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Catalogo PDF - Tagliacozzo

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uomo e a un popolo che annovera alcuni dei più<br />

grandi registi della storia del cinema mondiale:<br />

Abbas Kiarostami, Mohsen Makhmalbaf e sua figlia<br />

Samira Makhmalbaf, Babak Payami, Bahman<br />

Ghobadi, l’illustratrice e regista Marjane Satrapi<br />

autrice dell’incantevole “Persepolis”, solo per citare<br />

i più noti.<br />

Asghar Farhadi conferma in questo film il talento<br />

già emerso in About Elly (2010) e un gusto particolare<br />

per la ricerca di una verità che, se anche esiste,<br />

non è mai una sola. Così, partendo<br />

dall’interrogativo di una ragazzina se scegliere di<br />

restare in Iran o se trasferirsi all’estero (distacco<br />

dalla propria terra solo “immaginato” nel film ma<br />

presente nelle sensazioni e nelle azioni dei protagonisti)<br />

Farhadi parla di altre storie di “separazione”,<br />

in cui i diversi muri più o meno virtuali<br />

eretti dalla società allontanano gli individui gli uni<br />

dagli altri, gli uomini dalle donne, i poveri dai ricchi,<br />

la legge dalla giustizia. Separazione che allontana<br />

dalla propria patria o, se vogliamo,<br />

nell’etimologia tedesca di heimat, dalla propria<br />

“matria”, in un gioco di parole che rivela il continuo<br />

oscillare della ragazzina protagonista tra la figura<br />

paterna e quella materna verso la formazione<br />

di una propria identità, nel contesto di un’universale<br />

incomunicabilità tra madre e figlia, schiacciate<br />

entrambe dal peso dei loro conflitti interiori, della<br />

condizione femminile in una società teocratica e<br />

maschilista, di cui è eccezione emblematica la figura<br />

umanissima del padre che si rivela più “femminile”<br />

di entrambe, nel loro continuo far ricorso<br />

alla razionalità per far fronte alle difficoltà di ogni<br />

giorno.<br />

Una separazione è un film universale perché, sebbene<br />

profondamente calato nella realtà iraniana,<br />

parla per certi versi - per molti versi - anche del<br />

nostro paese, di noi. In un intreccio di questioni<br />

umane e sociali, private e comuni spiate da un<br />

buco della serratura neorealista. La sensazione di<br />

solitudine qui è fortissima, insita nel concetto<br />

stesso di “separazione”, che vede persone vicine<br />

non più in grado di ascoltarsi, di comunicare. Solitudine<br />

ancora più drammatica e angosciante perché<br />

palpabile rispetto alle istituzioni da un lato e<br />

alla religione dall’altro, in una società in cui regna<br />

un senso antico di comunità, solidarietà familiare,<br />

di quartiere, ecc. ma che non pare sufficiente a<br />

non far sentire l’individuo, persino una ragazzina,<br />

nelle sue scelte, completamente abbandonata a se<br />

stessa. Sola.<br />

FESTIVAL E PREMI<br />

Festival di Berlino 2011:<br />

Orso d’Oro: Miglior Film<br />

Orso d’Argento: Migliore Interpretazione Femminile.<br />

Orso d’Argento: Migliore Interpretazione Maschile, Ecumenical<br />

Jury Prize, Peace Award College<br />

Premio Oscar 2012 come Miglior film straniero<br />

XII Asiatica Film Mediale (Roma 12 - 22 ottobre 2011) -<br />

film d’apertura<br />

INTRODUCE IL FILM<br />

BIANCA MARIA FILIPPINI<br />

(Professoressa di Letteratura Persiana, Università<br />

degli Studi della Tuscia di Viterbo, esperta di Cinema<br />

Iraniano)<br />

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