br />
Italia, 2012, 52 min<br />
rEGIA realizzazione a cura di Antonio<br />
Bigini, Claudio Giapponesi, Paolo Simoni<br />
MATERIALE VIDEO immagini Archivio Nazionale<br />
del Film di Famiglia in formato HD da 9,5mm,<br />
16mm, 8mm, Super8<br />
TESTI Enrico Brizzi, Ermanno Cavazzoni, Emidio<br />
Clementi, Ugo Cornia, Wu Ming 2<br />
ANIMAZIONE Luca Magi<br />
MONTAGGIO Claudio Giapponesi<br />
MUSICA Massimiliano Amatruda, Massimo Carozzi,<br />
Fabio Cimatti/Gruppo Yaezir<br />
SUONO Diego Schiavo<br />
PRODUTTORE un progetto di Home Movies – prodotto<br />
da Kiné Società Cooperativa in collaborazione<br />
con la Regione Emilia Romagna<br />
SINOSSI<br />
Un film collettivo che segna l’incontro tra Home<br />
Movies e un gruppo di celebri scrittori.<br />
Enrico Brizzi, Ermanno Cavazzoni, Emidio Cle-<br />
56<br />
menti, Ugo Cornia e Wu Ming 2 hanno elaborato<br />
dei testi originali trovando nelle immagini dell’Archivio<br />
Nazionale del Film di Famiglia l’occasione di<br />
sperimentare nuove tecniche narrative. Grazie ad<br />
approcci molto diversi tra loro in un’opera unica<br />
convergono cinque storie dagli esiti sorprendenti,<br />
singoli episodi di corta durata, di volta in volta trasfigurati<br />
in saggio, racconto, cronaca e divagazione.<br />
Forme del cinema documentario<br />
accomunate da una matrice comune: il variegato<br />
universo emiliano-romagnolo.<br />
SOLIDARIETA’<br />
In occasione della proiezione di Formato Ridotto<br />
è prevista la possibilità di offrire un contributo che<br />
verrà devoluto da parte del Comune di <strong>Tagliacozzo</strong><br />
alle zone dell’Emilia-Romagna colpite dal sisma.
Domenica 12 Agosto | MuSICA<br />
Chiostro di San Francesco, ore 21.15<br />
Il libro<br />
della giungla<br />
orchestra Sinfonica Abruzzese<br />
e Sergio Bustric<br />
Direttore: Marcello Bufalini<br />
Dal racconto di R. Kipling<br />
Libero adattamento scenico di Bustric<br />
(edizione: Broude Brothers, New York)<br />
W. A. Mozart Così fan tutte, Overture<br />
G. Rossini Il Barbiere di Siviglia,<br />
Sinfonia<br />
D. Cimarosa Il matrimonio segreto,<br />
Sinfonia<br />
G. Rossini L’Italiana in Algeri, Sinfonia<br />
***<br />
Miklos Rozsa Il libro della Giungla<br />
ORCHESTRA SINFONICA ABRUZZESE<br />
L’ISA, che è una delle tredici Istituzioni Concertistico-Orchestrali<br />
Italiane riconosciute dallo Stato,<br />
attraverso la sua Orchestra ha aperto all’Abruzzo<br />
il repertorio sinfonico in anni in cui a quelle latitudini<br />
era possibile ascoltare soltanto orchestre<br />
d’importazione, nello stesso tempo costituendo un<br />
qualificato sbocco professionale per le generazione<br />
di strumentisti che via via venivano formandosi<br />
nei Conservatori abruzzesi.<br />
Le sue programmazioni, che spaziano dal tradizionale<br />
repertorio sinfonico alla musica contemporanea,<br />
fino a toccare generi di contaminazione e<br />
nuovi linguaggi musicali, hanno visto sul suo<br />
podio direttori importanti come Riccardo Muti,<br />
Carlo Zecchi, Gianluigi Gelmetti, Bruno Aprea,<br />
Piero Bellugi, Donato Renzetti, Massimo Freccia,<br />
Nino Antonellini, Philippe Bender, Mario Gusella,<br />
Renè Klopfestein, Massimo De Bernard e tanti<br />
altri. Come si sono esibiti con l’Orchestra Sinfonica<br />
Abruzzese artisti del valore internazionale di<br />
Vladimir Ashkenazy, Barbara Hendriks, Katia Ricciarelli,<br />
Milva, Renato Bruson, Placido Domingo,<br />
Carmela Remigio, Andrea Bocelli, Ivo Pogorelich,<br />
Salvatore Accardo, Uto Ughi, Milan Turcovic, Maurice<br />
André, Hermann Baumann, Nina Belina, Severino<br />
Gazzelloni, Enrico Rava, Rudolf Firkusny,<br />
Leonid Kogan, Pierre Amoyal, Bernard Soustrot,<br />
Paul Tortellier, Gabriel Tachinò, Stefano Grondona,<br />
Massimiliano Damerini, Michele Campanella,<br />
Bruno Canino, Maria Tipo, Jorge Demus, Mario<br />
Brunello, Sylvano Bussotti, Boris Petruschansky,<br />
Massimo Quarta, Pavel Berman.<br />
L’Orchestra ha inciso per numerose importanti<br />
case discografiche (BMG Ariola, Amadeus-Paragon,<br />
Arts, Rugginenti, Sonzogno, Bongiovanni) ed<br />
ha registrato per la RAI - Radio Televisione Italiana<br />
57
numerose volte, comprendendo nei programmi<br />
prime esecuzioni assolute dedicategli da numerosi<br />
compositori contemporanei.<br />
Dall’ottobre 2009 solista principale è il maestro Fabrizio<br />
Meloni, primo clarinetto solista dell’Orchestra<br />
della Fondazione Teatro alla Scala di Milano.<br />
Al maestro Vittorio Antonellini, direttore artistico<br />
58<br />
dell’ISA dalla fondazione, succede nell’incarico il<br />
maestro Ettore Pellegrino dal gennaio 2011.<br />
L’ISA si avvale della collaborazione del prof. Francesco<br />
Sanvitale in qualità di consulente per l’opera<br />
lirica e i programmi inerenti la vocalità.<br />
Direttore principale ospite è il maestro Marcello<br />
Bufalini.
MARCELLO BUFALINI<br />
E’ nato a Roma. Dal suo debutto, nel 1994, con<br />
l’Orchestra Sinfonica di Graz, di cui fu subito nominato<br />
primo Direttore ospite, ha avuto inizio<br />
un'intensa attività internazionale, che lo ha visto<br />
frequente ospite di prestigiosi complessi come<br />
l'Orchestra della Suisse Romande, l'Orchestra del<br />
Mozarteum di Salisburgo, l'Orchestra della Radio<br />
di Monaco di Baviera, la Mitteldeutsches Rundfunkorchester,<br />
l'Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia,<br />
l’Orchestra Sinfonica “Giuseppe Verdi” di<br />
Milano, l’Orchestra Regionale Toscana, l’Orchestra<br />
dell’Arena di Verona, la Tonkünstlerorchester e la<br />
Radio Symphonieorchester di Vienna e altre ancora,<br />
in sale come il Musikverein e il Konzerthaus<br />
di Vienna, il Grosses Festspielhaus di Salisburgo,<br />
il Gewandhaus di Lipsia. E’ docente di direzione<br />
d'orchestra al Conservatorio "A. Casella" dell'Aquila.<br />
Nel 2006, su commissione del pianista<br />
Roberto Prosseda, ha realizzato il completamento<br />
e la ricostruzione dell’inedito Concerto in mi minore<br />
per pianoforte e orchestra di Mendelssohn,<br />
che nel 2009 è stato registrato<br />
da Riccardo<br />
Chailly con l’Orchestra<br />
del Gewandhaus di Lipsia<br />
per la Decca<br />
(2009); oltre che a Lipsia,<br />
il Concerto è stato<br />
già eseguito nelle più<br />
importanti sale da concerto<br />
in Europa, Giappone,<br />
Canada.<br />
SERGIO BINI, in arte BUSTRIC<br />
Laureato alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università<br />
di Bologna. Frequenta a Parigi la Scuola di<br />
Circo di Annie Fratellini e Pierre Etaix e quella di<br />
pantomima di Etienne Decroux e a Roma la Scuola<br />
di Roy Bosier.<br />
Poi un periodo di studi con Jon Strasberg dell’Actor<br />
Studio. Crea la compagnia teatrale la “Compagnia<br />
Bustric” con la quale scrive e interpreta<br />
spettacoli che mette in scena usando varie tecniche:<br />
dal gioco di prestigio, alla pantomima, al<br />
canto e alla recitazione, in un ritmo narrativo che<br />
riempie le sue storie di sorprese, di cose buffe e<br />
inattese. E’ un teatro “colorato e comico, a volte<br />
poetico, certamente unico”.<br />
Con i suoi spettacoli è stato in gran parte nei paesi<br />
Europei, e nel mondo: in Somalia, Cile, Argentina,<br />
Brasile, Uruguay, America del Nord, recitando in<br />
italiano, inglese e francese. Interpreta la parte<br />
dell’amico poeta “Ferruccio” di Benigni nel Film da<br />
Oscar “La Vita è bella” del 1999.<br />
Attore nei Films: “Quartiere”, di Silvano Agosti,<br />
“Marcellino Pane e Vino” di Comencini. “Il Mnemonista”<br />
Studio Azzurro, “Il Papa Buono” di Ricky<br />
Tognazzi.<br />
Personaggio, attore, intrattenitore e conduttore di<br />
alcuni programmi televisivi: “Lo Zio d’America”<br />
con Cristian De Sica, “Vita da Leoni” con Luca Barbareschi,<br />
“Questa casa non è un albergo” con Sabina<br />
Ciuffini, “Paese che vai” con Corrado<br />
Tedeschi e Licia Colò. Spot pubblicitari: Carne<br />
Montana, Estathè... e tanto, tanto altro.<br />
59
Lunedì 13 agosto | CInEMA<br />
Palazzo Ducale, ore 18.00<br />
“Dentro e fuori<br />
#occupyWallStreet:<br />
forme di partecipazione contemporanea<br />
tra nuovi media e cinema”<br />
Perché attualità e cinema?<br />
Perché il cinema, come forma d’arte, non può vivere<br />
senza affacciarsi alla vita, respirare gli eventi<br />
che muovono il mondo, e lasciarsi scuotere da<br />
essi, se non vuole rischiare di diventare un contenitore<br />
asfittico di storie artefatte. Quando si innalza<br />
poi alla forma straordinaria che sa assumere il cinema-documentario<br />
può diventare strumento fondamentale<br />
per cercare di indagare e interpretare la<br />
realtà, per aiutarci ad affrontare il futuro. “L’arte<br />
rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle<br />
scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire”<br />
(epigrafe di autore sconosciuto incisa sull'architrave<br />
del portico del Teatro Massimo,<br />
Palermo)<br />
#OccupyWallStreet, (in italiano «occupiamo Wall<br />
Street») è un movimento di contestazione pacifica,<br />
nato per denunciare gli abusi del capitalismo finanziario,<br />
che si è concretizzato in una serie di dimostrazioni<br />
nella città di New York presso Zuccotti<br />
Park.<br />
I partecipanti alla dimostrazione manifestano prin-<br />
60<br />
cipalmente contro l'inequità economica e sociale<br />
sviluppatasi a seguito della crisi economica mondiale,<br />
ispirandosi alle Proteste nel Nordafrica e<br />
Medio Oriente del 2010-2011, in particolare alle<br />
proteste tunisine.<br />
Dalla partenza a Puerta del Sol Madrid il 30 maggio<br />
2011, al Cile il 13 giugno, fino all’approdo negli<br />
Stati Uniti, dove il 13 luglio furono chiamati all’azione<br />
su Twitter. Dimostrazioni simili si sono<br />
svolte in altre 70 città degli Stati Uniti e di seguito<br />
anche in Canada, Australia, Regno Unito a Londra<br />
ed in Italia.<br />
Se non all’azione, certamente all’ascolto, per cercare<br />
di percepire il battito sottostante il movimento<br />
degli “indignados” d’America, si è sentita chiamata<br />
una “creatura del web 2.0”: Claudia Vago,<br />
alias “Tigella”. Tra le voci più fresche e appassionate<br />
di quell’incontrollabile, complesso, fertile laboratorio<br />
di idee e scambio di conoscenze che è<br />
la rete, sarà lei a raccontarci la sua esperienza di<br />
testimone, attraverso tutti i suoi network - Tumblr,<br />
Flavors, blog, Facebook, Twitter, “sponsor” quest’ultimo<br />
della sua avventura americana - delle
proteste internazionali. Come ha scritto<br />
L’Espresso, sul web, i suoi “cinguettii” sono<br />
spesso al centro delle cose. Anche Wired, la celebre<br />
rivista sulle “innovazioni che cambiano il<br />
mondo” ha inserito il suo Twitter tra i 50 che fanno<br />
tendenza.<br />
Insieme a lei, a raccontarci l’esperienza da “insider”<br />
di #OccupyWallStreet - fenomeno che rivela<br />
già nel nome, connotato da un “hashtag”, l’identità<br />
fortemente attraversata e caratterizzata dai nuovi<br />
media - uno degli organizzatori del movimento di<br />
Zuccotti Park, l’americano Shawn Carrié scrittore,<br />
attivista di OWS, esperto in comunicazione multimediale.<br />
Per spiegare il “movimento indignato” è stato<br />
scritto molto in tutti i giornali dell’Occidente, interpellati<br />
esperti, spediti inviati. Ad oggi non esiste<br />
un film, un documentario definitivo su #Occupy-<br />
WallStreet. Ma tante voci diverse che cercano di<br />
raccontare questa grande espressione di volontà<br />
di partecipazione. Tra immagini video, testimonianze<br />
dirette e soprattutto tanti interrogativi, proviamo<br />
a parlarne insieme.<br />
A seguire, il film Leone D’Oro alla 31esima Mostra<br />
del Cinema di Venezia, La battaglia di Algeri di<br />
Gillo Pontecorvo (1966), sulla difficile conquista<br />
della libertà e della identità individuale e di popolo.<br />
Claudia Vago<br />
Dopo gli studi in Storia dell’Arte e Storia del Cinema,<br />
sviluppa la propria presenza online attraverso<br />
canali e forme differenti di comunicazione,<br />
tutte con la stessa impronta originale e indipen-<br />
dente: Tigella. Opera nel settore della comunicazione<br />
turistica online, scrive per diverse testate di<br />
società, ambiente, politica, cultura…vita! Appassionata<br />
di informazione, si è specializzata nel ruolo<br />
di social media curator, in particolare su Twitter.<br />
Mobile journalist (l’informazione ha trovato nuove<br />
strade per viaggiare grazie a internet mobile, smartphone<br />
e tablet rendendo la realtà un territorio d’indagine<br />
molto più vasto e accessibile) esperta di<br />
crowdsourcing, ha discusso come relatore su temi<br />
come la mobilità, evoluzioni e prospettive di newsmaking<br />
e giornalismo partecipativo al Festival Internazionale<br />
di Giornalismo di Perugia 2012.<br />
Tigella gli eventi prima li tocca davvero, poi li comunica:<br />
da OWS al Sud Sudan, da dove è appena<br />
tornata. L’ultimo progetto che ha coordinato è il<br />
sito internet yearinhashtag.com, una rassegna<br />
multimediale dei principali avvenimenti del 2011<br />
attraverso tweet, foto e video circolati sui social<br />
media, lavoro che riconosce il ruolo svolto dal citizen<br />
journalism nel racconto dei fatti.<br />
Shawn Carrié<br />
E’ un attivista, scrittore, speaker, e specialista in<br />
comunicazione tecnologica interpersonale. E’ stato<br />
coinvolto nella rivolta #OccupyWallStreet dal settembre<br />
2011, lavorando a stretto contatto con i<br />
gruppi di lavoro sui media, stampa, organizzazione,<br />
azione diretta. Ritiene che il recupero degli<br />
spazi pubblici per il consenso, la cultura e l’aiuto<br />
reciproco possa portare un mondo migliore costruito<br />
su una democrazia orizzontale e diretta.<br />
Non è un idealista.<br />
61
Lunedì 13 agosto | CInEMA<br />
Palazzo Ducale, ore 18.45<br />
La battaglia<br />
di Algeri<br />
ITALIA, ALGERIA, 1966,121 min<br />
rEGIA Gillo Pontecorvo<br />
SCENEGGIATURA Gillo Pontecorvo,<br />
Franco Solinas<br />
FOTOGRAFIA Marcello Gatti<br />
MONTAGGIO Mario Morra,<br />
Mario Serandrei<br />
PRODUTTORE Antonio Musu,<br />
Yacef Saadi<br />
MUSICA Ennio Morricone,<br />
Gillo Pontecorvo<br />
SCENOGRAFIA Sergio Canevari<br />
DISTRIBUZIONE<br />
CAST Brahim Hadjadj (Ali La Pointe), Jean Martin<br />
(Colonnello Philippe Mathieu), Yacef Saadi (Saari<br />
Kader), Samia Kerbash (una delle ragazze), Ugo<br />
Paletti (Capitano), Fusia El Kader (Halima), Mohamed<br />
Ben Kassen (Omar Yacef)<br />
SINOSSI<br />
Nell’ottobre 1957, mentre i paracadutisti del colonnello<br />
Mathieu rastrellano la Casbah, Ali La<br />
Pointe, uno dei capi della guerriglia algerina, rievoca<br />
il passato, l’organizzazione dell’FLN (Fronte<br />
62<br />
di Liberazione Nazionale), gli attentati, gli scioperi,<br />
le delazioni. Ali La Pointe è ucciso, ma tre anni<br />
dopo, in dicembre, il popolo algerino scende in<br />
piazza, proclamando la propria volontà di indipendenza.<br />
Rievocazione di taglio documentaristico<br />
sulla base di una solida sceneggiatura di Franco<br />
Solinas che, con forte coralità, mostra una guerra<br />
di popolo, spiegando anche le ragioni del “nemico”,<br />
i francesi. Leone d’oro a Venezia, il film<br />
ebbe vasta risonanza internazionale. Musica di<br />
Ennio Morricone e splendido bianconero scope di<br />
Marcello Gatti.<br />
FESTIVAL E PREMI<br />
Nastro d’argento al Miglior regista<br />
31ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia:<br />
Leone d’oro al Miglior film<br />
3 Nomination al Premio Oscar per Film straniero, Regista<br />
e Sceneggiatura originale
Lunedi 13 Agosto | MuSICA<br />
Chiostro di San Francesco, ore 21.15<br />
Danilo rea<br />
Piano Solo<br />
Danilo Rea<br />
Trasferitosi a Roma sin da piccolo, consegue il diploma<br />
di pianoforte al Conservatorio di Santa Cecilia,<br />
debuttando nel 1975 nella musica jazz con il<br />
Trio di Roma (Enzo Pietropaoli e Roberto Gatto).<br />
Si fa strada nell'ambiente jazzistico sino a suonare<br />
con alcuni tra i più grandi solisti statunitensi, come<br />
Chet Baker, Lee Konitz, John Scofield, Joe Lovano.<br />
Nel 1989 partecipa al lavoro di Roberto De Simone,<br />
Requiem per Pier Paolo Pasolini, rappresentato<br />
al teatro San Carlo di Napoli per la<br />
direzione di Zoltan Pesko; nello stesso anno pubblica<br />
assieme a Roberto Gatto il disco Improvvisi.<br />
Nel 1997 dà vita, con il contrabbassista Enzo Pietropaoli<br />
e il batterista Fabrizio Sferra ai Doctor 3,<br />
un trio che da un decennio calca i più importanti<br />
palcoscenici del jazz italiani. Il suo disco The Tales<br />
of Doctor 3 viene premiato miglior disco di jazz<br />
italiano nel 1998, mentre il lavoro successivo The<br />
songs remain the same vince il titolo di miglior<br />
disco jazz di Musica&Dischi nel 1999.<br />
In Italia sono numerose le sue performance nell'ambito<br />
del pop, come pianista di fiducia di artisti<br />
quali Mina, Claudio Baglioni, Pino Daniele e come<br />
collaboratore, tra gli altri, di Domenico Modugno,<br />
Fiorella Mannoia, Riccardo Cocciante, Renato<br />
Zero, Gianni Morandi e Adriano Celentano. Nel<br />
2006 prende parte al Concerto per l'Europa, sull'isola<br />
di Ventotene, che lo vede protagonista assieme<br />
a Baglioni, Nicola Piovani e Luis Bacalov.<br />
Nella stagione 2007-2008 partecipa allo spettacolo<br />
Uomini in frac insieme ad altri musicisti come<br />
Peppe Servillo, Fausto Mesolella, Mimì Ciaramella<br />
degli Avion Travel, Fabrizio Bosso, Furio Di Castri,<br />
Javier Girotto, Gianluca Petrella e Cristiano Calcagnile.<br />
Lo spettacolo è stato allestito per festeggiare<br />
i cinquant'anni di Nel blu dipinto di blu e per l'occasione<br />
il gruppo esegue alcune canzoni di Domenico<br />
Modugno.<br />
Le sue improvvisazioni, che spaziano su qualsiasi<br />
repertorio, sono apprezzate durante i concerti che<br />
tiene nelle tournée in giro per il mondo e durante<br />
i principali festival jazz.<br />
Nel 2009 è uno dei 70 artisti ospiti del doppio cd<br />
di Baglioni, Q.P.G.A., dove Rea suona il pianoforte<br />
nella canzone "Centocelle". Nel 2010 crea le musiche<br />
per lo spettacolo "Commedia" di e con Giorgio<br />
Barberio Corsetti. I video sono di Cristian Taraborrelli.<br />
Il 15 giugno del 2011, insieme a Paolo Damiani e<br />
Rashmi V. Bahtt, al crepuscolo, ha improvvisato<br />
un memorabile concerto sui tetti di Roma. l'intero<br />
incasso è stato devoluto ad Emergency, la ONLUS<br />
di Gino Strada<br />
63
64<br />
Danilo Rea
Martedì 14 agosto | CInEMA<br />
Palazzo Ducale, ore 18.00<br />
Tahir Liberation<br />
Square<br />
Francia, Italia, 2011, 91 min<br />
rEGIA Stefano Savona<br />
FOTOGRAFIA Stefano Savona<br />
MONTAGGIO Penelope Bortoluzzi<br />
MONTAGGIO SUONA E MIX Jean Mallet<br />
PRODUTTORE Penelope Bortoluzzi e Marco Alessi<br />
COPRODUZIONE Picofilms e Dugong con la partecipazione<br />
di Rai 3, Alter Ego - Cécile Lestrade,<br />
Périphérie (Centre de création cinématographique)<br />
SINOSSI<br />
Cairo, febbraio 2011. Tahrir è un film scritto con i<br />
volti, con le mani, con le voci di chi stava in piazza.<br />
La prima cronaca in tempo reale della rivoluzione,<br />
a fianco dei suoi protagonisti. Uno spettacolo insieme<br />
tragico ed esaltante. Il racconto inedito e appassionato<br />
di una scoperta: la forza dirompente<br />
dell’agire in comune.<br />
Un ragazzo ferito alla testa si regge su un bastone<br />
davanti alle barricate della Piazza assediata; incita<br />
i compagni a continuare la lotta, li sprona ad andare<br />
là dove i mercenari di Mubarak stanno attaccando.<br />
Non grida, parla con la determinazione<br />
serena di chi si trova esattamente nel punto dove<br />
voleva essere e dove non avrebbe mai pensato di<br />
arrivare.<br />
Elsayed, Noha, Ahmed sono giovani egiziani di<br />
poco più di vent’anni. Una settimana fa sono scesi<br />
a manifestare contro il regime di Mubarak e si<br />
sono ritrovati ad essere gli attori di una rivoluzione.<br />
Sono venuti da tutto l’Egitto, da Alessandria,<br />
da Luxor, da Suez. Occupano la Piazza notte e<br />
giorno, parlano, urlano, cantano insieme ad altre<br />
migliaia di egiziani tutto quello che non hanno mai<br />
potuto dire apertamente. Le repressioni sanguinose<br />
del regime rinforzano la protesta; in Piazza<br />
Tahrir si resiste, si lotta, si impara a discutere e a<br />
lanciare pietre per difendersi, a inventare slogan e<br />
a curare i feriti, a sfidare l’esercito e a preservare<br />
il territorio appena conquistato: uno spazio di libertà,<br />
un centro di democrazia in cui si dorme<br />
poco, si discute di politica, si intavolano dibattiti<br />
con degli sconosciuti, ci si ubriaca di parole. Diciotto<br />
giorni in Piazza Tahrir cambiano la vita a<br />
tutti, ma soprattutto ai giovani che questa rivoluzione<br />
l’hanno iniziata uscendo dal mondo virtuale<br />
di facebook dove per la prima volta si erano riuniti.<br />
ABOUT<br />
E’ facile dire che in Egitto, dopo diversi mesi da<br />
quei giorni incredibili, è ancora tutto in sospeso,<br />
che la situazione è complessa e rischiosa, che<br />
siamo ancora lontani dal conseguimento dello<br />
scopo delle proteste e dell’avvento della democrazia.<br />
Le manifestazioni del resto continuano, i gio-<br />
65
vani protagonisti del mio film scendono ancora in<br />
Piazza per far capire all’Esercito che non si sono<br />
riaddormentati. Ma quello che il mio film vuole comunicare<br />
è che un evento come questo lascia comunque<br />
una traccia indelebile e inalterabile; solo i<br />
mezzi cinematografici possono cogliere questo<br />
aspetto per forza di cose sfuggente, mostrando lo<br />
spettacolo entusiasmante di una rivoluzione e testimoniando<br />
della sua irreversibilità, qualunque<br />
cosa succeda dopo.<br />
Solo il cinema documentario può cogliere quegli<br />
istanti in cui appare allo stato più puro la libertà:<br />
quel senso di compiutezza che si annida nel dialogo,<br />
nelle relazioni che grazie alla parola si strin-<br />
66<br />
gono con gli altri. In questo senso, niente forse è<br />
mai stato più libero della Piazza Tahrir, in cui perfetti<br />
sconosciuti intavolavano lunghi dibattiti, in cui<br />
dopo 30 anni tutti potevano esprimersi e niente e<br />
nessuno poteva fermare questo flusso inarrestabile<br />
di parola. Il cinema documentario è il mezzo<br />
ideale per rendere conto della forza dirompente<br />
dell’azione collettiva: la letteratura o il giornalismo<br />
ne possono parlare in dettaglio, ma c’è qualcosa<br />
di sfuggente e effimero che solo il cinema può tentare<br />
di fissare, raccogliere. Quella di Tahrir non è<br />
solo una folla, sono persone che diventano tutte<br />
insieme consapevoli della loro forza, sono un<br />
gruppo che agisce all’unisono.<br />
“Una mano sola”, come dice uno dei tanti motti di<br />
questa Rivoluzione.<br />
(Stefano Savona)<br />
FESTIVAL E PREMI<br />
David di Donatello 2012 per il Miglior documentario<br />
Nastro d’argento 2012 per il Miglior documentario
Martedi 14 Agosto | MuSICA<br />
Palazzo Ducale, ore 21.15<br />
Anche il Bello<br />
deve morire!<br />
Simone Vallerotonda<br />
Tiorba e Chitarra spagnuola<br />
La consapevolezza barocca del disordine e dell'opacità<br />
del destino dell'uomo, trova nell'esasperazione<br />
della forma musicale e nella<br />
sperimentazione, la modalità espressiva più rappresentativa<br />
della caducità umana, del limite, della<br />
fusione dello Spirituale col Materiale.<br />
[cit. Nänie di F. Schiller]<br />
Bellerofonte Castaldi (1581-1649) Capricci a due<br />
stromenti, Modena, 1622<br />
Tasteggio soave<br />
Hieronimus Kapsberger (1580-1651) Libro IV<br />
d'intavolatura di Chitarone, Roma, 1640<br />
Toccata II, Capona - Passacaglia<br />
Robert de Visée (1650-1725) Manuscript Vaudry<br />
de Sainzenay, Paris, 1699<br />
Prelude - Les Sylvains - Menuet - La Monsernill<br />
rondeau<br />
Marin Marais (1656-1728) Livre IV de pièces de<br />
viole, Paris, 1717<br />
Muzette - Le Badinage<br />
Robert de Visée (1650-1725)<br />
La Villanelle<br />
Francesco Corbetta (1615-1681) Varii capricii per<br />
la ghittara spagnuola, Milano, 1643<br />
Folias<br />
Varii scherzi di sonate per la chitara spagnola, Bruxelles,<br />
1648<br />
Passacaglia per la X<br />
Francesco Corbetta (1615-1681) La Guitarre Royale,<br />
Parigi, 1674<br />
Preludio - Caprice de chacone - Sarabande<br />
Santiago de Murcia (1673-1739) Codex Saldivar,<br />
Mexico, 1730<br />
Jacaras - Cumbees<br />
« Non si può dare alcuna regola oggettiva del<br />
gusto ». Così Immanuel Kant chiude il dibattito<br />
estetico nel 1790 nella sua Critica del Giudizio. Di<br />
fronte a tale asserzione potremmo superficialmente<br />
rimanere indifferenti e, anzi, non trovarvi<br />
nulla di nuovo, ma se andassimo in profondità, vi<br />
scorgeremmo una ricerca filosofica che affonda le<br />
sue radici nel Barocco. Non vi è infatti secolo più<br />
ricco, controverso, contraddittorio ed umano del<br />
Barocco. L'artista del '600 tende verso il Sublime,<br />
inteso come ciò che è al di là della forma, come<br />
tensione verso l'infinito, l'informe, l'inesauribile,<br />
partendo però dalla materia più bassa, comune,<br />
quotidiana.<br />
Da ciò nasce l'esigenza di stupire, di meravigliare<br />
con mezzi “umani” che aprono squarci sul “divino”.<br />
Questa continua spiritualizzazione del materiale<br />
e materializzazione dello spirituale, culla<br />
67
l'uomo come se stesse seduto su un pendolo, che<br />
oscilla ogni volta qualche centimetro oltre la sua<br />
azione, oltre i suoi limiti. E proprio la rottura di tali<br />
limiti è ciò che distanzia dal passato, rimescolando<br />
i canoni classici del Rinascimento sotto nuove<br />
forme. Il non finito, l'intuizione, l'accostamento di<br />
elementi apparentemente distanti: queste sono le<br />
provocazioni e le sfide del Barocco, il quale ci<br />
porta in alto fino all'estasi, per ricordarci che<br />
siamo limitati, finiti, caduchi.<br />
Di fragil vetro è la nostra vita<br />
ché più si spezza allor, che più risplende<br />
e tal ricco di merci è sul mattin,<br />
che nudo erra la sera ai lidi intorno.<br />
Compagno è il precipizio a la salita<br />
e van quasi del par ruina e volo.<br />
a cura di Simone Vallerotonda<br />
SIMONE VALLEROTONDA<br />
Nato a Roma ha iniziato gli studi musicali sulla chitarra<br />
moderna. Affascinato dalla musica antica ha<br />
intrapreso lo studio del liuto con Andrea Damiani<br />
al Conservatorio S. Cecilia di Roma, dove si è diplomato<br />
col massimo dei voti.<br />
Ha successivamente conseguito il diploma di Master<br />
su Tiorba e Chitarra barocca con il massimo<br />
dei voti presso la Staatliche Hochschule fur Musike<br />
di Trossingen, sotto la guida di Rolf Lislevand.<br />
Ha suonato in importanti rassegne concertistiche<br />
e presso prestigiose sale da concerto.<br />
Si è laureato in Filosofia col massimo dei voti<br />
presso l'Università “Tor Vergata” di Roma e si è<br />
68<br />
specializzato in Estetica col massimo dei voti e la<br />
lode, dedicandosi ai rapporti tra la musica e i Philosophes.<br />
Nel 2011 è risultato miglior classificato, nella sezione<br />
Solisti, al Concorso Nazionale di Musica Antica<br />
“Maurizio Pratola” (AQ) e vincitore, in<br />
formazione Duo B.L.U. ensemble, della selezione<br />
italiana REMA (Réseau Européen de Musique Ancienne).<br />
Ha registrato per importanti emittenti radio e televisive<br />
quali: BBC, RAI, France Musique, Radio4,<br />
Radio Clara, Kulturradio, Radio Vaticana e ha inciso<br />
per Naïve, Amadeus, E Lucevan Le Stelle Records,<br />
Tesori Musicali di Roma.<br />
Collabora in qualità di solista e continuista con vari<br />
ensembles tra cui: Modo Antiquo, Cantar Lontano,<br />
Le Parlement de Musique, EUBO (European Baroque<br />
Orchestra), Academia Montis Regalis, Musica<br />
Antiqua Roma, Les Ambassadeurs, Soqquadro<br />
Italiano, Il Pomo D’Oro.
Mercoledì 15 agosto | CInEMA<br />
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />
Quasi amici<br />
Francia, 2011, 113 min<br />
rEGIA olivier nakache,<br />
Éric Toledano<br />
SCENEGGIATURA Olivier Nakache, Éric Toledano<br />
FOTOGRAFIA Mathieu Vadepied<br />
SCENOGRAFIA Olivia Bloch-Lainé<br />
MONTAGGIO Dorian Rigal-Ansous<br />
MUSICA Ludovico Einaudi<br />
PRODUTTORE Quad Productions, Chaocorp, Gaumont<br />
DISTRIBUZIONE Medusa Film<br />
CAST François Cluzet, Omar Sy<br />
SINOSSI<br />
Quasi amici (Intouchables) è il secondo film di<br />
maggior successo francese di tutti i tempi (in numero<br />
di spettatori) al botteghino francese, dietro<br />
il film del 2008 Giù al nord.<br />
Il film racconta, celata dalla finzione, una storia<br />
vera: quella di Philippe Pozzo di Borgo (autore di<br />
Le Second Souffle) tetraplegico dal 1993, e del suo<br />
rapporto con Yasmin Abdel Sellou, suo aiuto domestico.<br />
La vita difficile di banlieu di Driss, tra carcere, ricerca<br />
di sussidi statali e un rapporto non facile con<br />
la famiglia, cambia improvvisamente quando, a<br />
sorpresa, il miliardario paraplegico Philippe lo sceglie<br />
come proprio aiutante personale. Incaricato di<br />
stargli sempre accanto per spostarlo, lavarlo, aiutarlo<br />
nella fisioterapia, Driss non tiene a freno la<br />
sua personalità allegra e debordante. Diventa così<br />
l'elemento perturbatore di un ordine alto borghese<br />
fatto di regole e paletti. Il giovane riuscirà ad azzerare<br />
la distanza che lo divide dal suo capo, stringendo<br />
con lui un legame di sincera amicizia, che<br />
cambierà a entrambi la vita.<br />
ABOUT<br />
Dovremo abituarci. Dovremo abituarci a film sempre<br />
più abili e sempre più furbi. Tanto divertenti<br />
quanto lontani dalla nostra esperienza. Per nulla<br />
interessati a rendere più acuto il nostro sguardo,<br />
ma pronti a donarci meravigliose illusioni. Tra cui,<br />
felicità suprema, l’illusione della profondità. È il segreto<br />
di Benvenuti al Sud (e del suo modello francese)<br />
e ora del nuovo record d’incassi in Francia,<br />
Quasi amici (in originale, con più coraggio, Les<br />
intouchables). In America, dove la società è insieme<br />
più rigida e più aperta, film così se ne fanno<br />
da sempre. In Europa suonano nuovi. Certo, se un<br />
aristocratico di mezz’età ricchissimo, coltissimo,<br />
paralizzato dal collo in giù, assume come badante<br />
un giovane africano delle periferie poverissimo,<br />
simpaticissimo, ignorantissimo (almeno in termini<br />
di cultura ufficiale), lo schermo si accende di mille<br />
trovate, spesso irresistibili, e di mille metafore.<br />
Anche perché il buon Driss (l’impagabile Omar Sy)<br />
è energico, audace, disinibito, un Eddie Murphy o<br />
69
un Will Smith di banlieue che per metà film fa scintille<br />
e per l’altra metà si adegua al programma:<br />
evacuare la realtà per venderci un sogno. Va bene<br />
divertirsi, ma si potrebbe essere più esigenti. Soprattutto<br />
avendo a che fare con una storia vera.<br />
(Fabio Ferzetti)<br />
70<br />
FESTIVAL E PREMI<br />
Premi César 2012: Miglior attore (Omar Sy)<br />
Premi Lumière 2012: Miglior attore (Omar Sy)<br />
Tokyo International Film Festival 2011: Grand Prix al Miglior<br />
film, Premio per il Miglior attore (François Cluzet e<br />
Omar Sy)
Giovedì 16 agosto | CInEMA<br />
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />
Diaz<br />
Italia, 2012, 120 min<br />
rEGIA Daniele Vicari<br />
SOGGETTO Daniele Vicari<br />
SCENEGGIATURA Daniele Vicari,<br />
Laura Paolucci<br />
PRODUZIONE Fandango, Le Pacte,<br />
Mandragora Movie.<br />
DISTRIBUZIONE Fandango<br />
FOTOGRAFIA Gherardo Gossi<br />
MONTAGGIO Benni Atria<br />
MUSICHE Teho Teardo<br />
SCENOGRAFIA Marta Maffucci<br />
COSTUMI Roberta Vecchi,<br />
Francesca Vecchi<br />
CAST Claudio Santamaria (Max Flamini), Jennifer<br />
Ulrich (Alma Koch), Elio Germano (Luca Gualtieri),<br />
Davide Iacopini (Marco)<br />
SINOSSI<br />
Diaz è il nome della scuola di Genova, diventata<br />
tristemente celebre nel luglio 2001 in occasione<br />
del Vertice G8.<br />
Il film narra l’intervento della polizia nella scuola<br />
Diaz di Genova, edificio in cui si trovavano i manifestanti<br />
contro il summit internazionale, nella notte<br />
tra il 21 e il 22 luglio 2001. Nelle dichiarazioni, Daniele<br />
Vicari racconta di aver lavorato alla ricostruzione<br />
dei fatti tenendosi strettamente vicino alle<br />
testimonianze e ai resoconti dei processi.<br />
Il film si sviluppa attraverso l’intreccio delle vicende<br />
di alcuni protagonisti. Il regista Vicari ha<br />
spiegato: “Dopo la sentenza di primo grado che<br />
assolveva i vertici della Polizia, con Domenico Procacci<br />
abbiamo avvertito l’urgenza di capire. Una<br />
volta letti gli articoli e visti tutti i documentari, ci<br />
siamo resi conto di quanto questo non bastasse.<br />
Serviva una chiave di lettura, qualcosa che fosse<br />
all’altezza dell’accaduto: la Diaz somiglia a un atto<br />
di guerra e come nelle guerre abbiamo rintracciato<br />
i destini incrociati e la pluralità delle esperienze”.<br />
ABOUT<br />
Tutta la concitazione, l’affanno, l’orrore del penultimo<br />
atto del G8, in un film ammirevole per ambizione<br />
produttiva, controllo del racconto,<br />
accuratezza dell’esecuzione. Tutto ciò che fino a<br />
ieri sapevamo dagli atti giudiziari, dalle inchieste e<br />
dai libri dedicati all’inferno della Diaz, travasato<br />
nelle immagini di un film espanso e corale che aggiorna<br />
la lezione della Battaglia di Algeri di Pontecorvo<br />
o di Z-L’orgia del potere di Costa-Gavras,<br />
all’epoca delle videocamere portatili, dell’informazione<br />
sempre più diffusa e sempre più controllata,<br />
delle verità così scioccanti da sfidare la rappresentazione.<br />
Perché è difficilissimo dare forma a tragedie<br />
come queste senza semplificare i fatti, ricattare<br />
lo spettatore, o viceversa addolcire i toni. E il potente<br />
J’accuse di Daniele Vicari è un’impresa senza<br />
71
precedenti in Italia, anche se sarebbe stato impensabile<br />
senza i documentari di Francesca Comencini<br />
(Carlo Giuliani, ragazzo) di Carlo Bachschmidt<br />
(Black Block) e altri.<br />
Come in tutti i film-catastrofe una serie di personaggi<br />
molto diversi e ignari gli uni degli altri convergono<br />
verso il gorgo della tragedia. Sono<br />
giornalisti (Elio Germano), manifestanti italiani,<br />
francesi, tedeschi, spagnoli, un sindacalista di<br />
mezz’età e un manager francese che si interessa<br />
di economia solidale (Renato Scarpa e Fabrizio<br />
Rongione), alla Diaz quasi per caso, alcuni black<br />
block, perché a Genova c’erano anche loro. Solo<br />
che qui il Fato si chiama polizia, governo, questura,<br />
e nulla accade per caso ma tutto viene pianificato<br />
e provocato, sfruttando le pieghe della<br />
legge (in presenza di un’aggressione, magari simulata,<br />
non serve il permesso del magistrato per<br />
ordinare una carica) e l’esasperazione dei poliziotti.<br />
Diaz non mostra (senza peraltro calcare la mano)<br />
solo i pestaggi, le umiliazioni, il sadismo, talvolta<br />
le torture subite da giovani inermi, ma insiste sulle<br />
manovre, le prove fabbricate ad arte, le armi e mo-<br />
72<br />
lotov introdotte nella Diaz dalla polizia, i dubbi di<br />
chi avrebbe voluto usare i lacrimogeni, i timidi e<br />
subito zittiti cenni di dissenso fra i poliziotti, i funzionari<br />
che dettano le verità ufficiali alla stampa, le<br />
divisioni e le ingenuità del movimento. E soprattutto<br />
non smette di interrogare e interrogarsi, esibendo<br />
i meccanismi del racconto. Com’è potuto<br />
accadere tutto questo? Cosa c’era dietro? Possibile<br />
che il Parlamento abbia respinto due volte la<br />
richiesta di una commissione d’inchiesta? Ci vuole<br />
coraggio per vedere Diaz. Ma ce ne voleva molto<br />
di più per farlo. (Fabio Ferzetti)<br />
FESTIVAL E PREMI<br />
La pellicola, presentata al 62º Festival internazionale del<br />
cinema di Berlino il 12 febbraio 2012 fuori concorso nella<br />
sezione “Berlinale Special” ha vinto il premio del pubblico<br />
della sezione Panorama.<br />
INTRODUCE IL FILM<br />
KATIA IPPASO<br />
(Giornalista, scrittrice, tiene seminari di critica<br />
teatrale, cinematografica e drammaturgia presso<br />
la Sapienza, Università di Roma)
Venerdì 17 agosto | CInEMA<br />
Palazzo Ducale, ore 18.00<br />
The Dark Side<br />
of The Sun<br />
Italia, 2011, 94 min<br />
rEGIA Carlo Shalom Hintermann<br />
REGIA ANIMAZIONE Lorenzo Ceccotti<br />
SCENEGGIATURA ANIMAZIONE Carlo Shalom<br />
Hintermann, Lorenzo Ceccotti, Bambini di Camp<br />
Sundown<br />
FOTOGRAFIA Giancarlo Leggeri<br />
MONTAGGIO Piero Lassandro<br />
MUSICA Mario Salvucci, Federico Pascucci/Errichetta<br />
Underground, “My Eyes Close” composta<br />
da Michael Cashmore cantata da Antony della<br />
band “Antony and the Johnsons”<br />
SUONO Giuseppe D’Amato<br />
PRODUZIONE Citrullo International e Rainbow, in<br />
collaborazione con Rai Cinema, in associazione<br />
con NHK, DR TV, YLE, in associazione con Lorenzo<br />
Ceccotti, Michele Petochi, con il supporto del programma<br />
Media dell’Unione Europea<br />
DISTRIBUZIONE Film Transit<br />
CAST Rachel Shipton, Dan Mahar, Katie Mahar,<br />
Caren Mahar, Patrick Mahar, Mackenzie Valgardson,<br />
Shannon Valgardson, Dawson Valgardson,<br />
Christopher Soto, Meghan Elyse, Fatima Toumli,<br />
Hannah Watkoske, Kim Watkoske<br />
SINOSSI<br />
Per pochi bambini il sole è un nemico mortale. Una<br />
rara malattia, Xeroderma Pigmentosum, li costringe<br />
a vivere isolati, lontani dal mondo diurno<br />
dei loro coetanei. Questo non accade però a Camp<br />
Sundown, un campo estivo nello stato di New York<br />
creato dall’immaginazione e dalla tenacia dei loro<br />
genitori, che raccoglie pazienti da tutto il mondo.<br />
Qui prende forma un universo rovesciato, colmo<br />
d’incanto. La vita di questa piccola comunità notturna<br />
si intreccia con i sogni che prendono<br />
forma nell’animazione, ideata dagli stessi bambini.<br />
Genitori e figli si riconoscono qui in un unico desiderio:<br />
vivere appieno la propria vita, nonostante<br />
la malattia.<br />
FESTIVAL E PREMI<br />
Menzione speciale Premio Solinas Documentario per il<br />
cinema 2009, in collaborazione con Apollo 11<br />
29esimo SULMONACINEMA FILM FESTIVAL - Premio<br />
Soundtrack<br />
73
Venerdi 17 Agosto | MuSICA<br />
Palazzo Ducale, ore 21.15<br />
European<br />
Wind Soloists<br />
C. GOUNOD Petite Symphonie<br />
J. FRANCAIX Sette Danze sul balletto<br />
“Les Malheurs de Sophie”<br />
G. PUCCINI/M. MANGANI Tosca Fantasy<br />
P. MASCAGNI/M.MANGANI Cavalleria<br />
Rusticana<br />
***<br />
Fantasie<br />
G.ROSSINI/M.MANGANI Sinfonia da “La<br />
Cenerentola”<br />
Flauti: Alessia Vall’Asta, Sacha De Ritis<br />
Oboi: Paolo Grazia, Giovanni Pantalone<br />
74<br />
<br />
Clarinetti: Alfonso Giancaterina, Antonio Di Vittorio<br />
Fagotti: Patrick De Ritis, Vincenzo Felicioni<br />
Corni: David Kanarek, Andrea Caretta<br />
Il gruppo di fiati European Wind Soloists nasce<br />
nel 1993 per volontà del M° Patrick De Ritis , I°<br />
fagotto dei Wiener Symphoniker. Dell’Ensemble<br />
fanno parte musicisti proveniente dalla “London<br />
Symphony”, “BBC”, “Wiener Symphoniker” e di<br />
altre importanti orchestre. Questo gruppo, formato<br />
da due oboi, due clarinetti, due fagotti, e due corni<br />
a cui si aggiungono a seconda del repertorio due<br />
flauti, contrabbasso e violoncello è nato per valorizzare<br />
e proporre un repertorio poco conosciuto<br />
che va da Mozart fino alla musica contemporanea<br />
passando per autori quali Dvorak, Schubert, R.<br />
Strauss. La capacità di fondersi in uno squisito<br />
equilibrio sonoro, la varietà e l’originalità del repertorio<br />
hanno permesso al gruppo di partecipare<br />
a numerose manifestazioni concertistiche riscuotendo<br />
ovunque successo di pubblico e di critica.
Sabato 18 agosto | CInEMA<br />
Palazzo Ducale, ore 18.00<br />
CorTIeGEnTILI<br />
rassegna di cortometraggi<br />
sull’Aquila dopo il 6 aprile 2009<br />
CORTIeGENTILI è una piccola rassegna di cortometraggi<br />
realizzati da autori giovani, alcuni dei<br />
quali hanno già ottenuto riconoscimenti di rilievo,<br />
altri ancora nel pieno del proprio percorso formativo.<br />
Tutti con un unico intento: raccontare con le<br />
immagini alcuni punti di vista sulla vita nel capoluogo<br />
abruzzese dopo il terremoto dell’Aquila: sia<br />
nel primissimo periodo di stretta emergenza dopo<br />
l’immane tragedia, sia nei mesi, poi anni successivi,<br />
cercando di cogliere frammenti di una quotidianità<br />
nuova, tutta da reinventare, che fa<br />
necessariamente i conti con il ricordo di quella<br />
precedente il 6 aprile 2009.<br />
La città, le persone, gli equilibri spezzati e le nuove<br />
dinamiche umane, sociali che si sono venute a<br />
creare in una comunità che ha ritrovato, per causa<br />
di forza maggiore, un senso più profondo di sé legato<br />
alla propria terra, al carattere degli individui<br />
e a un forza tenera e gentile che, se anche piegata,<br />
non si spezzerà mai.<br />
CON LA PARTECIPAZIONE DI:<br />
MARCO INCAGNOLI<br />
Docente di tecnica della ripresa cinematografica<br />
e tv presso la Scuola Nazionale di Cinema del<br />
Centro Sperimentale di Roma e di L’Aquila, ex<br />
docente de L’Accademia de L’Immagine fino al<br />
2009 e docente nell’ambito di seminari e stage<br />
presso le Università di Roma, Perugia e Palermo.<br />
Operatore cinematografico dal 1968.<br />
E’ prevista la partecipazione di alcuni autori dei<br />
corti tra cui Enrico Maria Artale (I giganti dell’Aquila)<br />
e Diego La Chioma (L’essenziale è invisibile<br />
agli occhi).<br />
IMMoTA MAnET<br />
Italia, 2009, 10 minuti<br />
Realizzato dagli allievi del corso di regia del documentario<br />
dell’Accademia dell’Immagine dell’Aquila<br />
L’ESSEnzIALE E’<br />
InVISIBILE AGLI oCCHI<br />
Italia, 2009, 12 minuti<br />
Realizzato dagli allievi dell’Accademia<br />
dell’Immagine dell’Aquila<br />
AnnA<br />
Italia, 2010, 17 min<br />
Realizzato dagli allievi della Scuola Nazionale di Cinema<br />
– Centro Sperimentale di Cinematografia –<br />
Sede Abruzzo<br />
75
LA CITTA’ VuoTA<br />
Italia, 2011, 18 min<br />
Realizzato dagli allievi della Scuola Nazionale di Cinema<br />
– Centro Sperimentale di Cinematografia –<br />
Sede Abruzzo<br />
MIrACoLo AQuILAno<br />
Italia, 2010, 15 min<br />
REGIA Stefano Mutolo e Marco Iannini<br />
76<br />
I GIGAnTI DELL’AQuILA<br />
Italia, 2010, 55 min<br />
REGIA Enrico Maria Artale<br />
Lo STAzzo<br />
Italia, 2011,18 min<br />
Realizzato dagli allievi della Scuola Nazionale di Cinema<br />
– Centro Sperimentale di Cinematografia –<br />
Sede Abruzzo<br />
RINGRAZIAMENTI SPECIALI A:<br />
Scuola Nazionale di Cinema - Centro Sperimentale<br />
di Cinematografia - Sede Abruzzo
Sabato 18 Agosto | TEATro<br />
Da Piazza Obelisco nel Centro Storico, ore 21.15<br />
notturno d' Autore<br />
un progetto di Federico Fiorenza<br />
e Antonia renzella<br />
Spettacolo itinerante per turni di spettatori<br />
ogni 25 minuti.<br />
Passeggiando nel centro storico di <strong>Tagliacozzo</strong>, da<br />
Piazza dell’Obelisco al Chiostro di S. Francesco, a<br />
Palazzo Ducale, gli spettatori, guidati dagli attori,<br />
percorreranno “a lume di candela” i vicoli del<br />
borgo, scoprendone gli scorci, gli anfratti misteriosi,<br />
gli angoli più caratteristici, seguendo un itinerario<br />
che li porterà a incontrare personaggi del<br />
teatro e della letteratura indimenticabili, figure<br />
eternamente inquiete, custodi di segreti inconfessabili,<br />
di rimorsi, di passioni indomite.<br />
Le loro anime si confesseranno allo spettatore di<br />
turno.. complice l’oscurità della notte!<br />
Il pubblico assiste allo spettacolo in gruppi di 30<br />
spettatori ogni 20 minuti.<br />
Partenza gruppi da piazza Obelisco.<br />
Simone FALOPPA<br />
Prologo<br />
Le Guide<br />
Attore, regista, drammaturgo, una laurea in filoso-<br />
fia, specializzazioni in biomeccanica teatrale,<br />
mimo, teatro - movimento, frequenta “l’Ecole Jaques<br />
Lecocq” di Parigi, balletto classico, composizione<br />
coreografica e teatro danza, movimento<br />
scenico e canto leggero, commedia dell’arte,<br />
scuola arte drammatica “Vasil’ev” di Mosca. Ha lavorato<br />
in teatro con Pierpaolo Sepe, Giuseppe Marini,<br />
Marco Baliani. Ha vinto premi per le arti<br />
sceniche. Nel cinema e in tv è attore sotto la direzione<br />
di Riccardo Milani, Andrea Manni, Paolo<br />
Vari, Francesco Pavolini.<br />
In Notturno d’autore è il maestro di Cerimonie, l’attore<br />
che incontrerete per primo, quello che vi intrigherà<br />
rendendo piacevole l’ingresso in uno dei<br />
borghi più belli d’Italia affidandovi poi alle Guide.<br />
David GALLARELLO<br />
L’Inquisitore<br />
Diploma Accademia Nazionale S. D’Amico; attore<br />
e regista in vari spettacoli, con il Teatro Stabile<br />
d’Abruzzo in Love&Crash, è protagonista nel musical<br />
Mission, musiche di Ennio Morricone (nel<br />
ruolo che fu di Robert De Niro) nella prima mondiale<br />
a Seul. Attore in allestimenti con il Teatro Stabile<br />
di Genova, il Teatro Stabile del Veneto, il Teatro<br />
di Roma, accanto a Mario Scaccia. Già interprete<br />
dostoevskijano in Delitto e Castigo nel ruolo di Raskolnikov,<br />
qui nelle vesti dell’ Inquisitore, monologo<br />
tratto dal romanzo “I Fratelli Karamazov” in<br />
cui L’Inquisitore si reca a trovare Cristo tornato<br />
sulla terra dopo quindici secoli dalla sua morte. La<br />
regia è di Luciano Melchionna dallo spettacolo di<br />
successo Dignità Autonome di Prostituzione.<br />
77
Valerio CAMELIN<br />
Er fattaccio der vicolo der Moro<br />
Giovane attore si forma come interprete di primi<br />
ruoli shakespeariani e di testi contemporanei in diverse<br />
compagnie anche sperimentali. Nel 2011 debutta<br />
nel ruolo di Emone nell’Antigone con Luca<br />
Biagini e Vanessa Gravina regia di Federico Vigorito<br />
in programmazione questa stagione. E’ un accanito<br />
occupante del Teatro Valle di Roma.<br />
Qui interpreta un celebre cavallo di battaglia di Gigi<br />
Proietti “Er fattaccio der vicolo der Moro” che l’autore<br />
Roberto Lerici scrisse in versi romaneschi<br />
ispirandosi ad un fatto di cronaca realmente accaduto<br />
a Romanella celebre via trasteverina.<br />
Federica STEFANELLI<br />
Salomè<br />
Ha lavorato con diversi registi tra cui Peter Stein<br />
ne “ I Demoni” in un tour internazionale di grandi<br />
festival, con Emanuela Giordano ne “ Le Invisibili”<br />
prodotto dal TSA, con Luciano Melchionna è “ Giulietta”<br />
in Dignità autonome di Prostituzione, e ancora<br />
con registi come Mario Scaccia, Marco<br />
Mattolini, Adriana Martino e Renato Giordana. E’<br />
Lady Anna nel Riccardo III° del Love&Crash del<br />
TSA, esperienze in cinema e televisione.<br />
In Notturno è nelle vesti della Salomè di Oscar<br />
Wilde, celebre per aver fatto tagliare la testa a Giovanni<br />
perché non ha voluto baciare la sua bellissima<br />
bocca.<br />
78<br />
Ilaria FALINI<br />
Clitennestra<br />
E’ attrice in diversi allestimenti del Teatro Stabile<br />
dell’Umbria, nello spettacolo “La forma delle<br />
cose”, e in altri allestimenti shakespeariani. Partecipa<br />
alla Masterclass diretto da Luca Ronconi e<br />
frequenta i laboratori di Valerio Binasco e di Cristina<br />
Pezzoli. Ha avuto partecipazioni TV in “Carabinieri<br />
2”, regia di R. Mertes; in cinema ne<br />
“Immaturi” regia P. Genovese e ne “ La Tassista”<br />
regia D.Sanchez. Ruolo di Ismene nell’Antigone<br />
regia di F. Vigorito. La vedrete in una Clitennestra<br />
modernamente riscritta da Marguerite Yourcenaur<br />
nel raccontare il cruento omicidio del marito Agamennone,<br />
tornato dalla guerra di Troia, reso celebre<br />
nella trilogia dell’Orestiade di Sofocle.<br />
Luigi PISANI<br />
Ettore<br />
Attore in cinema e in teatro, con straordinarie<br />
esperienze e un successo già consolidato. Con il<br />
Tsa in Love&Crash nel ruolo di Macbeth; interpreta<br />
uno dei protagonisti nel film sul Risorgimento di<br />
Mario Martone “Noi credevamo”; ricopre ruoli importanti<br />
negli sceneggiati per la TV con Massimo<br />
Ranieri nella Filumena Marturano e in Napoli Milionaria<br />
nella nuova edizione televisiva. Esperto docente<br />
PON in varie annualità. Protagonista di<br />
diversi Spot in TV.<br />
Qui è Ettore, personaggio mitico dell’Iliade di<br />
Omero, riproposta in chiave moderna nella riscrittura<br />
di Alessandro Baricco.
Caroline PAGANI<br />
Hamletelia<br />
Attrice e drammaturga poliglotta. Laureata in Storia<br />
del teatro inglese e specializzata in drammaturgia<br />
e come attrice allo Stella Adler Studio of Acting<br />
di New York. Ha lavorato come attrice con Calixto<br />
Bieito, Peter Greenway, Davide Livermore, Teatro<br />
Stabile del Veneto. Hamletelia è la riscrittura dall’Amleto<br />
di Shakespeare dal punto di vista del fantasma<br />
di Ofelia che si risveglia in un cimitero dopo<br />
quattro secoli e rievoca tutti i personaggi del play,<br />
svelando retroscena sulla corte di Elsinore. Lo<br />
spettacolo ha vinto numerosi premi in Italia e all’estero.<br />
Sarà ospite alla prossima edizione del<br />
Fringe Festival di Edimburgo e Avignone Public<br />
off.<br />
Antonia RENZELLA<br />
non si sa come<br />
Ha debuttato in teatro con Giancarlo Sepe e la<br />
compagnia Catalana Els Comedians, ha lavorato in<br />
diverse produzioni del Tsa e con altri registi (Renato<br />
Giordano, Riccardo Vannuccini, Adriana Martino,<br />
Beppe Arena..) e ne “I Demoni” del regista<br />
Peter Stein. Laurea all’Università La Sapienza in<br />
Storia del Teatro. E’ nell’Antigone di Vanessa Gravina<br />
regia di Federico Vigorito in scena questa stagione.<br />
Per la TV ha partecipato alla sitcom Colpi di<br />
Sole e a I Cesaroni. Qui presenta una parte tratta<br />
da una celebre opera di Luigi Pirandello “Non si sa<br />
come” in cui il protagonista dell’ opera racconta<br />
cosa accadde in un lontano pomeriggio assolato.<br />
Vi accompagneranno la voce e chitarra di:<br />
Miriam FORESTI e Augusto MARRA<br />
Nelle riletture da:<br />
Fëdor Dostoevskij, Roberto Lerici<br />
Oscar Wilde, Marguerite Yourcenar,<br />
Iliade di Alessandro Baricco, Shakespeare,<br />
Luigi Pirandello<br />
Miriam Foresti, nata a Roma ma di adozione aquilana,<br />
è una cantautrice ed interprete poliedrica.<br />
E’ reduce dal tour abruzzese ‘Viaggio sinfonico attraverso<br />
la canzone’ in collaborazione con l’Orchestra<br />
Sinfonica Abruzzese. Lo scorso maggio è<br />
stata la voce solista nello spettacolo di e con Michele<br />
Placido, ‘Un incontro tra cinema e teatro’,<br />
con Davide Cavuti, in programma nella rassegna<br />
Aspettando Giffoni. Nel 2010 partecipa al programma<br />
televisivo Nuovi Talenti all’interno di Uno<br />
Mattina Estate andato in onda su Raiuno. Nel 2007<br />
partecipa al tour italiano di Jekyll & Hyde, il musical<br />
con Giò Di Tonno e Simona Molinari prodotto<br />
dal Teatro Stabile d’Abruzzo. Tra le voci dei Phonema<br />
Gospel Choir, lavora con Mario Biondi, e con<br />
leggende del blues come Bob Stroger, Jimmy Holden<br />
e Pippo Guarnera.<br />
79
Domenica 19 Agosto | DAnzA<br />
Piazza Obelisco, ore 21.15<br />
not(t)e di Tango<br />
Gioia Abballe y Simone Facchini (ballerini)<br />
Duo +2 Quartet<br />
FABIO BATTISTELLI clarinetto<br />
FABIO GEMMITI fisarmonica<br />
SANDRO GEMMITI pianoforte<br />
CLAUDIO CAMPADELLO contrabbasso<br />
R. Galliano Tango pour Claude<br />
F. Canaro La Milonga de Buenos Aires<br />
A. Piazzolla La muerte del angel<br />
Vuelvo al sur<br />
A. Villoldo El Choclo<br />
A. Piazzolla Adios Nonino<br />
C. Gardel Pour una Cabeza<br />
A. Piazzolla Ave Maria<br />
M. Mores Taquito militar<br />
A. Piazzolla Oblivion<br />
Libertango<br />
Una notte dedicata al miracolo del Tango Argentino.Una<br />
vertigine di musica e ballo vi accompagnerà<br />
nei sentieri più intimi dell'abbraccio....per<br />
sentire più forte il profumo dell'altro.<br />
La musica e il ballo per definire il profilo di un mito<br />
moderno dentro il quale è possibile ritrovare un<br />
80<br />
nostro gesto, una nostra tenerissima, in certi casi<br />
elementare, emozione.<br />
Tango e nostalgia, tango e donne, tango e amore,<br />
sudore, albe, penombre, fiori alle finestre e nuvole<br />
di fumo, sesso e tenerezze, lacrime e volgarità,<br />
coltelli e colombe infreddolite...<br />
Il tango è tutto questo, e soprattutto è Buenos<br />
Aires. Inscindibili tra<br />
loro, come sottolineava<br />
lo stesso Borges: "Si direbbe<br />
che senza i crepuscoli<br />
e le notti di<br />
Buenos Aires non possa<br />
nascere un tango, e che<br />
in cielo attende, noi argentini,<br />
l'idea platonica<br />
del tango, la sua forma<br />
universale...".
Lunedi 20 agosto | CInEMA<br />
Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />
riso amaro<br />
Italia, 1949, 108 min<br />
rEGIA Giuseppe De Santis<br />
SCENEGGIATURA Corrado Alvaro, Giuseppe De<br />
Santis, Carlo Lizzani, Carlo Musso, Ivo Perilli,<br />
Gianni Puccini<br />
FOTOGRAFIA Otello Martelli<br />
SCENOGRAFIA Carlo Egidi<br />
MONTAGGIO Gabriele Varriale<br />
MUSICA Armando Trovajoli, Goffredo Petrassi<br />
PRODUTTORE Dino De Laurentiis per Lux Film<br />
CAST Silvana Mangano (Silvana Meliga), Doris<br />
Dowling (Francesca), Vittorio Gassman (Walter<br />
Granata)<br />
SINOSSI<br />
Francesca, giovane cameriera d’albergo, istigata<br />
dal suo amante Walter, ruba la collana di una<br />
cliente. Fuggono entrambi, e Francesca si mescola<br />
alle mondine, che partono in treno. Nel dormitorio<br />
delle mondariso, Francesca viene derubata della<br />
collana da una compagna, Silvana. Sul luogo del<br />
lavoro giunge Walter, il quale avendo appreso che<br />
Silvana è presumibilmente in possesso della collana,<br />
la circuisce. Silvana non è insensibile alle at-<br />
tenzioni del lestofante e, abbandonato un sergente<br />
che l’ama, diviene l’amante di Walter, mentre il sergente<br />
fa la corte a Francesca, che si è pentita ormai<br />
del male fatto. Walter, avendo scoperto che la collana<br />
rubata è falsa, decide, per rifarsi, di rubare il<br />
riso accumulato nei magazzini come premio finale<br />
per le mondariso...<br />
Definito il capolavoro neorealista di De Santis, fu<br />
girato nelle campagne vercellesi, più precisamente<br />
nella Cascina Veneria (comune di Lignana) e nella<br />
Tenuta Selve (Salasco).<br />
ABOUT<br />
Steven Spielberg ha recentemente dichiarato che<br />
quando fa il professore di cinema, mostra agli allievi<br />
sempre lo stesso film, Riso amaro. E ha ragione:<br />
innanzitutto perché si tratta di un<br />
capolavoro, e poi perché all’inizio degli anni ‘50,<br />
proiettato negli USA, il film ottenne un grandissimo<br />
successo.<br />
Come nacque Riso amaro? Dal Neorealismo,<br />
senza dubbio, anche se il regista Giuseppe De<br />
Santis, nativo di Fondi, Ciociaria, non ha nulla a<br />
che vedere con Zavattini e De Sica. Un esempio<br />
per tutti, il divismo. Agli attori non professionisti,<br />
egli predilige le stelle dello schermo, lanciando in<br />
questo film una modella di nemmeno venti anni,<br />
di nome Silvana Mangano, al centro del firmamento<br />
del cinema.<br />
Riso amaro nacque una notte d’estate, alla stazione<br />
di Milano. De Santis sta rientrando in Italia<br />
da Parigi, quando si trova circondato da due con-<br />
81
vogli ferroviari carichi di ragazze, le mondariso,<br />
che cantano e gridano senza sosta. Ne resta affascinato.<br />
Assieme a Carlo Lizzani, De Santis si reca<br />
subito in Piemonte a svolgere un’inchiesta sul fenomeno<br />
della raccolta del riso, e da lì viene scritto<br />
il soggetto, da cui poi è realizzato il film.<br />
Riso amaro, anno 1948, sembra davvero girato da<br />
Steven Spielberg, magari con la collaborazione di<br />
Orson Welles. Film di personaggi - per questo servono<br />
i grandi attori, che la macchina da presa<br />
mette al centro della scena - e al tempo stesso film<br />
di luoghi, che l’occhio di De Santis trasfigura in dimensioni<br />
epiche, colossali, pur mantenendo la genuinità<br />
dello spazio e la sincerità dell’ambiente.<br />
La comunità, variopinta e conflittuale, delle mondariso,<br />
è filmata dal comunista De Santis come si<br />
trattasse di un western, una “sfida all’O.K. Corral”:<br />
fattorie, capanni, treni, mura di cinta, pianure allagate,<br />
boschi, il paesaggio è un paesaggio di frontiera,<br />
in cui gli eroi, quelli del bene e quelli del<br />
male, si fronteggiano e combattono la battaglia del<br />
futuro. De Santis, infatti, innesta nel neorealismo<br />
ciò che al neorealismo di De Sica e Visconti riesce<br />
difficile raccontare: il futuro. Il futuro è nel popolo,<br />
che la civiltà moderna incipiente sta trasformando<br />
in massa. Riso amaro racconta questa frontiera:<br />
le mondine, ultime amazzoni del mondo contadino,<br />
masticano chewing gum, ascoltano musica<br />
americana, leggono i fotoromanzi di Grand Hotel.<br />
Il futuro è la frontiera tra una cultura popolare, antica<br />
e forte, e una cultura di massa, nuovissima e<br />
forse più forte ancora. De Santis individua qui il<br />
centro della contraddizione, lo spartiacque tra ciò<br />
82<br />
che è e quello che sarà, e vi proietta la sua cinepresa<br />
come il cow-boy fa volteggiare il lazo sopra<br />
il cappello.<br />
Successo straordinario di pubblico. Quello che<br />
purtroppo mancò a tanti altri capolavori della<br />
breve stagione neorealista.<br />
(Flavio De Bernardinis)<br />
FESTIVAL E PREMI<br />
Presentato in concorso al 3º Festival di Cannes<br />
Nomination all’Oscar nel 1951, per “Miglior soggetto”<br />
INTRODUCE IL FILM<br />
FLAVIO DE BERNARDINIS<br />
(Docente di Storia del cinema presso il Centro<br />
Sperimentale di Cinematografia, sedi di Roma e<br />
L’Aquila, scrittore, regista)
28° FESTIVAL<br />
InTErnAzIonALE<br />
DI MEzzA ESTATE<br />
26 luglio - 20 agosto 2012<br />
TAGLIACOZZO<br />
Comune di <strong>Tagliacozzo</strong><br />
Ministero per i Beni e le Attività Culturali<br />
Regione Abruzzo<br />
Provincia dell’Aquila<br />
Fondazione Cassa di Risparmio<br />
della Provincia dell’Aquila<br />
Micron Foundation<br />
I Marsi Centro Commerciale<br />
Banca di Credito Cooperativo di Roma<br />
Banca dell'Adriatico<br />
Accademia Nazionale di Santa Cecilia<br />
Fondazione<br />
Santa Cecilia Opera Studio<br />
Cantina del Fucino<br />
Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione<br />
Generale per il Cinema - Centro Sperimentale<br />
di Cinematografia<br />
In collaborazione con il Dipartimento di Storia<br />
dell'Arte e Spettacolo, Facoltà di Filosofia, Lettere,<br />
Scienze Umanistiche e Studi Orientali, Sapienza,<br />
Università di Roma<br />
Il Festival Internazionale di Mezza Estate di <strong>Tagliacozzo</strong><br />
è socio di ItaliaFestival (Agis) e di European Festivals<br />
Association (EFA).<br />
Per TAGLIACOZZOINFILM è stata stipulata la convenzione<br />
JOBSOUL con la Sapienza, Università di Roma.<br />
Direzione Artistica<br />
Lucia Bonifaci<br />
Giuseppe Berardini<br />
Gabriele Ciaccia<br />
Curatore Artistico TAGLIACOZZOINFILM<br />
Veronica Flora<br />
Responsabile Premio Musicale Città di <strong>Tagliacozzo</strong><br />
Andrea Caretta<br />
Organizzazione<br />
Associazione Amici del Festival di Mezza Estate<br />
Tel./Fax 0863.66715<br />
info@amicidelfestival.it<br />
www.amicidelfestival.it<br />
Progetto Grafico<br />
ATLANTIDE Design & Comunicazione<br />
P.zza Obelisco, 1 - 67069 <strong>Tagliacozzo</strong> (AQ)<br />
info@atlantide-design.it | www.atlantide-design.it<br />
Video di Marco Di Gennaro<br />
Logo di Alessandro Asci<br />
83
Informazioni<br />
TELEFONO<br />
0863.614203 Comune di <strong>Tagliacozzo</strong><br />
328.3261778 Carlo De Sanctis<br />
EMAIL<br />
serviziamministrativi@comune.tagliacozzo.aq.it<br />
info@amicidelfestival.it<br />
WEB<br />
www.comune.tagliacozzo.aq.it<br />
www.tagliacozzoturismo.it<br />
<strong>Tagliacozzo</strong>infilm<br />
TELEFONO<br />
388.6121726 Veronica Flora<br />
EMAIL<br />
tagliacozzoinfilm@gmail.com<br />
WEB<br />
www.tagliacozzoturismo.it/cinema<br />
TWITTER<br />
twitter.com/tagliacozinfilm<br />
www.tagliacozzoturismo.it<br />
Il video di presentazione del Festival<br />
è disponibile su YouTube all’indirizzo<br />
http://youtu.be/61HGyrbsSsc<br />
84<br />
Stampato nel mese di<br />
Luglio 2012