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Catalogo PDF - Tagliacozzo

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Presentazione<br />

del 28° Festival<br />

Internazionale<br />

di Mezza Estate<br />

di <strong>Tagliacozzo</strong><br />

Da ventotto anni il Comune di <strong>Tagliacozzo</strong> organizza<br />

la manifestazione estiva e continua,<br />

pur tra mille difficoltà, a reperire le risorse<br />

necessarie all’organizzazione e a valorizzare una<br />

produzione divenuta negli anni punto di riferimento<br />

nel territorio e per il territorio.<br />

Sotto il patrocinio dell’Agis ( Agenzia Generale Italiana<br />

dello Spettacolo), il Festival di Mezza Estate<br />

di <strong>Tagliacozzo</strong> fa parte di “Italia Festival”, insieme<br />

a Ravello, Stresa, Emilia Romagna, Intercity, Spoleto,<br />

Ravenna…<br />

L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia concede<br />

per il quinto anno il suo patrocinio, ed è stata presente<br />

in ogni edizione: l’Orchestra Barocca, il Sestetto<br />

Stradivari, l’Ensemble di Ottoni della<br />

Accademia.<br />

I Teatro dei Colori di Avezzano e l’Associazione<br />

Amici del Festival di Mezza Estate continuano a<br />

collaborare e sostenere l’impegno per il festival.<br />

Abbiamo ospitato, in questi ultimi quattro anni<br />

anni, artisti di rango internazionale, come Gidon<br />

Kremer, Alessandro Carbonare, Aleksander Lonquich,,<br />

Roberto Prosseda, Francesco Cafiso, Fabrizio<br />

Bosso, Antonello Salis, Bobby Watson,<br />

Stefano Di Battista, e promosso giovanissimi talenti<br />

come i vincitori del Premio Pianistico “Roma”<br />

o del Premio Cajkovski.<br />

Abbiamo proposto programmi classici, tradizionali<br />

e novità assolute.<br />

Attenti alla storia del nostro territorio abbiamo allestito<br />

prime assolute, come l’esecuzione dell’opera<br />

di Saint-Saens, “ Ascanio”, ispirata alla<br />

storia di Ascanio De Mari, nato a <strong>Tagliacozzo</strong>.<br />

Abbiamo fatto eseguire, in collaborazione con il<br />

Coro Costanzo Porta di Cremona, per la prima<br />

volta, il Codice <strong>Tagliacozzo</strong> del 1600, custodito da<br />

quattro secoli presso il Convento di S.Francesco.<br />

Forti di questa interessante esperienza, l’edizione<br />

del 2012 vuole consolidare i risultati fin qui raggiunti<br />

seguendo le linee guida che hanno ispirato<br />

il progetto sul festival: la qualità dell’evento e della<br />

realizzazione di esso, la scelta ragionata dei luoghi<br />

di interesse storico artistico, ideali contenitori<br />

degli eventi, le collaborazioni prestigiose e necessarie,la<br />

promozione di giovani artisti.<br />

All’interno della programmazione, tutta di altissimo<br />

livello qualitativo, preme segnalare, dopo il<br />

Concerto della Banda Militare della Guardia della<br />

Finanza che utilizziamo per annunciare nella storica<br />

Piazza dell’Obelisco l’inizio del Festival, uno<br />

dei più prestigiosi complessi barocchi italiani:<br />

1


L’Europa Galante di Fabio Biondi.<br />

E poi, il Balletto del Teatro di Torino, l’Astra Roma<br />

Ballet, Guy Touvron, European Wind Soloists...<br />

E il jazz con Danilo Rea e i Bozen Brass.<br />

E “La Serva Padrona” di Pergolesi, nell’allestimento<br />

prodotto dall’Accademia Nazionale di Santa<br />

Cecilia in collaborazione con Roma Sinfonietta, per<br />

valorizzare i giovani di Opera Studio, la prestigiosa<br />

scuola di Renata Scotto.<br />

E il Teatro, con Sergio Castellitto e Margareth Mazzantini,<br />

con La Mansarda e con il Notturno d’autore...<br />

e con uno spettacolo eccezionale dedicato<br />

alla nostra poetessa, Petronilla Paolini Massimi.<br />

E, infine, la novità che realizza il desiderio più sentito:<br />

il coinvolgimento di giovani musicisti che collaboreranno<br />

alla direzione e alla produzione<br />

artistica del XXVIII Festival di Mezzaestate, acquisendo<br />

le capacità e le competenze che permetteranno<br />

loro di essere il futuro del Festival, grazie<br />

all’amministrazione che ha creduto in loro.<br />

Per concludere un nota sul pubblico,che nelle<br />

scorse edizioni ha dimostrato un adesione totale,<br />

sincera e al di sopra di ogni aspettativa e che, speriamo,<br />

continuerà ad apprezzare le scelte artistiche<br />

del Festival.<br />

Per continuare a crescere, perché crescita culturale<br />

vuol dire crescita economica, civile, ed etica.<br />

2<br />

Lucia Bonifaci<br />

Giuseppe Berardini<br />

Gabriele Ciaccia<br />

Direzione Artistica<br />

TAGLIACOZZOINFILM<br />

Per innamorarmi del cinema non c’è voluto<br />

molto. E’ bastato scoprire che esiste un<br />

posto in cui tanti diventano uno solo. Un<br />

luogo in cui, complice un buio primordiale, ci lasciamo<br />

scivolare, sottraendoci ai ritmi frenetici<br />

delle nostre vite quotidiane, per accogliere la luce<br />

della proiezione su un semplice schermo bianco<br />

che si trasforma improvvisamente nello specchio<br />

delle nostre esistenze.<br />

La solitudine della nostra poltroncina di velluto,<br />

della nostra sedia da arena estiva, del nostro posto<br />

nel mondo cede il passo alla sensazione esaltante<br />

della condivisione, della vita raccontata, dell’arte.<br />

Si tratta di una scoperta che, come ben sappiamo,<br />

ha origini lontane, in forme d’arte diverse ma che<br />

tanto hanno in comune con il cinema perché in<br />

gran parte lo nutrono: la musica, la danza, il teatro.<br />

Nell’antica Grecia, all’apice della sua espressione<br />

artistica, tra il quarto e il quinto secolo avanti Cristo,<br />

la tragedia rappresentava il massimo momento<br />

di condivisione sociale tra i cittadini della<br />

polis su temi che ancora oggi noi consideriamo<br />

universali e profondamente legati all’animo umano<br />

e alla relazione con gli altri. Il cinema oggi - come<br />

approfondiremo nell’incontro di domenica 5 agosto<br />

sullo sfondo scenografico di Piazza dell’Obelisco<br />

insieme a Giovanni Rizzoni, autore del libro<br />

“La democrazia al cinema” - è certamente la più<br />

“politica” delle arti, quella che più può essere in<br />

grado di occuparsi della polis, ovvero della comunità<br />

in cui viviamo.


Mi è sembrato naturale quindi, nel viaggio che mi<br />

ha condotto alla prima edizione di TAGLIACOZ-<br />

ZOINFILM - esperienza custodita nell’alveo accogliente<br />

del Festival Internazionale di Mezza<br />

Estate, del quale condivide l’ampio respiro di apertura<br />

al mondo e il desiderio di muoversi tra stili e<br />

generi, senza paura - puntare l’obiettivo su due<br />

aspetti che, nelle infinite forme che assumono<br />

nelle nostre esistenze, ne scandiscono ritmi, emozioni,<br />

cambiamenti: la solitudine e la partecipazione.<br />

Viviamo nell’epoca di internet, dei social network,<br />

che accompagnano solitudini metropolitane alla<br />

stessa velocità con cui attraversano lotte per la libertà<br />

di paesi vittime delle dittature o che sentono<br />

l’ineludibile chiamata al cambiamento.<br />

La comunicazione, l’informazione multimediale<br />

che ci appare ormai “totale e immediata” rischia<br />

di lasciare sempre più spesso solo il destinatario<br />

passivo, il singolo individuo nella sua stanza.<br />

Soli sono gli individui senza più diritti, sole le<br />

donne che non li hanno mai avuti e tanto si sono<br />

viste sfilare via in questi anni di ciò che con le unghie<br />

e coi denti avevano provato a conquistare.<br />

Soli sono i bambini, non solo gli orfani reali, ma<br />

anche quelli che sempre più spesso sono figli di<br />

genitori costretti dai tempi a restare, essi stessi,<br />

in una condizione di figliolanza prolungata illimitatamente.<br />

Sole le istituzioni abbandonate dai cittadini,<br />

i cittadini abbandonati dalle istituzioni. La<br />

solitudine della vecchiaia, apparente luogo comune<br />

che rischia di diventare la condizione più diffusa<br />

nel nostro paese in perenne calo<br />

demografico. La<br />

solitudine dello<br />

straniero, altra<br />

faccia della medaglia<br />

di un paese<br />

“anziano” come<br />

l’Italia, che rischia<br />

di restare isolato<br />

fin dalla nascita,<br />

dal momento che<br />

gli viene rifiutata<br />

la cittadinanza. La<br />

solitudine del nostro<br />

territorio, di<br />

un ambiente naturale<br />

e culturale tutto ancora da preservare.<br />

Ma solitudine anche come stato di grazia per la<br />

creatività, per la riflessione, per la visione lucida<br />

in una prospettiva di ricongiungimento con l’altro,<br />

prima o poi.<br />

Solitudine del poeta, del ricercatore, dello scienziato,<br />

di chi decide di aprirsi al mondo, di chi è giovane<br />

e di chi lo è stato.<br />

E poi, la partecipazione: l’incontro con l’altro, gli<br />

altri, in una visione di contatto che superi la simulazione<br />

virtuale. La volontà di essere presenti e<br />

contribuire a un progetto comune, di agire per gli<br />

altri, insieme agli altri. Lo sguardo sull’altro, lo<br />

sguardo dell’altro, il dialogo, la volontà di condividere<br />

un pezzo di strada, di salire e arrivare in cima<br />

insieme, di costruire qualcosa insieme. Raccontare,<br />

rendere partecipe della bellezza chi amiamo<br />

o chi ci viene incontro. Condividere la crisi e la fe-<br />

3


licità. Solidarietà e confronto. Partecipazione il cui<br />

valore è compreso attraverso la sua assenza e<br />

viene evocata a gran voce dagli eventi, da uno<br />

stato delle cose in continuo movimento, dagli individui<br />

che non possono più farne a meno.<br />

Seguendo queste ipotesi di percorso,<br />

TAGLIACOZZOINFILM - che nasce dalla volontà di<br />

Gabriele Venturini, Assessore alla Cultura e al Turismo<br />

del Comune di <strong>Tagliacozzo</strong> di restituire ai<br />

cittadini e ai frequentatori della cittadina marsicana<br />

la magia del cinema - punta ad essere una manifestazione<br />

artistica che trova nella rassegna cinematografica<br />

il suo cuore e traino per una serie di<br />

micro e macro eventi ad essa connessi che possano<br />

accompagnare gli spettatori in un viaggio<br />

unico, avvincente, sorprendente nel cinema, verso<br />

se stessi e verso gli altri.<br />

Come la mostra L’attimo neorealista: fotogrammi<br />

1941-1952, ospitata grazie alla preziosa collaborazione<br />

del Centro Sperimentale di Cinematografia,<br />

dedicata a uno dei momenti più alti del cinema<br />

italiano e mondiale, quel Neorealismo che seppe<br />

raccontare mirabilmente la tragica realtà di un<br />

Paese devastato dal secondo conflitto mondiale e<br />

di una popolazione ridotta allo stremo, ma mossa<br />

da grande umanità, volontà di riscatto e desiderio<br />

di lottare insieme per un futuro migliore.<br />

Le pellicole della rassegna - protagoniste indiscusse<br />

con la loro storia, il loro background, il valore<br />

degli autori - saranno riunite sotto un intreccio<br />

di stati d’animo, questioni antiche e scandagli<br />

nell’attualità.<br />

4<br />

In chiusura, faro più luminoso nell’orizzonte di riferimento<br />

di TAGLIACOZZOINFILM è naturalmente<br />

la città di TAGLIACOZZO stessa che, con la sua<br />

forza e la sua bellezza, mix miracoloso di natura,<br />

storia e arte, è stata fonte di ispirazione principale<br />

e costante di tutta l’iniziativa, nella prospettiva di<br />

un viaggio verso una dimensione sempre più consapevole<br />

di comunità di riferimento per il panorama<br />

culturale di tutto il territorio marsicano e<br />

abruzzese, grazie al bagaglio di umanità, vitalità, e<br />

desiderio di crescere ancora che attraversa lo<br />

sguardo della sua gente.<br />

Veronica Flora<br />

Curatore artistico<br />

TAGLIACOZZOINFILM<br />

Concorso Musicale<br />

Premio “Città di <strong>Tagliacozzo</strong>”<br />

All’interno del Festival di Mezza Estate 2012<br />

si svolgerà la I edizione del Concorso Musicale<br />

“Premio Città di <strong>Tagliacozzo</strong>”.<br />

Il concorso è rivolto agli allievi di strumenti a fiato<br />

dei Conservatori e Licei Musicali abruzzesi e nasce<br />

dalla volontà dell’Amministrazione Comunale e<br />

della Direzione artistica del Festival di promuovere<br />

la cultura musicale abruzzese e offrire ai giovani<br />

musicisti un sostegno in termini economici e di visibilità.<br />

Andrea Caretta<br />

Responsabile del Concorso


Saluto della<br />

Amministrazione<br />

Comunale<br />

di <strong>Tagliacozzo</strong><br />

Il Festival Internazionale di Mezza Estate è un<br />

evento importantissimo non solo per <strong>Tagliacozzo</strong><br />

ma per tutto il territorio.<br />

E’ una manifestazione internazionale che offre<br />

venti giorni di cultura e di arte ad altissimo livello.<br />

Il tutto è impreziosito dalla cornice architettonica<br />

che <strong>Tagliacozzo</strong> offre.<br />

Gli spettacoli saranno distribuiti nei loghi più suggestivi<br />

del paese: la Piazza dell’Obelisco, il Chiostro<br />

di San Francesco, la Piazzetta Tre Molini, la<br />

Chiesa di San Cosma e Damiano, il Teatro Talia, il<br />

Palazzo Ducale, che finalmente riaprirà i battenti.<br />

Quest’anno il Festival porterà degli elementi innovativi,<br />

infatti pur mantenendo l’impianto storico<br />

delle sezioni della Musica, Teatro e Danza, saranno<br />

introdotti un Premio Musicale “Città di <strong>Tagliacozzo</strong>”<br />

per strumenti a fiato, rivolto ai giovani musicisti<br />

dei Conservatori e delle scuole di musica<br />

Abruzzesi, e una rassegna cinematografica.<br />

Il tutto con la speranza che anche i giovani possano<br />

avvicinarsi a questa manifestazione così importante<br />

e così bella.<br />

Gabriele Venturini<br />

Assessore alla Cultura, al Turismo<br />

e allo Spettacolo<br />

Testo tratto dal video di presentazione del Festival,<br />

disponibile su YouTube all’indirizzo:<br />

http://youtu.be/61HGyrbsSsc<br />

Piazza dell’Obelisco<br />

5


Calendario<br />

Giovedi 26 Luglio | MuSICA<br />

Piazza Obelisco, ore 21.15<br />

Concerto di presentazione<br />

Banda Musicale della<br />

Guardia di Finanza<br />

Direttore: Ten. Col. M°<br />

Leonardo Laserra Ingrosso<br />

(Ingresso Libero)<br />

6<br />

Martedi 31 Luglio | MuSICA<br />

Chiesa SS.Cosma e Damiano, ore 21.15<br />

Fabio Biondi<br />

e Europa Galante<br />

(Biglietto € 5)<br />

Martedì 31 luglio | CInEMA<br />

Palazzo Ducale, ore 18.00<br />

“Aspettando Melancholia:<br />

la scienza introduce il cinema”<br />

Associazione culturale Estrellas y Planetas<br />

(Ingresso Libero)<br />

Mercoledi 1 Agosto | CInEMA<br />

Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />

Melancholia<br />

di Lars von Trier<br />

(Biglietto € 3)<br />

Giovedì 2 agosto | CInEMA<br />

Palazzo Ducale, ore 18.00<br />

1001 Irans<br />

di Firouzeh Khosrovani<br />

(Ingresso Libero)<br />

Giovedi 2 Agosto | CInEMA<br />

Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />

una separazione<br />

di Asghar Farhadi<br />

(Biglietto € 3)<br />

Venerdi 3 Agosto | MuSICA<br />

Chiostro di San Francesco, ore 21.15<br />

Guy Touvròn e<br />

I Flauti di Toscanini<br />

Direttore: Paolo Totti<br />

Tromba: Guy Touvròn<br />

(Biglietto € 5)


Sabato 4 Agosto | TEATro rAGAzzI<br />

Teatro Talia, ore 17.00<br />

La fiaba dei tre<br />

desideri ridicoli<br />

Compagnia la Mansarda<br />

Drammaturgia: Roberta Sandias<br />

Regia: Maurizio Azzurro<br />

(Ingresso Libero)<br />

Sabato 4 Agosto | CInEMA<br />

Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />

Cesare deve morire<br />

di Paolo e Vittorio Taviani<br />

Dell’ammazzare il maiale<br />

di Simone Massi<br />

Cortometraggio di 7 min<br />

(Biglietto € 3)<br />

Domenica 5 agosto | CInEMA<br />

Piazza dell’Obelisco, ore 18.00<br />

Incontro con l’Autore:<br />

“La democrazia al cinema”<br />

di Giovanni rizzoni<br />

(Ingresso Libero)<br />

Domenica 5 Agosto | MuSICA<br />

Teatro Talia, ore 21.15<br />

La serva padrona<br />

Santa Cecilia<br />

opera Studio<br />

Ensemble roma Sinfonietta<br />

Direttore: Fabio Maestri<br />

Regia: Cesare Scarton<br />

(Biglietto € 5)<br />

Lunedi 6 Agosto | CInEMA<br />

Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />

Pina<br />

di Wim Wenders<br />

(Biglietto € 3)<br />

Martedi 7 Agosto | TEATro<br />

Piazza Obelisco, ore 21.00<br />

Mare al mattino<br />

reading con<br />

Sergio Castellitto<br />

e Margaret Mazzantini<br />

Dal romanzo omonimo di<br />

Margaret Mazzantini<br />

(Biglietto € 10)<br />

7


Mercoledi 8 agosto | CInEMA<br />

Palazzo Ducale, ore 18.00<br />

zavorra e Cargo<br />

di Vincenzo Mineo<br />

(Ingresso Libero)<br />

Mercoledi 8 Agosto | DAnzA<br />

Piazza Obelisco, ore 21.15<br />

In Mozart +<br />

Free Chocolate Love<br />

BTT - Balletto del Teatro di Torino<br />

(Biglietto € 10)<br />

8<br />

Giovedi 9 Agosto | MuSICA<br />

Chiostro di San Francesco, ore 21.15<br />

Colours<br />

Bozen Brass Quintet<br />

(Biglietto € 5)<br />

Venerdi 10 Agosto| TEATro rAGAzzI<br />

Teatro Talia, ore 17.00<br />

Piccolo piccolissimo<br />

grande grandissimo<br />

Compagnia Teatro dei Colori<br />

Regia: Gabriele Ciaccia<br />

(Ingresso Libero)<br />

Venerdi 10 agosto | CInEMA<br />

Palazzo Ducale, ore 18.00<br />

Cadenas<br />

di Francesca Balbo<br />

(Ingresso Libero)<br />

Venerdi 10 Agosto | DAnzA<br />

Piazza Obelisco, ore 21.15<br />

Eleonora Duse<br />

arte, passione e mito<br />

Astra roma Ballet<br />

di Diana Ferrara<br />

(Biglietto € 10)<br />

Sabato 11 agosto | CInEMA<br />

Palazzo Ducale, ore 18.00<br />

Bakroman<br />

di Gianluca e Massimiliano De Serio<br />

(Ingresso Libero)<br />

Sabato 11 Agosto | TEATro<br />

Palazzo Ducale, ore 21.15<br />

Fatto Teatro un foglio<br />

al mio pensiero<br />

vita di Petronilla Paolini Massimi,<br />

fra 3 stanze, sonetti e madrigali<br />

Associazione Musamoi<br />

(Biglietto € 5)


Domenica 12 agosto | CInEMA<br />

Palazzo Ducale, ore 18.00<br />

Formato ridotto<br />

di Antonio Bigini, Claudio Giapponesi,<br />

Paolo Simoni<br />

(Ingresso Libero)<br />

Domenica 12 Agosto | MuSICA<br />

Chiostro di San Francesco, ore 21.15<br />

Il libro della giungla<br />

orchestra Sinfonica Abruzzese<br />

e Sergio Bustric<br />

Direttore: Marcello Bufalini<br />

Da R. Kipling<br />

(Biglietto € 5)<br />

Lunedì 13 agosto | CInEMA<br />

Palazzo Ducale, ore 18.00<br />

“Dentro e fuori #occupyWallStreet:<br />

forme di partecipazione contemporanea<br />

tra nuovi media e cinema”<br />

(Ingresso Libero)<br />

Lunedì 13 agosto | CInEMA<br />

Palazzo Ducale, ore 18.45<br />

La battaglia di Algeri<br />

di Gillo Pontecorvo<br />

(Ingresso Libero)<br />

Lunedi 13 Agosto | MuSICA<br />

Chiostro di San Francesco, ore 21.15<br />

Danilo rea<br />

Piano Solo<br />

(Biglietto € 5)<br />

Martedì 14 agosto | CInEMA<br />

Palazzo Ducale, ore 18.00<br />

Tahir Liberation Square<br />

di Stefano Savona<br />

(Ingresso Libero)<br />

Martedi 14 Agosto | MuSICA<br />

Palazzo Ducale, ore 21.15<br />

Anche il Bello<br />

deve morire!<br />

Simone Vallerotonda<br />

Tiorba e Chitarra spagnuola<br />

(Biglietto € 5)<br />

Mercoledi 15 Agosto | CInEMA<br />

Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />

Quasi amici<br />

di olivier nakache e Eric Toledano<br />

(Biglietto € 3)<br />

9


10<br />

Giovedi 16 Agosto | CInEMA<br />

Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />

Diaz<br />

di Daniele Vicari<br />

(Biglietto € 3)<br />

Venerdì 17 agosto | CInEMA<br />

Palazzo Ducale, ore 18.00<br />

The Dark Side of The Sun<br />

di Carlo Hintermann<br />

(Ingresso Libero)<br />

Venerdi 17 Agosto | MuSICA<br />

Palazzo Ducale, ore 21.15<br />

European Wind<br />

Soloists<br />

(Biglietto € 5)<br />

Sabato 18 agosto | CInEMA<br />

Palazzo Ducale, ore 18.00<br />

CorTIeGEnTILI<br />

Rassegna di cortometraggi sull’Aquila<br />

dopo il 6 aprile 2009<br />

(Ingresso Libero)<br />

Sabato 18 Agosto | TEATro<br />

Da Piazza Obelisco nel Centro Storico, ore 21.15<br />

notturno d' Autore<br />

un progetto di Federico Fiorenza<br />

e Antonia renzella<br />

Spettacolo itinerante per turni<br />

di spettatori ogni 25 minuti.<br />

(Ingresso Libero)<br />

Domenica 19 Agosto | DAnzA<br />

Piazza Obelisco, ore 21.15<br />

not(t)e di Tango<br />

Gioia Abballe y Simone Facchini (ballerini)<br />

Duo +2 Quartet<br />

(Biglietto € 10)<br />

Lunedi 20 Agosto | CInEMA<br />

Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />

riso amaro<br />

di Giuseppe De Santis<br />

(Ingresso Libero)<br />

Il programma potrà subire variazioni dovute a cause di forza maggiore.<br />

In caso di pioggia gli spettacoli si terranno nel Teatro Talia.


Eventi<br />

<strong>Tagliacozzo</strong>infilm<br />

L’attimo neorealista:<br />

fotogrammi 1941-1952<br />

Mostra fotografica<br />

Dal 31 luglio al 20 agosto 2012<br />

Palazzo Ducale<br />

Già presentata con grande successo in Italia e all’Estero<br />

(a fine 2011 è ospitata all’Istituto Italiano di Cultura a Los<br />

Angeles per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia), la<br />

mostra L’attimo neorealista: fotogrammi 1941-<br />

1952 approda a <strong>Tagliacozzo</strong> nell’ambito della prima edizione<br />

della manifestazione del Comune marsicano<br />

dedicata al cinema TAGLIACOZZOINFILM.<br />

L’esposizione si compone di 82 fotografie che ritraggono<br />

momenti di grande intensità tratti da 32 pellicole, scelte<br />

fra le più importanti opere del Neorealismo e fra alcuni<br />

dei film che ne anticiparono l’avvento (di qui l’arretramento<br />

al 1941 della data di partenza della selezione).<br />

Realizzata dalla Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia<br />

con la Fondazione Ente dello Spettacolo,<br />

la mostra rende omaggio a cineasti come Rossellini, Visconti,<br />

De Sica, De Santis, ancora oggi circondati da<br />

un’aura di leggenda, i cui film hanno descritto con impressionante<br />

realismo e grande maestria la condizione<br />

di un’Italia devastata dalla guerra, guardando con grande<br />

chiarezza e lucidità alla sua realtà politica e sociale.<br />

Elemento distintivo di questa esposizione è quello di essere<br />

composta esclusivamente da fotogrammi estrapolati<br />

dalle pellicole, non quindi fotografie di scena ma veri<br />

e propri istanti dei film. Questa scelta nasce dalla volontà<br />

di fornire una testimonianza significativa di uno dei momenti<br />

più alti della cinematografia italiana e mondiale,<br />

quel Neorealismo che seppe raccontare con sensibilità<br />

e partecipazione la tragica realtà di un Paese devastato<br />

dal secondo conflitto mondiale e di una popolazione ridotta<br />

allo stremo, ma anche la grande umanità e volontà<br />

di riscatto che il popolo italiano seppe dimostrare.<br />

Ecco allora immagini estrapolate dalle pellicole, in un<br />

bianco e nero di grande intensità emotiva che immortala<br />

l’indimenticabile Anna Magnani nella scena finale<br />

in Roma Città Aperta di Rossellini, le figure femminili<br />

vestite di nero della Terra trema di Visconti, fino allo<br />

sguardo disperato di Lamberto Maggiorani in Ladri di<br />

Biciclette di De Sica.<br />

La mostra, realizzata con il contributo dell’Archivio fotografico<br />

e iconografico della Cineteca<br />

Nazionale, vuole raccontare non solo la straordinaria<br />

bellezza delle situazioni, dei volti e dei paesaggi, ma<br />

anche il senso di un movimento artistico capace di aderire<br />

alla realtà italiana e contemporaneamente suscitare<br />

emozioni attraverso<br />

storie universali.<br />

11


GIoVAnI<br />

ProTAGonISTI<br />

E’ evidente a <strong>Tagliacozzo</strong> l’accordo perfetto tra la cornice<br />

architettonica del centro storico e le “immagini in movimento”<br />

sullo schermo cinematografico. La suggestione<br />

suscitata da voci e suoni echeggianti nei diversi spazi -<br />

tanto timidamente nascosti quanto potentemente evocativi<br />

di epoche e storie diverse - della cittadina marsicana.<br />

Luoghi che hanno bisogno di tornare ad essere “abitati<br />

culturalmente”, respirati e vissuti dalla gente con la<br />

complicità dell’arte. E del cinema in particolare: necessario,<br />

oggi più che mai, alle falde della montagna, lungo<br />

le stradine tortuose del centro storico.<br />

Già, il cinema. L’arte popolare per eccellenza, l’arte del<br />

ventesimo e del ventunesimo secolo che apre una rinnovata<br />

era di commistione di stili e generi, di tecniche<br />

innovative. L’arte che spalanca la porta non più solo a<br />

una luce rappresentata, dipinta, scolpita, ma che strappa<br />

alla quotidianità la luce vera, la luce dell’immagine fotografica,<br />

scattata su una realtà di corpi in movimento così<br />

vicini alla realtà da sembrare veri: la storia e la favola,<br />

l’epica e la volontà documentaristica, commedia e tragedia,<br />

sacro e profano.<br />

L’arte consacrata dall’unicità e dall’originalità dello<br />

sguardo dietro la macchina da presa dei tanti autori affiancati<br />

dalle altrettanto numerose professionalità che<br />

convergono dentro un’opera d’arte a portata di tutti, vista<br />

per pochi soldi in piccole e grandi sale di proiezione in<br />

tanta parte del mondo. L’inizio di una nuova e antichissima<br />

modalità di narrazione.<br />

Il cinema che porta impressa sulla pellicola (e oggi sempre<br />

più spesso registrata su supporto digitale, e veicolata<br />

attraverso le tecnologie multimediali) la storia delle storie.<br />

Un amore, una guerra, la nascita, la morte. La vita<br />

12<br />

documentata, raccontata, deformata dall’occhio del regista,<br />

circondato dall’universo di mestieri che ancora<br />

oggi, in maniera diversa certamente rispetto a oltre un<br />

secolo fa, lo accompagnano nella creazione di un’opera.<br />

L’opera cinematografica.<br />

Qualcosa di diverso dal coinvolgimento voyeristico dello<br />

spettacolo teatrale, dalla fisicità trascinante di un opera<br />

di teatro-danza, dall’abbandono ritmico di un concerto,<br />

dalla memoria silenziosa della lettura durante un incontro<br />

letterario. Qualcosa di diverso eppure capace di riunire<br />

al tempo stesso tutti questi elementi insieme, scaraventarli<br />

a mille chilometri di distanza, parlando dialetti sconosciuti<br />

e raccontando vite che non saranno mai vissute.<br />

O che magari guardiamo in faccia ogni giorno.<br />

Proprio in forza di tutte queste caratteristiche e di tante<br />

altre, il cinema diventa il catalizzatore ideale per recepire<br />

un bisogno culturale ampio e complesso, ancora<br />

in gran parte non appagato, intimamente legato alla carica<br />

creativa innovativa, di ricerca e sperimentazione<br />

artistica che caratterizza un’ampia rappresentanza dei<br />

giovani tagliacozzani, marsicani, più in generale<br />

abruzzesi.<br />

Talento e sensibilità artistica suscitati nei giovani non<br />

solamente attraverso studi specifici e di genere, ma legati<br />

a una riflessione sempre più profonda sulla storia e sulle<br />

tradizioni locali in relazione alle realtà territoriali, nazionali<br />

e internazionali e agli eventi che - in una realtà sempre<br />

più glocal - li vedono coinvolti e proiettati in una<br />

partecipazione attiva nell’esperienza di TAGLIACOZZOIN-<br />

FILM.<br />

Sensibilità artistica talora coltivata in contesti apparentemente<br />

diversi (come quello scientifico, economico, sociale),<br />

ma nei quali, come accade da sempre, a<br />

manifestarsi in maniera inequivocabile è il bisogno di<br />

qualcosa che ci aiuti a ricercare - attraverso la manifestazione<br />

artistica - la natura, il mondo, gli altri, noi stessi.<br />

Una storia: “Buio”, Andrea Parente, luglio 2012


unPLuGGED<br />

Il cinema ama essere introdotto da arti sorelle. Come la<br />

musica. Soprattutto quando batte forte nel cuore di chi<br />

la scrive e chi la suona. Ad introdurre alcune proiezioni<br />

di TAGLIACOZZOINFILM ci saranno musicisti e cantautori<br />

di talento del territorio marsicano che scateneranno<br />

tutta la propria energia e passione per l’arte, la musica e<br />

il cinema in brevi, intensi omaggi ai film della rassegna.<br />

PATrIzIo DE LuCA<br />

<strong>Tagliacozzo</strong> 1996. Sulla staccionata (che ora non c’è più)<br />

davanti alla sala giochi (che ora non c’è più) con un<br />

gruppo di amici mette su il primo gruppo: i “Parca”. In<br />

seguito, nel 2003, avvia un altro epico progetto tra <strong>Tagliacozzo</strong><br />

e Avezzano: i “Soft Marble”. Segue l’esperienza<br />

con la band “The Engine Drivers”, band tributo ai “The<br />

Who”. Attraverso il lavoro svolto con i “Soft Marble” e<br />

gli “Engine Drivers” affina la sua tecnica come cantante,<br />

circondato da musicisti di livello. Trasferitosi a Pescara,<br />

nel 2010 si unisce ai “Too Late To Wake”, con i quali, attualmente,<br />

sta lavorando a un LP in studio.<br />

Sabato 4 agosto<br />

Piazzetta Tre Molini,ore 21.15<br />

Giovedì 16 agosto<br />

Piazzetta Tre Molini,ore 21.15<br />

Sabato 18 agosto<br />

Palazzo Ducale, ore 18.00<br />

GIAMPAoLo PICCInInI<br />

Cantante, musicista, poeta.<br />

Sabato 18 agosto<br />

Palazzo Ducale, ore 18.00<br />

Lunedi 20 agosto<br />

Piazzetta Tre Molini,ore 21.15<br />

DEGuSTAzIonE<br />

FoToGrAMMA<br />

Il cinema, le stelle e il profumo inebriante di un buon<br />

vino locale.<br />

Prima delle proiezioni e dei principali incontri di TAGLIA-<br />

COZZOINFILM, sarà offerto agli spettatori un momento<br />

di degustazione enogastronomica, volta a sollecitare nel<br />

pubblico un approccio multisensoriale al film, a trovare<br />

nuove strade del gusto, tra visione e degustazione.<br />

Un momento di calda convivialità condivisa nell’attesa<br />

trepidante di immergersi nel buio della proiezione e proseguire<br />

il viaggio nella poesia del cinema.<br />

Partner di prestigio dell’iniziativa, che affonda vigorosamente<br />

le radici nel territorio marsicano, è la Cantina del<br />

Fucino.<br />

13


Tutti gli spettacoli<br />

14


Giovedi 26 Luglio | MuSICA<br />

Piazza Obelisco, ore 21.15<br />

Concerto di presentazione<br />

Banda Musicale<br />

della Guardia<br />

di Finanza<br />

Direttore: Ten. Col.<br />

M° Leonardo Laserra Ingrosso<br />

G. Orsomando Cuore abruzzese<br />

Marcia sinfonica<br />

G. Rossini Il Barbiere di Siviglia<br />

(tr. A. Vessella) Sinfonia dall’opera<br />

R. Wagner La Cavalcata delle Walkirie<br />

(tr. G. Manente) dal III atto de La Walkiria<br />

R. Chapì El Tambor de Granaderos<br />

(tr. I. Egea)<br />

H. Zimmer Il Gladiatore<br />

(arr. F. Bernaerts)<br />

J. Williams Star wars<br />

(tr. J. de Meij)<br />

A. Marquez Danzón. 2<br />

(tr. J. Villodre)<br />

La Banda Musicale della Guardia di Finanza<br />

nasce ufficialmente nel 1926, riunendo in un'unica<br />

compagine strumentale le diverse fanfare che fin<br />

dal 1883 erano state istituite presso molti reparti<br />

del Corpo.<br />

Attualmente è un complesso artistico stabile composto<br />

da 102 elementi provenienti dai diversi conservatori<br />

italiani, accuratamente selezionati tramite<br />

concorso nazionale.<br />

Durante la sua lunga e intensa attività concertistica,<br />

la Banda si è esibita presso le più prestigiose<br />

istituzioni musicali italiane, quali l'Accademia Nazionale<br />

di Santa Cecilia, la Scala di Milano, il San<br />

Carlo di Napoli, il Teatro dell'Opera di Roma, il<br />

Massimo di Palermo, la Fenice di Venezia, il Petruzzelli<br />

di Bari, il Rossini di Pesaro, il Bellini di Catania<br />

e l'Ariston di Sanremo. La Banda del Corpo<br />

ha più volte collaborato con alcune delle più affermate<br />

orchestre sinfoniche italiane e internazionali,<br />

come quella della RAI di Roma, quella del Maggio<br />

Musicale Fiorentino - con la quale nel 1991 si è<br />

esibita in mondovisione in un concerto diretto da<br />

Zubin Metha - e quella del Festival dei Due Mondi<br />

di Spoleto, con la quale assieme al coro di Washington<br />

ha partecipato nel 1993 al concerto di chiusura<br />

del Festival.<br />

Recatasi ripetutamente all'estero, la Banda ha effettuato<br />

fortunate tournées in Germania, Lussemburgo,<br />

Svizzera, Belgio e Francia. Nel 2001, nel<br />

2002 e nel 2007 è stata invitata a New York in occasione<br />

delle celebrazioni per il Columbus Day, durante<br />

le quali, nel 2002, ha tenuto un<br />

applauditissimo concerto a Ground Zero, luogo<br />

simbolo della coscienza nazionale americana, nel<br />

quale fino ad allora si era esibita la sola Boston<br />

Symphony Orchestra.<br />

15


La Banda è stata diretta da illustri Maestri, quali<br />

Giuseppe Manente, Antonio D'Elia, insigne compositore<br />

e accademico di Santa Cecilia, Olivio Di<br />

Domenico, docente presso il Conservatorio di<br />

Roma, Fulvio Creux e Gino Bergamini.<br />

Dal 16 Aprile 2002, la Banda Musicale della Guardia<br />

di Finanza è diretta dal Maestro Tenente Colonnello<br />

Leonardo Laserra Ingrosso.<br />

Leonardo Laserra Ingrosso, nato ad Avetrana, in<br />

provincia di Taranto, ha compiuto gli studi musicali<br />

contemporaneamente a quelli universitari, diplomandosi<br />

in Musica Corale e Direzione di Coro<br />

presso il Conservatorio “Gioacchino Rossini” di<br />

Pesaro, in Composizione presso il Conservatorio<br />

“Niccolò Piccinni” di Bari, in Strumentazione per<br />

Banda e Direzione d’Orchestra presso il Conservatorio<br />

“Alfredo Casella” dell’Aquila.<br />

Dal 1991 al 1996 è stato docente di Composizione<br />

al Liceo Musicale “Giovanni Paisiello” di Taranto.<br />

Vincitore del Concorso Nazionale per l’insegnamento<br />

di Armonia e Contrappunto nei Conservatori<br />

di Musica di Stato, nel 2002 diventa Maestro<br />

Direttore della Banda Musicale della Guardia di Finanza.<br />

È regolarmente invitato come giurato a importanti<br />

concorsi nazionali e internazionali.<br />

16


Martedi 31 Luglio | MuSICA<br />

Chiesa SS.Cosma e Damiano, ore 21.15<br />

Fabio Biondi<br />

e Europa Galante<br />

Fabio Biondi, violino<br />

Andrea Rognoni, violino<br />

Antonio Fantinuoli, violoncello<br />

Giangiacomo Pinardi, tiorba<br />

Paola Poncet, cembalo<br />

“Apoteosi e Follia”:<br />

A.Vivaldi Sonata in re minore per due<br />

violini e basso "La Follia"<br />

F. Couperin Apoteosi di Corelli Grande<br />

Sonate en trio<br />

M.Mascitti Psyché<br />

Sonata per violino op.5 n.12<br />

***<br />

A. Corelli Sonata per violino e basso<br />

La Follia in re minore<br />

CPE Bach Sonata per due violino e<br />

basso "Sanguineus et<br />

Malencholicus"<br />

Europa Galante<br />

Europa Galante nasce nel 1990 dal desiderio del<br />

suo direttore artistico, Fabio Biondi di fondare un<br />

gruppo strumentale italiano per le interpretazioni,<br />

su strumenti d’epoca, del grande repertorio barocco<br />

e classico.L’ensemble ottiene un grande<br />

successo fin dalla pubblicazione del primo disco,<br />

dedicato alla produzione concertistica vivaldiana<br />

(Premio Cini di Venezia, Choc de la Musique in<br />

Francia). Negli anni seguenti il gruppo colleziona<br />

un’eccezionale lista di riconoscimenti: 5 Diapason<br />

d’Oro, Diapason d’Oro dell’anno in Francia, premio<br />

RTL, nomina Disco dell’anno in Spagna, Canada,<br />

Svezia, Francia e Finlandia, Prix du disque, tra i<br />

tanti altri.Da allora Europa Galante si è esibita nelle<br />

più importanti sale da concerto e teatri del mondo.<br />

In Italia collabora con l’Accademia Nazionale di<br />

Santa Cecilia nel recupero di opere vocali del ‘700<br />

italiano. Nell’ambito di questa collaborazione, nel<br />

2009 è stata inaugurata la stagione a Roma con<br />

l’Oratorio di A. Scarlatti “La Santissima Annunziata”.Europa<br />

Galante si è anche impegnata nella<br />

diffusione del repertorio scarlattiano, con numerosi<br />

Oratori e Opere tra le quali, in collaborazione<br />

con il Festival Scarlatti di Palermo, Massimo Puppieno,<br />

Il Trionfo dell’Onore, Carlo Re d’Alemagna<br />

e La Principessa Fedele.<br />

Nel 2002, Fabio Biondi ed Europa Galante hanno<br />

ottenuto il Premio Abbiati della critica musicale italiana<br />

per l’insieme dell’attività concertistica e per<br />

l’esecuzione del Trionfo dell’Onore. Di nuovo nel<br />

2008 gli e' stato assegnato, insieme alla Compagnia<br />

Colla, il premio speciale Abbiati per Filemone<br />

e Bauci di Haydn, per l'originalità e il pregio della<br />

riscoperta di questo lavoro, che gli ha restituito il<br />

pieno splendore strumentale e vocale.Nel 2004 il<br />

Premio Scanno per la Musica è stato assegnato a<br />

17


Fabio Biondi ed Europa Galante in considerazione<br />

dei meriti acquisiti da questa ensemble, che è diventato<br />

uno dei gruppi musicali più autorevoli in<br />

campo internazionale. Oltre alle numerose date europee,<br />

Europa Galante sarà negli Stati Uniti per una<br />

lunga tournèe di undici concerti con la Mezzo Soprano<br />

Vivica Genaux in sedi prestigiose quali la<br />

Walt Disney Hall e la Carnegie Hall.<br />

18<br />

Fabio Biondi<br />

Nato a Palermo, Fabio Biondi inizia la sua carriera<br />

internazionale all'età di dodici anni, con i primi<br />

concerti solistici. A sedici anni viene invitato al Musikverein<br />

di Vienna per interpretare i Concerti per<br />

violino di Bach. Da allora collabora quale primo<br />

violino con i più famosi ensembles specializzati<br />

nell'esecuzione di musica antica con strumenti e


prassi esecutiva originali: la Cappella Real, Musica<br />

Antiqua Vienna, Il Seminario Musicale, La Chapelle<br />

Royale e i Musiciens du Louvre (sin dalla sua fondazione).Nel<br />

1990 la svolta decisiva: fonda Europa<br />

Galante. Il suo sviluppo musicale orientato verso<br />

un repertorio universale, ma anche incline alla riscoperta<br />

di compositori oggi poco eseguiti, si direziona<br />

verso una letteratura che copre trecento<br />

anni di musica. La sua produzione discografica lo<br />

conferma. Accanto alle Quattro Stagioni vivaldiane,<br />

Concerti Grossi di Corelli o le Sonate di<br />

Schubert, Schumann o Bach, si evidenziano gli<br />

sforzi (in veste direttoriale) tesi alla riscoperta<br />

degli oratori, serenate e opere di Alessandro Scarlatti<br />

(La Messa di Natale, Clori, Dorino e Amore,<br />

Massimo Puppieno e Il trionfo dell'onore) alle<br />

opere di Haendel (Poro), come al repertorio violinistico<br />

del '700 italiano (Veracini, Vivaldi, Locatelli,<br />

Tartini).Oggi, Fabio Biondi incarna il simbolo della<br />

perpetua ricerca dello stile, uno stile libero da condizionamenti<br />

dogmatici e interessato alla ricerca<br />

del linguaggio originale. Questa inclinazione lo<br />

porta a collaborare in veste di solista e direttore<br />

con orchestre quali: l’Orchestra di Santa Cecilia a<br />

Roma, Orchestra da Camera di Rotterdam, l’Orchestra<br />

dell’Opera di Nizza, l’Orchestra dell’Opera<br />

di Halle, Orchestra da Camera di Zurigo, Orchestra<br />

da Camera di Norvegia, Orchestra Mozarteum di<br />

Salisburgo, la Mahler Chamber Orchestra, etc. Nel<br />

2009 ha diretto l'orchestra del Teatro la Fenice,<br />

presentando l'Agrippina di Haendel con un cast di<br />

grande rilievo.Fabio Biondi è diventato, da marzo<br />

del 2005, direttore stabile per la musica antica<br />

della Stavanger Symphony Orchestra.Nella stagione<br />

2011/2012 Fabio Biondi dirigerà l’Orchestra<br />

della Svizzera Italiana, l’Orchestra Nazionale di<br />

Montpellier, così come l’Orchestra dell’Accademia<br />

Nazionale di Santa Cecilia, l’Ensemble Orchestral<br />

de Paris e la Tivoli Symphony Orchestra di Copenhagen.<br />

Dal 2011, Fabio Biondi è Accademico dell’Accademia<br />

Nazionale di Santa Cecilia.<br />

Fabio Biondi suona un violino ‘Andrea Guarneri’<br />

(Cremona,1686). Suona anche un violino ‘Carlo<br />

Ferdinando Gagliano’ del 1766, già appartenuto al<br />

suo Maestro Salvatore Cicero, e affettuosamente<br />

messo a disposizione dall’omonima fondazione.<br />

19


Martedì 31 luglio | CInEMA<br />

Palazzo Ducale, ore 18.00<br />

“Aspettando<br />

Melancholia:<br />

la scienza introduce il cinema”<br />

Incontro di divulgazione scientifica sui pianeti<br />

extra solari in collaborazione con l’Associazione<br />

culturale<br />

Estrellas y Planetas<br />

Perché “cinema e scienza”?<br />

L’incontro nasce dalla volontà di TAGLIACOZZOIN-<br />

FILM di offrire al suo pubblico un punto di vista<br />

scientifico che faccia da contrappunto agli scenari<br />

apocalittici - sfondo ideale per l’indagine di natura<br />

filosofica sulla condizione di solitudine connaturata<br />

dell’individuo - messi in scena nel film Melancholia<br />

di Lars von Trier, in programma<br />

mercoledì 1 agosto.<br />

L’intervento sarà curato dalla Dott.ssa Annalisa Calamida,<br />

membro dell’E-ELT Science Office, che illustrerà<br />

il progetto “E-ELT” e i suoi obbiettivi<br />

scientifici, con particolare riferimento alla ricerca<br />

di pianeti extra solari.<br />

Lo European Extremely Large Telescope (E-ELT)<br />

sarà il più grande telescopio ottico-infrarosso del<br />

mondo. Con un diametro di 39 metri, E-ELT sarà<br />

20<br />

cento volte più sensibile dei migliori telescopi attualmente<br />

in funzione.<br />

E-ELT amplierà enormemente la nostra conoscenza<br />

dell’astronomia permettendo, per esempio,<br />

la scoperta di nuovi pianeti extra-solari simili alla<br />

Terra, lo studio delle prime stelle e galassie, e la


misura diretta dell’espansione dell’universo. Un<br />

tale telescopio potrebbe in futuro rivoluzionare la<br />

nostra percezione dell’Universo, come fece il telescopio<br />

di Galileo 400 anni fa.<br />

Il progetto è portato avanti dallo European Southern<br />

Observatory (ESO), un’organizzazione inter-<br />

governativa europea per promuovere la scienza e<br />

la tecnologia nel campo astronomico.<br />

L’Associazione culturale Estrellas y<br />

Planetas di Montecompatri (Rm), si occupa dal<br />

2009 di divulgazione della scienza con particolare<br />

riferimento all’astronomia antica e all’astrofisica<br />

contemporanea.<br />

Avvalendosi di uno staff altamente qualificato, costituito<br />

esclusivamente da professionisti della ricerca<br />

scientifica, l’associazione coordina ed<br />

organizza numerose attività; dal 2009 collabora<br />

alle attività didattiche e divulgative dell’INAF – Osservatorio<br />

Astronomico di Roma, organizza programmi<br />

didattici in collaborazione con importanti<br />

Istituti Superiori di Roma, organizza eventi scientifici<br />

per i suoi associati.<br />

Inoltre dal 2010 è nata una stretta collaborazione<br />

con il Comune di Sante Marie (Aq), a pochissimi<br />

chilometri di distanza da <strong>Tagliacozzo</strong>, grazie alla<br />

quale sono già state realizzate numerose iniziative;<br />

fiore all’occhiello di questa collaborazione è il nuovissimo<br />

Mu.M.A. (Museo Multimediale di Astrofisica)<br />

allestito presso Palazzo Colelli a Sante<br />

Marie.<br />

Il museo è visitabile previa prenotazione da gruppi<br />

organizzati. Dalla prossima stagione scolastica si<br />

avvierà un incremento delle attività che prevedranno<br />

anche eventi notturni con vere osservazioni<br />

astronomiche guidate da astronomi di<br />

importanti centri di ricerca italiani e stranieri.<br />

Info: www.estrellasplanetas.org<br />

21


Mercoledì 1 agosto | CInEMA<br />

Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />

Melancholia<br />

Danimarca, Svezia, Francia, Germania, 2011, 130<br />

min<br />

rEGIA Lars von Trier<br />

SCENEGGIATURA Lars von Trier<br />

FOTOGRAFIA Manuel Alberto Claro<br />

MONTAGGIO Morten Højbjerg, Molly Marlene<br />

Stensgaard<br />

PRODUZIONE Zentropa Entertainments<br />

DISTRIBUZIONE Bim<br />

CAST Kirsten Dunst (Justine), Charlotte Gainsbourg<br />

(Claire), Kiefer Sutherland, Alexander Skarsgård,<br />

Stellan Skarsgård, Charlotte Rampling,<br />

John Hurt, Udo Kier<br />

SINOSSI<br />

Justine sposa Michael nella lussuosa residenza di<br />

sua sorella Claire. Proprio in quei giorni il gigantesco<br />

pianeta Melacholia si sta avvicinando alla<br />

Terra e sta per schiantarvisi contro. Mentre Justine<br />

cerca rifugio nella certezza del matrimonio per<br />

sfuggire al terrore della fine, Claire non si rassegna<br />

all’ineluttabilità della morte…<br />

ABOUT<br />

Melancholia è il film “gancio” della rassegna,<br />

22<br />

quello che ha suggerito che TAGLIACOZZOINFILM<br />

ruotasse attorno al binomio solitudine-partecipazione.<br />

La visione apocalittica rispetto alle sorti<br />

dell’umanità su questa Terra è per il regista danese,<br />

come lo era stato all’epoca, mutatis mutandis,<br />

per suoi celebri predecessori - dallo Stanley<br />

Kubrick di 2001: Odissea nello spazio (1968) al<br />

Ridley Scott di Blade Runner (1982), dove è il futuro<br />

in sé ad essere apocalittico - una prospettiva<br />

speciale per indagare una condizione umana di solitudine<br />

connaturata quanto più essa è calata nella<br />

rete delle relazioni sociali - borghesi, nel caso dei<br />

protagonisti della storia - in relazione ad un ambiente<br />

circostante naturale vivo e ben più capace<br />

rispetto all’individuo di accettare e lasciarsi attraversare,<br />

modificando se stesso, dal cambiamento,


anche quando esso volge verso ciò che noi umani<br />

convenzionalmente chiamiamo “fine”.<br />

Con il suo spirito provocatorio, disturbing, e al<br />

tempo stesso profondamente sentimentale - “romantico”<br />

nell’ispirazione letteraria, musicale più<br />

classicamente tedesca ma ancor di più, dal punto<br />

di vista cinematografico, devotamente “viscontiana”<br />

che lo caratterizza - Lars von Trier propone<br />

un moderno affresco di apocalisse, con la sua particolare<br />

attenzione alla qualità femminile, espressa<br />

in particolare nelle finestre sull’animo rappresentate<br />

dalle due sorelle, Justine e Claire, specchio<br />

una dell’altra. Di fronte alla fine del mondo, la solitudine<br />

vissuta al limite della depressione di Justine<br />

(Kirsten Dunst) trova la sua dimensione<br />

ideale: il turbamento che sempre l’accompagna<br />

davanti a un infinito “leopardiano” si acquieta e ritrova<br />

un senso più umano di condivisione con l’altro.<br />

Tra i firmatari negli anni ’90 del manifesto del<br />

cinema DOGMA per un utilizzo nel cinema del digitale<br />

teso, al di là della finzione della messa in<br />

scena, alla rappresentazione delle possibili e diverse<br />

verità del contingente, von Trier anima l’ambiente<br />

naturale artefatto ma spietatamente<br />

autosufficiente che circonda le vite dei protagonisti<br />

reinterpretando l’immaginario pittorico, musicale,<br />

letterario di capolavori dell’arte - da John Everett<br />

Millais a Pieter Bruegel, da Richard Wagner a Caravaggio<br />

- traformandolo gradualmente in soggetto<br />

vivo, agente e dialogante con chi può<br />

finalmente ascoltarlo (Justine e il nipotino e, gradualmente,<br />

Claire). (Veronica Flora)<br />

FESTIVAL E PREMI<br />

Miglior film, migliori scenografie e miglior fotografia alla<br />

24esima edizione degli European Film Awards, l’Oscar<br />

europeo<br />

Kirsten Dunst, miglior attrice al Festival di Cannes 2011<br />

INTRODUCE IL FILM<br />

KATIA IPPASO<br />

(Giornalista, scrittrice, tiene seminari di critica<br />

teatrale, cinematografica e drammaturgia presso<br />

la Sapienza, Università di Roma)<br />

23


Giovedì 2 agosto | CInEMA<br />

Palazzo Ducale, ore 18.00<br />

1001 Irans<br />

Spagna, Italia, 2010, 42 min<br />

rEGIA Firouzeh Khosrovani<br />

FOTOGRAFIA Paolo Guglielmo Sulpasso (Rome),<br />

Mehran Tamadon (Paris), David Rengel Borreguero<br />

(Madrid), Ivan Bricio (Madrid), Lukas Seibel<br />

(Chicago), Marcos Ruisaba (Tenerife), Firouzeh<br />

Khosrovani (San Diego)<br />

MONTAGGIO Babak Karimi<br />

MUSICA Mohammad Reza Mortazavi<br />

SUONO Paolo Segat<br />

ABOUT<br />

“Sono iraniana”. Dodici anni fa, quando sono arrivata<br />

in Italia, non ero consapevole del peso di<br />

quest’identità, complessa, irriducibile: per me era<br />

semplice, come respirare il proprio nome senza<br />

chiederne il senso.<br />

Improvvisamente mi sono ritrovata a dover sostenere<br />

tutto il carico di essere figlia di tre decenni di<br />

Rivoluzione Islamica.<br />

Come se fossi il prodotto di questo sistema, come<br />

se fossi costretta a indossare una maschera di<br />

rappresentanza ufficiale; ma non avevo le conoscenze,<br />

né le intenzioni, né la capacità di far fronte<br />

a quelle domande serrate che mi chiedevano di<br />

24<br />

chiarire nero su bianco il senso di quell’Iran islamizzato<br />

e tanto minaccioso agli occhi degli occidentali.<br />

Potrei dire che sono state le tante reazioni e domande<br />

che mi sono state rivolte nel corso della<br />

mia permanenza, in Italia e in Europa, a far sorgere<br />

in me la coscienza di un’identità da definire volta<br />

per volta e difendere.<br />

Vedevo bene come nell’Italia di quegli anni l’Iran<br />

era soprattutto un attore politico, che, volente o<br />

nolente, ero chiamata a rappresentare in modo<br />

tanto netto da non lasciar spazio a ombra di dubbio:giudicavano<br />

il mio paese, ma ero io stessa a sentirmi<br />

giudicata in prima persona, come se non intercorresse<br />

nessuna differenza tra la mia identità personale<br />

e l’identità generica del paese da cui<br />

provenivo.<br />

L’immagine che ha l’occidente dell’Iran è il frutto<br />

delle notizie che diffondono i mass media internazionali,<br />

o del cinema iraniano: entrambi hanno<br />

contribuito ai luoghi comuni più ricorrenti. Se la<br />

Persia millenaria era lo scenario da mille e una<br />

notte con i tappeti volanti, i fasti imperiali, la parola<br />

Iran ormai è associata al nero dei chador, l’islam<br />

politicizzato, agli ayatollah, al governo teocratico,<br />

le scuole coraniche e la bomba atomica.<br />

Questi stereotipi e le contraddittorie affermazioni<br />

degli europei sul mio paese mi hanno suggerito la<br />

necessità di realizzare un film sull’immaginario pittoresco<br />

o grottesco che l’Iran d’oggi evoca in occidente;<br />

che in alcune occasioni si avvicina alla<br />

realtà, altre volte ne riflette frammenti parziali o


addirittura se ne allontana, fino ad assurde fantasie.<br />

Il film raccoglie e confronta le differenti risposte<br />

spontanee all’affermazione d’identità “sono iraniana”<br />

oppure “sono persiana”.<br />

In vari paesi europei, il film intervista persone di<br />

diversa estrazione sociale e professionale - dal<br />

venditore ambulante al professore universitario.<br />

La prima domanda rivolta loro è che immagine associano<br />

alla parola Iran.<br />

Le loro reazioni variano dall’ammirazione per la<br />

ricchezza culturale (cinema, poesia, letteratura, patrimonio<br />

archeologico) alla disapprovazione per la<br />

censura sociale, la discriminazione sessuale e la<br />

repressione politica vista ad esempio durante le<br />

pacifiche manifestazioni del movimento “verde”<br />

dopo le contestate elezioni.<br />

Le voci raccolte nelle diverse lingue in cui si esprimono<br />

gli intervistati in Italia, Spagna, Gran Breta-<br />

gna e Francia, acquistano valore nell’alternarsi con<br />

le immagini selezionate. Rivoluzione, monarchia,<br />

guerra, paesaggi e vita quotidiana in Iran scorrono<br />

in foto e filmati che insieme illustrano e contrastano<br />

i giudizi espressi nelle interviste.<br />

Mille e un Iran, cerca di avvicinarsi all’Iran contemporaneo,<br />

un paese complesso di settanta milioni<br />

d’abitanti, con un profondo divario tra la<br />

società e la classe dirigente, che non rappresenta<br />

il comune sentire. Una realtà non riassumibile in<br />

visioni schematiche, parziali e monolitiche. (Firouzeh<br />

Khosrovani)<br />

INTRODUCE IL FILM<br />

BIANCA MARIA FILIPPINI<br />

(Professoressa di Letteratura Persiana, Università<br />

degli Studi della Tuscia di Viterbo, esperta di<br />

Cinema Iraniano)<br />

25


Giovedì 2 agosto | CInEMA<br />

Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />

una separazione<br />

Iran, 2011, 123 min<br />

rEGIA Asghar Farhadi<br />

SCENEGGIATURA Asghar Farhadi<br />

FOTOGRAFIA Mahmoud Kalari<br />

MONTAGGIO Hayedeh Safiyari<br />

PRODUZIONE Asghar Farhadi<br />

DISTRUBUZIONE Sacher Distribuzione<br />

CAST Peyman Moadi (Nader), Leila Hatami<br />

(Simin), Sareh Bayat, Sarina Farhadi, Babak Karimi,<br />

Ali-Asghar Shahbazi, Shirin Yazdanbakhsh<br />

SINOSSI<br />

Nader e Simin hanno ottenuto il visto per lasciare<br />

l’Iran ma Nader si rifiuta di partire e lasciare il<br />

26<br />

padre affetto da Alzheimer. Simin intende chiedere<br />

il divorzio per partire lo stesso con la figlia Termeh<br />

e, nel frattempo, torna a vivere da sua madre.<br />

Nader deve assumere una giovane donna, Razieh,<br />

che possa prendersi cura del padre mentre lui lavora,<br />

ma non sa che la donna, molto religiosa, non<br />

solo è incinta ma sta anche lavorando senza il permesso<br />

del marito. Ben presto Nader si troverà<br />

coinvolto in una rete di bugie, manipolazioni e confronti,<br />

mentre la sua separazione va avanti e sua<br />

figlia deve scegliere da che parte stare e quale futuro<br />

avere...<br />

ABOUT<br />

C’è una paese sempre al centro dell’attenzione<br />

mondiale: l’Iran. E una ben nota censura, nel nostro<br />

caso cinematografica, che è solo uno dei tanti<br />

strumenti per mettere a tacere voci diverse, della<br />

politica come della cultura, come quella di Jafar<br />

Panahi, autore di film importanti come Il palloncino<br />

bianco (1995) e Il Cerchio (2000): otto ritratti<br />

di donne, otto storie di quotidiana sopravvivenza<br />

in una società estremamente codificata e punitiva<br />

per la condizione delle donne che stride con la magnificenza<br />

di un’eredità culturale antica come<br />

quella persiana e la vitalità della sua gente.<br />

Nei confronti di Panahi - condannato nel 2010 a 6<br />

anni di reclusione, con la preclusione di poter dirigere,<br />

scrivere e produrre film, viaggiare e rilasciare<br />

interviste sia all’estero che all’interno<br />

dell’Iran per 20 anni - Farhadi, autore di Una separazione,<br />

ha espresso, come moltissimi artisti a<br />

livello internazionale, solidarietà. Solidarietà a un


uomo e a un popolo che annovera alcuni dei più<br />

grandi registi della storia del cinema mondiale:<br />

Abbas Kiarostami, Mohsen Makhmalbaf e sua figlia<br />

Samira Makhmalbaf, Babak Payami, Bahman<br />

Ghobadi, l’illustratrice e regista Marjane Satrapi<br />

autrice dell’incantevole “Persepolis”, solo per citare<br />

i più noti.<br />

Asghar Farhadi conferma in questo film il talento<br />

già emerso in About Elly (2010) e un gusto particolare<br />

per la ricerca di una verità che, se anche esiste,<br />

non è mai una sola. Così, partendo<br />

dall’interrogativo di una ragazzina se scegliere di<br />

restare in Iran o se trasferirsi all’estero (distacco<br />

dalla propria terra solo “immaginato” nel film ma<br />

presente nelle sensazioni e nelle azioni dei protagonisti)<br />

Farhadi parla di altre storie di “separazione”,<br />

in cui i diversi muri più o meno virtuali<br />

eretti dalla società allontanano gli individui gli uni<br />

dagli altri, gli uomini dalle donne, i poveri dai ricchi,<br />

la legge dalla giustizia. Separazione che allontana<br />

dalla propria patria o, se vogliamo,<br />

nell’etimologia tedesca di heimat, dalla propria<br />

“matria”, in un gioco di parole che rivela il continuo<br />

oscillare della ragazzina protagonista tra la figura<br />

paterna e quella materna verso la formazione<br />

di una propria identità, nel contesto di un’universale<br />

incomunicabilità tra madre e figlia, schiacciate<br />

entrambe dal peso dei loro conflitti interiori, della<br />

condizione femminile in una società teocratica e<br />

maschilista, di cui è eccezione emblematica la figura<br />

umanissima del padre che si rivela più “femminile”<br />

di entrambe, nel loro continuo far ricorso<br />

alla razionalità per far fronte alle difficoltà di ogni<br />

giorno.<br />

Una separazione è un film universale perché, sebbene<br />

profondamente calato nella realtà iraniana,<br />

parla per certi versi - per molti versi - anche del<br />

nostro paese, di noi. In un intreccio di questioni<br />

umane e sociali, private e comuni spiate da un<br />

buco della serratura neorealista. La sensazione di<br />

solitudine qui è fortissima, insita nel concetto<br />

stesso di “separazione”, che vede persone vicine<br />

non più in grado di ascoltarsi, di comunicare. Solitudine<br />

ancora più drammatica e angosciante perché<br />

palpabile rispetto alle istituzioni da un lato e<br />

alla religione dall’altro, in una società in cui regna<br />

un senso antico di comunità, solidarietà familiare,<br />

di quartiere, ecc. ma che non pare sufficiente a<br />

non far sentire l’individuo, persino una ragazzina,<br />

nelle sue scelte, completamente abbandonata a se<br />

stessa. Sola.<br />

FESTIVAL E PREMI<br />

Festival di Berlino 2011:<br />

Orso d’Oro: Miglior Film<br />

Orso d’Argento: Migliore Interpretazione Femminile.<br />

Orso d’Argento: Migliore Interpretazione Maschile, Ecumenical<br />

Jury Prize, Peace Award College<br />

Premio Oscar 2012 come Miglior film straniero<br />

XII Asiatica Film Mediale (Roma 12 - 22 ottobre 2011) -<br />

film d’apertura<br />

INTRODUCE IL FILM<br />

BIANCA MARIA FILIPPINI<br />

(Professoressa di Letteratura Persiana, Università<br />

degli Studi della Tuscia di Viterbo, esperta di Cinema<br />

Iraniano)<br />

27


Venerdi 3 Agosto | MuSICA<br />

Chiostro di San Francesco, ore 21.15<br />

Guy Touvròn<br />

e I Flauti di<br />

Toscanini<br />

Direttore: Paolo Totti<br />

Tromba: Guy Touvròn<br />

Flauti in Do Luigi Rodorigo, Athena Picarelli, Silvia<br />

La Rocca, Martina De Longis, Annamaria Lanciani,<br />

Marcella Piccinini, Marco Bruni, Romana Rubeo,<br />

Laura D’Amico, Mauro Baiocchi, Fabrizia Urbani,<br />

Giselda Baratta, Eleonora Milana<br />

Flauti in Sol Lucrezia Cortilli, Marica Tirone, Simona<br />

Carbone, Emilio Incerto<br />

Flauti Bassi Giulia Cellini, Ida Paris<br />

Flauto Contrabbasso Francesca Grosso<br />

H. Roman Drottningholm Suite<br />

Allegro – Minuetto – Lento –<br />

Allegro – Minuetto<br />

G.Ph. Telemann Sonata da Concerto in Re<br />

Maggiore per Tromba e<br />

Orchestra TWV 41:3<br />

Moderato – Largo – Vivace<br />

J.S. Bach Aria sulla IV corda dalla Suite<br />

in Re Maggiore per Orchestra<br />

28<br />

BWV 1068<br />

W.A. Mozart Allegro dalla Serenata in Sol<br />

Maggiore per Archi KV525<br />

‘Eine Kleine Nachtmusik’<br />

V. Bellini Sinfonia da ‘Norma’<br />

G. Veneri Puffetto e Primavera dalla<br />

‘Suite per Orchestra di Flauti’<br />

G. Rossini Ouverture da ‘Il barbiere<br />

di Siviglia’<br />

A. Piazzolla Violentango<br />

A. Marcello Concerto in do minore per<br />

Tromba e Orchestra<br />

Andante e Spiccato – Adagio<br />

– Presto


Ensemble I Flauti di Toscanini<br />

Nata nell’ambito della Associazione Arturo Toscanini<br />

di Avezzano nel 2003, l’Orchestra ha svolto<br />

un’intensa attività concertistica in Italia e all’estero<br />

(Tunisia, Spagna, Francia).<br />

Nel Maggio 2010 l’ensemble è ospite per un concerto<br />

presso il Conservatorio di Siviglia, che ha<br />

visto usare, prima orchestra in Italia, il flauto contrabbasso,<br />

commissionato e fatto costruire apposta<br />

dall’artigiano olandese Jelle Hogenhuis.<br />

Paolo Totti<br />

Nato a Roma nel 1972 ha compiuto gli studi musicali<br />

al Conservatorio S. Cecilia di Roma.<br />

Ha suonato praticamente in tutte le formazioni previste<br />

nel repertorio del flauto traverso sotto l’egida<br />

della Comunità Europea, della Presidenza del Consiglio<br />

dei Ministri e delle Istituzioni nazionali più<br />

importanti in ambito musicale.<br />

Ha inciso quattro cd con repertorio in prima assoluta.<br />

Fondatore e Presidente da quindici anni della Associazione<br />

Culturale Arturo Toscanini, è istitutore<br />

e direttore dell’orchestra “I Flauti di Toscanini”, di<br />

cui cura tutte le trascrizioni.<br />

Docente di flauto traverso nella scuola media ad<br />

indirizzo musicale.<br />

Guy Touvron<br />

La passione, il rigore e la generosità sono le chiavi<br />

di volta della carriera di Guy Touvron.<br />

Dai grandi Premi internazionali (da 1971 a 1975)<br />

alle partecipazioni prestigiose effectuate oggi nel<br />

mondo intero, Guy Touvron è un artista perfetto,<br />

"completo" come lo descrive quello che fù il suo<br />

Maestro al Conservatorio Superiore di Musica di<br />

Parigi : Maurice ANDRE.<br />

Guy Touvron ha suonato con le più famose orchestre.<br />

Guy Touvron percorre il mondo dei festival : Lille,<br />

Prades (Francia), Lanaudière (Canada), Ansbach<br />

(Germania), Polllença (Sapgna), Stresa (Italia), Salisburgo<br />

(Austria), Montreux (Svizzera).<br />

Suona anche regolarmente in ASIA (7 tournée in<br />

Giappone), e negli Stati Uniti.... Ha inciso finora<br />

più di 75 dischi, e compiuto i 40 anni di carriera<br />

con oltre 3000 concerti.<br />

29


Sabato 4 Agosto | TEATro rAGAzzI<br />

Teatro Talia, ore 17.00<br />

La fiaba dei<br />

tre desideri ridicoli<br />

Compagnia la Mansarda<br />

Drammaturgia: Roberta Sandias<br />

Regia: Maurizio Azzurro<br />

Da una antica fiaba tedesca<br />

Musiche originali Maria Gabriella Marino<br />

Drammaturgia: Roberta SandiasRegia: Maurizio<br />

Azzurro<br />

Musiche originali: Maria Gabriella Marino<br />

Scene e Costumi: Ennio Ecuba e Veronica Netti<br />

Attori in scena: Maurizio Azzurro; Roberta Sandias<br />

Menzione speciale della Giuria al PREMIO RIBALTA 2007<br />

Teatro Parioli- Roma<br />

Premio Miglior attore Festival Nazionale di teatro per ragazzi<br />

TEATRO PINOCCHIO 2007 IV EDIZIONE<br />

30<br />

Lo spettacolo è tratto da una antica fiaba popolare<br />

tedesca, dove protagonista è una coppia che vive<br />

ai margini del bosco, sbarcando il lunario in piccole<br />

faccende quotidiane dal sapore antico: tagliar<br />

legna, attingere acqua al pozzo e sbrigare mille<br />

altre attività rituali che scandiscono le loro giornate,<br />

sempre uguali.<br />

Due caratteri in contrapposizione: una moglie, Carlotta,<br />

allegra e solare, un marito, Gervaso, buio e<br />

brontolone: i due formano una coppia teatrale di<br />

sicuro impatto, che innesca continuamente contrasti<br />

e piccoli battibecchi, vorticose situazioni comiche<br />

e dialoghi serrati, dal vago sapore del teatro<br />

dell’assurdo, in una rappresentazione teatrale dal<br />

ritmo coinvolgente e di grande impatto comico.<br />

Nell’ambientazione e nella forte caratterizzazione<br />

dei personaggi ci si è ispirati alle atmosfere del<br />

Tingel Tangel di Karl Valentin, regalando allo spettacolo<br />

toni surreali e sopra le righe: una comicità<br />

fisica, oltre che verbale.<br />

Come in tutte le fiabe che si rispettino, c’è l’elemento<br />

magico: a rompere la quotidianità della coppia,<br />

accade un evento inaspettato: una vecchia<br />

maga, capitata nei pressi della loro bicocca un po’<br />

per caso e un po’ per ventura, concede ad uno<br />

scettico Gervaso la possibilità di realizzare tre desideri…<br />

Cosa accadrà?<br />

Lo sviluppo imprevedibile della storia, che ha un<br />

finale inaspettato, lascia aperta una riflessione sul<br />

tema del desiderio e della sua realizzazione.<br />

L’allestimento della fiaba, è arricchito da momenti<br />

musicali e canzoni coinvolgenti.


Sabato 4 agosto | CInEMA<br />

Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />

Dell’ammazzare<br />

il maiale<br />

Italia, 2011, (cortometraggio di 7 min)<br />

IDEAzIonE e rEGIA Simone Massi<br />

RIPRESE Julia Gromskaya<br />

MUSICA Stefano Sasso con la consulenza di Larry<br />

Sider<br />

PRODUZIONE Production Simone Massi<br />

DISEGNI Pastelli a olio su carta - Bianco, nero e<br />

rosso<br />

32<br />

SINOSSI<br />

Mentre viene trascinato fuori dalla stalla il maiale<br />

ha modo di vedere il cielo e le cose del mondo<br />

ABOUT<br />

Con il suo tratto definitivo dalla memoria ancestrale,<br />

Simone Massi ci offre un piccolo teorema<br />

sulla vita e sulla morte in una realtà contadina dove<br />

la natura detta legge e la mano dell’uomo prova<br />

sempre a intervenire su di essa. Visioni e mise à<br />

l’abîme che molto hanno a che fare con la società<br />

contemporanea. (Veronica Flora)<br />

FESTIVAL E PREMI<br />

David di Donatello 2012 (Miglior cortometraggio)


Sabato 4 agosto | CInEMA<br />

Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />

Cesare deve morire<br />

Italia, 2012, 76 min<br />

rEGIA Paolo e Vittorio Taviani<br />

REGIA DELLE SCENE TEATRALI Fabio Cavalli<br />

SCENEGGIATURA Paolo e Vittorio Saviani, con la<br />

collaborazione di Fabio Cavalli<br />

FOTOGRAFIA Simone Zampagni<br />

MONTAGGIO Roberto Perpignani<br />

MUSICA Giuliano Taviani, Carmelo Travia<br />

FONICI Benito Alchimede e Brando Mosca<br />

PRODUZIONE Kaos Cinematografica srl, in associazione<br />

con Stemal Entertainment srl, Le Talee,<br />

La Ribalta – Centro Studi E.M. Salerno; in collaborazione<br />

con Rai Cinema<br />

DISTRIBUZIONE Sacher Distribuzione<br />

CAST Cosimo Rega (Cassio), Salvatore Striano<br />

(Bruto), Giovanni Arcuri (Cesare), Antonio Frasca<br />

(Marcantonio), Juan Dario sonetti (Decio), Vittorio<br />

Parrella (Casca), Rosario Majorana (Metello), Vincenzo<br />

Gallo (Lucio), Francesco De Masi (Trebonio),<br />

Gennaro Solito (Cinna), Francesco Carusone<br />

(Indovino), Fabio Rizzato (Stratone), Maurilio Giaffreda<br />

(Ottavio)<br />

SINOSSI<br />

Teatro del carcere di Rebibbia. La rappresentazione<br />

di Giulio Cesare di Shakespeare ha fine fra gli applausi.<br />

Le luci si abbassano sugli attori tornati carcerati.<br />

Vengono scortati e chiusi nelle loro celle.<br />

Sei mesi prima il direttore del carcere e il regista<br />

teatrale interno spiegano ai detenuti il nuovo progetto:<br />

Giulio Cesare.<br />

Prima tappa: i provini. Seconda tappa l’incontro<br />

col testo. Il linguaggio universale di Shakespeare<br />

aiuta i detenuti-attori a immedesimarsi nei personaggi.<br />

Il percorso è lungo: ansie, speranze, gioco.<br />

Sono i sentimenti che li accompagnano nelle loro<br />

notti in cella, dopo un giorno di prove. Ma chi è<br />

Giovanni che interpreta “Cesare”? Chi è Salvatore<br />

“Bruto”? Per quale colpa sono stati condannati? Il<br />

film non lo nasconde. Frasi scritte centinaia di anni<br />

fa incidono sul presente nel modo che Jan Kott attribuiva<br />

loro nel saggio del 1964 dal titolo “Shakespeare,<br />

nostro contemporaneo”.<br />

ABOUT<br />

Il carcere rappresenta nell’immaginario comune il<br />

luogo di solitudine per eccellenza. Aprendo le<br />

porte all’arte e alla cultura, i detenuti si trovano davanti<br />

agli occhi un temporaneo varco sulla vita, sul<br />

mondo, costruito su una ritrovata, diversa relazione<br />

con l’altro, sia esso il proprio compagno, il<br />

regista, il pubblico. Una ventata di vita racchiusa<br />

in un elaborato progetto artistico, quello della<br />

compagnia teatrale che opera nel carcere di Rebibbia,<br />

capace di mantenerne intatta l’autenticità,<br />

la complessità, la vertigine in un contesto carcerario<br />

generalmente monotono a tratti estraniante<br />

dove si lavora per la riabilitazione di individui che,<br />

33


secondo la legge vigente, hanno compiuto reati<br />

che li hanno resi non più adatti alla vita nella società<br />

civile.<br />

L’arte come anche lo studio - nell’etimologia latina<br />

di studium, amore, passione - rappresentato in<br />

carcere dalle istituzioni scolastiche, universitarie,<br />

dalle iniziative delle associazioni di volontariato -<br />

può certamente risvegliare sensi intorpiditi dalla<br />

condizione di costrizione di esseri umani reali, vivi<br />

nella maggior parte dei casi, come accade fuori,<br />

dotati di grande sensibilità, talento, intelligenza.<br />

Anche quando hanno scritto sulla propria condanna<br />

“fine pena: mai”.<br />

Nonostante la tematica e l’ambientazione, certamente<br />

non facile, e una messa in scena che si avvale<br />

di un bianco e nero capace di scavare<br />

magistralmente nei volti e nell’anima dei protagonisti,<br />

il film, come ha rilevato lo stesso Nanni Moretti<br />

che ne è il distributore, mantiene, complice<br />

probabilmente anche l’esperienza sul campo del<br />

regista Fabio Cavalli, una freschezza e una verità<br />

che spesso emanano le opere prime.<br />

Questo film, insieme a Pina di Wim Wenders, altra<br />

34<br />

pellicola che vedremo nella nostra rassegna lunedì<br />

6 agosto, sottolinea la capacità del cinema di “leggere”<br />

e far vivere altre arti attraverso una diversa<br />

forma comunicativa, differenti strumenti creativi.<br />

Nella messa in scena del “Cesare” shakespeariano,<br />

non vi è solo l’immagine edificante di un gruppo<br />

di individui che fa teatro come terapia verso il cambiamento.<br />

Il Cesare di questi detenuti è un opera<br />

teatrale a tutti gli effetti, che porta in sé tutta la potenza<br />

della riflessione politica, sociale, umana<br />

dell’opera del Bardo.<br />

(Veronica Flora)<br />

FESTIVAL E PREMI<br />

Orso d’oro Festival di Berlino 2012<br />

David di Donatello 2012 per Miglior film, Miglior regia,<br />

Miglior montaggio, Miglior fonico in presa diretta, Miglior<br />

produzione<br />

Nastri d’argento 2012 Premio per il Miglior cast<br />

INTRODUCE IL FILM<br />

SALVATORE STRIANO<br />

(Attore)


Domenica 5 agosto | CInEMA<br />

Piazza dell’Obelisco, ore 18.00<br />

Incontro con l’Autore:<br />

“La democrazia<br />

al cinema”<br />

di Giovanni rizzoni<br />

Il cinema può ancora oggi definirsi la più politica<br />

delle arti.<br />

Un film ben riuscito non ci trasmette solo emozioni,<br />

ma riesce spesso a sollevare, in forma coinvolgente<br />

e diretta - a volte con una sola,<br />

indimenticabile immagine - anche grandi questioni<br />

della politica contemporanea, facendoci riflettere<br />

sulle difficoltà del nostro stare insieme, sui labirinti<br />

del potere, sui dilemmi della democrazia.<br />

A questi temi è dedicato l’incontro con Giovanni<br />

Rizzoni, un autore che si è particolarmente dedicato<br />

al tema dei rapporti fra arti visive e cultura<br />

politica e giuridica.<br />

Partendo dagli spunti contenuti nel suo libro, La<br />

democrazia al cinema - i dilemmi del costituzionalismo<br />

in cinque film, Rizzoni discuterà con il<br />

pubblico alcune delle domande che pongono in<br />

questione il governo democratico contemporaneo:<br />

quali sono oggi le difficoltà della deliberazione<br />

pubblica? La democrazia partecipativa costituisce<br />

un’alternativa a quella rappresentativa? L’ampliamento<br />

delle forme di democrazia diretta è oggi finalmente<br />

possibile? Perché abbiamo bisogno di<br />

una Costituzione?<br />

Le immagini e le storie di alcuni grandi film - compresi<br />

quelli in programmazione nella rassegna TA-<br />

GLIACOZZOINFILM - ci faranno da guida per<br />

esplorare le possibili risposte ad alcune di queste<br />

grandi domande. (Giovanni Rizzoni)<br />

GIOVANNI RIZZONI<br />

Insegna Comparative Constitutional Law alla Facoltà<br />

di scienze politiche dell’Università LUISS<br />

Guido Carli a Roma ed è consigliere parlamentare.<br />

E’ autore di numerose pubblicazioni in materia di<br />

diritto parlamentare e costituzionale. Ha partecipato<br />

in qualità di esperto a una serie di progetti di<br />

cooperazione promossi dell’OCSE e della Commissione<br />

europea per il sostegno e la valutazione di<br />

processi di riforma istituzionale e legislativa in<br />

paesi europei ed extraeuropei.<br />

35


Domenica 5 Agosto | MuSICA<br />

Teatro Talia, ore 21.15<br />

La serva padrona<br />

Santa Cecilia<br />

opera Studio<br />

Ensemble roma Sinfonietta<br />

Direttore: Fabio Maestri<br />

Regia: Cesare Scarton<br />

Intermezzo in due parti di<br />

Gennaro Antonio Federico<br />

Musica di Giovanni Battista Pergolesi<br />

(edizione critica di Fabio Maestri)<br />

Personaggi e Interpreti<br />

Serpina Damiana Mizzi, soprano<br />

Uberto Dario Ciotoli, baritono<br />

Vespone Nicola Ciulla, mimo<br />

Ensemble Roma Sinfonietta<br />

Violini: David Simonacci, Mervit Nesnas<br />

Viola: Lorenzo Rundo<br />

Violoncello: Marco Simonacci<br />

Contrabbasso: Marco Piccirillo<br />

Cembalo: Silvia Paparelli<br />

36<br />

SANTA CECILIA OPERA STUDIO<br />

L'iniziativa di istituire un programma di alto perfezionamento<br />

in canto lirico dedicato alla formazione<br />

professionale di giovani cantanti presso una<br />

struttura adeguata e funzionale nasce dall'esigenza<br />

di salvaguardare quanto resta di un patrimonio<br />

culturale straordinario, quello dell'Opera e del Belcanto,<br />

vero vanto della civiltà italiana dall'inizio del<br />

Seicento in poi, che corre il rischio di scomparire<br />

in tutto il mondo. La problematica situazione delle<br />

scuole di canto, non sempre in grado di assicurare<br />

ai giovani una preparazione soddisfacente, gli innumerevoli<br />

e spesso inutili concorsi, le difficoltà<br />

di inserimento nel mercato del lavoro, il non facile<br />

reperimento da parte dei teatri lirici di compagnie<br />

di canto adeguate, anche per opere di grande repertorio,<br />

sono dimostrazioni più che evidenti della<br />

gravità della crisi. Ciò nonostante, il nostro paese<br />

continua a essere meta di giovani artisti provenienti<br />

da tutto il mondo, alla ricerca di una idonea<br />

preparazione.<br />

L'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, che vanta<br />

una illustre tradizione di corsi di alto perfezionamento<br />

in campo strumentale, ha raccolto questa<br />

sfida dando vita a Santa Cecilia Opera Studio, una<br />

scuola di canto di alto livello che mira a completare<br />

tutti gli aspetti della formazione professionale del<br />

cantante, da quelli più spiccatamente musicali e di<br />

tecnica vocale, a quelli della presenza scenica sul<br />

palcoscenico, della corretta dizione e della scelta<br />

del repertorio. L'intento è anche di sottrarre gli ar-


tisti alle leggi di un mercato non di rado spietato<br />

nello sfruttamento dei giovani talenti, soprattutto<br />

nella delicata fase dell'avvio alla carriera professionale.<br />

Non ultimo dei problemi è infatti il prematuro<br />

logoramento dei mezzi vocali di molti pur<br />

dotati giovani a causa di scelte sbagliate di repertorio.<br />

Dalla prima sessione tenuta nel 2004, gli allievi effettivi<br />

di Santa Cecilia Opera Studio sono stati diverse<br />

centinaia, provenienti da ogni parte del<br />

mondo, molti dei quali hanno poi iniziato importanti<br />

carriere solistiche. Una parte fondamentale<br />

del percorso formativo di Santa Cecilia Opera Studio<br />

è infatti la creazione di concrete opportunità<br />

professionali, grazie alla programmazione di concerti<br />

e recital nel corso dell’anno, alla realizzazione<br />

di progetti di teatro musicale e alle numerose collaborazioni<br />

con teatri e festival in Italia e all’estero.<br />

L’attività di Santa Cecilia Opera Studio è resa possibile<br />

grazie al generoso contributo di Laurel<br />

Schwartz, che da anni sostiene e segue con passione<br />

e disinteressata attenzione lo sviluppo del<br />

progetto e la crescita dei tanti giovani che vi partecipano.<br />

Altrettanto importante è la collaborazione<br />

con la Fondazione Boris Christoff, che contribuisce<br />

alla realizzazione delle sessioni di studio e delle attività<br />

artistiche programmate nel corso dell'anno.<br />

Santa Cecilia Opera Studio beneficia inoltre del<br />

prezioso contributo di Infocamere, che da alcuni<br />

anni promuove la produzione di CD e DVD dei concerti<br />

e delle opere realizzate, e della Fondazione Ettore<br />

Paratore. Prosegue, infine, nella cornice dello<br />

splendido Teatro Flavio Vespasiano di Rieti, la frut-<br />

tuosa collaborazione con il Reate Festival iniziata<br />

nel 2009 all'insegna del Belcanto. Grazie alla partecipazione<br />

al progetto europeo Euroclassical, di<br />

cui l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia è membro,<br />

i concerti degli artisti di Santa Cecilia Opera<br />

Studio saranno fruibili sul sito www.classicalplanet.com.<br />

L’Ensemble Roma Sinfonietta si è costituito in<br />

seno all’Orchestra Roma Sinfonietta- che dal 1993<br />

svolge un’intensa attività concertistica collaborando<br />

con i maggiori esponenti della musica per<br />

il cinema e non solo (Ennio Morricone, Nicola Piovani,<br />

Luis Bacalov, Quincey Jones, Roger Waters,<br />

Dulce Pontes, Mariella Devia, Claudio Baglioni, Michael<br />

Bolton, Michael Nyman, Gianni Ferrio e<br />

presso l ‘Università di Roma Tor Vergata - per approfondire<br />

e diffondere un repertorio raro.<br />

37


Lunedì 6 agosto | CInEMA<br />

Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />

Pina<br />

Germania, 2011, 100 min<br />

rEGIA Wim Wenders<br />

SCENEGGIATURA Wim Wenders<br />

FOTOGRAFIA Hélène Louvart<br />

SCENOGRAFIA Péter Pabst<br />

COSTUMI Rolf Börzik, Marion Cito<br />

MONTAGGIO Toni Froschhammer<br />

MUSICA Thom Hanreich<br />

PRODUTTORE Gian-Piero Ringel, Wim Wenders<br />

DISTRIBUZIONE BiM Distribution<br />

CAST Pina Bausch, Regina Advento, Malou Airaudo,<br />

Ruth Amarante, Rainer Behr, Andrey Berezin,<br />

Damiano Ottavio Bigi, Bénédicte Billet, Ales<br />

Cucek, Clementine Deluy, Josephine Ann Endicott,<br />

Lutz Förster<br />

SINOSSI<br />

Il film è un tributo alla celebre coreografa tedesca<br />

Pina Bausch e alla sua compagnia di teatrodanza<br />

a Wuppertal. Il progetto inizia nel 2008 e prosegue<br />

anche dopo la morte di Pina Bausch, avvenuta<br />

nell’estate del 2009.<br />

ABOUT<br />

Pina è un film speciale per diversi motivi. È innan-<br />

38<br />

zitutto un’occasione per conoscere una delle figure<br />

più straordinarie della danza del Novecento, Pina<br />

Bausch; e farlo attraverso lo sguardo poetico di un<br />

grande cineasta, che ha saputo cogliere e rendere<br />

sullo schermo il senso più intimo del lavoro della<br />

coreografa tedesca, celebre per aver creato a partire<br />

dalla fine degli anni settanta un nuovo genere<br />

di danza, estraneo sia ai codici del balletto che a<br />

quelli della danza moderna di allora.<br />

Il progetto del film nasceva nel 1985 quando Wenders<br />

vide per la prima volta e in modo del tutto casuale<br />

la compagnia tedesca del Wuppertal<br />

Tanztheater in scena al teatro la Fenice di Venezia;<br />

fu un incontro travolgente fino alle lacrime con la<br />

potenza di un linguaggio del corpo che non immaginava<br />

minimamente fosse in grado di affascinarlo,<br />

tanto da cambiargli la vita - dice lo stesso<br />

Wenders - e portandolo a pensare addirittura che<br />

forse neanche tutta la storia del cinema gli avesse<br />

mai restituito tanta verità sulla vita.<br />

Per quanto scosso da quell’esperienza, il regista<br />

sentì di passare alla realizzazione del progetto solo<br />

dopo la scoperta della soluzione tecnologica del<br />

3D, ossia dopo oltre vent’anni di amicizia fra i due


artisti, anni in cui l’idea di fare un film insieme<br />

aveva iniziato a prendere forma concretizzandosi<br />

poi nel 2008 con la selezione del materiale su cui<br />

lavorare.<br />

Sono quattro le coreografie che Pina aveva scelto<br />

come base per il documentario - “Café Müller”, “Le<br />

Sacre du Printemps”, “Vollmond” e “Kontakthof”<br />

- e non a caso le prime due sono le stesse che<br />

Wenders vide quella volta a Venezia. Ma nel giugno<br />

2009, a un passo dall’inizio delle riprese, la<br />

coreografa morì improvvisamente, lasciando nelle<br />

mani del regista e dei suoi danzatori la concezione<br />

dell’impianto drammaturgico del film.<br />

Il film è un ulteriore approfondimento da parte di<br />

Wenders dell’opera rivoluzionaria di Pina Bausch.<br />

Il regista, infatti, gira per intero le coreografie<br />

scelte, ma decide di imperniare la sua ricerca sugli<br />

assoli dei danzatori, e per costruirli adotta la stessa<br />

modalità della coreografa, probabilmente la chiave<br />

innovativa di tutto il suo lavoro, di rivolgere loro<br />

delle domande personali, chiedendo di rispondere<br />

con il solo movimento del corpo. Non mancano le<br />

voci dei danzatori, ma esse sono lasciate rigorosamente<br />

fuori campo mentre l’inquadratura fissa<br />

sul primo piano di ognuno ne analizza il ritratto.<br />

Quelle di Wenders sono domande su Pina ovviamente<br />

e gli assoli, dunque, costituiscono le risposte<br />

dei danzatori su di lei, sequenze di grande<br />

impatto emozionale, in cui certamente giocano un<br />

ruolo determinante la colonna sonora molto suggestiva<br />

e il serrato ritmo visivo dato dal contrasto<br />

delle ambientazioni. In uno sfondo di volta in volta<br />

industriale, naturale, metropolitano, teatrale in cui<br />

i corpi bauschiani in abiti da sera dall’inconfondibile<br />

eleganza lottano, desiderano, amano, esprimono<br />

gioia, ma anche dolore, comunicano<br />

insomma un’interiorità. La macchina da presa ne<br />

scruta il movimento in rapporto a uno spazio che<br />

per lo spettatore diviene avvolgente, realizzando<br />

quella compenetrazione fra linguaggio cinematografico<br />

e coreografico che è senza altro una delle<br />

cifre più caratteristiche di questo film. (Annamaria<br />

Corea)<br />

FESTIVAL E PREMI<br />

Deutscher Filmpreis 2011: Miglior documentario<br />

È stato inoltre presentato fuori concorso alla 61ª edizione<br />

del Festival Internazionale del cinema di Berlino il 13 febbraio<br />

2011. In Italia è stato presentato nella sezione<br />

Eventi speciali della 6ª edizione del Festival Internazionale<br />

del Film di Roma.<br />

INTRODUCE IL FILM<br />

ANNAMARIA COREA<br />

(Dottore di ricerca in “Tecnologie digitali e metodologie<br />

per la ricerca sullo spettacolo”, esperta<br />

di danza, Sapienza, Università di Roma)<br />

39


Martedi 7 Agosto | TEATro<br />

Piazza Obelisco, ore 21.00<br />

Mare al mattino<br />

reading con<br />

Sergio Castellitto<br />

e Margaret Mazzantini<br />

Dal romanzo omonimo di<br />

Margaret Mazzantini<br />

Farid è un bambino libico, la sua casa è circondata<br />

dal deserto, il suo migliore amico è una gazzella<br />

che lo guarda teneramente. Quando tutto sembra<br />

perduto, la madre giovane e bella, Jamila, cerca di<br />

fuggire via mare su una piccola barca, insieme a<br />

molti altri, in cerca di libertà da una dittatura feroce.<br />

Farid non aveva mai visto il mare, questa<br />

grande, superficie blu che non mantiene la promessa<br />

di una nuova vita, diventando invece il loro<br />

carcere. Vito è un ragazzo siciliano che è cresciuto<br />

ascoltando le storie raccontate da sua madre e sua<br />

nonna, appartenenti alla comunità italiana che<br />

Gheddafi ha cacciato da Tripoli negli anni Settanta.<br />

Vito sta guardando lo stesso tratto di mare tra Italia<br />

e Libia, ma dalla spiaggia di un'isola sul lato opposto.<br />

Un racconto di toccante intensità, Mare al<br />

mattino affronta il tema universale della migrazione<br />

delle persone, il destino di coloro che diventano<br />

esiliati dalla loro case, dai parenti e dalle<br />

40<br />

radici, la violenza della guerra e della natura, la<br />

forza delle donne, quando si deve difendere il futuro<br />

dei loro figli, la speranza del genere umano<br />

per una vita migliore. Un'opera che conferma il talento<br />

di Margaret Mazzantini come scrittrice vicino<br />

al cuore dei lettori, che sa descrivere con il linguaggio<br />

terso della letteratura gli aspetti più oscuri<br />

della nostra presenza, con l'impegno di difendere<br />

il diritto di tutti gli esseri umani alla dignità e di rispettare<br />

e valorizzare il dovere di tutte le persone<br />

adulte di far crescere figli che siano felici.<br />

MARGARET MAZZANTINI<br />

E’ nata a Dublino in Irlanda dallo scrittore Carlo<br />

Mazzantini e la pittrice Anne Donnelly. Terza di<br />

quattro figlie vive l’infanzia in giro per l’Europa, in<br />

Spagna e a Tangeri, fino a stabilirsi a Tivoli, nella<br />

campagna alle porte di Roma. Frequenta l'Accademia<br />

d'arte drammatica Silvio D'Amico di Roma<br />

dove si diploma nel 1982. A vent’anni debutta al<br />

Teatro Olimpico di Vicenza interpretando Ifigenia<br />

nell’omonima tragedia di Wolfgang Goethe e continua<br />

la sua formazione attraverso testi fondamentali,<br />

come Tre sorelle di Chechov al Teatro di<br />

Genova, Antigone di Sofocle al teatro Greco di Taormina<br />

con Turi Ferro, Mon Faust di Paul Valéry<br />

nel 1987 al Piccolo di Milano con Tino Carraro,<br />

Bambino di Susan Sontag e Praga Magica di Angelo<br />

Maria Ripellino al Festival dei due Mondi di<br />

Spoleto. Nel 1987 si sposa con l’attore Sergio Castellitto<br />

con cui inizierà anche un importante percorso<br />

artistico. Nel 1992 e 1993, con Castellitto,<br />

ha interpretato, fra l’altro, la fortunata pièce A piedi


nudi nel parco di Neil Simon. Il suo esordio in letteratura<br />

è del 1994 con Il catino di zinco (Marsilio)<br />

che vince il Premio Selezione Campiello. Seguono<br />

Manola (Mondadori, 1999) e nel 2001 Non ti muovere<br />

(Mondadori) con cui vince nel 2002 il premio<br />

Strega e, tra gli altri, il premio Grinzane Cavour e<br />

il premio internazionale Zepter come miglior libro<br />

europeo. Non ti muovere è stato un caso editoriale<br />

da quasi due milioni di copie ed è stato tradotto in<br />

35 paesi. Nel 2003 lavora a Zorro - un eremita sul<br />

marciapiede (Mondadori), un monologo teatrale<br />

interpretato da Sergio Castellitto. Nel novembre<br />

2008, sempre per l’editore Mondadori, pubblica<br />

Venuto al mondo che vince il premio Campiello<br />

2009 ed è in fase di preparazione il progetto di realizzazione<br />

del film. Nessuno si salva da solo, pubblicato<br />

da Mondadori nel 2011, è il suo ultimo<br />

romanzo. Attualmente vive a Roma con il marito e<br />

i loro quattro figli.<br />

SERGIO CASTELLITTO<br />

Attore , sceneggiatore e regista tra i più importanti<br />

del cinema italiano. Originario di Campobasso,<br />

frequenta l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica<br />

“Silvio d’Amico”. Lavora in teatro con Luigi<br />

Squarzina e Aldo Trionfo. Inizia poi la sua carriera<br />

cinematografica come attore accanto a Marcello<br />

Mastroianni, segue poi il film “La famiglia” di Ettore<br />

Scola. Nel 1990 vince il David di Donatello<br />

come attore per il film di Carlo Vanzina “Tre colonne<br />

in cronaca”, e il premio Nastro d’argento per<br />

il ruolo interpretato nel film di F. Archibugi “Il<br />

grande cocomero”. Con “L’uomo delle stelle” di G.<br />

42<br />

Tornatore vince il secondo Nastro d’argento. Nel<br />

2002 è protagonista del film di M. Bellocchio<br />

“L’ora di religione”. Come regista esordisce al cinema<br />

con il film “Libero burro” presentato alla<br />

Mostra di Venezia e nel 2004 dirige il film “Non ti<br />

muovere” tratto dall’omonimo romanzo della moglie<br />

Margaret da lui interpretato a fianco di Penelope<br />

Cruz. Acclamato dal pubblico e dalla critica il<br />

film, presentato al Festival di Cannes, vince numerosi<br />

premi, tra cui il David di Donatello a Penelope<br />

Cruz, il Nastro d’argento per la miglior sceneggiatura,<br />

il Globo d’oro 2005 come miglior film e 5 Nastri<br />

d’argento 2005. Nel 2005 torna a lavorare con<br />

Bellocchio ed è protagonista nel film ”Il regista di<br />

matrimoni” presentato a Cannes (un certain renard)<br />

. Lavora poi nel film di Gianni Amelio “La<br />

stella che non c’è “ e nel 2008 è nella megaproduzione<br />

americana di “Le cronache di Narnia:Il principe<br />

Caspian”, secondo capitolo della fortunata<br />

serie. Nel 2009 è alla Mostra del Cinema di Venezia<br />

con il film di V.Terracciano “Tris di donne e abiti<br />

nuziali”. Attualmente sta lavorando all’uscita del<br />

suo prossimo film tratto dal romanzo di Margaret<br />

“Venuto al mondo”.<br />

Note a cura di Antonia Renzella


Mercoledi 8 agosto | CInEMA<br />

Palazzo Ducale, ore 18.00<br />

zavorra<br />

Italia, 2012, 50 min<br />

rEGIA Vincenzo Mineo<br />

FOTOGRAFIA Bruno Fundarò<br />

MONTAGGIO Dario Indelicato<br />

SUONO Alessandro Boscolo<br />

PRODUZIONE Prodotto da Vincenzo Mineo – Trinacria<br />

Visual Art. In collaborazione con Associazione<br />

Culturale Bogotà<br />

CAST Il cast è composto dal personale e dagli anziani<br />

ospiti dei centri geriatrici di Trapani<br />

SINOSSI<br />

Spesso le persone anziane vivono in isolamento,<br />

ai margini di una condizione sociale e affettiva, e<br />

gli ospizi sono un grande aiuto in questo senso,<br />

perché offrono loro sostegno e cure, la possibilità<br />

di avere compagnia e conforto.<br />

FESTIVAL E PREMI<br />

Finalista David di Donatello – Documentari di lungometraggio<br />

2012<br />

Cargo<br />

Italia, 2010, 48 min<br />

rEGIA Vincenzo Mineo<br />

FOTOGRAFIA Bruno Fundarò<br />

MONTAGGIO Dario Indelicato<br />

SUONO Alessandro Boscolo<br />

MUSICA Linda Maria Bongiovanni<br />

PRODUZIONE Prodotto da Vincenzo Mineo – Trinacria<br />

Visual Art. In collaborazione con Associazione<br />

Culturale Bogotà<br />

CAST Il cast del documentario è composto dall’equipaggio<br />

della nave INDIGO POINT – PB TAN-<br />

KERS<br />

SINOSSI<br />

CARGO vuole rendere testimonianza non solo del<br />

lavoro svolto a bordo da ufficiali e marinai, ma<br />

vuole anche sentire le loro storie, le loro solitudini<br />

e i momenti di aggregazione, il tempo libero e i<br />

contatti con la terraferma. Tutto questo per far conoscere<br />

il piacere e le difficoltà di un lavoro svolto<br />

sul mare, su una nave che diventa anch’essa protagonista,<br />

un’isola in movimento vissuta da una<br />

eterogenea comunità-equipaggio in “isola-mento”,<br />

con le sue gerarchie e i suoi equilibri, con i suoi<br />

sogni e i suoi desideri.<br />

FESTIVAL E PREMI<br />

In concorso Documentari – David di Donatello 2010<br />

43


Mercoledi 8 Agosto | DAnzA<br />

Piazza Obelisco, ore 21.15<br />

In Mozart +<br />

Free Chocolate<br />

Love<br />

BTT - Balletto del<br />

Teatro di Torino<br />

Direttore: Loredana Furno<br />

In MozArT<br />

Musiche MICHAEL NYMAN<br />

da Drowning by Numbers<br />

FrEE CHoCoLATE LoVE<br />

Un tributo a Andy Warhol Mito della POP Art<br />

Musiche DAVID SHEA + SCANNER<br />

Coreografie MATTEO LEVAGGI<br />

Danzatori Kristin Furnes, Manuela<br />

Maugeri, Viola Scaglione,<br />

Denis Bruno, Giuseppe<br />

Inga, Vito Pansini<br />

Luci, Fabio Sajiz<br />

Produzione Balletto Teatro di Torino<br />

Co-produzione Lavanderia a Vapore<br />

di Collegno<br />

44<br />

Matteo Levaggi crea nel 2005 Drowning by Numbers<br />

per il Balletto dell’Arena di Verona, su musiche<br />

eseguite dal vivo di Michael Nyman. Riprende


oggi il balletto riadattandolo agli straordinari danzatori<br />

del Balletto Teatro di Torino.<br />

La Michael Nyman Band debutta al National Thea-<br />

tre di Londra, eseguendo il famoso brano In Re<br />

Don Giovanni, in cui le prime 16 battute dall'Aria<br />

del Don Giovanni venivano smontate e riassemblate<br />

in una originale combinazione di musica<br />

classica occidentale, rock'n'roll e minimalismo. Da<br />

allora Nyman ha fatto spesso riferimento a Mozart<br />

nelle sue colonne sonore e nelle sue composizioni.<br />

Il primo è proprio quello della colonna sonora del<br />

film Drowning by Numbers di Peter Greenaway,<br />

una "esplorazione" delle qualità ritmiche, melodiche<br />

e armoniche che Nyman trovò così misteriosamente<br />

attraenti nel lento movimento della<br />

Sinfonia Concertante per violino e viola di Mozart.<br />

Ne nasce un pezzo musicale esplosivo, ricco di<br />

suoni e suggestioni, in cui far immergere una<br />

danza ben ancorata al vocabolario classico, come<br />

del resto è qui la musica, ma attraversata da un<br />

grande sentire contemporaneo.<br />

La seconda parte della serata riprende in una<br />

nuova forma, il primo lavoro coreografico di Levaggi<br />

per ensemble, ispirato al mito della Pop Art,<br />

Andy Warhol.<br />

Free Chocolate Love, sulla trascinante e ipnotica<br />

musica dell’americano David Shea e dell’inglese<br />

Scanner, ci immerge in un mondo colorato, in cui<br />

i danzatori si mettono in mostra, si scambiano i<br />

ruoli, trascinando il pubblico in un vortice di danza<br />

e musica elettronica per giovani amanti (come gli<br />

autori stessi la defininiscono) e un mondo Glamour.<br />

Pop, Star, Pose, Love, Smootchy, Andy, Karole<br />

and me!<br />

45


Giovedi 9 Agosto | MuSICA<br />

Chiostro di San Francesco, ore 21.15<br />

Colours<br />

Bozen Brass Quintet<br />

In the Stone (Earth, Wind and Fire)<br />

La Vie en Rose (Edith Piaf)<br />

Sonate 3 in C Moll (Gottfried Finger)<br />

Schlagerparade (Potpourri)<br />

Duetto buffo di due gatti (Gioacchino Rossini)<br />

Von Fremden Ländern und Menschen (R. Schumann)<br />

***<br />

Child's Anthem (Toto)<br />

Bad Girl (Jamiroquai)<br />

She's a Maniac (Michael Sembello)<br />

Billy Jean (M. Jackson)<br />

Time of my life (Bill Medley)<br />

Englishman in New York (Sting)<br />

Nocturne (F. Mendelssohn)<br />

Not Yet (Michel Camillo)<br />

I Bozen Brass sono un quintetto di<br />

ottoni che non si può classificare<br />

secondo le comuni categorie. Si potrebbero<br />

definire innanzitutto curiosi,<br />

i cinque sudtirolesi, e sempre<br />

pronti a sorprendere.<br />

46<br />

Norbert Fink al corno, Stefan Mahlknecht al trombone,<br />

Robert Neumair alla tromba, Toni Pichleralla<br />

tuba e Anton Ludwig Wilhalm alla tromba sono nel<br />

gruppo dal 2003, e da allora sono in cammino, insieme,<br />

verso traguardi alti e lontani.Basilare è la<br />

solida formazione musicale che sorregge ognuno<br />

dei componenti, acquisita presso le migliori istituzioni<br />

musicali in patria e all'estero, accompagnata<br />

da un'esperienza esecutiva multiforme, tra<br />

orchestre ed ensemble di respiro internazionale.<br />

Ulteriori importanti ingredienti sono l'amore per la<br />

musica e il puro piacere nel praticarla, che in qualità<br />

di insegnanti riescono pure a trasmettere bene<br />

ai loro allievi. Essi offrono agli ascoltatori un arco<br />

di proposte musicali davvero ricco, attraverso ogni<br />

epoca della storia della musica e passando per<br />

ogni stile.


Venerdì 10 agosto | CInEMA<br />

Palazzo Ducale, ore 18.00<br />

Cadenas<br />

Italia, 2012, 60 min<br />

rEGIA Francesca Balbo<br />

SCENEGGIATURA Francesca Balbo<br />

FOTOGRAFIA Francesca Balbo e Andrea Turri<br />

MONTAGGIO Carlotta Cristiani e Bruno Oliviero<br />

MUSICA Dario Miranda<br />

SUONO Mirko Guerra, Alberto Gallo<br />

COORDINAMENTO DISTRIBUZIONE Antonietta<br />

Bruni<br />

PRODUTTORE Alessandro Borrelli<br />

PRODUZIONE La Sarraz Pictures srl<br />

Realizzato con il contributo del MiBAC - Direzione<br />

Generale per il Cinema-Film d’interesse culturale<br />

ABOUT<br />

In quella parte di Sardegna che si snoda tra la Trexenta,<br />

il Campidano e il Gennargentu corre un<br />

treno senza tempo, il cui passaggio è salutato da<br />

piccoli puntini gialli che agitano una paletta verde<br />

e rossa, le “guarda-barriera”.<br />

Un lavoro che si eredita in linea femminile da generazioni.<br />

Bloccano il traffico al passare del treno, poche<br />

centinaia di chilometri di rotaie secondarie che in-<br />

crociano strade secondarie percorse da macchine,<br />

trattori, pecore e apecar.<br />

Ad ogni incrocio presidiato da una signora in giubbottino<br />

fluorescente il macchinista tira una corda<br />

e alza il braccio per salutare. Il treno supera con<br />

un fischio la “guarda-barriera” e corre via nella<br />

polvere, scomparendo dietro una curva: uomini,<br />

macchine e animali sono finalmente liberi dalla catena<br />

che chiude l’accesso ai binari.<br />

Intorno il paesaggio alterna campi gialli e muretti<br />

a secco, pianure macchiate di cactus, foreste e<br />

strette gole di montagna.<br />

Il film racconta queste donne, le “guarda-barriera”<br />

sui binari delle Ferrovie della Sardegna: la loro vita,<br />

il loro lavoro, il rapporto con il tempo e lo spazio<br />

della Ferrovia.<br />

Sono donne che, come molte altre donne nel<br />

mondo, lottano per i loro diritti di lavoratrici e per<br />

una migliore qualità della vita, mentre vivono immerse<br />

nell’attesa, circondate da una natura immobile,<br />

dove ogni elemento del progresso<br />

rappresenta una minaccia.<br />

FESTIVAL E PREMI<br />

Vincitore del Premio di sceneggiatura per il documentario<br />

“Solinas 2009”<br />

47


Venerdi 10 Agosto| TEATro rAGAzzI<br />

Teatro Talia, ore 17.00<br />

Piccolo<br />

piccolissimo<br />

grande<br />

grandissimo<br />

Compagnia Teatro dei Colori<br />

Per gli alunni grandi della scuola dell’infanzia e<br />

della scuola primaria<br />

Testo, spazio, regia: Gabriele Ciaccia<br />

da ‘Cipì’ di Mario Lodi<br />

Interpreti: Gabriele Ciaccia, Monica Di Bernardo,<br />

in collaborazione Valentina Ciaccia<br />

Diapositive :Giuseppe Pantaleo<br />

Suono - Luci: Roberto Santavicca<br />

Figure: Bartolomeo Giusti<br />

Musiche : Maria Rita Fracassi<br />

Produzione: Gabriella Montuori<br />

Un uccellino, “Cipì” nasce sotto i tetti, affronta le<br />

difficoltà della natura, della città, la paura degli animali<br />

più grandi, conoscerà la prigionia, la fame e<br />

scoprirà la libertà in un mondo che va tutto capito<br />

e conquistato. Un mondo dove il vento, il sole, il<br />

48<br />

temporale sono grandi forze attraverso le quali si<br />

giunge ad essere coraggiosi vincendo ogni prova.<br />

Poi ci sono gli altri, i simili, con i quali salire fino<br />

alle nuvole, per diventare sempre più uniti per abbracciarsi<br />

e per amarsi, e stare fermi a guardare<br />

due stelle scese dal cielo che raccontano della<br />

notte incantevole. La storia, scritta dai ragazzi e<br />

dal loro maestro, descrive gli avvenimenti scoperti<br />

nella natura, dove emergono esperienze che vivono<br />

parallelamente a quelle dei bambini. In questo<br />

processo di identificazione si scopre un po’<br />

della vita e lo si fa anche con il teatro. Lo spettacolo<br />

si costruisce intorno a due attori-narratori che<br />

giocano con piccoli elementi di luce, pupazzi, diapositive,<br />

oggetti ingranditi dalle ombre, trasformando<br />

così lo spazio del racconto in un grande<br />

luogo immaginario. “Cipì” e stato scritto da un<br />

maestro - scrittore speciale: Mario Lodi, insieme<br />

ai suoi alunni, è uno dei classici della letteratura<br />

per l’infanzia italiana, una sensibilità nuova a misura<br />

dei bambini, per costruire una visione diversa<br />

del mondo.<br />

Associazione Teatro dei Colori Onlus<br />

L’Associazione TEATRO DEI COLORI Onlus, Centro<br />

di Ricerca e Pedagogia nello Spettacolo, nasce nel<br />

1987 ad Avezzano, Presidente e Legale rappresentante<br />

la dott.sa Gabriella Montuori, Direttore Artistico<br />

il prof. Gabriele Ciaccia.<br />

Gode del riconoscimento del Ministero per i Beni<br />

e le Attività Culturali – Direzione Generale per lo<br />

Spettacolo dal Vivo sin dal 1987 .<br />

Dal 1994 è socia AGIS (Associazione Generale Ita-


liana Spettacolo) nell'ambito della Federazione dei<br />

Teatri d’Arte Contemporanea , sezione Associazione<br />

Nazionale delle Compagnie e delle Residenze<br />

di Innovazione Teatrale.<br />

Ha collaborato e collabora inoltre con Università,<br />

Accademie e Centri di ricerca.<br />

Svolge attività di tournèe e partecipa a festival e<br />

rassegne teatrali su tutto il territorio nazionale.<br />

L’ Associazione Teatro Dei Colori Onlus ha ottenuto<br />

il primo posto nell'ambito dell' Osservatorio Cri-<br />

tico dell' E.T.I. (Roma 1988) con lo spettacolo “Colori...immaginare<br />

l'immagine” , ed ha vinto il “Premio<br />

Ribalta” con lo spettacolo “Il mago dei<br />

Numeri” da H.M. Enzesberger.<br />

Ha realizzato con il F.S.E. POR Regione Abruzzo i<br />

Progetti di Alta formazione “Il gioco del teatro” e<br />

”Dalle mani al teatro” nell’anno 2000; “Il corpo,<br />

l’oggetto, lo spazio” nell’anno 2002; “Spettacolo:<br />

creazione, progettazione, comunicazione” nel periodo<br />

2007 – 2008.<br />

49


Venerdi 10 Agosto | DAnzA<br />

Piazza Obelisco, ore 21.15<br />

Eleonora Duse<br />

arte, passione e mito<br />

Astra roma Ballet<br />

di Diana Ferrara<br />

Coreografie: Sabrina Massignani<br />

Assistente IreneVincoletto<br />

Musica di G.Kremer, M.Richter, G.Fauré, E.Morricone,<br />

Hans Zimmer<br />

Ricerca e collaborazione letteraria di FILIPPO CA-<br />

BURLOTTO<br />

Sceneggiatura di FRANCESCA ANZALONE<br />

Costumi di LORENZA SAVOINI<br />

Direzione organizzativa ed artistica Diana Ferrara<br />

“l’arte è la vita”<br />

L’arte per Eleonora Duse, è indissolubilmente legata<br />

alla vita. Lo spettacolo vuole ripercorrere in<br />

modo emozionale la costante dicotomia e contraddittorietà<br />

sentimentale che ha caratterizzato l’intera<br />

vita della Divina, indissolubilmente legata al palcoscenico.<br />

Il balletto vuole quindi omaggiarla presentandola<br />

in momenti di forte coinvolgimento<br />

emozionale percorrendo tre aspetti suggeriti già<br />

nel titolo stesso, arte, passione e mito.<br />

L’arte è la vita. Eleonora Duse, simbolo indiscusso<br />

50<br />

del teatro moderno non è solo artista, ma capocomico,<br />

manager di una sua compagnia, musa ispiratrice<br />

e soggetto artistico, donna di grande<br />

tenacia e forti passioni ma contemporaneamente<br />

vittima e carnefice della sua stessa personalità.<br />

Le passioni. Donna dal temperamento passionale,<br />

dal grande coinvolgimento artistico si lega a uomini<br />

di cultura, di arte, di spettacolo. Si innamora<br />

dell’artista prima ancora che dell’uomo.<br />

Il mito. La vita per lei è palcoscenico, recitazione,<br />

finzione, illusione, personaggi. E’ la Divina, è la<br />

grande Eleonora Duse, la tragica, colei che ha<br />

cambiato il modo di recitare, la donna moderna,<br />

l’innovatrice, l’anticonformista.<br />

Interpreti: Eleonora Duse Beatrice Munarin<br />

e con Alexandra Ben Karaa, Aurora Licitra, Giulia<br />

Torri/ Agnese Zanetti, Tommaso Avezzano Comes,<br />

Elidon Zemblaku, Giorgio Iacono.<br />

Astra Roma Ballet<br />

La Compagnia ASTRA ROMA BALLET creata nel<br />

1985 da Diana Ferrara, Prima Ballerina Etoile del<br />

Teatro dell’Opera di Roma e sostenuta in parte dal<br />

contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali,<br />

è formata da un gruppo di giovani danzatori<br />

in grado di affrontare i più diversi stili di danza.<br />

La freschezza e l’agilità del gruppo consentono di<br />

diffondere in maniera capillare lo spettacolo di<br />

danza, sia nelle grandi città italiane ed estere, che<br />

nei piccoli centri, avvicinando così il più vasto pubblico<br />

al balletto classico, al neoclassico e al contemporaneo.<br />

L’ASTRA ROMA BALLET ha ormai al suo attivo più


di settecento rappresentazioni nei grandi teatri italiani,<br />

nelle rassegne, nei Festival, nonché all’estero:<br />

in Canadà, Stati Uniti, Senegal, Scozia, Germania,<br />

Svizzera, Tunisia, Marocco, Guatemala, Panama,<br />

Spagna, Siria, Corea, Ungheria, Cipro, Algeria.<br />

Ha lavorato con affermati coreografi come Luciano<br />

Cannito, Massimo D’Orazio, Marcia Plevin,<br />

Paolo Mohovic, Attila Silvester, Pieter van der<br />

Sloot, Alessandro Vigo, Loris Petrillo, Donella<br />

Bucca, Enrico Morelli, Daniela Megna, Veronica<br />

Frisotti, Roberto Sartori, Sabrina Massignani.<br />

Novità assoluta 2012 “ELEONORA DUSE, l’arte, la<br />

passione, il mito” coreografia di Sabrina Massignani.<br />

51


Sabato 11 agosto | CInEMA<br />

Palazzo Ducale, ore 18.00<br />

Bakroman<br />

Italia, 90 minuti, 2010<br />

rEGIA Gianluca De Serio,<br />

Massimiliano De Serio<br />

SCENEGGIATURA Gianluca De Serio, Massimiliano<br />

De Serio<br />

FOTOGRAFIA Gianluca De Serio<br />

MONTAGGIO Stefano Cravero<br />

SUONO Andrea Viali<br />

PRODUZIONE Alessando Borrelli - La Sarraz Pictures<br />

s.r.l.; in collaborazione con Kivanis International<br />

CAST Tasserè, Aziz, Omar, Sofie e i Ragazzi di<br />

Strada del “Sindacato” di Ouaga<br />

“Bakroman” è stato sostenuto da:<br />

Film Commission Torino Piemonte<br />

Piemonte Doc Film Fund (Fondo Regionale per il<br />

Documentario - Sviluppo Settembre 2009)<br />

SINOSSI<br />

In lingua moré (Burkina Faso) “bakroman” significa<br />

“ragazzo di strada”: nelle strade di Ouagadougou<br />

(capitale del Burkina Faso) più di seicento<br />

ragazzi vivono senza niente da mangiare, né un<br />

tetto sotto cui dormire.<br />

Eppure, si sono uniti in un “sindacato”, per difen-<br />

52<br />

dere i propri diritti e coltivare le proprie speranze.<br />

Per poter uscire, un giorno, dalla strada.<br />

FESTIVAL E PREMI<br />

Premio Migliore Documentario Italiano – Torino Film Festival<br />

Gianluca e Massimiliano De Serio<br />

I loro cortometraggi hanno ottenuto candidature<br />

al Globo d’Oro e ai David di Donatello (2005 e<br />

2006) e vinto tre Nastri d’Argento (2004, 2005,<br />

2006).<br />

Il loro ultimo film SETTE OPERE DI MISERICOR-<br />

DIA (2011) con Roberto Herlitzka ha ricevuto numerosi<br />

riconoscimenti internazionali, tra cui il<br />

Premio della Giuria al Film Festival di Marrakech<br />

e diverse candidature ai Nastri d’argento<br />

2012.<br />

SOLIDARIETA’<br />

In occasione della proiezione di BAKROMAN nell’ambito<br />

di TAGLIACOZZOINFILM è prevista la possibilità<br />

di offrire un contributo per la causa del<br />

“Sindacato” dei Ragazzi di Strada di Ouaga attraverso<br />

l’Associazione Ajer con il Progetto BAKRO-<br />

MAN del CISV. http://www.cisvto.org/


Sabato 11 Agosto | TEATro<br />

Palazzo Ducale, ore 21.15<br />

Fatto Teatro un<br />

foglio al mio pensiero<br />

vita di Petronilla Paolini Massimi,<br />

fra 3 stanze, sonetti e madrigali<br />

Associazione Musamoi<br />

Drammaturgia e regia: Maria Luisa Bigai<br />

da testi editi inediti e documenti storici<br />

Con Maria Luisa Bigai e Maria Teresa Pintus e<br />

Nicola Pisani (sax), Carlo Cimino (contrabbasso)<br />

Ricerca immagini e collaborazione alla drammaturgia<br />

Maria Teresa Pintus<br />

Ricerca musicale e musiche originali dal vivo<br />

di Nicola Pisani e Carlo Cimino<br />

In un' epoca di Papi sovrani, di nobili squattrinati<br />

ed ambiziosi secolo di menzogne, agguati e pubblico<br />

decoro, una Signora ebbe il gravissimo difetto<br />

di amare la letteratura..<br />

Prodotto da Mùsamoi per il Festival di Mezzestate<br />

di <strong>Tagliacozzo</strong> (AQ), questo progetto restituisce<br />

voce e suono alla straordinaria vicenda di<br />

una donna che senza muovere in piedi gira il<br />

mondo e con la scrittura si salva la vita e diviene<br />

“Immortale”...<br />

Petronilla Paolini Massimi è innanzitutto una delle<br />

poche autrici del Settecento annoverate in tutte le<br />

più prestigiose antologie della letteratura Italiana.<br />

Ma leggendo le sue lettere, le testimonianze, gli<br />

atti processuali che hanno a che fare con la sua vicenda<br />

umana e personale - oltre che i suoi sonetti,<br />

i madrigali, i racconti e le pagine di cronaca- si<br />

scopre che Petronilla è soprattutto una donna straordinaria,<br />

piena di intelligenza, forza d'animo, di<br />

coraggio e determinazione.<br />

Sullo sfondo di una Roma Barocca che alterna violentissimi<br />

carnevali a castighi papali, Petronilla ha<br />

che fare con i più noti personaggi dell'epoca: dal<br />

Cardinale Altieri alla Regina Cristina di Svezia, dalla<br />

famiglia dei Massimi, a quella dei Colonna e vive<br />

una vicenda personale che sembra essa stessa un<br />

romanzo pieno di colpi di scena.<br />

53


Il progetto di restituire voce e suono a queste vicende<br />

e ai versi di Petronilla, ha preso le mosse<br />

due anni orsono da un'idea di Lucia Bonifaci. Trovandosi<br />

per le mani i volumi di documenti e testi<br />

editi e inediti della scrittrice Petronilla Paolini Masimi,<br />

curati dall' associazione Marsiaverde, (col<br />

contributo della regione Abruzzo e il patrocinio del<br />

Comune di <strong>Tagliacozzo</strong>), come direttore artistico<br />

del Festival di Mezzestate di <strong>Tagliacozzo</strong>, ha sentito<br />

necessario valorizzare tanta significativa ricchezza,<br />

e promuovere la memoria ancor prima che il lustro<br />

di questa poetessa abruzzese che ebbe l'onore e il<br />

vanto di far parte dell'Arcadia e di varie prestigiose<br />

accademie letterarie, e venne riconosciuta già ai<br />

54<br />

suoi tempi come una delle penne e delle personalità<br />

più significative di un'epoca.<br />

La vitalità e vivacità di questo personaggio scavalca<br />

i tempi e cerca lo spazio: Petronilla si racconta<br />

con tutta se stessa, entrando e uscendo<br />

dalla pagina e dal suo tempo, e cercando nel<br />

suono della voce, e nei ritmi del contemporaneo,<br />

un sentiero verso la propria identità più profonda.<br />

Per la realizzazione di questa serata si interseca la<br />

decennale collaborazione di Maria Luisa Bigai con<br />

Maria Teresa Pintus, apprezzata in tanti progetti e<br />

drammaturgie, in scena fra l'altro nell'ambito dell'Estate<br />

Romana (fra tutte: varie edizioni di PAXione<br />

a Fontanonestate), con la ricerca di Bigai tra<br />

parola e suono -dal melologo classico alle forme<br />

di ricerca contemporanea- che procede nella collaborazione<br />

con il compositore Nicola Pisani e il<br />

musicista Carlo Cimino.<br />

Maria Luisa Bigai<br />

Diploma e Perfezionamento in Recitazione presso<br />

Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio<br />

D'Amico" Roma.<br />

Diploma in Regia presso Accademia Nazionale<br />

d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico" Roma.<br />

Regista e drammaturga lavora in Teatro, con particolare<br />

attenzione alla scrittura femminile e ha allestito<br />

Opere classiche e contemporanee. La sua<br />

regia di L'Ultima Notte di Salomè presentata al<br />

Cafè La Mama di New York è stata scelta per The<br />

Best Plays Theater Yearbook di Jeffrey Eric Jen-


kins.<br />

Ha allestito e recitato in molti luoghi tra cui Roma,<br />

Milano, Parigi, Lisbona, Utrecht, New York.<br />

Ha lavorato per la RAI-radiotelevisione italiana,<br />

come attrice, regista, sceneggiatrice.<br />

Attrice è stata diretta da Luca Ronconi, Andrea Camilleri<br />

Duccio Tessari, Roberto Guicciardini.<br />

Docente per oltre dieci anni presso l’ Accademia<br />

Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico" di<br />

Roma. Insegna Arte Scenica nei Conservatori di<br />

Musica di Stato (Pescara, Matera, Trento, e Cosenza,<br />

dove riveste l'inarico di coordinatore del dipartimento<br />

di canto e teatro musicale).<br />

Docente presso Università della Calabria nell'a.a.<br />

2011/2012, con il modulo Musica e Poesia, per il<br />

corso Musica e Narrazione del DAMS.<br />

Maria Teresa Pintus<br />

Diretta da R.Guicciardini, Ugo Gregoretti, M.Panici,<br />

L.Damiani, Emanuela Giordano, Maria Inversi,<br />

Attilio Corsini, Bruno Maccallini, F.Staasch, Ennio<br />

Coltorti, Walter Pagliaro affronta classici (Eschilo,<br />

Aristofane, Moliere, Goldoni, Manzoni, Strindberg,<br />

F. Garcia Lorca) e testi contemporanei (Wesker, Ionesco,<br />

Eliot, N.Ginzburg, E.Vaime, R.Binosi Manfridi)<br />

e di autori emergenti italiani e stranieri tra cui<br />

Massini, Palladino, Fratus, Barbosa, Neilson.<br />

In televisione in varie fiction e per sei puntate a La<br />

Squadra , al cinema con L. Wertmuller, Luca e<br />

Marco Mazzieri, E.Giordano.<br />

Continua una ricerca sul rapporto tra parola e musica<br />

come autrice e regista in spettacoli come<br />

“Tosca e le altre”, “Don Giovanni”, “Beating” e<br />

l’istallazione video con voce e musica “Spiriti D’Acqua”<br />

collaborando con P.Cangialosi, Solis Quartet,<br />

Filippo Saccucci, Carlo Alberto Neri, Roberto Fabbriciani.<br />

Dal 2005 collabora con l'Accademia della Crusca<br />

di Firenze con lo spettacolo “Chi vuol esser lieto<br />

sia” con Paolo Poli, Virginio Gazzolo, Enrico Bonavera,<br />

Vincenzo Versari in varie città europee in<br />

collaborazione con gli istituti di cultura italiana all'estero.<br />

55


Domenica 12 agosto | CInEMA<br />

Palazzo Ducale, ore 18.00<br />

Formato ridotto<br />

Libere riscritture<br />

di cinema amatoriale<br />

Italia, 2012, 52 min<br />

rEGIA realizzazione a cura di Antonio<br />

Bigini, Claudio Giapponesi, Paolo Simoni<br />

MATERIALE VIDEO immagini Archivio Nazionale<br />

del Film di Famiglia in formato HD da 9,5mm,<br />

16mm, 8mm, Super8<br />

TESTI Enrico Brizzi, Ermanno Cavazzoni, Emidio<br />

Clementi, Ugo Cornia, Wu Ming 2<br />

ANIMAZIONE Luca Magi<br />

MONTAGGIO Claudio Giapponesi<br />

MUSICA Massimiliano Amatruda, Massimo Carozzi,<br />

Fabio Cimatti/Gruppo Yaezir<br />

SUONO Diego Schiavo<br />

PRODUTTORE un progetto di Home Movies – prodotto<br />

da Kiné Società Cooperativa in collaborazione<br />

con la Regione Emilia Romagna<br />

SINOSSI<br />

Un film collettivo che segna l’incontro tra Home<br />

Movies e un gruppo di celebri scrittori.<br />

Enrico Brizzi, Ermanno Cavazzoni, Emidio Cle-<br />

56<br />

menti, Ugo Cornia e Wu Ming 2 hanno elaborato<br />

dei testi originali trovando nelle immagini dell’Archivio<br />

Nazionale del Film di Famiglia l’occasione di<br />

sperimentare nuove tecniche narrative. Grazie ad<br />

approcci molto diversi tra loro in un’opera unica<br />

convergono cinque storie dagli esiti sorprendenti,<br />

singoli episodi di corta durata, di volta in volta trasfigurati<br />

in saggio, racconto, cronaca e divagazione.<br />

Forme del cinema documentario<br />

accomunate da una matrice comune: il variegato<br />

universo emiliano-romagnolo.<br />

SOLIDARIETA’<br />

In occasione della proiezione di Formato Ridotto<br />

è prevista la possibilità di offrire un contributo che<br />

verrà devoluto da parte del Comune di <strong>Tagliacozzo</strong><br />

alle zone dell’Emilia-Romagna colpite dal sisma.


Domenica 12 Agosto | MuSICA<br />

Chiostro di San Francesco, ore 21.15<br />

Il libro<br />

della giungla<br />

orchestra Sinfonica Abruzzese<br />

e Sergio Bustric<br />

Direttore: Marcello Bufalini<br />

Dal racconto di R. Kipling<br />

Libero adattamento scenico di Bustric<br />

(edizione: Broude Brothers, New York)<br />

W. A. Mozart Così fan tutte, Overture<br />

G. Rossini Il Barbiere di Siviglia,<br />

Sinfonia<br />

D. Cimarosa Il matrimonio segreto,<br />

Sinfonia<br />

G. Rossini L’Italiana in Algeri, Sinfonia<br />

***<br />

Miklos Rozsa Il libro della Giungla<br />

ORCHESTRA SINFONICA ABRUZZESE<br />

L’ISA, che è una delle tredici Istituzioni Concertistico-Orchestrali<br />

Italiane riconosciute dallo Stato,<br />

attraverso la sua Orchestra ha aperto all’Abruzzo<br />

il repertorio sinfonico in anni in cui a quelle latitudini<br />

era possibile ascoltare soltanto orchestre<br />

d’importazione, nello stesso tempo costituendo un<br />

qualificato sbocco professionale per le generazione<br />

di strumentisti che via via venivano formandosi<br />

nei Conservatori abruzzesi.<br />

Le sue programmazioni, che spaziano dal tradizionale<br />

repertorio sinfonico alla musica contemporanea,<br />

fino a toccare generi di contaminazione e<br />

nuovi linguaggi musicali, hanno visto sul suo<br />

podio direttori importanti come Riccardo Muti,<br />

Carlo Zecchi, Gianluigi Gelmetti, Bruno Aprea,<br />

Piero Bellugi, Donato Renzetti, Massimo Freccia,<br />

Nino Antonellini, Philippe Bender, Mario Gusella,<br />

Renè Klopfestein, Massimo De Bernard e tanti<br />

altri. Come si sono esibiti con l’Orchestra Sinfonica<br />

Abruzzese artisti del valore internazionale di<br />

Vladimir Ashkenazy, Barbara Hendriks, Katia Ricciarelli,<br />

Milva, Renato Bruson, Placido Domingo,<br />

Carmela Remigio, Andrea Bocelli, Ivo Pogorelich,<br />

Salvatore Accardo, Uto Ughi, Milan Turcovic, Maurice<br />

André, Hermann Baumann, Nina Belina, Severino<br />

Gazzelloni, Enrico Rava, Rudolf Firkusny,<br />

Leonid Kogan, Pierre Amoyal, Bernard Soustrot,<br />

Paul Tortellier, Gabriel Tachinò, Stefano Grondona,<br />

Massimiliano Damerini, Michele Campanella,<br />

Bruno Canino, Maria Tipo, Jorge Demus, Mario<br />

Brunello, Sylvano Bussotti, Boris Petruschansky,<br />

Massimo Quarta, Pavel Berman.<br />

L’Orchestra ha inciso per numerose importanti<br />

case discografiche (BMG Ariola, Amadeus-Paragon,<br />

Arts, Rugginenti, Sonzogno, Bongiovanni) ed<br />

ha registrato per la RAI - Radio Televisione Italiana<br />

57


numerose volte, comprendendo nei programmi<br />

prime esecuzioni assolute dedicategli da numerosi<br />

compositori contemporanei.<br />

Dall’ottobre 2009 solista principale è il maestro Fabrizio<br />

Meloni, primo clarinetto solista dell’Orchestra<br />

della Fondazione Teatro alla Scala di Milano.<br />

Al maestro Vittorio Antonellini, direttore artistico<br />

58<br />

dell’ISA dalla fondazione, succede nell’incarico il<br />

maestro Ettore Pellegrino dal gennaio 2011.<br />

L’ISA si avvale della collaborazione del prof. Francesco<br />

Sanvitale in qualità di consulente per l’opera<br />

lirica e i programmi inerenti la vocalità.<br />

Direttore principale ospite è il maestro Marcello<br />

Bufalini.


MARCELLO BUFALINI<br />

E’ nato a Roma. Dal suo debutto, nel 1994, con<br />

l’Orchestra Sinfonica di Graz, di cui fu subito nominato<br />

primo Direttore ospite, ha avuto inizio<br />

un'intensa attività internazionale, che lo ha visto<br />

frequente ospite di prestigiosi complessi come<br />

l'Orchestra della Suisse Romande, l'Orchestra del<br />

Mozarteum di Salisburgo, l'Orchestra della Radio<br />

di Monaco di Baviera, la Mitteldeutsches Rundfunkorchester,<br />

l'Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia,<br />

l’Orchestra Sinfonica “Giuseppe Verdi” di<br />

Milano, l’Orchestra Regionale Toscana, l’Orchestra<br />

dell’Arena di Verona, la Tonkünstlerorchester e la<br />

Radio Symphonieorchester di Vienna e altre ancora,<br />

in sale come il Musikverein e il Konzerthaus<br />

di Vienna, il Grosses Festspielhaus di Salisburgo,<br />

il Gewandhaus di Lipsia. E’ docente di direzione<br />

d'orchestra al Conservatorio "A. Casella" dell'Aquila.<br />

Nel 2006, su commissione del pianista<br />

Roberto Prosseda, ha realizzato il completamento<br />

e la ricostruzione dell’inedito Concerto in mi minore<br />

per pianoforte e orchestra di Mendelssohn,<br />

che nel 2009 è stato registrato<br />

da Riccardo<br />

Chailly con l’Orchestra<br />

del Gewandhaus di Lipsia<br />

per la Decca<br />

(2009); oltre che a Lipsia,<br />

il Concerto è stato<br />

già eseguito nelle più<br />

importanti sale da concerto<br />

in Europa, Giappone,<br />

Canada.<br />

SERGIO BINI, in arte BUSTRIC<br />

Laureato alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università<br />

di Bologna. Frequenta a Parigi la Scuola di<br />

Circo di Annie Fratellini e Pierre Etaix e quella di<br />

pantomima di Etienne Decroux e a Roma la Scuola<br />

di Roy Bosier.<br />

Poi un periodo di studi con Jon Strasberg dell’Actor<br />

Studio. Crea la compagnia teatrale la “Compagnia<br />

Bustric” con la quale scrive e interpreta<br />

spettacoli che mette in scena usando varie tecniche:<br />

dal gioco di prestigio, alla pantomima, al<br />

canto e alla recitazione, in un ritmo narrativo che<br />

riempie le sue storie di sorprese, di cose buffe e<br />

inattese. E’ un teatro “colorato e comico, a volte<br />

poetico, certamente unico”.<br />

Con i suoi spettacoli è stato in gran parte nei paesi<br />

Europei, e nel mondo: in Somalia, Cile, Argentina,<br />

Brasile, Uruguay, America del Nord, recitando in<br />

italiano, inglese e francese. Interpreta la parte<br />

dell’amico poeta “Ferruccio” di Benigni nel Film da<br />

Oscar “La Vita è bella” del 1999.<br />

Attore nei Films: “Quartiere”, di Silvano Agosti,<br />

“Marcellino Pane e Vino” di Comencini. “Il Mnemonista”<br />

Studio Azzurro, “Il Papa Buono” di Ricky<br />

Tognazzi.<br />

Personaggio, attore, intrattenitore e conduttore di<br />

alcuni programmi televisivi: “Lo Zio d’America”<br />

con Cristian De Sica, “Vita da Leoni” con Luca Barbareschi,<br />

“Questa casa non è un albergo” con Sabina<br />

Ciuffini, “Paese che vai” con Corrado<br />

Tedeschi e Licia Colò. Spot pubblicitari: Carne<br />

Montana, Estathè... e tanto, tanto altro.<br />

59


Lunedì 13 agosto | CInEMA<br />

Palazzo Ducale, ore 18.00<br />

“Dentro e fuori<br />

#occupyWallStreet:<br />

forme di partecipazione contemporanea<br />

tra nuovi media e cinema”<br />

Perché attualità e cinema?<br />

Perché il cinema, come forma d’arte, non può vivere<br />

senza affacciarsi alla vita, respirare gli eventi<br />

che muovono il mondo, e lasciarsi scuotere da<br />

essi, se non vuole rischiare di diventare un contenitore<br />

asfittico di storie artefatte. Quando si innalza<br />

poi alla forma straordinaria che sa assumere il cinema-documentario<br />

può diventare strumento fondamentale<br />

per cercare di indagare e interpretare la<br />

realtà, per aiutarci ad affrontare il futuro. “L’arte<br />

rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle<br />

scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire”<br />

(epigrafe di autore sconosciuto incisa sull'architrave<br />

del portico del Teatro Massimo,<br />

Palermo)<br />

#OccupyWallStreet, (in italiano «occupiamo Wall<br />

Street») è un movimento di contestazione pacifica,<br />

nato per denunciare gli abusi del capitalismo finanziario,<br />

che si è concretizzato in una serie di dimostrazioni<br />

nella città di New York presso Zuccotti<br />

Park.<br />

I partecipanti alla dimostrazione manifestano prin-<br />

60<br />

cipalmente contro l'inequità economica e sociale<br />

sviluppatasi a seguito della crisi economica mondiale,<br />

ispirandosi alle Proteste nel Nordafrica e<br />

Medio Oriente del 2010-2011, in particolare alle<br />

proteste tunisine.<br />

Dalla partenza a Puerta del Sol Madrid il 30 maggio<br />

2011, al Cile il 13 giugno, fino all’approdo negli<br />

Stati Uniti, dove il 13 luglio furono chiamati all’azione<br />

su Twitter. Dimostrazioni simili si sono<br />

svolte in altre 70 città degli Stati Uniti e di seguito<br />

anche in Canada, Australia, Regno Unito a Londra<br />

ed in Italia.<br />

Se non all’azione, certamente all’ascolto, per cercare<br />

di percepire il battito sottostante il movimento<br />

degli “indignados” d’America, si è sentita chiamata<br />

una “creatura del web 2.0”: Claudia Vago,<br />

alias “Tigella”. Tra le voci più fresche e appassionate<br />

di quell’incontrollabile, complesso, fertile laboratorio<br />

di idee e scambio di conoscenze che è<br />

la rete, sarà lei a raccontarci la sua esperienza di<br />

testimone, attraverso tutti i suoi network - Tumblr,<br />

Flavors, blog, Facebook, Twitter, “sponsor” quest’ultimo<br />

della sua avventura americana - delle


proteste internazionali. Come ha scritto<br />

L’Espresso, sul web, i suoi “cinguettii” sono<br />

spesso al centro delle cose. Anche Wired, la celebre<br />

rivista sulle “innovazioni che cambiano il<br />

mondo” ha inserito il suo Twitter tra i 50 che fanno<br />

tendenza.<br />

Insieme a lei, a raccontarci l’esperienza da “insider”<br />

di #OccupyWallStreet - fenomeno che rivela<br />

già nel nome, connotato da un “hashtag”, l’identità<br />

fortemente attraversata e caratterizzata dai nuovi<br />

media - uno degli organizzatori del movimento di<br />

Zuccotti Park, l’americano Shawn Carrié scrittore,<br />

attivista di OWS, esperto in comunicazione multimediale.<br />

Per spiegare il “movimento indignato” è stato<br />

scritto molto in tutti i giornali dell’Occidente, interpellati<br />

esperti, spediti inviati. Ad oggi non esiste<br />

un film, un documentario definitivo su #Occupy-<br />

WallStreet. Ma tante voci diverse che cercano di<br />

raccontare questa grande espressione di volontà<br />

di partecipazione. Tra immagini video, testimonianze<br />

dirette e soprattutto tanti interrogativi, proviamo<br />

a parlarne insieme.<br />

A seguire, il film Leone D’Oro alla 31esima Mostra<br />

del Cinema di Venezia, La battaglia di Algeri di<br />

Gillo Pontecorvo (1966), sulla difficile conquista<br />

della libertà e della identità individuale e di popolo.<br />

Claudia Vago<br />

Dopo gli studi in Storia dell’Arte e Storia del Cinema,<br />

sviluppa la propria presenza online attraverso<br />

canali e forme differenti di comunicazione,<br />

tutte con la stessa impronta originale e indipen-<br />

dente: Tigella. Opera nel settore della comunicazione<br />

turistica online, scrive per diverse testate di<br />

società, ambiente, politica, cultura…vita! Appassionata<br />

di informazione, si è specializzata nel ruolo<br />

di social media curator, in particolare su Twitter.<br />

Mobile journalist (l’informazione ha trovato nuove<br />

strade per viaggiare grazie a internet mobile, smartphone<br />

e tablet rendendo la realtà un territorio d’indagine<br />

molto più vasto e accessibile) esperta di<br />

crowdsourcing, ha discusso come relatore su temi<br />

come la mobilità, evoluzioni e prospettive di newsmaking<br />

e giornalismo partecipativo al Festival Internazionale<br />

di Giornalismo di Perugia 2012.<br />

Tigella gli eventi prima li tocca davvero, poi li comunica:<br />

da OWS al Sud Sudan, da dove è appena<br />

tornata. L’ultimo progetto che ha coordinato è il<br />

sito internet yearinhashtag.com, una rassegna<br />

multimediale dei principali avvenimenti del 2011<br />

attraverso tweet, foto e video circolati sui social<br />

media, lavoro che riconosce il ruolo svolto dal citizen<br />

journalism nel racconto dei fatti.<br />

Shawn Carrié<br />

E’ un attivista, scrittore, speaker, e specialista in<br />

comunicazione tecnologica interpersonale. E’ stato<br />

coinvolto nella rivolta #OccupyWallStreet dal settembre<br />

2011, lavorando a stretto contatto con i<br />

gruppi di lavoro sui media, stampa, organizzazione,<br />

azione diretta. Ritiene che il recupero degli<br />

spazi pubblici per il consenso, la cultura e l’aiuto<br />

reciproco possa portare un mondo migliore costruito<br />

su una democrazia orizzontale e diretta.<br />

Non è un idealista.<br />

61


Lunedì 13 agosto | CInEMA<br />

Palazzo Ducale, ore 18.45<br />

La battaglia<br />

di Algeri<br />

ITALIA, ALGERIA, 1966,121 min<br />

rEGIA Gillo Pontecorvo<br />

SCENEGGIATURA Gillo Pontecorvo,<br />

Franco Solinas<br />

FOTOGRAFIA Marcello Gatti<br />

MONTAGGIO Mario Morra,<br />

Mario Serandrei<br />

PRODUTTORE Antonio Musu,<br />

Yacef Saadi<br />

MUSICA Ennio Morricone,<br />

Gillo Pontecorvo<br />

SCENOGRAFIA Sergio Canevari<br />

DISTRIBUZIONE<br />

CAST Brahim Hadjadj (Ali La Pointe), Jean Martin<br />

(Colonnello Philippe Mathieu), Yacef Saadi (Saari<br />

Kader), Samia Kerbash (una delle ragazze), Ugo<br />

Paletti (Capitano), Fusia El Kader (Halima), Mohamed<br />

Ben Kassen (Omar Yacef)<br />

SINOSSI<br />

Nell’ottobre 1957, mentre i paracadutisti del colonnello<br />

Mathieu rastrellano la Casbah, Ali La<br />

Pointe, uno dei capi della guerriglia algerina, rievoca<br />

il passato, l’organizzazione dell’FLN (Fronte<br />

62<br />

di Liberazione Nazionale), gli attentati, gli scioperi,<br />

le delazioni. Ali La Pointe è ucciso, ma tre anni<br />

dopo, in dicembre, il popolo algerino scende in<br />

piazza, proclamando la propria volontà di indipendenza.<br />

Rievocazione di taglio documentaristico<br />

sulla base di una solida sceneggiatura di Franco<br />

Solinas che, con forte coralità, mostra una guerra<br />

di popolo, spiegando anche le ragioni del “nemico”,<br />

i francesi. Leone d’oro a Venezia, il film<br />

ebbe vasta risonanza internazionale. Musica di<br />

Ennio Morricone e splendido bianconero scope di<br />

Marcello Gatti.<br />

FESTIVAL E PREMI<br />

Nastro d’argento al Miglior regista<br />

31ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia:<br />

Leone d’oro al Miglior film<br />

3 Nomination al Premio Oscar per Film straniero, Regista<br />

e Sceneggiatura originale


Lunedi 13 Agosto | MuSICA<br />

Chiostro di San Francesco, ore 21.15<br />

Danilo rea<br />

Piano Solo<br />

Danilo Rea<br />

Trasferitosi a Roma sin da piccolo, consegue il diploma<br />

di pianoforte al Conservatorio di Santa Cecilia,<br />

debuttando nel 1975 nella musica jazz con il<br />

Trio di Roma (Enzo Pietropaoli e Roberto Gatto).<br />

Si fa strada nell'ambiente jazzistico sino a suonare<br />

con alcuni tra i più grandi solisti statunitensi, come<br />

Chet Baker, Lee Konitz, John Scofield, Joe Lovano.<br />

Nel 1989 partecipa al lavoro di Roberto De Simone,<br />

Requiem per Pier Paolo Pasolini, rappresentato<br />

al teatro San Carlo di Napoli per la<br />

direzione di Zoltan Pesko; nello stesso anno pubblica<br />

assieme a Roberto Gatto il disco Improvvisi.<br />

Nel 1997 dà vita, con il contrabbassista Enzo Pietropaoli<br />

e il batterista Fabrizio Sferra ai Doctor 3,<br />

un trio che da un decennio calca i più importanti<br />

palcoscenici del jazz italiani. Il suo disco The Tales<br />

of Doctor 3 viene premiato miglior disco di jazz<br />

italiano nel 1998, mentre il lavoro successivo The<br />

songs remain the same vince il titolo di miglior<br />

disco jazz di Musica&Dischi nel 1999.<br />

In Italia sono numerose le sue performance nell'ambito<br />

del pop, come pianista di fiducia di artisti<br />

quali Mina, Claudio Baglioni, Pino Daniele e come<br />

collaboratore, tra gli altri, di Domenico Modugno,<br />

Fiorella Mannoia, Riccardo Cocciante, Renato<br />

Zero, Gianni Morandi e Adriano Celentano. Nel<br />

2006 prende parte al Concerto per l'Europa, sull'isola<br />

di Ventotene, che lo vede protagonista assieme<br />

a Baglioni, Nicola Piovani e Luis Bacalov.<br />

Nella stagione 2007-2008 partecipa allo spettacolo<br />

Uomini in frac insieme ad altri musicisti come<br />

Peppe Servillo, Fausto Mesolella, Mimì Ciaramella<br />

degli Avion Travel, Fabrizio Bosso, Furio Di Castri,<br />

Javier Girotto, Gianluca Petrella e Cristiano Calcagnile.<br />

Lo spettacolo è stato allestito per festeggiare<br />

i cinquant'anni di Nel blu dipinto di blu e per l'occasione<br />

il gruppo esegue alcune canzoni di Domenico<br />

Modugno.<br />

Le sue improvvisazioni, che spaziano su qualsiasi<br />

repertorio, sono apprezzate durante i concerti che<br />

tiene nelle tournée in giro per il mondo e durante<br />

i principali festival jazz.<br />

Nel 2009 è uno dei 70 artisti ospiti del doppio cd<br />

di Baglioni, Q.P.G.A., dove Rea suona il pianoforte<br />

nella canzone "Centocelle". Nel 2010 crea le musiche<br />

per lo spettacolo "Commedia" di e con Giorgio<br />

Barberio Corsetti. I video sono di Cristian Taraborrelli.<br />

Il 15 giugno del 2011, insieme a Paolo Damiani e<br />

Rashmi V. Bahtt, al crepuscolo, ha improvvisato<br />

un memorabile concerto sui tetti di Roma. l'intero<br />

incasso è stato devoluto ad Emergency, la ONLUS<br />

di Gino Strada<br />

63


64<br />

Danilo Rea


Martedì 14 agosto | CInEMA<br />

Palazzo Ducale, ore 18.00<br />

Tahir Liberation<br />

Square<br />

Francia, Italia, 2011, 91 min<br />

rEGIA Stefano Savona<br />

FOTOGRAFIA Stefano Savona<br />

MONTAGGIO Penelope Bortoluzzi<br />

MONTAGGIO SUONA E MIX Jean Mallet<br />

PRODUTTORE Penelope Bortoluzzi e Marco Alessi<br />

COPRODUZIONE Picofilms e Dugong con la partecipazione<br />

di Rai 3, Alter Ego - Cécile Lestrade,<br />

Périphérie (Centre de création cinématographique)<br />

SINOSSI<br />

Cairo, febbraio 2011. Tahrir è un film scritto con i<br />

volti, con le mani, con le voci di chi stava in piazza.<br />

La prima cronaca in tempo reale della rivoluzione,<br />

a fianco dei suoi protagonisti. Uno spettacolo insieme<br />

tragico ed esaltante. Il racconto inedito e appassionato<br />

di una scoperta: la forza dirompente<br />

dell’agire in comune.<br />

Un ragazzo ferito alla testa si regge su un bastone<br />

davanti alle barricate della Piazza assediata; incita<br />

i compagni a continuare la lotta, li sprona ad andare<br />

là dove i mercenari di Mubarak stanno attaccando.<br />

Non grida, parla con la determinazione<br />

serena di chi si trova esattamente nel punto dove<br />

voleva essere e dove non avrebbe mai pensato di<br />

arrivare.<br />

Elsayed, Noha, Ahmed sono giovani egiziani di<br />

poco più di vent’anni. Una settimana fa sono scesi<br />

a manifestare contro il regime di Mubarak e si<br />

sono ritrovati ad essere gli attori di una rivoluzione.<br />

Sono venuti da tutto l’Egitto, da Alessandria,<br />

da Luxor, da Suez. Occupano la Piazza notte e<br />

giorno, parlano, urlano, cantano insieme ad altre<br />

migliaia di egiziani tutto quello che non hanno mai<br />

potuto dire apertamente. Le repressioni sanguinose<br />

del regime rinforzano la protesta; in Piazza<br />

Tahrir si resiste, si lotta, si impara a discutere e a<br />

lanciare pietre per difendersi, a inventare slogan e<br />

a curare i feriti, a sfidare l’esercito e a preservare<br />

il territorio appena conquistato: uno spazio di libertà,<br />

un centro di democrazia in cui si dorme<br />

poco, si discute di politica, si intavolano dibattiti<br />

con degli sconosciuti, ci si ubriaca di parole. Diciotto<br />

giorni in Piazza Tahrir cambiano la vita a<br />

tutti, ma soprattutto ai giovani che questa rivoluzione<br />

l’hanno iniziata uscendo dal mondo virtuale<br />

di facebook dove per la prima volta si erano riuniti.<br />

ABOUT<br />

E’ facile dire che in Egitto, dopo diversi mesi da<br />

quei giorni incredibili, è ancora tutto in sospeso,<br />

che la situazione è complessa e rischiosa, che<br />

siamo ancora lontani dal conseguimento dello<br />

scopo delle proteste e dell’avvento della democrazia.<br />

Le manifestazioni del resto continuano, i gio-<br />

65


vani protagonisti del mio film scendono ancora in<br />

Piazza per far capire all’Esercito che non si sono<br />

riaddormentati. Ma quello che il mio film vuole comunicare<br />

è che un evento come questo lascia comunque<br />

una traccia indelebile e inalterabile; solo i<br />

mezzi cinematografici possono cogliere questo<br />

aspetto per forza di cose sfuggente, mostrando lo<br />

spettacolo entusiasmante di una rivoluzione e testimoniando<br />

della sua irreversibilità, qualunque<br />

cosa succeda dopo.<br />

Solo il cinema documentario può cogliere quegli<br />

istanti in cui appare allo stato più puro la libertà:<br />

quel senso di compiutezza che si annida nel dialogo,<br />

nelle relazioni che grazie alla parola si strin-<br />

66<br />

gono con gli altri. In questo senso, niente forse è<br />

mai stato più libero della Piazza Tahrir, in cui perfetti<br />

sconosciuti intavolavano lunghi dibattiti, in cui<br />

dopo 30 anni tutti potevano esprimersi e niente e<br />

nessuno poteva fermare questo flusso inarrestabile<br />

di parola. Il cinema documentario è il mezzo<br />

ideale per rendere conto della forza dirompente<br />

dell’azione collettiva: la letteratura o il giornalismo<br />

ne possono parlare in dettaglio, ma c’è qualcosa<br />

di sfuggente e effimero che solo il cinema può tentare<br />

di fissare, raccogliere. Quella di Tahrir non è<br />

solo una folla, sono persone che diventano tutte<br />

insieme consapevoli della loro forza, sono un<br />

gruppo che agisce all’unisono.<br />

“Una mano sola”, come dice uno dei tanti motti di<br />

questa Rivoluzione.<br />

(Stefano Savona)<br />

FESTIVAL E PREMI<br />

David di Donatello 2012 per il Miglior documentario<br />

Nastro d’argento 2012 per il Miglior documentario


Martedi 14 Agosto | MuSICA<br />

Palazzo Ducale, ore 21.15<br />

Anche il Bello<br />

deve morire!<br />

Simone Vallerotonda<br />

Tiorba e Chitarra spagnuola<br />

La consapevolezza barocca del disordine e dell'opacità<br />

del destino dell'uomo, trova nell'esasperazione<br />

della forma musicale e nella<br />

sperimentazione, la modalità espressiva più rappresentativa<br />

della caducità umana, del limite, della<br />

fusione dello Spirituale col Materiale.<br />

[cit. Nänie di F. Schiller]<br />

Bellerofonte Castaldi (1581-1649) Capricci a due<br />

stromenti, Modena, 1622<br />

Tasteggio soave<br />

Hieronimus Kapsberger (1580-1651) Libro IV<br />

d'intavolatura di Chitarone, Roma, 1640<br />

Toccata II, Capona - Passacaglia<br />

Robert de Visée (1650-1725) Manuscript Vaudry<br />

de Sainzenay, Paris, 1699<br />

Prelude - Les Sylvains - Menuet - La Monsernill<br />

rondeau<br />

Marin Marais (1656-1728) Livre IV de pièces de<br />

viole, Paris, 1717<br />

Muzette - Le Badinage<br />

Robert de Visée (1650-1725)<br />

La Villanelle<br />

Francesco Corbetta (1615-1681) Varii capricii per<br />

la ghittara spagnuola, Milano, 1643<br />

Folias<br />

Varii scherzi di sonate per la chitara spagnola, Bruxelles,<br />

1648<br />

Passacaglia per la X<br />

Francesco Corbetta (1615-1681) La Guitarre Royale,<br />

Parigi, 1674<br />

Preludio - Caprice de chacone - Sarabande<br />

Santiago de Murcia (1673-1739) Codex Saldivar,<br />

Mexico, 1730<br />

Jacaras - Cumbees<br />

« Non si può dare alcuna regola oggettiva del<br />

gusto ». Così Immanuel Kant chiude il dibattito<br />

estetico nel 1790 nella sua Critica del Giudizio. Di<br />

fronte a tale asserzione potremmo superficialmente<br />

rimanere indifferenti e, anzi, non trovarvi<br />

nulla di nuovo, ma se andassimo in profondità, vi<br />

scorgeremmo una ricerca filosofica che affonda le<br />

sue radici nel Barocco. Non vi è infatti secolo più<br />

ricco, controverso, contraddittorio ed umano del<br />

Barocco. L'artista del '600 tende verso il Sublime,<br />

inteso come ciò che è al di là della forma, come<br />

tensione verso l'infinito, l'informe, l'inesauribile,<br />

partendo però dalla materia più bassa, comune,<br />

quotidiana.<br />

Da ciò nasce l'esigenza di stupire, di meravigliare<br />

con mezzi “umani” che aprono squarci sul “divino”.<br />

Questa continua spiritualizzazione del materiale<br />

e materializzazione dello spirituale, culla<br />

67


l'uomo come se stesse seduto su un pendolo, che<br />

oscilla ogni volta qualche centimetro oltre la sua<br />

azione, oltre i suoi limiti. E proprio la rottura di tali<br />

limiti è ciò che distanzia dal passato, rimescolando<br />

i canoni classici del Rinascimento sotto nuove<br />

forme. Il non finito, l'intuizione, l'accostamento di<br />

elementi apparentemente distanti: queste sono le<br />

provocazioni e le sfide del Barocco, il quale ci<br />

porta in alto fino all'estasi, per ricordarci che<br />

siamo limitati, finiti, caduchi.<br />

Di fragil vetro è la nostra vita<br />

ché più si spezza allor, che più risplende<br />

e tal ricco di merci è sul mattin,<br />

che nudo erra la sera ai lidi intorno.<br />

Compagno è il precipizio a la salita<br />

e van quasi del par ruina e volo.<br />

a cura di Simone Vallerotonda<br />

SIMONE VALLEROTONDA<br />

Nato a Roma ha iniziato gli studi musicali sulla chitarra<br />

moderna. Affascinato dalla musica antica ha<br />

intrapreso lo studio del liuto con Andrea Damiani<br />

al Conservatorio S. Cecilia di Roma, dove si è diplomato<br />

col massimo dei voti.<br />

Ha successivamente conseguito il diploma di Master<br />

su Tiorba e Chitarra barocca con il massimo<br />

dei voti presso la Staatliche Hochschule fur Musike<br />

di Trossingen, sotto la guida di Rolf Lislevand.<br />

Ha suonato in importanti rassegne concertistiche<br />

e presso prestigiose sale da concerto.<br />

Si è laureato in Filosofia col massimo dei voti<br />

presso l'Università “Tor Vergata” di Roma e si è<br />

68<br />

specializzato in Estetica col massimo dei voti e la<br />

lode, dedicandosi ai rapporti tra la musica e i Philosophes.<br />

Nel 2011 è risultato miglior classificato, nella sezione<br />

Solisti, al Concorso Nazionale di Musica Antica<br />

“Maurizio Pratola” (AQ) e vincitore, in<br />

formazione Duo B.L.U. ensemble, della selezione<br />

italiana REMA (Réseau Européen de Musique Ancienne).<br />

Ha registrato per importanti emittenti radio e televisive<br />

quali: BBC, RAI, France Musique, Radio4,<br />

Radio Clara, Kulturradio, Radio Vaticana e ha inciso<br />

per Naïve, Amadeus, E Lucevan Le Stelle Records,<br />

Tesori Musicali di Roma.<br />

Collabora in qualità di solista e continuista con vari<br />

ensembles tra cui: Modo Antiquo, Cantar Lontano,<br />

Le Parlement de Musique, EUBO (European Baroque<br />

Orchestra), Academia Montis Regalis, Musica<br />

Antiqua Roma, Les Ambassadeurs, Soqquadro<br />

Italiano, Il Pomo D’Oro.


Mercoledì 15 agosto | CInEMA<br />

Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />

Quasi amici<br />

Francia, 2011, 113 min<br />

rEGIA olivier nakache,<br />

Éric Toledano<br />

SCENEGGIATURA Olivier Nakache, Éric Toledano<br />

FOTOGRAFIA Mathieu Vadepied<br />

SCENOGRAFIA Olivia Bloch-Lainé<br />

MONTAGGIO Dorian Rigal-Ansous<br />

MUSICA Ludovico Einaudi<br />

PRODUTTORE Quad Productions, Chaocorp, Gaumont<br />

DISTRIBUZIONE Medusa Film<br />

CAST François Cluzet, Omar Sy<br />

SINOSSI<br />

Quasi amici (Intouchables) è il secondo film di<br />

maggior successo francese di tutti i tempi (in numero<br />

di spettatori) al botteghino francese, dietro<br />

il film del 2008 Giù al nord.<br />

Il film racconta, celata dalla finzione, una storia<br />

vera: quella di Philippe Pozzo di Borgo (autore di<br />

Le Second Souffle) tetraplegico dal 1993, e del suo<br />

rapporto con Yasmin Abdel Sellou, suo aiuto domestico.<br />

La vita difficile di banlieu di Driss, tra carcere, ricerca<br />

di sussidi statali e un rapporto non facile con<br />

la famiglia, cambia improvvisamente quando, a<br />

sorpresa, il miliardario paraplegico Philippe lo sceglie<br />

come proprio aiutante personale. Incaricato di<br />

stargli sempre accanto per spostarlo, lavarlo, aiutarlo<br />

nella fisioterapia, Driss non tiene a freno la<br />

sua personalità allegra e debordante. Diventa così<br />

l'elemento perturbatore di un ordine alto borghese<br />

fatto di regole e paletti. Il giovane riuscirà ad azzerare<br />

la distanza che lo divide dal suo capo, stringendo<br />

con lui un legame di sincera amicizia, che<br />

cambierà a entrambi la vita.<br />

ABOUT<br />

Dovremo abituarci. Dovremo abituarci a film sempre<br />

più abili e sempre più furbi. Tanto divertenti<br />

quanto lontani dalla nostra esperienza. Per nulla<br />

interessati a rendere più acuto il nostro sguardo,<br />

ma pronti a donarci meravigliose illusioni. Tra cui,<br />

felicità suprema, l’illusione della profondità. È il segreto<br />

di Benvenuti al Sud (e del suo modello francese)<br />

e ora del nuovo record d’incassi in Francia,<br />

Quasi amici (in originale, con più coraggio, Les<br />

intouchables). In America, dove la società è insieme<br />

più rigida e più aperta, film così se ne fanno<br />

da sempre. In Europa suonano nuovi. Certo, se un<br />

aristocratico di mezz’età ricchissimo, coltissimo,<br />

paralizzato dal collo in giù, assume come badante<br />

un giovane africano delle periferie poverissimo,<br />

simpaticissimo, ignorantissimo (almeno in termini<br />

di cultura ufficiale), lo schermo si accende di mille<br />

trovate, spesso irresistibili, e di mille metafore.<br />

Anche perché il buon Driss (l’impagabile Omar Sy)<br />

è energico, audace, disinibito, un Eddie Murphy o<br />

69


un Will Smith di banlieue che per metà film fa scintille<br />

e per l’altra metà si adegua al programma:<br />

evacuare la realtà per venderci un sogno. Va bene<br />

divertirsi, ma si potrebbe essere più esigenti. Soprattutto<br />

avendo a che fare con una storia vera.<br />

(Fabio Ferzetti)<br />

70<br />

FESTIVAL E PREMI<br />

Premi César 2012: Miglior attore (Omar Sy)<br />

Premi Lumière 2012: Miglior attore (Omar Sy)<br />

Tokyo International Film Festival 2011: Grand Prix al Miglior<br />

film, Premio per il Miglior attore (François Cluzet e<br />

Omar Sy)


Giovedì 16 agosto | CInEMA<br />

Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />

Diaz<br />

Italia, 2012, 120 min<br />

rEGIA Daniele Vicari<br />

SOGGETTO Daniele Vicari<br />

SCENEGGIATURA Daniele Vicari,<br />

Laura Paolucci<br />

PRODUZIONE Fandango, Le Pacte,<br />

Mandragora Movie.<br />

DISTRIBUZIONE Fandango<br />

FOTOGRAFIA Gherardo Gossi<br />

MONTAGGIO Benni Atria<br />

MUSICHE Teho Teardo<br />

SCENOGRAFIA Marta Maffucci<br />

COSTUMI Roberta Vecchi,<br />

Francesca Vecchi<br />

CAST Claudio Santamaria (Max Flamini), Jennifer<br />

Ulrich (Alma Koch), Elio Germano (Luca Gualtieri),<br />

Davide Iacopini (Marco)<br />

SINOSSI<br />

Diaz è il nome della scuola di Genova, diventata<br />

tristemente celebre nel luglio 2001 in occasione<br />

del Vertice G8.<br />

Il film narra l’intervento della polizia nella scuola<br />

Diaz di Genova, edificio in cui si trovavano i manifestanti<br />

contro il summit internazionale, nella notte<br />

tra il 21 e il 22 luglio 2001. Nelle dichiarazioni, Daniele<br />

Vicari racconta di aver lavorato alla ricostruzione<br />

dei fatti tenendosi strettamente vicino alle<br />

testimonianze e ai resoconti dei processi.<br />

Il film si sviluppa attraverso l’intreccio delle vicende<br />

di alcuni protagonisti. Il regista Vicari ha<br />

spiegato: “Dopo la sentenza di primo grado che<br />

assolveva i vertici della Polizia, con Domenico Procacci<br />

abbiamo avvertito l’urgenza di capire. Una<br />

volta letti gli articoli e visti tutti i documentari, ci<br />

siamo resi conto di quanto questo non bastasse.<br />

Serviva una chiave di lettura, qualcosa che fosse<br />

all’altezza dell’accaduto: la Diaz somiglia a un atto<br />

di guerra e come nelle guerre abbiamo rintracciato<br />

i destini incrociati e la pluralità delle esperienze”.<br />

ABOUT<br />

Tutta la concitazione, l’affanno, l’orrore del penultimo<br />

atto del G8, in un film ammirevole per ambizione<br />

produttiva, controllo del racconto,<br />

accuratezza dell’esecuzione. Tutto ciò che fino a<br />

ieri sapevamo dagli atti giudiziari, dalle inchieste e<br />

dai libri dedicati all’inferno della Diaz, travasato<br />

nelle immagini di un film espanso e corale che aggiorna<br />

la lezione della Battaglia di Algeri di Pontecorvo<br />

o di Z-L’orgia del potere di Costa-Gavras,<br />

all’epoca delle videocamere portatili, dell’informazione<br />

sempre più diffusa e sempre più controllata,<br />

delle verità così scioccanti da sfidare la rappresentazione.<br />

Perché è difficilissimo dare forma a tragedie<br />

come queste senza semplificare i fatti, ricattare<br />

lo spettatore, o viceversa addolcire i toni. E il potente<br />

J’accuse di Daniele Vicari è un’impresa senza<br />

71


precedenti in Italia, anche se sarebbe stato impensabile<br />

senza i documentari di Francesca Comencini<br />

(Carlo Giuliani, ragazzo) di Carlo Bachschmidt<br />

(Black Block) e altri.<br />

Come in tutti i film-catastrofe una serie di personaggi<br />

molto diversi e ignari gli uni degli altri convergono<br />

verso il gorgo della tragedia. Sono<br />

giornalisti (Elio Germano), manifestanti italiani,<br />

francesi, tedeschi, spagnoli, un sindacalista di<br />

mezz’età e un manager francese che si interessa<br />

di economia solidale (Renato Scarpa e Fabrizio<br />

Rongione), alla Diaz quasi per caso, alcuni black<br />

block, perché a Genova c’erano anche loro. Solo<br />

che qui il Fato si chiama polizia, governo, questura,<br />

e nulla accade per caso ma tutto viene pianificato<br />

e provocato, sfruttando le pieghe della<br />

legge (in presenza di un’aggressione, magari simulata,<br />

non serve il permesso del magistrato per<br />

ordinare una carica) e l’esasperazione dei poliziotti.<br />

Diaz non mostra (senza peraltro calcare la mano)<br />

solo i pestaggi, le umiliazioni, il sadismo, talvolta<br />

le torture subite da giovani inermi, ma insiste sulle<br />

manovre, le prove fabbricate ad arte, le armi e mo-<br />

72<br />

lotov introdotte nella Diaz dalla polizia, i dubbi di<br />

chi avrebbe voluto usare i lacrimogeni, i timidi e<br />

subito zittiti cenni di dissenso fra i poliziotti, i funzionari<br />

che dettano le verità ufficiali alla stampa, le<br />

divisioni e le ingenuità del movimento. E soprattutto<br />

non smette di interrogare e interrogarsi, esibendo<br />

i meccanismi del racconto. Com’è potuto<br />

accadere tutto questo? Cosa c’era dietro? Possibile<br />

che il Parlamento abbia respinto due volte la<br />

richiesta di una commissione d’inchiesta? Ci vuole<br />

coraggio per vedere Diaz. Ma ce ne voleva molto<br />

di più per farlo. (Fabio Ferzetti)<br />

FESTIVAL E PREMI<br />

La pellicola, presentata al 62º Festival internazionale del<br />

cinema di Berlino il 12 febbraio 2012 fuori concorso nella<br />

sezione “Berlinale Special” ha vinto il premio del pubblico<br />

della sezione Panorama.<br />

INTRODUCE IL FILM<br />

KATIA IPPASO<br />

(Giornalista, scrittrice, tiene seminari di critica<br />

teatrale, cinematografica e drammaturgia presso<br />

la Sapienza, Università di Roma)


Venerdì 17 agosto | CInEMA<br />

Palazzo Ducale, ore 18.00<br />

The Dark Side<br />

of The Sun<br />

Italia, 2011, 94 min<br />

rEGIA Carlo Shalom Hintermann<br />

REGIA ANIMAZIONE Lorenzo Ceccotti<br />

SCENEGGIATURA ANIMAZIONE Carlo Shalom<br />

Hintermann, Lorenzo Ceccotti, Bambini di Camp<br />

Sundown<br />

FOTOGRAFIA Giancarlo Leggeri<br />

MONTAGGIO Piero Lassandro<br />

MUSICA Mario Salvucci, Federico Pascucci/Errichetta<br />

Underground, “My Eyes Close” composta<br />

da Michael Cashmore cantata da Antony della<br />

band “Antony and the Johnsons”<br />

SUONO Giuseppe D’Amato<br />

PRODUZIONE Citrullo International e Rainbow, in<br />

collaborazione con Rai Cinema, in associazione<br />

con NHK, DR TV, YLE, in associazione con Lorenzo<br />

Ceccotti, Michele Petochi, con il supporto del programma<br />

Media dell’Unione Europea<br />

DISTRIBUZIONE Film Transit<br />

CAST Rachel Shipton, Dan Mahar, Katie Mahar,<br />

Caren Mahar, Patrick Mahar, Mackenzie Valgardson,<br />

Shannon Valgardson, Dawson Valgardson,<br />

Christopher Soto, Meghan Elyse, Fatima Toumli,<br />

Hannah Watkoske, Kim Watkoske<br />

SINOSSI<br />

Per pochi bambini il sole è un nemico mortale. Una<br />

rara malattia, Xeroderma Pigmentosum, li costringe<br />

a vivere isolati, lontani dal mondo diurno<br />

dei loro coetanei. Questo non accade però a Camp<br />

Sundown, un campo estivo nello stato di New York<br />

creato dall’immaginazione e dalla tenacia dei loro<br />

genitori, che raccoglie pazienti da tutto il mondo.<br />

Qui prende forma un universo rovesciato, colmo<br />

d’incanto. La vita di questa piccola comunità notturna<br />

si intreccia con i sogni che prendono<br />

forma nell’animazione, ideata dagli stessi bambini.<br />

Genitori e figli si riconoscono qui in un unico desiderio:<br />

vivere appieno la propria vita, nonostante<br />

la malattia.<br />

FESTIVAL E PREMI<br />

Menzione speciale Premio Solinas Documentario per il<br />

cinema 2009, in collaborazione con Apollo 11<br />

29esimo SULMONACINEMA FILM FESTIVAL - Premio<br />

Soundtrack<br />

73


Venerdi 17 Agosto | MuSICA<br />

Palazzo Ducale, ore 21.15<br />

European<br />

Wind Soloists<br />

C. GOUNOD Petite Symphonie<br />

J. FRANCAIX Sette Danze sul balletto<br />

“Les Malheurs de Sophie”<br />

G. PUCCINI/M. MANGANI Tosca Fantasy<br />

P. MASCAGNI/M.MANGANI Cavalleria<br />

Rusticana<br />

***<br />

Fantasie<br />

G.ROSSINI/M.MANGANI Sinfonia da “La<br />

Cenerentola”<br />

Flauti: Alessia Vall’Asta, Sacha De Ritis<br />

Oboi: Paolo Grazia, Giovanni Pantalone<br />

74<br />

<br />

Clarinetti: Alfonso Giancaterina, Antonio Di Vittorio<br />

Fagotti: Patrick De Ritis, Vincenzo Felicioni<br />

Corni: David Kanarek, Andrea Caretta<br />

Il gruppo di fiati European Wind Soloists nasce<br />

nel 1993 per volontà del M° Patrick De Ritis , I°<br />

fagotto dei Wiener Symphoniker. Dell’Ensemble<br />

fanno parte musicisti proveniente dalla “London<br />

Symphony”, “BBC”, “Wiener Symphoniker” e di<br />

altre importanti orchestre. Questo gruppo, formato<br />

da due oboi, due clarinetti, due fagotti, e due corni<br />

a cui si aggiungono a seconda del repertorio due<br />

flauti, contrabbasso e violoncello è nato per valorizzare<br />

e proporre un repertorio poco conosciuto<br />

che va da Mozart fino alla musica contemporanea<br />

passando per autori quali Dvorak, Schubert, R.<br />

Strauss. La capacità di fondersi in uno squisito<br />

equilibrio sonoro, la varietà e l’originalità del repertorio<br />

hanno permesso al gruppo di partecipare<br />

a numerose manifestazioni concertistiche riscuotendo<br />

ovunque successo di pubblico e di critica.


Sabato 18 agosto | CInEMA<br />

Palazzo Ducale, ore 18.00<br />

CorTIeGEnTILI<br />

rassegna di cortometraggi<br />

sull’Aquila dopo il 6 aprile 2009<br />

CORTIeGENTILI è una piccola rassegna di cortometraggi<br />

realizzati da autori giovani, alcuni dei<br />

quali hanno già ottenuto riconoscimenti di rilievo,<br />

altri ancora nel pieno del proprio percorso formativo.<br />

Tutti con un unico intento: raccontare con le<br />

immagini alcuni punti di vista sulla vita nel capoluogo<br />

abruzzese dopo il terremoto dell’Aquila: sia<br />

nel primissimo periodo di stretta emergenza dopo<br />

l’immane tragedia, sia nei mesi, poi anni successivi,<br />

cercando di cogliere frammenti di una quotidianità<br />

nuova, tutta da reinventare, che fa<br />

necessariamente i conti con il ricordo di quella<br />

precedente il 6 aprile 2009.<br />

La città, le persone, gli equilibri spezzati e le nuove<br />

dinamiche umane, sociali che si sono venute a<br />

creare in una comunità che ha ritrovato, per causa<br />

di forza maggiore, un senso più profondo di sé legato<br />

alla propria terra, al carattere degli individui<br />

e a un forza tenera e gentile che, se anche piegata,<br />

non si spezzerà mai.<br />

CON LA PARTECIPAZIONE DI:<br />

MARCO INCAGNOLI<br />

Docente di tecnica della ripresa cinematografica<br />

e tv presso la Scuola Nazionale di Cinema del<br />

Centro Sperimentale di Roma e di L’Aquila, ex<br />

docente de L’Accademia de L’Immagine fino al<br />

2009 e docente nell’ambito di seminari e stage<br />

presso le Università di Roma, Perugia e Palermo.<br />

Operatore cinematografico dal 1968.<br />

E’ prevista la partecipazione di alcuni autori dei<br />

corti tra cui Enrico Maria Artale (I giganti dell’Aquila)<br />

e Diego La Chioma (L’essenziale è invisibile<br />

agli occhi).<br />

IMMoTA MAnET<br />

Italia, 2009, 10 minuti<br />

Realizzato dagli allievi del corso di regia del documentario<br />

dell’Accademia dell’Immagine dell’Aquila<br />

L’ESSEnzIALE E’<br />

InVISIBILE AGLI oCCHI<br />

Italia, 2009, 12 minuti<br />

Realizzato dagli allievi dell’Accademia<br />

dell’Immagine dell’Aquila<br />

AnnA<br />

Italia, 2010, 17 min<br />

Realizzato dagli allievi della Scuola Nazionale di Cinema<br />

– Centro Sperimentale di Cinematografia –<br />

Sede Abruzzo<br />

75


LA CITTA’ VuoTA<br />

Italia, 2011, 18 min<br />

Realizzato dagli allievi della Scuola Nazionale di Cinema<br />

– Centro Sperimentale di Cinematografia –<br />

Sede Abruzzo<br />

MIrACoLo AQuILAno<br />

Italia, 2010, 15 min<br />

REGIA Stefano Mutolo e Marco Iannini<br />

76<br />

I GIGAnTI DELL’AQuILA<br />

Italia, 2010, 55 min<br />

REGIA Enrico Maria Artale<br />

Lo STAzzo<br />

Italia, 2011,18 min<br />

Realizzato dagli allievi della Scuola Nazionale di Cinema<br />

– Centro Sperimentale di Cinematografia –<br />

Sede Abruzzo<br />

RINGRAZIAMENTI SPECIALI A:<br />

Scuola Nazionale di Cinema - Centro Sperimentale<br />

di Cinematografia - Sede Abruzzo


Sabato 18 Agosto | TEATro<br />

Da Piazza Obelisco nel Centro Storico, ore 21.15<br />

notturno d' Autore<br />

un progetto di Federico Fiorenza<br />

e Antonia renzella<br />

Spettacolo itinerante per turni di spettatori<br />

ogni 25 minuti.<br />

Passeggiando nel centro storico di <strong>Tagliacozzo</strong>, da<br />

Piazza dell’Obelisco al Chiostro di S. Francesco, a<br />

Palazzo Ducale, gli spettatori, guidati dagli attori,<br />

percorreranno “a lume di candela” i vicoli del<br />

borgo, scoprendone gli scorci, gli anfratti misteriosi,<br />

gli angoli più caratteristici, seguendo un itinerario<br />

che li porterà a incontrare personaggi del<br />

teatro e della letteratura indimenticabili, figure<br />

eternamente inquiete, custodi di segreti inconfessabili,<br />

di rimorsi, di passioni indomite.<br />

Le loro anime si confesseranno allo spettatore di<br />

turno.. complice l’oscurità della notte!<br />

Il pubblico assiste allo spettacolo in gruppi di 30<br />

spettatori ogni 20 minuti.<br />

Partenza gruppi da piazza Obelisco.<br />

Simone FALOPPA<br />

Prologo<br />

Le Guide<br />

Attore, regista, drammaturgo, una laurea in filoso-<br />

fia, specializzazioni in biomeccanica teatrale,<br />

mimo, teatro - movimento, frequenta “l’Ecole Jaques<br />

Lecocq” di Parigi, balletto classico, composizione<br />

coreografica e teatro danza, movimento<br />

scenico e canto leggero, commedia dell’arte,<br />

scuola arte drammatica “Vasil’ev” di Mosca. Ha lavorato<br />

in teatro con Pierpaolo Sepe, Giuseppe Marini,<br />

Marco Baliani. Ha vinto premi per le arti<br />

sceniche. Nel cinema e in tv è attore sotto la direzione<br />

di Riccardo Milani, Andrea Manni, Paolo<br />

Vari, Francesco Pavolini.<br />

In Notturno d’autore è il maestro di Cerimonie, l’attore<br />

che incontrerete per primo, quello che vi intrigherà<br />

rendendo piacevole l’ingresso in uno dei<br />

borghi più belli d’Italia affidandovi poi alle Guide.<br />

David GALLARELLO<br />

L’Inquisitore<br />

Diploma Accademia Nazionale S. D’Amico; attore<br />

e regista in vari spettacoli, con il Teatro Stabile<br />

d’Abruzzo in Love&Crash, è protagonista nel musical<br />

Mission, musiche di Ennio Morricone (nel<br />

ruolo che fu di Robert De Niro) nella prima mondiale<br />

a Seul. Attore in allestimenti con il Teatro Stabile<br />

di Genova, il Teatro Stabile del Veneto, il Teatro<br />

di Roma, accanto a Mario Scaccia. Già interprete<br />

dostoevskijano in Delitto e Castigo nel ruolo di Raskolnikov,<br />

qui nelle vesti dell’ Inquisitore, monologo<br />

tratto dal romanzo “I Fratelli Karamazov” in<br />

cui L’Inquisitore si reca a trovare Cristo tornato<br />

sulla terra dopo quindici secoli dalla sua morte. La<br />

regia è di Luciano Melchionna dallo spettacolo di<br />

successo Dignità Autonome di Prostituzione.<br />

77


Valerio CAMELIN<br />

Er fattaccio der vicolo der Moro<br />

Giovane attore si forma come interprete di primi<br />

ruoli shakespeariani e di testi contemporanei in diverse<br />

compagnie anche sperimentali. Nel 2011 debutta<br />

nel ruolo di Emone nell’Antigone con Luca<br />

Biagini e Vanessa Gravina regia di Federico Vigorito<br />

in programmazione questa stagione. E’ un accanito<br />

occupante del Teatro Valle di Roma.<br />

Qui interpreta un celebre cavallo di battaglia di Gigi<br />

Proietti “Er fattaccio der vicolo der Moro” che l’autore<br />

Roberto Lerici scrisse in versi romaneschi<br />

ispirandosi ad un fatto di cronaca realmente accaduto<br />

a Romanella celebre via trasteverina.<br />

Federica STEFANELLI<br />

Salomè<br />

Ha lavorato con diversi registi tra cui Peter Stein<br />

ne “ I Demoni” in un tour internazionale di grandi<br />

festival, con Emanuela Giordano ne “ Le Invisibili”<br />

prodotto dal TSA, con Luciano Melchionna è “ Giulietta”<br />

in Dignità autonome di Prostituzione, e ancora<br />

con registi come Mario Scaccia, Marco<br />

Mattolini, Adriana Martino e Renato Giordana. E’<br />

Lady Anna nel Riccardo III° del Love&Crash del<br />

TSA, esperienze in cinema e televisione.<br />

In Notturno è nelle vesti della Salomè di Oscar<br />

Wilde, celebre per aver fatto tagliare la testa a Giovanni<br />

perché non ha voluto baciare la sua bellissima<br />

bocca.<br />

78<br />

Ilaria FALINI<br />

Clitennestra<br />

E’ attrice in diversi allestimenti del Teatro Stabile<br />

dell’Umbria, nello spettacolo “La forma delle<br />

cose”, e in altri allestimenti shakespeariani. Partecipa<br />

alla Masterclass diretto da Luca Ronconi e<br />

frequenta i laboratori di Valerio Binasco e di Cristina<br />

Pezzoli. Ha avuto partecipazioni TV in “Carabinieri<br />

2”, regia di R. Mertes; in cinema ne<br />

“Immaturi” regia P. Genovese e ne “ La Tassista”<br />

regia D.Sanchez. Ruolo di Ismene nell’Antigone<br />

regia di F. Vigorito. La vedrete in una Clitennestra<br />

modernamente riscritta da Marguerite Yourcenaur<br />

nel raccontare il cruento omicidio del marito Agamennone,<br />

tornato dalla guerra di Troia, reso celebre<br />

nella trilogia dell’Orestiade di Sofocle.<br />

Luigi PISANI<br />

Ettore<br />

Attore in cinema e in teatro, con straordinarie<br />

esperienze e un successo già consolidato. Con il<br />

Tsa in Love&Crash nel ruolo di Macbeth; interpreta<br />

uno dei protagonisti nel film sul Risorgimento di<br />

Mario Martone “Noi credevamo”; ricopre ruoli importanti<br />

negli sceneggiati per la TV con Massimo<br />

Ranieri nella Filumena Marturano e in Napoli Milionaria<br />

nella nuova edizione televisiva. Esperto docente<br />

PON in varie annualità. Protagonista di<br />

diversi Spot in TV.<br />

Qui è Ettore, personaggio mitico dell’Iliade di<br />

Omero, riproposta in chiave moderna nella riscrittura<br />

di Alessandro Baricco.


Caroline PAGANI<br />

Hamletelia<br />

Attrice e drammaturga poliglotta. Laureata in Storia<br />

del teatro inglese e specializzata in drammaturgia<br />

e come attrice allo Stella Adler Studio of Acting<br />

di New York. Ha lavorato come attrice con Calixto<br />

Bieito, Peter Greenway, Davide Livermore, Teatro<br />

Stabile del Veneto. Hamletelia è la riscrittura dall’Amleto<br />

di Shakespeare dal punto di vista del fantasma<br />

di Ofelia che si risveglia in un cimitero dopo<br />

quattro secoli e rievoca tutti i personaggi del play,<br />

svelando retroscena sulla corte di Elsinore. Lo<br />

spettacolo ha vinto numerosi premi in Italia e all’estero.<br />

Sarà ospite alla prossima edizione del<br />

Fringe Festival di Edimburgo e Avignone Public<br />

off.<br />

Antonia RENZELLA<br />

non si sa come<br />

Ha debuttato in teatro con Giancarlo Sepe e la<br />

compagnia Catalana Els Comedians, ha lavorato in<br />

diverse produzioni del Tsa e con altri registi (Renato<br />

Giordano, Riccardo Vannuccini, Adriana Martino,<br />

Beppe Arena..) e ne “I Demoni” del regista<br />

Peter Stein. Laurea all’Università La Sapienza in<br />

Storia del Teatro. E’ nell’Antigone di Vanessa Gravina<br />

regia di Federico Vigorito in scena questa stagione.<br />

Per la TV ha partecipato alla sitcom Colpi di<br />

Sole e a I Cesaroni. Qui presenta una parte tratta<br />

da una celebre opera di Luigi Pirandello “Non si sa<br />

come” in cui il protagonista dell’ opera racconta<br />

cosa accadde in un lontano pomeriggio assolato.<br />

Vi accompagneranno la voce e chitarra di:<br />

Miriam FORESTI e Augusto MARRA<br />

Nelle riletture da:<br />

Fëdor Dostoevskij, Roberto Lerici<br />

Oscar Wilde, Marguerite Yourcenar,<br />

Iliade di Alessandro Baricco, Shakespeare,<br />

Luigi Pirandello<br />

Miriam Foresti, nata a Roma ma di adozione aquilana,<br />

è una cantautrice ed interprete poliedrica.<br />

E’ reduce dal tour abruzzese ‘Viaggio sinfonico attraverso<br />

la canzone’ in collaborazione con l’Orchestra<br />

Sinfonica Abruzzese. Lo scorso maggio è<br />

stata la voce solista nello spettacolo di e con Michele<br />

Placido, ‘Un incontro tra cinema e teatro’,<br />

con Davide Cavuti, in programma nella rassegna<br />

Aspettando Giffoni. Nel 2010 partecipa al programma<br />

televisivo Nuovi Talenti all’interno di Uno<br />

Mattina Estate andato in onda su Raiuno. Nel 2007<br />

partecipa al tour italiano di Jekyll & Hyde, il musical<br />

con Giò Di Tonno e Simona Molinari prodotto<br />

dal Teatro Stabile d’Abruzzo. Tra le voci dei Phonema<br />

Gospel Choir, lavora con Mario Biondi, e con<br />

leggende del blues come Bob Stroger, Jimmy Holden<br />

e Pippo Guarnera.<br />

79


Domenica 19 Agosto | DAnzA<br />

Piazza Obelisco, ore 21.15<br />

not(t)e di Tango<br />

Gioia Abballe y Simone Facchini (ballerini)<br />

Duo +2 Quartet<br />

FABIO BATTISTELLI clarinetto<br />

FABIO GEMMITI fisarmonica<br />

SANDRO GEMMITI pianoforte<br />

CLAUDIO CAMPADELLO contrabbasso<br />

R. Galliano Tango pour Claude<br />

F. Canaro La Milonga de Buenos Aires<br />

A. Piazzolla La muerte del angel<br />

Vuelvo al sur<br />

A. Villoldo El Choclo<br />

A. Piazzolla Adios Nonino<br />

C. Gardel Pour una Cabeza<br />

A. Piazzolla Ave Maria<br />

M. Mores Taquito militar<br />

A. Piazzolla Oblivion<br />

Libertango<br />

Una notte dedicata al miracolo del Tango Argentino.Una<br />

vertigine di musica e ballo vi accompagnerà<br />

nei sentieri più intimi dell'abbraccio....per<br />

sentire più forte il profumo dell'altro.<br />

La musica e il ballo per definire il profilo di un mito<br />

moderno dentro il quale è possibile ritrovare un<br />

80<br />

nostro gesto, una nostra tenerissima, in certi casi<br />

elementare, emozione.<br />

Tango e nostalgia, tango e donne, tango e amore,<br />

sudore, albe, penombre, fiori alle finestre e nuvole<br />

di fumo, sesso e tenerezze, lacrime e volgarità,<br />

coltelli e colombe infreddolite...<br />

Il tango è tutto questo, e soprattutto è Buenos<br />

Aires. Inscindibili tra<br />

loro, come sottolineava<br />

lo stesso Borges: "Si direbbe<br />

che senza i crepuscoli<br />

e le notti di<br />

Buenos Aires non possa<br />

nascere un tango, e che<br />

in cielo attende, noi argentini,<br />

l'idea platonica<br />

del tango, la sua forma<br />

universale...".


Lunedi 20 agosto | CInEMA<br />

Piazzetta Tre Molini, ore 21.15<br />

riso amaro<br />

Italia, 1949, 108 min<br />

rEGIA Giuseppe De Santis<br />

SCENEGGIATURA Corrado Alvaro, Giuseppe De<br />

Santis, Carlo Lizzani, Carlo Musso, Ivo Perilli,<br />

Gianni Puccini<br />

FOTOGRAFIA Otello Martelli<br />

SCENOGRAFIA Carlo Egidi<br />

MONTAGGIO Gabriele Varriale<br />

MUSICA Armando Trovajoli, Goffredo Petrassi<br />

PRODUTTORE Dino De Laurentiis per Lux Film<br />

CAST Silvana Mangano (Silvana Meliga), Doris<br />

Dowling (Francesca), Vittorio Gassman (Walter<br />

Granata)<br />

SINOSSI<br />

Francesca, giovane cameriera d’albergo, istigata<br />

dal suo amante Walter, ruba la collana di una<br />

cliente. Fuggono entrambi, e Francesca si mescola<br />

alle mondine, che partono in treno. Nel dormitorio<br />

delle mondariso, Francesca viene derubata della<br />

collana da una compagna, Silvana. Sul luogo del<br />

lavoro giunge Walter, il quale avendo appreso che<br />

Silvana è presumibilmente in possesso della collana,<br />

la circuisce. Silvana non è insensibile alle at-<br />

tenzioni del lestofante e, abbandonato un sergente<br />

che l’ama, diviene l’amante di Walter, mentre il sergente<br />

fa la corte a Francesca, che si è pentita ormai<br />

del male fatto. Walter, avendo scoperto che la collana<br />

rubata è falsa, decide, per rifarsi, di rubare il<br />

riso accumulato nei magazzini come premio finale<br />

per le mondariso...<br />

Definito il capolavoro neorealista di De Santis, fu<br />

girato nelle campagne vercellesi, più precisamente<br />

nella Cascina Veneria (comune di Lignana) e nella<br />

Tenuta Selve (Salasco).<br />

ABOUT<br />

Steven Spielberg ha recentemente dichiarato che<br />

quando fa il professore di cinema, mostra agli allievi<br />

sempre lo stesso film, Riso amaro. E ha ragione:<br />

innanzitutto perché si tratta di un<br />

capolavoro, e poi perché all’inizio degli anni ‘50,<br />

proiettato negli USA, il film ottenne un grandissimo<br />

successo.<br />

Come nacque Riso amaro? Dal Neorealismo,<br />

senza dubbio, anche se il regista Giuseppe De<br />

Santis, nativo di Fondi, Ciociaria, non ha nulla a<br />

che vedere con Zavattini e De Sica. Un esempio<br />

per tutti, il divismo. Agli attori non professionisti,<br />

egli predilige le stelle dello schermo, lanciando in<br />

questo film una modella di nemmeno venti anni,<br />

di nome Silvana Mangano, al centro del firmamento<br />

del cinema.<br />

Riso amaro nacque una notte d’estate, alla stazione<br />

di Milano. De Santis sta rientrando in Italia<br />

da Parigi, quando si trova circondato da due con-<br />

81


vogli ferroviari carichi di ragazze, le mondariso,<br />

che cantano e gridano senza sosta. Ne resta affascinato.<br />

Assieme a Carlo Lizzani, De Santis si reca<br />

subito in Piemonte a svolgere un’inchiesta sul fenomeno<br />

della raccolta del riso, e da lì viene scritto<br />

il soggetto, da cui poi è realizzato il film.<br />

Riso amaro, anno 1948, sembra davvero girato da<br />

Steven Spielberg, magari con la collaborazione di<br />

Orson Welles. Film di personaggi - per questo servono<br />

i grandi attori, che la macchina da presa<br />

mette al centro della scena - e al tempo stesso film<br />

di luoghi, che l’occhio di De Santis trasfigura in dimensioni<br />

epiche, colossali, pur mantenendo la genuinità<br />

dello spazio e la sincerità dell’ambiente.<br />

La comunità, variopinta e conflittuale, delle mondariso,<br />

è filmata dal comunista De Santis come si<br />

trattasse di un western, una “sfida all’O.K. Corral”:<br />

fattorie, capanni, treni, mura di cinta, pianure allagate,<br />

boschi, il paesaggio è un paesaggio di frontiera,<br />

in cui gli eroi, quelli del bene e quelli del<br />

male, si fronteggiano e combattono la battaglia del<br />

futuro. De Santis, infatti, innesta nel neorealismo<br />

ciò che al neorealismo di De Sica e Visconti riesce<br />

difficile raccontare: il futuro. Il futuro è nel popolo,<br />

che la civiltà moderna incipiente sta trasformando<br />

in massa. Riso amaro racconta questa frontiera:<br />

le mondine, ultime amazzoni del mondo contadino,<br />

masticano chewing gum, ascoltano musica<br />

americana, leggono i fotoromanzi di Grand Hotel.<br />

Il futuro è la frontiera tra una cultura popolare, antica<br />

e forte, e una cultura di massa, nuovissima e<br />

forse più forte ancora. De Santis individua qui il<br />

centro della contraddizione, lo spartiacque tra ciò<br />

82<br />

che è e quello che sarà, e vi proietta la sua cinepresa<br />

come il cow-boy fa volteggiare il lazo sopra<br />

il cappello.<br />

Successo straordinario di pubblico. Quello che<br />

purtroppo mancò a tanti altri capolavori della<br />

breve stagione neorealista.<br />

(Flavio De Bernardinis)<br />

FESTIVAL E PREMI<br />

Presentato in concorso al 3º Festival di Cannes<br />

Nomination all’Oscar nel 1951, per “Miglior soggetto”<br />

INTRODUCE IL FILM<br />

FLAVIO DE BERNARDINIS<br />

(Docente di Storia del cinema presso il Centro<br />

Sperimentale di Cinematografia, sedi di Roma e<br />

L’Aquila, scrittore, regista)


28° FESTIVAL<br />

InTErnAzIonALE<br />

DI MEzzA ESTATE<br />

26 luglio - 20 agosto 2012<br />

TAGLIACOZZO<br />

Comune di <strong>Tagliacozzo</strong><br />

Ministero per i Beni e le Attività Culturali<br />

Regione Abruzzo<br />

Provincia dell’Aquila<br />

Fondazione Cassa di Risparmio<br />

della Provincia dell’Aquila<br />

Micron Foundation<br />

I Marsi Centro Commerciale<br />

Banca di Credito Cooperativo di Roma<br />

Banca dell'Adriatico<br />

Accademia Nazionale di Santa Cecilia<br />

Fondazione<br />

Santa Cecilia Opera Studio<br />

Cantina del Fucino<br />

Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione<br />

Generale per il Cinema - Centro Sperimentale<br />

di Cinematografia<br />

In collaborazione con il Dipartimento di Storia<br />

dell'Arte e Spettacolo, Facoltà di Filosofia, Lettere,<br />

Scienze Umanistiche e Studi Orientali, Sapienza,<br />

Università di Roma<br />

Il Festival Internazionale di Mezza Estate di <strong>Tagliacozzo</strong><br />

è socio di ItaliaFestival (Agis) e di European Festivals<br />

Association (EFA).<br />

Per TAGLIACOZZOINFILM è stata stipulata la convenzione<br />

JOBSOUL con la Sapienza, Università di Roma.<br />

Direzione Artistica<br />

Lucia Bonifaci<br />

Giuseppe Berardini<br />

Gabriele Ciaccia<br />

Curatore Artistico TAGLIACOZZOINFILM<br />

Veronica Flora<br />

Responsabile Premio Musicale Città di <strong>Tagliacozzo</strong><br />

Andrea Caretta<br />

Organizzazione<br />

Associazione Amici del Festival di Mezza Estate<br />

Tel./Fax 0863.66715<br />

info@amicidelfestival.it<br />

www.amicidelfestival.it<br />

Progetto Grafico<br />

ATLANTIDE Design & Comunicazione<br />

P.zza Obelisco, 1 - 67069 <strong>Tagliacozzo</strong> (AQ)<br />

info@atlantide-design.it | www.atlantide-design.it<br />

Video di Marco Di Gennaro<br />

Logo di Alessandro Asci<br />

83


Informazioni<br />

TELEFONO<br />

0863.614203 Comune di <strong>Tagliacozzo</strong><br />

328.3261778 Carlo De Sanctis<br />

EMAIL<br />

serviziamministrativi@comune.tagliacozzo.aq.it<br />

info@amicidelfestival.it<br />

WEB<br />

www.comune.tagliacozzo.aq.it<br />

www.tagliacozzoturismo.it<br />

<strong>Tagliacozzo</strong>infilm<br />

TELEFONO<br />

388.6121726 Veronica Flora<br />

EMAIL<br />

tagliacozzoinfilm@gmail.com<br />

WEB<br />

www.tagliacozzoturismo.it/cinema<br />

TWITTER<br />

twitter.com/tagliacozinfilm<br />

www.tagliacozzoturismo.it<br />

Il video di presentazione del Festival<br />

è disponibile su YouTube all’indirizzo<br />

http://youtu.be/61HGyrbsSsc<br />

84<br />

Stampato nel mese di<br />

Luglio 2012

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